Ispirati dal Montesquieu di Pontedera parliamo di partiti, di classifiche e di prospettive per Siena. Con uno sguardo sull’affaire Antonveneta e sulla situazione di crisi dell’università

Ci scusiamo per la lunghezza dell’articolo ma lasciare i discorsi a metà potrebbero confondere la lettura.Partiamo dalla tanto sbandierata e strumentalizzata classifica del Sole 24 Ore. Le classifiche lascianp il tempo che trovano;quello che conta sono i dati reali e la situazione economica. Che Siena è una città migliore per la vivibilità è un dato indubbio: questo è il risultato di secoli e di buongoverno durato fino all’avvento politico diCeccuzzi e Mussari e fino al dominio politico di Luigi Berlinguer sul partito senese e sulle istituzioni. Non ha poi detto niente di sconvolgente il giovane Renzi: i disastri senesi iniziano e aumentano sotto la gestione politica di Ceccuzzi e sotto la gestione della banca di Mussari. E qui non servono le classifiche, ci sono i fatti e i numeri drammatici del patrimonio disperso,anche all’estero. Se poi il fumo negli occhi di una classifica utilizzata per mera propaganda suscita interesse è un altro paio di maniche.Anche Criccaboni mesi fa si gongolava con le classifiche ma la realtà della gestione e della situazione dell’università è sempre drammatica; e senza il congelamento del pagamento dei mututi l’università si troverà con la crisi di liquidità. Ma la classifica assegnava un buon posto. Peccato che la gente vive con la tangibilità della liquidità e e che le istituzioni funzionano con la certezza patrimoniale. Qualcosa non funziona piu’ e quel qualcosa non funziona per colpa di una classe dirigente fallimentare e per colpa di precise operazioni che hanno dissipato il patrimonio della comunità senese,generando una crisi in tutta l’economia del territorio. Si puo’ uscire e superare la crisi? Certo che si puo’ e si deve uscire ma per ripartire occore piena luce sui disastri commessi e avere l’esatto importo del danno patrimoniale e ovviamente chi ha determinato questo scempio storico nei confronti dei senesi non merita nessun ruolo futuro. E i due principali autori dei disastri si chiamano Franco Ceccuzzi e Giuseppe Mussari. Con l’operazione Antonveneta voluta da Mussari e sostenuta attivamente da Ceccuzzi(“Antonveneta anima gemella di MPS”) la banca è crollata sul piano patrimoniale e di riflesso la fondazione è rimasta senza utili da distribuire sul territorio. E di colpo tutto il meccanismo economico che reggeva il sistema senese si è bloccato e la crisi ha preso lo spazio che prima era proprio della tranquillità economica. Ma su Antonveneta la magistratura sta indagando e finalmente la verità di quell’acquisto a quel prezzo verrà fuori. E Ceccuzzi era al fianco di Mussari e in quel periodo guai a chi criticava l’operazione Antoneveneta. Perchè non parlare della vicenda del pastificio Amato di Salerno e dei soldi della banca MPS insieme ad altre banche affidati a quella società in un evidente stato d’insolvenza? E la coincidenza in questa storia è che prima dell’erogazione dei finanziamenti e mutui, Ceccuzzi e Mussari erano a cena,nel 2006, Salerno in compagnia dei responsabili del fallimento del pastificio,in primis quel Paolo Del Mese che Ceccuzzi aveva portato a Siena come un eroe da omaggiare. E se quei soldi la banca MPS li distribuiva alle imprese senesi invece che affidarli a quella società in stato d’insolvenza? A questa domanda,come quelle sulla situazione della banca e dell’università,piu’ che il Ceccuzzi, potrebbero rispondere i suoi stretti sostenitori,ad esempio il Barzanti o l’Orlandini o Rita Petti o il Mugnaioli. E fateci caso,Ceccuzzi non cita mai il nome di Mussari,anche perchè lo stesso Mussari è impegnato nel sostegno di Ceccuzzi. Altro che discontinuità,siamo nella fase del tentativo della continuità. Lo capite da voi che quando uno come Ceccuzzi,proprio ieri, scrive queste cose è lampante la presa in giro nei confronti dei senesi “Penso alle fortissime criticità che presenta il piano industriale Mps, sul quale è irrinunciabile trovare un accordo nell’interesse primario dei lavoratori, della Banca e della città; a Siena Biotech che vede molte persone in una situazione di precarietà e di incertezza occupazionale e a tutte quelle piccole e medie imprese che magari non fanno notizia sui giornali ma che si ripercuotono sulla vita di migliaia di senesi e delle loro famiglie. Il lavoro della politica e delle istituzioni, in questi anni difficili deve continuare ad essere a sostegno dei lavoratori e delle aziende, impegnandoci ancora di più sul fronte dell’attrattività del nostro territorio”. Questo ora pensa ma prima? Invece di fare il politicante Ceccuzzi dovrebbe spiegare ai senesi il perchè dell’operazione Antonveneta e perchè era a cena con quelli del crac del pastificio di Salerno.

Chi invece ha preso una posizione netta nei confronti di chi ha gestito la politica senese e la banca,oltre a Renzi, è stato Bruno Valentini, sindaco di Monteriggioni(comune in provincia di Siena e non di Salerno) :”Anche se le Primarie sono solo a metà del guado, la lezione è già chiara ed i gruppi dirigenti del PD (e di tutto il centrosinistra) in Toscana devono prenderne atto aprendosi alla società civile, rimuovendo quel blocco ideologico  e di convenienza che ha fatto scegliere per incarichi di ogni tipo soprattutto persone fedeli e spesso sempre le stesse, indipendentemente dalle loro capacità e competenze. Il disastro del Monte dei Paschi di Siena è lì a ricordarcelo”. Esattamente quel disastro sotto la guida politica di Ceccuzzi e sotto la gestione di Mussari.Era l’anno 2008 e Ceccuzzi al corriere di Siena dichiarava “La continuità della guida del PD di Siena è assicurata nella forma e nella sostanza dal sottoscritto”;e ancora “Colgo l’occasione per rivolgere a Gabriello Mancini e a tutta la deputazione amministratrice un messaggio di apprezzamento e di augurio”. Nel 2006 invece sempre lo stesso Ceccuzzi,inviava messaggi “di stima” a Piero Tosi.(a breve tutta la carrellata delle prese di posizione dal 2005 al 2010 di Ceccuzzi). E lui oggi fa finta di aver fatto politica in un altro luogo. Ma il limite non è solo suo; il vero limiti è del partito nel quale milita.

Chi invece, dopo il primo turno delle primarie che hanno visto Renzi vincere in tutta la Toscana, interviene con parole critiche e di auto-critica è il Montesquieu di Pontedera,al secolo Enrico Rossi, il quale scrive:”Ok a facce nuove ma non per la vecchie politiche liberiste amiche della finanza, dei più ricchi e degli evasori. Insieme alle facce occorre cambiare i contenuti della politica: altro che dire no alla patrimoniale, c’è bisogno di una ridistribuzione della ricchezza e di nuove regole per il lavoro, di nuovi supporti per le imprese che investono, di investimenti per le infrastrutture, di finanziamenti per la scuola e la sanità. Ok facce nuove ma per politiche nuove.
Ecco il Pd di cui c è bisogno”. Si,caro Montesquieu,Ok facce nuove, ma due paroline su questa storia del pastificio Amato,sull’acquisto di banca Antonveneta e sui disastri e sui fallimenti politici di Ceccuzzi,fimatario come te della candidatura di Bersani quando le pronunci? Anzi,il PD, quando intende pronunciarle? Le chiacchere servono a poco e infatti Renzi ha vinto in Toscana non perchè è un grande politico ma ma grazie al fallimento della vecchia(non di ètà) nomenclatura.Proprio quella da dove nasce e cresce il sodale di Mussari, l’amico di Paolo Del Mese, Franco Ceccuzzi.

Siena puo’ e deve ripartire, superando conflitti e ostilità personali; ma la precondizione per ripartire è piena luce sui disastri commessi e via dai ruoli di gestione e amministrazione i capofila di quei disastri. E non si riparte sbandierando classifiche. Si riparte senza velleità personali;si riparte anche con il contributo di chi c’era e non ha condiviso le scelte scellerate,si riparte con un candidato a sindaco piu’ che di parte,che possa aggregare il piu’ possibile. Una sfida alla quale il PD senese ha rinunciato. Siena puo’ e deve ripartire: e non con la faccia di Ceccuzzi.

Il successo senese di Renzi spazza via il groviglio armonioso di Bisi e Ceccuzzi

Innanzitutto 110 e lode con tre baci per la comunicazione e l’astuzia nel cogliere gli umori della gente per Matteo Renzi e il suo staff di comunicatori. E 110 e lode per aver saputo rispettare la città di Siena pur criticando duramente le gestioni politiche della classe dirigente e la gestione della banca.Questi sono dati incontrovertibili. A Siena Renzi ha preso i voti dell’elettorato consapevole del fallimento della nomenclatura del PD senese guidata dai cecuzziani. E i voti in gran parte non sono arrivati a Renzi perchè c’era tizio piuttosto che caio a guidare i suoi comitati; c’è stato un voto libero e volontario, Girateci intorno quanto volete ma con questo voto viene spazzato via quel groviglio “armonioso” che vede legati Stefano Bisi e Franco Ceccuzzi; con questo voto finisce l’era di Rosy Bindi e Luigi Berlinguer. Praticamente è crollato il gruppo dirigente e di comunicatori che negli ultimi anni hanno gestito università, banca e il resto delle istituzioni senesi. Noi non siamo simpatizzanti di Renzi ma ieri la sua vittoria senese segna la sconfitta del clima di arroganza e autoreferenzialità rappresentato dal groviglio. E a breve si comincerà anche a scrivere di chi e perchè spingeva per far nominare Enzo Viani alla presidenza dell’aereoporto di Ampugnano. Quell’aereoporto che prima dell’arrivo dei megalomani funzionava; ma come tutto il resto è stato distrutto. Da oggi a volare è Matteo Renzi.Simpatico e non, il suo risultato cambia la politica senese, dentro e fuori il PD.

Caro Montesquieu di Pontedera, Matteo Renzi stravince a Siena e in Toscana perchè i vostri elettori non sopportano più politicanti come Ceccuzzi e Rosy Bindi. E del rettore abusivo Criccaboni vogliamo parlarne?

Renzi batte Bersani in Toscana e in provincia di Siena. E in questi ultimi giorni Renzi ha criticato, ottenendo il voto degli stessi elettori del centrosinistra, la gestione politica di Siena degli ultimi anni e la gestione della banca; quindi le gestioni di Ceccuzzi e Mussari. Rosy Bindi insieme a Ceccuzzi hanno portato Profumo alla presidenza di MPS ed erano convinti di avere il sostegno dei senesi. Stasera gli elettori del centrosinistra senese hanno premiato Renzi che era contrapposto alla Bindi. Figuriamoci cosa faranno gli altri elettori che non hanno partecipato alle primarie. Mandateli in pensione la Bindi e il Ceccuzzi. Cinicamente vi consigliamo di ricandidarlo il Ceccuzzi.

 E del crac del pastificio Amato? http://shamael.noblogs.org/?p=6445

 E della vicenda Antonveneta? http://www.lastampa.it/2012/05/10/economia/i-magistrati-sulle-traccedi-una-cresta-da-miliardi-p4Q7sPiymIsqQmQ8Dx4etI/pagina.html ; http://shamael.noblogs.org/?p=6419

 E del Criccaboni e della cricca che lo sostiene? http://shamael.noblogs.org/?p=6423

 Il Ceccuzzi da politico lungimiranti aveva tentato di avvicinarsi a Renzi e poi si è schierato con Bersani. Ovviamente porta bene il ruolo di Ceccuzzi.

 Avanti Siena … ma senza Ceccuzzi, Criccaboni e tutti quelli che osannavano Mussari.

Università di Siena: ecco come la cricca sta prendendo in giro la città e la comunità universitaria. Criccaboni non ha nessun piano di risanamento

Siamo al paradosso e alla fiera dei paradossi. Un’intera comunità universitaria anestetizzata e distratta mentre la solita cricca sta continuando verso il baratro. E un’intera città, dalla magistratura alla politica che non hanno la forza di reagire alle illegalità e alle pochezze di un ristretto gruppo di docenti che mortifica quotidianamente un ente pubblico che dovrebbe funzionare nel rispetto delle regole e che sarebbe adibito a centro di studio e di formazione culturale e scientifica, pagherà oltre a tutto il resto la crisi creata dal groviglio armonioso. Ma poi arriva l’altro paradosso: banca MPS che dovrebbe congelare i mutui dell’università (come richiesto da Criccaboni) firma con lo stesso Criccaboni per affidare agli uomini dell’università la consulenza (che fine ha fatto la famosa convenzione?) sulla due diligence per le imprese private. Praticamente chi non è in grado gestire economicamente l’ente viene chiamato dalla banca che gestisce i mutui del medesimo ente a controllare la situazione delle imprese private della banca. Ditelo allora che siete dei geni!! Ma costa succedendo all’università? Succede esattamente quello che succedeva ai tempi di Piero Tosi: all’esterno con l’ausilio del solito giornalista  del groviglio armonioso fanno passare il messaggio che va tutto bene(poi arrivano anche nomine per Criccaboni,etc etc) ma in realtà la situazione è drammatica,drammaticamente ingestibile. E che cosa vorrebbe fare Criccaboni? Lasciare alla futura gestione del 2017 il peso dei mutui.Praticamente congelare l’esposizione in modo da galleggiare e continuare a dire che lui lavora per il risanamento (il famoso risanamento virtuale). Voleva vendere gli immobili e non li ha venduti; aveva promesso che nel bilancio sarebbero arrivati i soldi del DIPINT dalla Regione ma non sono arrivati (arriveranno, ma non è il Criccaboni con le sue fantasie che determina il bilancio della Regione),insomma voleva voleva ma non ha fatto e non sta facendo niente per risanare l’ateneo. Il Criccaboni  gira solo come un elemosinante della contabilità per avere aiuti tampone per spostare nel tempo l’esposizione finanziaria dell’ateneo.  I vertici (abusivi) dell’ateneo sono in attesa del parere del ministero per poter congelare i mutui con banca MPS. Il peso dei mutui alle prossime gestione.Troppo comoda cosi! Nel frattempo il direttore amministrativo dell’università ha un contratto con 30 mila euro in piu’ di stipendio annuo; ci sarebbe anche un esposto su questa storia cosi come sulla selezione del direttore amministrativa. Criccaboni e Fabbro hanno firmato una lettera piena di abuso d’ufficio per favorire quel docente che intrallazzava con Criccaboni; ci sarebbe un esposto anche su questa vicenda. In questi due anni i due incompetenti e abusivi, Criccaboni e Fabbro, l’unica cosa che hanno portato a compimento è stato il salario accessorio al personale tecnico amministrativo. Insomma cari politici e cari magistrati, l’università di Siena,proprio perché in questi due anni la solita cricca non ha lavorato per il bene dell’ente, vive una situazione difficile di liquidità e le soluzioni per rimettere in sicurezza i conti per rilanciare l’ateneo sono due: o il commissariamento o un nuovo rettore. Se poi la crisi di liquidita e la crisi di etica e legalità che vive l’ateneo senese soddisfa tutti, allora, avanti così.

Crac pastificio Amato: Paolo Del Mese a processo insieme ad altre 28 persone.Fissata la data del processo per l’11 febbraio 2013.Con la chiusura del filone sulla bancarotta,altri sono i filoni aperti dalla magistratura salernitana

Ieri 23 novembre 2012 si è tenuta davanti al GUP del Tribunale di Salerno la seconda udienza preliminare per il filone dell’inchiesta sulla bancarotta fraudolenta dell’ex pastificio Amato. Sono 28 le persone mandate a processo dal GUP.La data è stata fissata per l’11 febbraio 2013. Il GUP manda a processo anche l’ex parlamentare e amico di Franco Ceccuzzi, il mastelliano Paolo Del Mese. Infatti come da verbale dell’interrogatorio di Del Mese,nel 2006 Franco Ceccuzzi e Giuseppe Mussari avevano partecipato alla cena a Salerno insieme a quelli coinvolti nel processo o che hanno patteggiato la pena.

“Per tutti, a vario titolo, si ipotizzano reati fallimentari, di natura distrattiva e dissipativa, che hanno contribuito – se non determinato – il tracollo della “Antonio Amato”. Sono almeno dieci i milioni di euro che, secondo le accuse, sono stati sottratti alle casse del pastificio per operazioni di fatto inesistenti o per le quali è stato “gonfiato” l’importo, senza contare gli oltre quaranta milioni di euro di somme richieste, ed ottenute, dalle banche nonostante la chiara insolvenza e lo stato di crisi in cui versava l’azienda. Somme prelevate anche in contanti, per esigenze personali del tutto estranee alle attività d’impresa”

 “Ma se da un lato l’indagine sulla bancarotta può dirsi chiusa, sono altri i filoni investigativi aperti dalla procura per nuove ipotesi di reato emerse anche a seguito di recenti interrogatori che potrebbero presto portare a nuovi sviluppi

P.S. Nella foto di repertorio Franco Ceccuzzi alle giostrein un momento di svago insieme a Paolo Del Mese.

Sulle note della canzone “Mi Vendo” di Renato Zero la rivisitazione dei dipendenti di MPS in sciopero “Mi Vendon”….

Clicca sul link per ascoltare l’audio https://crabgrass.riseup.net/dimps12/mi-vendon+167050

Sanità: la vicenda del PET delle Scotte e l’inchiesta che coinvolge il membro del cda di banca MPS

Un nostro lettore commentando il nostro blog ci ha scritto “ ma voi non vi occupate mai della sanità?”

Caro lettore, ci siamo tenuti un po’ lontani dalle vicende ospedaliere senesi e della sanità in generale perchè altri, come L’Eretico, seguono e affrontano nel dettaglio le varie problematiche. Oggi però stimolati da un lettore interveniamo su due vicende di enorme importanza: la vicenda del PET delle Scotte e l’inchiesta che coinvolge il membro del cda di banca MPS Alberto Aleotti; soprattutto del PET.

La questione dell’assenza del PET all’ospedale Le Scotte di Siena è stata segnalata e argomentata sui giornali dall’ex consigliere comunale di Siena Enrico Tucci. E ha fatto un’opera seria e importante per la cittadinanza. Ecco l’articolo del Tucci http://www.ilcittadinoonline.it/news/154570/Altro_che_ospedale_principe__alle_Scotte_manca_la_Pet___.html

Come segnalato dal Tucci: “Quando in commissione sanità al Direttore Morello dal sottoscritto vennero chieste spiegazioni in proposito la risposta, incredibile ma vero, fu che mancava una autorizzazione del Comune per poter continuare i lavori del cantiere della PET”. Il sindaco in quel momento era il solito Franco Ceccuzzi. Noi abbiamo fatto alcune verifiche e abbiamo scoperto che quanto scritto dal Tucci corrisponde a verità. E in quel periodo se vi ricordate il Ceccuzzi e i suoi uomini avevano imbastito uno scontro con l’ex direttore Morello. Invece di far dare l’autorizzazione per il cantiere del PET, il Ceccuzzi e i suoi uomini perdevano tempo con i soliti scontri politici sulle spalle dei cittadini.

Questa è la storia. Oggi,proprio, per fornire un servizio utile e quindi far risparmiare soldi ai contribuenti, invitiamo il Commissario Laudanna a provvedere alle necessarie autorizzazioni,rimediando cosi agli errori dell’ex sindaco Ceccuzzi.

Di altra valenza e portata è l’inchiesta che coinvolge la ditta farmaceutica Menarini (azionista con il 4% della banca MPS) e Alberto Aleotti membro del cda di MPS.

Per comprende meglio questa vicenda vi segnaliamo l’articolo di Repubblica a firma del giornalista Michele Bocci.

TUTTE le Asl italiane, oltre trecento, tutte le Regioni, i Ministeri della salute e dell’ economia, l’ Aifa, agenzia del farmaco, e l’ Agenzia delle entrate. Secondo la procura di Firenze sono stati tutti danneggiati dalla Menarini, il più importante gruppo farmaceutico italiano, al cui presidente onorario Alberto Aleottiè contestata la truffa aggravata al sistema sanitario, e per questo sono stati invitati a presentarsi come parti offese all’ udienza preliminare che si svolgerà il 30 gennaio 2013. I carabinieri del Nas di Firenze stanno notificando in queste ore a tutti i soggetti pubblici l’ invito del gip Silvia Cipriani. Anche se solo una piccola parte di coloro che vengono invitati accettassero di costituirsi parte civile, si darebbe vita a una super-udienza e poi, probabilmente, a un processo “monstre”. Del resto i numeri della vicenda penale di Menarini sono impressionanti. Secondo le accuse, l’ azienda della famiglia Aleotti avrebbe tratto, mediante una rete di triangolazioni commerciali, un “ingiusto profitto” di ben 575 milioni di euro da sette principi attivi. Il danno per il servizio sanitario nazionale, sempre stimato da chi accusa la casa farmaceutica fiorentina, sarebbe di 860 milioni di euro dal 1984 al 31 dicembre 2010. Proprio per questo i tutti i soggetti pubblici sanitari vengono informati che potranno chiedere il risarcimento del denaro ingiustamente speso. Nell’ inchiesta dei pm Luca Turco, Ettore Squillace Greco e Giuseppina Mione, si accusa di truffa Alberto Aleotti, presidente onorario di Menarini e dominus dell’ azienda fino a due anni fa. Attraverso società fittizie a lui riferibili, avrebbe sovrafatturato il costo dei principi attivi acquistati da “Bristol Myers Squibb”, “Meiji Seika Pharma International”, “Astra Zeneca Ab”, “Fujisawa Pharmaceuticals”. In questo modo faceva risultare al Comitato interministeriale prezzie al Ministero di aver dovuto sopportare costi maggiori del reale e quindi strappava prezzi di vendita al dettaglio più alti di quelli che avrebbe ottenuto se avesse dichiarato il costo effettivo dei principi attivi. Così il sistema sanitario si è trovato per decenni, secondo le accuse, a sostenere costi più elevati quando rimborsava i medicinali ai farmacisti. Nell’ inchiesta i figli di Alberto, Lucia e Alberto Giovanni, e otto collaboratori sono accusati di riciclaggio degli enormi profitti. In questi mesi la casa farmaceutica fiorentina sostiene di attraversare un periodo di difficoltà per le norme sull’ obbligo da parte dei medici di prescrivere sulle ricette il principio attivo e non il nome commerciale del farmaco. Sono stati minacciati circa mille licenziamenti e la Regione si è impegnata per scongiurarli. Ieri l’ assessore alle attività produttive Gianfranco Simoncini ha detto che giovedì 6 dicembre si terrà un incontro al ministero dello sviluppo economico per discutere del caso Menarini. «Auspico – ha detto Simoncini- che si arrivi con qualche novità anche per quanto riguarda la norma sulla prescrizione dei farmaci generici, attualmente in discussione in Parlamento, dopo la presentazione di emendamenti di Udc, Lega, Pdl e Pd che propongono di trasformare in facoltà l’ obbligo di prescrizione da parte del medico. Una modifica importante per il settore farmaceutico italiano». Sempre ieri in consiglio regionale l’ assessore alla sanità Luigi Marroni ha risposto a una interrogazione del consigliere del Gruppo Misto Dario Locci su finanziamenti regionali a società del Gruppo Menarini. Ha escluso che siano giunti contributi pubblici alla Fiesole Auditorium e alla Fondazione Internazionale Menarini, mentre è stato finanziato dalla Regione con 2,5 milioni di euro il progetto «Sviluppo di farmaci innovativi per la terapia del dolore» della Menarini Ricerche e della Università di Firenze.

Università di Siena: “L’illegittimità del provvedimento e l’inesistenza della dichiarazione di conformità alla normativa, che esclude il ricorso a tale procedura, dovrebbero convincere i consiglieri di amministrazione (per giunta a fine mandato) a non approvare tale delibera”

Buongiorno magistrati, buongiorno membri del cda dell’ateneo e buongiorno organi d’informazione, riproponiamo sul nostro blog l’intervento del prof. Giovanni Grasso sul blog Il senso della misura http://ilsensodellamisura.com/2012/11/23/e-fondata-la-richiesta-dinterdizione-dal-ruolo-e-dallattivita-dei-vertici-dellateneo-senese/

Di recente, alcuni mezzi d’informazione locali hanno riportato la notizia di un esposto, alla Procura della Repubblica di Siena, riguardo alla retribuzione del Direttore amministrativo. Con la denuncia si chiedeva anche l’interdizione di Angelo Riccaboni e di Ines Fabbro, rispettivamente, dalla carica e dal ruolo di rettore e dall’attività e dal ruolo di Direttore amministrativo. La richiesta della misura cautelare era motivata dal pericolo di reiterazione del presunto reato e inquinamento probatorio. Per i vertici dell’ateneo senese, queste, sono accuse gravi e richieste pesanti, che i diretti interessati hanno eluso. Ebbene, rientra nella reiterazione di un abuso il provvedimento che si sottopone all’approvazione del CdA, nella riunione odierna? Nonostante il poco invidiabile primato di un Ateneo con il più alto indice d’indebitamento, l’amministrazione universitaria senese ha deciso di «utilizzare in assegnazione temporanea», presso la Divisione Ragioneria, 1 unità di personale dell’USL 7 di Siena per «una necessaria maggiore presenza di esperti di contabilità economico-patrimoniale». Il costo totale del comando ammonta a trentamila euro l’anno per un massimo di tre anni, non considerando l’ineludibile trattamento accessorio e altre indennità. Evidentemente, le attuali 46 unità di personale della Divisione Ragioneria non sono sufficienti – o non possiedono le competenze? – per assicurare la «riorganizzazione delle attività amministrative e contabili dei nuovi dipartimenti», oltre che per attuare le «nuove disposizioni normative in materia di bilancio delle università». L’illegittimità del provvedimento e l’inesistenza della dichiarazione di conformità alla normativa, che esclude il ricorso a tale procedura, dovrebbero convincere i consiglieri di amministrazione (per giunta a fine mandato) a non approvare tale delibera.

Perchè l’ex portavoce non pubblica le dichiarazioni sull’acquisto di Antonveneta rilasciate da Ceccuzzi?

Di prima mattina passi dall’edicola per comprare una rivista di caccia e pesca e mentre esci ti accorgi di un giornaletto a diffusione gratuita settimanale:il Gazzettino Senese. Lo prendi,lo sfogli a casaccio e ti accorgi di una intera pagina pubblcitaria di banca MPS (il giornalino è gratuito ma MPS paga per la pubblicità). Poi lo sfogli con calma e ti accorgi che le firme degli articoli sono tutte di persone schierate con Ceccuzzi e l’intero giornaletto parla esclusivamente del PD. A un certo punto gli occhi cadono sullo scambio di lettere tra un’associazione politica di opposizione che replica a un articolo precedente del Gazzettino. Il vice direttore del Gazzettino risponde all’associazione invitandola a rendere pubbliche le dichiarazioni contro l’acquisto di Antonveneta del 2007. Leggo la firma del vice direttore e la considerazione sorge spontanea. Perchè il vice direttore non pubblica le dichiarazioni di Ceccuzzi sull’acquisto di Antonveneta? Per la cronaca il vice direttore del Gazzettino è David Taddei, quello che faceva il portavoce al Ceccuzzi in Comune.

Alle primarie del centrosinistra vota LAURA PUPPATO. Ecco la dichiarazione della Puppato sulla vicenda MPS: “Inaccettabile scaricare responsabilità su lavoratori”

Domenica 25 novembre alle primarie del centrosinistra vota per una donna coraggiosa e preparata.

VOTA LAURA PUPPATO

Cambiamo l’Italia sostenendo Laura Puppato.

Ecco la dichiarazione sulle vicende di MPS rilasciata da Laura Puppato.Una dichiarazione che condividiamo in pieno.
Seguo con preoccupazione l’evolversi della situazione dei lavoratori del gruppo Monte dei Paschi di Siena. E’ inaccettabile che le responsabilità di una scellerata e cattiva gestione sia ora dalla nuova dirigenza aziendale scaricata sui lavoratori. Il piano industriale 2012-2015 prevede cessioni d’asset, esternalizzazioni e significative ristrutturazioni delle aree territoriali, quali soluzioni al contenimento dei costi.L’Azienda ha inoltre disdettato il Contratto Integrativo Aziendale andando ad intaccare le condizioni contrattuali collettive dei lavoratori. L’esternalizzazione dei servizi è in controtendenza con l’accordo siglato da Abi e sindacati, e introdurrebbe la progressiva precarietà del rapporto di lavoro per migliaia di lavoratori sparsi su tutto il territorio nazionale, in particolare nelle province di Siena, Mantova, Firenze, Lecce, Padova, Milano e Roma. L’obiettivo di riduzione dei costi strutturali puo’ avvenire in altro modo, secondo le proposte avanzate dai sindacati. Perché la cessione ad altre società delle attività e del personale, non garantisce assolutamente il posto di lavoro ed il contratto dei bancari agli oltre 2.300 dipendenti interessati, se non per un breve periodo di tempo. Non vorrei che si aprisse uno scenario altamente negativo per il mantenimento di questi posti di lavoro. Non vorrei che il percorso che e’ iniziato fosse l’anticamera della mobilita’ e il preludio al licenziamento. Chiedo che il Partito Democratico oltre all’interpellanza urgente che sara’ presentata alla Camera la prossima settimana, si faccia carico in tutte le sedi istituzionali e locali per far ripartire la trattativa tra le parti. Infatti il governo non può rimanere insensibile rispetto a uno dei maggiori operatori nel settore del credito in Italia e nei confronti del quale sara’ esposto per un importo complessivo di 3,4 miliardi di euro”.