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Aprile 5th, 2012 — Note redazionali
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Del passato bisogna sapere cosa farsene”. Giusto. E allora andiamo a vedere cosa c’è nel passato di Gabriella Piccinni, non tanto come studiosa di storia medievale, ma come politica accademica e amministratrice dell’Ateneo. Si rischia di scoprire cose interessanti. Per esempio: rivestiva per caso qualche ruolo nella gestione berlinguerian-tosiana? Ma alla grande!!! Tanto per cominciare, al di là dell’osservazione che la sua carriera accademica si è svolta all’ombra del sultano di Stigliano, facendo parte a pieno titolo della nidiata dei berlingueriani di ferro insiema a Detti, Bettini, Boldrini (solo per fare qualche nome). E del dissesto ha qualche responsabilità oppure no? Vediamo vediamo …
Toh! Ma che si scopre! Che la Piccinni ha fatto parte del consiglio di amministrazione dell’Ateneo precedendo l’ottimo Dringoli. Piena epoca Tosi e inizio mandato Focardi. E spulciando i verbali cosa troviamo? Intanto una vergognosa apoteosi del comunicatore dei comunicatori Boldrini nel momento in cui era all’apice del suo successo. Ma non solo: nel corso di un’altra seduta immediatamente successiva alla presa di servizio di Focardi ecco a verbale una deprecazione dello spianamento dell’Area comunicazione e marketing che infiniti lutti addusse agli Achei. Ma le responsabilità gestionali, a parte la difesa a prescindere di quel branco di dissestatori, direte voi, dove sono? E’ presto detto: il primo ottobre del 2007 si tiene una riunione del CdA con all’ordine del giorno il “Regolamento in materia di stabilizzazione dei contratti di lavoro a tempo determinato” in cui viene proposto dall’ottimo Loriano Bigi l’inizio delle procedure di stabilizzazione per 260 persone ed ecco il suo intervento:
“Secondo la Prof.ssa Piccinni l’approvazione del regolamento ed il conseguente avvio della stabilizzazione è auspicata da tutte le componenti dell’ateneo. Ritenendo opportuno evitare qualsiasi tipo di scontro per procedere sulla strada intrapresa, dichiara il suo voto favorevole in merito alla presente proposta di delibera”.
Stride un po’ questa dichiarazione con quanto poi asserito firmando il documento “Noi non siamo la banda del buco”? Secondo noi sì. E la Piccinni fa parte o no del gruppetto di sostenitori del Criccaboni oppure no? A noi risulta di sì e non da ora visto che, sempre spulciando i verbali del CdA di cui la Piccinni faceva parte si trovano una serie di delibere con suo voto favorevole che portavano una valanga di quattrini al CRESCO (su cui torneremo) del simpatico ed allegro Criccaboni.
Per tutto quanto procede possiamo assegnare un posto di rilievo alla Prof.ssa Gabriella Piccinni nell’ampia classifica dei DISSESTATORI DI ATENEI.
E ci poniamo a questo punto la domanda: come mai Ceccuzzi & Criccaboni le hanno dato un ruolo nella folle candidatura a Siena capitale della cultura 2019? Tanto da presenziare alla presentazione del suo pamphlet “Città murata, città globale. Come conoscere la città medievale può aiutare il progetto di Siena capitale della cultura 2019”? Abbiamo noi un suggerimento: facciamolo un bel recinto MURATO, riempiamolo di dissestatori (e ce ne abbiamo tantissimi ancora in servizio permanente effettivo a partire da Criccaboni passando per Frediani, Dringoli, Bettini, Flores et alii), e lasciamo che si dissestino l’un con l’altro. Poi potranno partecipare a Siena capitale del dissesto 2020.
A proposito: stiamo ancora attendendo risposta alle domande sul dissesto ai due nuovi membri del board di MPS Tania Groppi e Angelo Dringoli. Con l’occasione poniamo le medesime domande anche a Gabriella Piccinni: vediamo se almeno lei risponde.
Aprile 4th, 2012 — Note redazionali
Dalle pagine di questo blog sono mesi che scriviamo della non affidabilità politica di questo architetto Sandro Senni e del gruppo dirigente dell’UDC senese che risponde ai desiderata del burattinaio Brandani. La caduta di stile del sig. Corradi è peggio di quella prospettata; l’imbarazzante voto del sig. De Risi al fianco dei Ceccuzziani conferma che gli incontri “a casa di Anna” organizzati dal barista consigliere altro non erano che il preludio di inciuci futuri,come dimostrato ieri, considerato che “a casa di Anna” ci partecipava (come affermato dal barista) anche un noto avvocato “Riccardo”dell’associazione di cui fa parte lo stesso De Risi. Volevano mandare a casa il sistema e l’unica casa è solo quella “di Anna”. Qui non siamo in presenza solo del ridicolo e del patetico e del vuoto amministrativo: con il voto dei tre ballerini comunali prende forma e sostanza il vecchio asse politico del 2011, rappresentato da Brandani-Mazzoni Della Stella-Luigi Berlinguer-Franco Ceccuzzi. E i risultati dal 2001 a oggi si sono visti: la città è in ginocchio dal punto di vista politico,morale ed economico. Oggi i pretoriani di Ceccuzzi,compresi i comunicatori ex mussariani, sono in giro a raccontare le gesta vittoriose in consiglio comunale. E magari il Brandani pensa di occupare ilvuoto lasciato da Verdini.Ma vittoria di cosa? Del niente.Parliamoci chiaramente: ieri è emersa tutta l’inadeguatezza politica del Ceccuzzi e l’assenza di un progetto amministrativo per la città. Sopravvivono con le stampelle dei tre ballerini. Si parlava del Senni. Prima della campagna elettorale ma anche in seguito, l’architetto curiale, ha fatto il giro dei vari “Maestri” per chiedere accoglienza,ovviamente negata perchè era ben chiara la non affidabilità del soggetto. E ieri si è palesata dagli scranni del consiglio comunale. La città necessita di una guida autorevole e preparata e non di una confusa quanto perdente pletora di affamati di poltrone e piedistalli per magnificare il proprio ego politico. Ci sono problemi enormi che richiedono risposte amministrative e politiche: per ora siamo solo in presenza di un’ignobile decadenza politica e morale. Cosi è se vi pare.
Aprile 4th, 2012 — Note redazionali
Il voto di ieri segna uno spartiacque decisivo nella vita della nostra città. Di fatto il sindaco Ceccuzzi ha operato una spaccatura all’interno del proprio partito che avrà conseguenze di non poco conto negli sviluppi politici del prossimo futuro. La rottura con Monaci non è la divisione con un capo corrente ma con la Margherita che se in questo momento viene associata alle nomine, nel prossimo futuro troverà una nuova dimensione dello scontro politico. Il primo terreno di verifica, a mio parere, sara proprio la gestione del partito e la messa in discussione delle decisioni prese nei mesi precedenti. I congresso del PD si avvicina e la componente che fa riferimento a Fioroni non accetterà di ridefinire la propria appartenenza in un partito laburista di stampo dalemiano. Del resto quello che avverrà dopo le elezioni amministrative di questa primavera sara una vera e propria rivoluzione con trasformazioni profonde nel panorama partitico. Panorama che anche ieri ha dato una pessima rappresentazione di se stesso. Dal piano politico la divisione interna al PD, si sposterà all’azione amministrativa, ai rapporti con le altre istituzioni a partire dalla provincia per interessare l’Università e la Sanità. Da quello che si è visto ieri ormai si naviga in mare aperto e il ricatto delle nomine non condiziona più nessuno, forse solo Corradi che sulla paternità della nomina del suo compagno di tennis Dringoli poco ci ha capito. Gli è servito come alibi, mentre la Rosy Bindi lo ringrazia per il favore fatto al Ceccuzzi. Questo è uno degli equivoci del voto di ieri, il tema non erano le nomine appena fatte dalla Fondazione, ma il livello di responsabilità che ha determinato la situazione drammatica in cui si trova la banca attualmente. L’opposizione, quella vera, ha ritenuto che le responsabilità siano state anche del primo cittadino e che non è sufficiente dire che la colpa di tutto ciò che è avvenuto sia del Parlangeli, come ha affermato il primo cittadino. Forse la mozione della Vigni ha tratto in inganno, ma è difficile volergliene per la coerenza che su questo argomento ha dimostrato da tempo, almeno dalla campagna elettorale: i suoi elettori non si potranno lamentare! La Ex margherita non ci sta a diventare la responsabile unica di ciò che è avvenuto in questi anni e chiama a corresponsabilità i ds e in prima persona il Ceccuzzi che in tutti questi anni ha determinato la gestione politica della città e delle istituzioni senesi negli assetti e nelle scelte. La posizione dell’UDC è chiaramente determinata da fatti personali del Senni che in questo territorio opera da architetto e la vita è dura per i professionisti, meno male che c’è anche ad aiutarlo la Curia e don Acampa, altro alleato del Ceccuzzi. Vi ricordate quello del collarino passato dal don all’attuale primo cittadino durante una festa dell’Unità? Ci sono sullo sfondo le nomine in Fondazione e aiutare il PDS può essere messo sul piatto della bilancia dal “giovane” Brandani, quello che ha osannato l’acquisto dell’Antonveneta (Pisaneschi), al tavolo delle trattative. Del resto di “tecnici” l’UDC ne ha diversi: lui stesso e Simone Desanti. Ma la politica dell’UDC è un suicidio dal punto di vista politico che si troverà schiacciata negli appuntamenti post amministrative perché troppo subalterna al PD, rinunciando in questo modo a catturare quei voti in uscita dal PDL. Con un partito, come il PD, che non sembra disposto a rinnovare la fiducia ai tecnici nel 2013 come sostiene Casini. Scusatemi forse questo è un ragionamento troppo raffinato ed eccessivamente politico, le motivazioni sono ben altre come abbiamo già detto. Dopo l’assemblea di aprile del Monte la Fondazione sarà sfiduciata e vedremo se i componenti della medesima si dimetteranno, io credo di sì. Tale azzeramento non serve al cambiamento come i collaboratori del sindaco vorrebbero far intendere, ma a fare in modo che il PDS e Cecuzzi possa rifare le nomine nel 2016 prima del prossimo appuntamento amministrativo cittadino. Viva la discontinuità! Sul De Risi stendo un velo pietoso per manifesta incomprensione da parte mia. Ha votato sia la mozione della Vigni che quella del PDS, vallo a capire! Ha dato retta a Romolo Semplici che non sopporta il Monaci per come si è comportato (indirettamente) nella politica del personale all’Ospedale di Siena, quindi non classificato! La “vittoria” di ieri di Ceccuzzi è una vittoria di Pirro il sindaco si trova con una maggioranza diversa da quella con cui è andata alle elezioni (non c’è solo la ex margherita che gli ha votato contro nella vecchia maggioranza). Una situazione amministrativa difficile da gestire, il tentativo di passare come rinnovatore non gli riuscirà perché troppi scheletri ha nell’armadio e perché la margherita sposterà la sua azione sul piano più squisitamente politico, amministrativo. Ceccuzzi ha diviso il suo partito. Non è quindi affatto strano che gli chiedano le dimissioni come ormai da più parti gli stanno sollecitando. Vorrei chiudere con una considerazione, per quello che è successo ieri, si può tranquillamente scrivere Ceccuzzi e leggere Berlusconi. Tutti sapete che fine a fatto l’ex presidente del consiglio.
Tommaso Occami
Aprile 3rd, 2012 — Note redazionali
Sul consiglio comunale di oggi e la votazione della mozione sulla banca MPS abbiamo da dire che i consiglieri Corradi e Senni (e il pietraserenino De Risi) o sono venduti o sono inadeguati. In ogni caso sono inadeguati a ricoprire quel ruolo che hanno assegnato loro gli elettori (e chi li ha appoggiati in campagna elettorale) perché o hanno tradito il mandato elettivo o sono talmente incompetenti che non possono più stare lì visto che non rappresentano altro che sé stessi. Un’ulteriore considerazione: il Ceccuzzi, comunque, non ha più la maggioranza perché senza i due traditori (o tordi, ma fa lo stesso) sarebbe andato sotto. Quindi il dato politico è evidente. Se fosse una città seria si andrebbe alle elezioni anticipate. Non succederà perché i cittadini senesi sono ormai abituati a incassare qualsiasi porcheria, da chi comanda e da chi si è messo in pole position per avere la propria fettina di torta. La redazione di Fratello Illuminato invita tutti i cittadini a mettersi sul ramo e d’ora in avanti controllare con attenzione i due reprobi perché, noi un’idea ce l’abbiamo, bisognerà vedere in cosa consistono i 30 denari. Si accettano scommesse.
Nel frattempo, che si tratti di tradimento o di coglioneria, una parola sola:
VERGOGNA!!!
Aprile 3rd, 2012 — Note redazionali
Se il documento presentato dal PD fosse stato presentato nel 2006 avrebbe sicuramente avuto il consenso di tutti i partiti politici. Anche se andando a spulciare negli anni qualcosa di simile o frasi estrapolate qui o là si trovano in diversi documenti o prese di posizione dei politici di maggioranza. Vi ricordo come nota marginale quella presa di posizione sugli emolumenti dei membri della Fondazione scoppiata qualche anno fa. Quante volte si è letto nei documenti di maggioranza la volontà di migliorare l’erogazione degli utili. La selezione dei progetti che dovevano avere il requisito della ricaduta sul territorio o la frase magica: cantierabilità. Ma i buoni propositi sono rimasti tali e l’uso “allegro” delle risorse è stato praticato per anni. Nel documento preparato da Antonio Loia manca un passaggio che è essenziale: quello “dell’indipendenza strategica” anche dalla politica. Se questa ci fosse stato nel 2007 l’operazione Antonveneta sarebbe stata evitata. Perché tale acquisto nasce da una volontà politica; conferma ne è l’uscita dell’allora segretario provinciale del PD Ceccuzzi che benedisse l’operazione. Comunque il documento è tardivo e non cancella le responsabilità come vorrebbe fare sul piano politico. La frittata è fatta e i buoi sono scappati. E nessuno vuole assumersi la responsabilità di aver girato la padella, né di aver lasciato aperto il cancello della stalla. Lo ha detto Viola nell’intervista rilasciata al sole 24 ore che sembra quasi un programma postbellico. Il Monte ha bisogno di tre anni per essere messo a regime. Speriamo bene! Ma sono sempre di più di quello che Loia scrive. L’autore della mozione, minimizzando, ci fa sapere che anche il prossimo anno la Fondazione avrà difficoltà. Magari fosse solo l’anno prossimo! Viola ci ricorda anche la vendita degli asset e il ridimensionamento della Banca che non potrà che essere regionale. Questo programma di ricostruzione che abbandona il tentativo di rincorrere le due maggiori banche italiane non è stato determinato da nessuno. Meglio! Dai cattivi che sono stati individuati in qualche personaggio legato all’attività bancaria; non riguarda i politici. Anche su questo aspetto conviene precisare, la responsabilità è solo di una parte: quella della ex margherita. Paradossalmente i maggiori responsabili della crisi, gli ex diessini, escono rafforzati dalla vicenda e la usano per la resa dei conti interna al partito. Resto sempre affascinato da questa capacità trasformistica della politica. Come quella della passeggiata, il giorno dello sciopero, di Cenni durante la manifestazione sindacale. Passeggiata dell’ex sindaco (dieci anni) fatta in compagnia della sua amica Bindi e dell’ex membro del cda Fabio Borghi. Tranquilli! Passeggiavano come se fossero li per caso e manifestavano, ma contro chi? Mah! Contro lo stesso cda nominato dalla Fondazione designata, per buona parte dal Comune. L’ultima al dire il vero, fu determinata dalle volontà del Ceccuzzi, che “giustamente” ha manifestato. Meraviglioso! Complimenti! Tanto poi la gente se ne dimentica; basta saper mantenere la posizione nel tempo e tutto torna a posto. E ora, senza avere padri, sotto il peso della necessità si vorrebbe fare quello che il buon senso avrebbe voluto che fosse stato fatto molto tempo prima. Qualcuno mi obietterà che non è mai troppo tardi. Vero! In questo caso non è solo tardi, ma pensate quanti miliardi di euro sono stati sprecati per le scelte compiute. Quanti posti di lavoro sono stati bruciati, quante opportunità buttate al vento, quanta innovazione è stata distrutta. No, non è sufficiente il documento del PD della coppia Loia-Ceccuzzi per voltare pagina. I capitoli nuovi si aprono quando sono stati analizzati i precedenti. C’è una responsabilità non solo politica, ma anche morale che la porteranno sempre con loro al di là dei documenti che riusciranno a far votare in Consiglio Comunale. Un voto si trova sempre e i mezzi per ottenerli sono sempre i soliti.
Tommaso Occami
Aprile 3rd, 2012 — Note redazionali
Da Pisa, Firenze, Torino,Padova e Genova arrivano due segnali importanti in ambito universitario: il primato della democrazia sull’autoreferenzialità e l’autonomia dalla cricca ministeriale gelminiana. E consideriamo anche che queste città sono amministrate dal centrosinistra. Sulla carta anche Siena ma a differenza del resto d’Italia i vari Ceccuzzi, Bezzini, quelli di SEL, Rifondazione invece di contrastare il disegno universitario gelminiano si sono adeguati al rappresentante su Siena della cricca ministeriale: l’abusivo Criccaboni. Anche la CGIL di Guggiari è dalla parte della cricca gelminiana. Arriviamo al punto del contendere. Uno degli aspetti della riforma Gelmini (da molti ritenuta incostituzionale) relativa agli Atenei riguarda la composizione e la procedura elettiva del cda degli stessi. Il Criccaboni con il sostegno del senato accademico (pieno di condannati e indagati) e del cda attuale ha varato uno statuto rispondendo fedelmente alle volontà della cricca gelminiana. Al Cricca e agli altri, compresi i sindacalisti presenti nella commissione statuto, gli è sfuggito un aspetto della riforma Gelmini che contrasta con dei principi basilari degli enti pubblici e fino a prova contraria l’Ateneo senese è un ente pubblico. A Pisa, Firenze, Torino,Padova e Genova di questo sono ben consapevoli e infatti hanno approvato il nuovo statuto respingendo il dettato gelminiano in alcune parti. L’ateneo di Firenze ha deciso di sfidare il MIUR approvando nello statuto un cda sempre elettivo e non invece da far decidere al rettore. Una scelta di “democrazia” ha affermato il prorettore di Firenze Giacomo Poggi “dettata anche dai precedenti”. A Siena invece il prorettore Frati era tutto contento per aver assecondato la cricca di cui fa parte. Il dato forte che emerge con la decisione di Firenze si inserisce in un contesto che impone una riflessione urgente anche da parte del MIUR. Innanzitutto i giudici in Liguria hanno già dato ragione all’università contro il MIUR e sempre il prorettore di Firenze ci informa che negli altri casi dove hanno deciso in contrasto con la Gelmini “il ministero non ha nemmeno chiesto la sospensiva dei provvedimenti”. Si vede che Padova, Genova, Torino (e qui apriamo una parentesi), Firenze, Pisa oltre ad avere dei politici attenti al mantenimento della democrazia negli enti pubblici, hanno anche degli atenei guidati da rettori e senati accademici più autorevoli e poco condizionati dalla cricca ministeriale (e probabilmente eletti in modo regolare senza che vengano inquisite dieci persone); e soprattutto non hanno direttori amministrativi condannati dalla Corte dei Conti e rettori abusivi. Parentesi su Torino. Anche il Politecnico di Torino ha deliberato uno statuto svirgolando su alcuni aspetti dalla legge Gelmini e il MIUR oggi in mano al rettore che ha deliberato quello statuto, ovvero Francesco Profumo, come fa ora da ministro a bloccare uno statuto da lui voluto? Infatti Padova, Genova, Torino, Pisa e Firenze vanno avanti per loro strada. Il Criccaboni e il resto della cricca anche in questo caso hanno dimostrato la loro inconsistenza e l’esistenza di un disegno finalizzato a mantenere lo stato di non trasparenza nell’ateneo senese. Complimenti al Ceccuzzi e al Bezzini per aver assecondato il Criccaboni!!! Non resta che impugnare il nuovo statuto voluto dalla cricca senese in merito al nuovo cda. Parliamoci chiaramente (Costituzione alla mano): o cambiano lo status giuridico delle università pubbliche altrimenti gli organi come il cda devono ritornare elettivi. Nel frattempo in Liguria i giudici hanno dato ragione all’università contro il MIUR.
P.S. Sarebbe il caso che la condannata dalla Corte dei Conti Ines Fabbro oltre a togliere le tende dall’ateneo la smettesse di “scambiare” informazioni su eventuali “fondi in via di costituzione al MIUR” con l’ex direttore dello stesso MIUR quel Marco Tomasi. “Ciao Ines” … ”Ciao Marco” … ”grazie” …
Aprile 2nd, 2012 — Note redazionali

Tutti si sarebbero aspettati un minimo di sensibilità politica nei confronti dei propri colleghi universitari. Invece no, e infatti il capogruppo del PD si è preoccupato di rassicurare il rettore abusivo Criccaboni circa il voto sulla mozione sull’università presentata in consiglio comunale. Ricordiamo appunto che il capogruppo del PD in consiglio comunale a Siena è un tecnico-amministrativo dell’università di Siena, ma, stranamente, a lui il taglio al salario accessorio (taglio illegittimo) non deve pesare sul bilancio familiare, mentre pesa e come in termini negativi sui quasi mille dipendenti dell’università che devono pagare mutui, affitti, spese per i figli, bollette,etc. Per ben due volte il capogruppo del PD Bianchi ha lavorato per rinviare la discussione della mozione, sicuramente per evitare di prendere posizione contro Criccaboni e il gruppo dei fedelissimi di Luigi Berlinguer e Starnini che di fatto condizionano il PD senese. Strana parabola politica quella del Bianchi. Da cattolico praticante e anticomunista è diventato un fedele sostenitore del gruppo di Starnini e Luigi Berlinguer; senza dimenticare, appunto, che il grosso del bacino elettorale dello stesso Bianchi è rappresentato dalle suore (votano anche loro) e dai cattolici conservatori. Però oggi è capogruppo del PD e quindi deve reggere il ruolo, dimenticandosi che quando proclama la discontinuità dal passato si dovrebbe ricordare il ruolo di assessore che ricopriva nella precedente giunta. Se poi si vuole discontinuare da se stesso nessuno glielo impedisce: quando uno è coerente è coerente. Punto. Semmai dovrebbe spiegare ai suoi colleghi universitari il perché condivide e sostiene il rettore abusivo e il taglio al salario accessorio. Questo potrebbe spiegarlo, senza discontinuarsi.
P.S. Il sindaco Ceccuzzi si ricorda quanti sono stati i voti disgiunti tra le preferenze personali sul Bianchi e i voti nella stessa scheda agli altri sindaci e non al candidato Ceccuzzi?
Aprile 2nd, 2012 — Note redazionali

Uno apre i giornali, legge e fa questa riflessione: con che critierio si annuncia un bando di gara per un bar oggetto di indagine della magistratura? Queste cose accadono ai tempi della condannata dalla Corte dei Conti Ines Fabbro. Ebbene sì, come da lettura dei giornali, apprendiamo che la direttrice amministrativa dell’università di Siena ha pubblicato un bando per l’aggiudicazione del bar oggetto di inchiesta giudiziaria dentro il filone del buco finanziario della stessa università che vede tra gli indagati la società che attualmente gestisce il bar, il consigliere comunale del PD David Chiti e il dirigente universitario Carlo Bruni. Ma la Fabbro prima di pubblicare il bando ha verificato come viene gestito il bar e in base a quale procedura è stata assegnata la gestione? Ma soprattutto la magistratura si è accorta di questo nuovo bando?
E’ capace che, con una faccia di bronzo di cui riteniamo capaci questi ed altri personaggi, si ripresenta anche alla gara, il Chiti. Speriamo in bene.
Ma le inchieste sull’università?????
Aprile 2nd, 2012 — Note redazionali

Domenica 1 aprile (non è un pesce) la nostra portavoce Marianne Franceschi (amica su fb di Bezzini) si accorge che il presidente della provincia ha messo un post sulla bacheca che noi condividiamo in pieno. Però … c’è un però che sarà sfuggito a Bezzini figuriamoci ai mega comunicatori mega pagati che ruotano in provincia. Il nostro Bezzini scrive:
Enel e ENI si lamentano perché negli ultimi anni in Italia è cresciuta troppo la produzione di energia da fonti rinnovabili penalizzando le centrali alimentate con idrocarburi. Io penso invece che gli incentivi per le rinnovabili siano stati una delle poche cose buone fatte nel nostro paese negli ultimi anni. Da una parte infatti si migliora l’ambiente e dall’altra si creano nuove opportunità per le aziende. Mi auguro che il governo non ceda alle pressioni dei due colossi e prosegua con decisione nel sostegno alle energie rinnovabili.
Anche noi ci auguriamo che il governo non ceda alle pressioni di questi due colossi.
Indovinate chi è la Responsabile sostenibilità del colosso ENI? Si chiama Sabina Ratti e qui c’è l’indirizzo di posta elettronica per inviare eventuali mail per manifestare il sostegno alla presa di posizione di Bezzini: ratti_sostenibilita@eni.com
Chi è Sabina Ratti? E’ grande amica di Rosy Bindi, ma soprattutto è la moglie del futuro (salvo sorprese) presidente del Monte dei Paschi Alessandro Profumo, ovvero il presidente voluto da Bezzini e Ceccuzzi.
Cosi per ricordare a tutti con chi sono schierati i dirigenti del PD.
Aprile 1st, 2012 — Note redazionali





Vi ricordate il blitz trombereccio riccaboniano? Bene: a quando un bel blitz dei ROS in Viale Trastevere dove, a questo punto è provato, che la cricca verdiniana e, in subordine, gelminiana, sta causando ormai da anni disastri inenarrabili? A questo proposito questi uffici propongono una lettera aperta che chiunque può copiare dal blog e spedire agli indirizzi in calce.
Al Presidente della Repubblica
On. Giorgio Napolitano
Palazzo del Quirinale
Piazza del Quirinale
Roma
Al Presidente del Consiglio
Sen. Prof. Mario Monti
Palazzo Chigi
Piazza Colonna
Roma
Al Vice Presidente del CSM
Avv. Michele Vietti
Palazzo dei Marescialli
Piazza della Repubblica
Roma
Questi uffici sono a notificare alle massime istituzioni dello Stato, agli indirizzi in calce, che – evidentemente nella loro acquiescenza – una cricca si è ormai da anni impadronita del Ministero della Pubblica Istruzione, dell’Università e della Ricerca Scientifica, da ora in poi MIUR, estendendo i propri gangli cancerosi in varie università italiane senza che nessuno di chi ha competenza per farlo, e cioè Voi, abbia mosso un dito per rimediare a questo disastro. Questi uffici segnalano in modo particolare il caso dell’università di Siena, la più dissestata dell’universo conosciuto, che vive ormai da anni in uno stato di assoluta prostrazione, in balia delle volontà perverse di una serie di personaggi assolutamente ambigui che andiamo ad illustrare.
Il primo è sicuramente Maria Stella Gelmini che, morbida argilla nelle mani di Denis Verdini (i cui guai giudiziari sono noti all’universo mondo), non ha mosso un dito per cercare di risolvere una situazione che getta nello sconforto e nella prostrazione (anche economia) un’intera città e una comunità universitaria composta da quasi 17.000 persone. Anzi: ha peggiorato le cose circondandosi di personaggi a dir poco ambigui come, per esempio, Marco Tomasi, ex direttore generale al Ministero, ora Direttore generale per la Provincia autonoma di Trento, ma che ancora continua ad interagire con gli attuali vertici dell’Ateneo senese, vertici peraltro abusivi in quanto la Magistratura – con estremo ritardo – ha notificato l’accusa a 10 persone di aver falsato le elezioni che hanno visto prevalere di soli sedici voti Angelo Riccaboni (d’ora in avanti Criccaboni con evidente allusione) traendo in inganno, come affermato dall’Autorità Giudiziaria, l’allora Ministro Gelmini (che peraltro si è fatta ingannare senza muovere foglia). Inoltre Tomasi intratteneva e continua ad intrattenere rapporti con l’altro vertice dell’Ateneo voluto (?) dal Criccaboni, la condannata dalla corte dei conti dell’Emilia Romagna Ines Fabbro, approvando qualsiasi porcheria commessa ai danni dell’Ateneo (che pure la paga la spropositata e del tutto immeritata cifra di 177.000 euro l’anno che vanno ad aggiungersi alla pensione).
Ma non è finita qui. Dimessosi Berlusconi, il vertice dell’Ateneo è stato affidato a Francesco Profumo, per volontà sempre della medesima Gelmini. Ora diciamocela tutta: Prof. Monti, ci rivolgiamo soprattutto a Lei: ma nella sua carriera Le è mai capitato di leggere L’uomo delinquente di Cesare Lombroso? E se sì, ne ha compreso il significato? E, sempre se sì, ma in consiglio dei Ministri ce la butta mai un’occhiata verso lo scranno del Ministro del MIUR? E controlla mai cosa combina? Anche perché ci sono voluti bei mesi e diversi articoli di denuncia sulla stampa nazionale (Corriere della Sera) per farlo dimettere dalla Presidenza del CNR che gli era stata affidata proprio dalla Gelmini, nonché risulta ancora – benché sospeso – essere il Rettore del Politecnico di Torino. No, dico … Vogliamo risolverla questa situazione oppure no?
Ma non è finita. Al posto di Tomasi è stato chiamato un altro personaggio incredibile, sempre dalla Gelmini, alla direzione generale: Daniele Livon ex direttore amministrativo di Udine che, tanto per cambiare, è stato coinvolto in questioni di bilanci ballerini (basta leggere qui http://ilsensodellamisura.com/2008/06/08/malauniversita-ricominciamo-da-udine-con-una-nuova-ispezione-ministeriale/).
Nel contempo, ed ecco la ragione dell’indirizzamento della presente anche al CSM, sono passati QUATTRO ANNI (dicansi QUATTRO ANNI) dalla scoperta di una voragine di bilancio all’Università di Siena di circa 270 milioni e quasi DUE ANNI (dicansi DUE ANNI) dall’inizio delle indagini sulle elezioni irregolari del Criccaboni nonché dall’assunzione, su indicazione di Tomasi come si dimostra facilmente leggendo qui (http://shamael.noblogs.org/?p=4184), da parte della Magistratura senese. Chiuse le indagini su tutte e due le inchieste, sono più di quattro mesi che attendiamo qualche determinazione del GUP di Siena. Nel frattempo tutta questa cricca continua ad agire indisturbata, con grave nocumento per i dipendenti, gli studenti e, va da sé, la città di Siena che – come si può facilmente immaginare – vede concreto il rischio di un tracollo definitivo dell’ex prestigioso Ateneo (antichissimo) e di tutto l’indotto (nonché dell’immagine della città medesima). Il tutto, va detto, grazie anche all’inerzia della classe politica locale che teme di veder scoperchiati i pozzi di bottino che ha fattivamente contribuito a creare.
Rimanendo in attesa di Vostre future determinazioni atte a risolvere questa incredibile lesione della legalità, della buona amministrazione e del principio ineludibile sancito all’articolo 3 della Costituzione, porgiamo i nostri più distinti ossequi
Di questi uffici
Cesare Mori