Per i superstiziosi i pronunciamenti della Rosy Bindi non portano mai niente di positivo al PD, mentre per i pragmatici i pronunciamenti della chianina Rosy evidenziano giochi e sottogiochi politici ben precisi.Poi se i giochi si rivelano dei flop non dipende dal pragmatismo ma dalle condizioni reali del tempo e dei luoghi.
Faccio subito una premessa.Io sono tra quelli che si è irritato non poco per le cialtronate di Berlusconi rivolte alla Bindi ma questo non muta di una virgola il mio giudizio pessimo sul politico Rosy 2.0. E diciamoccelo a voce alta:la Bindi è pura suggestione politica enfatizzata dai media, non ha nessun potere dentro il PD e non gode nemmeno più del sostegno di Romano Prodi. Alcuni comunicatori avevano tentato la carta di spacciarla come possibile candidata premier ben vista dalla sinistra extra PD; un’operazione finita male grazie anche all’uscita di Vendola che l’aveva proposta come leader del centrosinistra con il solo intento di bruciarla. Voi mi risponderete che la Bindi è il presidente nazionale del PD. Non nego certo l’evidenza e sicuramente converrete con me che la Rosy 2.0 ricopre questo ruolo solo per puri equilibri interni di un PD sul procinto di esplodere col caldo dell’estate. Perchè chi segue anche di striscio la politica sa benissimo che la linea movimentista della Bindi è fallita ben due volte: prima tentando di mandare a casa Berlusconi e il pataccaro è sempre al suo posto, poi il secondo fallimento è derivato dalla posizione di Bersani che spinge il PD in un accordo con il Nuovo Polo di Casini, Rutelli e Fini, mentre Rosy voleva riproporre il vecchio schema di un PD alleato con l’estrema sinistra. Insomma, la Rosy volge al tramonto politico e il PD con i primi caldi estivi forse sarà un ricordo poco convincente di questa stagione politica. Del resto anche il gruppo editoriale di Carlo De Benedetti (La Repubblica-L’Espresso) vecchio sostenitore di Romano Prodi ha ben chiaro il nuovo scenario e repentinamente ha abbandonato il PD. Sarà forse una forzatura ma in Italia l’unico giornalista che non ha chiara la situazione è il ceccuzziano Strambi che stranamente (o strambamente) ha posizionato la Nazione di Siena (mentre il suo gruppo di riferimento è distante dal centrosinistra) vicino al PD ceccuzziano. Che strano, magari pensa di fare “un’opera divina” senza rendersi conto che di “divino” nel fronte del Ceccuzzi non c’è traccia. Ma questa è un’altra storia.
Ritorniamo alla chianina Bindi. La Rosy si dice certa della vittoria del Ceccuzzi e noi non avevamo dubbi sulla vicinanza tra i due chianini. Sulla “certezza” dell’esito elettorale delle amministrative di maggio non metto la mano sul fuoco: non vorrei bruciarmi come la fallita candidatura a premier della Bindi. Perchè non si candida al consiglio comunale di Siena la nostra Rosy 2.0? Perché non mette il nome nella lista a sostegno del suo alleato Ceccuzzi? Perché non si esprime sui responsabili del dissesto universitario di Siena? Perchè non ci dice se condivide il giudizio negativo di Ceccuzzi sulla giunta di Maurizio Cenni? Risponda a questo domande invece di inserirsi nel contesto senese solo per metter bocca nelle nomine della Fondazione e della banca MPS. Noi abbiamo anche una teoria (o forse è un disegno in atto) a tal proposito. La Rosy 2.0 si è alleata con Ceccuzzi nell’estremo tentativo di arginare il peso nel PD senese della famiglia Monaci e quindi tenta la carta di frenare le ipotesi di un Monaci alla presidenza della banca MPS. E per far questo potrebbe sponsorizzare per conto del Ceccuzzi “il filosofo estra” Alessandro Piazzi per ricoprire il posto che oggi è di Mussari.
Quello che sfugge alla Bindi e allo stesso Ceccuzzi è che stavolta siamo nel 2011 e non nel 2006 e oltre alla perdita del sostegno dei cittadini son spariti anche i “Generali”. Anche io forse ho una certezza anzi due: Ceccuzzi non farà il sindaco e comunque la presidenza della banca non sarà di sua competenza.