Notizie da un Tribunale dello Stato Italiano: Marco Tronchetti Provera è stato rinviato a giudizio e Telecom si costituirà parte civile

Il procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo (uno che evidentemente merita lo stipendio che prende) ha chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio per Marco Tronchetti Provera ex manager di Telecom Italia. Il processo inizierà il 18 febbraio 2013. E Telecom Italia si costituirà parte civile nel processo.

 

Quel mutuo di 27 milioni di euro concesso da un pool di banche al pastificio Amato con una commissione pagata di 507.519 euro

Tra le carte al vaglio della magistratura salernitana ci sarebbe anche un mutuo di 27 milioni di euro concesso al pastificio Amato di Salerno il 24 luglio del 2009 da un pool di banche : Unicredit Corporate Banking (capofila), Banco di Napoli, Mediocredito Italiano, Monte dei Paschi di Siena e Banca della Campania. “Il pastificio avrebbe dovuto restituire l’intero importo entro 12 anni. Per ottenere il finanziamento, la società fallita avrebbe pagato una commissione di 507.519 euro. I documenti contabili, però, sembrano non chiarire a chi sarebbe stato versato questo mezzo milione di euro”. Nella prima relazione del 23 giugno 2011,l’ex commissario giudiziale Luigi Amendola, poi nominato curatore fallimentare quando l’ammissione al concordato è stata revocata dal Tribunale per lasciar posto alla sentenza di fallimento dell’ex pastificioAmato, insinuava dubbi sul finanziamento. Ma il GIP del tribunale di Salerno Dolores Zanone riferiva di un finanziamento complessivo da parte delle banche di oltre 40 milioni di euro. E infatti nell’ordinanza il GIP scrive “È questo l’importo totale dei crediti concessi da quello che è stato definito, come riportato nell’ordinanza dal gip DoloresZarone, il “pool” delle banche che sostenevano i passaggi di fondi dalla Antonio Amato & C Molini e Pastifici alla Amato Real Estate srl. In un giro che, scrive il giudice, ha alla base lo strano rapporto economico tra «Amato che vende ad Amato». Il primo finanziamento risale al settembre del 2009 (mentre erano in cassa integrazione 30 lavoratori): 27 milioni di euro stanziati da cinque istituti di credito, da restituire in dodici anni, e con condizioni piuttosto onerose”. “Successivamente al primo mega finanziamento, arrivano altri 17 milioni di euro, in questo caso da undici banche distinte. Nello specifico, uno degli istituti coinvolti, regolarmente concedeva al “trust” (ovvero alla società Amato grazie la mediazione di PaoloDel Mese e Simone Labonia) anticipi su fatture in assenza dei documenti fiscali, mettendo a garanzia assegni post-datati. Gli ultimo finanziamenti dati alla società, sempre dallo stesso istituto di credito, risalgono a settembre 2010, praticamente a pochi mesi dal crac: 500mila euro”.

Non sappiamo a che punto sono le indagini della magistratura della magistratura salernitana. E non è dato sapere se altre procure competenti si sono attivate; non sappiamo se Bankitalia ha attivato le dovute verifiche di competenza e soprattutto non sappiamo se gli istituti di credito coinvolti hanno avviato delle indagini interne e se gli stessi istituti riavranno indietro i soldi concessi al fallito pastificio.

Alla data di oggi,cosi come confermato da diversi organi stampa mai smentiti, sappiamo soltanto che l’ex parlamentare Paolo Del Mese si trova agli arresti domiciliari; alla data della concessione del mutuo Paolo Del Mese era presidente della commissione finanza della Camera(tra i membri c’era l’ex parlamentare di Siena Franco Ceccuzzi); nel 2006 a Salerno si è svolta una cena tra i proprietari del fallito pastificio, Paolo Del Mese, l’ex presidente di MPS Giuseppe Mussari e l’ex deputato Franco Ceccuzzi. E poi ci sono altre due coincidenze. La prima conosciuta grazie all’interrogatorio rilasciato da Paolo Del Mese ai magistrati : “Ho inserito (prima o dopo la cena?), tramite Ceccuzzi, Anastasio nella Consumit (società del gruppo MPS)”. La seconda: Simone Labonia. Fissate bene la data della concessione del mutuo (24 luglio del 2009) e fissate le date degli incarichi (come aggiornamento della presentazione dello studio legale dello stesso Simone Labonia alla data del settembre 2011) di Simone Labonia: “Ha ricevuto incarico di collaborazione quale consulente legale presso la Segreteria particolare tecnica del Presidente della VI Commissione Finanze della Camera dei Deputati in data 22 dicembre 2006 e quale consulente legale presso la Segreteria particolare tecnica del Segretario della VI Commissione Finanze della Camera dei Deputati in data 22 dicembre 2009 (commissione presieduta da Paolo Del Mese e membro della commissione Franco Ceccuzzi); “È procuratore speciale e procuratore alle liti della società “CONSUM.IT – S.P.A”, appartenente al Gruppo Bancario “Monte dei Paschi di Siena S.p.A.”,nominato con atto del dottor BRUNO MORGIGNI, Notaio in Prato, in data 19 luglio 2005.”; ”È procuratore e consulente legale della Direzione Generale della Banca MPS Leasing & Factoring S.p.A., dal 25 marzo 2010.”; ”È procuratore e consulente legale della Direzione Generale della Banca MPS Capital Services Banca per le Imprese SpA, dal 25 marzo 2010”; ”È procuratore e consulente legale della Banca MPS Gestione Crediti Banca SpA, dal 14 maggio 2009”. Paolo Del Mese, Labonia, Anastasio, agli arresti domiciliari per l’inchiesta sul crac Amato. Inoltre come da link del noto blog L’Eretico http://ereticodisiena.blogspot.it/2012/06/paolo-del-mese-arrestato-ceccuzzi-zitto.html scopriamo che Labonia era l’avvocato personale di Paolo Del Mese.

Tutte coincidenze vero sig. Franco Ceccuzzi? Dentro i partiti senesi e dentro MPS una dovuta riflessione quando?

Che strano il mondo della politica e della banche.Per una famiglia normale avere un mutuo da una banca è quasi sempre un tormento, per non parlare delle aziende serie in difficoltà per colpa della crisi. E per non parlare dei debiti della fondazione MPS e le mancate erogazioni per il territorio senese. E per non parlare della gestione disastrosa della banca durante l’era Mussari. Però tutti a cena a Salerno e fiumi di milioni verso Salerno. Tutte coincidenze, compresi i vari incarichi agli amici di Del Mese?

 

Manca solo Boldrake poi l’armata dei fantastici eroi è al completo

In un primo momento eravamo convinti che si trattasse di un fotomontaggio da parte di qualche burlone; poi siamo andati sulla home page del PD Nazionale http://www.partitodemocratico.it/ e scopriamo che non era un fotomontaggio, ma l’originale trovata per pubblicizzare le primarie: i Fantastici 5. Gli autori di questa trovata superano alla grande quei burloni dei grafici di Fratello Illuminato. A saperlo subito che le primarie servivano per conquistare il pianeta Marte o sconfiggere le forze del male ci saremmo preoccupati di suggerire l’arruolamento del mitico eroe di Via Roma 56, il nostro Boldrake. Comunque complimenti per la geniale e fantastica trovata.

 

La nuova provincia, la fondazione MPS e il ruolo dietro le quinte (non troppo nascosto) del parlamentare del PD Luca Sani

Ci sono equilibri, notizie e manovre che riusciamo a sapere grazie all’insieme delle relazioni che abbiamo consolidato in tutti gli ambienti. Siamo sicuri che il decreto che abolisce la provincia di Siena e il relativo accorpamento con la provincia di Grosseto è pura casualità e siamo sicuri che la poca resistenza all’abolizione della provincia da parte di numerosi settori del PD anch’essa è una casualità? Non sarà che il povero Bezzini è stato sacrificato perchè altri equilibri e altre manovre erano già in composizione e in corso da diversi mesi?

La risposta a queste domande, sapendo benissimo che tutto è smentibile e deficitario, proviamo a darle noi.

Per arrivare alle risposte partiamo dal ruolo del parlamentare del PD maremmano Luca Sani, coordinatore della segreteria regionale del PD toscano. Abbandonato da tutti i vertici regionali e nazionali a chi affida il proprio destino politico l’ex sindaco Franco Ceccuzzi? Al poco conosciuto ma attivo dietro le quinte Luca Sani.

Il parlamentare maremmano era già presente alla famosa serata per festeggiare la vittoria del chianino in piazza del mercato dopo le elezioni amministrative. Ma il rapporto tra i due era ben solido da diverso tempo. Un rapporto fondato su interessi politici reciproci. Luca Sani, dominus del PD grossetano e sponsor della provincia di Grosseto Leonardo Marras,cosi come ci dicono degli amici fraterni di Grosseto, lavora silenziosamente per prepararsi a lanciare quando sarà il momento la propria candidatura per sostituire Enrico Rossi alla presidenza della Regione Toscana. Ed ecco spiegarsi i motivi per i quali il parlamentare Luca Sani si è scagliato contro la proposta di “Siena capoluogo dell’area vasta” avanzata da Enrico Rossi. E nell’osteggiare il ruolo di Siena capoluogo, il parlamentare Sani, ha utilizzato parole maliziose contro il nostro caro Montesquieu di Pontedera: “Se poi l’accentramento in Area vasta dovesse produrre gli effetti che già si sono visti nel settore turistico con l’abolizione delle Apt, con l’assenza totale di politiche di promozione dei territori da parte della Regione, allora guardiamoci bene dall’assecondare certe scelte. Non voglio immaginare cosa accadrebbe in settori delicatissimi come sviluppo economico e agricoltura”.

E nell’ottica di questo scontro con Enrico Rossi bisogna inserire il ruolo di Luca Sani dietro le quinte delle dimissioni da sindaco di Franco Ceccuzzi. E alla luce delle nuove rivelazioni forse ci capisce cosa stava succedendo dentro la maggioranza in Comune. Luca Sani e Franco Ceccuzzi erano convinti di prendere due piccioni con una fava.Anche se alla fine i piccioni hanno fatto fare la figura delle fave ad altri. Il Ceccuzzi era convinto di avere i numeri per resistere e far fuori dalla maggioranza i consiglieri vicini ad Alberto Monaci. E Luca Sani avrebbe utilizzato la sconfitta senese del Monaci per farlo fuori dalla presidenza del consiglio regionale e di riflesso avviare l’indebolimento di Rossi e la sostituzione di Manciulli (troppo vicino a Rossi) dalla segreteria regionale. Il pallottoliere del Ceccuzzi era troppo semplice e deficitario e i due strateghi sono rimasti al palo. Ovviamente questi giochini tutti sulle spalle degli inconsapevoli cittadini. E oggi?

Con i nuovi scenari che si aprono a seguito dell’abolizioni della provincia di Siena con l’accorpamento sotto Grosseto il parlamentare Sani insieme a Ceccuzzi hanno messo n atto una nuova strategia; e in questa nuova strategia gioca un ruolo anche il presidente Alessandro Profumo. Luca Sani dopo essersi consultato con Alessandro Starnini sta lavorando per ricandidare Franco Ceccuzzi alla corsa per il sindaco di Siena con la prospettiva di giocare un ruolo di dominus proprio in virtù di Grosseto capoluogo della nuova provincia. In funzione di cosa? Con il Comune di Siena in mano a Ceccuzzi(in base ai desideri dei due strateghi) e la provincia di Grosseto sotto l’influenza politica di Sani e con l’asse consolidato tra Profumo e Ceccuzzi, i due strateghi avranno mano libera per i nuovi equilibri della fondazione MPS in modo da blindare lo stesso Profumo (anche in previsione della discesa della fondazione al 20 % dentro la banca) e controllare di fatto banca, fondazione, comune e provincia. Per il bene dei cittadini? No, per la carriera politica del Ceccuzzi e la futura candidatura di Luca Sani al posto di Enrico Rossi in regione.Ovviamente Simone Bezzini è il primo agnello politico sacrificale di queste strategie. Le iniziative di prostesa contro l’abolizione della provincia di Siena sono piu’ che giuste e vanno anche incoraggiate;prima però sarebbe importante tracciare una linea tra i veri “amici” e i veri “nemici”. E i fatti, purtroppo, giocano a svantaggio di Siena e i due strateghi insieme ai fatti.

La “maledizione” salernitana per MPS: dal pastificio Amato alla Lehman Brothers

Due vicende diverse e diversi i protagonisti della “non fortunata” aria salernitana per banca MPS. Due vicende di una gestione passata di MPS ,cosi come di altre banche, caratterizzata da un eccessivo sbilanciamento verso il rischio e una “disinvolta” gestione di alcuni crediti erogati.

Prima la cronaca dell’attualità. Il tribunale di Salerno con la sentenza n.2200 del 20 ottobre 2012,sentenza di primo grado, ha condannato la banca MPS a risarcire un cliente che aveva comprato bond della banca americana Lehman Brothers holding incorporated:”A febbraio del 2008 un investitore acquista 50mila euro di obbligazioni Lehman B. che soltanto sette mesi dopo va in default. Il cliente (assistito dall’avvocato Pasquale Basso dello studio Bcb di Salerno) cita in causa Mps che gli ha venduto i titoli chiedendo la risoluzione del contratto per grave inadempimento della banca toscana la quale non gli avrebbe comunicato lo stato di dissesto in cui (già a febbraio 2008) si trovava Lbhi. Il tribunale salernitano ha riconosciuto l’inadempimento della banca la quale, essendo soggetto professionista del mercato, avrebbe dovuto conoscere alcuni dati macroeconomici riguardanti la disastrosa situazione finanziaria di Lbhi emersi già dalla seconda metà del 2007. In particolare, attingendo dai dati della Consulenza tecnica d’ufficio (anche il Tribunale di Milano ha disposto una Ctu sul rating, si veda «Plus24» del 27 ottobre scorso), il collegio ha evidenziato che nell’agosto 2007 erano stati licenziati 1.200 dipendenti, nel corso del 2008 vi erano stati una perdita di 25 milioni di dollari, una riduzione dell’avviamento di 27 milioni, delle perdite su titoli garantiti per 2,8 miliardi di dollari e, infine, le azioni avevano perso ad agosto il 73% del proprio valore.
Questi dati di bilancio, unitamente alle preoccupanti notizie divulgate dalla stampa (anche non specialistica), rendono impossibile pensare che Mps non fosse a conoscenza dello stato di difficoltà economica di Lbhi. Per questo motivo, la banca toscana ha violato l’obbligo di diligenza e correttezza nei confronti del cliente con la conseguenza che il contratto va dichiarato risolto e Mps condannata a restituire al cliente le somme investite”. Naturalmente MPS può sempre appellare la sentenza.

Diversa e alquanto emblematica è la nota vicenda della bancarotta del pastificio Amato di Salerno. Il primo aspetto particolare è quella famosa cena del 2006 a Salerno tra i titolari del pastificio con l’allora parlamentare dei DS Franco Ceccuzzi e il presidente di MPS Giuseppe Mussari. Un cena resa nota da quel Paolo Del Mese che si trova agli arresti domiciliari. Il secondo aspetto,più che particolare risulta strano sotto il profilo delle normative inerenti l’erogazione del credito e dei finanziamenti, emerge dalle parole del GIP del Tribunale di Salerno cosi come riportate da un giornale salernitano:“A dimostrazione di tutto ciò ci sarebbe, tra l’altro, l’operazione con cui il 1 marzo del 2007 viene stipulato un atto di pegno e quietanza finale tra la Banca Monte dei Paschi di Siena e la Amato Re srl, relativo ad un finanziamento fondiario di 16 milioni di euro accordato, poi, il 29 dicembre 2006. Il Gip che riconosce come questo finanziamento sia stato accordato a condizione onerosissime per l’intera famiglia Amato, e pur dicendosi “non in grado di giudicare la valenza economica del progetto imprenditoriale, né quanto l’azienda fosse in grado di gestire autonomamente il suo business, né ancora quanto il piano finanziario ipotizzato potesse avere una fondata aspettativa di realizzo”, ritiene che sia “alquanto strano” che una banca abbia potuto finanziare per decine di milioni una società neo costituita, dotata di un capitale sociale di appena 10mila euro e con il solo impegno alla sottoscrizione di capitale in aumento da parte dei soci per 5 milioni di euro. In questa operazione avrebbe fatto da mediatore proprio l’ex parlamentare Paolo Del Mese, mettendo in contatto il Cavaliere Giuseppe Amato, capostipite della famiglia e della società, con il presidente dell’istituto di credito costando alla famiglia ingenti somme di denaro.”

La data della cena e le date dei rapporti tra MPS e Amato Re srl qualche riflessione sinceramente è piu’ che necessaria,sia sotto il profilo politico ma soprattutto sotto il profilo di una necessaria verifica di quella operazione;una verifica che una gestione diversa da quella passata dovrebbe fare.

 Albus Silente

L’evoluzione (involuzione) culturale nelle mani degli apologeti del dissesto

La signora Rita Petti, nuova guru della c(o)ultura ceccuzziana, in sostituzione dello Sgarbi locale (Andrea Milani) ha partorito il nuovo slogan per il partito impegnato (PD) in ambito culturale: “la ri-evoluzione culturale”. E chi ti chiama per la ri-evoluzione culturale? Una dei massimi apologeti del dissesto universitario, la tosiana non pentita Gabriella Piccinni. Il PD ceccuzziano per rilanciare la cultura riparte dai tosiani. Siccome non è bastato il dissesto economico, morale e didattico dell’università (se c’era un’università come ai vecchi tempi Siena non si ritrovava in queste condizioni) i ceccuzziani per ri-evoluzionare la cultura si affidano alla peggiore nomenclatura universitaria mai conosciuta fin dai tempi delle scimmie prima del processo evolutivo. Diciamo che con questi ricomincia la ri-involuzione definitiva. Ma non l’avete ancora capito dentro il PD che Ceccuzzi e la nomenclatura tosiana a lui vicina porteranno Siena nel baratro più totale? Ai senesi i disastri che sono sotto gli occhi di tutti non sono sufficienti per prendere coscienza che per far ripartire la città è urgente liberarsi degli avvoltoi che l’hanno spolpata e umiliata con dissesti continui?

Nell’immagine che vi proponiamo di seguito una simulazione dei possibili effetti della ri-evoluzione culturale affidata alla nomemclatura dissestatrice e filodissestatrice alleata del Ceccuzzi.

Forse non ci siamo capiti: questi qui non ce l’hanno mica il senso del limite. Ma dove sono quelli che dovrebbero restituirglielo, se mai l’hanno avuto?

È stata chiesta «l’immediata e cautelare interdizione dall’attività e dal ruolo di rettore e direttore amministrativo per il Criccaboni e la maestrina Fabbro». I motivi riguardano il concorso, la nomina e il contratto del direttore amministrativo. Ma altri e più gravi motivi supportano la richiesta di interdizione. Prendiamo le elezioni per la composizione del Senato Accademico. Il Criccaboni, non contento di aver fatto eleggere quasi tutti i suoi uomini e donne come direttori di Dipartimento, punta ora a mandare il maggior numero di costoro anche in Senato Accademico (le elezioni si svolgeranno lunedì 12 novembre). Ma c’è un limite del regolamento: in Senato ci possono andare solo 4 direttori, uno per ognuna delle quattro aree, eleggibili nella lista dei direttori. Saranno, pertanto eletti, in rappresentanza dei direttori: Rocchi Santina, Nuti Ranuccio, Bettalli Marco (l’inquisito), Barba Angelo. E gli altri servetti? Il Criccaboni non può lasciarli fuori! Ebbene, queste elezioni dovranno eleggere in Senato Accademico anche 8 docenti, in rappresentanza delle 4 aree scientifico-disciplinari. Ed ecco servita la mascalzonata! Tanto quegli stupidi di docenti non vedono, non sentono e non dicono nulla! In fondo, i direttori di dipartimento sono anche docenti. Perché non farli eleggere in Senato nella lista dei docenti? Ed ecco pronte le servette e il servetto di turno che mandano le loro candidature ai docenti-ebeti con la seguente raccomandazione: «attenzione, mi avete già eletto la scorsa settimana direttore di dipartimento, ora votatemi in Senato non nella lista dei direttori, state attenti, ma nella lista dei docenti.» Come possano disgiungere gli interessi del loro dipartimento con gli interessi dell’area scientifica, composta da docenti appartenenti ad altri dipartimenti, è un mistero. Ma, tanto quei coglioni dei docenti, non ci pensano a queste sottigliezze. Ecco i nomi delle furbette e del furbetto: Gabriella Piccinni (poteva mancare? No, di certo), Rosella FulceriCosima Baldari e Michelangelo Vasta. E così, per far posto a questi furbetti criccaboniani, gli 8 rappresentanti dei docenti in Senato si riducono a 4. Altro che interdizione dall’attività e dal ruolo! Questi vanno arrestati subito! Ne riparleremo domani, dopo lo scrutinio.

Matteo Renzi e Massimo D’Alema sconfessano la linea politica dei ceccuzziani senesi. E la skywoman Dalla Riva?

Il diavolo e l’acqua santa, le due anime del PD nazionale, convergono senza volerlo nella linea che sconfessa il gruppo dirigente del PD senese fedelissimo al Ceccuzzi e al Mussari.

Matteo Renzi ha rilasciato una dichiarazione che non lascia ambiguità: “Matteo Renzi, candidato del Pd alle primarie del Centro sinistra, attacca la classe politica che ha influito sulle scelte strategiche del Monte dei Paschi di Siena degli ultimi 15 anni”. La classe politica era guidata dal Ceccuzzi e la banca dal Mussari. Ma Simone Vigni fido portavoce di Ceccuzzi,in qualità di coordinatore senese del comitato proRenzi con chi sta, con Renzi o con Ceccuzzi?

Negli stessi istanti Massimo D’Alema si muoveva insieme ad altri parlamentari del PD per presentare un’interrogazione parlamentare che riportiamo citando integralmente l’articolo del Cittadino Online “Una interpellanza parlamentare firmata da un folto gruppo deputati del Partito Democratico sollecita il governo a far ripartire le trattative tra il Monte dei Paschi e le organizzazioni sindacali. L’interpellanza è indirizzata ai Ministri Passera, Fornero e Grilli e reca la firma dell’esponente salentina del Pd, Teresa Bellanova, già prima firmataria di una precedente interrogazione sulla vicenda e numerosi parlamentari dei territori coinvolti dalla difficile situazione (Siena, Mantova, Padova, Milano, Roma e Firenze).

“Il gruppo Monte dei Paschi di Siena, uno dei maggiori operatori nel settore del credito in Italia – si legge nell’interpellanza -,  ha già fruito di una somma pari ad 1,9 miliardi di euro di finanziamento statale (i famosi Tremonti Bond, ora convertiti in Monti bond, ndr) e tale finanziamento raggiungerà la somma complessiva di 3,4 miliardi di euro; tale ultima circostanza postula quindi la necessità che il Governo presti particolare attenzione alle vicende di un istituto nei confronti del quale è esposto per un importo di tale rilevanza”. L’esponente del Pd, Teresa Bellanova spiega: “L’interpellanza arriva a margine di un serrato lavoro di comunicazione e confronto costante che abbiamo posto in essere, nel corso di queste settimane, con i colleghi dei territori interessati. Questa vicenda sta mettendo in forte agitazione il personale del MPS. Abbiamo chiesto” dice in conclusione l’onorevole Bellanova “che il Governo faccia la sua parte e si attivi quanto prima per facilitare la ripresa della trattativa tra le parti”.

Il gruppo bancario toscano è alle prese con una difficile riorganizzazione dei servizi per ottenere risparmi importanti dal costo del lavoro per oltre 600 milioni, che dovrebbe portare, nelle intenzioni del Tandem, all’esternalizzazione dei servizi di back office, perno di una riduzione di 4600 unità lavorative da qui al 2015. Questa prospettiva ha creato preoccupazione in molti lavoratori delle diverse sedi, tra le quali quelli di Lecce, che il 27 ottobre hanno protestato in maniera vivace contro l’ex presidente di Rocca Salimbeni Giuseppe Mussari davanti ad un albergo cittadino, in cui si stava svolgendo un incontro a cura dell’Associazione bancari italiani.

Ecco il testo dell’interpellanza. Tra i firmatari spicca l’assenza del deputato senese Rosy Bindi (fonte firenzedemocratica.org). Al Ministro dello Sviluppo Economico e Infrastrutture e Trasporti, Dott. Corrado Passera
e Al Ministro del Lavoro e Politiche Sociali, Prof. Elsa Fornero
Per sapere, premesso che:
il gruppo Monte dei Paschi di Siena è uno dei principali operatori nel settore del credito in Italia;
in queste settimane è in corso una trattativa sindacale finalizzata alla esternalizzazione di rami operativi d’azienda con conseguente trasferimento di personale;
le trattative tra le parti sono in una fase di stallo dopo che l’azienda ha interrotto i rapporti con le organizzazioni sindacali e vorrebbe imporre decisioni unilaterali che riguardano in modo particolare, l’esternalizzazione di un numero di dipendenti, variante tra 1600 e 2300 unità, principalmente operanti all’interno del Consorzio Servizi della banca stessa ed in gran parte dislocati su plessi nelle province di Siena, Mantova, Firenze, Lecce, Padova, Milano e Roma;
che tali prospettate esternalizzazioni creano evidente apprensione circa la stabilità dei posti di lavoro degli attuali addetti;
che l’Istituto ha già fruito di una somma pari ad 1,9 miliardi di euro di finanziamento statale (c.d. Tremonti Bond) e che tale finanziamento raggiungerà la somma complessiva di 3,4 miliardi di euro;
che tale ultima circostanza postula quindi la necessità che il Governo presti particolare attenzione alle vicende di un istituto nei confronti del quale è esposto per un importo di tale rilevanza.
Se i ministeri da Loro presieduti e più in generale il Governo sono quindi intenzionati ad intervenire ed in quale forma, per facilitare la ripresa della trattativa tra le parti.
Gli on. Ezio Zani, Cenni,  Albini, Naccazzaro, Carra, Miotto Fiano, Martino, Bressa, Mammicini, Bellanova, Losacco, Garofani, Adinolfi, Rosato, D’Alema, Giacomelli, Castagnetti, D’Antoni, Lulli, Duilio, Farinone, Codulli, Picerno, Motta, Ciriello, Cavallaro, Tarantelli, Fogliardi, Boccuzzi, Meta, Vernucci, Fluvi, Pizzetti, Ventura, De Biasi, Calipari”. (http://www.ilcittadinoonline.it/news/154209/MPS__iniziativa_parlamentare_del_PD.html). Anche in questo caso fin da subito il Ceccuzzi si è schierato al fianco di Profumo abbandonando i lavoratori e gli unici difesi dal chianino sono  Valentino Fanti e Antonio Marino. In questi giorni il chianino Ceccuzzi cerca di convincere (senza riscontri positivi) il presidente Profumo a schierarsi con lui per le primarie e la novità delle ultime ore è l’ingresso nello schieramento dei ceccuzziani del capo del personale di MPS la skywoman Dalla Riva. Il rapporto tra la skywoman con Ceccuzzi si è rafforzato grazie a un amico in comune, il famoso ex consigliere comunale Alessandro Nannini. Dopo aver contribuito a mettere in ginocchio la banca, il chianino ha anche la pretesa di utilizzare i vertici della banca per la campagna elettorale.

Economista, Statista, Statistico, Costituzionalista: il poliedrico Giulio “Guido” Carli traccia la strategia per rilanciare la candidatura del padre nobile del dissesto. E dal circolo Arci di Fontebecci Anna Carli formalizza il nome di Ceccuzzi

Nei giorni in cui il governo Monti preparava il testo per abolire la provincia di Siena, il poliedrico dirigente maximo del PD senese Giulio “Guido” Carli, in versione costituzionalista, annunciava la petizione per chiedere al governo di riportare Siena a votare in autunno. Dalle parti del pensatoio ceccuzziano avevano affermato di aver raccolto numerose firme; e con quelle firme raccolte, il nostro costituzionalista, si è recato a Roma per consegnarle al sottosegretario agli interni. Morale della storia: niente voto in autunno, ma solo abolizione della provincia. Forse era più utile raccogliere le firme per chiedere di non abolire la provincia; ma Franco è Franco e prima dovevano pensare a lui. Morale della storia: niente elezioni in autunno.

Ma il massimo delle doti, il poliedrico, le ha investite in ambito economico; è riuscito a compiere delle capriole degne di un circense: da sostenitore dell’acquisto di Antonveneta (insieme al Ceccuzzi) e del compagno Mussari alla discontinuità ceccuzziana elogiando il piano industriale (l’avrà letto in orizzontale o in verticale?) di Profumo. Nella settimana che si avvicina alla conclusione, il poliedrico, ha sfoderato anche le doti da Statista. Durante la riunione con i partiti supini al padre nobile del dissesto cittadino (Ceccuzzi), presenti i Riformisti, quelli di SEL e Siena Futura, lo Statista Carli ha delineato la strategia per la corsa alle primarie del Ceccuzzi. Ecco a grandi linee la strategia: “Blindiamo le primarie in modo da far risultare vincitore Franco, voi partecipate (riferendosi ai partiti alleati) ma dovete dare un mano a dirottare voti soprattutto su Franco; bisogna impedire altre candidature interne al PD, e soprattutto bloccare quella di Bruno Valentini. Siamo già a lavoro per preparare le liste di proscrizione interne al partito e stiamo scrivendo delle regole per le primarie per impedire a quelli che sono vicini ad Alberto Monaci, alla Fisac e al Cenni di partecipare alle primarie”. Queste le parole dell’economista, statista, Giulio “Guido Carli” in qualità di segretario del PD di Siena (complimenti per la cultura democratica e complimenti ai partiti alleati per la loro autonomia!!).

Perchè Carli ha riunito gli alleati? Perchè prima di questa riunione carica di democrazia e concetti alti alti, al circolo Arci di Fontebecci avevano celebrato la riunione del PD per formalizzare la candidatura di Ceccuzzi alle primarie. A rilanciare la candidatura di Ceccuzzi durante la riunione è stata l’ex vice sindaco Anna Carli (una delle responsabili del declino del Santa Maria della Scala e nominata quando Ceccuzzi era sindaco presidente dell’Istituto musicale Rinaldo Franci) con il sostegno di Starnini (nominato da Mussari alla presidenza di Novoli Spa) e del gruppetto dei fedelissimi (i famosi ragazzi della comunicazione e del tutto va bene). Per il gruppo dirigente del PD cittadino la candidatura di Ceccuzzi alle primarie è stata formalizzata. Ma non tutti nel partito, anzi in molti, sono favorevoli. I ceccuzziani hanno approfittato di una riunione di pochi fedelissimi per formalizzare la candidatura. Ad esempio, lo Starnini rappresenta solo se stesso, perchè nella sua ex corrente politici come Marco Spinelli sono contrari alla candidatura del Ceccuzzi; lo Starnini può contare sull’aiuto di Paolo Mazzini (segretario di circolo e membro della fondazione MPS), di Maurizio Boldrini (quello che ha partecipato alla distruzione dell’università). Anche lo stesso Alessandro Piazzi avrebbe consigliato al Ceccuzzi di fermarsi e non sfidare gli eventi e quindi non candidarsi. E si dice che lo stesso Ceccuzzi riunito con i suoi fedelissimi ha utilizzato parole di fuoco contro Bruno Valentini e contro Roberto Bozzi (è finito l’idillio con Ceccuzzi!) e contro Roberto Beligni, colpevoli di remare contro il padre nobile del dissesto e di aver aderito ai comitati pro-Renzi. All’uscita dal circolo Arci di Fontebecci, un docente in pensione dall’università, prima di salire in macchina, rivolgendosi ad altri due politici di vecchia data ha sbottato così “questi Monaci e questo Valentini hanno stufato e speriamo che prima o poi trasferiscano anche questi procuratori della repubblica perchè non se ne pole più di tutte queste inchieste”. Non se ne pole più di voi (aggiungiamo noi)!!

In definitiva chi sostiene la ricandidatura di Ceccuzzi? Tutti coloro che hanno avuto poltrone o favori. A questi della città in crisi e dei problemi dei cittadini e delle aziende non gliene frega niente. La ricandidatura del Ceccuzzi ha ricevuto anche la benedizione del Mussari e quella di Paolo Del Mese.

Altro giro, altra corsa: la candidata a tutto

Cari colleghi,

vi scrivo questa lettera per comunicarvi che ho presentato la mia candidatura per rappresentare in Senato Accademico l’area delle Lettere, Storia, Filosofia e Arti.

[Essendomi io candidata sempre a tutto quello a cui ci si poteva candidare, meglio se in candidatura unica, potevo forse perdere l’occasione per la settemilionesima candidatura della mia vita accademica e non solo? E poi scusate che fate? Non mi ci volete mandare ancora una volta in un organo di governo? Ma non vi ricordate di quando ero nel consiglio di amministrazione presieduto da quel dissestatore della forza di quaranta cavalli di Tosi? E di come approvavo qualsiasi porcheria facendo sì sì come quei canini che negli anni 70 andavano di gran moda sulla cappelliera delle macchine dei gazzillori? E di come feci un’apologia del dissesto, soprattutto di quello compiuto dall’area comunicazione e marketing capitanata dal mio carissimo amico Maurizio Boldrini? Ma scherzate? Per non parlare del fatto che qualsiasi cosa io tocchi chiude dissestata o quasi: guardate il Santa Maria della Scala!!!]

Chiedo il vostro appoggio e la vostra fiducia, ribadendo alcune brevi linee programmatiche generali che ho inviato all’ufficio preposto e assicurandovi che ho ben chiara nella memoria l’esperienza della bella Facoltà  di Lettere dalla quale in molti proveniamo e che ci ha visto collaborare per tanti anni.

[L’unica cosa che mi dispiace è che i miei compagni di merende e di tanti dissesti non ci sono più, vuoi perché prematuramente deceduti come Omar Calabrese, vuoi perché prepensionati come Tommaso Detti, Flores D’Arcais e così via. Mi resta però la consolazione di poter avere al mio fianco fior di dissestatori e dannificatori erariali come Maurizio Bettini e Marco Bettalli nonché, ça va sans dire, il mio caro amico Maurizio Boldrini. Insomma margini per fare danni ce ne sono sempre. Quindi: votate votate votate]

Un caro saluto da Gabriella Piccinni