Riceviamo e pubblichiamo. “Ite missa est”

Mettiamoci in ginocchio c’è la benedizione di Roberto Barzanti, l’enzima del potere. Dalle colonne regionali del Corriere della Sera ci dice che va tutto bene. Scelta dolorosa ma giusta, che sblocca la situazione senese per farla diventare una città “normale”. Si legge fra le righe. Non so quale film abbia visto ultimamente l’estensore dell’articolo in oggetto. In una città normale i responsabili di attività  finanziarie di questa natura avrebbero un’altra caratura professionale. Le università sarebbero motore dello sviluppo e assicurerebbero una parte del personale necessario alle sfide della contemporaneità. Per Barzanti è normale anche la situazione nella quale si trova l’Università senese, quindi c’è poco da sperare. Viceversa le vicende senesi sono patologiche. Perché in tutti questi anni nessuno ha voluto dire la verità, lo stato reale della situazione. Si sono raccontate mezze verità, è prevalsa la logica di partito quella che dà incarichi e che fa partecipare ai convegni, quella delle prefazioni. Perché la scelta di scendere sotto il 50% non é avvenuta liberamente in un momento opportuno, come poteva essere il 2006/2007 e non sotto il peso obbligante dei debiti. Se fosse stata fatta all’epoca la Fondazione non solo avrebbe diversificato le sue partecipazioni, ma sarebbe diventata una delle principali a livello mondiale. La famosa “temperanza”, il momento giusto, quella dell’affresco del buon governo, virtù dimenticata dai nostri amministratori. Non solo si è concentrato tutto l’attivo in una unica partecipata, la banca Monte dei Paschi, trasformando le obbligazioni in azioni nel momento in cui era già scoppiata la bolla speculativa americana: il peggio del peggio! Tutto questo per comprare una banca dal costo superiore a dieci miliardi di euro avendo una liquidità disponibile di solo 236 milioni di euro come recitano i documenti ufficiali. La famosa Antonveneta la banca gemella del Monte! Così aveva dichiarato il sindaco Ceccuzzi che in fatto di consensi per l’operazione di acquisto non è rimasto isolato. Voglio ricordare solo lo “splendido” articolo del Brandani per il Corriere di Siena dal titolo: strategia ok, il gruppo sa i vantaggi e gli oneri. Il mercato premierà. Capito! La discesa del 15% é solo l’antipasto perchè rimangono ancora circa seicento milioni da rimborsare in diciotto mesi e a tassi di interesse altissimi. Con quali entrate la Fondazione potrà farci affidamento a oggi è difficile saperlo. La banca con molta probabilità chiuderà in perdita e se dovesse iniziare a fare utili nel 2012 l’ammontare del 33% a vantaggio della Fondazione sarebbe ben poca cosa. Devo ricordare che il secondo aumento di capitale quello del 2011 sarebbe dovuto servire a rimborsare i Tremonti Bond, rimborso non fatto e che pesa come una spada di Damocle sulla gestione futura della Banca. Se poi dovessimo prendere in considerazione l’ipotesi di non fare l’aumento di capitale, cosa di cui in molti dubitano, proprio per come la banca ha prosciugato i soldi destinati al rimborso dei titoli dello Stato allora dovremo assistere a un taglio straordinario di attivi. Probabilmente a partire proprio dall’Antonveneta. Tutto questo a prescindere da EBA; se poi dovesse arrivare anche quest’ultima, addio sogni di gloria! La situazione sopra descritta per Barzanti non esiste, come dire, non fa parte del contesto. Non solo con il suo articolo lascia che tutti quelli che hanno portato a questa situazione continuino a lavorare e a decidere. Barzanti gli dà la mano di coppale spostando il tutto sulla discesa del 50% che a questo punto è un falso problema. C’é un rischio vero esistenziale per la Fondazione e l’articolista si diverte su questioni di principio. Perché non si domanda cosa ci sia dietro i fondi interessati all’acquisto del pacchetto azionario messo in vendita dalla Fondazione? Vada a vedere i soci di Equinox e probabilmente qualche verità la potrebbe scoprire. Forse anche che il futuro della Banca è già segnato e ciò è a conoscenza soltanto di pochi. Se così fosse, cosa cui in molti credono, ci aspettiamo un’altro articolo di consenso da parte dell’ex parlamentare europeo. Ma forse, tutto questo lavoro, è troppo faticoso così come saper leggere i numeri, gli articoli generali, generici sono più semplici e aiutano chi di dovere. Meglio! Ripensandoci, sono il peggior servizio che si può fare al potere e ai cittadini.

1 comment so far ↓

#1 Bastardo Senza Gloria on 02.15.12 at 11:34

Buongiorno. Paradossalmente l’amministrazione di una città come Siena, per le propie caratteristiche, è da considerarsi “facile”.
Mi spiego meglio. C’erano tre organismi da preservare come “le cose sante” sui quali si basava il tessuto economico, politico e sociale. Ovviamente mi riferisco al Monte dei Paschi, alla Università di Siena, all’ospedale.
Non c’è di fatto quella dispersione che porta spesso a fare tante cose e male, ma con la dovuta capacità tutto poteva essere salvaguardato. La fine che hanno fatto i tre organismi sopracitati lo lascio al giudizio di tutti…..
Cari amministratori non solo siete stati ingordi ma anche incapaci, in una maniera quasi disarmante, il primo nemico che Siena ha non viene da fuori, come spesso tentate di darla a bere al popolo bue, ma siete voi, che senza un minimo di umiltà ma sempre con tanta arroganza state in silenzio e negate l’evidenza.
Il re è nudo.
Un abbraccio.