SIENA. Era il lontano 12 novembre 2008. Con un secco comunicato stampa l’Università di Siena annunciava le dimissioni del direttore Amministrativo, Loriano Bigi. Era stato lo stesso Bigi a dare notizia delle sue dimissioni dopo che l’allora rettore, Silvano Focardi, gli aveva chiesto di fare un passo indietro per dare un chiaro segnale di discontinuità.
Il pauroso buco dell’ateneo era già venuto fuori e, ogni giorno, si aggiungevano tasselli ad un quadro decisamente scoraggiante. Loriano Bigi, assiema a Silvano Focardi a Piero Tosi e ad altri funzionari dell’ateneo aveva ricevuto un avviso di garanzia per falso in atto pubblico. L’atmosfera era pesante e non era certo facile tenere la posizione di fronte a responsabilità sempre più eclatanti. L’uscita di scena di Bigi, però, non era definitiva.
Di qualche giorno fa la notizia di un Decreto Ingiuntivo datato 3 febbraio 2011 presentato dall’ex direttore amministrativo al Tribunale del Lavoro di Siena. Bigi chiede, in sostanza, 102.131,37 euro quale indennità di mancato preavviso (pari a 9 mensilità) a cui aggiunge 1.400, 00 euro per rivalutazione monetaria e spese di procedura. Tutto questo Iva e Cap escluse. Il procedimento ha la caratteristica di “provvisoria esecutività” e questo ha obbligato l’Ateneo ad agire rapidamente per presentare una opposizione.
Incaricati di difendere l’Università in questa causa sono gli avvocati Ilaria d’Amelio e Alessandra Bassiato. La decisione verrà ratificata nella prossima seduta del Consiglio di Amministrazione.
Cda che sarà chiamato anche ad autorizzare una variazione al Bilancio di previsione.
La spesa fuori bilancio risale al 2006 e riguarda l’acquisto di 300 copie del volume “Tra diritto e stroria. Studi in onore di Luigi Berlinguer”, scaturito da uno studio realizzato in collaborazione tra l’Università di Siena e quella di Sassari. Una spesa “esigua” se si considera il buco dell’ateneo, ma indicativa della gestione “pomposa” che ha portato al dissesto finanziario.
I volumi erano stati ordinati alla casa editrice Rubettino dal professor Maurizio Boldrini, responsabile del centro Comunicazione e Marketing. Un acquisto che, all’epoca, non aveva allegato alcun impegno di spesa da parte dell’Università ma una lettera del professor Boldrini che assicurava il consenso da parte dell’allora rettore Piero Tosi. La consegna dei libri è avvenuta nel 2009 ed ora la casa editrice chiede che gli venga saldata la fattura.
Anche qui avvocati e minacce di causa che, all’Università di Siena, proprio non fanno bene. Al punto che, in questo caso, si è deciso di superare l’impasse e di pagare subito la fattura, chiedendo al cda di approvare una variazione al Bilancio.
Una domanda: ma chi la paga ‘sta roba?
Febbraio 21st, 2011 | Note redazionali
5 comments ↓
Gentili bloggers, parto dal fondo. Intanto non chiamate più professore uno che non si è mai laureato, solo in Italia si chiamano professori coloro che non hanno studiato all’università, ma che l’hanno solo frequentata. Per rispondere alla vostra domanda, pagheranno sempre gli stessi, con l’appoggio dei sindacati e dei cosiì detti uomini di sinistra impantanati nel potere. Saluti IL SANTO
per la spesa del volume senza copertura finanziaria, mentre il Cda approva il pagamento all’editore, farà denuncia di danno erariale alla Corte dei Conti??
Caro Santo
tanto per cominciare non siamo noi che abbiamo chiamato professore uno che non l’ha nemmeno frequentata l’università, non avendo neanche sostenuto l’esame di anno integrativo dopo il quarto anno di magistrale. Abbiamo solo ripportato l’articolo apparso sul cittadino on line e su questo posto una domanda. Quanto all’appoggio dei sindacati forse sarebbe il caso di specificare un po’ meglio perché a parte uno (dei sindacati) non sembrerebbe, da fuori, che gli altri siano tanto disposti. Anche lì basta leggere i giornali … Sul sempre gli stessi siamo d’accordo. Saluti.
Ma perché siete sempre sulla difensiva e non capite nemmeno l’ironia? Certo che non siete voi che lo chiamate professore ed e’ anche chiaro a quale sindacato mi riferivo e pure a quali uomini della così detta sinistra sottintendevo. Avete troppa foga per leggere in maniera calma senza pensare che sia un attacco a voi… Se preferite non scrivo più tanto sono in ferie in Tunisia, almeno qui quando si incazzano si inaczzano davvero!!!!!
Ma no, caro Santo ci mancherebbe. L’ironia l’abbiamo solo accentuata e lo sappiamo bene perché anche Lei quando teneva il Suo blog aveva messo in luce l’incongruenza della nota sigla che ultimamente a tutto pensa salvo che a tutelare i lavoratori. Abbiamo l’impressione che nei nostri rapporti ci siano stati diversi qui pro quo, presumibilmente da entrambe le parti. Non si preoccupi. Lo sappiamo bene che non ci dobbiamo difendere da Lei. Siamo dalla stessa parte, non c’è dubbio. Scriva pure, siamo ben lieti di dar voce anche a Lei che, ci pare di capire, ha subìto qualche pressione indebita. Qui gli IP non vengono rilevati, sa?