Noi lo stiamo scrivendo da mesi che al MIUR il ministero oggi guidato da Francesco Profumo una cricca incallita ha messo le radici da anni. Da Luigi Berlinguer in poi questo ministero è diventata la sede di distruzione dell’etica e dell’istruzione pubblica. Ricordiamo infatti le famose conversazioni tra il Criccaboni e l’ex direttore del MIUR Tomasi (in qualsiasi altro paese europeo questi due erano già in galera) http://shamael.noblogs.org/?p=6262.
Prima di Profumo al MIUR c’era quella scienziata della Gelmini che aveva nominato Luigi Berlinguer responsabile dell’approfondimento musicale del MIUR e successivamente il noto musicologo vide bene di telefonare alla scienziata per far nominare Criccaboni rettore. La scienziata ha nominato Criccaboni e per tutelarsi l’ha nominato sub-judice.Praticamente il ministro Profumo sta omettendo di annullare la nomina del Criccaboni. Ma tanto al MIUR fanno un po’ come cazzo gli pare.Inoltre in questi giorni in tutta Italia,giustamente, in molti stanno contestando a Profumo di essere l’artefice della distruzione dell’istruzione pubblica. Per non parlare del caos del famoso concorsono.
Leggetevi questo articolo ripreso dal sito del Corriere della Sera del 19 novembre.
“Più che pillole del sapere rischiano di diventare le pillole della vergogna e ancora prima di essere divulgate nella scuola.
Dopo la trasmissione di Report andata in onda domenica dal titolo “La banca degli amici” la Ragioneria di Stato, su richiesta del Ministro Profumo, ha inviato i propri ispettori al Miur che in queste ore stanno acquisendo documentazione.
Anche il presidente della Commissione Cultura della Camera Manuela Ghizzoni ha convocato d’urgenza il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo per un’audizione su quanto emerso nella puntata; il Ministro invece ha avviato un’ispezione interna per fare chiarezza sull’acquisto delle “Pillole del sapere” da parte dell’Ansas, l’agenzia ministeriale che si occupa di autonomia scolastica, e sul finanziamento di oltre 5 milioni di euro nell’ambito del progetto Smart Cities.
I più indignati sono però insegnanti e studenti. L’associazione Udu ha annunciato di essere pronta ad avviare una class action contro il ministero dell’Istruzione su come vengono impiegati i fondi ministeriali. E sul piede di guerra sono anche i maestri elementari che dopo la puntata di Report hanno inondato di fax e di e mail il ministero dell’Istruzione e l’Ansas.
Chiedono perché, mentre le scuole non hanno la carta igienica, gli insegnanti vengono tirati per il collo e si preparano tagli per centinaia di milioni per i prossimi anni, il Ministero decide di spendere 730 mila euro per le Pillole del sapere e per format prodotti da Interattiva Media, la società di Ilaria Sbressa, moglie di Andrea Ambrogetti, il responsabile relazioni istituzionali di Mediaset e presidente di Dgtvi, l’associazione per il digitale terrestre.
Lo spirito del progetto sarebbe quello di “divulgare la cultura anche a finalità didattiche e formative nonché di comunicazione generale”, come ci ha specificato la stessa signora Ilaria Sbressa in una diffida che ci ha inviato un paio di giorni prima della messa in onda.
Nell’agosto del 2011, Interattiva Media era riuscita a far entrare il suo format sul mercato elettronico della Consip, vale a dire lo spazio virtuale su cui la Pubblica Amministrazione può acquistare qualsiasi tipo di prodotto, evitando così di dover imbastire gare di appalto. Ed è proprio dalla Consip che comincia la storia delle Pillole del sapere. Ma cosa ha portato gli esperti del ministero a scegliere i prodotti da Ilaria Sbressa? Tutto parte da questa pillola sul Portogallo. Gli esperti del Miur e gli esperti di Consip, che hanno accettato il format, ne devono essere rimasti folgorati.
Il video sul Portogallo è la “madre” delle “Pillole del Sapere”.
Sei mesi dopo, nel febbraio del 2012, una commissione congiunta Miur-Ansas, presieduta dal Capo dipartimento del Ministero Giovanni Biondi, decide di spendere i soldi stanziati dal ministero dell’Istruzione per acquistare 12 pillole e 7 format audiovisivi. Il costo singolo per ogni pillola, un filmato di 3 minuti realizzati in grafica, è di 39 mila euro, tanto è stata pagata questa sul semaforo.”
P.S. Ci sarebbe quella lettera piena di abuso d’ufficio firmata congiunamente da Criccaboni e Fabbro per favorire il socio di Astrea e docente dell’università Lorenzo Frediani. E poi ci sarebbe il compenso del contratto di Ines Fabbro.