Del passato bisogna sapere cosa farsene. Siamo d’accordo. E alora controlliamo in certi passati

Del passato bisogna sapere cosa farsene”. Giusto. E allora andiamo a vedere cosa c’è nel passato di Gabriella Piccinni, non tanto come studiosa di storia medievale, ma come politica accademica e amministratrice dell’Ateneo. Si rischia di scoprire cose interessanti. Per esempio: rivestiva per caso qualche ruolo nella gestione berlinguerian-tosiana? Ma alla grande!!! Tanto per cominciare, al di là dell’osservazione che la sua carriera accademica si è svolta all’ombra del sultano di Stigliano, facendo parte a pieno titolo della nidiata dei berlingueriani di ferro insiema a Detti, Bettini, Boldrini (solo per fare qualche nome). E del dissesto ha qualche responsabilità oppure no? Vediamo vediamo …
Toh! Ma che si scopre! Che la Piccinni ha fatto parte del consiglio di amministrazione dell’Ateneo precedendo l’ottimo Dringoli. Piena epoca Tosi e inizio mandato Focardi. E spulciando i verbali cosa troviamo? Intanto una vergognosa apoteosi del comunicatore dei comunicatori Boldrini nel momento in cui era all’apice del suo successo. Ma non solo: nel corso di un’altra seduta immediatamente successiva alla presa di servizio di Focardi ecco a verbale una deprecazione dello spianamento dell’Area comunicazione e marketing che infiniti lutti addusse agli Achei. Ma le responsabilità gestionali, a parte la difesa a prescindere di quel branco di dissestatori, direte voi, dove sono? E’ presto detto: il primo ottobre del 2007 si tiene una riunione del CdA con all’ordine del giorno il “Regolamento in materia di stabilizzazione dei contratti di lavoro a tempo determinato” in cui viene proposto dall’ottimo Loriano Bigi l’inizio delle procedure di stabilizzazione per 260 persone ed ecco il suo intervento:

“Secondo la Prof.ssa Piccinni l’approvazione del regolamento ed il conseguente avvio della stabilizzazione è auspicata da tutte le componenti dell’ateneo. Ritenendo opportuno evitare qualsiasi tipo di scontro per procedere sulla strada intrapresa, dichiara il suo voto favorevole in merito alla presente proposta di delibera”.

Stride un po’ questa dichiarazione con quanto poi asserito firmando il documento “Noi non siamo la banda del buco”? Secondo noi sì. E la Piccinni fa parte o no del gruppetto di sostenitori del Criccaboni oppure no? A noi risulta di sì e non da ora visto che, sempre spulciando i verbali del CdA di cui la Piccinni faceva parte si trovano una serie di delibere con suo voto favorevole che portavano una valanga di quattrini al CRESCO (su cui torneremo) del simpatico ed allegro Criccaboni.
Per tutto quanto procede possiamo assegnare un posto di rilievo alla Prof.ssa Gabriella Piccinni nell’ampia classifica dei DISSESTATORI DI ATENEI.
E ci poniamo a questo punto la domanda: come mai Ceccuzzi & Criccaboni le hanno dato un ruolo nella folle candidatura a Siena capitale della cultura 2019? Tanto da presenziare alla presentazione del suo pamphlet “Città murata, città globale. Come conoscere la città medievale può aiutare il progetto di Siena capitale della cultura 2019”? Abbiamo noi un suggerimento: facciamolo un bel recinto MURATO, riempiamolo di dissestatori (e ce ne abbiamo tantissimi ancora in servizio permanente effettivo a partire da Criccaboni passando per Frediani, Dringoli, Bettini, Flores et alii), e lasciamo che si dissestino l’un con l’altro. Poi potranno partecipare a Siena capitale del dissesto 2020.
A proposito: stiamo ancora attendendo risposta alle domande sul dissesto ai due nuovi membri del board di MPS Tania Groppi e Angelo Dringoli. Con l’occasione poniamo le medesime domande anche a Gabriella Piccinni: vediamo se almeno lei risponde.