La teoria della mucca (l’Università di Siena): è stata spremuta con ingordigia, non le hanno dato nemmeno una palata d’erba e ora la mucca è moribonda

“Perché il sistema consente di arrivare al potere col disprezzo; ma è l’iniquità, l’esercizio dell’iniquità, che lo legittima”.(Leonardo Sciascia)

Mungitori di mucche da latte pubblico, ingordi e furfanti. La “mucca” da mungere era ed è l’Università di Siena, il “latte” i soldi pubblici e i “mungitori” tutti coloro che hanno gestito dall’alto e dal basso, e alcuni continuano, la medesima università. Si sono attaccati alle mammelle della mucca piena di soldi e giu’ come fossero neonati a pocciare con foga e senza sosta dall’alba al tramonto. Sono andati avanti imperterriti, protetti e tutelati dal sistema; anche perché il sistema si serviva della mucca e con la mucca gestivano altri sistemi. I revisori dei conti complici e affiliati del medesimo gruppo non controllavano e ancor peggio avallavano qualsiasi irregolarità o porcheria contabile; i dirigenti degli uffici succubi e complici dei direttori amministrativi spendevano e spandevano all’interno di quello che si sta rivelando il “medesimo disegno criminoso” ai danni delle casse pubbliche e di un intera comunità, non solo scientifica e culturale ma morale e civile. In cima alla mangiatoia a mungere ad oltranza c’era il faraone dei faraoni, già vice sultano presso la facoltà di medicina, il ministro mancato Piero Tosi (anche banchiere se per questo!!). Avevano costituito un’associazione strutturata di mungitori di soldi pubblici che negli anni e sotto la copertura omertosa di tutti, hanno distrutto e dissestato un patrimonio della comunità : un bene pubblico e un centro di cultura e formazione scientifica di prestigio. Si sono ingozzati, abbeverati come alcolizzati e hanno praticato le peggiori truffe, falsificazioni di bilanci e sperpero di danaro pubblico. Si sentivano uno “Stato” dentro lo “Stato”, si autocelebravano e venivano celebrati e osannati come professoroni(alcuni addirittura senza una laurea, vedi il caso di Boldrini)e il giornalista amico gli dedicava articoli faziosi e bugiardi. Per anni hanno preso “per il culo” un’intera comunità, illuso dipendenti, professori onesti e tanti studenti: da un lato disegnavano fasti e illusioni e dall’altro dissestavano come quei banditi incappucciati che di notte svaligiano le casseforti.

I malfattori e i mungitori fraudolenti hanno nomi e cognomi facilmente identificati e “identificabili” dalla magistratura e sarebbe un danno ancora più elevato per la comunità se quest’ultima dovesse traccheggiare oltre il tempo massimo.

Il dramma collettivo (economico e morale) provocato da questi banditi e che rischia di sommarsi ad altri drammi economici, è stato sottovalutato anche dagli stessi dipendenti e professori onesti (salvo rare eccezioni) e dalle istituzioni senesi e dello Stato, in primis da quella incompetente del ministro Gelmini. I due neo-mungitori e pseudo immobiliaristi Riccaboni e Fabbro sono l’ultimo colpo di coda del sistema Tosi-Bigi-Boldrini-Angelaccio-Bruni-Coluccia-Gioffrè e nomenclatura a seguito. Pensate un po’: il gruppo dirigente di allora della CGIL che sulla carta doveva tutelare i lavoratori era in mano a Claudio Vigni e Diodato Angelaccio (ricordiamo che la carriera di Diodato è merito di Jolanda Cei Semplici). Claudio Vigni in amore e in sintonia con Piero Tosi dava il sostegno sindacale e politico alla gestione  e Diodato Angelaccio (alla faccia dei lavoratori onesti e che ora rischiano lo stipendio) dissestava e si faceva pagare finte missioni ai danni delle casse dell’ateneo. Questa è la storia  e non altro: i soldi dello stato utilizzati per farsi belli, gestire il consenso e favorire carriere personali. Basta pensare alla vicenda miserabile dei libri in onore del mentore di Piero Tosi, ovvero i volumi in onore di Luigi Berlinguer. Erano talmente abituati a non rispettare le regole che non hanno nemmeno regolarizzato la procedura per spendere 26.000 euro. Roba da pezzenti e da malati della truffa ai danni dello Stato. Era casa loro e si erano messi in testa di regnare fino all’ultimo sospiro dei “quattro mori”.

Che cosa resta di tutto questo lerciume? Tanta amarezza in chi ha lavorato dentro e fuori per rafforzare e dare prestigio all’Università; tanta brava gente che ha perso il posto di lavoro e rischia quello attuale perché dei miserabili hanno sperperato tutto e soprattutto resta un forte senso di smarrimento e di incertezza per le sorti future dell’ente pubblico e di chi ci lavora.

Cari magistrati senesi vi sembra che ci sia altro tempo da perdere? La mucca è moribonda ma non “lasciatela” morire. Si chiede GIUSTIZIA e non vendette. A casa Riccaboni e Fabbro e punizione esemplare per chi ha distrutto le speranze e il reddito personale di lavoratori, ricercatori, professori onesti e studenti e di un’intera comunità che necessità di chiudere definitivamente con la banda dei dissestatori. Domani è un altro giorno.

Anno Domini MMXI

Maestro James

4 comments ↓

#1 Se non ora quando? on 10.13.11 at 14:41

E’ una vergogna pagare 177.000 euro all’anno per la condannata dalla corte dei conti Ines Fabbro!!!

#2 Studente incazzato on 10.13.11 at 23:19

Perchè non fate fare un controllo dalle autorità sul come vengono fatti laureare certi studenti nella facoltà di lettere? mi spiego: convalida degli esami e riconoscimento di vecchi esami..roba da laureopoli….

#3 Studentessa non ammessa on 10.14.11 at 11:21

Ho letto su un giornale locale mi sembra il Correro di Siena che c’è stato il boom di immatricolazioni a Farmacia. Ma sono sicuri che sono regolari tutte queste iscrizioni? Ci sono i professori e i laboratori per far lezione a tutti questi studenti? Per far ciccia faranno altri casini e coloro che non sono entrati forse ricorreranno….!!!???

#4 cittadino incazzato on 10.17.11 at 11:03

studente incazzato, cos’è “Lettere”? Quale corso di laurea? Ognuno ha un proprio regolamento. Prima c’erano una quindicina di corsi di laurea; ora ne hanno fatto polpette e buttati tutti in un gran calderone, e la facoltà, come saprai, a Gennaio viene sciolta. Dunque cerca per favore di essere più preciso e spiegarci quello che intendi e a chi ti riferisci in particolare. Anche perché il riconoscimenti di crediti è stabilito e regolato, nei principi generali e nel tetto massimo consentito, con esattezza dal regolamento didattico d’ateneo http://www.unisi.it/v0/pagina.htm?fld=1704
“Regolamento Didattico di Ateneo
(successivo al D.M. n. 270/2004 e successivi Decreti attuativi – Parte generale Artt. 1-39)”