“Parte del conto corrente con uno scoperto di mezzo milione che Anastasio riuscì ad aprire all’Mps “grazie ai rapporti tra Del Mese e Mussari” fu utilizzato per firmare assegni a Paolo: duecentomila euro intestati alla S.F.E.”

Il virgolettato del titolo e dei contenuti di questo nostro articolo sono estrapolati dall’articolo pubblicato dal Corriere della Sera-Cronaca di Salerno http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/salerno/notizie/cronaca/2012/13-novembre-2012/crac-amato-spese-folli-consigliere-montecarlo-2112677577858.shtml

Prima di citare l’articolo ricordiamo la famosa cena a Salerno tra quelli del crac del pastificio Amato finiti agli arresti domiciliari e l’allora deputato dei DS Franco Ceccuzzi (quello che continua a presentarsi come il nuovo..) e l’allora presidente MPS Giuseppe Mussari. I rapporti tra Ceccuzzi e Del Mese sono arcinoti,cosi come l’ìinterrogatorio di Del Mese quando afferma di aver inserito nella società Consumit del gruppo MPS il suo amico Anastasio. E poi ci sono gli incarichi nel gruppo MPS dell’altro amico di Del Mese finito agli arresti domiciliari, Simone Labonia  http://shamael.noblogs.org/?p=6367.

Con che faccia il Ceccuzzi ha deciso di presentarsi alle primarie del PD per tentare la corsa a sindaco di Siena forse lo sa l’altra faccia tosta che lo sostiene, quel Maurizio Boldrini ben noto nelle vicende disastrose dell’università. Nel PD e nei partiti alleati di questa vicenda del pastificio Amato continuano a far finta di non conoscerla. Avanti con le primarie.

Di seguito il testo dell’articolo della giornalista Angela CappettadelCorrieredelmezzogiorno.corriere.it

“Secondo le indagini alcuni protagonisti avevano in comune la passione per il casinò, frequentato da Paolo Del Mese e Antonio Anastasio, che vi perse un milione”

“I vizi in una inchiesta inevitabilmente escono fuori. Soprattutto se gli indagati sono accusati di bancarotta fraudolenta – perché avrebbero preso denaro da una società già in crisi economica – e se i vizi hanno a che fare con i soldi. Tanti soldi. Nelle indagini sul crac Amato, alcuni protagonisti, prima di essere messi ai domiciliari, avevano una passione in comune. Che non era solo la politica, come per l’ex parlamentare Udeur Paolo Del Mese e il consigliere provinciale sospeso Antonio Anastasio, approdato al Pdl-Principe Arechi dopo un trascorso nel partito del campanile. Ma anche il casinò, quello di Montecarlo in particolare, frequentato da Anastasio e da Del Mese. Anche se il primo lo ammette e il secondo smentisce. Per il costruttore di Pontecagnano, accusato con la sua ditta Cmd di aver gonfiato fatture per Amato spa, ci sono le carte della Société Financière et Encaissement a parlare. La S.F.E. è la società che gestisce il casinò di Montecarlo e che fa una rendicontazione dei movimenti di denaro fatti da Antonio Anastasio. Nel 2005 l’imprenditore prestato alla politica ha acquistato con assegni e carte di credito piastre e gettoni per un milione e quattromila euro.L’anno successivo la spesa è aumentata a un milione e 651mila euro. Ma la fortuna non deve averlo assistito molto dal momento che Le Casino de Montecarlo attesta che Anastasio nel bienno 2005-2006 ha perso un milione e 121mila euro. Milioni di euro persi al tavolo verde che Antonio Anastasio non ha mai negato. Come invece sta facendo da tempo Paolo Del Mese. L’ex democristiano, amico di banchieri e sindaci, dice che lui al casinò non c’è mai stato. Anastasio però lo smentisce e, per giustificare il flusso di denaro entrato e uscito dalle proprie mani, non sembra aver remore nel dire che, oltre ad aver pagato la campagna elettorale alle Regionali del 2005, avrebbe prestato a Del Mese anche migliaia di euro per permettergli di rientrare in un fido che l’ex vicesegretario nazionale dell’Udeur aveva aperto proprio al casinò di Montecarlo. Parte del conto corrente con uno scoperto di mezzo milione che Anastasio riuscì ad aprire all’Mps “grazie ai rapporti tra Del Mese e Mussari” fu utilizzato per firmare assegni a Paolo: duecentomila euro intestati alla S.F.E. Ma Del Mese senior continua a negare di aver mai buttato un euro in gettoni e piastre al casinò del Principato di Monaco. E di fronte all’assegno citato e mostrato da Anastasio, il politico della prima Repubblica trova la giustificazione. Ammette di aver pagato un debito di 150 mila euro al casinò ma quel debito lo aveva contratto suo nipote Mario: così dice a pm e finanzieri nell’interrogatorio dello scorso luglio. E Mario a questo punto che dice? Nulla, se non raccontare nei dettagli i vizi della famiglia Amato: convegni organizzati all’hotel Quisisana a Capri, il festival del cinema di Roma e sponsorizzazioni alla Telethon, nonché auto, alberghi e viaggi di lusso. Peppino però al casinò di Montecarlo ci è andato una volta sola, con suo padre, quando aveva dieci anni a vedere il Gran Premio di Formula Uno. E anche le parole, come i soldi, finiscono in un circolo, naturalmente vizioso, dove è facile perderne le tracce.”

1 comment so far ↓

#1 Bastardo Senza Gloria on 11.15.12 at 01:27

In un contesto così “americanizzato” nel quale si vogliono far svolgere le primarie del pd a livello nazionale con spettacolari incontri pubblici e sfide a colpi di chiacchiere tipo x factor chissà se anche a livello locale avremo in proporzione lo stesso spettacolo, con l’aggiunta magari che ogni candidato si metta a nudo in ogni suo meandro come avviene per l’appunto negli states. Avremo quindi l’occasione di sapere se tutti i candidati hanno la possibilità in base alla carta etica del pd di portare avanti la candidatura e da quanta gente saranno appoggiati. Vedremo.