La liquidazione della società “Etruria Innovazione”. Ricercate i responsabili e smettetela di sprecare soldi pubblici

La vicenda della società pubblica “Etruria Innovazione” non deve passare sotto silenzio e contemporaneamente oltre alle valutazioni di merito, altre valutazioni di carattere generale si rendono necessarie.

La prima fra tutte: gli enti locali e i partiti nella gestione delle risorse pubbliche dovrebbero prendere esempio dai richiami vaticani e iniziare ad usare il preservativo. Basta con lo spreco di danaro pubblico e basta con il proliferare di società, enti e strutture ad uso e consumo dei dirigenti di partito. Fra tutti non volevano razionalizzare le spese e riorganizzare gli enti e i sottoenti? Le occasioni e le motivazioni per farlo non mancano: quello che manca è solo la volontà e l’onestà intellettuale nel prendere atto degli errori e delle scelte clientelari fin qui operate.

“Etruria Innovazione” è una società pubblica con sede presso il rettorato dell’Università di Siena e infatti tra gli inventori di questa società nel 1997 c’era il capo dei dissestatori Piero Tosi. I soci della società come avevamo scritto sono Comune, Provincia e Camera di commercio delle tre provincie di Siena, Arezzo e Grosseto oltre all’università di Siena.

Oggi apprendiamo che i soci (gli enti locali) hanno deciso di mettere in liquidazione la società che tradotto significa: la società ha delle perdite rilevanti e gli enti non possono ricapitalizzarla, quindi meglio liquidarla. Ci chiediamo: dove sono i bilanci di questa società dal 1998 ad oggi? Come sono state utilizzate le risorse pubbliche in carico alla società? Quali sono stati i controlli da parte dei soci (ovvero gli enti pubblici) nella gestione della società? Come sono state fatte le assunzioni dei dipendenti della società? Di cosa si doveva occupare e di cosa si è occupata la società?

Stiamo parlando di soldi pubblici e quindi non occultate la vicenda e le responsabilità gestionali e politiche che hanno condotto la società Etruria Innovazione alla liquidazione. A tal proposito (vista l’assenza di dichiarazioni del presidente della provincia di Siena Simone Bezzini in merito ad Etruria) riteniamo utile citare le dichiarazioni della giunta provinciale di Grosseto. L’assessore grossetano Federico Balocchi ricorda che Grosseto aveva “deciso di uscire dalla società già nel 2009” e poi aggiunge che il “debito previsto al dicembre 2011 era di 361.000 euro” e conclude dicendo che “gli enti non possono ripianare i debiti delle socità”.

Ci preme ricordare che alla presidenza della società Etruria Innovazione c’era anche il professore universitario di Siena, il tosiano Mauro Cresti. Per la cronaca il padre della portavoce del presidente della provincia di Siena,Lisa Cresti(titolare della Robespierre Sas). A questo punto una bella verifica da parte di Bezzini sull’operato della società dal 1998 ad oggi è urgente e magari un bel comunicato o una voce portata sarebbero graditi dai cittadini che pagano le tasse.

Alla fine della fiera i tosiani e quel nanismo gestionale universitario lo ritroviamo anche in questo caso e a riprova scopriamo che tra le ultime iniziative della società Etruria Innovazione c’è stata questa