Febbraio 18th, 2012 — Note redazionali
Il sindaco ha parlato! Ha rilasciato una intervista alla prestigiosa Reuters: ha esternato! Grazie alla sicurezza delle sue competenze in materia il tutto si é svolto mentre il primo cittadino guardava una partita di basket, complimenti! Non solo è entrato nel merito della situazione della Fondazione a mercati aperti, ha parlato di fondi, ha dileggiato Mancuso di Equinox dicendo che tutti hanno diritto a un giorno di gloria. Si é sostituito a chi aveva la competenza a parlare: la Fondazione. Ha voluto dimostrare di essere a conoscenza dei particolari. E proprio questa sua consapevolezza lo ha tradito. Si é capito l’estremo disagio proprio di chi sa come va a finire: cognizione che ha generato nell’intervistato uno stato di disorientamento. Tanto che qualcuno ha pensato a uno scherzo di carnevale per le contraddizioni e le grossolanità dichiarate. Del resto non sono passati molti mesi da quando il Ceccuzzi dichiarava al mondo intero che il 50% era la linea del Piave insuperabile per la città e per la Fondazione. Ma se è vero come sostiene il sindaco che il 33,5% è uguale alla maggioranza assoluta, allora perché hanno dato l’assenso all’ultimo aumento di capitale che ha messo definitivamente in ginocchio l’ente amministrato dal Mancini? “Franco Ceccuzzi, è convinto che la discesa della Fondazione Mps sotto la soglia del 50% nella Banca Mps rappresenti una opportunità per ridurre il rischio di un patrimonio eccessivamente concentrato sulla banca “per eccesso di lealtà”, così recita il comunicato di Reuters. Se si dovesse fare un paragone: questa frase in politica ha la stessa valenza di chi ha creduto che Ruby fosse effettivamente la nipote di Mubarak. La verità è che la discesa è imposta dai creditori e, quindi, dai debiti contratti dalla Fondazione. Perché la concentrazione non si diluisce in quanto anche scendendo al 33% rimane comunque un solo asset quello della Banca Monte dei Paschi nel portafoglio della Fondazione. Si è dimenticato di dire che i rappresentanti della Fondazione al tavolo con le banche creditrici stanno chiedendo oltre all’allungamento dei termini di scadenza, necessari per conoscere le decisioni dell’EBA, anche una riduzione del debito di 200 milioni. Quest’ultimi insieme al ricavato delle vendite (in tutto circa 250 milioni) sono indispensabili per continuare nella gestione della Fondazione e ad assicurare il consenso politico, cioè a distruggere capitale per la spesa corrente. Da qui nasce anche la proposta di diminuire il numero dei membri della deputazione di palazzo Sansedoni, perché il più possibile deve andare alle erogazioni. Non ultima come affermazione, ma sicuramente degna di nota l’asserzione che una presenza di tre anni da parte di un fondo è da considerarsi un impegno di lungo termine, quando poi si fanno piani industriali di cinque anni. Mi fermo qui riconoscendo che una cosa interessante il sindaco Ceccuzzi l’ha detta. Oddio, considerazione un po’ strana per il responsabile principale di una collettività che dovrebbe pensare in termini strategici ed avere ben chiari gli scenari futuri. Rivolgendosi al giornalista sembra che abbia detto che negli incontri che aveva svolto in mattinata, esattamente tredici, nessuno gli aveva chiesto dei chiarimenti sulla Fondazione. Battuta che mi ha ricordato un’altra storica quella del Mussari quando nell’intervista al Corriere della Sera aveva affermato che il Duomo di Siena non aveva le ruote e quindi non poteva essere trasportato da nessuna altra parte. Mi scuso può essere che le parole non siano precise, vado a memoria. Sono, però, sicuro del senso. Convinto di aver finito di scrivere la mia nota vado a vedere le agenzie e mi imbatto in una nota della Reuters uscita dopo la famosa intervista del Ceccuzzi che sembra proprio una risposta al primo cittadino. Non sto a riassumerla la riporto per intero e giudicate voi.
Tommaso Occami
SIENA/MILANO, 17 febbraio (Reuters) – L’adviser della Fondazione MontePaschi, Rothschild, ha avviato un primo giro di incontri con i soggetti interessati ad acquisire una quota della banca Mps.
E’ quanto dicono due fonti vicini al dossier.
“L’adviser ha avviato un giro di consultazioni”, dice una delle fonti, aggiungendo che non è ancora definito il quadro dei potenziali acquirenti.
La seconda fonte conferma l’avvio degli incontri.
Tra i soggetti interessati, secondo le fonti, figurano gli operatori di private equity Equinox e Clessidra.
Le fonti aggiungono che l’orientamento della Fondazione senese è cedere una quota non superiore al 10% ad un singolo soggetto, che dovrebbe chiedere l’autorizzazione della Banca d’Italia.
La decisione della Fondazione, formalizzata il 15 febbraio scorso , ha accelerato un processo che, in effetti, dicono le fonti, si è messo in moto da tempo. Rothschild, infatti, avrebbe avviato i primi contatti con i potenziali compratori circa un mese fa.
IN POLE EQUINOX E CLESSIDRA
Allo scoperto, sinora, è uscita Equinox, management company lussemburghese di società di investimento guidata da Salvatore Mancuso, che ha cominciato l’attività professionale in Sicilcassa ed è stato presidente del Banco di Sicilia.
Considerato vicino al direttore generale di Intesa Sanpaolo, Gaetano Micciché, Mancuso, argomenta una fonte, è uomo di banca e godrebbe anche della stima del presidente di Mps, Giuseppe Mussari. L’eventuale ingresso di Equinox nel capitale di Rocca Salimbeni, pertanto, avverrebbe sulla base di “un progetto industriale” e in sintonia con il piano predisposto da Fabrizio Viola, “che Mancuso stima molto”. Il numero uno di Equinox, inoltre, secondo la fonte, non ha posto come condizione l’ottenimento della presidenza di Mps, ma, a fronte dell’investimento, “è chiaro che si porrebbe il tema di una presenza nel Cda”.
L’eventuale investimento della società di Mancuso avverrebbe attraverso Equinox Two, società d’investimento costituita nel 2007, con una potenza di fuoco di oltre 300 milioni di euro, “a cui si aggiungono le disponibilità rivenienti da specifici accordi di coinvestimento stretti con primari investitori internazionali”, si legge sul sito.
I sottoscrittori di Equinox Two non sono noti. L’unico nome pubblico è Intesa Sanpaolo: dal bilancio 2009 della banca, infatti, emerge una partecipazione del 22,97%.
La stessa Equinox, peraltro, afferma che i soci di Equinox Two corrispondono in buona parte a quelli del primo veicolo d’investimento, costituito nel 2001, ovvero Equinox Investment Company, che aveva raccolto oltre 220 milioni e a cui Intesa aveva partecipato per una quota del 28,98%. Secondo indiscrezioni di stampa, tra i sottoscrittori del primo veicolo di Equinox figuravano, tra gli altri, la Dorint dei Della Valle, Giuseppe Rotelli, Fininvest, Pirelli , Fondiaria-Sai, le famiglie Marcegaglia, Burani, Riello e Giuliani.
L’autocandidatura di Mancuso, riferiscono diverse fonti, ha irritato gli ambienti senesi, come traspare dall’intervista al sindaco della città toscana, Franco Ceccuzzi.
Comunque, se, da un lato, Mancuso sembra aver chiarito le ambizioni di governance e incassato le reazioni senesi, dall’altro la Fondazione ha bisogno di compratori e ha tempi stretti.
Accanto ad Equinox, infatti, dicono le fonti, c’è senz’altro Clessidra, operatore di private equity che ben conosce Mps per esserne alleata nell’attività di asset management, l’attuale Prima Sgr.
Alcuni quotidiani, nei giorni scorsi, hanno speso i nomi di Cvc, Cinven e Apax, ma, secondo quanto precisano diverse fonti, nessuno di questi operatori sarebbe al lavoro sul dossier Mps.
Difficile, in effetti, che un soggetto estero si infili in una partita complessa come quella dell’istituto toscano. E allora, guardando all’Italia, con Investindustrial già impegnata in Popolare Milano e Palladio e Sator alle prese con la battaglia per il controllo di FonSai, non si vede, tra i fondi, chi potrebbe farsi avanti.
Ma oltre ai private equity, secondo fonti vicine al dossier, ci sarebbero anche imprenditori e altri soggetti istituzionali, di cui, però, nessuno ha ancora avuto conferma del reale interesse.
(Stefano Bernabei, Silvia Aloisi, Massimo Gaia)
Febbraio 18th, 2012 — Note redazionali
Dopo aver macellato tutti i precari possibili e immaginabili, le cooperative e chi più ne ha ne metta, nella totale indifferenza della cosiddetta “società civile” e delle cosiddette “istituzioni cittadine”, il duo Criccaboni e Fabbro si sono dedicati allo smantellamento dei diritti dei lavoratori attraverso una serie di manovre che sono ben riassunte da una frase della reggente CISL Università:
“Il recupero delle somme pregresse [si riferisce alla faccenda del salario accessorio decurtato ai lavoratori dell’Ateneo] è UN FURTO E UN ABUSO DI POTERE“.
E non solo in questa vicenda sono stati commessi FURTI ED ABUSI DI POTERE, per non parlare di altre vicende su cui ritorneremo tra TRE giorni. Ricordate: TRE GIORNI.
Nel frattempo la redazione di Fratello Illuminato si sta ponendo alcune oziose domande: ma che ci vuole ancora perché chi di dovere intervenga con tutti i mezzi a disposizione? Quanti reati, quante scorrettezze, quante vessazioni, non solo ai lavoratori o ai precari, ma a tutti i cittadini senesi devono essere commessi perché la legalità e la trasparenza e il rispetto dei diritti vengano ripristinati con la forza della legge e dell’amore per il BENE COMUNE? Non solo l’università (esempio clamoroso), ma tutta la città è nelle mani di pochi, incompetenti, incapaci, arroganti e nessuno, a parte i tanto deprecati blog, se ne occupa.
Nel frattempo rinnoviamo la richiesta al duo Riccaboni & Fabbro di immediate dimissioni. Non dite poi che non siete stati avvertiti.
Febbraio 17th, 2012 — Note redazionali
E’ un momento delicato per Siena, forse il più difficile dal dopoguerra in poi. Un momento in cui è giusto rendere consapevole la cittadinanza di quello che sta accadendo, dei riflessi che potrà avere non solo nel futuro della città, ma anche dei singoli. Perché sappiate che sarà così: di quello che sta accadendo ne pagheranno le spese anche gli impiegati, le casalinghe, i pensionati, i piccoli commercianti e gli studenti di questa città. E’ quindi il momento in cui è giusto che tutti facciano la loro parte: i partiti, i politici, le associazioni di categoria e, naturalmente, il sistema dell’informazione. Diventa necessario far capire i sacrifici a cui andremo incontro, cosa cambierà e come si intende agire per limitare i danni. E’ il momento in cui bisogna creare consapevolezza di essere tutti pronti a remare nella stessa direzione. E così della situazione se ne parlerà ovunque, per il Corso, alla colonna di Piazza Tolomei, all’Angolo dell’Unto e appoggiati ai colonnini di Piazza del Campo. Se ne parlerà nei circoli Arci e nelle contrade. Ed invece non è questa l’aria che si respira. In pochi c’hanno capito qualcosa, solo quelli capaci di accedere all’informazione alternativa dei siti, dei blog e degli organi di informazione extra provinciali.
Per il resto si assiste al tentativo di ricondurre tutto al solito inciucio conosciuto solo da pochi intimi che cercano di trarre comunque benefici personali sulle spalle del popolino ignorante. Ecco dunque che tutto si riconduce a chi andrà a prendere i posti al vertice al posto di … Così negli articoli considerati di spessore si parla di Tizio amico di Caio e di Pinco amico di Pallino che si scambiano incarichi e lucrosi appannaggi, con l’intento di proseguire, come se nulla fosse, in quell’armonico groviglio che, se dovesse scomparire, costringerebbe Tizio, Caio, Pinco, Pallino e tutti coloro, e sono tanti, pesci grandi e piccoli, che ruotano intorno, a dover fare a meno di posizioni di potere e prestigio. E ad assumersi le loro pesanti responsabilità.
Non si spiega ai “pori cani” la verità perché non si rendano conto che può esistere un modo diverso di essere governati, perché non alzino la testa e, casomai, chiedano anche giustizia per quei sacrifici che dovranno fare non per causa loro. Chi nel groviglio ci sguazza non dirà mai la verità, e quella che farà apparire come verità e discontinuità, sarà solo fumo negli occhi per proseguire e riaffermare la stessa scellerata condotta. Conoscere e divulgare è l’unico modo perché Siena possa vincere la propria rivoluzione e iniziare un armonioso cammino che spazzi via i sordidi grovigli.
Libellula
Febbraio 17th, 2012 — Note redazionali
Primo scuppone: sfrattati gli studiosi di vampiri antichi da Via Roma 57 (villetta del Glicine: costo in euri 46.000 l’anno). Ebbene sì! L’estensore della disgustosa ode al dissestatore dei dissestatori Piero Tosi, il fulgido e inghirlandatore di genii Maurizio Bettini e il suo centro vengono buttati fuori. A questo punto c’è il dibattito su quale delle due soluzioni adottare: 1) trasferirsi a Stigliano, luogo in cui è noto che i genii pullulino indisturbati; 2) trasferirsi allo Squero di Rimini che è già fornito di cancelleria abbondantissima e di pregio.
* Nell’immagine: un vampiro del mondo antico dopo una visita allo Squero.
Secondo scuppone: abbiamo scoperto perché l’ex procuratore Firrao stava rallentando le indagini in modo così evidente. Per forza! Stava interrogando gli eredi dei barbari (82 milioni circa) querelati da Omar Calabrese di furto del tetto di San Galgano. Inoltre ci è giunta notizia che un capo barbaro aveva sporto querela per diffamazione nei confronti del medesimo Calabrese, sostenendo che loro non c’entravano niente per colpa di quei quattro o cinque secoli di differenza. E pensare che noi avevamo ritenuto che si trattasse per via dei singolari legami fra Firrao figlia, Firrao padre, maestre condannate dalla Corte dei Conti, ex direttori amministrativi di Torino e poi direttori generali al MIUR. Come siamo maligni …
** Nelle immagini: l’evidente furto commesso e il barbaro che non ha preso bene le accuse di Calabrese.


Febbraio 16th, 2012 — Note redazionali
“L’ente (la Fondazione) propone di girare alle banche il 75% dei 150 milioni e il 50% dell’incasso della vendita della quota di Mps così da tenere il residuo per le erogazioni”. Frase semplice riportata dal Corriere della Sera che ci permette di capire quali sono le vere volontà della Fondazione e del quadro politico sottostante. Meglio! Con questa richiesta fatta alle banche creditrici si dice sostanzialmente: a noi non interessa il risanamento dell’ente, non ci interessa conservare, per quanto sarà possibile, questo patrimonio per le future generazioni, ma fintantoché ci siamo noi le erogazioni devono essere fatte. Non cambia nulla come potete vedere. La città avrebbe fatto sicuramente dei sacrifici, anche pesanti a condizione di avere un’obiettivo di sapere che si lavora per un progetto. Invece no, tutto si muove nell’episodico, con la trovata dell’ultimo momento. Il potente di turno pensa a sé e alla propria conservazione politica non all’interesse generale. Francamente c’è di che scoraggiarsi! Tutto quello che sta succedendo probabilmente non servirà a nulla, non farà crescere nella consapevolezza la città. In presenza di un silenzio assordante del Ceccuzzi. Probabilmente parlerà in consiglio comunale e gli atti iscritti all’ordine del giorno del consiglio comunale gli potrebbero consentire di sbizzarrirsi e di riferire alla città il proprio pensiero. Sono, gli atti, a senso unico e tutti indirizzati contro la Fondazione. Strana coincidenza proprio quella Fondazione il cui presidente ha risposto picche alle richieste di dimissioni avanzate dal sindaco. Mentre la Banca è, da tempo, lasciata in ombra. In questa situazione non è possibile fare dei distinguo. Tutto il gruppo dirigente è responsabile anche perché dopo qualche distinguo ora tutto sembra rinserrarsi e gli incontri (Profumo?) così come le scelte (Fondi) vengono condivise fra il sindaco e il presidente della banca. Sono patetici i Machiavelli di turno, i fini manovratori politici che cercano di inserirsi nelle contraddizioni del PD per trarne vantaggio. In più non abbiamo ancora ben capito cosa sia questo vantaggio perché non se ne vedono i frutti. Dietro la cessione delle azioni della Fondazione e l’acquisto da parte dei fondi c’è un risvolto politico che riguarda il futuro della banca. Qualcuno può pensare che ciò avvenga senza la benedizione del Mussari e del Ceccuzzi? Chi pensate abbia messo in contatto Clessidra e Equinox con il rappresentante dell’ente senese Di Cunto, già perchè Di Cunto e non Pieri o Vigni? Mistero! Speriamo che la ragione sia perché impegnati con le banche creditrici, speriamo! I Fondi sono a tempo, restano per un certo periodo e poi vendono e a chi potrebbero vendere? Intesa? I fondi menzionati hanno forti legami con il Monte e con la ragnatela della finanza italiana, non certo con Giulio Carli, Davide Taddei o con Lisa Cresti. Tradotto vuol dire che è ancora Mussari che sminestra. Il PD in questo momento è un’animale ferito caduto da cavallo che sta cercando di risalire in sella e chiede aiuto. Lo chiede come lo sa fare, promettendo, raccontando e non raccontando, insinuando divisioni, utilizzando tutte le armi a sua disposizione anche con il coinvolgimento degli avversari. Cadere in questa trappola vuol dire non aver capito che da questa vicende potrebbe nascere una vera discontinuità nel governo della città. Ci vorrebbe determinazione e un referente capace di essere punto di riferimento e di guida politica. Fin qui la parte della volontà che ancora mi fa scrivere e seguire gli avvenimenti. É il pessimismo dell’intelligenza che, viceversa, mi fa dire: che tutto rimarrà esattamente com’è, con nuovi padroni che gestiranno dei sudditi in un contesto fortemente impoverito. Dei sudditi che come i capponi di Renzo si beccano mentre vanno al patibolo e che gioiscono per la sconfitta dell’amico/nemico. Ma almeno i miei demoni li caccio scrivendo!
Tommaso Occami
P.S. Diamo il benvenuto al nuovo editorialista, esperto – al contrario del Criccaboni – di economia e finanza, Tommaso Occami (non ha neanche una condanna della Corte dei Conti).
Febbraio 15th, 2012 — Note redazionali
In questi ultimi mesi siamo rimasti colpiti da alcune riflessioni serie e ragionevoli fatte pubblicamente dal giudice di Cassazione Piercamillo Davigo. Proprio lui: uno dei componenti del pool di Mani Pulite. Non siamo qui a ripercorrere la storia di mani pulite, anche perché la questione è complessa e la lettura dei fatti andrebbe approfondita con piu’ lucidità rispetto alla foga di quel periodo.
Alla domanda sulle differenze tra ieri e oggi il giudice Davigo risponde con chiarezza condivisibile (e da noi condivisa nella sostanza): “All’inizio i partiti scaricavano i soggetti che venivano via via arrestati, descrivendoli come mariuoli isolati, singole mele marce. E quelli, sentendosi mollati, ci dissero: “Ah sì, mela marcia io? Allora vi racconto il resto del cestino”. E venne giù tutto. Oggi mi pare che i partiti continuino a difendere i propri uomini che finiscono nei guai, o almeno il sistema nel suo complesso. La casta fa ancora quadrato, nessuno viene scaricato”.
Alla domanda sul ruolo dei partiti di oggi risponde con equilibrio fornendo una verità sacrosanta: “Non so, non mi occupo di politica. Ma nel ’92 era entrata in crisi la forma-partito come strumento di aggregazione del consenso. Oggi non sono più i partiti ad aggregare il consenso, ma l’informazione, o meglio la disinformazione a essi sottostante. Nel ’92 giornali e tv raccontavano i fatti, e i fatti superavano i commenti perché parlavano da soli; oggi molto spesso i fatti vengono nascosti, filtrati e manipolati da un sistema mediatico ferreamente controllato. Il commento fuorviante prevale sulla cronaca, relegata in posizioni marginali per consentire ai media di parlar d’altro”.
Quando gli viene chiesto come contrastare i fenomeni illegali, il giudice Davigo risponde cosi: “Dal punto di vista culturale è necessario far riemergere l’idea che si è membri di una comunità e che il benessere di ciascuno dipende da quello della collettività. Qualche tempo fa mi impressionò un sondaggio secondo il quale un rilevante numero di persone riteneva che in futuro le cose sarebbero andate peggio per l’Italia, ma meglio per loro. È un’idea illogica: tranne quei pochi che possono rifarsi una vita all’estero, tutti sono legati alle sorti del Paese in cui vivono.”
A un certo punto per fornire una valutazione sul ruolo che svolgono i magistrati il giudice Davigo ricorre a una metafora della Savana: “Gli organi preposti alla repressione penale, magistrati e forze di polizia, svolgono rispetto alla devianza criminale la funzione che in natura svolgono i predatori. I leoni, sbranando le zebre più lente e malaticce, migliorano la specie delle zebre, perché selezionano gli esemplari più veloci. E i leoni devono diventare a loro volta più veloci per prendere le zebre più scattanti”.
Ritornando alle vicende nostrane ci stavamo appunto chiedendo che fine hanno fatto i “leoni”, così come curiosità civica.

Conversando con alcuni avvocati del foro di Firenze ci dicevano che in questo momento al tribunale di Siena ci sono pochi giudici e tante richieste da smaltire. La famosa carenza di organico che coinvolge diversi tribunali d’Italia. Sembrerebbe che la procura abbia chiuso le inchieste sul buco finanziario e sulle elezioni del rettore, però ci poniamo alcune domande. Sono solo 18 i responsabili di quel mega buco? L’inchiesta è partita nel 2008 , oggi siamo nel 2012 e ancora i processi non sono iniziati: come mai? Poi: la procura ha evidenziato le irregolarità delle elezioni del rettore, quindi come mai i giudici non provvedono con urgenza (come avvenne con Tosi) con un provvedimento d’interdizione dalla carica nei confronti del rettore? Dopo i rallentamenti verificatesi ai tempi del sostituto procuratore Francesca Firrao (http://shamael.noblogs.org/?p=3821), dopo la famosa sentenza del giudice Cavoto (vedi le decisioni della cassazione di Firenze http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/01/30/giudice-condanna-scrittore-pagare-250mila-euro-diffamazione-pensione/187710/) e visti i ritardi nella pubblicazione della sentenza da parte del giudice Gaggelli, se permettete qualche domanda sorge spontanea. Non ci sono accuse o atti denigratori, solo delle legittime domande. Anche perché dopo 4 anni d’inchiesta i rischi sono due: la prescrizione ed eventuali valutazioni dei giudici a non accogliere le richieste di rinvio a giudizio. Ma scusate: non è lo Stato il primo soggetto danneggiato? Come mai questi tempi lunghi? Quando si tratta di rincorrere i blogger che denunciano le malefatte come nel caso di Raffaele Ascheri la magistratura è stata rapida: leggasi la sentenza “profetica” del giudice Cavoto. Poi magari siamo rincorsi anche noi, perché stranamente fa più scalpore un blog che racconta fatti veri che un dissesto di oltre 200 milioni di euro, o un bar affidato senza regolare gara di appalto o di un rettore che agisce fuori dalla regole. Lo Stato pretende il rispetto della legalità da parte dei cittadini, e poi quando i cittadini invocano la legalità è lo Stato che o traccheggia o con i tempi lunghi di fatto permette le azioni delle varie cricche. Noi non siamo giustizialisti e neanche ostili alla magistratura: chiediamo solo il funzionamento dei poteri dello Stato contro le cricche. Se qualcuno pensa che siamo offensivi o abbiamo descritto una realtà che non esiste è pregato di dire pubblicamente che siamo nel torto. Noi non parliamo mai a caso e i fatti purtroppo ci danno maledettamente ragione.
P.S. Tanto per restare in argomento, ci preme sottolineare che chi dovesse sentirsi infastidito per via delle notizie sui blog nei confronti delle cricche, chi non dovesse condividere le indagini nei confronti dei responsabili del buco dell’ateneo o di altre inchieste, ha sempre la possibilità di informarsi con l’organo d’informazione tanto caro al capo dei comunicatori della Rocca e alla nomenclatura dei baroni universitari: ovvero il giornale del Bisi, quel giornale che ha così tanto sponsorizzato Riccaboni e Fabbro e fino all’ultimo ha tentato di far passare il messaggio che le elezioni del rettore erano regolari e infatti in molti si ricordano la famosa intervista al prof. Gaeta (indagato) sul giornale dello stesso Bisi che affermava con decisione “le elezioni sono regolari”. Il Bisi oggi presenta querele contro Fratello Illuminato, supportato sempre dal capo dei comunicatori della Rocca, ma forse al Bisi sfugge una cosa: ora iniziamo anche noi a presentare delle circostanziate denuncie e non per le bischerate che vengono scritte o per le presunte diffamazioni. E’ ora di finirla con questa arroganza pensando di sentirsi i capi della città. Datevi una calmata cari comunicatori del groviglio.
Febbraio 15th, 2012 — Note redazionali
Il Sole, nel suo moto annuo lungo l’eclittica, al momento dell’equinozio di primavera (verso il 22 marzo) viene a trovarsi esattamente sull’equatore celeste nel punto gamma. Se l’Equinozio d’autunno segna l’inizio della metà oscura dell’anno, quello di primavera l’esatto opposto: è l’inizio della metà luminosa, quando le ore di luce superano le ore di buio. Ci sarà vera “luce” anche nella primavera che viene? Ma questo è il ciclo naturale delle stagioni e la clessidra del tempo non è modificabile da noi umani. Un altro ciclo da oggi principia: la “clessidra” sul rapporto tra Fondazione e Banca MPS è stata capovolta. Prende il via la famosa discontinuità: non quella politica (solo professata!!!), ma quella del mercato azionario. La Fondazione si avvicina “all’equinox” di primavera con la prospettiva di non avere più la maggioranza delle azioni della banca MPS e in tal caso la discontinuità non è fraseologica, ma numerica. E il ciclo poteva essere modificato dagli umani. Non è stato così, si sono cullati dentro le garanzie del “groviglio armonioso” e oggi la discesa “sempre negata”, fin dalla campagna elettorale per l’elezione del sindaco, con quel “mai e poi mai sotto il 50%!!!” si sta concretizzando. Quel “mai e poi mai” pesa come un macigno di responsabilità su coloro che, pur sapendo di aver operato e sostenuto scelte a volte sbagliate altre incomprensibili, perseverando sulle spalle della comunità, non hanno ottemperato alla discesa della Fondazione nel tempo utile: quando la Fondazione e la banca erano in salute. Oggi la discesa è imposta dalle condizioni economiche della stessa Fondazione e dall’ottusità di coloro che all’alba del nuovo giorno si considerano sempre dei fini economisti. Ma il groviglio deve resistere!!! E infatti il coordinatore in pectore del groviglio, il giornalista a volte d’inchiesta a volte economico Stefano Bisi, di fronte a questo nuovo scenario per la Fondazione e per la città nel suo insieme, ritorna con “la carica dei 101” e non contento delle polemiche di questi ultimi giorni insiste nel voler dettare le linee del dibattito sui futuri assetti della fondazione e della banca. Oggi il fine giornalista economico propone addirittura il ritorno all’antico (ma in questi anni lui non era il cantore di tutte le decisioni) in maniera esplicita: “Perchè non tornare all’antico, quando il Monte dei Paschi era contemporaneamente banca e fondazione e veniva amministrato da otto deputati?”. Visto che c’era poteva anche illustrare il piano sul come organizzare gli uffici stampa e della comunicazione di fondazione e banca e proporre il Corriere di Siena come uno dei soggetti nominanti della Fondazione. Alla fine della fiera sono solo polemiche di Fratello Illuminato e sono solo coincidenze il fatto che nell’area comunicazione della banca si ritrovano colleghi di lavoro ben due collaboratori del corriere di Siena . Sono solo polemiche e basta con questa comunicazione cittadina sempre in mano agli altri: è giunto il momento di dare spazio al Corriere di Siena e ai collaboratori del Bisi, fino ad oggi sono stati esclusi dalla comunicazione della città e dai rapporti di collaborazione con le istituzioni. Siamo noi a lanciare una proposta: vogliamo Stefano Bisi come nuovo responsabile dell’area comunicazione della banca MPS e fine del chiasso.
In attesa di comprendere l’evolversi del’”equinox” primaverile ci sembra giusto ricordare le parole di elogio per l’acquisto della banca Antonveneta pronunciate sulle pagine del giornale del Bisi dal fine economista Alberto Brandani.
Correva il 3 febbraio 2008 e dalle colonne economiche del giornale bisiano il fine economista Brandani parlando dell’operazione Antonveneta affermava: “Strategia ok, il gruppo sa i vantaggi e gli oneri. Il mercato premierà”.
Con queste vecchie previsioni esaltanti, dopo una toccatina, attendiamo l’equinox di primavera. Mai e poi mai sotto il 50%: il mercato premierà.
Febbraio 15th, 2012 — Note redazionali
Mettiamoci in ginocchio c’è la benedizione di Roberto Barzanti, l’enzima del potere. Dalle colonne regionali del Corriere della Sera ci dice che va tutto bene. Scelta dolorosa ma giusta, che sblocca la situazione senese per farla diventare una città “normale”. Si legge fra le righe. Non so quale film abbia visto ultimamente l’estensore dell’articolo in oggetto. In una città normale i responsabili di attività finanziarie di questa natura avrebbero un’altra caratura professionale. Le università sarebbero motore dello sviluppo e assicurerebbero una parte del personale necessario alle sfide della contemporaneità. Per Barzanti è normale anche la situazione nella quale si trova l’Università senese, quindi c’è poco da sperare. Viceversa le vicende senesi sono patologiche. Perché in tutti questi anni nessuno ha voluto dire la verità, lo stato reale della situazione. Si sono raccontate mezze verità, è prevalsa la logica di partito quella che dà incarichi e che fa partecipare ai convegni, quella delle prefazioni. Perché la scelta di scendere sotto il 50% non é avvenuta liberamente in un momento opportuno, come poteva essere il 2006/2007 e non sotto il peso obbligante dei debiti. Se fosse stata fatta all’epoca la Fondazione non solo avrebbe diversificato le sue partecipazioni, ma sarebbe diventata una delle principali a livello mondiale. La famosa “temperanza”, il momento giusto, quella dell’affresco del buon governo, virtù dimenticata dai nostri amministratori. Non solo si è concentrato tutto l’attivo in una unica partecipata, la banca Monte dei Paschi, trasformando le obbligazioni in azioni nel momento in cui era già scoppiata la bolla speculativa americana: il peggio del peggio! Tutto questo per comprare una banca dal costo superiore a dieci miliardi di euro avendo una liquidità disponibile di solo 236 milioni di euro come recitano i documenti ufficiali. La famosa Antonveneta la banca gemella del Monte! Così aveva dichiarato il sindaco Ceccuzzi che in fatto di consensi per l’operazione di acquisto non è rimasto isolato. Voglio ricordare solo lo “splendido” articolo del Brandani per il Corriere di Siena dal titolo: strategia ok, il gruppo sa i vantaggi e gli oneri. Il mercato premierà. Capito! La discesa del 15% é solo l’antipasto perchè rimangono ancora circa seicento milioni da rimborsare in diciotto mesi e a tassi di interesse altissimi. Con quali entrate la Fondazione potrà farci affidamento a oggi è difficile saperlo. La banca con molta probabilità chiuderà in perdita e se dovesse iniziare a fare utili nel 2012 l’ammontare del 33% a vantaggio della Fondazione sarebbe ben poca cosa. Devo ricordare che il secondo aumento di capitale quello del 2011 sarebbe dovuto servire a rimborsare i Tremonti Bond, rimborso non fatto e che pesa come una spada di Damocle sulla gestione futura della Banca. Se poi dovessimo prendere in considerazione l’ipotesi di non fare l’aumento di capitale, cosa di cui in molti dubitano, proprio per come la banca ha prosciugato i soldi destinati al rimborso dei titoli dello Stato allora dovremo assistere a un taglio straordinario di attivi. Probabilmente a partire proprio dall’Antonveneta. Tutto questo a prescindere da EBA; se poi dovesse arrivare anche quest’ultima, addio sogni di gloria! La situazione sopra descritta per Barzanti non esiste, come dire, non fa parte del contesto. Non solo con il suo articolo lascia che tutti quelli che hanno portato a questa situazione continuino a lavorare e a decidere. Barzanti gli dà la mano di coppale spostando il tutto sulla discesa del 50% che a questo punto è un falso problema. C’é un rischio vero esistenziale per la Fondazione e l’articolista si diverte su questioni di principio. Perché non si domanda cosa ci sia dietro i fondi interessati all’acquisto del pacchetto azionario messo in vendita dalla Fondazione? Vada a vedere i soci di Equinox e probabilmente qualche verità la potrebbe scoprire. Forse anche che il futuro della Banca è già segnato e ciò è a conoscenza soltanto di pochi. Se così fosse, cosa cui in molti credono, ci aspettiamo un’altro articolo di consenso da parte dell’ex parlamentare europeo. Ma forse, tutto questo lavoro, è troppo faticoso così come saper leggere i numeri, gli articoli generali, generici sono più semplici e aiutano chi di dovere. Meglio! Ripensandoci, sono il peggior servizio che si può fare al potere e ai cittadini.
Febbraio 14th, 2012 — Note redazionali
Una pessima pagina dell’istruzione pubblica in Italia si sta aprendo attraverso gli accordi tra il ministro Francesco Profumo e lo sponsor delle scuole private Roberto Formigoni. Dove non ha osato la falsa testimone Gelmini arriva oggi il protettore delle cricche ministeriali Francesco Profumo. La denuncia delle operazioni in corso viene lanciata dalla pagine del Fatto Quotidiano: “Profumo apre all’autonomia scolastica di Formigoni.”
Sono diversi giorni che il gruppo editoriale Fratello Illuminato, il Fatto Quotidiano e il gruppo Rcs (Corriere della Sera) hanno acceso i riflettori sulla gestione Profumo del ministero e il quadro che si sta delineando è pessimo: peggiore del periodo della Gelmini (incredibile, no?). Ribadiamo quanto già richiesto dal Maestro James: cosa aspetta il presidente Monti a mandare via il ministro Profumo? Oppure sono tutti concordi: Monti, Profumo, il PD e il PDL? Che cosa fa il PD sostiene la privatizzazione delle scuole modello Formigoni? Ribadiamo un altro concetto: urge una maxi inchiesta della magistratura nei confronti dei funzionari del MIUR legati alle cricche delle varie università, in primo luogo la cricca riccaboniana. E infatti tra i politici che stanno sponsorizzando l’accordo tra Profumo e Formigoni chi troviamo? La famosa Valentina Aprea, ex sottosegretario della Gelmini e grande amica e sponsor dell’ex capo dei revisori dei conti dell’ateneo senese Enzo Martinelli. L’indagato Martinelli chiese proprio aiuto all’Aprea quando (giustamente) avevano chiesto di mandarlo via dal collegio dei revisori dei conti. E’ sempre la solita cricca: da Tosi a Riccaboni con la presenza storica di Luigi Berlinguer.
Il ministro del PD Francesco Profumo che si accorda con l’esponente del PDL Roberto Formigoni. Sarebbe questa la svolta del governo tecnico? Ecco perché qualche partito comincia a perdere consensi anche nelle ultime primarie come quelle di Genova.

P.S. Ci risulta che la condannata Ines Fabbro sia andata nei vari uffici dell’università di Siena per dire ai dipendenti “di stare attenti alle fughe di notizie, basta con i blog etc etc., altrimenti qualcuno potrebbe fare la fine della ballerina della Scala (quella che è stata licenziata). Ma si scherza? A parte che l’università non è la casa privata di questa Fabbro (ci risentiamo tra 6 giorni!!) ma come si permette ad affermare queste cose? Urge una smentita se la notizia non corrisponde al vero, anche se a noi risulta di sì.
Febbraio 14th, 2012 — Note redazionali
Siamo in possesso di un documento che conferma quanto andiamo dicendo da mesi: Riccaboni e Fabbro agiscono fuori dalla legalità e nell’interesse esclusivo della loro cricca. Tramite i potenti mezzi del web (posta elettronica) qualche cittadino onesto e desideroso di veder trionfare il BENE COMUNE dentro l’Ateneo senese ci ha inviato un documento che appena renderemo pubblico arriveranno persino i marines per invitare Riccaboni e Fabbro alle dimissioni. Attenzione: il documento non è materiale secretato o sotto la giurisdizione della magistratura; è un documento reperibile con tutti i crismi della legalità. Però senza l’interessamento di questo cittadino onesto nessuno sarebbe stato in grado di conoscerlo. Ci stupiamo (ma non troppo) dell’arroganza con la quale i due post-dissestatori Riccaboni e Fabbro hanno pensato bene di gestire certi passaggi delicati e fondamentali nei rapporti dentro l’Ateneo. Quanto contenuto nel documento è di una gravità giuridica tale da imporre l’invio immediato delle forze dell’ordine negli uffici del rettore e del direttore amministrativo. Riccaboni e Fabbro sono ai loro posti nell’interesse esclusivo della cricca di riferimento; noi siamo qui nell’interesse esclusivo del BENE COMUNE. E responsabilmente invitiamo Riccaboni e Fabbro a rassegnare le dimissioni entro e non oltre 7 giorni dalla pubblicazione di questo nostro avviso pubblico. Quindi hanno tutto il tempo di dimettersi e sgombrare i rispettivi uffici: 7 giorni sono sufficienti. Non sappiamo se il cittadino onesto ha inviato il medesimo documento anche all’autorità giudiziaria; nel caso non fosse stato inviato il documento potrà essere reperibile sul nostro blog tra 7 giorni esatti. 7 giorni a partire da oggi.
P.S Il tritacarte in questo caso è ovviamente inutile!!!