Ma quale rottamatore!! Matteo Renzi è l’ennesimo salto indietro della politica italiana

Faccio subito una premessa: non partecipo alle primarie del PD e non prenderò parte pubblicamente alla prossima alle prossime campagne elettorali. Mi limito a fare delle considerazioni dal profilo culturale ,con pragmatismo e senza sfumature ideologiche. Il giovane Matteo Renzi dopo i primi passi fiorentini con il sostegno del gruppo vicino a Lamberto Dini, ha deciso di lanciarsi nel grande calderone della politica: dalla carica di presidente della provincia di Firenze alla guida del Comune di Firenze. E oggi nell’agone della politica nazionale. E’ partito rottamatore e oggi si sta rivelando un sempiterno politico della prima repubblica. Nulla da dire sul marketing e sulla gestione con effetti goriani che gli hanno consentito di occupare mediaticamente la scena; da una parte sfruttando il vuoto politico e dell’altra millantando la rottamazione della vecchia guardia. Chi meglio di lui per un nuovo corso politico? Tutta apparenza e tanto gioco mediatico. Purtroppo il giovane Matteo Renzi è una mascherata sfumatura del vecchio che avanza. Sarà credibile un politico che afferma di voler rottamare e poi si adegua,pur con tante bizze, al sistema delle regole gestite da quelli che millanta di rottamare? No, non è credibile. E’ vero o non è vero che con il suo ruolo politico degli ultimi anni ha partecipato a rendere sempre più stabile la nomenclatura che pretende di rottamare? E’ vero. Lo ammetto, all’inizio nutrivo una minima attenzione verso la novità Renzi, ma con il tempo e conoscendo il suo lavoro di mediazione con i “capi politici” delle varie realtà locali, sono giunto alla conclusione che la novità della politica italiana non è Renzi. A tutt’oggi dobbiamo fare ancora i conti con la solita classe dirigente e l’ex rottamatore è la variante giovane di questa classe dirigente. Vi faccio un esempio che racchiude il lavoro della finta rottamazione renziana. Parto dalla politica senese per concludere il percorso con quella nazionale. Qui si sfiora anche il ridicolo. Seguitemi attentamente. Il gruppo dirigente del PD ceccuzziano fino al 2011 era tutto schierato con D’Alema e a livello regionale con Manciulli; tutte le scelte operate a Siena,comprese quelle della banca, hanno visto il ruolo di D’Alema e in questo momento il vice -presidente di MPS,il piddino Marco Turchi è un dalemiano di ferro. Il Ceccuzzi, il quale pensa di essere un volpone, dopo aver rassegnato le dimissioni volontarie da sindaco che cosa studia? Rafforza i contatti con Matteo Renzi e negli incontri precedenti alla festa democratica di Siena del mese di agosto, Ceccuzzi stringe il patto delle primarie del partito con Renzi: “noi da Siena ti diamo una mano, non io direttamente ma i miei uomini fidati, e tu caro Matteo mi dai la copertura per rilanciare la mia candidatura a sindaco di Siena”. Detto fatto. Renzi partecipa alla festa estiva e si lancia con elogi sperticati nei confronti del Ceccuzzi, affermando che il chianino è il miglior sindaco per Siena. Oggi scopriamo che i coordinatori e i piddini senesi pro-Renzi guarda caso sono gli uomini più fidati del Ceccuzzi (il chianino però evita di pronunciarsi) da Simone Vigni, il sindaco di Chiusi, Mancuso, Bernazzi e Artusa e addirittura l’ex capogruppo ceccuzziano Massimo Bianchi. Renzi quindi pensa di fare il rottamatore con quella classe dirigente che ha dissestato mezza città,sostenuto l’acquisto di banca Antonveneta e nominato il rinviato a giudizio Alessandro Profumo? Suvvia, caro Renzi questi giochini sono vecchi e sono talmente evidenti che rischiano di travolgerti politicamente prima di arrivare alle primarie. E per certi aspetti non ha tutti i torti il Montesquieu di Pontedera quando critica duramente le ambiguità e il vuoto politico del giovane Renzi. Non ha tutti i torti. Il Ceccuzzi invece come si muove? Ha mandato i suoi uomini a presidiare il gruppo pro-Renzi;se poi il giovane Matteo perde, lo stesso Ceccuzzi dirà che lui ha votato per Bersani.Il gioco delle tre carte. Vedremo come finiranno queste famose primarie. Chi invece ha le idee chiare è il potentissimo sponsor del PD, l’ingegnere Carlo De Benedetti. Sabato da Milano, l’ingegnere, intervistato sull’argomento primarie e futuri scenari politici, ha dichiarato con il solito tono da previsione dall’alto del potere che conta: “auspico un Monti-bis,le primarie del PD le vincerà Bersani”. Forse a Matteo Renzi conviene concludere il mandato di sindaco e smetterla di fare il finto rottamatore. E’ poco credibile un “rottamatore” che stringe accordi con coloro che hanno messo in ginocchio una città e nominato un rinviato a giudizio alla guida di una banca. Dove sarebbe la differenza tra Renzi e Rosy Bindi?

Albus Silente

Chi ha dato la copertura politica per l’acquisto di banca Antonveneta oggi spinge per approvare le modifiche statutarie di MPS. La deputazione amministratrice di MPS risponde a disegni orchestrati fuori Siena

Ho letto che da più parti chiedono al ragioniere Mancini un sussulto di dignità.Quale dignità? La stessa che ha manifestato durante l’acquisto di banca Antonveneta? E ricordatevi che il PD, con Ceccuzzi in testa, ha supportato ed elogiato l’acquisto di Antonveneta. Oggi lo schema non è mutato. Guzzetti grande manovratore del sistema bancario italiano e grande sponsor di Alessandro Profumo, senza dimenticarci che era ed è lo sponsor di Mussari, ha chiesto a Mancini di accettare senza remore le proposte di modifiche statutarie pretese dallo stesso Profumo. E ovviamente la politica locale, dal PD ceccuzziano, Siena Futura, Sel e Riformisti, attraverso i propri uomini dentro la fondazione MPS rispondono a questa logica e supportano le pretese di Profumo. Praticamente gli attori dell’operazione Antonveneta, oggi, tentano il colpo finale su MPS. E all’interno di questo disegno c’è la manovra per indebolire e umiliare le organizzazioni sindacali. In definitiva: carta bianca e mani libere a Profumo e ai suoi poteri finanziari di riferimento sulla banca MPS. L’unico sussulto di dignità dalla fondazione MPS è arrivato dal membro della deputazione generale Antonella Buscalferri che ha preso le distanze dalla deputazione amministratrice; gli altri tutti zitti e ossequiosi. Ma chi ha nominato i membri della fondazione,le istituzioni locali o Guzzetti e Profumo? Il tentativo di minimizzare la portata delle modifiche statutarie è fallito,cosi come le manovre comunicative per oscurare i comunicati delle organizzazioni sindacali. Vero David Rossi?

Nella giornata di sabato 6 ottobre sul giornale Milano Finanza (forse qui a Siena lo leggono in 30-34 persone) è apparso un articolo,firmato dal giornalista Luca Gualtieri, giornalista che ascolta molto le opinioni del capo della comunicazione di MPS David Rossi; un articolo che “confessa” volutamente o accidentalmente il vero obiettivo di coloro che spingono per le modifiche statutarie. Ovviamente il giornalista di Milano Finanza, cosi come David Rossi, sono schierati con Profumo. Il giornalista,probabilmente solo dopo aver ascoltato la sola campana del profumiano e ceccuzziano David Rossi, scrive nel corpo dell’articolo: “E’ opinione diffusa a Siena che questi attacchi sono riconducibili all’area cattolica del PD”. Questa affermazione smentisce l’affermazione precedente scritta sempre dal Gualtieri “nelle scorse settimane una parte del PD senese,istituzioni come la Provincia e l’intero corpo sindacale hanno puntato l’indice contro questi interventi,paventando appunto l’attribuzione di particolari poteri a Profumo e l’estromissione della Fondazione dalla governance della banca”. Caro Gualtieri, è opinione diffusa a Siena che sarebbe il caso di smetterla con i giochini della comunicazione orchestrati dal capo della comunicazione di MPS David Rossi. Il compito di un giornalista serio è quello di “verificare” le opinioni diffuse.Perchè non viene a verificarle queste opinioni diffuse? Anche perchè, e mi scusi la polemica, è alquanto ridicolo etichettare lo scontro sulle modifiche statutarie come una guerra tra cattolici e non cattolici. O forse il suo amico David Rossi si è dimenticato di dirle che Mancini è un cattolico praticante? Sempre nel corpo dell’articolo scrive “ E’ indubbio quindi che la battaglia intorno al nuovo statuto del Monte abbia permesso ai nostalgici e ai difensori dello status quo, ma ancora una volta si è imposta la logica del cambiamento proposta dal management e auspicata dal mercato.Insomma tanto rumore(senese) per nulla”. Scusi Gualtieri, da quale mercato è auspicata questa logica del cambiamento? Forse dal mercato delle vacche? La verità comunque è racchiusa nel titolo dell’articolo del giornalista Gualtieri :”Il nuovo statuto depotenzia l’assemblea e quindi la Fondazione”. Quindi secondo il suo(e dell’altro) ragionamento i senesi dovrebbero silenziosamente mettersi a novanta gradi e lasciarsi depotenziare?

Dopo la lettura del Rossi-pensiero credo che l’impegno da parte di tutti per bloccare le modifiche statutarie debba aumentare. La lezione dell’acquisto di banca Antonveneta a quelli del PD non è servita?

Paco Pachese (laureato a Oxford)

Ecco il testo integrale dell’interrogazione del Senatore E.Lannutti presentata nel gennaio del 2011 al Ministro dell’economia e finanze: “Dalla cartolarizzazione MPS ecco “Casaforte”

Legislatura 16 Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-01859

Atto n. 3-01859 (in Commissione)

Pubblicato il 18 gennaio 2011
Seduta n. 486

 

LANNUTTI – Al Ministro dell’economia e delle finanze. 

Premesso che:

a partire dall’8 novembre 2010, come si può leggere sul sito della banca Monte dei Paschi di Siena, il gruppo ha ideato un nuovo tipo di investimento con un «titolo di debito di tipo asset-backed “Casaforte Classe A”, emesso da Casaforte Srl a fronte di un’operazione di cartolarizzazione e collocato dal gruppo Montepaschi (banca Monte dei Paschi di Siena, banca Antonveneta e Biverbanca). Il titolo prevede una cedola semestrale fissa del 3 per cento lordo su base annua, fino a giugno 2012, e, successivamente, una cedola semestrale variabile pari al tasso Euribor 6 mesi maggiorato dell’1,05 per cento lordo su base annua. Il titolo presenta un profilo innovativo, in quanto “asset-backed”, e sarà collocato alla clientela retail. Emesso a seguito della cartolarizzazione di un portafoglio di crediti derivanti da un finanziamento ipotecario su immobili strumentali alle attività del Gruppo Montepaschi, Casaforte Classe A è in collocamento fino al 17 dicembre 2010 e prevede, oltre alle cedole, un rimborso progressivo del capitale a partire da giugno 2014 secondo un piano di ammortamento atteso ed esplicitato nel Prospetto Informativo autorizzato dalla Consob il 3 novembre. Quest’ultimo prevede, in linea generale, un rimborso integrale e progressivo entro il 31 dicembre 2030, rendendo di fatto decennale la durata media attesa del titolo. È prevista, inoltre, l’opzione di rimborso anticipato su iniziativa dell’emittente, ad esempio in caso di vendita di immobili, a partire dal 31 dicembre 2020 e, successivamente, a scadenze prestabilite»;

come si può leggere, in sintesi, sul sito Casaforte Classe A ha un “Ammontare Nominale Complessivo € 1.536.640.000”, un “Lotto Minimo € 1.000”; la “Data Emissione 22 Dicembre 2010”, “Data Scadenza Attesa secondo il piano di ammortamento 31 Dicembre 2030, salvo rimborso anticipato o ritardato del finanziamento, Data Scadenza Finale 30 Giugno 2040”, “Data Pagamento Cedole 30 Giugno e 31 Dicembre di ogni anno”, “Ammontare cedole Tasso Fisso 3% (annualizzato) per le prime 3 cedole semestrali (dal 30 Giugno 2011 al 30 Giugno 2012); poi Tasso Variabile pari a Euribor 6 mesi maggiorato di un spread di 105 bps”;

l’interrogante aveva già sollevato dubbi sulla cartolarizzazione degli affitti Casaforte da parte del gruppo Monte dei Paschi di Siena, sia in Commissione finanze che durante l’audizione del ministro Sacconi presso la Commissione parlamentare di controllo sull’attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale del 1° dicembre 2010;

considerato che:

in data 15 gennaio 2011 su “la Repubblica”, è uscita un’analisi molto accurata sulla situazione del gruppo Monte dei Paschi di Siena, da parte di Alessandro Penati: “Dal 2007, il Monte Paschi di Siena (Mps) ha perso quasi l’80% del proprio valore: quasi il doppio del settore in Europa. Eppure Mps dovrebbe essere il prototipo di banca radicata sul territorio: poco rischiosa, virtuosa e redditizia. Ma, purtroppo, legare la propria attività a un’economia destinata alla stagnazione significa sofferenze in aumento e clienti sempre meno redditizi. Per Mps si aggiungono la lentezza nel tagliare i costi operativi; il peso di acquisizioni a prezzi inflazionati proprio alla vigilia della crisi, e una patrimonializzazione tra le più basse in Europa. La crescita esigua degli utili non basta a ricostruire rapidamente il patrimonio, senza tener conto dei quasi 2 miliardi di Tremonti bond da ripagare, e dei dividendi che il socio Fondazione esige. La via dell’aumento di capitale sembrerebbe obbligata. E qui cominciano i problemi. La Fondazione che controlla la banca col 55% del capitale sociale (e il 46% dei diritti di voto) non vuole farsi diluire, ma non ha risorse per la ricapitalizzazione: la partecipazione nella banca (80% del suo patrimonio) è immobilizzata per evitare una minusvalenza da 1,6 miliardi; c’ è poi un altro miliardo di investimenti immobilizzati (private equity e similari). Rimangono meno di 500 milioni di attività liquide; troppo poco. Così, scatta la caccia alla plusvalenza (contabile) per rimpolpare gli utili (contabili) di Mps. Nel 2009, 220 milioni di utili netti ne scontano 292 di plusvalenza dalla cessione dell’asset management; altri 200 da cessioni nei primi 9 mesi del 2010 (utile netto di 357). Ma per chiudere l’anno in bellezza (contabile) servivano i 430 milioni di plusvalenza, ottenuti cedendo i propri sportelli, con affitto garantito per 24 anni, a un Consorzio appositamente costituito (da Mps, Mediobanca, e alcune società di servizi). Il Consorzio, con 55 milioni di capitale, compra gli immobili di Mps per 1,674 miliardi, grazie a un mutuo di 1,673 miliardi erogato da Mps. Un’esagerazione, anche per gli standard delle banche italiane: come si possono considerare veritieri prezzo e transazione, visto che l’acquirente è interamente finanziato dal venditore? Quindi, per non apparire creditore del Consorzio, Mps finanzia una Stichting olandese (forma di fondazione poco trasparente, senza patrimonio e quindi soci espliciti) che utilizza il prestito per costituire Casaforte, una Srl italiana da 100.000 euro di capitale; che acquista da Mps il credito nei confronti del Consorzio. A sua volta il Consorzio riversa gli affitti degli sportelli a Casaforte per sostenere l’onere del debito. Qualche giorno prima di Natale, giusto in tempo per la chiusura del bilancio, il cerchio si chiude con il collocamento di 1,536 miliardi di obbligazioni Casaforte presso il pubblico (e 133 milioni presso istituzionali). Si tratta di obbligazioni a lungo termine (scadenza 2040; stimata effettiva 2030) prive di garanzia esplicita da parte di Mps, che pagano il 3% e, dal 2012, l’Euribor +1,05% (ma è 1,755% lo spread che l’emittente, in una nota del prospetto da 332 pagine, definisce congruo col proprio rischio), con possibilità di rimborso anticipato dal 2020, non quotate, illiquide e quindi cedibili prima della scadenza solo a Mps (che si impegna a riacquistarle, valutandole però sulla base di uno spread fisso aumentato a 1,46%) e gravate da quasi 6% di commissioni e costi vari. È lo stesso emittente a stimare che il bond, illiquido e rischioso, nell’89% dei casi renderà, alla scadenza, quanto un titolo liquido e privo di rischio; e addirittura meno, nell’8% dei casi. Chi mai vorrebbe comperarlo? I risparmiatori clienti di Mps, naturalmente. Chissà se hanno capito che l’emittente non è la banca. O che la banca sta scaricando su di loro il rischio di una transazione immobiliare fatta solo per riportare una plusvalenza contabile a fine anno? Ma non è finita. Dal 2020 Mps ha il diritto di riscattare tutte le azioni degli altri soci del Consorzio; e nella stessa data Casaforte può rimborsare anticipatamente tutto il debito. Insomma, fra 10 anni Mps può smontare tutto, riprendersi gli immobili a prezzo di perizia, e lasciare gli investitori con un pugno di mosche. Ma la contabilizzazione dell’agognata plusvalenza è assicurata. Ai risparmiatori clienti di Mps, un sentito grazie”. In data successiva, domenica 16 gennaio 2011, il gruppo Mps affida una replica, pubblicata sulla stessa “la Repubblica”, che a giudizio dell’interrogante invece di diradare i dubbi e gli interrogativi, su un modello apparentemente singolare di cartolarizzazione, li conferma,

si chiede di sapere:

se risulti al Governo che, nel 2009, il gruppo Mps, per mascherare i 430 milioni di euro di plusvalenza contabile, ottenuti cedendo i propri sportelli, con affitto garantito per 24 anni, a un consorzio appositamente costituito (da Mps, Mediobanca, e alcune società di servizi), abbia istituito un consorzio, con 55 milioni di capitale, che ha acquistato gli immobili di Mps per 1,674 miliardi, grazie a un mutuo di 1,673 miliardi erogato dalla stessa;

quali siano le ragioni reali che hanno indotto Mps a non apparire creditore del consorzio e quindi a finanziare una stichting olandese che ha utilizzato il prestito per costituire Casaforte, una Srl italiana da 100.000 euro di capitale che ha acquistato da Mps il credito nei confronti del Consorzio, che riversa a sua volta gli affitti degli sportelli a Casaforte per sostenere l’onere del debito in una ragnatela societaria affatto trasparente;

se risponda al vero che prima della chiusura di bilancio, Mps abbia collocato al pubblico dei clienti ben 1,536 miliardi di obbligazioni Casaforte e 133 milioni presso gli investitori istituzionali);

se risponda al vero che sia lo stesso emittente ad aver stimato che il bond sia illiquido e rischioso e che nell’89 per cento dei casi renderà, alla scadenza, quanto un titolo liquido e privo di rischio come BTP emessi dal Tesoro italiano e meno nell’8 per cento dei casi;

quanti siano stati i risparmiatori clienti di Mps che abbiano acquistato tali bond, quali i tagli medi venduti, e se siano stati edotti sull’atto di perfezionamento del contratto che la banca abbia addossato loro il rischio di una transazione immobiliare effettuata agli esclusivi fini di plusvalenze contabili, altrimenti detta “abbellimento di bilancio”;

se risponda al vero che Mps si sia riservato il diritto di riscattare in anticipo ed a partire del 2020 le azioni degli altri soci del consorzio, compreso quello offerto a Casaforte di rimborso anticipato alla stessa data e se il Governo ritenga equo che tra 10 anni Mps possa smontare tutta l’architettura finanziaria dell’operazione, riacquisire gli immobili a volare di perizia lasciando così gli investitori con un pugno di mosche in mano;

se risulti che la Consob nell’autorizzare l’operazione con l’approvazione del prospetto abbia sottolineato tali rischi e pericoli per investitori, risparmiatori, clienti Mps, già scottati in passato da analoghe insidie in prodotti strutturati denominati “My Way” e “For You” spacciati per piani previdenziali di risparmio ma che in realtà avevano l’identità di piani di debiti con conteustuale iscrizioni alla Centrale rischi della Banca d’Italia dei malcapitati sottoscrittori;

quali misure urgenti il Governo intenda attivare per evitare che le banche possano continuare impunemente nella loro sapiente opera di frodi continue a danno dei risparmiatori e di sistematiche distruzioni del risparmio degli italiani quantificati in almeno 50 miliardi di euro.

Portiamo in pagina un commento di Kutuzov che condividiamo TOTALMENTE

…capitale della cultura? Stamattina ho sentito su Radio 3 una notizia parecchio eloquente, riguardo allo spread culturale con altre ridenti cittadine europee: il sindaco di Lipsia, durante una assemblea presso il teatro della Gewandhaus per non so quali ragioni (presenti duemila persone), ha initato i suoi concittadini preliminarmente ad alzarsi e a cantare un coro di Palestrina, improvvisandosi lui stesso direttore e dirigendo con precisione le masse nelle più complesse parti fugate. E lo hanno fatto! Già mi immagino una seduta di un consiglio comunale nostrano, con consiglieri che non distinguono un corno da un violino, a malapena in grado di biascicare un motivetto del festival di San Remo. Il punto è che la nomina del direttore della blasonata orchestra di Lipsia, lì è un evento di risonanza mediatica come le primarie del piddì da noi. Tanto per sottolineare la distanza, lo “spread” culturale rispetto ad un paese, il nostro, sostanzialmente di ignoranti. Diceva qualcuno che se invitassero quattro italiani a cantare un’aria di Verdi o di Puccini, due stonerebbero e due andrebbero fuori tempo. Cultura vuol dire (in un qualche senso) spiritualità, e il nostro, complessivamente, è sempre più un paese di sibariti dominato da un volgare materialismo pecoreccio. In poche parole, il problema, per dirla in politichese, “è a monte”. Ora qui a Siena pretendono una medaglia, un premio come capitale europea nientepopodimeno che “della cultura”: ma cosa hanno fatto per meritarsela, a parte condurre al fallimento l’università, chiudere musei e lasciare che la più parte delle librerie cedessero il passo a negozi di mutande?

La cassaforte londinese, Casaforte e quel pastificio salernitano

Transparency and Legality. Se vi capita di frequentare un qualsiasi locale pubblico londinese e rivolgendovi al gestore ponendo la seguente domanda “quali sono le caratteristiche richieste dall’autorità pubblica inglese alle banche e alle società finanziarie?” lui vi risponderà “Transparency and Legality; tradotto “trasparenza e legalità”. In assenza di questi due requisiti scattano le azioni sanzionatorie immediate delle autorità pubbliche(politiche e giudiziarie). Nella mia casa londinese al secondo piano, all’interno della cabina-armadio, ho collocato una piccola cassaforte mobile Gold Moby Trony. In questo momento è vuota, non ho tesori a riposo in quel di Londra; per la trasparenza, mi correva l’obbligo comunicarlo.per fugare qualsiasi dubbio. Dalla caccia al tesoro londinese escludete a priori la mia cassaforte. Per giocare alla caccia al tesoro Londra non è una città noiosa. Chiudiamo questa breve parentesi e ritorniamo alla risposta del gestore del locale londinese; “Transparency and Legality”. Ipotizziamo per un attimo che la sede di banca MPS fosse ubicata a Londra,senza alcun dubbio o incertezza, le autorità preposte(politiche e giudiziarie) londinesi (in virtù dell’ipotetica sede legale) avrebbero aperto una verifica per cercare le risposte a questi quesiti: come mai in date successive alla cena di Salerno del 2006 svoltasi alla presenza del parlamentare Franco Ceccuzzi (a Londra si chiedono il perchè della presenza di un parlamentare), dell’allora presidente di MPS Giuseppe Mussari, del parlamentare Paolo Del Mese (oggi ubicato agli arresti domiciliari) e i proprietari del pastificio Amato, la banca MPS ha erogato grosse somme, considerando poi la nomina di personaggi legati a quel Del Mese in società dello stesso gruppo MPS? Credo sia una domanda legittima indirizzata alla politica e alla magistratura o no? Transparency and Legality. Far finta di niente non annulla il quesito, ci sono magistrati anche a Bruxelles. Un’altra domanda che meriterrebbe una risposta chiara e immediata è la seguente: come mai l’esponente del PD Franco Ceccuzzi aveva dichiarato che “banca Antoneventa era l’anima gemella di banca MPS”, arrivando ad elogiare l’avvocato Mussari e l’ex DG Antonio Vigni per l’ottima operazione? Era una valutazione da sprovveduto o conosceva l’affaire? La risposta non è di poco conto. In una società avanzata non c’è posto per gli sprovveduti in politica; così come non c’è giustificazione per l’acquisto a quel prezzo esagerato di banca Antonveneta.Transparency and Legality. Infine, sarebbe interessante, attendere la conclusione delle valutazioni in corso nelle varie sedi in merito al quel tipo d’investimento avviato dal novembre 2010 (ideato dal gruppo MPS) con titolo di debito di tipo asset-backed “Casaforte Classe A”, emesso da Casaforte Srl a fronte di un’operazione di cartolarizzazione e collocato dal gruppo Montepaschi (banca Monte dei Paschi di Siena, banca Antonveneta e Biverbanca). Forse in tutte queste vicende qualche sprovveduto si trova, soprattutto ai vertici della fondazione MPS e nelle sedi dei partiti senesi; altrimenti dall’esterno non riusciamo a giustificare la leggerezza con cui ballano sulla palude, dentro la quale si sono infilati. Transparency and Legality.

P.S. Ci sono magistrati anche a Roma e Milano ; non solo a Bruxelles

Albus Silente

Ma non sarà l’ora di finirla con queste pagliacciate?

Ci giungono notizie a proposito del fatto che il Criccaboni, abusivo degli abusivi e dissestatore per conto terzi (Nucleo di Valutazione, Arezzo, Preside di Economia, Cresco solo per non parlare di Frediani & Co.) vorrebbe ora movimentare un po’ le carriere di ricercatori e associati, rigorosamente della cricca riccabonia, sorrentiniana, fratiana e criccaboys vari. Vorrebbe in altre parole cominciare a pagare qualcuna delle cambiali che lo hanno portato ad essere l’abusivo che è. Ricordando che:

1) L’ateneo è ancora in dissesto e conclamato perché 8,3 milioni di disavanzo l’anno sono sempre dissesto (per non parlare del disavanzo di amministrazione e della novantina di milioni di debiti per mutui ancora in essere);

2) Le cooperative e TUTTI i precari della ricerca e della didattica sono stati massacrati e buttati fuori a calci nel culo;

3) i CEL riscuotono a colpi di decreti ingiuntivi e sentenze;

4) i due hanno levato l’accessorio al personale;

5) c’è una sentenza del giudice del lavoro che dice che i 43 stabilizzandi cacciati a calci in culo hanno la precedena su tutti (stabilizzandi state in campana e tirate fuori dai cassetti quella sentenza tra poco vi serve);

sarà il caso di fare le chiamate? Senza che arrivino i Carabinieri ad andar bene? Ma poi Riccaboni la fai finita di fare ‘ste pagliacciate? Ma lo vedi che se vai a pisciare noi veniamo a sapere quanti sgrolloni fai? Ma smettila no? Finché rimani lì (noi ci auguriamo per poco) puoi cercare di gestire la cosa un po’ più accortamente? E basta no? Smettila. Anzi fai una bella cosa: vattene a casa e lascia la mano a qualcuno di più competente, equo e corretto e soprattutto legittimato a farlo. RAUS!!!

La presa di posizione di Antonella Buscalferri membro della deputazione generale fondazione MPS in merito alle modifiche statutarie del 9 ottobre: “La Deputazione amministratrice responsabile delle decisioni”

E’ opportuno precisare, in merito al comunicato stampa della Fondazione MPS, che enuncia piena approvazione alla linea strategica del CdA della Banca Monte dei Paschi alla prossima assemblea, che l’unanimità cui si fa riferimento è dell’organo della Deputazione Amministratrice, che ha competenze decisionali esclusive in questa materia.

La Deputazione Generale della Fondazione, organo al quale appartengo, ha discusso solo informalmente (non potendo dare indirizzi in materia, da Statuto), dimostrando una varietà di opinioni, alcune anche divergenti dalle posizioni espresse dalla Deputazione Amministratrice della Fondazione.

Quindi la stessa Deputazione Amministratrice si assume per intero la responsabilità delle decisioni assunte.”

Antonella Eleonora Buscalferri

P.S. Ecco i membri della deputazione amministratrice: Gabriello Mancini, Alessandro Piazzi, Vittorio Galgani, Paolo Fabbrini, Riccardo Martinelli,Enrico Bosi e Enrico Cecchetti.

La crisi è bella, meravigliosa e un sacco interessante. Siena ha trovato il nuovo Messia: Pier Luigi Sacco

Mi scusi, lei cosa porta per vincere la sfida? Io porto musei che funzionano, centri culturali floridi, teste pensanti e un quadro economico stabile. E lei, invece,cosa porta per vincere? Chi ha risposto prima di me ha detto delle sciocchezze; io non porto niente, ho solo l’arma vincente io porto la crisi. Ovviamente, la carta vincente è la crisi. La stessa opinione, più o meno, è teorizzata dal nuovo Messia ,quel Pier Luigi Sacco,che con slancio ha dichiarato «La crisi di Siena potrebbe essere la carta vincente nella partita per la Capitale Europea della cultura 2019». Dopo questa affermazione, l’illustre pensatore, merita una docenza presso il covo dei geni boldriniani in Via Roma 56; con un ragionamento del genere è possibile rilanciare anche l’ateneo senese. Sacco, nuovo faro della comunicazione; il successore naturale del mega comunicatore Maurizio Boldrini. E’ risaputo, si studia nei migliori centri del mondo, che “la crisi è la carta vincente”. Per ottenere un ruolo di prestigio, un premio e un riconoscimento, è fondamentale amministrare male una città, renderla debole e palesare la crisi. Probabilmente,il dissesto dell’università,l’indebolimento patrimoniale della banca e della fondazione, il commissariamento del Comune,la situazione difficile del Santa Maria della Scala (a proposito,ma i soldi della Regione sono arrivati?) rientrano nella strategia della “carta vincente”. Il luminare Sacco ribalta il vecchio adagio; un tempo si diceva “ti tagli le palle per far dispetto alla moglie” e oggi tutti in coro dobbiamo affermare “ci siamo tagliati le palle per fare un piacere alla moglie”. Il luminare poi ha aggiunto “Le iniziative dovranno produrre impatto economico e sociale significativo, coinvolgere la popolazione, aumentare la visibilità e l’autorevolezza sia in Italia che all’estero”. Per la visibilità e l’autorevolezza, al luminare Sacco, conviene giocare l’altra carta vincente, il non classificato alla prestigiosa classifica di Shangai l’abusivo Criccaboni. Chi meglio di lui?

Il massimo da Sacco è stato raggiunto quando ha letteralmente dichiarato “Ben prima del 2019 bisogna riattivare il tessuto imprenditoriale attraverso l’industria creativa”. Ovvio!! Prima di soluzioni creative,sarebbe opportuno ridare fiducia ai lavoratori che oggi sono in cassaintegrazione,che rischiano il posto per colpa della crisi (quella dei soldi, ce l’ha presente sig. Sacco?) economica e ripristinare le relazioni sindacali all’università e in banca. La gente, quella in carne e ossa, non sbarca il lunario con le parolone e le supercazzole. Con la dichiarazione che segue, oltrepassiamo,anzi superiamo di mille lunghezze il genio Boldrini, “Le difficoltà nascondono un’opportunità. La mancanza di una guida politica dopo il commissariamento del Comune ci ha temprato”. Beato lei caro Sacco che con il commissariamento ha trovato il tempo di temprarsi. Chissà cosa ne pensano tutti i cittadini che per colpa delle cattive gestioni (o forse bisogna dire le meravigliose gestioni?) il Commissario è costretto ad aumentare le tasse. Ha presente le tasse, sig. Sacco? La tasse non sono creative,il più delle volte sono distruttive. Comunque non si turbi, continui serenamente a temprarsi o la fase del tempra è terminata sig. Sacco? Ha utilizzato lo stesso linguaggio e le stesse teorie quando era nel gruppo per promuovere Venezia Capitale della Cultura 2019? (sig. Sacco, consideri che noi abbiamo appunti, documenti etc.. del lavoro che lei ha svolto per far vincere Venezia)

Ma la chicca delle chicche è quella relativa all’accorpamento tra Siena e Grosseto. Avete presente tutte le polemiche sull’abolizione della provincia di Siena? Per Sacco anche questo accorpamento è positivo “Avremmo a disposizione un ambito territoriale più ampio. Non credo che sarebbe oltremodo penalizzante, anzi, potrebbe essere un’opportunità. Alla fine si tornerebbe al territorio della vecchia Repubblica di Siena». Siccome Sacco è stato nominato dal PD senese, allora, ci chiediamo : che protestate cari dirigenti del PD, caro Bezzini, caro Bisi (come giornalista), se il Messia ha dichiarato (lo pagate anche!!) che l’accorpamento è “un’opportunità”? E le dichiarazioni,Sacco, le rilascia proprio nei giorni in cui Bezzini ha chiesto la deroga contro l’abolizione. Un luminare come Sacco è sprecato in questo ruolo; merita di piu’ molto di piu’: nominatelo prorettore del Criccaboni; sono entrambi due creativi contro la crisi. La domanda finale,la nostra domanda, rientra nella creatività: non bastavano i nostri politicanti che ci prendono per i fondelli con molta creatività dovevate portare anche un creativo da fuori che liberamente e pagato con i soldi pubblici ci prende per il sedere? Comunque, continuate a dissestare, perchè la crisi è “la carta vincente”. E Bezzini, smettila di protestare, perchè il nuovo Messia ha decretato che l’abolizione della provincia è “un’opportunità”.

Anche il design del Baiocchi è creativo http://www.youtube.com/watch?v=DjeuTeE19tI

Rabanne (laureato ad Harvad in Scienze creative)

Processo Brontos: ecco le contestazioni della procura nei confronti di Alessandro Profumo e degli altri 19 imputati. Il Ministero del Tesoro dovrebbe chiedere le dimissioni di Profumo dalla presidenza di MPS

Il governo italiano, nello specifico il Ministero del Tesoro, prima di liquidare soldi pubblici alla banca MPS dovrebbe chiedere le dimissioni del rinviato a giudizio Alessandro Profumo. E’ una contraddizione in termini: lo Stato impegnato nel contrasto all’evasione e frode fiscale intrattiene rapporti con un rinviato a giudizio per presunta frode fiscale, Per la reputazione dello Stato e della banca MPS le dimissioni di Profumo non sono piu’ rinviabili.

Ecco le contestazioni che la procura di Milano ha mosso contro Alessandro Profumo e altri 19 imputati. E il PD e SEL che pretenderebbero di cambiare l’Italia continuano a difendere la posizione di Alessandro Profumo. A Profumo e agli altri 19 imputati i magistrati contestano di “avere, con piu’ azioni esecutive delmedesimo disegno criminosoin concorso e previo accordo tra loro, nelle rispettive qualita’ indicate, al fine di evadere le imposte sui redditi e cagionando un danno patrimoniale di rilevante gravita’, costruito una struttura complessa e artificiosa, predeterminata in ogni sua articolazione, cosi’ da non comportare alcun rischio economico o finanziario, unicamente volta a generare, sotto il profilo della rappresentazione contabile, proventi nella forma di interessi, che artatamente invece prospettavano dividendi ai fini della imponibilita’ fiscale, prevista solo nella misura del 5% del loro ammontare lordo’’.

Fondazione MPS: Gabriello Mancini, Alessandro Piazzi e quelle strane richieste

All’interno di questo articolo troverete l’ulteriore conferma del perchè Siena è stata dissestata economicamente e moralmente. In qualsiasi altra città italiana, specialmente di questi tempi con i cittadini irritati con la cattiva politica, qualsiasi procura sarebbere intervenuta o non tarderebbe a intervenire. Vi ricordate di Enzo Martinelli ex sindaco revisore dell’università su cui pesa la richiesta di rinvio a giudizio per il buco con udienza fissata il 6 marzo 2013? Vi ricordate di Angelo Criccaboni, di quel Lorenzo Frediani di Astrea? Ricordatevi questi tre personaggi e seguite i fatti che seguono(fatti documentati e non interpretati).

I due uomini di fiducia di Ceccuzzi, Gabriello Mancini e Alessandro Piazzi membri della fondazione MPS( oggi piena di debiti e che il 9 ottobre consegnerà a Profumo la banca definitivamente) sono stati interlocutori e custodi delle richieste di Enzo Martinelli e Angelo Criccaboni.

Conversazione tra Gabriello Mancini e Enzo Martinelli

Insomma il 23 dicembre 2008 il dissestatore Enzo Martinelli (ex presidente del collegio dei revisori dell’Ateneo più dissestato d’Italia, d’Europa, del mondo e forse dell’Universo), messo alle strette in consiglio di amministrazione a chi pensa di telefonare? A Gabriello Mancini ovviamente! L’amico del Criccaboni!!! (Quindi un dissestatore o protettore di dissestatori (meglio ancora dissestaTOSI) che rischia la mozione di sfiducia in CdA chiama un altro dissestatore di finanze, incollato col bostik alla poltrona di presidente di una Fondazione oramai ridotta al lumicino e che, oggi, si permette anche di consegnare definitivamente la banca a Profumo) il quale(Mancini) gli suggerisce(a Martinelli), assicurandogli che ci parlerà lui, il suo amico(di Mancini) all’interno del cda dell’ateneo. Il fatto già grave e ancora piu’ grave se si considera che tra i soldi dissestati all’ateneo ci sono anche quelli erogati dalla fondazione MPS. Mancini invece di attivare le vie legali per tutelare il patrimonio della fondazione si occupa di tutelare colui che ha partecipato al dissesto. Se non interviene d’ufficio la magistratura urge una denuncia diretta a tutela delle istituzioni.

Conversazione tra Angelo Criccaboni e Alessandro Piazzi

Una rinfrescatina: Il docente Lorenzo Frediani (come da visura camerale) è socio di maggioranza della società Astrea srl, iscritta al registro delle imprese di Milano il 12/11/1990; la società del Frediani si occupa di svariate cose tra le quali “prestazioni di servizi nella gestione di portafogli mobiliari”, “acquistare e vendere e gestire obbligazioni”, “compiere operazioni mobiliari e immobiliari”. E’ possibile sapere se il docente Lorenzo Frediani ha incontrato membri della fondazione MPS o membri della Sansedoni Spa per conto di Riccaboni o di altri vertici dell’università? (Ci risultano incontri recenti tra Lorenzo Frediani e l’ufficio tecnico dell’università).E ora la conversazione.

Un sms ti allunga la vita.Il 10 novembre 2010 Piazzi a Riccaboni: Purtroppo, pur avendo forzato non poco sia con Faleri che con Mancini, non è stato possibile modificare la destinazione.

Non ho buone notizie neanche per s. Chiara che non è finanziata

A. Piazzi”

La magistratura potrebbe verificare il perchè e  l’oggetto(trattandosi di un rettore di un ente pubblico e di un membro della fondazione MPS) di questa forzatura?

Ecco come gli uomini del PD ceccuzziano hanno gestito le istituzioni e continuano imperterriti. Ricordiamo inoltre che la fondazione MPS ha chiuso l’ultimo bilancio con un risultato negativo di oltre 300 milioni