Tommaso Occami. L’importante è non prendersi responsabilità

Se il documento presentato dal PD fosse stato presentato nel 2006 avrebbe sicuramente avuto il consenso di tutti i partiti politici. Anche se andando a spulciare negli anni qualcosa di simile o frasi estrapolate qui o là si trovano in diversi documenti o prese di posizione dei politici di maggioranza. Vi ricordo come nota marginale quella presa di posizione sugli emolumenti dei membri della Fondazione scoppiata qualche anno fa. Quante volte si è letto nei documenti di maggioranza la volontà di migliorare l’erogazione degli utili. La selezione dei progetti che dovevano avere il requisito della ricaduta sul territorio o la frase magica: cantierabilità. Ma i buoni propositi sono rimasti tali e l’uso “allegro” delle risorse è stato praticato per anni. Nel documento preparato da Antonio Loia manca un passaggio che è essenziale: quello “dell’indipendenza strategica” anche dalla politica. Se questa ci fosse stato nel 2007 l’operazione Antonveneta sarebbe stata evitata. Perché tale acquisto nasce da una volontà politica; conferma ne è l’uscita dell’allora segretario provinciale del PD Ceccuzzi che benedisse l’operazione. Comunque il documento è tardivo e non cancella le responsabilità come vorrebbe fare sul piano politico. La frittata è fatta e i buoi sono scappati. E nessuno vuole assumersi la responsabilità di aver girato la padella, né di aver lasciato aperto il cancello della stalla. Lo ha detto Viola nell’intervista rilasciata al sole 24 ore che sembra quasi un programma postbellico. Il Monte ha bisogno di tre anni per essere messo a regime. Speriamo bene! Ma sono sempre di più di quello che Loia scrive. L’autore della mozione, minimizzando, ci fa sapere che anche il prossimo anno la Fondazione avrà difficoltà. Magari fosse solo l’anno prossimo! Viola ci ricorda anche la vendita degli asset e il ridimensionamento della Banca che non potrà che essere regionale. Questo programma di ricostruzione che abbandona il tentativo di rincorrere le due maggiori banche italiane non è stato determinato da nessuno. Meglio! Dai cattivi che sono stati individuati in qualche personaggio legato all’attività bancaria; non riguarda i politici. Anche su questo aspetto conviene precisare, la responsabilità è solo di una parte: quella della ex margherita. Paradossalmente i maggiori responsabili della crisi, gli ex diessini, escono rafforzati dalla vicenda e la usano per la resa dei conti interna al partito. Resto sempre affascinato da questa capacità trasformistica della politica. Come quella della passeggiata, il giorno dello sciopero, di Cenni durante la manifestazione sindacale. Passeggiata dell’ex sindaco (dieci anni) fatta in compagnia della sua amica Bindi e dell’ex membro del cda Fabio Borghi. Tranquilli! Passeggiavano come se fossero li per caso e manifestavano, ma contro chi? Mah! Contro lo stesso cda nominato dalla Fondazione designata, per buona parte dal Comune. L’ultima al dire il vero, fu determinata dalle volontà del Ceccuzzi, che “giustamente” ha manifestato. Meraviglioso! Complimenti! Tanto poi la gente se ne dimentica; basta saper mantenere la posizione nel tempo e tutto torna a posto. E ora, senza avere padri, sotto il peso della necessità si vorrebbe fare quello che il buon senso avrebbe voluto che fosse stato fatto molto tempo prima. Qualcuno mi obietterà che non è mai troppo tardi. Vero! In questo caso non è solo tardi, ma pensate quanti miliardi di euro sono stati sprecati per le scelte compiute. Quanti posti di lavoro sono stati bruciati, quante opportunità buttate al vento, quanta innovazione è stata distrutta. No, non è sufficiente il documento del PD della coppia Loia-Ceccuzzi per voltare pagina. I capitoli nuovi si aprono quando sono stati analizzati i precedenti. C’è una responsabilità non solo politica, ma anche morale che la porteranno sempre con loro al di là dei documenti che riusciranno a far votare in Consiglio Comunale. Un voto si trova sempre e i mezzi per ottenerli sono sempre i soliti.

 Tommaso Occami