La lezione di democrazia e trasparenza da parte dell’Ateneo fiorentino alla cricca di indagati, condannati e incompetenti capitanata da Criccaboni. Non resta che impugnare il nuovo statuto voluto dalla cricca senese in merito al nuovo cda. Ma gli enti locali sono consapevoli o sono stati tratti in inganno?

Da Pisa, Firenze, Torino,Padova e Genova arrivano due segnali importanti in ambito universitario: il primato della democrazia sull’autoreferenzialità e l’autonomia dalla cricca ministeriale gelminiana. E consideriamo anche che queste città sono amministrate dal centrosinistra. Sulla carta anche Siena ma a differenza del resto d’Italia i vari Ceccuzzi, Bezzini, quelli di SEL, Rifondazione invece di contrastare il disegno universitario gelminiano si sono adeguati al rappresentante su Siena della cricca ministeriale: l’abusivo Criccaboni. Anche la CGIL di Guggiari è dalla parte della cricca gelminiana. Arriviamo al punto del contendere. Uno degli aspetti della riforma Gelmini (da molti ritenuta incostituzionale) relativa agli Atenei riguarda la composizione e la procedura elettiva del cda degli stessi. Il Criccaboni con il sostegno del senato accademico (pieno di condannati e indagati) e del cda attuale ha varato uno statuto rispondendo fedelmente alle volontà della cricca gelminiana. Al Cricca e agli altri, compresi i sindacalisti presenti nella commissione statuto, gli è sfuggito un aspetto della riforma Gelmini che contrasta con dei principi basilari degli enti pubblici e fino a prova contraria l’Ateneo senese è un ente pubblico. A Pisa, Firenze, Torino,Padova e Genova di questo sono ben consapevoli e infatti hanno approvato il nuovo statuto respingendo il dettato gelminiano in alcune parti. L’ateneo di Firenze ha deciso di sfidare il MIUR approvando nello statuto un cda sempre elettivo e non invece da far decidere al rettore. Una scelta di “democrazia” ha affermato il prorettore di Firenze Giacomo Poggi “dettata anche dai precedenti”. A Siena invece il prorettore Frati era tutto contento per aver assecondato la cricca di cui fa parte. Il dato forte che emerge con la decisione di Firenze si inserisce in un contesto che impone una riflessione urgente anche da parte del MIUR. Innanzitutto i giudici in Liguria hanno già dato ragione all’università contro il MIUR e sempre il prorettore di Firenze ci informa che negli altri casi dove hanno deciso in contrasto con la Gelmini “il ministero non ha nemmeno chiesto la sospensiva dei provvedimenti”. Si vede che Padova, Genova, Torino (e qui apriamo una parentesi), Firenze, Pisa oltre ad avere dei politici attenti al mantenimento della democrazia negli enti pubblici, hanno anche degli atenei guidati da rettori e senati accademici più autorevoli e poco condizionati dalla cricca ministeriale (e probabilmente eletti in modo regolare senza che vengano inquisite dieci persone); e soprattutto non hanno direttori amministrativi condannati dalla Corte dei Conti e rettori abusivi. Parentesi su Torino. Anche il Politecnico di Torino ha deliberato uno statuto svirgolando su alcuni aspetti dalla legge Gelmini e il MIUR oggi in mano al rettore che ha deliberato quello statuto, ovvero Francesco Profumo, come fa ora da ministro a bloccare uno statuto da lui voluto? Infatti Padova, Genova, Torino, Pisa e Firenze vanno avanti per loro strada. Il Criccaboni e il resto della cricca anche in questo caso hanno dimostrato la loro inconsistenza e l’esistenza di un disegno finalizzato a mantenere lo stato di non trasparenza nell’ateneo senese. Complimenti al Ceccuzzi e al Bezzini per aver assecondato il Criccaboni!!!  Non resta che impugnare il nuovo statuto voluto dalla cricca senese in merito al nuovo cda. Parliamoci chiaramente (Costituzione alla mano): o cambiano lo status giuridico delle università pubbliche altrimenti gli organi come il cda devono ritornare elettivi. Nel frattempo in Liguria i giudici hanno dato ragione all’università contro il MIUR.

P.S. Sarebbe il caso che la condannata dalla Corte dei Conti Ines Fabbro oltre a togliere le tende dall’ateneo la smettesse di “scambiare” informazioni su eventuali “fondi in via di costituzione al MIUR” con l’ex direttore dello stesso MIUR quel Marco Tomasi. “Ciao Ines” … ”Ciao Marco” … ”grazie” …