Novembre 22nd, 2012 — Note redazionali
Dopo aver inibito la lettura di Fratello Illuminato oggi la banca MPS inibisce la lettura anche del blog Il Gavinone. Avanti il prossimo. Al terzo classificato che cosa regalate? Le felpine 1472 o l’autografo del mega genio della comunicazione David Rossi con annessa traversata del Tevere sul motoscafo?
Ovvia, ma siete permalosi. E siete anche poco furbi. Il vostro intento è impedire la lettura dei blogs? Molti leggono con i cellulari e in tantissimi la sera dalle 19 alle 22 (da diverso tempo in questa fascia d’orario serale abbiamo 4500 contatti di media). In questo momento come Fratello Illuminato viaggiamo a una media di contatti unici al giorno di ben 9.800.
Questa censura cari Profumo e Viola ci fa il solletico; però all’esterno e anche all’interno passa l’idea che volete impedire la circolazione delle informazioni.Brutta cosa la censura. E come minimo per inibire i blogs si sono attivati anche i due mussariani Valentino Fanti e David Rossi. Bravi,attendiamo il terzo da inibire.
La foto che pubblichiamo rappresenta un momento di relax durante la pausa lavorativa; un momento di effusioni e di internalizzazioni di alta filosofia di vita. Se interrompete l’inibizione vi garantiamo una pubblicazione altamente disinibita almeno una volta a settimana.
No blog, No tromb!
P.S. Cari Profumo e Viola appena il governo e la UE avranno definito i termini del soccorso dello Stato sarà nostra premura segnalare le varie sponsorizzazioni e pubblicità ai giornaletti settimanali cartacei e quelli online. Quando ci sono di mezzo i soldi dei contribuenti non c’è censura che vince. Buon lavoro e complimenti per questi gesti edificanti.
Novembre 22nd, 2012 — Note redazionali
Il soggetto latitante nella difficile trattativa tra i dipendenti e i vertici della banca MPS è l’azionista fondazione MPS. Un’assenza dettata dai sensi di colpa e dall’incapacità degli stessi vertici della fondazione. Una fondazione incagliata nei debiti e nei giochini della solita politica che negli ultimi anni ha determinato la crisi patrimoniale della stessa e della banca. Una fondazione,che pur avendo i titoli per agire, è completamente fuori gioco,prigioniera del suo stesso passato gestionale fallimentare.Risorse bruciate senza ritorni,scelte operate e pieno sostegno ai vertici della passata gestione della banca. Un deputazione amministratrice tutta legata al gruppo politico dell’ex sindaco Ceccuzzi. Quel famoso ex sindaco Ceccuzzi che nel 2011 aveva promesso ai senesi “mai e poi mai la fondazione sotto il 50%”. La fondazione è al 36 %.
Dopo i numerosi tentativi per riconfermare Mussari alla presidenza della banca,tentativi vani, l’allora sindaco Ceccuzzi ascrive al suo ruolo la nomina di Profumo alla presidenza della banca.E a quel punto tenta di coinvolgere Profumo nell’agone politico per ritrovare nella banca il centro per la gestione del consenso elettorale; e per ingraziarsi i vertici della banca,l’allora sindaco Ceccuzzi, esprime pieno sostegno al piano industriale di Profumo e Viola. Ma all’improvviso la situazione precipita e sbagliando i calcoli, Ceccuzzi rassegna le dimissioni da sindaco,convinto di riprendere il Comune con le elezioni autunnali. Siamo quasi a Natale e le elezioni ci saranno nel 2013.Il PD per assecondare le smanie del Ceccuzzi abbandona i lavoratori di MPS e con la convinzione di votare in autunno invitano alla festa del partito in fortezza proprio Alessandro Profumo.(dopo un mese arriva anche la sponsorizzazione da parte della banca al partito per la pubblicità all’interno della festa)
Profumo e Viola procedono senza ripensamenti con il piano industriale e coadiuvati dalla nuova responsabile delle risorse umane Ilaria Dalla Riva,giovane manager dal piglio meneghino e armata di anfibi neri da combattimento,iniziano un lungo bracio di ferro con le organizzazioni sindacali.Gli unici esponenti del PD che si muovono a difesa dei lavoratori sono quelli di Lecce,Mantova e Roma. A Siena il PD si schiera con Profumo. Come mai questa posizione? Con molta probabilità nemmeno i dirigenti del PD senese conoscono il come mai del sostegno a Profumo;Ceccuzzi ha deciso cosi e cosi hanno fatto. Che cosa sperava di ottenere Ceccuzzi? Sperava,perchè il giochino è stato smascherato, di isolare quella componente sindacale vicina a Fabio Borghi e costruire dei rapporti,sempre il Ceccuzzi,tra se stesso,Profumo e i dipendenti di MPS, con la complicità dei soliti sindacalisti organici al partito ceccuzziano. Non c’è peggior cosa quando la crisi è grave di giocare sulla pelle dei lavoratori per meri scontri politici dentro il partito.A parte il fatto che il Ceccuzzi insieme al Mussari sono gli autori del disastro, ma davvero l’ex sindaco si ritiene cosi furbo?Evidentemente si, ma i furbini con i tempi che corrono fanno poca strada.
I numeri negativi che hanno imposto un piano industriale che incide pesantemente sui lavoratori,sono i numeri negativi prodotti dalla gestione della banca Mussari-Vigni e dal ruolo politico di Ceccuzzi. E i numeri letti per come sono permettono pochi spazi di manovra. Ma siamo sicuri che il piano industriale non poteva essere redatto diversamente? Potevano,certo che potevano; ma la solita bassa politica e i soliti incompetenti seduti alla fondazione hanno dato carta bianca a Profumo e Viola e da parte loro hanno svolto il loro compito. E ora? La trattativa è ancor piu’ difficile, e l’autoconvinzione da parte della signora Dalla Riva di sentirsi una lady di ferro, di certo non agevola il dialogo con i sindacati e i lavoratori. C’è però, un problema di fondo che Profumo e Viola non hanno ancora risolto; e si chiama gestione precedente. In cosa consisterebbe il nuovo corso se gli uomini di Mussari come Fanti e Rossi sono ben saldi ai loro posti? Come mai i vertici di banca MPS non convocano una bella conferenza stampa e mettono alla luce del sole tutti i numeri del disastro consegnato dalla gestione precedente con tanto di nomi e cognomi dei responsabili? Prima di far pagare ai lavoratori i disastri di pochi sarebbe opportuno aprire tutte le finestre sull’acquisto di banca Antonveneta su tutta le gestione operativa di Mussari e Vigni Come sarebbe la situazione di MPS se non avesse in pancia quei 25 miliardi di Btp? La crisi è talmente forte per i cittadini e le responsabilità di pochi sono talmente evidenti che sarebbe l’ora di smetterla con i giochini e le false verità o le ambiguità. E infine ci sarebbe una domanda per il banchiere Alessandro Profumo. Come si conciliano la trattativa con i lavoratori di MPS con le posizioni discusse all’interno dell’Abi su mandato degli stessi banchieri(sempre che Profumo non eera presente o ha dato parere negativo) in merito agli esuberi nel sistema bancario italiano di circa 20 mila addetti e in merito alle proposte sul futuro contratto dei bancari? Dal sito Dagospia“Stracciare il contratto firmato coi sindacati meno di un anno fa. E subito dopo passare all’attacco con prepensionamenti obbligatori e cassa integrazione. Ridurre il costo del lavoro, per le banche italiane, è una vera e propria ossessione. L’obiettivo è noto: su 330mila addetti circa 20mila sono di troppo.La strategia è sostanzialmente definita e potrebbe essere ulteriormente limata, oggi, al direttivo dell’Associazione bancaria in programma a Milano. Dove si parlerà anche della questione “esodati” (le banche ne hanno in ballo più di 10mila) e della riforma delle pensioni del ministro del Lavoro, Elsa Fornero. Due mine che pesano sui bilanci del mondo bancario.Di qui, l’intenzione di prendere in mano l’accetta per tagliare drasticamente il costo del lavoro, ritenuto più alto rispetto alla media europea. L’idea di fondo è annullare la piattaforma contrattuale firmata solo a gennaio scorso e tuttavia ritenuta obsoleta perché non più «compatibile con il quadro di riferimento» si legge in un documento riservato di palazzo Altieri. Dito puntato contro la crisi finanziaria e la recessione che hanno «repentinamente» modificato le carte in tavola.Ma cambiare le regole non basta e allora la prima mossa dei big del credito è mandare a casa un bel po’ di colletti bianchi: lo strumento individuato è il fondo esuberi (prepensionamenti), finora attivato solo su base volontaria. Adesso, invece, i vertici degli istituti pensano a un meccanismo «obbligatorio».Su questi aspetti i banchieri hanno già dato ampio mandato al presidente Abi, Giuseppe Mussari, e a Francesco Micheli (IntesaSanpaolo), responsabile della task force incaricata di dialogare con le sigle del settore. E porta proprio la firma di Micheli l’ultima proposta shock che a stretto giro sarà messa sul tavolo delle trattative: trasformare gli addetti che operano nelle oltre 35mila agenzie sparse sul territorio nazionale in veri e propri agenti commerciali, introducendo, nel recinto bancario, una figura nota in altri settori come le assicurazioni. Un nuovo contratto di lavoro specifico per venditori che preveda uno stipendio con una quota fissa e una quota variabile, legata cioè alla quantità di prodotti (conti correnti, prestiti e investimenti) “piazzati” allo sportello”. http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/bancari-a-cottimo-i-manager-degli-istituti-vogliono-stracciare-il-contratto-di-lavoro-e-47026.htm
Novembre 22nd, 2012 — Note redazionali
Sig. Presidente del Consiglio e p.c al Procuratore Generale della Toscana Beniamino Deidda,
i sottoscritti firmatari della presente sono ad evidenziare la superficialità e l’inadeguatezza del sig. Ministro Francesco Profumo in merito al grave problema che mortifica un’ex prestigiosa università come quella di Siena. Ci dispiace utilizzare il termine ex ma purtroppo il grave problema hafatto sì che sia ridotta in queste condizioni. Il grave problema consiste nella cricca degli abusivi, condannati dalla Corte dei Conti, dissestatori e indagati e da un gruppo ristretto di docenti dediti alla mortificazione continua del luogo del sapere che dovrebbe essere l’università. Voi al governo vi riempite la bocca di trasparenza, tagli dei costi, ma i sacrifici ricadono sempre sui cittadini che lavorano mentre i soliti frequentatori di cricche e baronie vivono di privilegi e in alcuni casi di privilegi fuori legge. Mario Monti nella visita senese invitato all’iniziativa a porte chiuse organizzata dal pensionato d’oro Giuliano Amato e forse mal consigliato da questo ultimo ha elogiato l’abusivo Criccaboni con la famosa frase “faro della cultura europea”. Ci scusi Mario Monti, ma lei dei 200 milioni di dissesto creato dall’orda di barbari che ha demolito l’ateneo non sa niente? Delle elezioni irregolari e dell’udienza del 14 dicembre non sa niente? Del ruolo ai tempi del dissesto di Criccaboni non è stato informato? Della lettera piena di abuso d’ufficio firmata congiuntamente da Criccaboni e Fabbro non sa niente? Dello stipendio con 30 mila euro in eccesso del direttore amministrativo non sa niente? Ma una visita al MIUR il sig. Mario Monti quando pensa di farla? Perchè Mario Monti non chiede ai funzionari del MIUR di tirare fuori dai cassetti la nota con la nomina sub-judice di Criccaboni? Del fatto che Criccaboni non ha un piano di risanamento, ma solo estemporanee uscite che i fatti demoliscono il giorno dopo? Dei libri non autorizzati pagati con i soldi dell’ateneo in onore di Luigi Berlinguer? E delle telefonate tra Criccaboni e l’ex funzionario del MIUR?(per rinfrescare la memoria http://shamael.noblogs.org/?p=6262)
Vede sig. Monti, l’università di Siena è anche popolata da bravi e preparati docenti e ricercatori, da eccellenze e virtuosi, ma la cricca dei dissestatori e dei politicanti mortifica tutto e tutti. E chi dovere traccheggia e non ferma questa cricca e le varie illegalità.
Noi non siamo simpatizzanti suoi e del suo governo, ma almeno la decenza istituzionale e le leggi cercate di farle rispettare dentro gli enti pubblici. E i fari accendeteli sulla cricca.
Cesare Mori
Maestro Uriel
Maestro James
Paco Pachese
Novembre 22nd, 2012 — Note redazionali
Novembre 21st, 2012 — Note redazionali
Noi lo stiamo scrivendo da mesi che al MIUR il ministero oggi guidato da Francesco Profumo una cricca incallita ha messo le radici da anni. Da Luigi Berlinguer in poi questo ministero è diventata la sede di distruzione dell’etica e dell’istruzione pubblica. Ricordiamo infatti le famose conversazioni tra il Criccaboni e l’ex direttore del MIUR Tomasi (in qualsiasi altro paese europeo questi due erano già in galera) http://shamael.noblogs.org/?p=6262.
Prima di Profumo al MIUR c’era quella scienziata della Gelmini che aveva nominato Luigi Berlinguer responsabile dell’approfondimento musicale del MIUR e successivamente il noto musicologo vide bene di telefonare alla scienziata per far nominare Criccaboni rettore. La scienziata ha nominato Criccaboni e per tutelarsi l’ha nominato sub-judice.Praticamente il ministro Profumo sta omettendo di annullare la nomina del Criccaboni. Ma tanto al MIUR fanno un po’ come cazzo gli pare.Inoltre in questi giorni in tutta Italia,giustamente, in molti stanno contestando a Profumo di essere l’artefice della distruzione dell’istruzione pubblica. Per non parlare del caos del famoso concorsono.
Leggetevi questo articolo ripreso dal sito del Corriere della Sera del 19 novembre.
“Più che pillole del sapere rischiano di diventare le pillole della vergogna e ancora prima di essere divulgate nella scuola.
Dopo la trasmissione di Report andata in onda domenica dal titolo “La banca degli amici” la Ragioneria di Stato, su richiesta del Ministro Profumo, ha inviato i propri ispettori al Miur che in queste ore stanno acquisendo documentazione.
Anche il presidente della Commissione Cultura della Camera Manuela Ghizzoni ha convocato d’urgenza il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo per un’audizione su quanto emerso nella puntata; il Ministro invece ha avviato un’ispezione interna per fare chiarezza sull’acquisto delle “Pillole del sapere” da parte dell’Ansas, l’agenzia ministeriale che si occupa di autonomia scolastica, e sul finanziamento di oltre 5 milioni di euro nell’ambito del progetto Smart Cities.
I più indignati sono però insegnanti e studenti. L’associazione Udu ha annunciato di essere pronta ad avviare una class action contro il ministero dell’Istruzione su come vengono impiegati i fondi ministeriali. E sul piede di guerra sono anche i maestri elementari che dopo la puntata di Report hanno inondato di fax e di e mail il ministero dell’Istruzione e l’Ansas.
Chiedono perché, mentre le scuole non hanno la carta igienica, gli insegnanti vengono tirati per il collo e si preparano tagli per centinaia di milioni per i prossimi anni, il Ministero decide di spendere 730 mila euro per le Pillole del sapere e per format prodotti da Interattiva Media, la società di Ilaria Sbressa, moglie di Andrea Ambrogetti, il responsabile relazioni istituzionali di Mediaset e presidente di Dgtvi, l’associazione per il digitale terrestre.
Lo spirito del progetto sarebbe quello di “divulgare la cultura anche a finalità didattiche e formative nonché di comunicazione generale”, come ci ha specificato la stessa signora Ilaria Sbressa in una diffida che ci ha inviato un paio di giorni prima della messa in onda.
Nell’agosto del 2011, Interattiva Media era riuscita a far entrare il suo format sul mercato elettronico della Consip, vale a dire lo spazio virtuale su cui la Pubblica Amministrazione può acquistare qualsiasi tipo di prodotto, evitando così di dover imbastire gare di appalto. Ed è proprio dalla Consip che comincia la storia delle Pillole del sapere. Ma cosa ha portato gli esperti del ministero a scegliere i prodotti da Ilaria Sbressa? Tutto parte da questa pillola sul Portogallo. Gli esperti del Miur e gli esperti di Consip, che hanno accettato il format, ne devono essere rimasti folgorati.
Il video sul Portogallo è la “madre” delle “Pillole del Sapere”.
Sei mesi dopo, nel febbraio del 2012, una commissione congiunta Miur-Ansas, presieduta dal Capo dipartimento del Ministero Giovanni Biondi, decide di spendere i soldi stanziati dal ministero dell’Istruzione per acquistare 12 pillole e 7 format audiovisivi. Il costo singolo per ogni pillola, un filmato di 3 minuti realizzati in grafica, è di 39 mila euro, tanto è stata pagata questa sul semaforo.”
P.S. Ci sarebbe quella lettera piena di abuso d’ufficio firmata congiunamente da Criccaboni e Fabbro per favorire il socio di Astrea e docente dell’università Lorenzo Frediani. E poi ci sarebbe il compenso del contratto di Ines Fabbro.
Novembre 20th, 2012 — Note redazionali
L’evento della settimana è sicuramente la conclusione della campagna per le primarie di Matteo Renzi a Siena: sabato 24 novembre. E negli ultimi giorni il cavallo di battaglia del sindaco di Firenze è stata proprio la critica dura nei confronti della gestione politica di MPS ai tempi di Mussari presidente e di Ceccuzzi alla guida del partito.Sabato, Renzi, confermerà questa critica e a supportarlo nell’iniziativa senese ci saranno i referenti locali dei comitati pro-Renzi: da Simone Vigni a Roberto Bozzi. Senza dimenticare il sindaco di Monteriggioni Bruno Valentini.
Ma ieri Simone Vigni e Roberto Bozzi (di recente condannato dalla Corte dei Conti) erano a supportare la candidatura alla primarie di Franco Ceccuzzi. Bruno Valentini non c’era; lui mantiene un profilo coerente e non gioca su più tavoli. “Se sostieni e mi chiedi di votare Renzi che ha dato un giudizio negativo sulla gestione Mussari-Ceccuzzi, non puoi pretendere il mio sostegno alla candidatura di Ceccuzzi alle primarie”. Ma di questo parleremo lunedi prossimo. Stimolante e asciutto nell’analisi, a tal proposito, è l’editoriale di Michele Taddei che merita un’attenta lettura http://www.agenziaimpress.it/news/politica/democratici-contro-a-siena-arriva-renzi-il-guastatore-e-ceccuzzi-diventa-il-candidato-solo-del-centrosinistra_11111.html. Perchè Ceccuzzi insiste così tanto per la candidatura? I motivi sono due. Il primo: ricostituire il nucleo di potere per preservare il suo ruolo in accordo costante con Mussari; il secondo: se non ritorna a fare il sindaco finisce la sua attività politica. E se aveva a cuore i problemi della città non solo si sarebbe comportato diversamente negli ultimi 15 anni ma oggi, soprattutto, avrebbe potuto evitare di innescare un clima di scontro dentro la città ripresentandosi come se nulla fosse successo. Ad assecondarlo in questa disavventura chi c’era ieri?Il popolo ad acclamarlo? No! All’interno di quella sala 367 persone all’incirca; un numero composto dal gruppo dirigente del partito provinciale, sindaci (in testa quel Masi di Sovicille) e amministratori della provincia; poi sono sfilati i poltronati di sempre (la crisi è della città e non delle poltrone che ricoprono) da Luca Bonechi (presidente della Sansedoni Spa), Massimo Guasconi (presidente camera di commercio), Alessandro Piazzi (mega poltronato e membro dell’indebitata fondazione MPS), Enrico Toti (speranzoso di ritornare ai vertici del Santa Maria della Scala) e il gruppetto dei fedelissimi di Luigi Berlinguer e PieroTosi. Praticamente tutti quelli che hanno partecipato attivamente alla crisi della città. Immancabile all’iniziativa l’economista Giulio “Guido” Carli (nella foto tutto sorridente insieme ad Alessandro Piazzi-foto archivio Cittadinoonline). Un gruppo dirigente consumato dalla megalomania e che negli anni ha consumato un patrimonio di miliardi di euro. Quel patrimonio che rendeva forte e autorevole Siena. E oggi? Quel passato pretende di occupare anche il futuro. Ceccuzzi non è un’alternativa. Ma nel PD e tra gli alleati senesi del Ceccuzzi non ci sono altri nomi in campo; queste primarie sono state confezionate per evitare la competizione. Tutto deciso a tavolino. Mauro Marzucchi di Siena Futura non ha intenzione di buttarsi alle primarie; anzi l’ex assessore al bilancio sta lavorando per uscire dalle secche della politica senese cercando una candidatura sicura per il parlamento tra le fila del movimento di Montezemolo. Dentro i sellati la situazione è più complessa; una fronda interna guidata da un certo Francesconi punta a far fuori il mitico Cannamela e sicuramente SEL non presenterà candidati alle primarie. I riformisti o PS non pervenuti: loro sono già schierati con Ceccuzzi.Ha ragione Michele Taddei: “Un ricandidato che dopo lo slogan “Siena Meravigliosa 2.0” del 2011 ci riprova adesso con “Avanti, Siena“. Forse troppo avanti da essere rimasto solo. Ma per il momento anche l’unico”.
Ma fuori dalle secche del PD e dei suoi alleati cosa succede? Movimenti ce ne sono e in città la richiesta di superare la crisi con nuove proposte è diffusa. Però ancora niente di concreto che assomigli all’alternativa necessaria. Ad oggi osservando la politica senese a 360 gradi nulla di concreto è ancora emerso. Si lascia la città senza guida e senza speranza? Forse qualcosa potrebbe succedere e forse figure “normali” capaci di aprire quella rinascita senese per superare la crisi (che molti ancora non hanno percepito come realmente drammatica) potrebbero decidere di spendersi solo ed esclusivamente per la città. Una svolta non rinviabile. E il riferimento è sulla candidatura a sindaco; e non sotto la bandiera di un partito.
Novembre 19th, 2012 — Note redazionali
Ho deciso, rompo gli argini dell’indecisione e mi candido alle primarie del centrosinistra senese e sfido Ceccuzzi. Ci metto la faccia di riserva; la faccia giusta e anch’io porterò avanti la tesi (con la faccia giusta) che non è successo nulla. La colpa è dell’anticiclone delle Azzorre e della crisi mondiale. La colpa è dell’opposizione e della stampa libera. Antoneveneta? Tutta colpa dell’interprete spagnolo. Università di Siena? Non esistono reati, solo ipotesi e manovre occulte dei panamensi contro Riccaboni. Io e Franco saremo in competizione con le nostre facce, ma con la stessa tesi: non è successo nulla, la città non è in crisi.
Alle primarie per il sindaco di Siena VOTA ESTER CICALA!! Bello meraviglioso lato B.0. Una faccia per tutte le stagioni.
Da venerdì saranno allestite le postazioni mobili per raccogliere le firme per ESTER CICALA SINDACO.
Novembre 19th, 2012 — Note redazionali
Un riassuntino delle puntate precedenti compresa la famosa cena del 2006 a Salerno alla presenza di Franco Ceccuzzi e Giuseppe Mussari insieme a quelli del crac. E i finanziamenti delle banche, MPS compresa http://shamael.noblogs.org/?p=6383; http://shamael.noblogs.org/?p=6367
Aggiornamento alla data del 16 novembre 2012.
In data 16 novembre 2012 si è svolta davanti al GUP Franco Attilio Orio del Tribunale di Salerno la prima parte dell’udienza premilinare per il crac dell’ex pastificio Amato.All’udienza si sono costituite parte civile le curatele del “Pastificio Amato Spa” e di “Amato Re” (come dovrebbero fare anche gli enti pubblici e la banca MPS nei futuri processi al tribunale di Siena).
Il Pm Vincenzo Senatore presente in aula ha chiesto il processo per tutti gli imputati. Gli avvocati della difesa hanno chiesto il rito alternativo. Il PM si è dichiarato favorevole alle richieste di patteggiamento per Giuseppe Amato junior (tre anni e sei mesi la proposta di patteggiamento), per Mario Del Mese (due anni e dieci mesi),per Antonio Amato (tre anni) per Antonio Amato junior (un anno e undici mesi). Mentre il PM si è opposto alle proposte di patteggiamento proposte per Simone Labonia e Antonio Anastasio. L’ex collega di Ceccuzzi in parlamento, Paolo Del Mese (sempre agli arresti domiciliari) non era presente in aula e ancora non abbiamo novità sul suo futuro giudiziario. Gli altri imputati si sono opposti al rinvio a giudizio e hanno optato per il rito ordinario. In totale, per ora, gli imputati per il crac sono 33.
La prossima udienza è stata fissata per il 23 novembre 2012. Al Tribunale di Salerno PM e giudici lavorano e anche alla svelta.
Novembre 19th, 2012 — Note redazionali
Prima di raccontarvi il resoconto di una mail che una nostra lettrice aveva inviato (e noi sbadatamente non l’avevamo letta fino a ieri sera) agli Uffici di Cesare Mori, riportiamo la descrizione del reato di abuso d’ufficio previsto dalla legislazione italiana.
Reato di abuso d’ufficio: “Si ha il reato di abuso d’ufficio quando un pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio, nell’esercizio delle sue funzioni produce un danno o un vantaggio patrimoniale che è in contrasto con le norme di legge o di regolamento. Il bene giuridico tutelato è il buon andamento e l’imparzialità della Pubblica amministrazione, oltre alla trasparenza dell’azione amministrativa”. Per la cronaca un rettore e un direttore amministrativo di un’università nell’esercizio dei loro uffici sono due pubblici ufficiali.
Detto questo passiamo alla mail.
Ci scrive la lettrice: “Ho seguito sul vostro blog la storia di quella società Astrea, e se non erro il docente di economia dell’università Frediani Lorenzo è un socio. Poi ho letto quelle intercettazioni pubblicate dal prof. Grasso sul senso della misura e finalmente tutto è risultato più chiaro”.
Per la cronaca ecco i link ai quali si riferisce la lettrice: http://ilsensodellamisura.com/2011/12/31/quando-lo-sciacallaggio-parte-dai-vertici/ ; http://shamael.noblogs.org/?p=6037 ; http://shamael.noblogs.org/?p=5958
Riprendiamo il testo della mail della lettrice.
“Alcuni giorni antecedenti la data del bando per la vendita del Palazzo Bandini Piccolomini http://shamael.noblogs.org/?p=5958 di proprietà dell’università di Siena,di ritorno da Via T.Pendola in direzione Costarella, ho incrociato,ed esattamente all’ingresso del bar di Via di Città subito dopo la l’ufficio postale,ma sul lato opposto della posta, 4 persone. Ho riconosciuto solo tre dei quattro soggetti: due responsabili dell’ufficio tecnico dell’università di Siena e il mio ex (ex di facoltà non mio di corso) docente di economia Lorenzo Frediani. I tre erano impegnati con la lettura di documenti dell’ufficio tecnico e non ho ben capito se uscivano da una riunione o se ci stavano andando. Mi ha colpito la padronanza del docente Lorenzo Frediani con i due dell’ufficio tecnico e con le competenze spettenti al medesimo ufficio tecnico. Questo Frediani in che veste era la bar e in compagnia dei due dell’ufficio tecnico: in veste di bevitore di caffè corretto con il criccalatte, in veste di socio di Astrea o in veste di docente di economia? A volte capita che certi soci e certi docenti nel passato hanno fatto fare investimenti anche a venditori di capi d’abbigliamento e chissenefrega se alla fine l’investimento è andato male”.
Senti senti il docente Lorenzo Frediani e questi due dell’ufficio tecnico (la lettrice ci ha scritto anche il nome dei due ma per ora non li scriviamo). Noi non ci occupiamo di abbigliamento, ma questo ennesimo episodio conferma il ruolo di cricca tra Riccaboni, Fabbro e Lorenzo Frediani. E basta rileggersi i link sopra riportati. Poi uno si chiede come hanno fatto a dissestare una ex prestigiosa università? Anche attraverso questi intrallazzi.
P.S. Per evitare perdite di tempo, i tre soggetti identificati, possono tranquillamente fare a meno di smentire o far finta di niente. La storia è stata confermata e verificata dagli Uffici di Cesare Mori.
Novembre 18th, 2012 — Note redazionali
Ma se Criccaboni perdesse meno tempo a rettificare l’irrettificabile, ci chiediamo, l’ateneo non ne trarrebbe giovamento? Sicuramente sì, ci rispondiamo. Sempre meno che se si levasse da tre passi dai coglioni, lui e la maestrina condannata dalla Corte dei conti, ma un po’ di giovamento ne trarrebbe. Ora diteci voi se è possibile blaterare in questo modo: http://ilsensodellamisura.com/2012/11/14/luniversite-de-sienne-cest-moi/. Troppe sarebbe da dirne, ma qualche notazione si può fare. In primo luogo non c’è alcun bisogno che lui sia indagato a proposito delle elezioni. Il problema è che se le elezioni sono irregolari, e lo sono come dimostra il rinvio a giudizio della commissione, allora lui è abusivo perché occupa una posizione che non è legittimato a occupare (il procedimento è invalido). In secondo luogo: ma chi se ne frega se è socio o non socio! Il punto è che esiste un regolamento per gli incarichi retribuiti e l’esposto, anzi gli esposti, chiedono molto semplicemente se esistono le autorizzazioni o meno per riscuotere incarichi esterni e se tali richieste sono passate in cda come da regolamento. Tutto qua. Quanto alle pagelle noi non sappiamo se le ha fatte o non le ha fatte. Sappiamo solo che è dovere del nucleo di valutazione e fra gli obbiettivi del Cresco anche il preoccuparsi della gestione del personale, dirigente o meno. Quindi se lo ha fatto doveva farlo, se non lo ha fatto – come afferma – ha omesso di fare il proprio dovere. Ma perché non sta un po’ zittino? Almeno il suo padrone Tosi non si abbassava a replicare a qualsiasi cosa. Questo è sempre a leggere i giornali e a inviare repliche (Cricca si chiamano repliche, quanto ti ci vuole a impararlo? Le rettifiche si fanno dei pistoni del motore, ai giornali si inviano le repliche). Ma si occupasse di sparare meno cazzate tipo quella: “l’ateneo è uscito dalla fase acuta” e poi dopo andare col cappello in mano dal ministro perché regolarmente rischia di non chiudere l’anno, economista dei miei coglioni …
P.S. Cricca stiamo ancora aspettando di leggere quella famosa convenzione sulla due diligence. Ce la fai leggere te oppure dobbiamo andare a cercarla in banca? Così, per saperlo …