La “maledizione” salernitana per MPS: dal pastificio Amato alla Lehman Brothers

Due vicende diverse e diversi i protagonisti della “non fortunata” aria salernitana per banca MPS. Due vicende di una gestione passata di MPS ,cosi come di altre banche, caratterizzata da un eccessivo sbilanciamento verso il rischio e una “disinvolta” gestione di alcuni crediti erogati.

Prima la cronaca dell’attualità. Il tribunale di Salerno con la sentenza n.2200 del 20 ottobre 2012,sentenza di primo grado, ha condannato la banca MPS a risarcire un cliente che aveva comprato bond della banca americana Lehman Brothers holding incorporated:”A febbraio del 2008 un investitore acquista 50mila euro di obbligazioni Lehman B. che soltanto sette mesi dopo va in default. Il cliente (assistito dall’avvocato Pasquale Basso dello studio Bcb di Salerno) cita in causa Mps che gli ha venduto i titoli chiedendo la risoluzione del contratto per grave inadempimento della banca toscana la quale non gli avrebbe comunicato lo stato di dissesto in cui (già a febbraio 2008) si trovava Lbhi. Il tribunale salernitano ha riconosciuto l’inadempimento della banca la quale, essendo soggetto professionista del mercato, avrebbe dovuto conoscere alcuni dati macroeconomici riguardanti la disastrosa situazione finanziaria di Lbhi emersi già dalla seconda metà del 2007. In particolare, attingendo dai dati della Consulenza tecnica d’ufficio (anche il Tribunale di Milano ha disposto una Ctu sul rating, si veda «Plus24» del 27 ottobre scorso), il collegio ha evidenziato che nell’agosto 2007 erano stati licenziati 1.200 dipendenti, nel corso del 2008 vi erano stati una perdita di 25 milioni di dollari, una riduzione dell’avviamento di 27 milioni, delle perdite su titoli garantiti per 2,8 miliardi di dollari e, infine, le azioni avevano perso ad agosto il 73% del proprio valore.
Questi dati di bilancio, unitamente alle preoccupanti notizie divulgate dalla stampa (anche non specialistica), rendono impossibile pensare che Mps non fosse a conoscenza dello stato di difficoltà economica di Lbhi. Per questo motivo, la banca toscana ha violato l’obbligo di diligenza e correttezza nei confronti del cliente con la conseguenza che il contratto va dichiarato risolto e Mps condannata a restituire al cliente le somme investite”. Naturalmente MPS può sempre appellare la sentenza.

Diversa e alquanto emblematica è la nota vicenda della bancarotta del pastificio Amato di Salerno. Il primo aspetto particolare è quella famosa cena del 2006 a Salerno tra i titolari del pastificio con l’allora parlamentare dei DS Franco Ceccuzzi e il presidente di MPS Giuseppe Mussari. Un cena resa nota da quel Paolo Del Mese che si trova agli arresti domiciliari. Il secondo aspetto,più che particolare risulta strano sotto il profilo delle normative inerenti l’erogazione del credito e dei finanziamenti, emerge dalle parole del GIP del Tribunale di Salerno cosi come riportate da un giornale salernitano:“A dimostrazione di tutto ciò ci sarebbe, tra l’altro, l’operazione con cui il 1 marzo del 2007 viene stipulato un atto di pegno e quietanza finale tra la Banca Monte dei Paschi di Siena e la Amato Re srl, relativo ad un finanziamento fondiario di 16 milioni di euro accordato, poi, il 29 dicembre 2006. Il Gip che riconosce come questo finanziamento sia stato accordato a condizione onerosissime per l’intera famiglia Amato, e pur dicendosi “non in grado di giudicare la valenza economica del progetto imprenditoriale, né quanto l’azienda fosse in grado di gestire autonomamente il suo business, né ancora quanto il piano finanziario ipotizzato potesse avere una fondata aspettativa di realizzo”, ritiene che sia “alquanto strano” che una banca abbia potuto finanziare per decine di milioni una società neo costituita, dotata di un capitale sociale di appena 10mila euro e con il solo impegno alla sottoscrizione di capitale in aumento da parte dei soci per 5 milioni di euro. In questa operazione avrebbe fatto da mediatore proprio l’ex parlamentare Paolo Del Mese, mettendo in contatto il Cavaliere Giuseppe Amato, capostipite della famiglia e della società, con il presidente dell’istituto di credito costando alla famiglia ingenti somme di denaro.”

La data della cena e le date dei rapporti tra MPS e Amato Re srl qualche riflessione sinceramente è piu’ che necessaria,sia sotto il profilo politico ma soprattutto sotto il profilo di una necessaria verifica di quella operazione;una verifica che una gestione diversa da quella passata dovrebbe fare.

 Albus Silente