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Dicembre 30th, 2012 — Note redazionali
Abbiamo letto il comunicato dell’associazione Confronti
http://www.ilcittadinoonline.it/news/155711/_Confronti__non_partecipa_alle_primarie.html
con il quale annunciano di non partecipare alle primarie del PD per la scelta dei parlamenti e scrivono “Il PD precipita verso una rotta irrecuperabile e che a noi non appartiene”. Infine aggiungono: complici non mancano, sia la Commissione regionale di garanzia e maggiormente la commissione nazionale di Garanzia”. Ve ne siete accorti ora del ruolo di parte del garante dei garanti Luigi Berlinguer? Rinfreschiamo la memoria a tutti. E a proposito di commissione di garanti, ma l’avete letto il nome del garante senese per le primarie dei parlamentari del PD? Noi sì, e ci siamo accorti che il dominus del PD senese, come del resto lo è sempre stato, è il garante dei garanti Luigi Berlinguer; e infatti qui a Siena il garante è una delle creature politiche dal garantissimo, nientepocodimenoché Giovanni Sapia. Del soggetto menzionato potete leggere tutto qui http://shamael.noblogs.org/?p=5736
Ritorniamo al garantissimo Luigi. Ex rettore di Siena, ex ministro della pubblica (d)istruzione, ex membro del CSM (anche lì svolgeva il ruolo di garante?) e padre di Aldo Berlinguer nominato da Mussari e Ceccuzzi nel cda di banca Antonveneta. E nel Veneto Luigi Berlinguer è stato eletto europarlamentare per il PD. Oggi Luigi è anche presidente nazionale dei garanti del PD (ma non era crollato il muro di Berlino?).
Ma il vero volto di Luigi, quello reale, quello della gestione “a garanzia ad personam” del potere, emerge dalle vicende disastrose della città di Siena. Luigi Berlinguer quando parlava al telefono con il rettore Criccaboni per assicurarlo che la Gelmini avrebbe firmato il decreto di nomina,si lasciò andare a questa affermazione nei confronti della città di Siena:”Stai attento a questa città”. Avete capito cari senesi la considerazione di questi soggetti ,che hanno fatto carriera grazie a Siena, nei confronti della città? “Stai attento a questa città”. Erano e sono ancora in tempo i senesi a dovere stare attenti a certi personaggi. Ma la vicenda più vergognosa è quella storia dei libri in onore di Luigi Berlinguer ordinati senza autorizzazione da Maurizio Boldrini (altro iscritto al PD e sostenitore di Ceccuzzi) a spese dell’università di Siena. E siccome era una spesa mai autorizzata, l’ateneo senese, giustamente, non aveva mai provveduto al pagamento della fattura alla ditta. A un certo punto la ditta Rubettino scrive all’ateneo per il saldo della fattura e la situazione precipita fino al decreto ingiuntivo che la ditta richiede al tribunale contro l’ateneo senese. Avete capito che dissestatori certi esponenti del PD? Tutto il materiale è stato sequestrato dalla magistratura senese e la vicenda dovrebbe essere sul tavolo della Corte dei Conti. Comunque leggetevi questa storia indecente e vomitevole: http://ilsensodellamisura.com/2011/02/23/universita-di-siena-il-saccheggio-continua/; http://www.lanazione.it/siena/cronaca/2011/02/26/465371-siena_ateneo_crac_sperpera_soldi_paga.shtml
Altra vicenda scandalosa passata sotto silenzio e sfuggita agli occhi attenti della magistratura senese è quella storia del reintegro in servizio di Luigi Berlinguer all’università di Siena attraverso un atto abusivo dell’allora rettore Piero Tosi. Gigi era in pensione e Pierino senza coinvolgere gli organi dell’ateneo firma l’atto di reintegro in servizio. Leggete qui http://shamael.noblogs.org/?p=3065 e qui http://ilsensodellamisura.com/2012/01/27/il-grande-vecchio-e-la-distruzione-delluniversita-di-siena/ e qui http://ilsensodellamisura.com/2011/11/25/esagera-chi-ipotizza-una-voragine-da-600-milioni-di-euro-negli-ultimi-ventisette-anni-nelluniversita-di-siena/ e qui http://ilsensodellamisura.com/2011/03/16/e-ce-chi-entra-in-universita-ne-esce-andando-in-pensione-e-poi-ci-rientra/
Questo è un garante, ma dei propri interessi, di quelli del figlio e del gruppettino ceccuzziano. Ma gli iscritti del PD senese e del resto dell’Italia li conoscono questi trascorsi del garante dei garanti?
A Siena effettivamente c’è una vera emergenza democratica e anche la necessità di una vera e propria opera di verità, non appena terminano le ferie al tribunale di Siena (si spera presto!!). Suggeriamo la lettura di questo intervento del candidato a sindaco Eugenio Neri http://www.ilcittadinoonline.it/news/155708/_Ceccuzzi__discontinuit%C3%A0_o_disconoscimento_della_continuit%C3%A0__.html; la lettura dell’intervento di Antonella Buscalferri http://www.ilcittadinoonline.it/news/155710/Buscalferri___E_ci_tocca_ringraziare_Matteo_Renzi____.html e l’intervento di Bruno Valentini http://www.ilcittadinoonline.it/news/155692/Valentini___Raccoglieremo_le_firme_direttamente_tra_i_cittadini_.html
Chi invece supporta da dietro le quinte il referente dei dissestatori, Franco Ceccuzzi, oltre al garante dei garanti ci sono il solito Mussari e Luca Bonechi, nominato su indicazione del Ceccuzzi alla presidenza della Sansedoni Spa (da qualche parte di trova il bilancio di questa società?). Tra l’altro il Bonechi è uno dei referenti dentro il PD del famoso Angelo Criccaboni.
Insomma cari senesi, per garantire il futuro e preservare la città, liberatevi dei dissestatori e di questa gente affamata di poltrone e di prestigio a spese della comunità.
Buon Anno.
Dicembre 28th, 2012 — Note redazionali
Abbiamo deciso di anticipare di tre giorni la consueta conferenza stampa di fine anno e di convocarla alla presenza della stampa cinese (come da foto della conferenza). Siamo vivi e parlanti e quindi come da noi anticipato la previsione dei Maya era una bufala http://shamael.noblogs.org/?p=6560.
In attesa di iniziare la conferenza vi omaggiamo di una canzone in tema con alcuni argomenti che affronteremo http://www.youtube.com/watch?v=hOmVsbhurrI.
Buongiorno(早安),
Approfittiamo della presenza della stampa cinese per affrontare di petto (meglio di piede) la censura 2.0, da noi battezzata “cretineria 2.0″. Ieri il blog senese Il Gavinone http://ilgavinone.blogspot.it/2012/12/ultim-anche-alla-asl-7-l-libera-passa.html pubblicava la notizia che alla Asl 7 di Siena hanno bloccato la visione dello stesso Gavinone e dell’Eretico, altro famoso blog gestito dallo scrittore Raffaele Ascheri; e a proposito di Asl e sanità ci fa piacere segnalare l’uscita del nuovo libro di Ascheri http://www.lulu.com/shop/raffaele-ascheri/su%C3%A0-sanit%C3%A0-la-sanit%C3%A0-senese-e-toscana-sotto-il-compagno-enrico-rossi/ebook/product-20588736.html.
Forse all’Asl 7 considerano salutare non leggere i blogs? Può darsi e forse più salutare sarebbe un controllo a tappeto da parte della Guardia della Finanza ai bilanci della stessa Asl; un controllino come quello fatto all’Asl di Massa, così per essere sicuri che i conti non siano stati censurati come i blogs. Un bel controllino come di quelli effettuati ai bilanci dell’università di Siena. Orbene,dopo questa nostra presa di posizione,urge immediata censura anche del nostro blog.
Comunque prima dell’Asl, la censura nei nostri confronti e del Gavinone era stata applicata dentro la banca MPS dietro sollecito del mega genio della comunicazione David Rossi http://shamael.noblogs.org/?p=5185 e ci dicono che non aveva gradito questo nostro vecchio intervento http://shamael.noblogs.org/?p=5088
L’altro famoso blog senese il Santo http://ilsantodisiena.wordpress.com/ è fermo perchè qualcuno si è rivolto nei confronti del gestore con dei consigli “amichevoli”; tipo quei consigli che vanno di moda nella serie tv come i Soprano. Detto questo, cari giornalisti cinesi,possiamo tranquillamente affermare che questa censura 2.0 è una cretinata, se consideriamo che le persone usano i cellulari e hanno internet a casa. E speriamo che nei prossimi giorni non salti l’intera connessione internet in tutta la città di Siena. Per completare il quadro, vi informiamo, sempre grazie alle notizie della nostra gola profonda dentro l’ateneo, che dal 1 gennaio 2013, Criccaboni e la condannata Ines Fabbro, avrebbero manifestato l’intenzione di impedire l’accesso dall’università a Fratello Illuminato e al blog del professore Giovanni Grasso, Il Senso della Misura http://ilsensodellamisura.com/
Una breve pausa per raccogliere le domande dei giornalisti e nell’intermezzo un altro omaggio musicale http://www.youtube.com/watch?v=PaSU8hrgPYQ
La domanda del giornalista cinese: 因為他們的行為是個人的私事井和公共機構使用嗎?(traduzione della domanda:perchè si comportano cosi e usano le istituzioni pubbliche come un fatto privato?).
Rispondiamo e poi passiamo alle riflessioni di fine anno. Si comportano così perchè hanno paura della circolazione delle notizie e dello scambio di opinioni; si nascondono dietro formalismi istituzionali, dietro la stronzata contro pseudonimi, etc.etc, perchè sono in malafede, funzionali a un sistema in decadimento; il famoso groviglio armonioso. Mentre dissestatavano la città, attraverso le risorse della banca foraggiavano giornali e le varie forme d’informazione e basta controllare i vecchi bilanci della banca e controllare le pubblicità (vero David Rossi?). Vogliamo parlare della redazione fiorentina del quotidiano la Repubblica che non scrive niente sulla cricca universitaria che ha dissestato l’ex prestigioso ateneo senese? Che non parla di certi processi giudiziari e di inchieste che coinvolgono personaggi del groviglio armonioso (vero Maurizio Bologni??!!)? Vogliamo parlare della pubblicità di MPS a certi settimanali gratuiti palesemente schierati con il fuggitivo Franco Ceccuzzi o ad altri organi d’informazione locale (compresa la tv di Stato e soprattutto di certi programmi gestiti dal giornalista Franco Masoni)? Per anni e anni, mentre i danni venivano compiuti, questa città ha vissuto senza informazione e senza spazi per esprimere libere idee. Oggi ci sono i blogs e siccome non li possono bombardare, o li censurano oppure utilizzano l’arma della querela, anche se non ci sarebbe niente da querelare. E con questo sistema hanno dissestato l’università, affondato la banca e la fondazione e messo in ginocchio la città. Un sistema che non poteva reggere a lungo e infatti sta crollando. La censura, come le minaccine velate, sono il canto del cigno e il vero volto di un gruppetto di distruttori di patrimonio pubblico e civile. ORA BASTA!!!
Altro intermezzo musicale http://www.youtube.com/watch?v=OvY7dY6KvQA
Un 2012 difficile per gli italiani e per i senesi. E speriamo in un 2013 di rinascita.
Il 2012 ha consegnato un quadro economico drammatico su larga scala e un quadro economico difficile per Siena. All’improvviso per i senesi è venuta alla luce al cifra dei danni compiuti negli ultimi anni. Una catastrofe gestionale e una miriade di scelte frutto anche di comportamenti fuori dal contesto della legalità. Purtroppo a Siena abbiamo una magistratura yoga (nel senso di molto meditativa) e dalle varie inchieste aperte, e non sono inchieste banali, nemmeno un processo è iniziato e i responsabili sono sempre ai loro posti o in altri posti indisturbati. Il caso eclatante dell’università è la massima espressione di una meditazione yoga. Qui ci sta bene una battuta, senza offesa per i magistrati: ritornano di moda i magistrati che scendono in politica, ma perchè i magistrati non rimangono fermi nei tribunali e oltre ad infierire sulla povera gente non colpiscono in via definitiva le varie cricche? Così come avviene in molti paesi europei e civilizzati.Per rinfrescare la memoria riproponiamo la lettura della precedente conferenza stampa http://shamael.noblogs.org/?p=6619
Forse la conclusione delle inchieste è calendarizzata a dopo le elezioni? E come mai tutto questo spazio di manovra lasciato nelle mani della cricca universitaria (vero asse portante del sistema marcio in città)? E il ruolo di collante della cricca universitaria (e non ci riferiamo a quell’incompetente del Criccaboni) per l’intero sistema che blocca il cambiamento a Siena non è stato compreso nemmeno da diversi ambienti politici. Peccato,per Siena.
Un altro che ha giocato e sta giocando un ruolo politico pessimo è il Montesquieu di Pontedera, al secolo il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi. E’ li in Regione che passa il tempo a mantenere fermi gli equilibri in ambito sanitario e universitario, principalmente per non mettere in discussione il ruolo dei fedelissimi e dei personaggi funzionali al solito sistema di potere. Prima o poi (forse prima e dipint di blu …) dobbiamo scriverla tutta la storia dei rapporti tra il Montesquieu e il gruppo dei baroni universitari senesi e in particolar modo quella pagina dei rapporti con Jolanda Cei Semplici e di quando quest’ultima con il sostegno dell’allora assessore regionale alla sanità Enrico Rossi, fece fuori tutti quei dirigenti che non prendevano ordini dal partito e dalle varie cricche. E siamo anche documentati. Del resto i personaggi sono sempre gli stessi: il Criccaboni è risaputo che s’incontrava al “solito posto” con Piero Tosi. E il Ceccuzzi frequenta assiduamente il Mussari. Un cerchio magico sulle spalle della comunità.
Tutti quei miliardi bruciati sulle spalle di senesi che fine hanno fatto, come sono stati spesi e chi pagherà per la catastrofe compiuta nei confronti della meravigliosa Siena?
Forse per recuperare qualche milione di euro conviene tirare fuori quel vecchio progetto della privatizzazione delle quaglie. E speriamo che il venditore delle quaglie non sia spagnolo.
Buona fine 2012 e Buon inizio 2013
Dicembre 27th, 2012 — Note redazionali
Il Natale appena lasciato alle spalle è stato un Natale, gioco-forza, dai toni bassi e soprattutto dalle spese basse: in Italia ma anche a Siena. Qui a Siena oltre alla crisi del paese subiamo i danni di scelte e avventure locali che hanno mortificato e macellato il patrimonio economico,culturale e politico. O forse qualcuno pensa di nascondere la testa sotto la sabbia, o altri camuffare la realtà, per continuare a raccontare che “c’è qualche problemino ma la crisi non è seria”?
Qualcuno ci prova e altri ci marciano; ma la crisi non è uno scherzo o una suggestione negativa. La crisi sono quei miliardi di euro dilapidati e scappati anche all’estero per colpa di una classe dirigente in parte in malafede, in parte incapace. Complessivamente una classe dirigente fallimentare e dannosa per la comunità. Ci sono quelli (pochi) che hanno diretto le danze, ci sono quelli che hanno eseguito gli ordini (inconsapevoli dei danni che avrebbero provocato e in alcuni casi consapevoli) e ci sono quelli che quando potevano o hanno sopportato o si sono adeguati al quieto vivere. Chi per un verso chi per un altro ha le colpe di aver dissestato le istituzioni, un tempo prestigiose, che rendevano Siena una città con gli anticorpi per la crisi economica. E se seguiamo alla lettera il parametro delle colpe dirette, indirette o per distrazione, diventa quasi impossibile preparare delle liste per le prossime elezioni amministrative per il rinnovo del consiglio comunale e per l’elezione del sindaco di Siena; elezioni che si svolgeranno in primavera. Una cifra che dovrebbe far riflettere seriamente i senesi e spronarli a superare le diffidenze nei confronti di un percorso serio di verità per quanto successo negli ultimi anni è quella che si ottiene sommando l’importo complessivo delll’operazione Antonveneta e l’importo del dissesto universitario; 17 miliardi + 200 milioni= 17.200.000.000,00 di euro. Come sarebbe e come potrebbe essere Siena con la disponibilità di questa cifra? Con 17 miliardi di euro hanno fatto l’operazione Antonveneta con il risultato di aver quasi affossato la banca, indebitato la fondazione e distrutto praticamente l’economia locale. I disastri dell’università sono sotto gli occhi di tutti. Chi sono gli artefici di questi capolavori del disastro cittadino? Mussari e Piero Tosi soprattutto, con l’appoggio politico intenso di Franco Ceccuzzi; complessivamente il PD di Siena con il sostegno di ambienti extra-partiti e di soggetti che oggi si ritrovano in associazioni come quella fondata da Franco Masoni e Andrea Milani. Poi ci sono anche gli altri; ma le responsabilità importanti sono essenzialemte di Ceccuzzi e Mussari. Chi era al fianco di questi due dovrebbe fare un percorso di chiarimento con la città e svincolarsi, sempre se ha le carte per farlo, dalla gestione dei disastri. Alla città serve un percorso di verità e non un Piazzale Loreto generalizzato. Con il populismo e con la puzza sotto il naso non si risolve niente. E la patente di verginità nessuno è in grado di pretenderla o di darla; nemmeno “qualche giudice” così come descritto nella famosa commedia di Luigi Pirandello “La Patente”. E qui arriviamo alla domanda per i vari candidati e per quelli che arriveranno: con quali risorse ipotizzate di rimettere in carreggiata il Comune e di riflesso contribuire a rimettere in carreggiata l’università, la banca, la fondazione, il Santa Maria della Scala, etc, etc.? Con le frasi scritte a tavolino, con le lacrime di coccodrillo e con le litanie sulla inesistente discontinuità, rimescolate e rimesse in circolazione dal ”non candidato ufficiale” Franco Ceccuzzi non ci resta che piangere; ci scappano delle grasse risate ma il contesto impone solo lacrime.
La sfida per i senesi, intesa come riconquista di un ruolo e di una situazione di normale benessere economico,passa soprattutto da un percorso di verità su quanto successo e sulle reali responsabilità;poi dopo aver acquisito la verità puo’ iniziare la campagna elettorale. E non con i colpi di spugna o con la lectio moralizzatrice come quella che abbiamo letto sui giornali a firma dell’arcivescovo di Siena Antonio Buoncristiani; alla quale nessun politico ha replicato. Il Vaticano è a Roma e non a Siena e anche se dalle parti del Duomo non intedono sentirsi dire certe cose, è difficile dimenticare il pieno sostegno della curia guidata da Buoncristiani al famoso groviglio armonioso e alle scelte della gestione Mussari-Ceccuzzi. Quindi l’arcivescovo invece di mandare messaggi di “quieto vivere” e additare le legittime quanto urgenti prese di posizione contro quel groviglio come elementi di “odio”, dovrebbe partecipare al percorso di verità e di autocritica. Ogni tanto ai fedeli, una presa di posizione chiara da parte della curia senese contro i disastri compiuti e contro i nomi dei responsabili, non dispiacerebbe. Dividere il marcio dal pulito dovrebbe essere una alta missione da veri cristiani e non solo un’opera di verità relegata alla politica e alla magistratura. Noi siamo per tenere fuori dall’agone politico i vertici della curia, ma visto che spesso e volentieri intervengono, quasi a dettare la morale o ad ammonire i dissenzienti o ad elogiare il sistema, perchè non sprecano qualche parola di vicinanza nei confronti di chi ha subito e paga sulla propria pelle i danni del groviglio? O forse le opere di Dio si manifestano in operazioni come banca Antoneveneta? Ai fedeli l’ardua sentenza.
Ci avviciniamo alla fine del 2012 e per ritrovare la giusta dimensione e la normale decenza,la politica senese dovrebbe superare definitivamente quel vizio odioso del “dico e non dico” e “guardiamo avanti e quello che è stato è stato”. Il teatrino in corso sulle primarie del centrosinistra senese per la scelta del candidato riporta lo stesso centrosinistra ai tempi di quel Del Mese che passeggiava come un eroe per le vie cittadine. E comunque ci sembra alquanto assurdo lasciare la scena politica cittadina come esclusiva dello scontro interno al PD. Parlate alla città e non alle nomenclature; e nemmeno tra di voi. Con umiltà.
Dicembre 21st, 2012 — Note redazionali
Prima di addentrarci nei meandri di questa brutta pagina per lo Stato Italiano rivolgiamo i nostri migliori Auguri di Buone Feste a tutti colo che soffrono la crisi e i disagi dei disastri gestionali. Sinceri Auguri con la speranza di uscire da questa situazione recuperando quei valori e quelle certezze di una società civile.
Le cronache degli ultimi giorni ci raccontano degli aiuti dello Stato Italiano con i famosi Monti bond alla banca MPS. Una ex solida banca messa in ginocchio da una pessima gestione e dall’operazione Antonveneta http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/non-tornano-i-conti-sulla-sconsiderata-operazione-che-ha-portato-il-monte-dei-paschi-47895.htm . Una gestione operativa e politica sotto la guida di esponenti del PD come Mussari e Ceccuzzi. Di oggi poi la notizia dell’arrivo dell’ufficiale giudiziario presso la sede di Antonveneta http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/1-immaginate-di-avere-un-paio-di-conti-correnti-immaginate-che-la-vostra-banca-48445.htm.
Ma ad anticipare il disastro gestionale di questa classe politica,ovviamente tollerata e in alcuni casi assecondata da istituzioni dello Stato, ci avevano pensato quelli che hanno dissestato l’ateneo senese per ben oltre 200 milioni di euro (significativoper capire gli atti banditeschi dentro un ente pubblico come l’università sono gli oltre 11 milioni di euro di spese non autorizzate). Che cosa caratterizza le vicende di MPS e dell’ateneo? Innanzitutto lo stesso gruppo politico e in secondo luogo, una gestione senza controllo e basata sull’assoluta intoccabilità. E infatti di fronte alle numerose denunce pubbliche durane i periodi dei dissesti, le autorità dello Stato erano assenti. Non sono congetture ma dati di fatto. Ci scusiamo fin da subito ma non possiamo essere brevi e quindi vi chiediamo la cortesia di leggere tutto con attenzione e senza fretta.
A tutt’oggi nessuno dei responsabili del dissesto dell’università e dei danni creati alla banca MPS sta pagando per gli atti compiuti. A pagare le colpe sono rimasti i dipendenti della banca e dell’università e ovviamente le due ex prestigiose istituzioni senesi. Eppurei reati erano e sono sotto gli occhi di tutti,dei magistrati in primis. E anche i tempi di eventuali interventi sono importanti; perchè più passa il tempo più pesanti e immorali sono i danni nei confronti di coloro che non hanno colpe. Questa è la situazione alla data del 21 dicembre 2012. Ancora una parentesi chiarificatrice sul come proseguono i vari intrecci come se niente fosse successo. I vertici dell’ateneo, ed esattamente il rettore eletto con elezioni irregolari (ma sempre al suo posto) e il direttore amministrativo con una condanna dalla Corte dei Conti per danno erariale (in uno Stato serio chi è che chiama una condannata per danno erariale per gestire un’università piena di reati per danno erariale?) non hanno nessun piano di risanamento e inoltre sono responsabili di alcuni reati e cattiva amministrazione. E tra i membri del cda dell’università c’era e c’è anche un membro in rappresentanza della banca MPS. Oggi che cosa si sono inventati in banca e nell’università? La banca MPS ha sottoscritto con i vertici dell’ateneo una convenzione per affidare agli esperti dell’ateneo la consulenza sulla due diligence. E nel contempo i vertici dell’ateneo stanno chiedendo il congelamento delle rate dei mutui con la banca MPS perchè sono senza liquidità. Avete capito? La banca che deve recuperare per i danni subiti dalla passata gestione firma una convenzione per la due diligence a coloro che non sono in grado di risanare un ente e infatti sono costretti a ricorrere al congelamento delle rate dei mutui. Ma qui come ha scritto ieri il professore Giovanni Grasso ci troviamo di fronte a un nuovo danno erariale per l’università come si evince qui http://ilsensodellamisura.com/2012/12/20/domani-il-cda-dellateneo-senese-approvera-un-altro-danno-erariale-di-sedici-milioni-deuro/ . Qui ci sono i numeri della situazione finanziaria dell’ateneo e ci chiediamo: la banca e a questo punto anche lo Stato tramite il governo come possono pensare di assecondare il fallimento gestionale di Riccaboni e Fabbro http://shamael.noblogs.org/?p=6598?
Non solo il MIUR guidata da Francesco Profumo aveva il dovere di annullare il decreto di nomina di Riccaboni, ma stante la situazione finanziaria correva l’obbligo del commissariamento. In quale paese normale si lascia gestire un ente pubblico che approva provvedimenti di natura finanziaria in presenza di parere negativo dei revisori dei conti? E come mai la magistatura non ha ancora provveduto a interdire i vertici dell’ateneo, Riccaboni e Fabbro?
E qui apriamo il capitolo degli intrecci e delle strane, non tanto, coincidenze. Nel 2010 Riccaboni parlando con un suo collega si lasciò andare a questa affermazione: “Le inchieste finiranno tutte in una bolla di sapone”. La signora Ines Fabbro in più occasione ha affermato: “Io sono intoccabile, ho amici potenti e sono amica di Piero Fassino, il quale frequentava spesso casa mia e io con queste amicizie posso arrivare dove mi pare, in Comune, in Provincia e anche dal Presidente Rossi a Firenze”. A parte che dal Presidente Rossi ci possiamo arrivare anche noi in autobus o in macchina o in treno da Siena a Firenze; ma a parte questo che discorsi sono questi? Riccaboni e Fabbro occupano dei ruoli in un ente pubblico e teoricamente ci sono delle leggi e delle procedure che regolano la vita in un ente pubblico. Ma siccome la condannata della Corte dei Conti insiste, allora approfondiamo le sue amicizie. Partiamo da quelle politiche per capire perchè la Fabbro è stata chiamata a Siena e poi parliamo della sua amicizia con Donato Firrao, docente del Politecnico di Torino, padre dell’ex sostituto procuratore di Siena Francesca Firrao. Senza dimenticarci che il ministro Profumo era rettore del Politecnico di Torino.
Il marito di Ines Fabbro si chiamava Pietro Verzelletti (scomparso prematuramente) ed era presidente della Banec, la banca della Lega delle Cooperative. Per questa vicenda vi riportiamo gli estratti di un articolo del 1992 del quotidiano La Repubblica: “Unifin, la finanziaria di controllo di Unipol e holding degli affari della Lega, ha accusato perdite per 28 miliardi e 600 milioni, Unipol che resta il gioiello di famiglia ed è in buon attivo avrà bisogno a breve di una ricapitalizzazione dopo quella già avvenuta nei mesi scorsi, Fincooper raccoglie tanti soldi ma ha utili risicati e infine è venuta la brutta batosta di Banec, la banca della Lega. Dopo quattro anni di stentata esistenza si trova con un buco nei conti che le stime più ottimistiche fanno assommare a 35 miliardi. In tempi di ristrettezze per tutto il sistema Lega (il presidente Giancarlo Pasquini è costretto ad annunciare tagli di personale nella struttura politico-sindacale nazionale perché i soldi non bastano a pagare gli stipendi a tutti i funzionari) non c’ è da stare allegri tant’ è che per la prossima settimana è già in programma a Roma una riunione ad altissimo livello e super riservata tra i dirigenti della Lega delle regioni dove le coop contano di più (Emilia, Toscana, Lazio) e i responsabili delle aziende finanziarie della galassia rossa. Ordine del giorno bartaliano: l’è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare. E da quel che si capisce lo scontro sulle faccende della finanza della Lega rischia di trasformarsi in un nuovo potente e sotterraneo braccio di ferro per il potere, quasi una riedizione della tormentata successione a Lanfranco Turci al termine della quale l’ ha spuntata Giancarlo Pasquini, uomo di finanza, in dispetto ad una parte delle potentissime coop di consumo (supermercati) che sono però anche l’ufficiale pagatore della Lega. E il canovaccio sul quale si recita il “dramma” della finanza è rimasto lo stesso: da una parte chi crede nella finanza come settore autonomo, dall’ altra chi la vuole come servizio. A riaccendere lo scontro è stata proprio la disavventura della Banec presieduta fin dalla fondazione, nell’ 87, da Pietro Verzelletti, già consigliere del San Paolo di Torino, intimo di Diego Novelli, esperto di finanza prima del Pci e poi del Pds dove è considerato uno dei “maitres a penser” dell’ ala migliorista, e soprattutto l’ ingegnere della finanza rossa in versione Turci. Verzelletti aveva promesso per la Banec un rapido sviluppo. A conti fatti la banca, che ha sede in un palazzo di proprietà Unipol davanti alla stazione di Bologna, si trova con 6 sportelli, 400 miliardi di raccolta indiretta, 135 miliardi di raccolta diretta, un utile (bilancio ‘ 91) di mezzo miliardo e ora ha un grande futuro dietro le spalle. La situazione è precipitata a giugno quando la dirigenza della banca si è accorta che con le operazioni in titoli effettuate continuava a perdere. Il rimedio è stato tentare operazioni d’ indebitamento in valuta per lucrare sul differenziale d’ interessi tra lira e marco. L’ ipertrofia della moneta tedesca ha finito per strangolare del tutto la banca. Risultato: il 14 ottobre scorso Pietro Verzelletti ha annunciato le dimissioni da presidente, con lui sono usciti il direttore generale Gilberto Sbrighi e il tesoriere Stefano Rivalta. Verzelletti ha fatto capire: me ne vado vittima innocente. In consiglio di amministrazione non ha trovato uno straccio di solidarietà, anzi è partita un’ ispezione per vedere se presidente, direttore generale e tesoriere non abbiano responsabilità che da semplice negligenza si siano trasformate in violazioni ai codici. I conti non sono ancora stati fatti del tutto ma si sa che solo a causa delle operazioni in titoli la banca dovrà accusare un passivo di 15-17 miliardi; per le operazioni in futures la perdita stimata va da altri 16 miliardi fino a possibili 30 miliardi. Un buco pesantissimo che costringerà la banca ad una ricapitalizzazione per 50 miliardi come minimo. E a corollario di tutto ciò si fa notare che le operazioni svolte dalla dirigenza Banec hanno travalicato di cinque, sei volte quanto autorizzato dal consiglio di amministrazione: 800 miliardi contro 140. Un consigliere d’ amministrazione in questi giorni fa notare: “Lì non poteva che finire così, gestivano la banca come una finanziaria: così non può durare”. Qui ci trovate l’articolo integrale http://shamael.noblogs.org/?p=4888.
Dalla lettura dell’articolo viene fuori che Pietro Verzelletti, già consigliere del San Paolo di Torino, intimo di Diego Novelli, esperto di finanza prima del Pci e poi del Pds dove è considerato uno dei “maitres a penser” dell’ ala migliorista”.
Ritorniamo nell’attualità e riprendiamo i personaggi che gravitano a Torino. Prima di essere nominato ministro,Francesco Profumo era rettore del Politecnico di Torino, dove tra i docenti figura Donato Firraohttp://www.swas.polito.it/rubrica/scheda_pers.asp?matricola=000438 .E il sindaco di Torino è Piero Fassino.Dal 1997 al 2000 Ines Fabbro è stata presidente del Nucleo di Valutazione del Politecnico di Torino e nel 2007 è stata indicata dalla Fondazione Bancaria Compagnia di San Paolo quale rappresentante nel Consiglio Direttivo della Human Genetics Foundation (HuGeF) di Torino. Il marito della Fabbro è stato consigliere del San Paolo di Torino. Poi la signora Fabbro ha ricoperto il ruolo di direttore amministrativo all’università di Bologna e in quel periodo si è beccata la condanna dalla Corte dei Conti. Fin qui sono chiari i rapporti con una certa area politica, con il ministro Profumo e con il docente Donato Firrao? Diciamo di sì.Ora ritorniamo a Siena e precisamente all’anno 2008. Nel 2008 presso la Procura della Repubblica di Siena c’era il procuratore Formisano ed è stato proprio lui ad avviare finalmente le indagini sul dissesto dell’università di Siena. Naturalmente bisogna ringraziare per l’ottimo lavoro i Carabinieri e la Guardia di Finanza. Il Dott. Formisano lavora incessantemente e dalle cronache dei giornali di quel periodo emergono notizie di 27 indagati per il buco dell’ateneo. Ma nel 2010 il dott. Formisano va via dalla Procura di Siena e le indagini passano nelle mani dell’ex sostituto procuratore Francesca Firrao (oggi giudice in Piemonte). E qui merita riportare la conversazione tra l’avvocato Vera Benini e il rettore Angelo Riccaboni;siamo nel 2010 e la Benini moglie di un docente dell’università di Siena dice: “L’Avv. VERA BENINI chiama Riccaboni e riprende il discorso interrotto poco prima. Gli rappresenta che, secondo lei, l’attivazione per contrastare la volontà della Ministra è da ricercare in un problema tipo la scuola dei Marescialli, relativa alla vendita di Pontignano. Il problema sarebbe che Focardi ha fatto una promessa, ovviamente senza scrivere nulla, che non può mantenere perché non è stato rieletto come rettore. Il commissario avrebbe invece potuto realizzare la promessa. Al Governo sostanzialmente non interessa nulla né di Focardi né dei debiti dell’Università di Siena. C’è poi l’indagine con 27 indagati tra i quali qualcuno potrebbe dire qualcosa che non deve dire.. Ha comunque fiducia nel P.M. che ha ereditato il fascicolo dal dr. Formisano (6 -11-2010)” http://shamael.noblogs.org/?p=4561.
Leggete attentamente la frase “C’è poi l’indagine con 27 indagati tra i quali qualcuno potrebbe dire qualcosa che non deve dire. Ha comunque fiducia nel P.M. che ha ereditato il fascicolo dal dr. Formisano (6 -11-2010)”. Il PM che aveva ereditato il fascicolo era Francesca Firrao figlia del docente del politecnico di Torino Donato Firrao. Per la cronaca gli indagati al 2012 per il buco del dissesto sono 18 e sono chiamati per la richiesta di rinvio a giudizio davanti il GUP il 6 marzo 2013. Quindi,con l’inchiesta iniziata nel 2008 ancora non ci sono i processi, ma solo dopo 5 anni l’udienza davanti al GUP e nel frattempo alcuni reati del dissesto finiranno in prescrizione. Nel frattempo l’ex direttore amministrativo dell’università di Siena Loriano Bigi che figura tra i 18 con pesanti responsabilità nel dissesto, lavora tanquillo al ministero del Lavoro e nel frattempo l’università di Siena (quindi l’ente danneggiato) ha corrisposto dei soldi con tanto di voto favorevole del cda proprio a Loriano Bigi. E non solo.Tra i 18 c’è anche il responsabile delle procedure delle gare d’appalto dell’università di Siena Carlo Bruni, finito nell’inchiesta proprio per irregolarità nelle gare di appalto. Secondo voi che fa oggi Carlo Bruni? La Fabbro e il Criccaboni l’hanno lasciato come responsabile delle gare d’appalto http://www3.unisi.it/v0/minisito.html?fld=2353
Che cosa accade invece 2011? Nel 2010 parte anche l’inchiesta sulle elezioni irregolari di Riccaboni e infatti l’ex ministro Gelmini ritarda la firma del decreto di nomina ma a un certo punto interviene l’ex rettore di Siena, ex ministro ed ex membro del CSM Luigi Berlinguer e convince la Gelmini a firmare il decreto di nomina. Ricordiamo che Luigi Berlinguer ricopre un ruolo presso il MIUR http://www.cidim.it/cidim/content/314648?id=350005&nc=Comitato%20Nazionale%20per%20l%27apprendimento%20pratico%20della%20musica%20del%20Ministero%20dell%27Istruzione,%20dell%27Universit%C3%A0%20e%20della%20Ricerca
E infatti il 4 novembre 2011 la Gelmini firma. Poi successivamente interrogata dai magistrati proprio sulle elezioni di Riccaboni,la Gelmini dichiara “ se avessi saputo non avrei firmato”. Ma quando ha firmato il decreto di nomina,da ministro, quindi con un atto ufficiale, aveva messo nero su bianco che la nomina era sub-judice. Quindi valido fino a conclusione delle indagini. Le indagini si sono concluse con 10 richieste di rinvio a giudizio, ma il ministro Profumo non ha ancora annullato il decreto di nomina.E chissà perchè??
Nel 2011 Riccaboni riceve una telefonata da un esponente del PD senese Gilberto Madioni (quindi lo stesso partito di Luigi Berlinguer, di Ceccuzzi e Piero Fassino) il quale “gli dice che la situazione si è sbloccata grazie all’intervento decisivo del Prefetto che fa parte dell’area governativa. Critica l’operato del precedente rettore che ha fatto intervenire la magistratura. Le cose andavano gestite all’interno”. In quel periodo il Prefetto di Siena era la Pantalone. Come andavano fatte dall’interno? Speriamo che dalla prefettura giunga velocemente una presa di distanza da questo Gilberto Madioni, anche perché non ci risulta essere il portavoce del Prefetto trasferita.
A rincarare il clima di strani intrallazzi ci pensa l’ex direttore del MIUR Tomasi con un’intercettazione degna di un romanzo criminale.Ecco cosa si dicevano Tomasi e Riccaboni: http://shamael.noblogs.org/?p=6228
Tomasi: Poi è chiaro che lei nel momento che ha l’investitura… provi a sentire, io francamente… lì in Procura dovete vedere voi perché oggi sa com’è. Qui … lì è tutto rischioso. Lì è diventato poco … poco
…
Riccaboni: No, no, no. Su questo la convocazione del Consiglio avverrà immediatamente in maniera tale che possa mettere a regime, diciamo… tutto quanto con la nomina da parte della Fabbro che il nostro Statuto dice previo parere del Consiglio di Amministrazione. Su questo dobbiamo passarci, insomma.
Tomasi: Sì, sì.
Riccaboni: E poi, niente…
Tomasi: Lì, penso, che se non prende in mano la gestione anche la Ines … lì non ne uscite! Perché tra l’altro, guardi: io ho visto quella nota che mi ha portato Focardi l’ultimo giorno sul discorso del Prefetto, dell’accessorio … A parte il fatto che io gli ho detto che io non darò nessun parere e che se dovessero chiedermi un parere, non può che essere contrario perché non è certo … dopo visto che sulla stampa lui dice che ha avuto rassicurazioni dai funzionari, francamente non so quali siano questi funzionari. Ma … lì la partita va presa in mano subito, capisce, dal direttore amministrativo. Se no lei si trova una valanga di … a non finire.
Riccaboni: No, no. Certo.
Tomasi: E questo non è il momento di cedere alle pressioni sindacali … questo è il momento di chiudere le fila e rimboccarsi le maniche, non c’è niente da fare.
Riccaboni: Qui c’è solamente bisogno di questo. C’è bisogno di dare un senso di continuità, di dare tranquillità e andare avanti. Questa vertenza, anche, dell’ateneo è stata gestita molto male perché era già chiusa. Poi è stata ritirata fuori, per motivi demagogici e quindi ha provocato questo ambaradan. Ma insomma… questa è già chiusa, non c’è problema. E comunque con il Direttore Amministrativo questa cosa verrà affrontata in un modo migliore sicuramente.
Tomasi: Sì e poi anche il discorso lì di quella partita … il Prefetto … I prefetti ragionano in un altro modo. Il prefetto ragiona per evitare che la gente vada in piazza. Però, sul piano della sostanza c’hai contro tutti … i colleghi … devi recuperare … non è che puoi … quindi … quell’ipotesi lì è veramente… Comunque, secondo me, adesso dovete avere lo spazio per operare poi speriamo… insomma…”
Che cosa voleva dire Tomasi con quel “li in procura dovete vedere voi…”? E sempre al telefono Tomasi e Riccaboni concordavano di togliere il salario accessorio al personale tecnico amministrativo dell’università. Cosa che poi Riccaboni e Fabbro hanno fatto; caso unico in tutta Italia. E anche qui nessuno interviene?
Arriviamo alla nomina di Ines Fabbro alla direzione dell’università di Siena. L’università aveva bandito una selezione. Poi il fascicolo della selezione è stato sequestrato dalla magistratura. Ma la Fabbro viene nominata su base fiduciaria, pur in presenza del fascicolo sequestrato. E la nomina proprio il rettore Riccaboni che ricopriva il ruolo di presidente della commissione esaminatrice (prima di diventare rettore) della selezione sequestrata alla quale aveva partecipato come concorrente proprio la Fabbro. Solo in Italia possono accadere queste cose. In altre parti d’Europa erano già in galera. A proposito che fine ha fatto quel fascicolo sequestrato?
Ricordiamo che presso la procura di Arezzo è giacente un esposto relativo ai ruoli che Riccaboni ricopriva durante il periodo del dissesto;ruoli di primo piano e inerenti alla gestione finanziaria dell’ateneo (era il controllore).
E del contratto e specificatamente dell’importo del contratto della Fabbro che fine ha fatto l’esposto? E della lettera firmata da Riccaboni e Fabbro per favorire il docente Lorenzo Frediani;lettera piena di abuso d’ufficio, che fine ha fatto l’esposto? Ricordiamo i rapporti tra Frediani e Riccaboni e di quando Frediani (socio di una società privata denominata Astrea) invitava Riccaboni ha fissare appuntamenti con il presidente di MPS Mussari e il vice direttore Antonio Marino. Leggete qui http://shamael.noblogs.org/?p=6404 e leggete qui http://ilsensodellamisura.com/2011/12/31/quando-lo-sciacallaggio-parte-dai-vertici/ e leggete qui http://shamael.noblogs.org/?p=5958.
Dicembre 20th, 2012 — Note redazionali
Collegatevi al blog alle ore 17 di Venerdì 21 dicembre 2012. Ci fanno una pippa i maya …
Dicembre 20th, 2012 — Note redazionali
Per semplicità potevano chiamare l’associazione “Per Mussari” ma hanno optato per chiamarla “53100”. La sede è presso l’ufficio postale o presso la cassetta delle lettere dell’ufficio del Milani?
Sono ritornati alla luce gli uomini del Mussari,quelli che hanno condiviso tutte le scelte di questi ann insieme al Ceccuzzi. E sono ritornati sotto al guida del Masoni e di Andrea Milani.Scende in pista l’avvocato di fiducia degli uomini del groviglio,il mitico viceprincipe del foro Fabio Pisillo (ecco perchè in questi giorni il Masoni criticava molto l’avvocato dell’Eretico, quello che il Masoni chiama “il super avvocato”. Che a nostro avviso è parecchio ma parecchio meglio del viceprincipe).
Tra i membri dell’associazione prefisso postale c’è anche il tosiano docente Marcello Flores. E qui stendiamo un velo pietoso.
Ci mancavano solo i nostalgici del Mussari …
Dicembre 20th, 2012 — Note redazionali
Con sorpresa l’esponente di primo piano del PD senese Bruno Valentini si ritira dalla primarie per il sindaco lanciando pesanti accuse alla gestione per niente democratica del partito attraverso questa intervista radiofonica http://www.antennaradioesse.it/uploads/interviste/2012-12-20-10-49-32-Channel0.mp3
Bruno Valentini nell’intervista evidenzia che la città “è malata” e quindi serve “igiene democratica”. Evidenzia che il meccanismo “inventato per Siena” per le primarie impedisce il confronto e la partecipazione democratica. Poi afferma che è ora di dare voce a chi dissente dalla “cupola” che fino a oggi a governato a Siena.
Infine aggiunge “chi ha governato in questi anni non è più rappresentativo dei senesi”.
Il solito groviglio armonioso che ha distrutto la città,banca e università, impedisce a persone serie come Valentini di partecipare alle primarie.
Ma per i senesi è ora di far perdere il partito di Ceccuzzi e Mussari.
Dicembre 19th, 2012 — Note redazionali
Evvai!! Finalmente un po’ di cultura culturale culturalmente parlando. Lo Sgarbi senese, architetto Andrea Milani,grande idolo della cultura dell’ex assessore Lucia Cresti, presenta l’associazione a sostegno di Franco Ceccuzzi. Un’associazione da trasformare in lista civica fatta di professionisti, quelli del famoso groviglio armonioso.
Ci sarà anche Fabio Giustarini e magari da membro della fondazione MPS ci spiegherà l’operazione Antoneventa. E il Milani ci racconterà i progetti futuri sul Santa Maria della Scala.
Wuaoooo!!! Sono eccitata all’idea!!!
Dicembre 19th, 2012 — Note redazionali
Come sono andate le cose a Siena negli ultimi anni e del sodalizio totale tra Ceccuzzi e Mussari lo sappiamo bene noi senesi. E siamo ancora svegli per ricordarci tutte le responsabilità politiche del Ceccuzzi nella gestione della banca e soprattutto nell’operazione Antoneveneta.Mi ricorda anche quando Ceccuzzi rimproverava quei senesi che contestavano Mussari e le scelte della fondazione. O forse Ceccuzzi ha dimenticato le riunioni di coalizione quando ci diceva di difendere Mussari e la gestione della banca? Io no.
Lunedì mattina incontro un amico che mi chiedi di accompagnarlo la sera all’iniziativa pubblica di Ceccuzzi che con coraggio inaudito ha parlato di banca. Io ho accettato. La sera mentre mi recavo all’iniziativa incontro un’amica che mi confida che Franco Masoni e Enrico Pinto sono iperattivi per cercare proseliti per Ceccuzzi. Sicuramente il Masoni ha un bel ricordo del periodo Mussari-Ceccuzzi. Ma il Pinto e il Masoni sono proprio sicuri che Ceccuzzi ritornerà in Comune?
Arrivo all’iniziativa, ci trovo i soliti fedelissimi del Ceccuzzi ma anche diversa gente che attendeva di chiedere alcune cose all’ex sindaco e amico di Mussari. Quando hanno chiesto a Ceccuzzi lumi sull’Antonveneta,l’ex sindaco completamente imbarazzato ha trovato il modo di glissare e non rispondere.
Ma la circostanza che mi ha lasciato perplesso è stata quando si è alzato a parlare,ovviamente in funzione di favore a Ceccuzzi, un dirigente della banca Monte dei Paschi. Chi era questo dirigente? Il mio amico mi risponde subito. E’ il Responsabile Servizio Organizzazione Processi Strutture Centrali di banca MPS,un certo Leandro Cini. Uno di quei dirigenti fedelissimi del Mussari. E ovviamente non poteva mancare all’inziativa del maggiore sponsor di Mussari.Quindi all’iniziativa di Ceccuzzi.La famosa divisione tra banca e politica.
Vediamo di cambiare in questa città,per il bene di tutti e per un futuro di serenità.
Un ex elettore ed ex dirigente del centrosinistra senese
Dicembre 18th, 2012 — Note redazionali
Oggi il Bisi in versione Crudelia Demon ha messo nelle fotine della carica dei 101 la faccia del Criccaboni e il Bisi sempre con la sua faccia tosta si ostina ad affermare che il risanamento va avanti. Con 46 milioni di disavanzo. Non merita nemmeno piu’ attaccarlo il Bisi, ci ispira solo tenerezza.
Ma l’uscita migliore rimane quella del Criccaboni. Lo scienziato delle bugie in più occasioni private ha affermato riferendosi alla Fabbro “una campionessa come la Fabbro è invidiata da tutto il mondo; Ines è come l’allenatore del Real Madrid”. Per caso quel Brunello buttato nelle fogne è finito dalle parti del rettorato? Così, come curiosità scientifica.
E non solo. Secondo Il Criccaboni la condanna della Corte dei Conti della Fabbro è una multa. Qualche docente di giurisprudenza, oppure il viceprincipe del foro Pisillo, spieghi al Criccaboni che quella condanna è una condanna e non una multa. E che la Corte dei conti, essendo MAGISTRATURA contabile, emette delle sentenze, di assoluzione o condanna, ma sentenze.
Avete capito? La Fabbro è come l’allenatore del Real Madrid. Pagata è pagata bene, anzi ha riscosso più di quello che prevedeva la legge. In quanto a risultati, forse è il caso che il vero allenatore del Real Madrid si aggrappi a qualche corno o oggetto metallico.
A proposito, che rapporti intercorrono tra la Fabbro e i nuovi sindaci revisori dell’ateneo? E quelle cene a Firenze tra la Fabbro e una certa persona della Corte dei Conti di Firenze (sappiamo tutto!!!)?
Comunque, siccome ci sono troppe commistioni e imbarazzanti omissioni, nei prossimi giorni tireremo fuori tutta la vicenda e gli intrecci politici in merito a questa storia già accennata tempo fa http://shamael.noblogs.org/?p=4888
P.S. Da oggi si cambia musica. Ora ci occupiamo delle protezioni e dei protettori della cricca.