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Novembre 19th, 2012 — Note redazionali
Un riassuntino delle puntate precedenti compresa la famosa cena del 2006 a Salerno alla presenza di Franco Ceccuzzi e Giuseppe Mussari insieme a quelli del crac. E i finanziamenti delle banche, MPS compresa http://shamael.noblogs.org/?p=6383; http://shamael.noblogs.org/?p=6367
Aggiornamento alla data del 16 novembre 2012.
In data 16 novembre 2012 si è svolta davanti al GUP Franco Attilio Orio del Tribunale di Salerno la prima parte dell’udienza premilinare per il crac dell’ex pastificio Amato.All’udienza si sono costituite parte civile le curatele del “Pastificio Amato Spa” e di “Amato Re” (come dovrebbero fare anche gli enti pubblici e la banca MPS nei futuri processi al tribunale di Siena).
Il Pm Vincenzo Senatore presente in aula ha chiesto il processo per tutti gli imputati. Gli avvocati della difesa hanno chiesto il rito alternativo. Il PM si è dichiarato favorevole alle richieste di patteggiamento per Giuseppe Amato junior (tre anni e sei mesi la proposta di patteggiamento), per Mario Del Mese (due anni e dieci mesi),per Antonio Amato (tre anni) per Antonio Amato junior (un anno e undici mesi). Mentre il PM si è opposto alle proposte di patteggiamento proposte per Simone Labonia e Antonio Anastasio. L’ex collega di Ceccuzzi in parlamento, Paolo Del Mese (sempre agli arresti domiciliari) non era presente in aula e ancora non abbiamo novità sul suo futuro giudiziario. Gli altri imputati si sono opposti al rinvio a giudizio e hanno optato per il rito ordinario. In totale, per ora, gli imputati per il crac sono 33.
La prossima udienza è stata fissata per il 23 novembre 2012. Al Tribunale di Salerno PM e giudici lavorano e anche alla svelta.
Novembre 19th, 2012 — Note redazionali
Prima di raccontarvi il resoconto di una mail che una nostra lettrice aveva inviato (e noi sbadatamente non l’avevamo letta fino a ieri sera) agli Uffici di Cesare Mori, riportiamo la descrizione del reato di abuso d’ufficio previsto dalla legislazione italiana.
Reato di abuso d’ufficio: “Si ha il reato di abuso d’ufficio quando un pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio, nell’esercizio delle sue funzioni produce un danno o un vantaggio patrimoniale che è in contrasto con le norme di legge o di regolamento. Il bene giuridico tutelato è il buon andamento e l’imparzialità della Pubblica amministrazione, oltre alla trasparenza dell’azione amministrativa”. Per la cronaca un rettore e un direttore amministrativo di un’università nell’esercizio dei loro uffici sono due pubblici ufficiali.
Detto questo passiamo alla mail.
Ci scrive la lettrice: “Ho seguito sul vostro blog la storia di quella società Astrea, e se non erro il docente di economia dell’università Frediani Lorenzo è un socio. Poi ho letto quelle intercettazioni pubblicate dal prof. Grasso sul senso della misura e finalmente tutto è risultato più chiaro”.
Per la cronaca ecco i link ai quali si riferisce la lettrice: http://ilsensodellamisura.com/2011/12/31/quando-lo-sciacallaggio-parte-dai-vertici/ ; http://shamael.noblogs.org/?p=6037 ; http://shamael.noblogs.org/?p=5958
Riprendiamo il testo della mail della lettrice.
“Alcuni giorni antecedenti la data del bando per la vendita del Palazzo Bandini Piccolomini http://shamael.noblogs.org/?p=5958 di proprietà dell’università di Siena,di ritorno da Via T.Pendola in direzione Costarella, ho incrociato,ed esattamente all’ingresso del bar di Via di Città subito dopo la l’ufficio postale,ma sul lato opposto della posta, 4 persone. Ho riconosciuto solo tre dei quattro soggetti: due responsabili dell’ufficio tecnico dell’università di Siena e il mio ex (ex di facoltà non mio di corso) docente di economia Lorenzo Frediani. I tre erano impegnati con la lettura di documenti dell’ufficio tecnico e non ho ben capito se uscivano da una riunione o se ci stavano andando. Mi ha colpito la padronanza del docente Lorenzo Frediani con i due dell’ufficio tecnico e con le competenze spettenti al medesimo ufficio tecnico. Questo Frediani in che veste era la bar e in compagnia dei due dell’ufficio tecnico: in veste di bevitore di caffè corretto con il criccalatte, in veste di socio di Astrea o in veste di docente di economia? A volte capita che certi soci e certi docenti nel passato hanno fatto fare investimenti anche a venditori di capi d’abbigliamento e chissenefrega se alla fine l’investimento è andato male”.
Senti senti il docente Lorenzo Frediani e questi due dell’ufficio tecnico (la lettrice ci ha scritto anche il nome dei due ma per ora non li scriviamo). Noi non ci occupiamo di abbigliamento, ma questo ennesimo episodio conferma il ruolo di cricca tra Riccaboni, Fabbro e Lorenzo Frediani. E basta rileggersi i link sopra riportati. Poi uno si chiede come hanno fatto a dissestare una ex prestigiosa università? Anche attraverso questi intrallazzi.
P.S. Per evitare perdite di tempo, i tre soggetti identificati, possono tranquillamente fare a meno di smentire o far finta di niente. La storia è stata confermata e verificata dagli Uffici di Cesare Mori.
Novembre 18th, 2012 — Note redazionali
Ma se Criccaboni perdesse meno tempo a rettificare l’irrettificabile, ci chiediamo, l’ateneo non ne trarrebbe giovamento? Sicuramente sì, ci rispondiamo. Sempre meno che se si levasse da tre passi dai coglioni, lui e la maestrina condannata dalla Corte dei conti, ma un po’ di giovamento ne trarrebbe. Ora diteci voi se è possibile blaterare in questo modo: http://ilsensodellamisura.com/2012/11/14/luniversite-de-sienne-cest-moi/. Troppe sarebbe da dirne, ma qualche notazione si può fare. In primo luogo non c’è alcun bisogno che lui sia indagato a proposito delle elezioni. Il problema è che se le elezioni sono irregolari, e lo sono come dimostra il rinvio a giudizio della commissione, allora lui è abusivo perché occupa una posizione che non è legittimato a occupare (il procedimento è invalido). In secondo luogo: ma chi se ne frega se è socio o non socio! Il punto è che esiste un regolamento per gli incarichi retribuiti e l’esposto, anzi gli esposti, chiedono molto semplicemente se esistono le autorizzazioni o meno per riscuotere incarichi esterni e se tali richieste sono passate in cda come da regolamento. Tutto qua. Quanto alle pagelle noi non sappiamo se le ha fatte o non le ha fatte. Sappiamo solo che è dovere del nucleo di valutazione e fra gli obbiettivi del Cresco anche il preoccuparsi della gestione del personale, dirigente o meno. Quindi se lo ha fatto doveva farlo, se non lo ha fatto – come afferma – ha omesso di fare il proprio dovere. Ma perché non sta un po’ zittino? Almeno il suo padrone Tosi non si abbassava a replicare a qualsiasi cosa. Questo è sempre a leggere i giornali e a inviare repliche (Cricca si chiamano repliche, quanto ti ci vuole a impararlo? Le rettifiche si fanno dei pistoni del motore, ai giornali si inviano le repliche). Ma si occupasse di sparare meno cazzate tipo quella: “l’ateneo è uscito dalla fase acuta” e poi dopo andare col cappello in mano dal ministro perché regolarmente rischia di non chiudere l’anno, economista dei miei coglioni …
P.S. Cricca stiamo ancora aspettando di leggere quella famosa convenzione sulla due diligence. Ce la fai leggere te oppure dobbiamo andare a cercarla in banca? Così, per saperlo …
Novembre 16th, 2012 — Note redazionali
Inorridiamo e tratteniamo le offese pensate per commentare l’ultima dichiarazione di Giuliano Amato: pensionato d’oro (31 mila euro di pensione al mese) e grande sostenitore della cricca universitaria senese e del groviglio armonioso.
Ma attenzione, il dott. Sottile in un’intervista smentisce di prendere 31 mila euro al mese ma solo 22 mila. Ci scusi,effettivamente dopo questa smentita constatiamo che prende una pensione misera. Ma per piacere.
Però la dichiarazione che ci lascia inorriditi è questa: “Un trentenne eletto in Parlamento, dopo due mandati cioè a quarant’anni, che cosa dovrebbe fare mentre aspetta di compiere i sessantacinque? L’esodato di Stato? Meglio un’indennità di reinserimento. Due anni di vitalizio anticipato mentre cerca lavoro”.
Avete capito? Giuliano Amato propone un vitalizio per i parlamentari dopo due anni di mndato. Ma vergogna!!!
P.S. Nella foto Giuliano Amato impegnato nel duro lavoro di tennista in compagnia del dissestatore Piero Tosi. La foto è stata scattata proprio nel periodo del dissestantesimo. La foto parla su tutto. Questi due nella foto sono alcuni idoli del chianino Ceccuzzi.
Novembre 15th, 2012 — Note redazionali





Oggi i dipendenti e ricercatori di Siena Biotech erano davanti alla sede della Fondazione MPS per protestare contro la situazione di instabilità e di crisi della società. Ma l’uomo di fiducia di Mussari e Ceccuzzi, quel Gabriello Mancini della Fondazione dopo un fallito tentativo di evitare i manifestanti ha rilasciato delle dichiarazioni fumose. Come al solito, mai delle risposte che siano tali. Ma perchè Siena Biotech è in crisi? E’ in crisi perchè tutta la città e le sue istituzioni sono in crisi.
Ceccuzzi, Mussari e Mancini hanno messo in ginocchio la città e le istituzioni, per non parlare della cricca universitaria tosiana e criccaboniana:
Università di Siena: oltre 200 milioni di dissesto e ancora nessun processo iniziato e gli autori e i fiancheggiatori dei dissestatori scorazzano per la città e le istituzioni;
Fondazione Mps: piena di debiti per aver assecondato la gestione Mussari della banca;
Banca Mps: situazione negativa a seguito dell’acquisto a un prezzo ingiustificabile di banca Antonveneta;
L’esponente del PD Maurizio Boldrini senza autorizzazione ha fatto spendere all’università dei soldi per comprare dei volumi in onore di Luigi Berlinguer;
Criccaboni ha firmato un contratto a Ines Fabbro con 30 mila euro in più all’anno di stipendio;
E tanto altro e tante altre spese folli e fuori regola che hanno distrutto patrimonio economico. Se sommiamo solo le voci elencate arriviamo a circa 3 miliardi e 600 milioni di euro buttati al vento. Ed è solo una piccola parte del patrimonio dilapidato. Ma nessuno paga e nessuno prepare le azioni di responsabilità. E la magistratura?
P.S. Mancini invece di chiaccherare perchè non chiedi alla banca quanti soldi sono stati dati all’ex pastificio Amato di Salerno che ha fatto crac e perchè non chiedi se corrisponde al vero che un tizio aveva avuto l’autorizzazione di uno scoperto di conto a MPS di circa 500 mila euro? Qui http://shamael.noblogs.org/?p=6383 e qui http://shamael.noblogs.org/?p=6367. E poi mancano i soldi per la ricerca e per le aziende senesi.
Novembre 15th, 2012 — Note redazionali
Da cosa partiamo, dalle banalità o dalle cose serie? Liberiamoci prima delle banalità e per ora non parliamo del Criccaboni. Martedi 13 l’ex tutto della politica senese,quella politica che ha portato la città al colasso, Franco Ceccuzzi, accompagnato dai fedelissimi (quelli che negano anche le prove provate) come Orlandini, Mugnaioli, questo ultimo in veste di lanciatore, ha tentato il colpo di scena. Scena tanta, ma il colpo peggio che a salve. Il sodale di Mussari, martedi 13 ha annunciato che si candida alle primarie del PD per la corsa a sindaco. E l’ex tutto ha annunciato che prende l’aspettativa dal partito, e dall’annuncio sembrava di sentire un metalmeccanico o un dipendente statale o un funzionario che comunica l’aspettativa dal lavoro per impegnarsi in politica. Il chianino ha annunciato che prenderà l’aspettativa dalla politica per impegnarsi in politica. La prima banalità (probabilmente gli studiosi della comunicazione saranno rimasti svegli fino all’alba per partorire la genialata dell’aspettativa). Poi il sodale di Mussari ha liberato dichiarazioni per tentare di passare agli occhi del mondo come colui che negli ultimi 15 anni era impegnato politicamente da un’altra parte e non a Siena. Effettivamente qualche impegno politico a Salerno nel 2006 risulta; accanto all’altro grande amico di Ceccuzzi, quel Paolo Del Mese attualmente in aspettativa dalla politica per improvvisi impegni agli arresti domiciliari. Il tentativo di presentarsi come l’uomo nuovo è la banalità e la bugia più pesante. Ma il dato politico vero di martedi 13 è soprattutto l’assoluta solitudine di Ceccuzzi. Una solitudine che rende il personaggio animato solo di rivalsa personale e che ancora concepisce la città come un luogo da occupare per gestire non la comunità, ma le istituzioni per la carriere e i privilegi degli amici. Proprio quel modus operandi che ha portato la città al collasso. La sua candidatura alle primarie è una bizza contro tutti e tutto; una sfida contro la città che necessita di superare la pessima gestione guidata da proprio da Ceccuzzi e Mussari. E i risultati disastrosi consegnati da Ceccuzzi e Mussari si misurano in patrimonio economico bruciato e in debolezza istituzionale cittadina e nei rapporti istituzionali verso l’esterno. Ma non solo. Il danno complessivo consiste nell’assenza di disponibilità economica per far ripartire la città: banca e fondazione, i due motori che facevano girare la città sono senza carburante. E allora con cosa pensa di governarla la città il finto discontinuatore? Con le coccole elettorali o forse hanno trovato una miniera d’oro da scavare? E il problema dei soldi è un problema per tutti; la differenza sostanziale sta nel fatto che chi ha distrutto patrimonio fino a oggi non è in grado di amministrare e non è nelle condizioni di credibilità e autorevolezza per rivendicare il ruolo di proponente di soluzioni realizzabili. E l’acquisto di banca Antonveneta pesa sul Ceccuzzi e sul Mussari come un macigno di 10 miliardi di tonnellate. E gli attori di quella operazione non possono sfuggire al pettine dei nodi che arrivano. Se Ceccuzzi aveva un minimo di rispetto per la città ma anche verso il suo stesso partito doveva evitare questa follia politica di ripresentarsi. La sua presenza nella corsa al sindaco è la riproposizione della gestione Ceccuzzi-Mussari-Mancini della città e della banca. E comunque primarie o non primarie Ceccuzzi non sarà più il sindaco di Siena. E dovrebbe essere proprio il PD a tracciare una linea di separazione: gli attori politici e gestionali dell’affaire Antonveneta fuori dai ruoli futuri. Ma esiste sempre il PD a Siena?
Chi invece mercoledi 14, il giorno dopo le banalità, ha rilasciato dichiarazioni serie e allo stesso tempo amare per la banca e la città è stato l’amministratore di banca MPS Fabrizio Viola. E i numeri della terza trimestrale e quelli dell’andamento di MPS degli ultimi nove mesi sono le risultanze negative della gestione Mussari in accordo con l’azione politica di Ceccuzzi con la complicità passiva di Mancini. E qui i numeri non sono come le novelle del Ceccuzzi. Banca MPS ha chiuso il trimestre con una perdita consolidata di 47,4 milioni di euro mentre nei 9 mesi la perdita ammonta a 1,664 miliardi di euro. Le cifre della negatività, ovviamente, non sono diretta responsabilità di Profumo e Viola, bensì della gestione precedente, quella gestione appoggiata e osannata dal chianino. E il legame tra Ceccuzzi e Mussari è sempre solido come un tempo. Così come quello tra Mussari e Mancini; questo ultimo barricato in fondazione insieme al Pieri pronti ad assecondare le nuove mosse del chianino. Invitiamo alla lettura di questo http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/11/14/mps-gotti-antonveneta/412470/ e di questo http://www.fermareildeclino.it/articolo/piu-trasparenza-e-buona-gestione .
E il Ceccuzzi dovrebbe anche spiegare alla città il perchè di un legame cosi solido con Mussari e il Ceccuzzi dovrebbe spiegare alla città il perchè della sua partecipazione a quella cena a Salerno nel 2006 con quelli del crack del pastificio Amato. E sull’acquisto di Antonveneta e sulle vicende del crack Amato potrebbero intervenire anche coloro che apoggiano ad occhi chiusi il Ceccuzzi, tipo l’Orlandini o il Barzanti. E le risposte o il confronto non è con i blogs, almeno per quel che riguarda noi, che non sono competitori politici; le risposte saranno richieste nel corso dei prossimi due o tre mesi e non da noi. Qualcuno ancora pensa di giocare un ruolo di illusionista, depistando le verità e utilizzando certi soggetti con ruoli dentro le istituzioni per tentare di sfruttare questi stessi ruoli per muovere il consenso. Il problema sul come far ripartire la città si pone per tutti e per farla ripartire non è più tempo di frazionamenti personalistici, scontri ideologici sulla carta o di ottusità verso proposte di rinnovamento. La politica può attendere, ma la città no.
L’uomo semplice è più vigile di quello impegnato. E i nodi vengono tutti al pettine. Con o senza nebbie sul porto.
Novembre 14th, 2012 — Note redazionali
Le bugie che racconta spesso e volentieri il Criccaboni sul suo presunto piano di risanamento dell’università, sono bugie cerficate anche dall’ultima lettera scritta dalla condannata dalla Corte dei Conti Ines Fabbro (leggete qui http://shamael.noblogs.org/?p=6372 ).
Ma arrivare a negare anche il lavoro dei magistrati, quasi una presa in giro per gli stessi, è il massimo dello squallore che mancava nella sequela di amenità prodotte dal Criccaboni. Che cosa ha scritto il Cricca? Criccaboni nel replicare (e non si capisce cosa ha replicato) all’ultimo articolo pubblicato dal settimanale il Mondo ha scritto testualmente: “il fatto che le presunte irregolarità inerenti all’identificazione dei votanti per le elezioni del rettore del 2010, avrebbero, eventualmente, favorito la mia elezione è una ipotesi gratuita che ad oggi non ha trovato avallo in alcun provvedimento dell’Autorità Giudiziaria”. Avete capito cari magistrati senesi: i dieci avvisi di garanzia e le successive richieste di rinvio a giudizio per l’elezione del Criccaaboni sono solo ipotesi gratuite. E i magistrati senesi si lasciano prendere in giro da un personaggio responsabile di un palese abuso d’ufficio in complicità con Ines Fabbro per aver favorito il loro amico docente Lorenzo Frediani e responsabile di aver conferito a Ines Fabbro uno stipendio annuo con 30 mila euro in più del dovuto (qui leggetevi integralmente le surreali dichiarazioni del Criccaboni http://ilsensodellamisura.com/2012/11/14/luniversite-de-sienne-cest-moi/ )
P.S. La cricca ha ridotto la città e l’università in condizioni morali e gestionali vergognose. Ma non disperate perchè il cantore del groviglio è sempre al fianco di Criccaboni.E anche Ceccuzzi tifa per il suo amico Criccaboni.
Novembre 14th, 2012 — Note redazionali
A nostro avviso questa proposta di legge sulla diffamazione a mezzo stampa che da diversi giorni divide e unisce le diverse componenti politiche del senato italiano non diventerà mai legge dello Stato. Però in questi giorni, e ieri hanno raggiunto il massimo del peggio, la Lega Nord e l’ex radicale Rutelli hanno fatto approvare un emendamento che prevede il carcere per i giornalisti che diffamano. Aver pensato una cosa del genere in un paese dove diversi banditi che commettono ruberie milionarie, atti criminali, sono ancora a piede libero, sinceramente offende il senso della civiltà. Ma la Lega Nord e Rutelli non hanno altro a cui pensare al senato? Fermatevi e buttate nel cestino questa proposta di legge e invocate eventualmente il carcere per i banditi che distruggono il patrimonio pubblico e la vita delle persone con atti di violenza.
Novembre 14th, 2012 — Note redazionali
Il virgolettato del titolo e dei contenuti di questo nostro articolo sono estrapolati dall’articolo pubblicato dal Corriere della Sera-Cronaca di Salerno http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/salerno/notizie/cronaca/2012/13-novembre-2012/crac-amato-spese-folli-consigliere-montecarlo-2112677577858.shtml
Prima di citare l’articolo ricordiamo la famosa cena a Salerno tra quelli del crac del pastificio Amato finiti agli arresti domiciliari e l’allora deputato dei DS Franco Ceccuzzi (quello che continua a presentarsi come il nuovo..) e l’allora presidente MPS Giuseppe Mussari. I rapporti tra Ceccuzzi e Del Mese sono arcinoti,cosi come l’ìinterrogatorio di Del Mese quando afferma di aver inserito nella società Consumit del gruppo MPS il suo amico Anastasio. E poi ci sono gli incarichi nel gruppo MPS dell’altro amico di Del Mese finito agli arresti domiciliari, Simone Labonia http://shamael.noblogs.org/?p=6367.
Con che faccia il Ceccuzzi ha deciso di presentarsi alle primarie del PD per tentare la corsa a sindaco di Siena forse lo sa l’altra faccia tosta che lo sostiene, quel Maurizio Boldrini ben noto nelle vicende disastrose dell’università. Nel PD e nei partiti alleati di questa vicenda del pastificio Amato continuano a far finta di non conoscerla. Avanti con le primarie.
Di seguito il testo dell’articolo della giornalista Angela CappettadelCorrieredelmezzogiorno.corriere.it
“Secondo le indagini alcuni protagonisti avevano in comune la passione per il casinò, frequentato da Paolo Del Mese e Antonio Anastasio, che vi perse un milione”
“I vizi in una inchiesta inevitabilmente escono fuori. Soprattutto se gli indagati sono accusati di bancarotta fraudolenta – perché avrebbero preso denaro da una società già in crisi economica – e se i vizi hanno a che fare con i soldi. Tanti soldi. Nelle indagini sul crac Amato, alcuni protagonisti, prima di essere messi ai domiciliari, avevano una passione in comune. Che non era solo la politica, come per l’ex parlamentare Udeur Paolo Del Mese e il consigliere provinciale sospeso Antonio Anastasio, approdato al Pdl-Principe Arechi dopo un trascorso nel partito del campanile. Ma anche il casinò, quello di Montecarlo in particolare, frequentato da Anastasio e da Del Mese. Anche se il primo lo ammette e il secondo smentisce. Per il costruttore di Pontecagnano, accusato con la sua ditta Cmd di aver gonfiato fatture per Amato spa, ci sono le carte della Société Financière et Encaissement a parlare. La S.F.E. è la società che gestisce il casinò di Montecarlo e che fa una rendicontazione dei movimenti di denaro fatti da Antonio Anastasio. Nel 2005 l’imprenditore prestato alla politica ha acquistato con assegni e carte di credito piastre e gettoni per un milione e quattromila euro.L’anno successivo la spesa è aumentata a un milione e 651mila euro. Ma la fortuna non deve averlo assistito molto dal momento che Le Casino de Montecarlo attesta che Anastasio nel bienno 2005-2006 ha perso un milione e 121mila euro. Milioni di euro persi al tavolo verde che Antonio Anastasio non ha mai negato. Come invece sta facendo da tempo Paolo Del Mese. L’ex democristiano, amico di banchieri e sindaci, dice che lui al casinò non c’è mai stato. Anastasio però lo smentisce e, per giustificare il flusso di denaro entrato e uscito dalle proprie mani, non sembra aver remore nel dire che, oltre ad aver pagato la campagna elettorale alle Regionali del 2005, avrebbe prestato a Del Mese anche migliaia di euro per permettergli di rientrare in un fido che l’ex vicesegretario nazionale dell’Udeur aveva aperto proprio al casinò di Montecarlo. Parte del conto corrente con uno scoperto di mezzo milione che Anastasio riuscì ad aprire all’Mps “grazie ai rapporti tra Del Mese e Mussari” fu utilizzato per firmare assegni a Paolo: duecentomila euro intestati alla S.F.E. Ma Del Mese senior continua a negare di aver mai buttato un euro in gettoni e piastre al casinò del Principato di Monaco. E di fronte all’assegno citato e mostrato da Anastasio, il politico della prima Repubblica trova la giustificazione. Ammette di aver pagato un debito di 150 mila euro al casinò ma quel debito lo aveva contratto suo nipote Mario: così dice a pm e finanzieri nell’interrogatorio dello scorso luglio. E Mario a questo punto che dice? Nulla, se non raccontare nei dettagli i vizi della famiglia Amato: convegni organizzati all’hotel Quisisana a Capri, il festival del cinema di Roma e sponsorizzazioni alla Telethon, nonché auto, alberghi e viaggi di lusso. Peppino però al casinò di Montecarlo ci è andato una volta sola, con suo padre, quando aveva dieci anni a vedere il Gran Premio di Formula Uno. E anche le parole, come i soldi, finiscono in un circolo, naturalmente vizioso, dove è facile perderne le tracce.”
Novembre 13th, 2012 — Note redazionali
Se fosse confermato sarebbe di un cinismo spregiudicato da far rabbrividire.
Dopo che al Monte dei Paschi sembra cosa fatta la costituzione di una struttura in cui far entrare tutti quei dipendenti del Consorzio e delle funzioni di back office che dovranno essere esternalizzati, si fa sempre più largo l’ipotesi che ci sia qualche frangia della FISAC-CGIL che, grazie ad un accordo sottobanco con il Ceccuzzi, giochi a fare il pompiere incendiario.
Ma il giochino è stato scoperto. Purtroppo, a causa di gestioni che hanno dissestato le casse del terzo gruppo bancario italiano, un periodo che coincide anche con gli stessi anni che vedevano Ceccuzzi perennemente presente sulla scena politica senese, è molto probabile che alla via delle esternalizzazioni e a prescindere da tutte le novelle che possono venire raccontate in giro ci siano purtroppo poche alternative.
Se questo dovesse essere il tristissimo scenario e dato che i dipendenti non c’entrano un cavolo con il dissesto e stanno pagando per le colpe di altri (il nuovo vertice del Monte dei Paschi non potrebbe intanto richiedere indietro questi 3 milioni e mezzo che sono stati dati di buonuscita all’allora direttore generale Vigni? E perché Profumo non si pronuncia sul Mussari? Dopo che ha visto come è stato gestito il Monte lo sosterrebbe di nuovo alla guida dell’Abi?) non resta che costringere il Monte a dire quali società dovrebbero prendere gli esternalizzati, dove sono ubicate le sedi di queste eventuali società, che contratto offrono e farsi garante di tutto questo trattando le migliori condizioni. Perché è bene che non si perda di vista che i dipendenti sono vittime e basta di tutto questo macello.
Allora che fa il Damiani? Sventola il vessillo del “lotteremo fino alla fine” anche se sembra che il suo “fino alla fine” termini già verso giugno. Data alla quale le elezioni del Comune di Siena ci saranno già state e così avrà permesso al suo amico Ceccuzzi di sfruttare l’argomento esternalizzazioni per tutta la campagna elettorale.
Il Damiani sapeva che era già in cantiere un contenitore, una specie di bad company, dove infilare tutti i dipendenti da esternalizzare? Strano che gli sia sfuggito e che abbia scoperto solo ora che al Consorzio i dipendenti sono tutti distaccati del Monte dei Paschi.
Perché se al Monte hanno già messo in piedi questo chiamiamolo contenitore, c’è da girarci poco intorno e smettere di prendersi in giro, vuol dire che la strada è già parecchio tracciata. Cosa vuole fare a questo punto il Damiani della FISAC-CGIL? Vorrà fare muro contro muro fino all’ultimo giorno utile e, soprattutto, fino a che al Ceccuzzi farà comodo avere un argomento del genere per la sua campagna elettorale? O forse sarebbe il caso, almeno per una volta, fare davvero l’interesse dei lavoratori e chiedere (anzi pretendere) al Monte quali garanzie è intenzionato a dare ai dipendenti che potrebbero, o meglio dovrebbero, essere oggetto delle esternalizzazioni?
La demagogia quando c’è di mezzo il lavoro sta a zero, qui c’è da trovare tutte le soluzioni che garantiscano, comunque sia e a qualsiasi costo, il futuro delle persone e delle loro famiglie. Qui non è ancora chiaro che si sta giocando sulle pelle della gente.Gli interessi di una persona sola lasciamoli da parte.
Un ex iscritto alla FISAC