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Aprile 12th, 2011 — Note redazionali

Mai come in questo momento la selezione della classe dirigente e delle persone che dovrebbero farne parte è di fondamentale importanza. E come valutarla? Per esempio verificando cosa hanno fatto nella vita, quali esperienze professionali hanno maturato.
Prendiamo, il partito di Ceccuzzi. Oramai non è più lo stesso che tutti voi ricordavate; ha mantenuto i brutti vizi perdendo, però, le vecchie teste pensanti e le c.d. nuove leve non hanno lo spessore per prendere in mano le redini dell’amministrazione. Non è una critica, è una constatazione. Anzi, se queste persone tenessero davvero a Siena dovrebbero farsi un bell’esame di coscienza e capire se sono in grado di candidarsi a governarla o se la
voglia di potere è fine a sé stessa. Facciamo un altro esempio, guardiamo a due dei personaggi su cui punta Ceccuzzi. Il primo, Fiorino Iantorno di Rifondazione Comunista (anzi, quella parte di Rifondazione Comunista che a fronte di una libera votazione che aveva scelto di non sostenere Ceccuzzi, si è attaccata alle gonne di Roma perché l’imposizione a sostenerlo arrivasse dall’alto); ha criticato la gestione della Banca, cosa legittima ci mancherebbe altro, ma si è dimenticato di spiegare una cosa: qual è la sua visione industriale del Monte da qui ai prossimi tre anni? Il secondo, il Sellato Cannamela. Domanda anche a lui: come pensa debba essere affrontata la ricapitalizzazione della maggior fonte di lavoro senese? Perché dato che entrambi aspirano a ricoprire i vertici della città e Ceccuzzi dà loro tutto lo spazio che chiedono – compreso il dettare parte della linea politica della sua coalizione – sarebbe il caso che si confrontassero seriamente e pubblicamente sull’argomento. Chi bramasse di arrivare nei posti di comando per il potere fine a sé stesso senza le necessarie competenze tecniche, creerebbe l’anticamera del disastro per Siena. Se Fiorino Iantorno e Cannamela, che Ceccuzzi il PD vogliono come nuovi dirigenti a cui affidare le sorti di Siena, dovessero trovarsi a confrontarsi sul futuro della Fondazione e della Banca con gli azionisti privati, cosa suggerirebbero loro di fare? Quali sarebbero le proposte che Iantorno e Cannamela indicherebbero, per esempio, al vice presidente Caltagirone? Immaginatevi un pò la scena, perché si parla anche di questo. Bisogna pensare che Ceccuzzi intende affidarli un pezzo importante delle decisioni che riguarderanno la vita dei senesi; infatti gira insistentemente la voce che laddove i senesi votassero Ceccuzzi, lui nominerebbe sia Cannamela che Iantorno come suoi assessori*. E siccome otto membri della Fondazione MPS sono indicati dal Comune, voi capite che ciò che diciamo non è poi così tanto campato in aria. Quindi, anche Cannamela e Iantorno sceglieranno i consiglieri di amministrazione della Fondazione Monte dei Paschi e da lì, di riffa o di raffa, avranno titolo per mettere bocca sulle scelte della Banca: è chiaro? Ovviamente l’influenza non si fermerebbe alle decisioni sul Monte, ma si estenderebbe a come gestire le erogazioni della Fondazione, a come risanare il disastro economico dell’Ateneo verificatosi in anni in cui la politica del partito di Ceccuzzi e lui in primis hanno dimostrato di essere stati totalmente incapaci di capire cosa stava succedendo, o forse, sul principio che tra compagni non ci si morde, era preferibile non interessarsene troppo.
Insomma secondo Ceccuzzi, ecco i volti nuovi a cui intenderebbe affidare Siena, gli estremisti Iantorno e Cannamela. Però dimentica un particolare: i senesi amano gli estremismi come i gatti amano l’acqua.
Firmato
La Primula Rossa
Aprile 11th, 2011 — Note redazionali

Ma l’avete capito che questi due stanno tirando il colpo alla tempia all’Ateneo senese? Ve ne siete accorti che stanno facendo una macelleria sociale con personale, studenti, ricercatori e precari? L’Ateneo va messo nelle condizioni della piena certezza del diritto e del pieno rispetto dei diritti dei lavoratori e degli studenti. Questi due non solo continuano a gestire l’Università con mentalità e metodi tosiani, ma è un continuo prendere provvedimenti unilaterali e illegittimi massacrando i più deboli.
E’ ora di interrompere questa situazione incivile e illegale. Lo sanno anche i colonnini di piazza che il voto per l’elezione del Riccaboni non è stato regolare. Quindi non perdete altro tempo e risolvete questa situazione non più sostenibile. Così come non è più rinviabile l’esito della punizione nei confronti dei banditi che hanno distrutto l’Ateneo, perché è bene ricordare che: oltre 250 milioni di euro di dissesto, oltre 35 milioni di disavanzo strutturale, centinaia di persone mandate a casa, aboliti i dottorati di ricerca, distrutto completamente il senso dell’Università.
Da più parti soffiano venti per rinviare a dopo il voto amministrativo gli esiti delle inchieste. Ma siamo matti? Siamo in uno Stato di diritto e noi abbiamo fiducia nella magistratura e siamo altrettanto convinti della sua indipendenza dal potere politico locale e dai venti che soffiano a favore della nomenklatura universitaria.
Noi siamo per la legalità e per la giustizia sociale. Diteci che siamo poteri forti, che siamo anonimi. Ora basta!
E visto che ci siamo ricordatevi di non votare né Ceccuzzi, né Fiorino Iantorno, né Cannamela, né Mauro Marzucchi e nemmeno il partito di Verdini perché chi prima chi dopo ha sostenuto i responsabili del dissesto dell’Università.
Maestro Uriel, Maestro James e Cesare Mori
Aprile 11th, 2011 — Note redazionali
Oggi verranno presentati i candidati del PD e, ovviamente, chi mai poteva essere il testimonial più adatto a trasmettere lo slogan ceccuzziano, “discontinuità col passato”?
Chi meglio poteva incarnare il “nuovo”? Veltroni. Mi pare si cominci malino. Ma vediamo chi è il resto della truppa precettata a dare l’avvio alla campagna elettorale “nuovista” del PD senese. Alessandro Mugnaioli, segretario comunale del PD, lo stesso che aveva partecipato all’oramai famoso “tavolo del centro sinistra”, quello che dopo mesi e mesi di traccheggiamenti, venne definito da Ceccuzzi come un qualcosa che “trasmetteva chiusura verso i cittadini” e che in sostanza aveva avuto un esito fallimentare. O bravi. Mi pare giusto, dopo un tale giudizio aver mantenuto in quel ruolo Mugnaioli Ma andiamo avanti. L’altro esponente locale chiamato a dare il via ai candidati Piddini è la segretaria provinciale del PD, la torritese Elisa Meloni. E qui la cosa si fa ancora più interessante. Dovete sapere, cari amici che all’interno del PD Elisa Meloni viene già data con le valige in mano e non per regalarsi vacanze estive anticipate. Tutt’altro. Nei piani dell’asse Ceccuzzi-Fratelli Monaci la partenza si riferirebbe al suo ruolo di segretaria provinciale del PD.
La ripartizione derivante da tale asse prevederebbe – se i senesi dovessero fare le corse per votare il chianino Ceccuzzi a fare il sindaco – ad Alfredo Monaci un ruolo ancora più in alto all’interno del Monte (vi ricordate che la volta scorsa per farlo rientrare nel cda del Monte venne allargato il cda
stesso?) e ad Alberto Monaci o a qualcuno di sua stretta osservanza, la gestione del partito provinciale. *Anche in questo caso, tutto nel puro spirito di quel ricambio tanto sbandierato da Ceccuzzi e dai suoi. Bravi di nuovo. Pensate quindi, in questo possibilissimo scenario con quale allegria Elisa Meloni presenterà i candidati che andranno a sostenere colui che contribuirà a farla fuori dal suo ruolo. Ma che bel quadretto di famiglia, proprio un bel clima di fiducia reciproca.
Ma proseguiamo nello spirito nuovista ceccuzziano e veniamo all’ospite d’onore, Walter Veltroni. A parte il fatto che Veltroni, nella scena politica è giovane come lo sono gli ospiti del Campansi (e non ce ne vogliano per il paragone, che ammettiamo essere poco edificante. A proposito, ma poi la storia dell’aumento delle rette com’è andata a finire? Le istituzioni sono intervenute per bloccare gli sconsiderati aumenti di circa 1.400 euro l’anno a famiglia?), ma sarebbe la meno, tanto per il PD senese la coerenza ed il rispetto dei principi autocreati è un optional; i diktat perentori valgono solo per gli altri. E vai con la democrazia del PD.
Ma sentite cosa ha dichiarato Veltroni, così come riportato dal Sole 24 ore una manciata di giorni fa durante un incontro con Renzi e Chiamparino”. Se Berlusconi ha ancora consenso, se resta in sella dopo tutto quello che è accaduto una ragione c’è: non c’è ancora in campo un’alternativa credibile“. Complimenti. Ecco da chi ha imparato Ceccuzzi. Ceccuzzi chiede discontinuità da Cenni (come se negli anni in cui Cenni ha fatto il sindaco lui avesse fatto il fioraio a Roccacannuccia) e Veltroni questa stessa discontinuità la chiede da Bersani (che fosse a Roccacannuccia con Ceccuzzi allora? Chissà…). Ma una bella dichiarazione, dato che sia Veltroni che Ceccuzzi, hanno fatto parte ininterrottamente della classe dirigente degli ultimi dieci anni con i DS prima e con il PD poi, con cui, con un po’
di doverosa autocritica, avessero detto che Bersani e Cenni non sono gli unici ad aver fallito ma che “anche io (Ceccuzzi) e anche io (Veltroni) abbiamo fallito con loro dato che abbiamo condiviso un decennio di scelte insieme” non sarebbe stato più onesto intellettualmente? Cari senesi, ve la sentireste di affermare che Veltroni e l’asse Ceccuzzi/Fratelli Monaci rappresentano il nuovo per Siena? Lascio a voi la valutazione.
Firmato
La Primula Rossa
Aprile 10th, 2011 — Note redazionali

Per i superstiziosi i pronunciamenti della Rosy Bindi non portano mai niente di positivo al PD, mentre per i pragmatici i pronunciamenti della chianina Rosy evidenziano giochi e sottogiochi politici ben precisi.Poi se i giochi si rivelano dei flop non dipende dal pragmatismo ma dalle condizioni reali del tempo e dei luoghi.
Faccio subito una premessa.Io sono tra quelli che si è irritato non poco per le cialtronate di Berlusconi rivolte alla Bindi ma questo non muta di una virgola il mio giudizio pessimo sul politico Rosy 2.0. E diciamoccelo a voce alta:la Bindi è pura suggestione politica enfatizzata dai media, non ha nessun potere dentro il PD e non gode nemmeno più del sostegno di Romano Prodi. Alcuni comunicatori avevano tentato la carta di spacciarla come possibile candidata premier ben vista dalla sinistra extra PD; un’operazione finita male grazie anche all’uscita di Vendola che l’aveva proposta come leader del centrosinistra con il solo intento di bruciarla. Voi mi risponderete che la Bindi è il presidente nazionale del PD. Non nego certo l’evidenza e sicuramente converrete con me che la Rosy 2.0 ricopre questo ruolo solo per puri equilibri interni di un PD sul procinto di esplodere col caldo dell’estate. Perchè chi segue anche di striscio la politica sa benissimo che la linea movimentista della Bindi è fallita ben due volte: prima tentando di mandare a casa Berlusconi e il pataccaro è sempre al suo posto, poi il secondo fallimento è derivato dalla posizione di Bersani che spinge il PD in un accordo con il Nuovo Polo di Casini, Rutelli e Fini, mentre Rosy voleva riproporre il vecchio schema di un PD alleato con l’estrema sinistra. Insomma, la Rosy volge al tramonto politico e il PD con i primi caldi estivi forse sarà un ricordo poco convincente di questa stagione politica. Del resto anche il gruppo editoriale di Carlo De Benedetti (La Repubblica-L’Espresso) vecchio sostenitore di Romano Prodi ha ben chiaro il nuovo scenario e repentinamente ha abbandonato il PD. Sarà forse una forzatura ma in Italia l’unico giornalista che non ha chiara la situazione è il ceccuzziano Strambi che stranamente (o strambamente) ha posizionato la Nazione di Siena (mentre il suo gruppo di riferimento è distante dal centrosinistra) vicino al PD ceccuzziano. Che strano, magari pensa di fare “un’opera divina” senza rendersi conto che di “divino” nel fronte del Ceccuzzi non c’è traccia. Ma questa è un’altra storia.
Ritorniamo alla chianina Bindi. La Rosy si dice certa della vittoria del Ceccuzzi e noi non avevamo dubbi sulla vicinanza tra i due chianini. Sulla “certezza” dell’esito elettorale delle amministrative di maggio non metto la mano sul fuoco: non vorrei bruciarmi come la fallita candidatura a premier della Bindi. Perchè non si candida al consiglio comunale di Siena la nostra Rosy 2.0? Perché non mette il nome nella lista a sostegno del suo alleato Ceccuzzi? Perché non si esprime sui responsabili del dissesto universitario di Siena? Perchè non ci dice se condivide il giudizio negativo di Ceccuzzi sulla giunta di Maurizio Cenni? Risponda a questo domande invece di inserirsi nel contesto senese solo per metter bocca nelle nomine della Fondazione e della banca MPS. Noi abbiamo anche una teoria (o forse è un disegno in atto) a tal proposito. La Rosy 2.0 si è alleata con Ceccuzzi nell’estremo tentativo di arginare il peso nel PD senese della famiglia Monaci e quindi tenta la carta di frenare le ipotesi di un Monaci alla presidenza della banca MPS. E per far questo potrebbe sponsorizzare per conto del Ceccuzzi “il filosofo estra” Alessandro Piazzi per ricoprire il posto che oggi è di Mussari.
Quello che sfugge alla Bindi e allo stesso Ceccuzzi è che stavolta siamo nel 2011 e non nel 2006 e oltre alla perdita del sostegno dei cittadini son spariti anche i “Generali”. Anche io forse ho una certezza anzi due: Ceccuzzi non farà il sindaco e comunque la presidenza della banca non sarà di sua competenza.
Aprile 10th, 2011 — Note redazionali

Præcipio enim, quod omnes fratres accedentes ad obsequium pauperum, Id eorum proprium est ea est vocatio, ea est electio, ea est iustificatio, ea denique est sanctificatio …
È tempo oramai di pronunciare con risolutezza una scelta che si rivela improcrastinabile. Volge a compimento l’intervallo delle indeterminatezze e delle soglie indefinite. E voi, voi cui il mutuo soccorso è vessillo di un’esistenza, è l’emblema, il simbolo della vostra sostanza terrena esorto all’affrancazione da un sistema politico morente e corrotto. Sospendetevi ed assolvetevi dalla logica retriva di una compagine oscurantista e mistificante che ancor cela oltre il velame gli antichi vincoli egemonici e l’arroganza di un governo fondato sul clientelismo e sull’asservimento dei questuanti le cui istanze esaudite generano nei beneficiati le vestigia di un arcaico servaggio. Voco vos fratres, vi richiamo con premura e devozione al sacro impegno cui vi votaste, vi ammonisco calorosamente affinché la vostra integrità non sia annichilita dalle trivie ragioni di una pratica dell’amministrazione e della gestione della cosa pubblica che vi imporrà solo la muta sudditanza che necessariamente oblitererà i voti superni pronunciati.
Consentite che la Luce dischiuda un varco nelle tenebre compiendo umilmente il servizio cui siamo stati chiamati, a cui ci siamo consacrati. Accogliamo e condividiamo nell’agape originaria quei fermenti novatori impetrati da una cittadinanza prostrata e disillusa, soccorriamo e sosteniamo la metamorfosi reclamata dalla comunità di cui noi siamo i servi … Rammentate miei sodali il giuramento … siamo i servi della collettività e come tali siamo vincolati alla tutela dei nostri simili … Siamo i Veglianti non gli arbitri, non i despoti. Concluso è un ciclo naturale e le perfette consonanze del cosmo inclinano e predispongono alla coesione: Ogni cosa si lega all’altra in un’armonia che deve risultare perfetta affinché tutto proceda secondo il disegno del Grande Architetto dell’Universo.
Saturno, il dio regge tra le mani una falce simbolo di morte e del tempo. Saturno, principio del solido, impugna nella mano sinistra anche il caduceo, simbolo di Mercurio, il principio volatile. La presenza di due simboli, chiaramente in opposizione, allude al presupposto che la realizzazione della Grande Opera tutti esige che gli opposti collaborino insieme ed armonicamente per vie misteriose.
Maestro Uriel
Aprile 10th, 2011 — Note redazionali

Questi uffici leggono inorriditi le dichiarazioni di Ceccuzzi alla “convenscion” (parlate per bene che non si capisce nulla!!! Siamo in Italia!!!), soprattutto quelle inerenti alla crisi dell’Ateneo. Si chiedono perciò quando pensa di smetterla Ceccuzzi di menare per il naso i cittadini presupponendo che siano venuti tutti giù con la piena.
Ceccuzzi parte affermando che il progetto del PD è fatto da senesi per i senesi e già questa, visto che lui è chianino, è una menzogna bella e buona. Poi parla di partecipazione di studenti, docenti e dipendenti. Sui docenti non discutiamo, visto che proprio quelli teleguidati da lui hanno ridotto l’Ateneo in queste condizioni, ma sugli studenti e sui dipendenti abbiamo parecchi dubbi.
Dopodiché comincia a blaterare di patti e protocolli facendo finta di non sapere che sono quasi tre anni che le cosiddette istituzioni, da lui dirette sia pure mediatamente, se ne strafregano dell’Ateneo, dei dipendenti e degli studenti e in particolar modo dei precari.
Proprio lui parla, il sostenitore di Berlinguer e Tosi e di Riccaboni (questo ultimo d’accordo con il suo amico Verdini). Ha difeso in tutti i modi questi dissestatori e ora parla di precariato. Il precariato lo ha creato lui e la macelleria sociale che è seguita al dissesto è tutta colpa sua e dei suoi uomini. Uomini, si fa per dire, tipo Boldrini – iscritto al PD di Ceccuzzi e suo grande sponsor insieme ai nemici dei lavoratori Iantorno, Benocci e Cannamela.
E a proposito di rappresentanti delle istituzioni che “all’interno del consiglio di amministrazione sapranno rappresentare al meglio queste preoccupazioni così diffuse in città sulle condizioni imposte al personale tecnico amministrativo” e che ci immaginiamo dovrebbero essere i ceccuzziani Cucini e Morrocchi, come si fa a sperare che – dopo aver visto come si sono comportati sinora, votando sdraiati davanti ai dissestatori Riccaboni e Fabbro – d’un tratto si ravvedano e comincino a controllare seriamente?
E del ceccuzziano Montibello che quando hanno tagliato gli stipendi ai dipendenti ha asserito che i dipendenti avevano accettato di buon grado?
Ma Ceccuzzi parliamoci chiaro: ma quando la finisci di prendere in giro i Cittadini?
E voi Cittadini: MA COME SI FA A VOTARE CECCUZZI!!! Chiunque, ma non lui o il pasticcere verdiniano. Ci sono candidati seri, che hanno già preso posizioni ben più precise e coerenti di quelle di questo amico dei dissestatori!!!
Firmato
Cesare Mori
Aprile 9th, 2011 — Note redazionali

“Ad internam scripturam, et non vulgares per memoriam operationes explicatis” (Giordano Bruno)
L’umbratile ed evanescente cognizione visionaria si frange quale flutto confuso, incoerente ed ambiguo sull’arenile desolato di un microcosmo ormai in dissoluzione. Le insidie che l’oscurità avvolge sono le più temibili, letali per il candore e l’innocenza di coloro che non sono avvezzi alle trame di un sistema politico la cui brama di potere brucia e annichilisce ogni ideale, che immola alla bramosia di potenza e di dominio ogni fede ed ogni principio etico e morale. Preservate la vostra integrità di esseri umani dalle effimere e volubili lusinghe di coloro che, blandendovi, mistificano la sostanza degli eventi e delle azioni. Sappiate leggere i segni, sappiate intendere le mutevoli condotte, sappiate penetrare le volontà che di costante conservano solo l’avidità di fama e prestigio. Non è tempo di fascinazioni chimeriche, non è tempo di simulazioni e di fraudolenti inganni dissimulati da dispensatori di ipocrite cordialità…. Cavete ne fures domum vestram ineant neu omnia vestra auferant. Innumeri sono e saranno i tradimenti, le doppiezze, le defezioni perpetrate solo in funzione di una folle e cinica determinazione egemonica … Quapropter vos moneo uti forti atque parato animo sitis et, cum proelio inibitis, memineritis vos libertatem atque patriam in dextris vostris portare (Catilina).
Maestro Uriel
Aprile 9th, 2011 — Note redazionali


Questi uffici leggono la seguente dichiarazione di Rosy Bindi:
“Le elezioni di Siena non mi preoccupano nella maniera più assoluta: il PD si riconfermerà. Terzo polo e PdL a Siena non sono avversari temibili e vinceremo senza problemi”. Bindi ha poi accennato alla questione-affitti per gli studenti a Siena: “Dobbiamo recuperare le risorse nascoste – ha detto – e ripristinare le borse di studio improvvisamente “scomparse”, questi sono fondi perduti. E’, poi, necessario fare maggiori controlli sugli affitti e si dovrebbe pensare ad un’edilizia fatta di proposito per gli studenti. Solo così possiamo aiutare i fuori sede”.
Ora ci chiediamo: quando parla di risorse nascoste intende dire le risorse che la cricca(boni) berlingurian-tosiana di cui lei fa parte a pieno titolo, ora di nuovo ai vertici dell’Ateneo in dissesto, si è fatta fuori in pochi anni gettando nel baratro una delle Università più antiche d’Europa? Lo sa la ricercatrice di diritto amministrativo presso l’Ateneo senese in dissesto Rosy Bindi che le borse di studio non sono “scomparse”, ma semplicemente se le sono mangiate insieme a molto altro i suoi colleghi? E a proposito: sono ancora suoi colleghi? Si è dimessa lei o è in aspettativa a questo punto da non si quanti anni? E se così fosse perché non se ne va in pensione (definitivamente, non come Berlinguer che lasciò e poi tornò in servizio) e lascia il posto a qualche giovane che al momento, grazie alla cricca perfettamente continuata ora da Riccaboni e Fabbro, è stato buttato fuori a calci in culo? Vista anche la sua prodigiosa produzione scientifica (pari a zero fratto zero) non è che l’Ateneo perderebbe molto …
E a proposito di (C)Riccaboni e Fabbro cosa aspettano ad andarsene a casa? Stanno tirando il colpo alla tempia all’Università, col benestare di Ceccuzzi, Marzucchi, Birrai vari, Marignani. Basta no? Levatevi di torno!!! Ha ragione Laura Vigni: non stanno facendo niente, neanche costituirsi parte civile. Probabilmente perché muoiono dalla paura di scontentare i loro padroni facendosi fregare prima delle elezioni. Ma abbiamo capito tutto e i cittadini non sono venuti giù con la piena.
A casa! A casa!
Firmato
Cesare Mori
Aprile 8th, 2011 — Note redazionali

Quella che sto per farvi è senza dubbio una metafora un pò forzata. Ma questa digressione può essere di aiuto alla riflessione che vi propongo oggi. Forse qualcuno di voi avrà letto la notizia delle dimissioni dal consiglio di Generalidell’ex nume tutelare della finanza, Cesare Geronzi. Il tutto, peraltro, preceduto da pubblici appellativi (“arzillo vecchietto”) che già segnavano la cifra che il potere di Geronzi stava scricchiolando. Chi mai avrebbe detto, un paio di anni fa, che il banchiere di Marino (come da sempre era stato battezzato per i suoi natali) un giorno sarebbe stato, in buona sostanza, fatto fuori? Forse nessuno. Anzi, il timore reverenziale che incuteva al suo passaggio non avrebbe mai fatto presagire un tale scenario. E invece è successo. Geronzi è stato fatto fuori da Generali e, forse, dal salotto buono della finanza italiana. I tempi cambiano, gli equilibri idem, le stagioni politiche si avvicendano e quelli che per decenni erano sempre sembrati personaggi intoccabili all’improvviso vengono rimossi senza tanti complimenti. Direte voi, ora questo dove vuole andare a parare e cosa c’entra Geronzi con Siena e con le sue imminenti elelzioni? C’entra eccome. Non sempre tutto è destinato a rimanere inalterato nel tempo. Tutto ha un ciclo e la politica non ne è tagliata fuori. Parliamoci chiaramente in questo momento in Italia, soprattutto a livello politico, ci sono degli scombussolamenti che nessuno immagina. Come, altrettanto, nessuno di noi immagina cosa succederà ad un Partito Democratico in agonia una volta passate le elezioni di maggio, date le continue fuoriuscite di iscritti e dirigenti verso il Nuovo Terzo Polo. E anche Siena sta risentendo di questa fiacca, causata da un sempre più ristretto nucleo di potere che sta lì piazzato ininterrotamente da anni, ma il cui smalto e la cui capacità di attrarre consenso e fiducia diminuiscono di anno in anno. Prendiamo, ad esempio, Alberto Monaci. Nessuno mette in discussione che in passato, nel bene o nel male, sia stato uno dei pochi politici senesi, ma oggi a oltre settant’anni di età non può esprimere più niente di nuovo. Ed ecco allora l’involuzione. Prima faceva politica con una prospettiva, oggi la fa con un altra. Prima aveva una visione ad ampio respiro, oggi la stessa si ferma sull’uscio di casa. L’impressione che si ha nel vedere il piazzamento ossessivo di tutti i suoi familiari in organismi politici e in consessi elettivi, è che abbia preso atto che appartiene ad una stagione passata, e che l’unica vera mira sia quella di sistemare al meglio figli e figliastri prima che la vecchiaia sopraggiunga per bene. Circostanza che capiamo da padri di famiglia, ma che nulla ha a che vedere con l’interesse collettivo.
Questo è un ulteriore aspetto che dimostra un modo di ragionare che si è fermato a dieci anni fa. All’epoca, forse, ancora si poteva ragionare sull’impostare la propria vita “lavorativa” solo sulla politica. Ma oggi non è più così. Perché oggi il mercato del lavoro – quello che produce e che paga gli stipendi – non ha bisogno di burocrati di partito, ma ha bisogno di professionalità vere nei cui curricula ci siano esperienze lavorative diverse dall’aver fatto solo l’assessore o il consigliere comunale.
Ecco che ritorna la metafora iniziale su Geronzi e su quei poteri che furono tali un tempo, ma che il passo del tempo, ad un certo punto, non sono più stati in grado di tenerlo.
E l’unica cosa che dovrebbero fare è prenderne atto.
Firmato
La Primula Rossa
Aprile 8th, 2011 — Note redazionali
Tra Siena, Roma e Rimini si stanno ponendo questa domanda: dopo le prese di distanza di Ceccuzzi, Cannamela, Iantorno, Evangelisti dalle società di mutuo soccorso, di fatto quindi dalla Massoneria, il Bisi, che oltre all’attività di giornalista è presidente del Collegio dei Maestri Venerabili del GOI della Toscana, è posto nella condizione di non sostenere questi quattro scienziati della politica. Invece sembra proprio che insista nel dare spazio a Cannamela e a Iantorno. Le ipotesi sono tre per spiegare questo atteggiamento: 1) o lui non conta più nulla nella gestione del giornale 2) o condivide gli attacchi di Iantorno ai vertici Banca o 3) sulla scorta dello smemorato di Collegno, dimentica i ruoli che ricopre. Anche oggi infatti dalle pagine del suo giornale dà spazio ai nuovi “poteri forti” che sostengono il Ceccuzzi (come da foto). Ma come si fa a dare spazio e credito a un Cannamela che di fatto non ha capito nulla della politica senese o, per fare un’ipotesi anche più malevola, è troppo condizionato dai fenomenali comunicatori ceccuzziani? Perché quando apre bocca, diciamolo, si va ben oltre il senso del ridicolo e della grammatica e sintassi italiana (vedi il famoso comune attraversabile). Sono giorni che ci fa venire il latte ai ginocchi con la solita tarantella con cui attacca l’amministrazione precedente e chiede discontinuità.
Ma Cannamela è più smemorato di quello di Collegno perché fino ad oggi anche lui e i suoi compagnucci hanno fatto parte a pieno titolo del sistema Siena.
Il Menchiari è stato presidente di circoscrizione, in giunta provinciale c’è l’altro sellato Berni come assessore. A questo punto, visto che fanno i puri e duri, CAnnamela ci faccia alla sveltina l’elenco dei suoi nominati in enti partecipati o consigli di amministrazione e vediamo se sono loro i discontinui.



