Entries from Ottobre 2011 ↓
Ottobre 17th, 2011 — Note redazionali
La redazione di Fratello Illuminato riconosce le ragioni di alcuni lettori (non tutte condivisibili) e sopratutto l’inopportunità della sede. Per questo motivo abbiamo deciso di autocensurarci, ma al contempo di non censurare tutti i commenti. Ad majora.
Viva la libertà di espressione!
Ottobre 17th, 2011 — Note redazionali
La vicenda della società pubblica “Etruria Innovazione” non deve passare sotto silenzio e contemporaneamente oltre alle valutazioni di merito, altre valutazioni di carattere generale si rendono necessarie.
La prima fra tutte: gli enti locali e i partiti nella gestione delle risorse pubbliche dovrebbero prendere esempio dai richiami vaticani e iniziare ad usare il preservativo. Basta con lo spreco di danaro pubblico e basta con il proliferare di società, enti e strutture ad uso e consumo dei dirigenti di partito. Fra tutti non volevano razionalizzare le spese e riorganizzare gli enti e i sottoenti? Le occasioni e le motivazioni per farlo non mancano: quello che manca è solo la volontà e l’onestà intellettuale nel prendere atto degli errori e delle scelte clientelari fin qui operate.
“Etruria Innovazione” è una società pubblica con sede presso il rettorato dell’Università di Siena e infatti tra gli inventori di questa società nel 1997 c’era il capo dei dissestatori Piero Tosi. I soci della società come avevamo scritto sono Comune, Provincia e Camera di commercio delle tre provincie di Siena, Arezzo e Grosseto oltre all’università di Siena.
Oggi apprendiamo che i soci (gli enti locali) hanno deciso di mettere in liquidazione la società che tradotto significa: la società ha delle perdite rilevanti e gli enti non possono ricapitalizzarla, quindi meglio liquidarla. Ci chiediamo: dove sono i bilanci di questa società dal 1998 ad oggi? Come sono state utilizzate le risorse pubbliche in carico alla società? Quali sono stati i controlli da parte dei soci (ovvero gli enti pubblici) nella gestione della società? Come sono state fatte le assunzioni dei dipendenti della società? Di cosa si doveva occupare e di cosa si è occupata la società?
Stiamo parlando di soldi pubblici e quindi non occultate la vicenda e le responsabilità gestionali e politiche che hanno condotto la società Etruria Innovazione alla liquidazione. A tal proposito (vista l’assenza di dichiarazioni del presidente della provincia di Siena Simone Bezzini in merito ad Etruria) riteniamo utile citare le dichiarazioni della giunta provinciale di Grosseto. L’assessore grossetano Federico Balocchi ricorda che Grosseto aveva “deciso di uscire dalla società già nel 2009” e poi aggiunge che il “debito previsto al dicembre 2011 era di 361.000 euro” e conclude dicendo che “gli enti non possono ripianare i debiti delle socità”.
Ci preme ricordare che alla presidenza della società Etruria Innovazione c’era anche il professore universitario di Siena, il tosiano Mauro Cresti. Per la cronaca il padre della portavoce del presidente della provincia di Siena,Lisa Cresti(titolare della Robespierre Sas). A questo punto una bella verifica da parte di Bezzini sull’operato della società dal 1998 ad oggi è urgente e magari un bel comunicato o una voce portata sarebbero graditi dai cittadini che pagano le tasse.
Alla fine della fiera i tosiani e quel nanismo gestionale universitario lo ritroviamo anche in questo caso e a riprova scopriamo che tra le ultime iniziative della società Etruria Innovazione c’è stata questa

Ottobre 16th, 2011 — Note redazionali
Noi siamo sempre in trepida attesa per leggere gli aggiornamenti della bacheca facebook di Simone Bezzini. Ma non perché siamo pettegoli o spioni: i post di Bezzini sono illuminanti anche per questo blog Illuminato.
L’ultimo post pubblicato da Bezzini il 16 ottobre 2011 è illuminante in merito al processo di scontro in atto tra Bezzini contro Bezzini.
Scrive Bezzini(testualmente): “Siamo vicini a un punto di rottura. Crisi della politica e crisi economica sono due faccie della stessa medaglia. E’ il momento di volarre alto, di mettere in campo nuovi orizzonti, di riprendere in mano il nostro destino. Basta tatticismi, basta operazioni di immagine, basta schermaglie”.
Mettiamo da parte per ora la discussione sul “punto di rottura”: anche se ci siamo già rotti, e non solo noi, di chiacchere al vento e di ipocrite esternazioni difformi dai fatti. La prima domanda che ci poniamo e giriamo al Bezzini è questa: ma a chi sono rivolte queste critiche e questi auspici? Fino a prova contraria alla guida della presidenza della provincia ci sei te Bezzini e non il professore Paco (laureato a Oxford). Noi comunque siamo moderati e diplomatici nei nostri interventi e in questa occasione sgombriamo qualsiasi ombra ipocrita e maliziosa sulle domande che di seguito giriamo al postatore Bezzini. Prendiamo per buone le parole che hai scritto su facebook e quindi ti chiediamo:
1) E’ coerente con il tuo post il fatto che la giunta provinciale da te guidata ha stanziato soldi pubblici per coprire le spese degli indagati da parte della magistratura che come minimo il primo danno gli stessi indagati (almeno di immagine) lo hanno creato all’ente che amministri?
2) Come mai non chiarisci la posizione della tua portavoce nonché titolare della società Rosbespierre Sas che di fatto gestisce quasi tutti gli uffici stampa dei comuni della provincia compresa l’amministrazione provinciale?
3) Come mai caro Bezzini il tuo compagno di partito Alessandro Piazzi ricopre 4 incarichi remunerati e non vi siete posti il problema di levargliene almeno tre?
4) Come mai caro Bezzini con tante ditte e professionisti validi nel settore tipografico, grafico e dell’editoria, presenti nella nostra provincia, guarda caso quasi sempre gli incarichi sono destinati al sig. Maurizio Boldrini e ditte a lui vicine?
5) Come mai Bezzini non ti sei legato come gesto di protesta a un colonnino di piazza quando il rettore sub judice Riccaboni e la condannata dalla corte dei conti Ines Fabbro hanno tolto soldi dallo stipendo di centinaia di lavoratori incolpevoli?
6) Come mai Bezzini non ti poni “il come mai” la gente incomincia ad incazzarsi con tutta la classe politica nessuno escluso? Forse perché anche con il tuo modo di operare ti sei posizionato dentro quella classe politica autoreferenziale e a difesa dei privilegi di pochi?
7) Ci stavamo dimenticando. Ma quella storia dell’incarico alla Silvia Viviani quando ce la spiegate?
Volare alto Bezzini, volare altissimo. Qui però volate sempre più bassi e le chiacchere stanno a zero, così come a zero rischiano di finire certi redditi e stipendi di tanta gente non privilegiata e che non prende le sbornie e poi sbirilla le auto parcheggiate. Attendiamo i fatti e il prossimo post. Buon lavoro Bezzini.
Ottobre 16th, 2011 — Note redazionali
Quando il giornalista europeo Stefano è sceso in pista, impegnandosi in prima persona come fosse una sua battaglia personale, per lanciare l’idea di competere per la capitale della cultura europea 2019 in molti nicchiavano e altri non capivano. Ceccuzzi in quel frangente non era ancora sindaco di Siena. Il Bisi sempre in quel frangente mobilitò le truppe cammellate per affrontare l’impresa: il Corriere di Siena, Siena News e il professore tosiano e allora assessore alla cultura Marcello Flores. Si narra infatti, che le altre città appena saputa la notizia della mobilitazione bisiana, con lo schieramento di giornali online di peso come Siena News e di professori del calibro di Marcello Flores, si siano letteralmente cagati sotto e abbiano avvertito stati di agitazione e di ansia per il risultato da raggiungere. E in alcune città si sono posti questa domanda: ma il sindaco di Siena nel contempo svolge anche il ruolo di caporedattore del Corriere di Siena? A questa domanda risponderemo nel 2019.
Da quel frangente a oggi, pur volendo essere faziosi e filobisi, non siamo riusciti a trovare un progetto o iniziativa tale da ipotizzare un cenno di competizione per la candidatura a capitale europea 2019 della città di Siena. Le uniche performance riscontrabili del professorone Marcello Flores non riguardano né il suo ruolo di assessore comunale e neanche quello di presidente del comitato per Siena capitale europea 2019. Di lui si trova solo un articolo fazioso pubblicato sul corriere di Siena (dove altrimenti!!??) con il quale sponsorizzava da bravo tosiano la nomina a rettore di Angelo Riccaboni. Tra scienziati bisogna solidarizzare!!!
Arrivati ai giorni nostri il sindaco Ceccuzzi rendendosi conto che le truppe bisiane non avevano fatto praticamente niente, decide di mettere sul piatto la carta vincente. Convoca una conferenza stampa insieme all’esperta di arte contemporanea nonché assessore alla cultura Lucia Cresti e annuncia la svolta che mette nuovamente in agitazione il continente europeo. Naturalmente il Corriere di Siena e Siena News (non abbiamo compreso la differenza tra le due testate!!) in contemporanea alla conferenza stampa del sindaco scrivono sulle rispettive pagine “noi siamo stati tra i primi ad aver creduto alla candidatura di Siena”. Dopo questo atto di fede un premio come migliori credenti lo meritano, indubbiamente.
Molti si aspettavano la nomina di Maurizio Boldrini a direttore di candidatura per la capitale europea 2019, ma l’ipotesi è subito tramontata perché il Boldrini è impegnato con quella storia dei libri non autorizzati in onore di Luigi Berlinguer. Poi Andy Warhol per ovvi motivi di dipartita non era disponibile. Non rimaneva che cercare un mega esperto che le altre città candidate non avevano contattato perché troppo esperto e troppo altisonante per delle piccole cittadine perdenti in partenza. Quindi ecco la svolta: il mega esperto è stato nominato direttore di candidatura dalla giunta comunale di Siena. Dalla conferenza stampa ecco giungere l’annuncio: il direttore di candidatura è (rullo di tamburi ) Pierluigi Sacco. Chi? Come? Pierluigi Sacco!! Boh, chi sarà mai. Nessuno aveva mai sentito parlare di questo mega esperto. E altri ancora si sono chiesti: vogliamo candidarci come capitale della cultura è non riusciamo a trovare in città o zone limitrofe o in Toscana un personaggio adatto al ruolo? E altri ancora: ma più che costituire comitati + comitati+ direttori+ unità speciali, non conveniva mobilitare le nostre diplomazie per creare alleanze e sinergie e quindi fare attività di lobbing (nel senso positivo del termine) per puntare alla candidatura? C’era bisogno di cercare un signor Sacco o un messer Tizio? E di certo il Sacco non è a costo zero: ecco a proposito quanto ci costa il mega esperto Pierluigi Sacco?
Ma chi è questo Sacco? Vogliamo dirlo ai nostri lettori e nel contempo spiegare che anche in questa storia ci sono quei famosi fili rossi e delle strane coincidenze? Diciamolo.
Pierluigi Sacco è “professore ordinario di Economia della Cultura, Università IULM di Milano. Insegna Pensiero Economico all’Università San Raffaele di Milano e Industrie Creative all’Università della Svizzera Italiana di Lugano”. Che cosa sono l’Università IULM e l’Università San Raffaele? L’università IULM (università privata) è ben conosciuta da almeno due persone qui a Siena: Maurizio Boldrini e Lisa Cresti, portavoce di Bezzini e titolare della società Robespierre. Boldrini parla dello IULM in alcuni suoi libri e interventi e inoltre il nostro amato genio aveva partecipato insieme a un professore dello IULM (tal Stefano Rolando) al famoso libro curato dal “genio minore” di Via Roma 56, Alessandro Lovari. Mentre la portavoce del Bezzini è stata una studentessa dello IULM. A volte le coincidenze e i fili rossi sono sempre più di uno e mai meno di due. Inoltre l’università IULM gode di una piena collaborazione con Mediaset (http://www.iulm.it/wps/wcm/connect/iulmit/iulm-it/Universita/Partecipazioni-istituzionali/Consorzio-Campus-Multimedia-In-Formazione/, la società di Silvione, quello che il PD vuole mandare a casa). L’università San Raffaele (sempre privata) invece fa parte della galassia del berlusconiano Don Luigi Verzè. Vi ricordate del recente scandalo del San Raffaele di Milano e di Don Verzè? Noi sì ed ecco un link per rinfrescarci la memoria (http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-09-29/raffaele-procura-chiede-fallimento-183307.shtml?uuid=AasqWe8D).
Insomma questa di Sacco è una svolta vincente e bisogna crederci. Bisogna crederci, perché il messaggio pubblicitario che Silvio fa insegnare ai corsi Mediaset è chiaro e forte: per vincere ci devi credere; anche se sono cazzate ci devi credere. Parola di Silvio e di Don Verzè.
Sul fatto che bisogna pregare di brutto e recitare il “credo” (http://www.youtube.com/watch?v=ikHM5-UzqGU) per vincere la sfida ce l’ha fatto capire lo stesso Iulmiano Pierluigi Sacco. Ecco alcune sue dichiarazioni incoraggianti: “La capitale europea della culturale (CEC) – afferma Sacco – non è un programma di grandi eventi culturali, né la celebrazione della ricchezza del patrimonio storico-artistico di una città o di un territorio. CEC, al contrario, è un laboratorio di sviluppo territoriale a base culturale, per cui una città che intendesse candidarsi per mostrare al mondo quello che già ha, otterrebbe un effetto controproducente, portando i commissari incaricati della selezione a concludere che, visto che la città è già una capitale culturale o pensa di esserlo, non ha alcun bisogno del titolo, finendo così per assegnarlo ad altri candidati. Allo stesso modo, la CEC non può essere vista come una occasione di rilancio o potenziamento dell’attrattività turistico – culturale del territorio: non perché questo elemento in sé non sia importante, ma perché esso viene ormai visto come una componente tradizionale piuttosto che innovativa del modello di sviluppo locale. Un ultimo pregiudizio che va sfatato è quello dei finanziamenti: nella fase attuale, la Commissione Europea contribuisce in modo minimo all’apporto di risorse necessarie all’attuazione del programma CEC. Le risorse vanno quindi essenzialmente trovate sul territorio e dal territorio: la CEC è quindi tutt’altro che una comoda possibilità per ottenere finanziamenti comunitari a fondo perduto o quasi, ma è una vera e propria sfida alle capacità di raccolta fondi del sistema locale e alla sua credibilità nell’attrarre risorse esterne”. Leggetevi attentamente le dichiarazioni del Sacco perché sono incredibilmente assurde. E infatti noi domandiamo a Sacco e a chi lo ha nominato: quali risorse ci sono oggi sul territorio per pagare Sacco e organizzare la candidatura per la capitale europea? Forse quelle che avanzano dall’aumento di capitale della banca o quelle in eccesso del bilancio del comune o forse si pensa di recuperare dalle tasche dei dissestatori di atenei gli oltre 200.000.000 di euro di soldi dissestati? E poi: perché Siena non dovrebbe mostrare quello che ha già per competere? Senza offesa, ma le dichiarazioni di Sacco ci ricordano quelle del Conte Mascetti.
Insomma, questo Sacco ci sembra un professore adatto per Via Roma 56 più che per fare il direttore di candidatura. Questi sono i fatti e la nostra opinione. Qualche ripensamento e un modo di affrontare la questione della capitale europea noi ci sentiamo di suggerirlo. Farete finta di niente e griderete allo scandalo per questo intervento, però non vi lamentate se poi al posto della vittoria europea, nel 2019 vi ritroverete a guardare sconsolati in un cinema di Milano 2 il mitico film “Un sacco bello”, soprattutto questa scena memorabile (http://www.youtube.com/watch?v=bcq57tDfAwM&feature=related). Appunto, un Sacco bello 2019.
Ottobre 15th, 2011 — Note redazionali

Dal giornale ligure online “Savona News” (http://www.savonanews.it/2011/09/12/leggi-notizia/argomenti/cronaca-2/articolo/la-cricca-ligure-dei-fondi-ue-il-dispositivo-integrale-della-guardia-di-finanza-e-le-300-pagine-di.html) da non confondere con Siena News (il giornale del “tutto il mondo è fantastico e di quanto è bravo Riccaboni”) apprendiamo una notizia che stimola la nostra memoria cartacea sui vari scandali relativi alle truffe sui fondi europei. La Guardia di Finanza di Genova ha scoperto una vera e propria “cricca ligure dei fondi europei”.
Ma queste cricche specializzate nelle truffe sui fondi europei sono presenti solo in Liguria?
In attesa di trovare delle risposte alla nostra domanda, siamo a chiederci che fine hanno fatto le inchieste della magistratura senese in merito ai brogli sull’elezione del rettore pro tempore Riccaboni e sul disgustoso dissesto dell’università di Siena. O forse bisogna rivolgersi alla Procura della Repubblica di Genova????
Ottobre 14th, 2011 — Note redazionali
La confusione regna sovrana proprio nel momento peggiore per la stabilità economica e per la tenuta delle politiche sociali e di sviluppo degli enti locali senesi. Si continua a far finta di niente nelle stanze delle decisioni politiche e istituzionali, ma la realtà che vivono le famiglie, le imprese e l’indotto economico è di grande sofferenza e di forte incertezza. Ci sono i numeri, le partite Iva chiuse, le esposizioni bancarie, le ditte che chiudono, i posti di lavoro persi, gli aumenti dei prestiti personali, le imposte e i servizi che aumentano: dati verificati e verificabili, difficili da nascondere con la propaganda politica e con la mistificazione del presente. Di certo l’immobilità e le sciagurate politiche economiche del governo nazionale oltre alla crisi mondiale pesano e peseranno, ma non è tutta colpa di questo quadro esterno e globale se anche a Siena la crisi e l’incertezza galoppano. Anni e anni di errori gestionali e incomprensibili destinazioni di risorse, sicuramente hanno frenato la crisi (vedi le risorse della Fondazione MPS erogate sul territorio). Poi a un certo punto i soldi finiscono per tutti e tutti si ritrovano ad affrontare la morsa della crisi economica e il venir meno della tutela di babbo Monte. La politica senese è consapevole di questo o tenta di esorcizzare il tutto sperando di prolungare il giorno della verità? La realtà parla più di tante lingue comprese le nostre: stallo generale, confusione trasversale, indecisioni e assenza di dialettica politica. Come mai ci siamo ridotti cosi? Colpa di Maurizio Cenni, di Mussari, di Ceccuzzi, di Bezzini etc. etc.? Difficile negare le responsabilità dei soggetti elencati per ovvi motivi legati al ruolo ricoperto e che ricoprono, ma le responsabilità sono tutte riscontrabili in quella tela di rapporti trasversali e di smanie di potere generati dal gruppo che fa capo all’ottantenne Luigi Berlinguer (da non confondere con il politico Enrico) e ben rappresentato a Siena dal fedelissimo Alessandro Starnini. Questo gruppo a suo tempo si era impadronito dell’università, dell’ospedale, dell’amministrazione provinciale e di un posto di ministro nei governi del centrosinistra. Le responsabilità politiche che hanno permesso a Tosi e a Jolanda Cei Semplici di spadroneggiare nell’ospedale e nell’università (con ottimi risultati possiamo affermare!!!) sono tutte del gruppo dei cosiddetti berlingueriani. In seguito e per fortuna, la dinastia politica del magnifico Luigi prende la strada del tramonto: via Jolanda Cei Semplici, via Tosi e poi di recente via Starnini e Riccardo Conti dai vertici del consiglio e della giunta regionale. Con la sconfitta di Antonio Cardini alle elezioni per il rettore dell’università viene sancita la fine dei berlingueriani (di Luigi naturalmente). Per loro queste batoste sono stati dei drammi e delle sconfitte inaspettate: si sono ritirati? No!!!
Da quel momento hanno messo in piedi una sorta di piano di rinascita: hanno spinto Riccaboni alla vittoria (ma le elezioni sono regolari?); hanno prima tentato di ostacolare Ceccuzzi alla corsa per il sindaco e poi non riuscendoci si sono accontentati di far nominare Starnini alla presidenza della Novoli Spa e il figlio di Luigi Berlinguer nel cda della banca Antonveneta. Ma le smanie non sono finite. Questo gruppo capitanato da Starnini si è messo in testa di tentare il triplo colpo politico: mandare a casa Mussari, sconfiggere i fratelli Monaci e successivamente tenere per le palle Ceccuzzi e alla fine del mandato scaricare Bezzini e candidare un fedelissimo alla guida dell’amministrazione provinciale. Nel frattempo stanno aiutando quello scienziato di Riccaboni con la speranza di evitare le inchieste giudiziarie e abbuiare il tutto (la magistratura senese risponde alla Costituzione della Repubblica Italiana e agli organi dello Stato e non agisce dietro le speranze di gruppi politici. O ci sbagliamo?). Per dare una mano al rettore sub judice Riccaboni naturalmente il gruppo di Starnini forse agisce da ambasciatore nei confronti di qualche funzionario o vicedirettore per fargli spendere parole di sostegno? Ma le decisioni di enti o banche non vengono sancite con le formalità messe nero su bianco e non sulla parola? A frenare la Gelmini nei confronti di Riccaboni ci pensano il musicologo Luigi (visto il suo incarico presso il ministero della stessa neutrini-Gelmini) e il partito di Verdini che qui in Toscana è sempre stato di supporto al gruppo politico capitanato da Riccardo Conti e Sandro Starnini (se volete ne possiamo parlare in altri interventi!!!). Questi sono i movimenti in corso: alla faccia dei lavoratori, degli iscritti dello stesso partito di maggioranza e in barba al buon senso che non dovrebbe mai mancare nei momenti di crisi. Oggi si registra anche l’assenza di qualsiasi forma di opposizione e quella che sulla carta doveva servire da stimolo per la stessa sinistra scioccamente si sta posizionando dentro il piano di rinascita dei berlingueriani. Solo a Siena gli uomini di Starnini e del musicologo vengono considerati interlocutori per il futuro e in certi momenti addirittura i rappresentanti dei “frondisti” che lavorano per rinnovare il partito a Siena(!!??). Nel resto della Toscana e dell’Italia non c’è più spazio per gli ottantenni, ma forse qui a Siena le giovani generazioni non hanno maturato gli attributi e le capacità per liberarsi dei vecchi arnesi e non solo per il fattore anagrafico. Alla lettura di questo intervento i soliti permalosi minacceranno querele e correranno a rassicurare tutti che sono solo fantasie. Noi confermiamo quello stiamo scrivendo.
La confusione regna sovrana e la crisi galoppa: ma solo per le famiglie e soliti coglioni che tutte le mattine si alzano alle 7:00 (quando va bene) e tornano a casa alle 19:00 (quando va bene). Per soggetti come lo Starnini e company il problema non si pone: una presidenza ben remunerata si trova sempre.
Ma quelli di Siena che vanno con i pullman a Roma per indignarsi contro chi cazzo si indignano se qui a Siena ci sono gruppi che agiscono scimmiottando il peggiore berlusconismo e nessuno gli dice niente? Indignados sul sesso degli angeli…..
Maestro James
Ottobre 14th, 2011 — Note redazionali
Apriamo un capitolo a parte per fare il bilancio di un anno di direzione amministrativa della nota condannata dalla Corte dei Conti nonché amica della nota dissestatrice di vari enti pubblici Jolanda Cei Semplici. La signora in questione corona un anno costellato da un fallimento dietro l’altro in materia di amministrazione, contabilità, gestione del personale e così via con la clamorosa assenza a due appuntamenti nodali, uno col Sindaco Ceccuzzi (che evidentemente legge Fratello Illuminato e di conseguenza l’ha annullato all’ultimo momento) e uno con dirigenti di istituti di credito ben noti in questa città, al quale ha inviato invece insieme al rettore un funzionario. Come mai ieri il contribuente ha pagato 484 euro a questa signora? Per preoccuparsi dell’Ateneo che doveva risanare? No! Per andare in commissione di concorso presso l’altro Ateneo dissestato in parte da dissestatori che conosciamo bene (Loriano Bigi, altro amico della condannata dalla Corte dei Conti) e in parte da amici del garante dei garanti nonché musicologo di chiara fama, tipo Aldo Schiavone: il SUM.
Voi direte: beh, un giorno … E negli altri 364 cosa ha prodotto la signora, a parte un massacro del personale tecnico amministrativo, l’arricchimento indebito di una nota ditta di traslochi senese, la cessione a titolo gratuito della facoltà di medicina in blocco alla Regione, l’aiuto e l’appoggio ai peggiori dissestatori, le cene con pericolosissimi dissestatori tipo la sua amica Jolanda Cei Semplici in cui piacevolmente si intrattengono su come macellare ancora un po’ i tecnici amministrativi, possibilmente quelli incolpevoli di questo disastro?
Cittadini!!! Tenete presente che tutto questo costa 484 euro e spiccioli al giorno solo per il suo stipendio, sabati e domeniche incluse. Forse sarà il caso di chiedere alla magistratura senese cosa ci ha fatto con il fascicolo aperto sulla sua procedura di selezione? E già che ci siamo ci piacerebbe sapere sotto quale zampa di tavolino sono finite tutte queste inchieste, questa inclusa. Così, per saperlo …
Ottobre 13th, 2011 — Note redazionali
AUMENTI DI CAPITALE PER LE BANCHE e LE CIFRE
“(ASCA) – Roma, 13 ott – Secondo gli analisti del Credit Suisse saranno ben 66 le banche europee che dovranno aumentare il capitale a seguito della crisi del debito sovrano dei paesi dell’Eurozona. Ieri il presidente della Commmissione Ue, Jose’ Manuel Barroso, nel suo intervento al parlamento europeo ha annunciato l’avvio di questo percorso……. Nuove risorse anche per tutte e cinque le banche italiane che avevano superato gli stress test dello scorso luglio ma che, con la nuova revisione, vedrebbero scendere il Core Tier 1 sotto il 9%. Gli analisti di Credit Suisse calcolano 11 miliardi di nuove risorse per Unicredit, per Intesa 3,7 miliardi, per Banco Popolare 3,1 miliardi, Mps 2,3 miliardi, Ubi 1,5 miliardi.
Le più in salute appaiono le banche scandinave e danesi che, a parte qualche ritocco di poche decine di milioni di euro, sostanzialmente non hanno bisogno di nuovo capitale.”
I COSTI DELLE ASSICURAZIONI PER AUTO E MOTO
“In soli due anni i costi di una polizza Auto sono schizzati verso l’alto del 25% mentre quelli delle moto hanno raggiunto picchi di incremento del 35%. È l’atto d’accusa del presidente dell’Antitrust, Antonio Catricalà, nei confronti delle compagnie assicuratrici”.
Ottobre 13th, 2011 — Note redazionali
“Perché il sistema consente di arrivare al potere col disprezzo; ma è l’iniquità, l’esercizio dell’iniquità, che lo legittima”.(Leonardo Sciascia)
Mungitori di mucche da latte pubblico, ingordi e furfanti. La “mucca” da mungere era ed è l’Università di Siena, il “latte” i soldi pubblici e i “mungitori” tutti coloro che hanno gestito dall’alto e dal basso, e alcuni continuano, la medesima università. Si sono attaccati alle mammelle della mucca piena di soldi e giu’ come fossero neonati a pocciare con foga e senza sosta dall’alba al tramonto. Sono andati avanti imperterriti, protetti e tutelati dal sistema; anche perché il sistema si serviva della mucca e con la mucca gestivano altri sistemi. I revisori dei conti complici e affiliati del medesimo gruppo non controllavano e ancor peggio avallavano qualsiasi irregolarità o porcheria contabile; i dirigenti degli uffici succubi e complici dei direttori amministrativi spendevano e spandevano all’interno di quello che si sta rivelando il “medesimo disegno criminoso” ai danni delle casse pubbliche e di un intera comunità, non solo scientifica e culturale ma morale e civile. In cima alla mangiatoia a mungere ad oltranza c’era il faraone dei faraoni, già vice sultano presso la facoltà di medicina, il ministro mancato Piero Tosi (anche banchiere se per questo!!). Avevano costituito un’associazione strutturata di mungitori di soldi pubblici che negli anni e sotto la copertura omertosa di tutti, hanno distrutto e dissestato un patrimonio della comunità : un bene pubblico e un centro di cultura e formazione scientifica di prestigio. Si sono ingozzati, abbeverati come alcolizzati e hanno praticato le peggiori truffe, falsificazioni di bilanci e sperpero di danaro pubblico. Si sentivano uno “Stato” dentro lo “Stato”, si autocelebravano e venivano celebrati e osannati come professoroni(alcuni addirittura senza una laurea, vedi il caso di Boldrini)e il giornalista amico gli dedicava articoli faziosi e bugiardi. Per anni hanno preso “per il culo” un’intera comunità, illuso dipendenti, professori onesti e tanti studenti: da un lato disegnavano fasti e illusioni e dall’altro dissestavano come quei banditi incappucciati che di notte svaligiano le casseforti.
I malfattori e i mungitori fraudolenti hanno nomi e cognomi facilmente identificati e “identificabili” dalla magistratura e sarebbe un danno ancora più elevato per la comunità se quest’ultima dovesse traccheggiare oltre il tempo massimo.
Il dramma collettivo (economico e morale) provocato da questi banditi e che rischia di sommarsi ad altri drammi economici, è stato sottovalutato anche dagli stessi dipendenti e professori onesti (salvo rare eccezioni) e dalle istituzioni senesi e dello Stato, in primis da quella incompetente del ministro Gelmini. I due neo-mungitori e pseudo immobiliaristi Riccaboni e Fabbro sono l’ultimo colpo di coda del sistema Tosi-Bigi-Boldrini-Angelaccio-Bruni-Coluccia-Gioffrè e nomenclatura a seguito. Pensate un po’: il gruppo dirigente di allora della CGIL che sulla carta doveva tutelare i lavoratori era in mano a Claudio Vigni e Diodato Angelaccio (ricordiamo che la carriera di Diodato è merito di Jolanda Cei Semplici). Claudio Vigni in amore e in sintonia con Piero Tosi dava il sostegno sindacale e politico alla gestione e Diodato Angelaccio (alla faccia dei lavoratori onesti e che ora rischiano lo stipendio) dissestava e si faceva pagare finte missioni ai danni delle casse dell’ateneo. Questa è la storia e non altro: i soldi dello stato utilizzati per farsi belli, gestire il consenso e favorire carriere personali. Basta pensare alla vicenda miserabile dei libri in onore del mentore di Piero Tosi, ovvero i volumi in onore di Luigi Berlinguer. Erano talmente abituati a non rispettare le regole che non hanno nemmeno regolarizzato la procedura per spendere 26.000 euro. Roba da pezzenti e da malati della truffa ai danni dello Stato. Era casa loro e si erano messi in testa di regnare fino all’ultimo sospiro dei “quattro mori”.
Che cosa resta di tutto questo lerciume? Tanta amarezza in chi ha lavorato dentro e fuori per rafforzare e dare prestigio all’Università; tanta brava gente che ha perso il posto di lavoro e rischia quello attuale perché dei miserabili hanno sperperato tutto e soprattutto resta un forte senso di smarrimento e di incertezza per le sorti future dell’ente pubblico e di chi ci lavora.
Cari magistrati senesi vi sembra che ci sia altro tempo da perdere? La mucca è moribonda ma non “lasciatela” morire. Si chiede GIUSTIZIA e non vendette. A casa Riccaboni e Fabbro e punizione esemplare per chi ha distrutto le speranze e il reddito personale di lavoratori, ricercatori, professori onesti e studenti e di un’intera comunità che necessità di chiudere definitivamente con la banda dei dissestatori. Domani è un altro giorno.
Anno Domini MMXI
Maestro James
Ottobre 12th, 2011 — Note redazionali
Ecco cosa viene pubblicato su il Mondo, supplemento al Corriere della Sera, a firma di Fabio Sottocornola:
Cielo sempre più pesante sopra l’università di Siena, gravata da un buco nei bilanci che ha superato di gran lunga i 200 milioni di euro. E dove ormai anche i rapporti tra i diversi protagonisti sono ai ferri corti. Nei giorni scorsi il collegio dei revisori dei conti ha bocciato, con parere unanime, l’ipotesi di una modifica al budget dell’ateneo che il rettore Angelo Riccaboni ha sottoposto al CdA lo scorso 29 settembre. Tra i punti contestati, maggiori spese per l’apertura di un asilo nido aziendale e per coprire i costi della pubblicazione di alcuni volumi in omaggio all’ex rettore (e ministro) Luigi Berlinguer. Il parere degli esperti contabili è arrivato poche settimane dopo la stroncatura su un’operazione di congelamento delle rate dei mutui, voluta a luglio dal Magnifico. Con lui è in rottura anche Riccardo Mussari, ordinario di economia aziendale e fratello di Giuseppe, presidente del Monte Paschi. A febbraio Riccaboni lo aveva inserito nella commissione per la revisione dello statuto con l’incarico di riscrivere il regolamento di contabilità. Prima delle vacanze, con lettera riservata non priva di critiche verso Riccaboni, Mussari ha lasciato. Ma dentro la sua facoltà di economia il rettore conserva buoni rapporti con alcuni docenti. Per esempio, Lorenzo Frediani, ordinario di economia degli intermediari finanziari, che sarebbe impegnato in un progetto per la gestione di parte degli immobili d’ateneo. Secondo voci che circolano nella città del Palio, potrebbe trattarsi di una fondazione o sgr da realizzare con qualche banca d’affari americana. Infine, in mano a Frediani c’è rischio che scoppi un caso di nepotismo. A fine settembre il figlio Andrea si è laureato nella stessa facoltà, corso, dipartimento (studi aziendali) del padre. Come relatore Michele Patanè, associato nella disciplina di Frediani. In ateneo ci si chiede se questo non sia in contraddizione con il codice etico, appena approvato.
Subito ripreso da Giovanni Grasso con ampio commento (http://ilsensodellamisura.com/2011/10/un-fondo-immobiliare-per-speculare-sull%E2%80%99universita-di-siena/#more-4474).
Ci chiediamo, in aggiunta a quanto dicono Giovanni Grasso e Fabio Sottocornola, se – in presenza di un’indagine sulla regolarità delle elezioni del rettore – questo ultimo sia legittimato a comportarsi come se fosse il titolare della proprietà degli immobili, cosa che non sarebbe veritiera neanche se fosse stato correttamente eletto. Non ne parliamo vista la presenza di dubbi e indagini.
Intervengano LE PROCURE. BASTA TRACCHEGGI! Qui c’è qualcuno che intende utilizzare in modo privato beni pubblici ed indisponibili!!! FORZA!!!