Nella giornata di oggi, e finalmente, tutte le forze politiche nella commissione Affari Generali della Provincia di Siena hanno approvato un documento che non lascia interpretazioni; le forze politiche chiedono al presidente Gabriello Mancini di respingere i tentativi tesi a privare la fondazione del suolo.Tradotto: Mancini respinga le proposte di modifica dello avanzate da Profumo. Un messaggio chiaro che arriva anche dai rappresentanti del PD in provincia; una posizione difforme dall’appiattimento del gruppo del PD ceccuzziano sulle posizioni di Profumo. Da segnalare anche la posizione del sindaco di Monteriggioni Bruno Valentini che chiede di non sbilanciare il ruolo della fondazione e di salvaguardare i lavoratori. Come mai il sig. Ceccuzzi (non avendo nessun ruolo) ha incontrato Profumo in due occasioni diverse? La prima volta dentro Rocca Salimbeni e la seconda come segnalato dal blog Il Gavinone in altro luogo. Incontri che confermano la piena sintonia tra Ceccuzzi e Profumo e la condivisione di tutto. E infatti gli uomini del Ceccuzzi, da Giulio Carli, Simone Vigni, ai sindacalisti Guggiari e Coppi, sono scesi in pista per elogiare il ruolo e il lavoro di Profumo. Mentre i dipendenti, giustamente, lanciano allarmi per il proprio futuro e lamentano l’assenza del partito di maggioranza al proprio fianco, merita segnalare, invece, l’impegno di Ceccuzzi a difesa di Valentino Fanti e Antonio Marino. Sembrerebbe infatti che Fanti e Marino si siano lamentati con Ceccuzzi, perché i due manager si sentono “emarginati” da Fabrizio Viola. Prontamente il Ceccuzzi è sceso al fianco di questi due “lavoratori” chiedendo il supporto di Profumo. Piu’ o meno la stessa cosa che ha fatto all’università: Ceccuzzi faceva buon viso con i dipendenti e subito dopo si muoveva a difesa del Criccaboni.
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Stai con il PD ceccuzziano che tramite Profumo vuole portare via il Monte da Siena o stai contro?? Mentre i lavoratori rimangono isolati dalla politica, il Ceccuzzi scende a difesa di Valentino Fanti e Antonio Marino
Ottobre 2nd, 2012 — Note redazionali
Barack Obama attacca le banche; in Italia i partiti si “attaccano” alle banche: dalla crisi morale al sindacalismo allineato
Ottobre 2nd, 2012 — Note redazionali
Dopo il crollo finanziario del 2008 Barack Obama ha voluto una task force per individuare le cause che hanno generato la crisi finanziaria globale. L’iniziativa di Obama ha costituito un precedente politico contro il primato delle banche ed è stato un segnale di incoraggiamento per l’opera di controllo della magistratura americana. Nella giornata di ieri abbiamo appreso che il procuratore generale di New York ha citato in giudizio la JP Morgan con l’accusa di aver frodato i suoi investitori con i mutui subprime. In Italia,invece, ci sono dei banchieri che per anni hanno spacciato titoli tossici che non solo non hanno subito ripercussioni, anzi, sono stati premiati dalla politica. Il PD, senza porsi problema alcuno, ha dirottato alla presidenza di banca MPS l’indagato Alessandro Profumo successivamente rinviato a giudizio. Lo stupore è aumentando anche per il via libera alla nomina da parte del leader di SEL Vendola. Una nomina quella di Profumo che “letta” con occhi anglosassoni ha il sapore della sfida alle inchieste della magistratura e non sarebbe una novità, se consideriamo la mole di indagati e condannati presenti nel parlamento italiano. Probabilmente la caratteristica meritocratica,in Italia, per sedersi ai vertici dei gruppi finanziari è quella di possedere o una condanna o un rinvio a giudizio. Una crisi morale diffusa e tollerata, con stupore da parte nostra, anche dagli eredi politici di Enrico Berlinguer. Stessa responsabilità pesa come un macigno sul famoso capitalismo italiano che negli ultimi anni si è adeguato sempre più alla speculazione finanziaria, all’affarismo e al malcostume. Corpi e anticorpi in simbiosi dentro un meccanismo contorto che ha messo in ginocchio l’intero sistema economico e produttivo. Tangentopoli è stata una barzelletta rispetto al sistema che ancora regna. Cosi gira il sistema e chissà se cambierà?Tante belle parole, codici etici e leggi contro l’evasione fiscale ma alla fine la politica ha optato per nominare alla presidenza di una banca un rinviato a giudizio per presunta frode fiscale. Effettivamente l’America è dall’altra parte dell’oceano. E il sindacalismo italiano? Non nutro grandi simpatie per i sindacati in generale ma bisogna ammettere che in certi passaggi storici la funzione del sindacato è servita per migliorare la vita delle persone e nel contempo ha contribuito a frenare le tentazioni speculative dei “capitalisti” italiani. Da quando collaboro con questo blog seguo con attenzione le dinamiche politiche e sindacali che ruotano dentro e intorno alla banca MPS e sinceramente la bilancia delle responsabilità per i disastri compiuti risulta in equilibrio tra quelle deli vertici del sindacato e quelle della gestione Mussari-Vigni. Un’ambiguità e un collateralismo politico che ancora regna nei vertici dei sindacati confederali senesi e dalla lettura dei comunicati dei segretari di CGIL e CISL Guggiari e Coppi si evince la cinghia di trasmissione tra Profumo-Ceccuzzi e i due sindacalisti: con un gioco di parole i due sindacalisti, gioco di parole politicante, di fatto danno il via libera a Profumo; una sorta ci copertura sindacale alle posizioni del Ceccuzzi. Ma la realtà è un’altra: il sindacato nel suo insieme ha perso, consegnando ai vertici della banca carta bianca e l’arma dell’arroganza. E il sindacato ha perso perché tra la tutela trasparente dei lavorati e il collateralismo con Ceccuzzi hanno scelto la seconda strada. Ancora una volta i disastri dei “padroni” ricadono sui lavoratori, con buona pace di Di Vittorio e Enrico Berlinguer e della cultura liberale. E se la cultura liberale è rappresentata dai banchieri come Profumo forse conviene invocare il maoismo. Almeno la richiesta di un’azione di responsabilità potevano avanzarla i due sindacalisti o no?Il compito di difendersi dall’arroganza di Profumo e Dall Riva è tutto nelle mani dei dipendenti della banca e di quei sindacalisti bancari che non prendono ordini dal PD.
Albus Silente
Franco Ceccuzzi, David Chiti e quel bar universitario
Ottobre 2nd, 2012 — Note redazionali

Per la cronaca Criccaboni e Fabbro con l’appoggio del PD senese hanno tagliato il salario accessorio ai dipendenti universitari supportati anche da questi partiti UDC, SEL,Siena Futura e Riformisti. Ma qualcuno del PD all’università aveva fatto altro. Prima di entrare nel merito alcuni punti fermi.
1) L’università di Siena è un ente pubblico;
2) Il Comune di Siena nomina un membro del cda dell’università;
3) Il dirigente dell’università Carlo Bruni era nel comitato elettorale di Franco Ceccuzzi candidato del PD e David Chiti è stato consigliere comunale al fianco di Ceccuzzi;
4) La procura della repubblica di Siena per l’inchiesta classificata buco dell’ateneo ha chiesto 18 rinvii a giudizio e Carlo Bruni e David Chiti sono dentro questi 18.
La cronaca dei fatti inizia nell’anno 2008 (come confermato dal dirigente dell’università Carlo Bruni nelle dichiarazioni rese ai magistrati):
(Dichiarazione di Carlo Bruni): “Nessuna ditta, tantomeno la Mamele snc, ha mai presentato formale domanda finalizzata alla gestione del Bar all’inerno dell’ex Ospedale Psichiatrico S. Niccolò”.
(Dichiarazione di Carlo Bruni): “Agli inizi del 2008 il Rettore presentò al sottoscritto il sig. David Chiti. Lo stesso Chiti disse che una società, della quale faceva parte anche sua moglie era interessata alla gestione del bar all’interno dell’ex Ospedale Psichiatrico. La ditta si fece avanti per poter effettuare i lavori all’interno dei locali mentre l’Università avrebbe acquistato l’arredamento.”
(Dichiarazione di Carlo Bruni)”: I rapporti sono stati tenuti con il sig. David Chiti, il quale mi fu presentato dal Rettore e, successivamente,con la moglie e gli altri soci della Mamele snc. Il Chiti mi propose di far prendere in gestione il bar, che si sarebbe costruito all’interno della struttura dell’ex ospedale psichiatrico, alla moglie che aveva intenzione di costituire una società. Visto che per detta getione ci saremmo trovati “sotto soglia” credetti opportuno non effettuare alcuna gara.”
Riassumiamo: Il dirigente Carlo Bruni (dirigente di un ente pubblico) a sua discrezione ha deciso di non fare una gara (che era obbligato per legge a fare) per l’affidamento di un servizio bar. Gare che sono state effettuate per tutti gli altri bar universitari. Ma come confessato dallo stesso Bruni, i rapporti li teneva con il Chiti. E infatti senza gara il bar è stato affidato alla società della moglie del Chiti. Ma i rapporti con il dirigente dell’ente pubblico li teneva direttamente David Chiti. Uno come il Bruni dovrebbero allontanarlo dall’ente pubblico,con l’aggravante della giustificazione della suggestiva dicitura “sotto soglia”. Ma non solo: il Bruni è stato sputtanato platealmente dagli investigatori. Il Dirigente Carlo Bruni (esponente della CGIL ceccuzziana) aveva affermato di “aver contattato altri soggetti per l’affidamento del bar”; poi gli investigatori hanno interrogato coloro che a detta del Bruni erano stati contattati e gli stessi investigatori scoprono che nessuno era stato contattato dal Bruni. Il bar del San Niccolò è stato affidato senza gara e solamente attraverso i rapporti diretti con David Chiti. Quei due fenomeni di Criccaboni e Fabbro si sono degnati di verificare eventuali danni erariali e soprattutto che provvedimenti hanno preso nei confronti di Carlo Bruni? Ma non vi vergognate nemmeno un pochino?
Il Ceccuzzi(ci sarebbero anche gli incontri a casa di Anna) e il PD senese hanno fatto quadrato intorno al Chiti come se tutto questo fosse normale. Non è normale come non lo è affamare i lavoratori, facendo ricadere su loro le responsabilità di quel branco di dissestatori di ateneo.
Ieri il segretario provinciale del PD senese Niccolò Guicciardini sul suo blog ha scritto questo :” Chi fa politica per arricchirsi o per avere qualche privilegio deve vergognarsi e per me deve stare fuori dal Pd. Su questo non si transige. Fare politica è rendere un servizio alle proprie comunità”.
E quindi che si fa?
PS. Il Ceccuzzi si ricandida sindaco di Siena?
Processo “Brontos”: la prima udienza. Alessandro Profumo al banco degli imputati
Ottobre 1st, 2012 — Note redazionali
Ieri 1 ottobre si è tenuta presso il Tribunale di Milano la prima udienza del processo che vede tra i processati l’ex AD di Unicredit Alessandro Profumo, oggi presidente di banca MPS, e altre 19 persone, per una presunta frode fiscale “commessa attraverso la complessa operazione Brontos”.
“Dall’indagine, è emerso che nel 2007 Barclays ha proposto a Unicredit un prodotto finanziario di “Profit participating instrument” , ovvero uno strumento di partecipazione agli utili, chiamato “Brontos”. Con questa operazione, secondo l’accusa, Unicredit avrebbe realizzato operazioni con società di Barclays per far figurare l’utile come dividendi di operazioni finanziarie, quindi soggette a un trattamento fiscale più favorevole”.
Durante l’udienza di ieri i legali degli imputati sono ritornati alla carica per chiedere il trasferimento del processo da Milano a Roma. Su questo i giudici decideranno alla prossima udienza del 23 novembre. Ricordiamo che la stessa richiesta dei legali fu respinta dai giudizi durante l’udienza preliminare.
Che fanno come Berlusconi, chiedono il trasferimento dei processi? Se sono cosi tranquilli dell’operato perché non si lasciano processare dal tribunale di Milano? Il PD non ha niente da dire? Non sarebbe opportuno che Profumo rassegnasse le dimissioni da presidente di MPS ?
Ester Cicala. Sospensione di democrazia o un sospensorio anarchico?
Ottobre 1st, 2012 — Note redazionali
Una ricerca di studiosi tedeschi pubblicata su alcune riviste sostiene che il pene degli italiani da qualche anno (con due n)è calato di dimensioni;naturalmente si tratta uno studio di carattere civile senza risvolti di natura penale per le affermazioni di questi sommi studiosi germanici. Questo dato potrebbe creare dei sei problemi per il futuro della coesione europea:dopo la crisi dell’euro arriva la crisi del pene. Dopo Monti potrebbe spuntare la soluzione di Rocco Siffredi come premier per contrastare le velleità della Germania; oltre al problema dell’innalzamento dello spread anche l’abbassamento del penead. Rosy Bindi ha già fatto sapere che sarà dura appoggiarsi alla proposta Siffredi. Il ministro Passera sembrerebbe possibilista.
Qui a Siena invece, da qualche giorno, approfittando dell’interruzione delle cene dei pensatori ai Rozzi, alcuni comunicatori dediti allo studio del lato B(ai tedeschi lasciamo quello del lato A) sostengono che a Siena viviamo la sospensione della democrazia per via del commissariamento. Ero distratta,o non ho capito bene o il commissario è stato imposto con i carri armati, altrimenti non si spiega l’affermazione “sospensione della democrazia”. Anche l’altra sera durante una sfida a calcetto tra squadra maschile e femminile è successo un episodio che getta molte ombre sulla salute della democrazia. Nel pieno di un’azione insidiosa a centrocampo che cercavo di contrastare di petto, ho notato che il mio avversario aveva un continuo rimbalzamento dei genitali da una parte all’altra. Colta da spirito sportivo ho chiesto alla punta della squadra maschile il motivo di cotanto rimbalzamento. Mi ha risposto che indossava un sospensorio anarchico dal design pregiato. Ecchediamine!!! Quando è troppo è troppo! Urge un risveglio democratico dentro e fuori i pantaloni. Ci sono troppi coglioni che rimbalzano.
Il processo milanese per Alessandro Profumo, il lodo Lazio e la palude politica senese
Ottobre 1st, 2012 — Note redazionali
Oggi inizia il famoso processo “Brontos” che vede sul banco degli imputati l’attuale presidente di MPS Alessandro Profumo. Un caso tutto italiano,unico al mondo, quello di avere alla presidenza di una banca un rinviato a giudizio. Del resto tutti i moralisti italiani guidati dal PD di Bersani e Renzi,pretendono le dimissioni dei rinviati a giudizio all’interno delle istituzioni ma si dimenticano(anzi sostengono direttamente) del rinviato a giudizio Profumo.Vedremo cosa emergerà dalle varie udienze del processo di Milano. Sul capitolo elezioni amministrative si inseguono varie ipotesi, alcune non supportate dai tempi tecnici e dai decreti legge. Al momento sono state fissate le tornate amministrative del 28 ottobre 2012 e quella della primavera del 2013. Forse ci potrebbe essere quella di gennaio per riportare la voto la Regione Lazio o come scrive Sunto http://www.sunto.biz/2012/10/
Tra calendari e fughe in avanti la politica senese è sempre un’immensa palude. Dentro il PD senese i ceccuzziani della prima ora, Mugnaiolie Carli, insieme ai ceccuzziani del dopo Cenni, Paolo Mazzini e Lorenzo Brenci, lavorano alla ricandidatura del Ceccuzzi, supportato anche dagli uomini del Mussari. Il “nuovo” del disavanzo. Su altri fronti ricominciano le mosse per frazionare il voto. Rumor non troppo campati in aria prefigurano una lista unica tra il movimento di Beppe Grillo e l’associazione Pietra Serena con candidato a sindaco Vittorio Stelo; Massimo Mori fuoriuscito dal PDL pensa a una lista autonoma di fuoriusciti del centrodestra “fraternamente” auspicata dai ceccuzziani; su altri versanti ancora tanto mistero. Forse la politica senese si è adagiata sull’idea che oltre al declino non ci sono alternative per la città. Vedremo nei prossimi giorni; calendario alla mano. In diversi pensano alle elezioni facendo finta che non sia successo niente a Siena. E per tutto quel patrimonio economico dilapidato e andato perso chi ne risponderà? Forse il numero verde dell’ufficio oggetti smarriti?
Prorettore alla ricerca e la notte dei ricercatori: vizi e virtù. Quel Vincenzo Sorrentino
Ottobre 1st, 2012 — Note redazionali
Abbiamo letto l’intervista odierna rilasciata dal criccaboni-tosianoboys Vincenzo Sorrentino (prorettore alla ricerca dell’università di Siena) alla giornalista Gaia Tancredi sul corriere di Siena. Nessuna polemica con la giornalista e soprattutto una nota di merito per le virtù di molti ricercatori dell’università di Siena. Per fortuna il Criccaboni è di passaggio e l’università vive anche senza i dissestatori; anzi vivrà meglio. Siamo invece impressionati dalla faccia tosta dell’intervistato, quel Vincenzo Sorrentino, docente tosiano di ferro e oggi delegato del Criccaboni. Questo sarebbe il delegato alla ricerca e per rinfrescare a tutti il ruolo del personaggio vi riproponiamo le gesta di questo delegato alla ricerca, pubblicando un articolo che avevamo scritto il 19 gennaio 2012. Di seguito:
La Summa degli orrori del dissesto universitario. Capitolo XIV. Prorettore alla ricerca (sì, dei quattrini, per se stesso)
Abbiamo citato oggi giusto giusto uno dei più fedeli criccaboys: il prorettore alla ricercaVincenzo Sorrentino. Il quale, sulla scorta dell’iniziativa dell’Ateneo di farsi devolvere il 5×1000, ha ricevuto per un dottorato in cui ha un ruolo determinante l’intero ammontare(quindi di tutto l’ateneo) raccolto per il 2011.
Ci siamo chiesti: sarà un caso? E ci siamo risposti: no, nella maniera più assoluta! Accoppiando a tutto quanto precede le ottime conversazioni che abbiamo riferito giusto oggi, viene fuori un panorama che non esitiamo a definire disgustoso e perciò abbiamo alcune domande da fare al prorettore alla ricerca:
1) Ma si tratta di quel Vincenzo Sorrentino cui quel galantuomo di Piero Tosi aveva affidato in gestione i tre miliardi di lire ricevuti dalla Regione Toscana per la ricerca sulle cellule staminali?
2) E se sì: cosa ci ha fatto con quei soldi? Corrisponde al vero quanto si vocifera che ci siano stati acquisiti macchinari che neanche sono stati tolti poi dalle scatole?
3) E ancora: ma i due galantuomini di cui sopra, Tosi e Sorrentino, possono mostrare alla cittadinanza nonché alla comunità accademica gli strabilianti risultati della ricerca sulle cellule staminali eseguita con quei tre miliarducci di soldi pubblici?
4) C’entra qualcosa con quanto descritto or ora con l’appoggio che tanto Piero Tosi che Vincenzo Sorrentino hanno dato alla campagna elettorale (terminata con brogli giunti alla fine del vaglio della Magistratura) del rettore abusivo Criccaboni? E c’entrano qualcosa gli incontri “nel solito posto” tra Tosi e Criccaboni? E con la pronta nomina di Sorrentino a prorettore alla ricerca?
Su su!!! Vediamo di rispondere ogni tanto alle domande legittime di chi è interessato solo ed esclusivamente a come vengono dilapidati dei denari pubblici.
Caro Montesquieu di Pontedera ora come faranno al COSVIG senza l’economista Giulio “Guido” Carli? (Un’occupazione continua di poltrone – Parte prima)
Settembre 29th, 2012 — Note redazionali

Che cos’è il COSVIG? Il Co.Svi.G. (Consorzio per lo Sviluppo delle Aree Geotermiche) è una società consortile a responsabilità limitata (SCRL) costituita da enti locali pubblici che ne detengono interamente il capitale.
Chi sono i soci? Comune di Arcidosso, Comune di Casole d’Elsa, Comune di Castel del Piano, Comune di Castelnuovo Val di Cecina, Comune di Chiusdino,Comune di Montecatini Val di Cecina, Comune di Monterotondo Marittimo, Comune di Monteverdi Marittimo, Comune di Montieri, Comune di Piancastagnaio, Comune di Pomarance, Comune di Radicondoli, Comune di Roccalbegna, Comune di Santa Fiora, Provincia di Grosseto, Provincia di Pisa, Provincia di Siena, Unione dei Comuni dell’Amiata Val d’Orcia, Unione dei Comuni della Val di Merse, Unione di Comuni Montana Colline Metallifere, Unione Montana Alta Val di Cecina
Quindi anche la Provincia di Siena e l’Unione dei Comuni della Val di Merse sono soci del COSVIG. Provate a indovinare che c’era nel consiglio di amministrazione del COSVIG? Lui, l’economista Giulio “Guido” Carli: esperto anche di geotermia oltra che di massimi sistemi bancari. C’era, e ora non c’è più, perchè come da “verbale dell’assemblea ordinaria” del Cosvig del 3 maggio 2012 ore 14:30 l’economista Giulio “Guido” Carli si è dimesso con queste motivazioni “dimissioni legate ai nuovi e più pressanti impegni lavorativi”. E ora senza il mega esperto di geotermia Carli come faranno al COSVIG?
Il punto è un altro. Anzi, facciamo alcune domande: 1) Preso atto che la Provincia di Siena è socio del COSVIG e preso atto che al momento della prima nomina nel COSVIG Giulio Carli era dipendente della medesima Provincia di Siena vogliamo sapere se lo stesso Carli percepiva compensi dall’ente partecipato dalla provincia di Siena e se in caso di risposta affermativi non si evidenzi qualche incompatibilità. 2) Preso atto che tra i soci figura anche l’Unione dei Comuni della Val di Merse ci piacerebbe conoscere gli incarichi di partito che l’economista Carli ricopriva nel comune di Sovicille.
Ma le sorprese non sono finite. Visitando il sito del PD provinciale di Siena scopriamo che tra i membri dell’esecutivo provinciale c’è un certo Gianluigi Bogi con tanto di scheda personale “E’ nato a Sovicille, il 6 novembre del 1966. Lavora come ragioniere commercialista e, da sempre, coltiva la passione per la buona politica. Nel 1995 viene eletto consigliere comunale di Sovicille nelle liste del centrosinistra, incarico che lo vedrà impegnato fino al 1999. Nel 2006 viene eletto segretario del circolo di Sovicille dei Democratici di Sinistra e, dal 2007, dopo aver partecipato alla nascita del Partito democratico, è alla guida del circolo del Pd della cittadina della Val di Merse”.
Quindi questo Gianluigi Bogi guida il PD di Sovicille. Riassunto: Sovicille è un comune dell’Unione dei Comuni della Val di Merse e l’Unione è socio del Cosvig. Leggendo il verbale dell’assemblea del COSVG scopriamo che Gianluigi Bogi è membro del collegio dei sindaci revisori. Et voilà!!
Evidentemente in tutta la Toscana o a Siena in particolar modo si vede che non ci sono altri sindaci revisori all’infuori di quelli che hanno incarichi politici nei Comuni soci del Cosvig. Fermo restando le mega competenze in campo geotermico dell’economista Giulio “Guido” Carli.
Non hai niente da dire caro Montesquieu di Pontedera, considerati i rapporti istituzionali tra Regione Toscana e Cosvig?
Un articolo di Vittorio Malagutti per il Fatto Quotidiano: “La grande banca ora guidata da Federico Ghizzoni è costretta a a fare i conti (in tribunale) con l’eredità della passata gestione, quella di Alessandro Profumo, l’ex amministratore delegato da maggio al vertice del Monte dei Paschi di Siena”.
Settembre 29th, 2012 — Note redazionali
“Spacciatori di derivati, di prodotti finanziari ad alto rischio venduti come toccasana per i bilanci di aziende già in difficoltà e infine rivelatisi vere e proprie trappole per gli imprenditori coinvolti. E’ questa l’accusa che ha portato alla sbarra in veste di imputati decine di dirigenti Unicredit da un capo all’altro della Penisola. Da Bari ad Acqui Terme in Piemonte e ora anche a Roma con la vicenda Balloon, la grande banca ora guidata da Federico Ghizzoni è costretta a a fare i conti (in tribunale) con l’eredità della passata gestione, quella di Alessandro Profumo, l’ex amministratore delegato da maggio al vertice del Monte dei Paschi di Siena. Non bastassero le perdite miliardarie in bilancio e i guai per le presunte irregolarità fiscali sotto inchiesta penale a Milano, adesso tornano attualità le storie di imprenditori spennati (questa è l’accusa) dai banchieri con la divisa di Unicredit. Proprio ieri a Bari, nell’udienza del processo per il caso Divania, forse il più importante per le somme in gioco, il giudice ha ammesso come parte civile l’associazione per la difesa dei consumatori Adusbef. Estorsione e truffa, questi i reati ipotizzati dalla procura pugliese nei confronti di una ventina di banchieri e bancari: semplici funzionari locali, ma anche un paio di top manager al vertice di Unicredit banca mobiliare, il braccio operativo del gruppo creditizio per la finanza aziendale. Divania non c’è più. E’ fallita nel giugno dell’anno scorso travolta dai debiti e dalle perdite dopo aver licenziato gli oltre 400 dipendenti di quella che era una delle più importanti aziende del cosiddetto distretto del mobile imbottito pugliese. Un distretto da tempo in grave crisi per effetto soprattutto della concorrenza asiatica.
I problemi sul fronte commerciale però non bastano da soli a spiegare il crac di Divania. La pensa così il proprietario Francesco Saverio Parisi che ha denunciato le manovre a suo dire truffaldine di Unicredit. In sostanza, i banchieri lo avrebbero indotto a comprare prodotti finanziari ad alto rischio senza informarlo in modo completo sulle possibili perdite, legate a questi titoli in gergo definiti derivati. E così è andata a finire che strumenti venduti come fossero una sorta di paracadute per i rischi, ad esempio, di repentine variazioni dei tassi d’interessi, hanno provocato perdite che hanno aggravato la già precaria situazione aziendale. Parisi ha chiesto un risarcimento di oltre 200 milioni, ma nei mesi scorsi una consulenza tecnica ha quantificato in una somma compresa tra 15 e 20 milioni le perdite legate ai derivati. Le udienze civili sono in calendario nei prossimi mesi, ma intanto è arrivato in aula anche il processo penale. Oltre alla truffa, cioè la vendita di prodotti speculativi ad alto rischio camuffati da strumenti di copertura, la procura barese ha contestato anche l’estorsione perchè nel 2005 Unicredit avrebbe di fatto costretto l’imprenditore, già con l’acqua alla gola per via delle perdite, a stipulare un nuovo accordo con cui si impegnava a versare 4,5 milioni alla banca, a saldo delle perdite causate dai derivati speculativi.
Unicredit ha sempre respinto tutte le accuse. Nessun comportamento scorretto e, ovviamente, nessuna truffa. Questa la posizione dell’istituto di credito che non ha mancato di sottolineare come Divania fosse già in grave difficoltà a prescindere dalle operazioni speculative. Come dire che l’imprenditore avrebbe cercato di scaricare sulla banca la responsabilità di una crisi che aveva poco a che fare con i derivati. Una storia molto simile è andata in scena in un paese della provincia di Alessandria, Bistagno. L’imprenditrice Piera Levo, titolare della Nuova BB (materiale idraulico) si è trovata a pagare decine di migliaia di euro per coprire le perdite legate a prodotti di copertura sul rischio tassi venduti da Unicredit.
E per far fronte a questi impegni è stata costretta a chiedere prestiti a tassi molto elevati, fino al 29 per cento secondo la denuncia, alla stessa banca. Somme non elevatissime, decine di migliaia di euro, sufficenti però a mettere in crisi una piccola azienda come la Nuova BB. Per uscire dalla trappola alla fine l’imprenditrice piemontese si è decisa a far causa a Unicredit, denunciando anche l’istituto alla procura della repubblica di Acqui Terme. Messo alle strette, il gruppo bancario ha preferito chiudere la vicenda con una transazione, accettata dalla signora Levo, che ha anche rimesso la querela. L’inchiesta penale però è proseguita. L’accusa nei confronti di due funzionari di Unicredit è quella di usura.”
Regionopoli? Prima c’è stata boldrinopoli:l’esempio massimo di come hanno distrutto patrimonio pubblico certi esponenti del PD
Settembre 29th, 2012 — Note redazionali
In questi giorni le varie procure d’Italia stanno controllando le spese delle varie regioni, dopo lo scandalo del Lazio. Ma c’è una vicenda di portata nazionale che hanno fatto passare in sordina e che però merita un’attenzione massima della procura. Un esempio di distruzione di patrimonio pubblico senza precedenti: l’area comunicazione e marketing istituita da Piero Tosi e gestita dall’esponente del PD Maurizio Boldrini. In una città di 50 mila abitanti il capo dei dissestatori Piero Tosi insieme al genio dei libri non autorizzati Maurizio Bodrini aveva costruito una struttura megagalattica all’interno dell’ateneo senese: un’area comunicazione superiore a quella della Casa Bianca o dell’ONU. Una roba da far impallidire mezzo mondo. Tosi e Boldrini (vero regista) avevano messo in piedi (udite udite) dentro l’ateneo una struttura denominata area comunicazione e marketing (meglio chiamarla mangiatoia) composta di ben 14 uffici e con (cose da far incazzare i francescani) “capacità di spesa illimitata”. Avete capito? L’esponente del PD Maurizio Boldrini con i soldi dei cittadini aveva “capacità di spesa illimitata”. Ma la domanda ulteriore è la seguente: con quali titoli e attraverso quale legge dello Stato il sig. Boldrini diventò “dirigente” dell’ateneo? La famosa boldrinopoli.
Ecco alcuni esempi e risultati nefasti; piccoli esempi che sommati ad altri hanno trasformato quell’area comunicazione nel più grosso sperpero di danaro pubblico all’interno di un ateneo del pianeta.
http://shamael.noblogs.org/?p=
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http://ilsensodellamisura.com/