Rettifica, rettifica … Ma che rettifichi? L’ennesima arrampicata sugli specchi (e sicuramente non è l’ultima) del rettore più abusivo dell’universo

Ma se Criccaboni perdesse meno tempo a rettificare l’irrettificabile, ci chiediamo, l’ateneo non ne trarrebbe giovamento? Sicuramente sì, ci rispondiamo. Sempre meno che se si levasse da tre passi dai coglioni, lui e la maestrina condannata dalla Corte dei conti, ma un po’ di giovamento ne trarrebbe. Ora diteci voi se è possibile blaterare in questo modo: http://ilsensodellamisura.com/2012/11/14/luniversite-de-sienne-cest-moi/. Troppe sarebbe da dirne, ma qualche notazione si può fare. In primo luogo non c’è alcun bisogno che lui sia indagato a proposito delle elezioni. Il problema è che se le elezioni sono irregolari, e lo sono come dimostra il rinvio a giudizio della commissione, allora lui è abusivo perché occupa una posizione che non è legittimato a occupare (il procedimento è invalido). In secondo luogo: ma chi se ne frega se è socio o non socio! Il punto è che esiste un regolamento per gli incarichi retribuiti e l’esposto, anzi gli esposti, chiedono molto semplicemente se esistono le autorizzazioni o meno per riscuotere incarichi esterni e se tali richieste sono passate in cda come da regolamento. Tutto qua. Quanto alle pagelle noi non sappiamo se le ha fatte o non le ha fatte. Sappiamo solo che è dovere del nucleo di valutazione e fra gli obbiettivi del Cresco anche il preoccuparsi della gestione del personale, dirigente o meno. Quindi se lo ha fatto doveva farlo, se non lo ha fatto – come afferma – ha omesso di fare il proprio dovere. Ma perché non sta un po’ zittino? Almeno il suo padrone Tosi non si abbassava a replicare a qualsiasi cosa. Questo è sempre a leggere i giornali e a inviare repliche (Cricca si chiamano repliche, quanto ti ci vuole a impararlo? Le rettifiche si fanno dei pistoni del motore, ai giornali si inviano le repliche). Ma si occupasse di sparare meno cazzate tipo quella: “l’ateneo è uscito dalla fase acuta” e poi dopo andare col cappello in mano dal ministro perché regolarmente rischia di non chiudere l’anno, economista dei miei coglioni …

P.S. Cricca stiamo ancora aspettando di leggere quella famosa convenzione sulla due diligence. Ce la fai leggere te oppure dobbiamo andare a cercarla in banca? Così, per saperlo …

2 comments ↓

#1 kutuzov on 11.19.12 at 10:34

“l’ateneo è uscito dalla fase acuta”

…… non si lamentano le vittime. Domani scadono le domande per le idoneità. Come al solito hanno fatto un troiaio all’italiana, a cominciare dalla vexata quaestio delle riviste di fascia A e del calcolo astruso delle mediane, servendoci dunque, alla fine, la immancabile incertezza intorno ai criteri di valutazione che caratterizza tutte le faccende universitarie; ma sta di fatto che da esse scaturiranno decine di migliaia di idonei. Il sistema italiano ne potrà in futuro assorbire giusto qualcuno. Il sistema senese, una quota infinitesima, e all’interno del sistema senese, in moltissimi settori, semplicemente punti: che vuol dire dunque che siamo “fuori dal tunnel”? Qualcuno ha capito in che direzione va l’università di Siena, che non mi pare solo un corpo smagrito bisognoso di un po’ di vitamine, ma un grande invalido soggetto a continue amputazioni? Quanti docenti usciranno di ruolo nei prossimi anni, a fronte dei quattro o cinque che (forse) entreranno? Come fa ad entrare un “giovane” in un corso di laurea che nel frattempo è stato soppresso perché sono andati tutti in pensione? La sensazione fastidiosa è che quando si parla di “università”, in realtà si parli di due o tre corsi di laurea. Il resto, in malora.

#2 Fidelio on 11.19.12 at 17:27

Kutuzov ha pienamente ragione.
L’università pubblica italiana è finita. L’università di Siena lo è ancora di più, per i motivi che ben si sanno, e che si aggiungono a qualli di ordine generale. Criccaboni è semplicamente indecoroso. Esiste un senso dell’etica individuale, al di là dell’ambito del diritto penale (che pure deve continuare a valere), che gli consiglia caldamente di levarsi ORA dai coglioni.