Conferenza stampa per gli Auguri di Buone Feste: quando le autorità dello Stato Italiano tollerano comportamenti e situazioni fuori dalle norme.Intrecci,omissioni e dissesti di un paese in declino. E a pagare sono sempre i cittadini che non hanno colpe. Uno scandalo a cielo aperto

Prima di addentrarci nei meandri di questa brutta pagina per lo Stato Italiano rivolgiamo i nostri migliori Auguri di Buone Feste a tutti colo che soffrono la crisi e i disagi dei disastri gestionali. Sinceri Auguri con la speranza di uscire da questa situazione recuperando quei valori e quelle certezze di una società civile.
Le cronache degli ultimi giorni ci raccontano degli aiuti dello Stato Italiano con i famosi Monti bond alla banca MPS. Una ex solida banca messa in ginocchio da una pessima gestione e dall’operazione Antonveneta http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/non-tornano-i-conti-sulla-sconsiderata-operazione-che-ha-portato-il-monte-dei-paschi-47895.htm . Una gestione operativa e politica sotto la guida di esponenti del PD come Mussari e Ceccuzzi. Di oggi poi la notizia dell’arrivo dell’ufficiale giudiziario presso la sede di Antonveneta http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/1-immaginate-di-avere-un-paio-di-conti-correnti-immaginate-che-la-vostra-banca-48445.htm.
Ma ad anticipare il disastro gestionale di questa classe politica,ovviamente tollerata e in alcuni casi assecondata da istituzioni dello Stato, ci avevano pensato quelli che hanno dissestato l’ateneo senese per ben oltre 200 milioni di euro (significativoper capire gli atti banditeschi dentro un ente pubblico come l’università sono gli oltre 11 milioni di euro di spese non autorizzate). Che cosa caratterizza le vicende di MPS e dell’ateneo? Innanzitutto lo stesso gruppo politico e in secondo luogo, una gestione senza controllo e basata sull’assoluta intoccabilità. E infatti di fronte alle numerose denunce pubbliche durane i periodi dei dissesti, le autorità dello Stato erano assenti. Non sono congetture ma dati di fatto. Ci scusiamo fin da subito ma non possiamo essere brevi e quindi vi chiediamo la cortesia di leggere tutto con attenzione e senza fretta.
A tutt’oggi nessuno dei responsabili del dissesto dell’università e dei danni creati alla banca MPS sta pagando per gli atti compiuti. A pagare le colpe sono rimasti i dipendenti della banca e dell’università e ovviamente le due ex prestigiose istituzioni senesi. Eppurei reati erano e sono sotto gli occhi di tutti,dei magistrati in primis. E anche i tempi di eventuali interventi sono importanti; perchè più passa il tempo più pesanti e immorali sono i danni nei confronti di coloro che non hanno colpe. Questa è la situazione alla data del 21 dicembre 2012. Ancora una parentesi chiarificatrice sul come proseguono i vari intrecci come se niente fosse successo. I vertici dell’ateneo, ed esattamente il rettore eletto con elezioni irregolari (ma sempre al suo posto) e il direttore amministrativo con una condanna dalla Corte dei Conti per danno erariale (in uno Stato serio chi è che chiama una condannata per danno erariale per gestire un’università piena di reati per danno erariale?) non hanno nessun piano di risanamento e inoltre sono responsabili di alcuni reati e cattiva amministrazione. E tra i membri del cda dell’università c’era e c’è anche un membro in rappresentanza della banca MPS. Oggi che cosa si sono inventati in banca e nell’università? La banca MPS ha sottoscritto con i vertici dell’ateneo una convenzione per affidare agli esperti dell’ateneo la consulenza sulla due diligence. E nel contempo i vertici dell’ateneo stanno chiedendo il congelamento delle rate dei mutui con la banca MPS perchè sono senza liquidità. Avete capito? La banca che deve recuperare per i danni subiti dalla passata gestione firma una convenzione per la due diligence a coloro che non sono in grado di risanare un ente e infatti sono costretti a ricorrere al congelamento delle rate dei mutui. Ma qui come ha scritto ieri il professore Giovanni Grasso ci troviamo di fronte a un nuovo danno erariale per l’università come si evince qui http://ilsensodellamisura.com/2012/12/20/domani-il-cda-dellateneo-senese-approvera-un-altro-danno-erariale-di-sedici-milioni-deuro/ . Qui ci sono i numeri della situazione finanziaria dell’ateneo e ci chiediamo: la banca e a questo punto anche lo Stato tramite il governo come possono pensare di assecondare il fallimento gestionale di Riccaboni e Fabbro http://shamael.noblogs.org/?p=6598?
Non solo il MIUR guidata da Francesco Profumo aveva il dovere di annullare il decreto di nomina di Riccaboni, ma stante la situazione finanziaria correva l’obbligo del commissariamento. In quale paese normale si lascia gestire un ente pubblico che approva provvedimenti di natura finanziaria in presenza di parere negativo dei revisori dei conti? E come mai la magistatura non ha ancora provveduto a interdire i vertici dell’ateneo, Riccaboni e Fabbro?
E qui apriamo il capitolo degli intrecci e delle strane, non tanto, coincidenze. Nel 2010 Riccaboni parlando con un suo collega si lasciò andare a questa affermazione: “Le inchieste finiranno tutte in una bolla di sapone”. La signora Ines Fabbro in più occasione ha affermato: “Io sono intoccabile, ho amici potenti e sono amica di Piero Fassino, il quale frequentava spesso casa mia e io con queste amicizie posso arrivare dove mi pare, in Comune, in Provincia e anche dal Presidente Rossi a Firenze”. A parte che dal Presidente Rossi ci possiamo arrivare anche noi in autobus o in macchina o in treno da Siena a Firenze; ma a parte questo che discorsi sono questi? Riccaboni e Fabbro occupano dei ruoli in un ente pubblico e teoricamente ci sono delle leggi e delle procedure che regolano la vita in un ente pubblico. Ma siccome la condannata della Corte dei Conti insiste, allora approfondiamo le sue amicizie. Partiamo da quelle politiche per capire perchè la Fabbro è stata chiamata a Siena e poi parliamo della sua amicizia con Donato Firrao, docente del Politecnico di Torino, padre dell’ex sostituto procuratore di Siena Francesca Firrao. Senza dimenticarci che il ministro Profumo era rettore del Politecnico di Torino.
Il marito di Ines Fabbro si chiamava Pietro Verzelletti (scomparso prematuramente) ed era presidente della Banec, la banca della Lega delle Cooperative. Per questa vicenda vi riportiamo gli estratti di un articolo del 1992 del quotidiano La Repubblica: “Unifin, la finanziaria di controllo di Unipol e holding degli affari della Lega, ha accusato perdite per 28 miliardi e 600 milioni, Unipol che resta il gioiello di famiglia ed è in buon attivo avrà bisogno a breve di una ricapitalizzazione dopo quella già avvenuta nei mesi scorsi, Fincooper raccoglie tanti soldi ma ha utili risicati e infine è venuta la brutta batosta di Banec, la banca della Lega. Dopo quattro anni di stentata esistenza si trova con un buco nei conti che le stime più ottimistiche fanno assommare a 35 miliardi. In tempi di ristrettezze per tutto il sistema Lega (il presidente Giancarlo Pasquini è costretto ad annunciare tagli di personale nella struttura politico-sindacale nazionale perché i soldi non bastano a pagare gli stipendi a tutti i funzionari) non c’ è da stare allegri tant’ è che per la prossima settimana è già in programma a Roma una riunione ad altissimo livello e super riservata tra i dirigenti della Lega delle regioni dove le coop contano di più (Emilia, Toscana, Lazio) e i responsabili delle aziende finanziarie della galassia rossa. Ordine del giorno bartaliano: l’è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare. E da quel che si capisce lo scontro sulle faccende della finanza della Lega rischia di trasformarsi in un nuovo potente e sotterraneo braccio di ferro per il potere, quasi una riedizione della tormentata successione a Lanfranco Turci al termine della quale l’ ha spuntata Giancarlo Pasquini, uomo di finanza, in dispetto ad una parte delle potentissime coop di consumo (supermercati) che sono però anche l’ufficiale pagatore della Lega. E il canovaccio sul quale si recita il “dramma” della finanza è rimasto lo stesso: da una parte chi crede nella finanza come settore autonomo, dall’ altra chi la vuole come servizio. A riaccendere lo scontro è stata proprio la disavventura della Banec presieduta fin dalla fondazione, nell’ 87, da Pietro Verzelletti, già consigliere del San Paolo di Torino, intimo di Diego Novelli, esperto di finanza prima del Pci e poi del Pds dove è considerato uno dei “maitres a penser” dell’ ala migliorista, e soprattutto l’ ingegnere della finanza rossa in versione Turci. Verzelletti aveva promesso per la Banec un rapido sviluppo. A conti fatti la banca, che ha sede in un palazzo di proprietà Unipol davanti alla stazione di Bologna, si trova con 6 sportelli, 400 miliardi di raccolta indiretta, 135 miliardi di raccolta diretta, un utile (bilancio ‘ 91) di mezzo miliardo e ora ha un grande futuro dietro le spalle. La situazione è precipitata a giugno quando la dirigenza della banca si è accorta che con le operazioni in titoli effettuate continuava a perdere. Il rimedio è stato tentare operazioni d’ indebitamento in valuta per lucrare sul differenziale d’ interessi tra lira e marco. L’ ipertrofia della moneta tedesca ha finito per strangolare del tutto la banca. Risultato: il 14 ottobre scorso Pietro Verzelletti ha annunciato le dimissioni da presidente, con lui sono usciti il direttore generale Gilberto Sbrighi e il tesoriere Stefano Rivalta. Verzelletti ha fatto capire: me ne vado vittima innocente. In consiglio di amministrazione non ha trovato uno straccio di solidarietà, anzi è partita un’ ispezione per vedere se presidente, direttore generale e tesoriere non abbiano responsabilità che da semplice negligenza si siano trasformate in violazioni ai codici. I conti non sono ancora stati fatti del tutto ma si sa che solo a causa delle operazioni in titoli la banca dovrà accusare un passivo di 15-17 miliardi; per le operazioni in futures la perdita stimata va da altri 16 miliardi fino a possibili 30 miliardi. Un buco pesantissimo che costringerà la banca ad una ricapitalizzazione per 50 miliardi come minimo. E a corollario di tutto ciò si fa notare che le operazioni svolte dalla dirigenza Banec hanno travalicato di cinque, sei volte quanto autorizzato dal consiglio di amministrazione: 800 miliardi contro 140. Un consigliere d’ amministrazione in questi giorni fa notare: “Lì non poteva che finire così, gestivano la banca come una finanziaria: così non può durare”. Qui ci trovate l’articolo integrale http://shamael.noblogs.org/?p=4888.
Dalla lettura dell’articolo viene fuori che Pietro Verzelletti, già consigliere del San Paolo di Torino, intimo di Diego Novelli, esperto di finanza prima del Pci e poi del Pds dove è considerato uno dei “maitres a penser” dell’ ala migliorista”.
Ritorniamo nell’attualità e riprendiamo i personaggi che gravitano a Torino. Prima di essere nominato ministro,Francesco Profumo era rettore del Politecnico di Torino, dove tra i docenti figura Donato Firraohttp://www.swas.polito.it/rubrica/scheda_pers.asp?matricola=000438 .E il sindaco di Torino è Piero Fassino.Dal 1997 al 2000 Ines Fabbro è stata presidente del Nucleo di Valutazione del Politecnico di Torino e nel 2007 è stata indicata dalla Fondazione Bancaria Compagnia di San Paolo quale rappresentante nel Consiglio Direttivo della Human Genetics Foundation (HuGeF) di Torino. Il marito della Fabbro è stato consigliere del San Paolo di Torino. Poi la signora Fabbro ha ricoperto il ruolo di direttore amministrativo all’università di Bologna e in quel periodo si è beccata la condanna dalla Corte dei Conti. Fin qui sono chiari i rapporti con una certa area politica, con il ministro Profumo e con il docente Donato Firrao? Diciamo di sì.Ora ritorniamo a Siena e precisamente all’anno 2008. Nel 2008 presso la Procura della Repubblica di Siena c’era il procuratore Formisano ed è stato proprio lui ad avviare finalmente le indagini sul dissesto dell’università di Siena. Naturalmente bisogna ringraziare per l’ottimo lavoro i Carabinieri e la Guardia di Finanza. Il Dott. Formisano lavora incessantemente e dalle cronache dei giornali di quel periodo emergono notizie di 27 indagati per il buco dell’ateneo. Ma nel 2010 il dott. Formisano va via dalla Procura di Siena e le indagini passano nelle mani dell’ex sostituto procuratore Francesca Firrao (oggi giudice in Piemonte). E qui merita riportare la conversazione tra l’avvocato Vera Benini e il rettore Angelo Riccaboni;siamo nel 2010 e la Benini moglie di un docente dell’università di Siena dice: “L’Avv. VERA BENINI chiama Riccaboni e riprende il discorso interrotto poco prima. Gli rappresenta che, secondo lei, l’attivazione per contrastare la volontà della Ministra è da ricercare in un problema tipo la scuola dei Marescialli, relativa alla vendita di Pontignano. Il problema sarebbe che Focardi ha fatto una promessa, ovviamente senza scrivere nulla, che non può mantenere perché non è stato rieletto come rettore. Il commissario avrebbe invece potuto realizzare la promessa. Al Governo sostanzialmente non interessa nulla né di Focardi né dei debiti dell’Università di Siena. C’è poi l’indagine con 27 indagati tra i quali qualcuno potrebbe dire qualcosa che non deve dire.. Ha comunque fiducia nel P.M. che ha ereditato il fascicolo dal dr. Formisano (6 -11-2010)” http://shamael.noblogs.org/?p=4561.
Leggete attentamente la frase “C’è poi l’indagine con 27 indagati tra i quali qualcuno potrebbe dire qualcosa che non deve dire. Ha comunque fiducia nel P.M. che ha ereditato il fascicolo dal dr. Formisano (6 -11-2010)”. Il PM che aveva ereditato il fascicolo era Francesca Firrao figlia del docente del politecnico di Torino Donato Firrao. Per la cronaca gli indagati al 2012 per il buco del dissesto sono 18 e sono chiamati per la richiesta di rinvio a giudizio davanti il GUP il 6 marzo 2013. Quindi,con l’inchiesta iniziata nel 2008 ancora non ci sono i processi, ma solo dopo 5 anni l’udienza davanti al GUP e nel frattempo alcuni reati del dissesto finiranno in prescrizione. Nel frattempo l’ex direttore amministrativo dell’università di Siena Loriano Bigi che figura tra i 18 con pesanti responsabilità nel dissesto, lavora tanquillo al ministero del Lavoro e nel frattempo l’università di Siena (quindi l’ente danneggiato) ha corrisposto dei soldi con tanto di voto favorevole del cda proprio a Loriano Bigi. E non solo.Tra i 18 c’è anche il responsabile delle procedure delle gare d’appalto dell’università di Siena Carlo Bruni, finito nell’inchiesta proprio per irregolarità nelle gare di appalto. Secondo voi che fa oggi Carlo Bruni? La Fabbro e il Criccaboni l’hanno lasciato come responsabile delle gare d’appalto http://www3.unisi.it/v0/minisito.html?fld=2353

Che cosa accade invece 2011? Nel 2010 parte anche l’inchiesta sulle elezioni irregolari di Riccaboni e infatti l’ex ministro Gelmini ritarda la firma del decreto di nomina ma a un certo punto interviene l’ex rettore di Siena, ex ministro ed ex membro del CSM Luigi Berlinguer e convince la Gelmini a firmare il decreto di nomina. Ricordiamo che Luigi Berlinguer ricopre un ruolo presso il MIUR  http://www.cidim.it/cidim/content/314648?id=350005&nc=Comitato%20Nazionale%20per%20l%27apprendimento%20pratico%20della%20musica%20del%20Ministero%20dell%27Istruzione,%20dell%27Universit%C3%A0%20e%20della%20Ricerca
E infatti il 4 novembre 2011 la Gelmini firma. Poi successivamente interrogata dai magistrati proprio sulle elezioni di Riccaboni,la Gelmini dichiara “ se avessi saputo non avrei firmato”. Ma quando ha firmato il decreto di nomina,da ministro, quindi con un atto ufficiale, aveva messo nero su bianco che la nomina era sub-judice. Quindi valido fino a conclusione delle indagini. Le indagini si sono concluse con 10 richieste di rinvio a giudizio, ma il ministro Profumo non ha ancora annullato il decreto di nomina.E chissà perchè??
Nel 2011 Riccaboni  riceve una telefonata da un esponente del PD senese Gilberto Madioni (quindi lo stesso partito di Luigi Berlinguer, di Ceccuzzi e Piero Fassino) il quale “gli dice che la situazione si è sbloccata grazie all’intervento decisivo del Prefetto che fa parte dell’area governativa. Critica l’operato del precedente rettore che ha fatto intervenire la magistratura. Le cose andavano gestite all’interno”. In quel periodo il Prefetto di Siena era la Pantalone. Come andavano fatte dall’interno? Speriamo che dalla prefettura giunga velocemente una presa di distanza da questo Gilberto Madioni, anche perché non ci risulta essere il portavoce del Prefetto trasferita.
A rincarare il clima di strani intrallazzi ci pensa l’ex direttore del MIUR Tomasi con un’intercettazione degna di un romanzo criminale.Ecco cosa si dicevano Tomasi e Riccaboni: http://shamael.noblogs.org/?p=6228


Tomasi: Poi è chiaro che lei nel momento che ha l’investitura… provi a sentire, io francamente… lì in Procura dovete vedere voi perché oggi sa com’è. Qui … lì è tutto rischioso. Lì è diventato poco … poco


Riccaboni: No, no, no. Su questo la convocazione del Consiglio avverrà immediatamente in maniera tale che possa mettere a regime, diciamo… tutto quanto con la nomina da parte della Fabbro che il nostro Statuto dice previo parere del Consiglio di Amministrazione. Su questo dobbiamo passarci, insomma.


Tomasi: Sì, sì.


Riccaboni: E poi, niente…


Tomasi: Lì, penso, che se non prende in mano la gestione anche la Ines … lì non ne uscite! Perché tra l’altro, guardi: io ho visto quella nota che mi ha portato Focardi l’ultimo giorno sul discorso del Prefetto, dell’accessorio … A parte il fatto che io gli ho detto che io non darò nessun parere e che se dovessero chiedermi un parere, non può che essere contrario perché non è certo … dopo visto che sulla stampa lui dice che ha avuto rassicurazioni dai funzionari, francamente non so quali siano questi funzionari. Ma … lì la partita va presa in mano subito, capisce, dal direttore amministrativo. Se no lei si trova una valanga di … a non finire.


Riccaboni: No, no. Certo.


TomasiE questo non è il momento di cedere alle pressioni sindacali … questo è il momento di chiudere le fila e rimboccarsi le maniche, non c’è niente da fare.


Riccaboni: Qui c’è solamente bisogno di questo. C’è bisogno di dare un senso di continuità, di dare tranquillità e andare avanti. Questa vertenza, anche, dell’ateneo è stata gestita molto male perché era già chiusa. Poi è stata ritirata fuori, per motivi demagogici e quindi ha provocato questo ambaradan. Ma insomma… questa è già chiusa, non c’è problema. E comunque con il Direttore Amministrativo questa cosa verrà affrontata in un modo migliore sicuramente.


Tomasi: Sì e poi anche il discorso lì di quella partita … il Prefetto … I prefetti ragionano in un altro modo. Il prefetto ragiona per evitare che la gente vada in piazza. Però, sul piano della sostanza c’hai contro tutti … i colleghi … devi recuperare … non è che puoi … quindi … quell’ipotesi lì è veramente… Comunque, secondo me, adesso dovete avere lo spazio per operare poi speriamo… insomma…”


Che cosa voleva dire Tomasi con quel “li in procura dovete vedere voi…”? E sempre al telefono Tomasi e Riccaboni concordavano di togliere il salario accessorio al personale tecnico amministrativo dell’università. Cosa che poi Riccaboni e Fabbro hanno fatto; caso unico in tutta Italia. E anche qui nessuno interviene?
Arriviamo alla nomina di Ines Fabbro alla direzione dell’università di Siena. L’università aveva bandito una selezione. Poi il fascicolo della selezione è stato sequestrato dalla magistratura. Ma la Fabbro viene nominata su base fiduciaria, pur in presenza del fascicolo sequestrato. E la nomina proprio il rettore Riccaboni che ricopriva il ruolo di presidente della commissione esaminatrice (prima di diventare rettore) della selezione sequestrata alla quale aveva partecipato come concorrente proprio la Fabbro. Solo in Italia possono accadere queste cose. In altre parti d’Europa erano già in galera. A proposito che fine ha fatto quel fascicolo sequestrato?
Ricordiamo che presso la procura di Arezzo è giacente un esposto relativo ai ruoli che Riccaboni ricopriva durante il periodo del dissesto;ruoli di primo piano e inerenti alla gestione finanziaria dell’ateneo (era il controllore).
E del contratto e specificatamente dell’importo del contratto della Fabbro che fine ha fatto l’esposto? E della lettera firmata da Riccaboni e Fabbro per favorire il docente Lorenzo Frediani;lettera piena di abuso d’ufficio, che fine ha fatto l’esposto? Ricordiamo i rapporti tra Frediani e Riccaboni e di quando Frediani (socio di una società privata denominata Astrea) invitava Riccaboni ha fissare appuntamenti con il presidente di MPS Mussari e il vice direttore Antonio Marino. Leggete qui http://shamael.noblogs.org/?p=6404 e leggete qui http://ilsensodellamisura.com/2011/12/31/quando-lo-sciacallaggio-parte-dai-vertici/ e leggete qui http://shamael.noblogs.org/?p=5958.

Comunicazione urgente!!! La redazione di Fratello Illuminato invita le seguenti autorità (Ministro della Giustizia, Presidente del CSM, Ministro Profumo, Presidente della Corte dei Conti, Procuratore Generale della Toscana), tutti gli organi d’informazione e i blogs italiani, alla Conferenza Stampa di Venerdì 21 dicembre alle ore 17:00. Facciamo scoppiare uno scandalo di portata nazionale, ovviamente con documenti pubblicabili!!!

Collegatevi al blog alle ore 17 di Venerdì 21 dicembre 2012. Ci fanno una pippa i maya …

Ora non si trema!!! Il viceprincipe del foro Fabio Pisillo scende in pista con Franco Masoni, Andrea Milani e il tosiano Marcello Flores

Per semplicità potevano chiamare l’associazione “Per Mussari” ma hanno optato per chiamarla “53100”. La sede è presso l’ufficio postale o presso la cassetta delle lettere dell’ufficio del Milani?
Sono ritornati alla luce gli uomini del Mussari,quelli che hanno condiviso tutte le scelte di questi ann insieme al Ceccuzzi. E sono ritornati sotto al guida del Masoni e di Andrea Milani.Scende in pista l’avvocato di fiducia degli uomini del groviglio,il mitico viceprincipe del foro Fabio Pisillo (ecco perchè in questi giorni il Masoni criticava molto l’avvocato dell’Eretico, quello che il Masoni chiama “il super avvocato”. Che a nostro avviso è parecchio ma parecchio meglio del viceprincipe).
Tra i membri dell’associazione prefisso postale c’è anche il tosiano docente Marcello Flores. E qui stendiamo un velo pietoso.
Ci mancavano solo i nostalgici del Mussari …

Bruno Valentini esponente di primo piano del PD senese si ritira dalle primarie per colpa di un regolamento “astruso” per il sindaco di Siena. In Bulgaria erano meno ciechi.La gestione Manciulli-Ceccuzzi del PD in Toscana si sta rivelando fallimentare.Anche il Montesquieu di Pontedera che parla spesso di partecipazione si ritrova con i bulgari? Ma per i senesi è ora di far perdere il partito di Ceccuzzi e Mussari

Con sorpresa l’esponente di primo piano del PD senese Bruno Valentini si ritira dalla primarie per il sindaco lanciando pesanti accuse alla gestione per niente democratica del partito attraverso questa intervista radiofonica http://www.antennaradioesse.it/uploads/interviste/2012-12-20-10-49-32-Channel0.mp3
Bruno Valentini nell’intervista evidenzia che la città “è malata” e quindi serve “igiene democratica”. Evidenzia che il meccanismo “inventato per Siena” per le primarie impedisce il confronto e la partecipazione democratica. Poi afferma che è ora di dare voce a chi dissente dalla “cupola” che fino a oggi a governato a Siena.
Infine aggiunge “chi ha governato in questi anni non è più rappresentativo dei senesi”.
Il solito groviglio armonioso che ha distrutto la città,banca e università, impedisce a persone serie come Valentini di partecipare alle primarie.

Ma per i senesi è ora di far perdere il partito di Ceccuzzi e Mussari.

Ester Cicala. Fermi tutti!!! Domani giornata mondiale della cultura: il culturale Andrea Milani insieme al Giustarini presentano l’associazione a sostegno del Ceccuzzi

Evvai!! Finalmente un po’ di cultura culturale culturalmente parlando. Lo Sgarbi senese, architetto Andrea Milani,grande idolo della cultura dell’ex assessore Lucia Cresti, presenta l’associazione a sostegno di Franco Ceccuzzi. Un’associazione da trasformare in lista civica fatta di professionisti, quelli del famoso groviglio armonioso.
Ci sarà anche Fabio Giustarini e magari da membro della fondazione MPS ci spiegherà l’operazione Antoneventa. E il Milani ci racconterà i progetti futuri sul Santa Maria della Scala.
Wuaoooo!!! Sono eccitata all’idea!!!

Riceviamo e pubblichiamo. Ma quel dirigente della banca che si è alzato per dare man forte a Ceccuzzi….

Come sono andate le cose a Siena negli ultimi anni e del sodalizio totale tra Ceccuzzi e Mussari lo sappiamo bene noi senesi. E siamo ancora svegli per ricordarci tutte le responsabilità politiche del Ceccuzzi nella gestione della banca e soprattutto nell’operazione Antoneveneta.Mi ricorda anche quando Ceccuzzi rimproverava quei senesi che contestavano Mussari e le scelte della fondazione. O forse Ceccuzzi ha dimenticato le riunioni di coalizione quando ci diceva di difendere Mussari e la gestione della banca? Io no.
Lunedì mattina incontro un amico che mi chiedi di accompagnarlo la sera all’iniziativa pubblica di Ceccuzzi che con coraggio inaudito ha parlato di banca. Io ho accettato. La sera mentre mi recavo all’iniziativa incontro un’amica che mi confida che Franco Masoni e Enrico Pinto sono iperattivi per cercare proseliti per Ceccuzzi. Sicuramente il Masoni ha un bel ricordo del periodo Mussari-Ceccuzzi. Ma il Pinto e il Masoni sono proprio sicuri che Ceccuzzi ritornerà in Comune?
Arrivo all’iniziativa, ci trovo i soliti fedelissimi del Ceccuzzi ma anche diversa gente che attendeva di chiedere alcune cose all’ex sindaco e amico di Mussari. Quando hanno chiesto a Ceccuzzi lumi sull’Antonveneta,l’ex sindaco completamente imbarazzato ha trovato il modo di glissare e non rispondere.
Ma la circostanza che mi ha lasciato perplesso è stata quando si è alzato a parlare,ovviamente in funzione di favore a Ceccuzzi, un dirigente della banca Monte dei Paschi. Chi era questo dirigente? Il mio amico mi risponde subito. E’ il Responsabile Servizio Organizzazione Processi Strutture Centrali di banca MPS,un certo Leandro Cini. Uno di quei dirigenti fedelissimi del Mussari. E ovviamente non poteva mancare all’inziativa del maggiore sponsor di Mussari.Quindi all’iniziativa di Ceccuzzi.La famosa divisione tra banca e politica.
Vediamo di cambiare in questa città,per il bene di tutti e per un futuro di serenità.

Un ex elettore ed ex dirigente del centrosinistra senese

Vai avanti cretino che a noi ci scappa da ridere. “La Fabbro come l’allenatore del Real Madrid”. Il ritorno di Crudelia Demon che fantastica sul presunto piano di risanamento. E una vecchia storia che potrebbe alzare un polverone politico

Oggi il Bisi in versione Crudelia Demon ha messo nelle fotine della carica dei 101 la faccia del Criccaboni e il Bisi sempre con la sua faccia tosta si ostina ad affermare che il risanamento va avanti. Con 46 milioni di disavanzo. Non merita nemmeno piu’ attaccarlo il Bisi, ci ispira solo tenerezza.
Ma l’uscita migliore rimane quella del Criccaboni. Lo scienziato delle bugie in più occasioni private ha affermato riferendosi alla Fabbro “una campionessa come la Fabbro è invidiata da tutto il mondo; Ines è come l’allenatore del Real Madrid”. Per caso quel Brunello buttato nelle fogne è finito dalle parti del rettorato? Così, come curiosità scientifica.
E non solo. Secondo Il Criccaboni la condanna della Corte dei Conti della Fabbro è una multa. Qualche docente di giurisprudenza, oppure il viceprincipe del foro Pisillo, spieghi al Criccaboni che quella condanna è una condanna e non una multa. E che la Corte dei conti, essendo MAGISTRATURA contabile, emette delle sentenze, di assoluzione o condanna, ma sentenze.
Avete capito? La Fabbro è come l’allenatore del Real Madrid. Pagata è pagata bene, anzi ha riscosso più di quello che prevedeva la legge. In quanto a risultati, forse è il caso che il vero allenatore del Real Madrid si aggrappi a qualche corno o oggetto metallico.
A proposito, che rapporti intercorrono tra la Fabbro e i nuovi sindaci revisori dell’ateneo? E quelle cene a Firenze tra la Fabbro e una certa persona della Corte dei Conti di Firenze (sappiamo tutto!!!)?
Comunque, siccome ci sono troppe commistioni e imbarazzanti omissioni, nei prossimi giorni tireremo fuori tutta la vicenda e gli intrecci politici in merito a questa storia già accennata tempo fa http://shamael.noblogs.org/?p=4888

P.S. Da oggi si cambia musica. Ora ci occupiamo delle protezioni e dei protettori della cricca.

Vai avanti cretino che a noi ci scappa da ridere. L’università di Siena ridotto a un colabrodo gestionale.Oltre 46 milioni di euro di disavanzo.E la condannata dalla Corte dei Conti Ines Fabbro si vanta di essere amica dei nuovi sindaci revisori

Siamo sempre più convinti di quello che andiamo dicendo da mesi: chi ha dissestato e chi continua a commettere illegalità dentro l’ateneo meritava e merita la galera. E politici come Ceccuzzi che continuano ad affermare che c’è un piano di risanamento dell’ateneo meritano una pernacchia. Cosa avrebbe risanato quel bugiardo di Criccaboni? Una beata minchia!!! Ecco i conti della situazione presunta di amministrazione al 31.12.2012

Fondo cassa presunto al 31/12/2012 € -34.324.690,04

Disavanzo di Amministrazione presunto al 31/12/2012  € -46.666.796,00

E per il 2013? Si prevedono una ventina di milioni di disavanzo d’esercizio!!!

E del famoso contratto della Fabbro, considerato che questa incompetente si è portata a casa soldi di stipendio che non le spettavano? E dei traffici con Astrea e le lettere abusive a favore di Lorenzo Frediani? A febbraio ci sarà l’udienza per le elezioni irregolari del Criccaboni. Vogliamo parlare della conversazione tra l’ex direttore del MIUR che diceva a Criccaboni “lì in procura pensateci voi”?

Che cosa aspettano i dipendenti, i docenti e gli studenti a mandar via questi due impostori gestionali dall’ateneo?

E le forze politiche e sociali quanto ancora resteranno con la testa sotto la sabbia?
Noi vogliamo il bene dell’ateneo e per ottenerlo via subito i banditi che l’hanno dissestata e questi due incompetenti, Criccaboni e Fabbro. E poi come sarebbe questa voce che circola, secondo la quale la maestrina Ines Fabbro avrebbe affermato che i nuovi sindaci revisori dell’ateneo sono suoi amici e quindi una forma di intesa si troverà sicuramente?
Dove sarebbe la differenza con Chicago anni ’30?

Una ricetta al giorno: Antipasto di prosciutto e carciofi

Ingredienti per 4 persone

8 fondi di carciofo

100 g di prosciutto crudo

100 g di grissini all?acqua

80 g di burro

1 cucchiaio di farina

1 dl di panna

1/4 di l di latte

succo di 1 limone

sale

pepe

Preparate una besciamella piuttosto liquida: fate fondere in una casseruola 20 g di burro; quando sarà ben dorato unite la farina, mescolando bene, e fatela tostare fino a quando assumerà un colore nocciola chiaro. Aggiungete quindi il latte caldo e una presa di sale.
Fate bollire a fuoco dolce sempre mescolando; eliminate tutti i grumi che si verranno a formare schiacciandoli con il dorso del cucchiaio contro le pareti della casseruola. Continuate la cottura fino a quando la crema sarà densa e omogenea. Togliete dal fuoco e fate raffreddare. Unite quindi la panna.
Fate lessare a metà cottura i fondi di carciofo in acqua acidulata con il succo di limone e salata. Scolateli e fateli saltare in una noce di burro portandoli a cottura. Salateli e pepateli. Passate al setaccio i fondi di carciofo versandoli in una terrina.
Unite al passato freddo di carciofi la besciamella e mescolate bene, quindi fate raffreddare completamente. Incorporate il burro restante a fiocchetti, lavorando il tutto fino a ottenere una crema spumosa. Versate la mousse di carciofi in una ciotola da portata o in singole ciotoline, e accompagnatela con i grissini su cui avrete arrotolato le fette di prosciutto crudo.

Una ricetta al giorno: Arrosto di carne alle noci

Ingredienti per 6 persone

1 Kg. di Noce di Vitello

100 Cl di latte

100 G. di prosciutto

75 G. di Gherigli di Noci

50 G. di Burro

1 cucchiaio di brodo

Sale

Rosolare la carne nel burro, unire il prosciutto tritato, salare e coprire con il latte bollente. Abbassare la fiamma e cuocere a fuoco medio, coperto, per circa 1 ora. Aggiungere le noci tritate e proseguire la cottura per ancora 1 ora. Passare al setaccio il fondo di cottura, rimetterlo in pentola con 1 cucchiaio di brodo e scaldarlo. Tagliare la carne a fette e servirla coperta dal sugo ben caldo.