Un Sacco bello 2019

Quando il giornalista europeo Stefano è sceso in pista, impegnandosi in prima persona come fosse una sua battaglia personale, per lanciare l’idea di competere per la capitale della cultura europea 2019 in molti nicchiavano e altri non capivano. Ceccuzzi in quel frangente non era ancora sindaco di Siena. Il Bisi sempre in quel frangente mobilitò le truppe cammellate per affrontare l’impresa: il Corriere di Siena, Siena News e il professore tosiano e allora assessore alla cultura Marcello Flores. Si narra infatti, che le altre città appena saputa la notizia  della mobilitazione bisiana, con lo schieramento di giornali online di peso come Siena News e di professori del calibro di Marcello Flores, si siano letteralmente cagati sotto e abbiano avvertito stati di agitazione e di ansia per il risultato da raggiungere. E in alcune città si sono posti questa domanda: ma il sindaco di Siena nel contempo svolge anche il ruolo di caporedattore del Corriere di Siena? A questa domanda risponderemo nel 2019.

Da quel frangente a oggi, pur volendo essere faziosi e filobisi, non siamo riusciti a trovare un progetto o iniziativa tale da ipotizzare un cenno di competizione per la candidatura a capitale europea 2019 della città di Siena. Le uniche performance riscontrabili del professorone Marcello Flores non riguardano né il suo ruolo di assessore comunale e neanche quello di presidente del comitato per Siena capitale europea 2019. Di lui si trova solo un articolo fazioso pubblicato sul corriere di Siena (dove altrimenti!!??) con il quale sponsorizzava da bravo tosiano la nomina a rettore di Angelo Riccaboni. Tra scienziati bisogna solidarizzare!!!

Arrivati ai giorni nostri il sindaco Ceccuzzi rendendosi conto che le truppe bisiane non avevano fatto praticamente niente, decide di mettere sul piatto la carta vincente. Convoca una conferenza stampa insieme all’esperta di arte contemporanea nonché assessore alla cultura Lucia Cresti e annuncia la svolta che mette nuovamente in agitazione il continente europeo. Naturalmente il Corriere di Siena e Siena News (non abbiamo compreso la differenza tra le due testate!!) in contemporanea alla conferenza stampa del sindaco scrivono sulle rispettive pagine “noi siamo stati tra i primi ad aver creduto alla candidatura di Siena”. Dopo questo atto di fede un premio come migliori credenti lo meritano, indubbiamente.

Molti si aspettavano la nomina di Maurizio Boldrini a direttore di candidatura per la capitale europea 2019, ma l’ipotesi è subito tramontata perché il Boldrini è impegnato con quella storia dei libri non autorizzati in onore di Luigi Berlinguer. Poi Andy Warhol per ovvi motivi di dipartita non era disponibile. Non rimaneva che cercare un mega esperto che le altre città candidate non avevano contattato perché troppo esperto e troppo altisonante per delle piccole cittadine perdenti in partenza. Quindi ecco la svolta: il mega esperto è stato nominato direttore di candidatura dalla giunta comunale di Siena. Dalla conferenza stampa ecco giungere l’annuncio: il direttore di candidatura è (rullo di tamburi ) Pierluigi Sacco. Chi? Come? Pierluigi Sacco!! Boh, chi sarà mai. Nessuno aveva mai sentito parlare di questo mega esperto. E altri ancora si sono chiesti: vogliamo candidarci come capitale della cultura è non riusciamo a trovare in città o zone limitrofe o in Toscana un personaggio adatto al ruolo? E altri ancora: ma più che costituire comitati + comitati+ direttori+ unità speciali, non conveniva mobilitare le nostre diplomazie per creare alleanze e sinergie e quindi fare attività di lobbing (nel senso positivo del termine) per puntare alla candidatura? C’era bisogno di cercare un signor Sacco o un messer Tizio? E di certo il Sacco non è a costo zero: ecco a proposito quanto ci costa il mega esperto Pierluigi Sacco?

Ma chi è questo Sacco? Vogliamo dirlo ai nostri lettori e nel contempo spiegare che anche in questa storia ci sono quei famosi fili rossi e delle strane coincidenze? Diciamolo.

Pierluigi Sacco è “professore ordinario di Economia della Cultura, Università IULM di Milano. Insegna Pensiero Economico all’Università San Raffaele di Milano e Industrie Creative all’Università della Svizzera Italiana di Lugano”. Che cosa sono l’Università IULM e l’Università San Raffaele? L’università IULM (università privata) è ben conosciuta da almeno due persone qui a Siena: Maurizio Boldrini e Lisa Cresti, portavoce di Bezzini e titolare della società Robespierre. Boldrini parla dello IULM in alcuni suoi libri e interventi e inoltre il nostro amato genio aveva partecipato insieme a un professore dello IULM (tal Stefano Rolando) al famoso libro curato dal “genio minore” di Via Roma 56, Alessandro Lovari. Mentre la portavoce del Bezzini è stata una studentessa dello IULM. A volte le coincidenze e i fili rossi sono sempre più di uno e mai meno di due. Inoltre l’università IULM gode di una piena collaborazione con Mediaset (http://www.iulm.it/wps/wcm/connect/iulmit/iulm-it/Universita/Partecipazioni-istituzionali/Consorzio-Campus-Multimedia-In-Formazione/,  la società di Silvione, quello che il PD vuole mandare a casa). L’università San Raffaele (sempre privata) invece fa parte della galassia del berlusconiano Don Luigi Verzè. Vi ricordate del recente scandalo del San Raffaele di Milano e di Don Verzè? Noi sì ed ecco un link per rinfrescarci la memoria (http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-09-29/raffaele-procura-chiede-fallimento-183307.shtml?uuid=AasqWe8D).

Insomma questa di Sacco è una svolta vincente e bisogna crederci. Bisogna crederci, perché il messaggio pubblicitario che Silvio fa insegnare ai corsi Mediaset è chiaro e forte: per vincere ci devi credere; anche se sono cazzate ci devi credere. Parola di Silvio e di Don Verzè.

Sul fatto che bisogna pregare di brutto e recitare il “credo” (http://www.youtube.com/watch?v=ikHM5-UzqGU) per vincere la sfida ce l’ha fatto capire lo stesso Iulmiano Pierluigi Sacco. Ecco alcune sue dichiarazioni incoraggianti: “La capitale europea della culturale (CEC) – afferma Sacco – non è un programma di grandi eventi culturali, né la celebrazione della ricchezza del patrimonio storico-artistico di una città o di un territorio. CEC, al contrario, è un laboratorio di sviluppo territoriale a base culturale, per cui una città che intendesse candidarsi per mostrare al mondo quello che già ha, otterrebbe un effetto controproducente, portando i commissari incaricati della selezione a concludere che, visto che la città è già una capitale culturale o pensa di esserlo, non ha alcun bisogno del titolo, finendo così per assegnarlo ad altri candidati. Allo stesso modo, la CEC non può essere vista come una occasione di rilancio o potenziamento dell’attrattività turistico – culturale del territorio: non perché questo elemento in sé non sia importante, ma perché esso viene ormai visto come una componente tradizionale piuttosto che innovativa del modello di sviluppo locale. Un ultimo pregiudizio che va sfatato è quello dei finanziamenti: nella fase attuale, la Commissione Europea contribuisce in modo minimo all’apporto di risorse necessarie all’attuazione del programma CEC. Le risorse vanno quindi essenzialmente trovate sul territorio e dal territorio: la CEC è quindi tutt’altro che una comoda possibilità per ottenere finanziamenti comunitari a fondo perduto o quasi, ma è una vera e propria sfida alle capacità di raccolta fondi del sistema locale e alla sua credibilità nell’attrarre risorse esterne”. Leggetevi attentamente le dichiarazioni del Sacco perché sono incredibilmente assurde. E infatti noi domandiamo a Sacco e a chi lo ha nominato: quali risorse ci sono oggi sul territorio per pagare Sacco e organizzare la candidatura per la capitale europea? Forse quelle che avanzano dall’aumento di capitale della banca o quelle in eccesso del bilancio del comune o forse si pensa di recuperare dalle tasche dei dissestatori di atenei gli oltre 200.000.000 di euro di soldi dissestati? E poi: perché Siena non dovrebbe mostrare quello che ha già per competere? Senza offesa, ma le dichiarazioni di Sacco ci ricordano quelle del Conte Mascetti.

Insomma, questo Sacco ci sembra un professore adatto per Via Roma 56 più che per fare il direttore di candidatura. Questi sono i fatti e la nostra opinione. Qualche ripensamento e un modo di affrontare la questione della capitale europea noi ci sentiamo di suggerirlo. Farete finta di niente e griderete allo scandalo per questo intervento, però non vi lamentate se poi al posto della vittoria europea, nel 2019 vi ritroverete a guardare sconsolati in un cinema di Milano 2 il mitico film “Un sacco bello”, soprattutto questa scena memorabile (http://www.youtube.com/watch?v=bcq57tDfAwM&feature=related). Appunto, un Sacco bello 2019.