Alla luce della decisione della deputazione della fondazione MPS che in data odierna ha deciso all’unanimità di sostenere le modifiche statutarie volute da Profumo ci sorge il sospetto che lo stesso gruppo che fino ad oggi ha distrutto patrimonio e operato operazioni come l’acquisto di banca Antonveneta cerchi di ritornare a galla sotto la guida di Alessandro Profumo. Ceccuzzi e Mancini con il sostegno di Mussari nuovamente alleati al fianco di Profumo. Ancora una volta i senesi sono ingannati e i vertici della fondazione hanno abbandonato i lavoratori e stanno privilegiando interessi esterni rispetto a quelli della città. Chiediamo alla magistartura, proprio per tutelare gli interessi dei cittadini, di avviare le dovute verifiche di competenza, sul ruolo dei vertici della fondazione MPS n merito all’acquisto di banc Antonveneta. Con oggi il PD ceccuzziano, Gabriello Mancini, Alessandro Piazzi, Vittorio Galgani, Riccardo Martinelli, hanno consegnato la banca al rinviato a giudizio Alessandro Profumo. Forse è il caso che i cittadini, i sindacati, le forze politiche sane convochino un grande manifestazione cittadina per respingere l’assalto definito al MPS da parte dei soliti manovratori romani e grovigliatori cittadini.
La magistratura verifichi le eventuali responsabilità dei vertici della fondazione MPS in merito all’acquisto di banca Antonveneta e di tutte quelle operazioni che hanno arrecato danno al patrimonio della fondazione
Ottobre 4th, 2012 — Note redazionali
Tommaso Occami. Il non alibi
Ottobre 4th, 2012 — Note redazionali
La Fondazione Monte dei Paschi di Siena comunica che la Deputazione Amministratrice, nella seduta odierna, ha deliberato all’unanimità di votare favorevolmente a tutte le proposte all’ordine del giorno dell’assemblea straordinaria di Banca Mps convocata per il prossimo 9 ottobre. In quel contesto verranno esplicitate le motivazioni che hanno portato ad assumere tali decisioni.
Dopo questo comunicato, qualche tempo fa, qualcuno, avrebbe detto che il re è nudo. A Ceccuzzi sono caduti tutti gli alibi che aveva accampato per il passato. Ora non ci sono più dubbi, ammesso che qualcuno li potesse ancora nutrire. Il candidato a sindaco del Pd si è comportato come sempre: ha diretto dietro le quinti facendo prendere posizioni diversificate ai suoi fedelissimi. Dalla nota salomonica del voletevi bene indirizzata alla direzione del Monte e al sindacato per rimettersi a tavolino e trovare un’accordo. Al pronunciamento della Provincia che invitava la Fondazione a mantenere il controllo della Banca (boh!) e a votare contro le richieste di modifica allo statuto del Monte volute da Profumo. Una parte del Pd doveva fare da sponda al dissenso per cercare, in qualche modo, di governarlo. È toccato al fido Bezzini sacrificarsi. Scordandosi, Ceccuzzi, di aver già espresso parere positivo sul piano industriale presentato dalla coppia Profumo, Viola. Piano che prevede 4.700 licenziamenti e meno erogazioni di denaro. Esprimere solidarietà ai lavoratori, alle famiglie e alle imprese dopo aver approvato le linee fondamentali della gestione della banca per il prossimo futuro è quanto meno amorale.
Ma la sostanza sta nel voto della Fondazione che chiarisce la verità dei fatti: il Partito democratico senese risponde a un disegno preordinato che va contro gli interessi di Siena. Interessi che si chiariranno, purtroppo, solo a operazioni concluse. È ormai chiaro che (l’ex) azionista di maggioranza dopo il nove ottobre non avrà più possibilità di discutere nulla nello specifico delle scelte della partecipata. La Fondazione neppure in punto di morte, è stata capace di un gesto di autonomia dalla Banca che la portata, in tutti questi anni, alla lenta e inesorabile agonia. Da chi avrà preso questa volta gli ordini Mancini? Visto che, per sua stessa ammissione, fa sempre quello che altri gli dicono. Non può essere stata la Provincia perchè contraria alla decisione assunta e non può essere stato Laudanna, chi allora? Profumo procederà, fra breve, all’aumento di capitale già deciso e condiviso dalla Fondazione che si muove, quest’ultima, come un pugile suonato al tappeto. Dopodichè, il presidente del Monte, sarà libero di decidere a chi vendere la banca. Oggi qualcuno ha scritto commentando le decisioni dell’EBA che, questa, non ha bocciato solo la vecchia dirigenza ma anche la nuova. Perchè in nove mesi non ha prodotto nessun risultato positivo. Ma siamo sicuri che lo voglia produrre? Più dura questo stato di difficoltà e di incertezza e meno vale la Banca. Signor Ceccuzzi, dopo oggi, lei è l’unico responsabile per due motivi sostanziali: per aver condiviso, acriticamente, le scelte di Profumo e per la conseguente debolezza che ha dimostrato nella difesa degli interessi della città e dei lavoratori del Monte.
T.O.
Riceviamo pubblichiamo e inorridiamo. Presa di posizione Coordinamenti RSA – Banca Monte dei Paschi Siena Spa
Ottobre 4th, 2012 — Note redazionali
A PROPOSITO DEL COMUNICATO DEL PD SENESE
Continuiamo a registrare, da parte delle forze politiche locali di maggioranza, generici attestati di solidarietà. Si continua però a non pronunciare le uniche parole che hanno senso in questa situazione e cioè che l’azienda deve ritirare le esternalizzazioni “tutte” e la disdetta del contratto integrativo aziendale. Quello che sta succedendo infatti non è frutto del caso o della malvagità di entità superiori ma la coerente applicazione di un Piano Industriale tanto entusiasticamente e acriticamente accettato, al momento della sua presentazione, dalle suddette forze politiche. È tra l’altro assolutamente sbagliato continuare ad illudere i Lavoratori che la salvezza stia nella divisione e nel coltivare interessi particolari.
La precarizzazione, se passasse, travolgerebbe tutti, indiscriminatamente.
È lecito a questo punto avere il sospetto che si voglia solo rimandare il grosso del problema per poter effettuare una campagna elettorale tranquilla. Per parte nostra non consentiremo a nessuno di giocare con i diritti dei Lavoratori del Monte.
Solo il Sindacato, che rappresenta gli interessi di tutti i Lavoratori del Monte dei Paschi, ha il diritto di contrattare, a ragion veduta, in base a criteri solidaristici, i processi di riorganizzazione e ristrutturazione.
Le dichiarazioni di generica solidarietà del PD senese sono non solo inutili ma addirittura provocatorie visto che intervengono solo nel momento in cui l’azienda ha dichiarato chiusa la procedura annunciando che applicherà il Piano Industriale nella sua versione originale.
Se le forze politiche in questione vogliono davvero cambiare strategia, ridimensionando il ruolo del Presidente Profumo e dando un segnale di netto rifiuto alla velleità di quest’ultimo, intervengano in modo fattivo per far sì che la Fondazione – di cui controllano la maggioranza – voti “no” a tutti i punti all’ordine del giorno all’Assemblea dei Soci del prossimo 9 ottobre.
Siena, 04 ottobre 2012 LE SEGRETERIE
I giochini politici e le prese in giro sulla testa dei senesi
Ottobre 4th, 2012 — Note redazionali
La megalomania di questi ultimi anni rappresentata politicamente dal Ceccuzzi e dai suoi uomini, dal Mussari al Tosi, ha compromesso,e per certi aspetti in modo irreversibile, la tenuta istituzionale ed economica dei senesi. Giochini politici e prese in giro che a tutt’oggi continuano a contraddistinguere il gruppo dirigente del PD senese. Un partito che, non per scelta ideologica, ma con i dati nefasti alla mano, merita una lezione politica da parte dei senesi,perchè i cittadini sono stati privati oltre che della tenuta economica anche della dignità. Facciamo uno schema per far chiarezza.
Università.
E’ stata dissestata e mortificata perchè Tosi e i suoi uomini e donne (da Boldrini, Gabriella Piccinni, Riccaboni, Detti, Flores, Galeazzi, e compagnia pessima) hanno considerato l’università come un luogo privato per partorire carriere e agevolare il potere di visibilità della cricca di alcuni docenti per occupare poltrone e gestire risorse pubbliche.Megalomania insieme a veri e propri atti illegali.Tutto con la copertura politica deegli ex DS Ceccuzzi e Luigi Berlinguer.
Riordino delle province
Anche in questo caso i cittadini sono stati presi in giro dai dirigenti del PD. Sono arrivati addirittura ad organizzare durante la festa del PD in Fortezza quella sceneggiata insieme al Montesquieu di Pontedera affermando che “Siena capoluogo della nuova provincia” era un punto fermo. Bugiardi! I questo momento mentre scriviamo il ministro ha dichiarato che per la Toscana non ci sarà nessuna deroga sul riordino delle province. Punto. Ma non solo; quel progetto delle famose tre aree vaste è tramontato e quindi salvo colpi di scena improvvisi la provincia di Siena è abolita e ci sarà l’aggregazione con Grosseto, Oltre al danno anche la beffa; forse ci godono nel PD senese con le prese in giro nei confronti dei cittadini. Non era piu’ serio ragionare su futuri scenari senza illudere i cittadini?
Banca e Fondazione MPS
Il patrimonio della banca e della fondazione MPS è stato dilapidato per le responsabilità politiche del Ceccuzzi e dei suoi uomini e per aver dato carta bianca al Mussari nella gestione della banca. E oggi? Stesso giochino del Ceccuzzi con Profumo.Tutte sulle spalle dei senesi ma nel PD fanno finta di niente,dai dirigenti agli iscritti. Il masochismo trionfante. E basta leggere l’ennesimo comunicato del PD senese ambiguo sulla situazione dei lavoratori di MPS.
E l’elenco potrebbe continuare all’infinito.
P.S. Abbiamo una curiosità. Come mai la famosa associazione Pietra Serena non ha scritto niente contro le proposte di modifica statutarie volute da Profumo e come mai non contesta l’azione politica del Ceccuzzi?
La risposta a questa domanda vi chiarirà l’ennesimo giochino in atto per mantenere in piedi questo sistema nefasto.
Il riordino delle province in Toscana: uno scontro tutto interno al PD. Ci sarebbe una nostra proposta
Ottobre 3rd, 2012 — Note redazionali
Per capire quello che sta succedendo sul riordino delle province occorre ritornare indietro di un anno rispetto all’approvazione della legge sulla spendiew rewieu. Chi ha buona memoria ricorderà che la proposta di abolire le province viene da lontano, riferendomi al dibattito nazionale, e tra i promotori piu’convinti c’era l’esponente del PD Walter Veltroni(quando Franco Ceccuzzi era veltroniano).L’idea di partenza era l’abolizione di tutte le province attraverso la modifica costituzionale; un’idea lanciata ma mai attuata. Credo che siamo tutti consapevoli dell’esigenza di un processo di revisione dell’architettura istituzionale degli enti locali, anche per un risparmio di risorse economiche, ma la fretta populistica di operare i tagli rischia di produrre nuove soluzioni confuse. La mannaia dei tagli interviene sui territori addirittura con le vergognose chiusure degli uffici postali:una signora anziana di 76 anni che abita in un piccolo centro distante 30 km dal centro abitato piu’ vicino se gli chiudete l’ufficio postale e altri servizi come si dovrà organizzare? Solo dei docenti universitari ottusi e autoreferenziali potevano partorire queste discriminazioni. Si pensa di risparmiare tagliando questi servizi? Grosso errore. Ho la netta sensazione che i tagli previsti in questi termini aumenteranno, piuttosto che diminuirla, la spesa pubblica. I veri centri di spreco sono tutti in piedi; e il primo centro di spreco è la burocrazia italiana. E con dei banchieri come Passera al governo la vedo difficile un’iniziativa finalizzata a risolvere i veri privilegi.Personalmente considero addirittura un grosso errore quello di avere a suo tempo consegnato alle regioni la gestione della sanità. Il primo responsabile dell’aumento della spesa pubblica,cresciuta con l’aumento delle spese delle regioni, è il famoso governo del ’92 di Giuliano Amato. Aumenti di spese regionali determinati da sprechi, ruberie, privilegi economici per gli eletti e da una confusa riorganizzazione legislativa.
Ritorniamo all’attualità. A parer mio la legge sul riordino delle province del governo Monti è incostituzionale perchè genera disparità e discriminazioni: o si aboliscono tutte le province o nessuna. E qui si arriva al nodo politico. Le Regioni sono gli enti titolati a presentare il ricorso alla Corte Costituzionale ma questo non succede e non succederà perchè il PD e il PDL hanno blindato la legge e i due partiti da Roma hanno “ordinato” ai presidenti di regione di non procedere con i ricorsi. Il PD rispetto al PDL è il partito che ha sostenuto con maggior forza il riordino delle province. Con la scusa dei tagli i partiti riportano il potere tutto dentro il parlamento; un passo indietro notevole rispetto alla tanto sbandierata politica di rafforzamento delle autonomie locali. E in Toscana lo scontro sul riordino delle province è tutto dentro il PD,soprattutto tra le correnti degli ex DS. In questo momento Siena, in particolar modo, sta pagando la debolezza di una classe dirigente incapace e priva di lungimiranza,oltre che responsabile del dissesto economico e istituzionale della realtà senese. Urlare oggi, al lupo al lupo, quando il lupo è lo stesso PD, partito di Ceccuzzi e Bezzini è ridicolo. Bezzini meno; perchè la responsabilità dell’indebolimento di Siena all’interno del quadro regionale è tutta di Ceccuzzi che pur di mantenere salda la sua carriera ha “svenduto” politicamente tutto: dalla banca al ruolo senese nelle dinamiche di potere regionale. E poi perchè il gruppo politico dentro il PD (Ceccuzzi-Filippeschi-
Prof. Paco Pachese
Questo era il delegato aretino per conto dei dissestatori,poi era presidente del Cresco e del Nucleo di Valutazione dell’università di Siena. Qualche procura toscana lo conosce il Criccaboni?
Ottobre 3rd, 2012 — Note redazionali
Le responsabilità di Riccaboni nelle sorti e nel dissesto universitario sono rilevanti e riconducibili a comportamenti illegittimi e dissestatori svolti nel corso dei ruoli chiave ricoperti e finalizzati alla realizzazione di interessi personali in atto pubblico, messi in atto nel lungo periodo di tempo in cui il buco veniva creato all’epoca di Tosi (periodo in cui era, fra le altre cose delegato del Polo Universitario di Arezzo), godendo infine della complicità del super dissestatore Loriano Bigi nell’ampliamento dell’organico universitario, nella stipula di nuovi contratti di valutazione e nella progettazione di un sistema di valutazione dei dirigenti e per la distribuzione del salario accessorio (proprio negli anni neri in cui emerge il buco dal 2006 al 2008). Tale condotta di propri interessi personali nella funzione pubblica, conflitto di interessi e abuso d’ufficio, viene palesata dall’analisi delle carte e delle vicende che legano Riccaboni anche a personaggi di secondo piano: commercialisti, docenti, dottorandi del suo corso illegittimamente incaricati/delegati a gestire l’amministrazione delle strutture universitarie di sua responsabilità, tenere i rapporti con le aziende che si relazionano con l’Università al fine di consulenze personali, contratti e consulenze di cricca-gruppo (in pratica un comitato di affari) a svantaggio dell’Università (continua).
Remember 1
Parliamo un po’ della collaborazione tra Riccaboni e Bigi. Intanto i due negli anni in cui si formava la vorgaine lavoravano alla definizione di un sistema di valutazione dei dirigenti dell’Ateneo (all’epoca ben TRE). Inoltra ad un aprogetto per la distribuzione del salario accessorio al personale dirigente. E guardate che bel risultato coi salari accessori!!! Inoltre la collaborazione si allargò alla definizione di soluzione per l’AMPLIAMENTO DELLA PIANTA ORGANICA del personale tecnico amministrativo e per la stipula di contratti per il personale dei Dipartimenti!!!
Per queste consulenze quanto si fa pagare Riccaboni? E quanto costano queste consulenze all’Ateneo? E quanti soldi spende l’Ateneo in consulenze date sempre e soltanto alle solite persone? Chi lavorava a queste consulenze? Alessandro Bacci, Antonella Di Manna, Alida Nardiello … D’altro canto i contratti stipulati dalla direzione amministrativa sono rintracciabilissimi. Ma, a proposito, non era il Bigi stesso il Direttore Amministrativo?
Poi un’altra domanda: ma quante consulenze ha Riccaboni in tutta Italia? No, perché siccome la giornata è fatta di 24 ore e la settimana di sette giorni e lui è contemporaneamente: professore, Delegato ad Arezzo, presidente di Cresco, Presidente del Nucleo di Valutazione, Preside di Facoltà forse è un po’ impegnato …
Poi ci sono i master: Master GINTS e Master MAR del Dipartimento di Studi Aziendali e Sociali. Chi sono i docenti a contratto dei Master? Sempre i soliti destinatari anche di contratti da parte del Dipartimento di Studi Aziendali e Sociali. Ma la GdF non aveva contestato le spese dei Master del Dipartimento? Che fine hanno fatto quelle contestazioni?
Forse sarebbe il caso di allargare un po’ il quadro di ispezione e arrivare sino ad Arezzo in modo da poter controllare anche i conti di collaboratori di Riccaboni e delle società a costoro collegate e collegabili?
Remember 2
Dunque, siccome qui c’è qualcuno che è parecchio duro di comprendonio, andiamo avanti con la narrazione. Dal 1997 al settembre del 2006 il nostro Criccaboni è delegato per l’Università di Siena per le questioni del Polo di Arezzo e membro del CdA della società consortile. Tale società è composta da 92 soci (37 società, 9 comuni, 9 enti pubblici, 12 ordini professionali). Intreccia con Alessandro Saviotti e Simona Arezzini un rapporto finalizzato alla gestione del Polo, aiutato da uno stuolo di dottorandi e collaboratori fra cui Carlo Curandai, Dania Bonatti, Chiara Meacci ecc.
Che curriculum ha questa gente? Vediamo vediamo. Simona Arezzini è stata studentessa a Economia e poi dottoranda proprio nel dottorato di Riccaboni sull’economia delle amministrazioni pubbliche.
Alessandro Saviotti è un altro dottorando di Riccaboni “incaricato della gestione dei rapporti con le imprese del Polo universitario aretino”. Ma guarda caso!
Nel 2003 (ma a sentire il Cricca lui è arrivato ora e casca sempre e comunque da pero) Arezzini e Saviotti sono con il nostro Criccaboni in Idroproject. Gruppo di studiosi ed esperti di settore operante presso la Facoltà di Economia R. Goodwin di Siena sede di Arezzo” sita in via Porta Buia 3. Hanno messo a punto un software che si chiama “Simula e controlla” che serve ai gestori di acque e il Cricca e la sua Cricca-girl vanno presentandolo a giro per gli enti. Ricapitoliamo: da un gruppetto di criccaboys e criccagirl è stato creato un gruppo che controlla i rapporti con le imprese e, ci chiediamo e chiediamo alla Procura della Repubblica di Arezzo: gratis? Non crediamo noi e dubitiamo che anche per la magistratura sia credibile l’ipotesi. Quindi come la mettiamo? Qui sono girati dei quattrini e in che tasche sono finiti? E sono girati grazie alla presenza dell’Università di Siena nella quale questi soggetti svolgono dei ruoli. Sono stati autorizzati questi ruoli oppure no? Non ci dimentichiamo che esiste un regolamento per gli incarichi retribuiti …
Questi criccaboys e criccagirls fra l’altro sono contemporanamente: collaboratori per il Polo aretino, docenti nei master e dottorati, coinvolti nelle procedure di valutazione (Nucleo di Valutazione e VAI), consulenti sulla valutazione dei dirigenti dell’Ateneo (all’epoca ben TRE), consulenti per la distribuzione dell’accessorio (e sappiamo bene come è andata a finire: ne hanno distribuito o comunque hanno sopravvalutato il fondo di ben 5 milioni!) e selettori di personale a contratto per il dipartimento, indovinate di chi?, del Criccaboni.
Inoltre fanno tutti parte di Telos Consulting che aveva anche una convenzione col CRESCO proprio negli anni in cui il Cricca ne era presidente prima di lasciare la mano a Busco.
Per chiudere con questi argomenti di riflessione, per noi, per voi cari lettori, e per le Procure di Siena e Arezzo, tutti costoro sono anche docenti a contratto all’Università di Pisa dove insegna, indovinate chi? La professoressa Giovanna Colombini, CARA AMICA di Riccaboni nonché membro della commissione di selezione della maestrina condannata dalla Corte dei Conti dell’Emilia Romagna Ines Fabbro. Procedura di selezione talmente regolare che, dopo un esposto, è stata sequestrata dai Carabinieri e, increbili dictu, torna ora a galla nel testo di un comunicato dei capigruppo consiliari del Comune di Siena. Ultimo atto prima del commissariamento.
Tommaso Occami. La scelta Profumata
Ottobre 3rd, 2012 — Note redazionali
Ero lì davanti a un bicchiere di vino Rugginoso di Montecucco quando mi sono venute alla mente delle considerazioni. La scelta di Profumo non è stata azzeccata dal Pd nazionale il Monte avrebbe avuto bisogno di una guida diversa più interna, che avesse la conoscenza della struttura e delle risorse umane disponibili. Che considerasse il personale la risorsa principale che fosse, insomma, capace di rimotivarlo dopo l’esperienza fallimentare del Rossi e del Mussari. Francamente non riesco a capire come un tecnico che proviene da Sky possa gestire una macchina complessa come quella di una banca. Quanti dipendenti avrà mai una struttura come Sky e con quali caratteristiche? Fra l’altro i vizi dei capi e della spartizione del potere al Monte stanno ritornando in tutto il loro splendore. Ognuno dei due attori principali si è costruito la sua squadra ed è prevedibile che metteranno in piedi una struttura di premi e costruiscano un proprio gruppo di fedelissimi. Quindi? Nulla di nuovo. Devo dire che il buon vino mi ha aiutato nei ragionamenti del tipo: Ceccuzzi è completamente subalterno a Profumo. Così come lo è il Pd senese che non ha nessuna autonomia rispetto a quello romano. Le tensioni per la riunione del 9 ottobre, quella delle variazioni statutarie, sono tutte dentro questo scenario. Si è creato, dopo la presa di posizione unitaria del sindacato e del Valentini, un fronte esteso del no ai cambiamenti statutari a favore del presidente della banca. Chi tiene la bandiera di tutto il potere a Profumo ormai è rimasto solo il Pd ceccuzziano. Quel Ceccuzzi che probabilmente ha ancora bisogno di qualche copertura per i suoi “amici” del Monte: Valentino Fanti, David Rossi e il campano Antonio Marino. E Il presidente sembra molto più sensibile del Viola alle richieste dell’ex sindaco autodimissionatosi. Qualcuno dei miei commensali si è lasciato andare e l’ambiente lo permetteva. Una bellissima casa colonica nell’alta Maremma e il camino accesso è stato un complice micidiale. Scusa mi ha detto, mettiamo che Profumo abbia già un acquirente per il Monte e conoscendolo, ha continuato, ne sono quasi sicuro, non pensi che potrebbe aiutare il compratore nell’acquisto? E come? Gli ho risposto. Semplicemente, ha replicato, continuando nell’azione di indebolimento della banca e mandando a casa tremila, quattromila persone. E se tutto questo avvenisse con la complicità dei soliti ignoti? Come sarebbe? Devo dire che il commensale esperto di tante operazioni bancarie e fine conoscitore del mondo finanziario mi ha messo nei pensieri. E se fosse vero? Se tutto fosse già scritto? Noi staremmo di nuovo assistendo, dopo il Mussari, a una rappresentazione già scritta da attori che rimangono sconosciuti. Come nel teatro delle ombre. Del resto di denaro in giro per il mondo ce n’è fin troppo e i collegamenti giusti a Profumo non mancano. Ho chiesto ad altri presenti se c’è ancora la possibilità di una strategia alternativa? È possibile uscire da questa situazione per nulla gradevole? Sì, mi hanno risposto, ma bisogna spezzare il legame che unisce il nuovo presidente al Pd nazionale e locale. Se non passano i cambiamenti statutari Profumo quasi sicuramente lascerà Siena. Dopodichè con l’incertezza sul futuro politico si Siena si può costruire ancora qualcosa di positivo per la città. Ci siamo lasciati con l’impegno di ritrovatrici se le cose dovessero prendere una piega positiva.
Stai con il PD ceccuzziano che tramite Profumo vuole portare via il Monte da Siena o stai contro?? Mentre i lavoratori rimangono isolati dalla politica, il Ceccuzzi scende a difesa di Valentino Fanti e Antonio Marino
Ottobre 2nd, 2012 — Note redazionali
Nella giornata di oggi, e finalmente, tutte le forze politiche nella commissione Affari Generali della Provincia di Siena hanno approvato un documento che non lascia interpretazioni; le forze politiche chiedono al presidente Gabriello Mancini di respingere i tentativi tesi a privare la fondazione del suolo.Tradotto: Mancini respinga le proposte di modifica dello avanzate da Profumo. Un messaggio chiaro che arriva anche dai rappresentanti del PD in provincia; una posizione difforme dall’appiattimento del gruppo del PD ceccuzziano sulle posizioni di Profumo. Da segnalare anche la posizione del sindaco di Monteriggioni Bruno Valentini che chiede di non sbilanciare il ruolo della fondazione e di salvaguardare i lavoratori. Come mai il sig. Ceccuzzi (non avendo nessun ruolo) ha incontrato Profumo in due occasioni diverse? La prima volta dentro Rocca Salimbeni e la seconda come segnalato dal blog Il Gavinone in altro luogo. Incontri che confermano la piena sintonia tra Ceccuzzi e Profumo e la condivisione di tutto. E infatti gli uomini del Ceccuzzi, da Giulio Carli, Simone Vigni, ai sindacalisti Guggiari e Coppi, sono scesi in pista per elogiare il ruolo e il lavoro di Profumo. Mentre i dipendenti, giustamente, lanciano allarmi per il proprio futuro e lamentano l’assenza del partito di maggioranza al proprio fianco, merita segnalare, invece, l’impegno di Ceccuzzi a difesa di Valentino Fanti e Antonio Marino. Sembrerebbe infatti che Fanti e Marino si siano lamentati con Ceccuzzi, perché i due manager si sentono “emarginati” da Fabrizio Viola. Prontamente il Ceccuzzi è sceso al fianco di questi due “lavoratori” chiedendo il supporto di Profumo. Piu’ o meno la stessa cosa che ha fatto all’università: Ceccuzzi faceva buon viso con i dipendenti e subito dopo si muoveva a difesa del Criccaboni.
Barack Obama attacca le banche; in Italia i partiti si “attaccano” alle banche: dalla crisi morale al sindacalismo allineato
Ottobre 2nd, 2012 — Note redazionali
Dopo il crollo finanziario del 2008 Barack Obama ha voluto una task force per individuare le cause che hanno generato la crisi finanziaria globale. L’iniziativa di Obama ha costituito un precedente politico contro il primato delle banche ed è stato un segnale di incoraggiamento per l’opera di controllo della magistratura americana. Nella giornata di ieri abbiamo appreso che il procuratore generale di New York ha citato in giudizio la JP Morgan con l’accusa di aver frodato i suoi investitori con i mutui subprime. In Italia,invece, ci sono dei banchieri che per anni hanno spacciato titoli tossici che non solo non hanno subito ripercussioni, anzi, sono stati premiati dalla politica. Il PD, senza porsi problema alcuno, ha dirottato alla presidenza di banca MPS l’indagato Alessandro Profumo successivamente rinviato a giudizio. Lo stupore è aumentando anche per il via libera alla nomina da parte del leader di SEL Vendola. Una nomina quella di Profumo che “letta” con occhi anglosassoni ha il sapore della sfida alle inchieste della magistratura e non sarebbe una novità, se consideriamo la mole di indagati e condannati presenti nel parlamento italiano. Probabilmente la caratteristica meritocratica,in Italia, per sedersi ai vertici dei gruppi finanziari è quella di possedere o una condanna o un rinvio a giudizio. Una crisi morale diffusa e tollerata, con stupore da parte nostra, anche dagli eredi politici di Enrico Berlinguer. Stessa responsabilità pesa come un macigno sul famoso capitalismo italiano che negli ultimi anni si è adeguato sempre più alla speculazione finanziaria, all’affarismo e al malcostume. Corpi e anticorpi in simbiosi dentro un meccanismo contorto che ha messo in ginocchio l’intero sistema economico e produttivo. Tangentopoli è stata una barzelletta rispetto al sistema che ancora regna. Cosi gira il sistema e chissà se cambierà?Tante belle parole, codici etici e leggi contro l’evasione fiscale ma alla fine la politica ha optato per nominare alla presidenza di una banca un rinviato a giudizio per presunta frode fiscale. Effettivamente l’America è dall’altra parte dell’oceano. E il sindacalismo italiano? Non nutro grandi simpatie per i sindacati in generale ma bisogna ammettere che in certi passaggi storici la funzione del sindacato è servita per migliorare la vita delle persone e nel contempo ha contribuito a frenare le tentazioni speculative dei “capitalisti” italiani. Da quando collaboro con questo blog seguo con attenzione le dinamiche politiche e sindacali che ruotano dentro e intorno alla banca MPS e sinceramente la bilancia delle responsabilità per i disastri compiuti risulta in equilibrio tra quelle deli vertici del sindacato e quelle della gestione Mussari-Vigni. Un’ambiguità e un collateralismo politico che ancora regna nei vertici dei sindacati confederali senesi e dalla lettura dei comunicati dei segretari di CGIL e CISL Guggiari e Coppi si evince la cinghia di trasmissione tra Profumo-Ceccuzzi e i due sindacalisti: con un gioco di parole i due sindacalisti, gioco di parole politicante, di fatto danno il via libera a Profumo; una sorta ci copertura sindacale alle posizioni del Ceccuzzi. Ma la realtà è un’altra: il sindacato nel suo insieme ha perso, consegnando ai vertici della banca carta bianca e l’arma dell’arroganza. E il sindacato ha perso perché tra la tutela trasparente dei lavorati e il collateralismo con Ceccuzzi hanno scelto la seconda strada. Ancora una volta i disastri dei “padroni” ricadono sui lavoratori, con buona pace di Di Vittorio e Enrico Berlinguer e della cultura liberale. E se la cultura liberale è rappresentata dai banchieri come Profumo forse conviene invocare il maoismo. Almeno la richiesta di un’azione di responsabilità potevano avanzarla i due sindacalisti o no?Il compito di difendersi dall’arroganza di Profumo e Dall Riva è tutto nelle mani dei dipendenti della banca e di quei sindacalisti bancari che non prendono ordini dal PD.
Albus Silente
Franco Ceccuzzi, David Chiti e quel bar universitario
Ottobre 2nd, 2012 — Note redazionali
Per la cronaca Criccaboni e Fabbro con l’appoggio del PD senese hanno tagliato il salario accessorio ai dipendenti universitari supportati anche da questi partiti UDC, SEL,Siena Futura e Riformisti. Ma qualcuno del PD all’università aveva fatto altro. Prima di entrare nel merito alcuni punti fermi.
1) L’università di Siena è un ente pubblico;
2) Il Comune di Siena nomina un membro del cda dell’università;
3) Il dirigente dell’università Carlo Bruni era nel comitato elettorale di Franco Ceccuzzi candidato del PD e David Chiti è stato consigliere comunale al fianco di Ceccuzzi;
4) La procura della repubblica di Siena per l’inchiesta classificata buco dell’ateneo ha chiesto 18 rinvii a giudizio e Carlo Bruni e David Chiti sono dentro questi 18.
La cronaca dei fatti inizia nell’anno 2008 (come confermato dal dirigente dell’università Carlo Bruni nelle dichiarazioni rese ai magistrati):
(Dichiarazione di Carlo Bruni): “Nessuna ditta, tantomeno la Mamele snc, ha mai presentato formale domanda finalizzata alla gestione del Bar all’inerno dell’ex Ospedale Psichiatrico S. Niccolò”.
(Dichiarazione di Carlo Bruni): “Agli inizi del 2008 il Rettore presentò al sottoscritto il sig. David Chiti. Lo stesso Chiti disse che una società, della quale faceva parte anche sua moglie era interessata alla gestione del bar all’interno dell’ex Ospedale Psichiatrico. La ditta si fece avanti per poter effettuare i lavori all’interno dei locali mentre l’Università avrebbe acquistato l’arredamento.”
(Dichiarazione di Carlo Bruni)”: I rapporti sono stati tenuti con il sig. David Chiti, il quale mi fu presentato dal Rettore e, successivamente,con la moglie e gli altri soci della Mamele snc. Il Chiti mi propose di far prendere in gestione il bar, che si sarebbe costruito all’interno della struttura dell’ex ospedale psichiatrico, alla moglie che aveva intenzione di costituire una società. Visto che per detta getione ci saremmo trovati “sotto soglia” credetti opportuno non effettuare alcuna gara.”
Riassumiamo: Il dirigente Carlo Bruni (dirigente di un ente pubblico) a sua discrezione ha deciso di non fare una gara (che era obbligato per legge a fare) per l’affidamento di un servizio bar. Gare che sono state effettuate per tutti gli altri bar universitari. Ma come confessato dallo stesso Bruni, i rapporti li teneva con il Chiti. E infatti senza gara il bar è stato affidato alla società della moglie del Chiti. Ma i rapporti con il dirigente dell’ente pubblico li teneva direttamente David Chiti. Uno come il Bruni dovrebbero allontanarlo dall’ente pubblico,con l’aggravante della giustificazione della suggestiva dicitura “sotto soglia”. Ma non solo: il Bruni è stato sputtanato platealmente dagli investigatori. Il Dirigente Carlo Bruni (esponente della CGIL ceccuzziana) aveva affermato di “aver contattato altri soggetti per l’affidamento del bar”; poi gli investigatori hanno interrogato coloro che a detta del Bruni erano stati contattati e gli stessi investigatori scoprono che nessuno era stato contattato dal Bruni. Il bar del San Niccolò è stato affidato senza gara e solamente attraverso i rapporti diretti con David Chiti. Quei due fenomeni di Criccaboni e Fabbro si sono degnati di verificare eventuali danni erariali e soprattutto che provvedimenti hanno preso nei confronti di Carlo Bruni? Ma non vi vergognate nemmeno un pochino?
Il Ceccuzzi(ci sarebbero anche gli incontri a casa di Anna) e il PD senese hanno fatto quadrato intorno al Chiti come se tutto questo fosse normale. Non è normale come non lo è affamare i lavoratori, facendo ricadere su loro le responsabilità di quel branco di dissestatori di ateneo.
Ieri il segretario provinciale del PD senese Niccolò Guicciardini sul suo blog ha scritto questo :” Chi fa politica per arricchirsi o per avere qualche privilegio deve vergognarsi e per me deve stare fuori dal Pd. Su questo non si transige. Fare politica è rendere un servizio alle proprie comunità”.
E quindi che si fa?
PS. Il Ceccuzzi si ricandida sindaco di Siena?