Abbiamo visto che certi gabinetti sono espressione di alto design, così come abbiamo visto che quando una banda di dissestatori si è ribellata sui giornali ha affermato, fra le altre cose, di collaborare addirittura con un premio Nobel, Stiglitz. Tutto questo, nelle menti dissestatrici, deve aver provocato la seguente riflessione: ma per andare a defecare in cotanti cessi o per interfacciarsi con cotante menti sarà opportuno andarci vestiti un po’ trasandati? La risposta è stata negativa e quindi è stata architettato il seguente escamotage: compriamo diverse teche ed espositori (preferibilmente costosissime), svuotiamo alcuni locali da quei pulciosi fricchettoni che ci fanno ricerca, didattica e amministrazione ed esponiamoci capi di vestiario griffati Unisi. Poi assumiamo un po’ di gente presso l’area comunicazione e marketing (stipendiandole ovviamente con soldi pubblici), quindi rivolgiamoci a qualche designer esterno e a qualche ditta esterne e creiamo un bel po’ di collezioni di borse, cravatte, polo, felpe, penne, cartelline, portafogli ecc. ecc. Qui http://www.unisi.it/lineaUS/ potete ammirare la collezione “Stigliano 99”, “Pescia 01” e “Piancastagnaio 02”. Purtroppo questi genii sono stati surclassati da questo http://www.youtube.com/watch?v=eUgM6gYAp3o&feature=related
Intanto però sorgono spontanee delle domande: 1) Quanto è costato mettere su tutto questo baraccone? Sicuramente tanto in un primo momento e poi moltissimo in un secondo, visto che ancora una volta si sono messi sul groppone del bilancio ulteriori stipendi (e con quelli sì che si dissesta! Ricordate: con la gente e gli stipendi che percepisce si dissesta al massimo grado!); 2) In quanto è quantificabile l’introito? 3) Dove sono i verbali del CdA che approvano queste belle imprese? 4) Chi c’era all’epoca in CdA? 5) Quanto ha influenzato il Faraone di Pescia e il suo fido genio inghirlandato l’aver collaborato al principio di dissesto operato dal Sultano di Stigliano con il 750 anniversario (data peraltro falsa come una banconota da 28 euro)?
Accanto alle teche e alla sede dell’Unisishop poi doveva sorgere il Caffé dell’Artista, tanto che vennero svuotati ulteriori locali (sempre adibiti a cretinate del tipo archivi amministrativi e così via), per fargli posto. Come si sarebbe dissestato bene se si fosse dato vita a questo geniale (è il caso di dirlo), progetto!
Comunque il dissesto è venuto discretamente anche così.
Siamo in attesa di risposta alle domande sopra.
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編集者各位、我々は日本人観光客のグループであり、私たちは、彼らが我々がユニスのためにスタジオを訪問するシエナに来て、常に閉じていることを三年間であることを不平を言うことをここにある。我々は失望と悲しみに包まれている。