Ecco a chi Ceccuzzi vorrebbe in parte affidare le redini della città: Fiorino Iantorno e Cannamela. Quali strategie industriali per la Banca, la Fondazione, l’Università e l’Ospedale propongono il Sellato Cannamela e Iantorno?

Mai come in questo momento la selezione della classe dirigente e delle persone che dovrebbero farne parte è di fondamentale importanza. E come valutarla? Per esempio verificando cosa hanno fatto nella vita, quali esperienze professionali hanno maturato.
Prendiamo, il partito di Ceccuzzi. Oramai non è più lo stesso che tutti voi ricordavate; ha mantenuto i brutti vizi perdendo, però, le vecchie teste pensanti e le c.d. nuove leve non hanno lo spessore per prendere in mano le redini dell’amministrazione. Non è una critica, è una constatazione. Anzi, se queste persone tenessero davvero a Siena dovrebbero farsi un bell’esame di coscienza e capire se sono in grado di candidarsi a governarla o se la
voglia di potere è fine a sé stessa. Facciamo un altro esempio, guardiamo a due dei personaggi su cui punta Ceccuzzi. Il primo, Fiorino Iantorno di Rifondazione Comunista (anzi, quella parte di Rifondazione Comunista che a fronte di una libera votazione che aveva scelto di non sostenere Ceccuzzi, si è attaccata alle gonne di Roma perché l’imposizione a sostenerlo arrivasse dall’alto); ha criticato la gestione della Banca, cosa legittima ci mancherebbe altro, ma si è dimenticato di spiegare una cosa: qual è la sua visione industriale del Monte da qui ai prossimi tre anni? Il secondo, il Sellato Cannamela. Domanda anche a lui: come pensa debba essere affrontata la ricapitalizzazione della maggior fonte di lavoro senese? Perché dato che entrambi aspirano a ricoprire i vertici della città e Ceccuzzi dà loro tutto lo spazio che chiedono – compreso il dettare parte della linea politica della sua coalizione – sarebbe il caso che si confrontassero seriamente e pubblicamente sull’argomento. Chi bramasse di arrivare nei posti di comando per il potere fine a sé stesso senza le necessarie competenze tecniche, creerebbe l’anticamera del disastro per Siena. Se Fiorino Iantorno e Cannamela, che Ceccuzzi il PD vogliono come nuovi dirigenti a cui affidare le sorti di Siena, dovessero trovarsi a confrontarsi sul futuro della Fondazione e della Banca con gli azionisti privati, cosa suggerirebbero loro di fare? Quali sarebbero le proposte che Iantorno e Cannamela indicherebbero, per esempio, al vice presidente Caltagirone? Immaginatevi un pò la scena, perché si parla anche di questo. Bisogna pensare che Ceccuzzi intende affidarli un pezzo importante delle decisioni che riguarderanno la vita dei senesi; infatti gira insistentemente la voce che laddove i senesi votassero Ceccuzzi, lui nominerebbe sia Cannamela che Iantorno come suoi assessori*. E siccome otto membri della Fondazione MPS sono indicati dal Comune, voi capite che ciò che diciamo non è poi così tanto campato in ariaQuindi, anche Cannamela e Iantorno sceglieranno i consiglieri di amministrazione della Fondazione Monte dei Paschi e da lì, di riffa o di raffa, avranno titolo per mettere bocca sulle scelte della Banca: è chiaro? Ovviamente l’influenza non si fermerebbe alle decisioni sul Monte, ma si estenderebbe a come gestire le erogazioni della Fondazione, a come risanare il disastro economico dell’Ateneo verificatosi in anni in cui la politica del partito di Ceccuzzi e lui in primis hanno dimostrato di essere stati totalmente incapaci di capire cosa stava succedendo, o forse, sul principio che tra compagni non ci si morde, era preferibile non interessarsene troppo.
Insomma secondo Ceccuzzi, ecco i volti nuovi a cui intenderebbe affidare Siena, gli estremisti Iantorno e Cannamela. Però dimentica un particolare: i senesi amano gli estremismi come i gatti amano l’acqua.

Firmato
La Primula Rossa