Le riflessioni del Giudice di Cassazione Piercamillo Davigo e quelle inchieste sull’università di Siena ancora senza processi. E’ solo un problema dovuto alla carenza di organico?

In questi ultimi mesi siamo rimasti colpiti da alcune riflessioni serie e ragionevoli fatte pubblicamente dal giudice di Cassazione Piercamillo Davigo. Proprio lui: uno dei componenti del pool di Mani Pulite. Non siamo qui a ripercorrere la storia di mani pulite, anche perché la questione è complessa e la lettura dei fatti andrebbe approfondita con piu’ lucidità rispetto alla foga di quel periodo.

Alla domanda sulle differenze tra ieri e oggi il giudice Davigo risponde con chiarezza condivisibile (e da noi condivisa nella sostanza): “All’inizio i partiti scaricavano i soggetti che venivano via via arrestati, descrivendoli come mariuoli isolati, singole mele marce. E quelli, sentendosi mollati, ci dissero: “Ah sì, mela marcia io? Allora vi racconto il resto del cestino”. E venne giù tutto. Oggi mi pare che i partiti continuino a difendere i propri uomini che finiscono nei guai, o almeno il sistema nel suo complesso. La casta fa ancora quadrato, nessuno viene scaricato”.

Alla domanda sul ruolo dei partiti di oggi risponde con equilibrio fornendo una verità sacrosanta: “Non so, non mi occupo di politica. Ma nel ’92 era entrata in crisi la forma-partito come strumento di aggregazione del consenso. Oggi non sono più i partiti ad aggregare il consenso, ma l’informazione, o meglio la disinformazione a essi sottostante. Nel ’92 giornali e tv raccontavano i fatti, e i fatti superavano i commenti perché parlavano da soli; oggi molto spesso i fatti vengono nascosti, filtrati e manipolati da un sistema mediatico ferreamente controllato. Il commento fuorviante prevale sulla cronaca, relegata in posizioni marginali per consentire ai media di parlar d’altro”.

Quando gli viene chiesto come contrastare i fenomeni illegali, il giudice Davigo risponde cosi: “Dal punto di vista culturale è necessario far riemergere l’idea che si è membri di una comunità e che il benessere di ciascuno dipende da quello della collettività. Qualche tempo fa mi impressionò un sondaggio secondo il quale un rilevante numero di persone riteneva che in futuro le cose sarebbero andate peggio per l’Italia, ma meglio per loro. È un’idea illogica: tranne quei pochi che possono rifarsi una vita all’estero, tutti sono legati alle sorti del Paese in cui vivono.”

A un certo punto per fornire una valutazione sul ruolo che svolgono i magistrati il giudice Davigo ricorre a una metafora della Savana: “Gli organi preposti alla repressione penale, magistrati e forze di polizia, svolgono rispetto alla devianza criminale la funzione che in natura svolgono i predatori. I leoni, sbranando le zebre più lente e malaticce, migliorano la specie delle zebre, perché selezionano gli esemplari più veloci. E i leoni devono diventare a loro volta più veloci per prendere le zebre più scattanti”.

Ritornando alle vicende nostrane ci stavamo appunto chiedendo che fine hanno fatto i “leoni”, così come curiosità civica.


Conversando con alcuni avvocati del foro di Firenze ci dicevano che in questo momento al tribunale di Siena ci sono pochi giudici e tante richieste da smaltire. La famosa carenza di organico che coinvolge diversi tribunali d’Italia. Sembrerebbe che la procura abbia chiuso le inchieste sul  buco finanziario e sulle elezioni del rettore, però ci poniamo alcune domande. Sono solo 18 i responsabili di quel mega buco? L’inchiesta è partita nel 2008 , oggi siamo nel 2012 e ancora i processi non sono iniziati: come mai? Poi: la procura ha evidenziato le irregolarità delle elezioni del rettore, quindi come mai i giudici non provvedono con urgenza (come avvenne con Tosi) con un provvedimento d’interdizione dalla carica nei confronti del rettore? Dopo i rallentamenti verificatesi ai tempi del sostituto procuratore Francesca Firrao (http://shamael.noblogs.org/?p=3821), dopo la famosa sentenza del giudice Cavoto (vedi le decisioni della cassazione di Firenze http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/01/30/giudice-condanna-scrittore-pagare-250mila-euro-diffamazione-pensione/187710/) e visti i ritardi nella pubblicazione della sentenza da parte del giudice Gaggelli, se permettete qualche domanda sorge spontanea. Non ci sono accuse o atti denigratori, solo delle legittime domande. Anche perché dopo 4 anni d’inchiesta i rischi sono due: la prescrizione ed eventuali valutazioni dei giudici a non accogliere le richieste di rinvio a giudizio. Ma scusate: non è lo Stato il primo soggetto danneggiato? Come mai questi tempi lunghi? Quando si tratta di rincorrere i blogger che denunciano le malefatte come nel caso di Raffaele Ascheri la magistratura è stata rapida: leggasi la sentenza “profetica” del giudice Cavoto. Poi magari siamo rincorsi anche noi, perché stranamente fa più scalpore un blog che racconta fatti veri che un dissesto di oltre 200 milioni di euro, o un bar affidato senza regolare gara di appalto o di un rettore che agisce fuori dalla regole. Lo Stato pretende il rispetto della legalità da parte dei cittadini, e poi quando i cittadini invocano la legalità è lo Stato che o traccheggia o con i tempi lunghi di fatto permette le azioni delle varie cricche. Noi non siamo giustizialisti e neanche ostili alla magistratura: chiediamo solo il funzionamento dei poteri dello Stato contro le cricche. Se qualcuno pensa che siamo offensivi o abbiamo descritto una realtà che non esiste è pregato di dire pubblicamente che siamo nel torto. Noi non parliamo mai a caso e i fatti purtroppo ci danno maledettamente ragione.

P.S. Tanto per restare in argomento, ci preme sottolineare che chi dovesse sentirsi infastidito per via delle notizie sui blog nei confronti delle cricche, chi non dovesse condividere le indagini nei confronti dei responsabili del buco dell’ateneo o di altre inchieste, ha sempre la possibilità di informarsi con l’organo d’informazione tanto caro al capo dei comunicatori della Rocca e alla nomenclatura dei baroni universitari: ovvero il giornale del Bisi, quel giornale che ha così tanto sponsorizzato Riccaboni e Fabbro e fino all’ultimo ha tentato di far passare il messaggio che le elezioni del rettore erano regolari e infatti in molti si ricordano la famosa intervista al prof. Gaeta (indagato) sul giornale dello stesso Bisi che affermava con decisione “le elezioni sono regolari”. Il Bisi oggi presenta querele contro Fratello Illuminato, supportato sempre dal capo dei comunicatori della Rocca, ma forse al Bisi sfugge una cosa: ora iniziamo anche noi a presentare delle circostanziate denuncie e non per le bischerate che vengono scritte o per le presunte diffamazioni. E’ ora di finirla con questa arroganza pensando di sentirsi i capi della città. Datevi una calmata cari comunicatori del groviglio.