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Ottobre 9th, 2011 — Note redazionali
Questo blog combatte ormai da quasi un anno per tenere almeno informati i cittadini del cataclisma sociale cui vengono sottoposti. Abbiamo dichiarato più volte che il nostro obiettivo è quello di mettere in luce come si sia per anni agito in modo tale da sperperare un quantitativo enorme di denaro e risorse pubbliche per assicurare un minimo di benessere a tutti e l’arricchimento oltre ogni limite di pochi o addirittura pochissimi, il tutto a danno del bene comune e di altri valori che lo costituiscono e che non possono essere ridotti ad una mera valutazione economica. Oggi la situazione precipita perché non solo non c’è più modo di garantire poco a tutti e moltissimo a pochi, perché fattori che non dipendono dalla comunità ristretta nella quale viviamo mettono in pericolo la sopravvivenza stessa economica dello Stato. La crisi internazionale avrebbe potuto incidere molto meno in queste zone se si fosse amministrato un po’ più equamente e con maggiore discernimento. Ma oggi ci troviamo di fronte al dissesto della maggior parte delle istituzioni cittadine, con in testa l’Università, dissestata da un gruppo di potere strettamente colluso o addirittura guidato dalla politica locale, i cui dipendenti (per ora solo una parte, ma a breve la cosa coinvolgerà tutti) sono stati sottoposti ad un massacro fra perdite di posti di lavoro, tagli allo stipendio e così via. Ma l’onda non è finita: scricchiolano l’Ospedale, la Fondazione sommersa dai debiti e in conseguenza di questo il Comune e la Provincia.
Domanda: qual’è stata la reazione delle cosiddette istituzioni, in primo luogo della Magistratura per giungere alla politica, di fronte a questa distesa di macerie fumanti e maleodoranti? Di fronte a centinaia di famiglie che non arrivano alla fine del mese ANCHE per colpa dei tagli dissennati e scriteriati di questo governo ridicolo e grottesco, ma sopratutto dell’allegra gestione attuata sinora? E che reazione c’è stata alla sfilza di reati che hanno contribuito a portare a tutto ciò, tutti da dimostrare per carità, ma sui quali le indagini sono state iniziate quando quattro, quando tre, quando un anno fa? Non se ne hanno notizie. La Magistratura non ha emesso NEANCHE UN RINVIO A GIUDIZIO!!! Su niente!!! E la politica? Il 2.0? Cos’hanno combinato? Assolutamente niente!!! Peggio!!! Si sono arroccati, i signori politici che – a questo punto possiamo dirlo – infestano le istituzioni, sulle loro misere posizioni di potere, anzi restringendo la cerchia dei beneficiati e aumentandone di molto il potere, a questo punto esclusivo sulla città, e riducendo tutti gli altri sull’orlo o oltrel’orlo della miseria.
La nostra quindi è una battaglia di ragonevolezza e di attenzione al bene comune, non ideologica. Non facciamo di tutta un’erba un fascio e di conseguenza anche i partiti di governo e di opposizione, se fossero più consci della situazione e lungimiranti, non agirebbero come stanno facendo in palese contrasto con gli interessi di tutti, ma cercherebbero di coinvolgere tutta la cittadinanza, al di là delle barriere ideologiche, per cercare di fare sistema ed uscire dalle secche. Magari riconoscendo anche le proprie responsabilità. E per sistema non ci riferiamo a quel “groviglio” tanto sponsorizzato dal Bisi, ma ad una forma seria e condivisa di collaborazione tra società civile ed istituzioni, magari ripulite dai gruppi di potere che finora hanno spadroneggiato in barba ai diritti di tutti i cittadini.
Cari lettori, non disperate: la redazione di Fratelo Illuminato è al Vostro fianco per continuare l’opera di denuncia e di informazione fatta sinora.
Di questi uffici
Cesare Mori
Ottobre 8th, 2011 — Note redazionali
Le cinque vittime del crollo del maglificio di Barletta
La bambina Maria Cinquepalmi, Tina Ceci (37 anni), Antonella Zaza (36 anni), Matilde Doronzo (32 anni), Giovanna Sardaro (30 anni). Cinque vite unite nella morte: una morte che non è ammissibile in uno Stato civile e moderno. Erano cinque operaie (anche la bambina!?!) di un maglificio che evidentemente, visto il crollo, non era nelle condizioni di poter svolgere attività. Chi doveva controllare forse era distratto e ha lasciato che quel luogo diventasse la tomba di cinque giovani vite. Vogliamo ricordarle come monito per la politica becera e inetta che ha abbandonato la via dello sviluppo e delle regole per occuparsi di “puttane” e “arricchimenti personali durante la gestione degli enti nazionali e locali”. Con il lavoro si dovrebbe vivere, invece in Italia spesso, anzi troppo spesso, di lavoro si muore.
L’aggressione indecente alla parlamentare del Pd, Lucia Codurelli
Che il parlamento italiano sia popolato da inquisiti, bifolchi e perditempo non suona nuovo. Che oltre a questi ogni tanto emergano anche degli incivili e dei privi di educazione civica conferma la necessità di una consistente bonifica delle aule parlamentari. L’ultimo episodio di mancanza di civiltà si è manifestato in forma indecente e lesiva della dignità nei confronti della parlamentare del PD, Lucia Codurelli. Un deputato della Lega (che andrebbe espulso immediatamente dal parlamento) si è rivolto alla parlamentare con questa frase squallida che citiamo proprio per ricordare a tutti noi lo stato di inciviltà che assume sempre più toni preoccupanti. Ecco la frase disgustosa rivolta nei confronti della parlamentare: “Vai a farti scopare, che è meglio”. La redazione di Fratello Illuminato esprima piena solidarietà e vicinanza alla parlamentare Lucia Codurelli.
La storia di un ragazzo che ha perso il lavoro
Esisteva un tempo, fino agli anni ’80, una prestigiosa università: L’Università degli Studi di Siena. Oggi è una delle università più dissestate del mondo per colpa di bande di dissestatori e banditi veri e propri. Non sappiamo come definirli altrimenti questi vigliacchi e predoni che hanno messo in ginocchio una prestigiosa istituzione e centinaia di lavoratori. Hanno dissestato per oltre 270.000.000 di euro: vi rendete conto della portata della cifra del dissesto? Sono ancora impuniti, i responsabili, e sono ancora ai propri posti. La magistratura senese si sta assumendo una grossa responsabilità nel non chiudere le indagini sul dissesto e sui brogli per l’elezione del rettore e a questo punto speriamo nell’intervento del CSM o nella Procura generale di Firenze. Come mai questi ritardi della magistratura senese? Nel caso di un ragazzo (come di altre persone) che è rimasto senza lavoro per via del dissesto il tempo non è stato così clemente. I dissestatori sono sempre ai propri posti e la gente (che ha famiglia e deve pagare i mutui) paga sulla propria pelle il banditismo di un ristretto numero di dissestatori. Colpevoli sono anche i silenzi della politica senese che, distratta nella corsa alle poltrone sulla Fondazione e sulla Banca MPS, non si rende conto che la situazione dell’università, se non viene risolta, porterà tutta l’economia senese nella crisi non solo economica, ma anche morale e della tenuta della percezione della legalità da parte dei cittadini. Come mai la magistratura senese non si muove? Meditate e non perdetevi di vista.
Ottobre 7th, 2011 — Note redazionali
Ci arrivano molte domande da lettori affezionati o meno. Abbiamo perciò deciso di cominciare, di tanto in tanto, a rispondere alle domande più frequenti o quelle che cicolpiscono di più. Naturalmente non risponde sempre la stessa persona, ma quello/quella nella redazione che del problema posto ne sa di più. Partiamo quindi con la prima domanda.
Molti lettori, anche a voce, ci domandano come mai, nello sfacelo che denunciamo in alcuni casi sembra che ci fissiamo su vicende alla fine dei salmi piuttosto marginali, come nel caso degli scopini da 60 euro + iva o sui libri in onore del Sultano stiglianese ordinati fuori bilancio da Maurizio Boldrini. Alla fine si tratta di cifre modeste se paragonate alla voragine da 270.000.000 creata dalla banda dei dissestatori.
Risponde Cesare Mori
Questi uffici sono dell’opinione che è anche vero che, soprattutto nel caso dei libri, la cifra sia molto modesta (per gli scopini meno). Tuttavia questi uffici fanno un’osservazione: a forza di 26.210 euro si fanno le voragini, non ne parliamo con cifre tipo quelle di scopini e dispenser che sono molto superiori. Ma non è neanche questo il problema: il problema è che sono, quelli citati, due esempi lampanti e grotteschi, che colpiscono molto l’opinione pubblica, di spreco di denaro pubblico e di prepotenza ed arroganza senza pari. Un ente pubblico come l’università è stato turlupinato da una classe dirigente di veri e propri banditi che non si sono fatti scrupolo di distruggere una prestigiosa istituzione, sperperando cifre iperboliche e – soprattutto – distraendole dal loro obiettivo (che era quello di produrre cultura) per interessi personali propri e dei propri clientes. E’ una cosa vergognosa che ha sortito più di un effetto disastroso. Non cesseremo di battere sulla questione Università fino a che i dissestatori non saranno puniti e costretti a mollare l’osso: dallo scopino alle grandissime truffe costate decine di migliaia di euro. E non cesseremo neanche di sollecitare i magistrati che sopra queste faccende, sebbene abbiano a disposizione una documentazione che fornisce prove inoppugnabili di reati gravissimi, ci dormono sopra. Questi uffici non possono credere che ci sia malafede da parte della magistratura, ma certo non si rende conto della difficoltà in cui mette decine e decine di persone che non vedono l’ora di costituirsi parte civile. Questi uffici non hanno più pazienza: hanno già comunicato a chi di dovere la situazione. La redazione di Fratello Illuminato è decisa a richiedere un’azione del CSM perché non si può dormire sopra a queste faccende.
Ottobre 7th, 2011 — Note redazionali
Il sindaco Ceccuzzi pochi giorni fa aveva annunciato che in Comune erano entrati “rigore e sobrietà”. Probabilmente sarà vero ma i due entranti “rigore e sobrietà” si sono dimenticati di passare dall’ufficio dell’assessore alla cultura Lucia Cresti. O non si rendono conto di quello che fanno certi amministratori pubblici o il senso del pudore è un concetto obsoleto: roba da cinematografo anni ’60.
Sentite questa. Stamani i giornali locali (con tanto di foto dell’assessore Lucia Cresti) annunciano che domani verrà inaugurata la collezione personale della stessa Lucia Cresti, con allestimento della collezione ad opera del responsabile del Forum della cultura della campagna elettorale del Ceccuzzi, Andrea Milani. E guarda caso Lucia Cresti e Andrea Milani sono legati dalla stessa “passione” per l’arte contemporanea attraverso l’associazione Brick.
Infatti sul sito dell’associazione Brick troviamo scritto: “L’8 Ottobre, in occasione della VII edizione della Giornata del Contemporaneo, promossa da AMACI (Associazione Musei d’Arte Contemporanea Italiani), BRICK – Centro per la Ricerca e la Cultura Contemporanea e inner room©re presentano:
UNA STORIA PARTICOLARE. architettura & arte contemporanea nella collezione Cresti”
Avete capito cari cittadini? Per la Giornata del Contemporaneo, l’assessore del Comune Lucia Cresti mica si è preoccupata di organizzare un evento di carattere pubblico per dare un contributo alla cultura senese: cosa c’è di meglio che autopromuoversi? Ecco come si gestisce la cultura in questa città con l’avvento dell’assessore alla cultura Lucia Cresti.
Se la Cresti è più interessata a promuovere se stessa non c’è nulla di male, però si dimetta immediatamente dalla carica di assessore pubblico. Vediamo se il “rigore e sobrietà” sono solo slogan ceccuzziani … o una pratica da rispettare negli enti pubblici. Auguri per la mostra e complimenti all’allestitore.
Ottobre 7th, 2011 — Note redazionali


Care lettrici e cari lettori, motivi di “salute pubblica” mi costringono ad anticipare il mio consueto editoriale della Domenica: la lettura di un libro mi obbliga a rendere partecipi tutti che esiste la testimonianza “letteraria anticipata” di come hanno depredato l’ateneo senese. Una sorta di apologia dei dissestatori. Gli allievi che narrano le gesta dei faraoni e dei comunicatori dissestatori.
La lettura di questo libro è imbarazzante, vomitevole e contemporaneamente dipana su carta le memorie di chi ha partecipato, avuto gratificazione e carriera, vissuto la nascita e l’evolversi del sistema del dissesto della prestigiosa università senese. Il mio editoriale si rivolge a tutti i lettori con particolare dedica alla magistratura senese che spero sequestri copia del libro e trasmetta avviso di comparizione in tribunale agli autori dello stesso libro in qualità di persone informate sui fatti. Mi sono letto anche un altro libro, ma le citazioni estrapolate da questo secondo testo vomitevole servono per dare l’incipit al resto dell’editoriale. Naturalmente la prima domanda che rivolgo ai soggetti interessati (magistratura e amministrazione dell’ateneo) è la seguente: con quali soldi sono stati stampati i libri in questione e quante copie sono state comprate dall’ateneo?
Il genio di Via Roma 56 ovvero Maurizio Boldrini nel libro “Un’idea di Università- Edizioni Franco Angeli” con Introduzione di Piero Tosi, nella Parte Prima, capitolo “Università, la reputazione oltre l’immagine” si poneva questa domanda: “Una idea o una ikea di Università?”. A parte la puttanata di domanda, la risposta se la son data quelli che invece di comprare gli oggetti all’Ikea, senza badare a spese hanno comprato scopini di design a 60 euro cadauno. Correva l’anno 2005 proprio gli anni in cui Boldrake era responsabile dell’area comunicazione e marketing. Bella reputazione dentro e oltre l’immagine. Sempre nel libro, il genio, nel Capitolo (dal titolo altrettanto demenziale) “Autonomia, un ponte per le torri d’avorio” (e aggiungo che forse si era confuso con le torri di Stigliano) scrive: “Se prima, infatti, le Università erano distanti perché opache, oggi potrebbero diventare incomprensibili perché troppo dinamiche …”. Sì caro genio, prima forse erano troppo opache, ma da quando siete arrivati voi il problema non si è più posto: a partire dalle casse dell’ateneo anche tutto il resto è diventato invisibile con dinamicità spaziale. Evito di citare altre puttanate simili dal libro per non tediarvi e quindi arrivo al vero motivo dell’editoriale: il libro “testimonianza anticipata” del dissesto.
Si tratta del libro “La Comunicazione utile” sottotitolo: “Il caso dell’università di Siena- Edizioni Franco Angeli, anno 2005” a cura di due luminari della letteratura boldriniana Alessandro Lovari e Davide Orsini (le persone informate sui fatti da chiamare dal tribunale). Gli autori che per me sono degli emeriti sconosciuti, dopo una ricerca tramite il Web 2.0, almeno per quanto riguarda uno degli autori, il boldriniano Alessandro Lovari, risulta aver appreso in pieno gli insegnamenti del genio e i vizi scomposti e abusati di Via Roma 56. Perché ho scoperto che il Lovari lavora all’università di Siena come personale tecnico amministrativo in Via Roma 56: la sede di scienze della comunicazione (o casa Boldrini) dove si erano insediati abusivamente con la sede operativa quelli di In.Fact (o forse son sempre li?, società del genero del genio. Non si era mai accorto il Lovari di questa presenza abusiva? Figuriamoci se si poneva il problema uno che su youtube e non, si spaccia come “professore e docente”. Il Lovari è dipendente dell’università di Siena in qualità di personale tecnico-amministrativo: quindi vediamo di volare bassi e smetterla di definirsi professore o docente (http://www.youtube.com/watch?v=6bgifFPgqAw). Forse da piccino il Lovari sentendo chiamare professore il Boldrini si sarà detto: se chiamano professore uno che non è laureato, io che ho una laurea sono professore al quadrato. In Via Roma 56 di geni ce ne sono due da oggi.
Ma veniamo alle memorie della nascita e dell’evolversi del dissesto. Dal libro del secondo genio di Via Roma 56 apprendiamo che “Con il decreto rettorale n. 122/1987-1988(rettore il garante dei garanti Luigi Berlinguer) viene istituita una Commissione tecnico-scientifica per lo studio delle iniziative legate al 750° anno di vita dell’ateneo senese”. Tra i componenti della commissione spiccano i nomi di Giuliano Catoni e del “primo dirigente dell’ateneo, Marcello Merolli”. E poi: “Ma è in occasione dei festeggiamenti per i 750 anni dell’università che viene istituito un ufficio stampa per informare sulle varie iniziative culturali in programma … nella seduta del 19 dicembre del Consiglio di amministrazione dell’Università di Siena il rettore informa che verrà costituito un ufficio stampa. Presenta in tal senso un articolato progetto predisposto dal giornalista professionista Maurizio Boldrini, che ha già svolto il ruolo di coordinatore dell’ufficio stampa con ottimi risultati, in occasione del convegno Il Futuro ha un cuore antico?, coadiuvato da Guido Parigi, Antonio Socci e Pino di Blasio”. In pratica dal libro si scopre che ai tempi del rettore Luigi Berlinguer, il genio Boldrini era il coordinatore di un ufficio stampa e il suo staff era composto dai “giornalisti professionisti Guido Parigi e Antonio Socci, oltre che dal “pubblicista” Pino di Blasio”.
Prima domanda: quanto sono costati al contribuente i festeggiamenti del 750° anniversario dell’Università e nello specifico l’ufficio stampa e lo staff del Boldrini?
Seconda domanda: i tre giornalisti Parigi, Socci e Di Blasio come mai non scrivono un bel pezzo giornalistico sulla loro esperienza al fianco dell’amico Boldrini e nel contempo non illustrano ai loro lettori la vicenda del dissesto spaventoso di oltre 270.000.000 di euro e dei famosi libri non autorizzati voluti da Boldrini per onorare il garante Luigi Berlinguer?
Sempre dal libro scopriamo (ma questo è risaputo) che dall’ufficio stampa nasce la famosa area comunicazione e marketing. E sempre dal libro ricordiamo chi faceva parte di questa mega area comunicazione (quanti soldi buttati via). Eccoli in fila i più fedeli boldriniani dell’area comunicazione e marketing: Alessandro Lovari (autore del libro), Davide Orsini (autore del libro), Monica Granchi (su questo nome ci ritorno subito dopo), Angela Caronna (figlia del direttore amministrativo di Unisi Antonio Caronna), Anna Gorini (attuale responsabile ufficio stampa università), Mario De Gregorio, Valentina Tinacci e tanti altri ancora senza dimenticare Sonia Boldrini (figlia di Maurizio) e Sabrina Pozzi (moglie di Angelaccio). Dal libro scopriamo che Monica Granchi (che non risulta mai essere stata dipendente dell’università) “dirigeva l’ufficio Produzione culturale all’interno del Centro comunicazione e marketing dell’Università di Siena: era direttore artistico di una rassegna di spettacoli e concerti agli studenti universitari e di un’etichetta musicale indipendente”. Insomma dentro l’area comunicazione e marketing il genio aveva raccolto a se la catena degli affetti di sangue e non. A questo punto chiediamo: quanto è costato al contribuente l’incarico di Monica Granchi e che tipo di incarico aveva e chi l’aveva deliberato?
Sempre nel libro, il secondo genio di Via Roma 56 ci ricorda il famoso UNISISHOP (l’altra puttanata per sputtanare soldi del contribuente) e in particolar modo ci ricorda che nell’anno accademico 2001/2002 nasce la “Linea giovane dell’ateneo” (facevano anche gli stilisti i dissestatori!!!) e “il settore marketing del Centro comunicazione e marketing d’Ateneo decise allora di attivare una gara tra 7 studi grafici per la realizzazione di questa nuova linea … Al termine della gara le diverse proposte vennero vagliate da una specifica commissione (domanda: dov’è quel bando di gara e chi erano i membri della commissione?), anche sulla base di una valutazione che teneva conto della spesa grafica e dell’originalità creativa: fu la società MILC di Siena ad aggiudicarsi la gara e a realizzare così con il Centro comunicazione e marketing la nuova linea giovane del merchandising”. Ma te pensa, la gara l’aveva vinta la MILC!!! Chi è la MILC? Su questo risponderemo in un intervento specifico: come quello fatto sulla Robespierre.
Avete capito? Con i soldi pubblici facevano gli stilisti, gli oggetti grafici: ma all’università si studiava o si cazzeggiava con le puttanate inventate dal Boldrini?
Concludo l’editoriale con una citazione dal libro del secondo genio di Via Roma che supera forse anche la disgustosa Ode a Piero Tosi scritta da Maurizio Bettini. La genia Monica Granchi nel libro del Lovari scrive: “Le parole di Einstein sembrano riecheggiare in quelle della terza relazione sullo stato delle Università italiane(20 settembre 2005) allorquando Piero Tosi, Presidente della Conferenza dei Rettori, introduce il concetto di nuovo umanesimo.” Cara Granchi (a parte una deprecazione pesante per l’apologia del Tosi) ma quali parole di Einstein e quale umanesino? Tosi e company hanno introdotto le parole di Attila e il concetto di dissestantesimo e LEI CARA MONICA GRANCHI insieme ad altri seguaci del “genio capo” ha ottenuto benefici dalla gestione Tosi-Boldrini dell’università: alla faccia di Einstein, dell’umanesimo, dei soldi dei contribuenti e della decenza civile.
In attesa di sentire riecheggiare gli avvisi della magistratura, nel frattempo cari geni e luminari (oltre a vergognarvi dei vostri giochi meschini e delle vostre ripetute opere di distruzione) avvicinate l’orecchio fuori dalla finestra cosi sentirete riecheggiare questo (http://www.youtube.com/watch?v=pQ0Pz3sOhH8).
W L’Italia liberata, la democrazia e la Giustizia.
Maestro James
Ottobre 6th, 2011 — Note redazionali
Vedendo i contributi assegnati nell’anno 2010 dalla Fondazione MPS (e che saranno anche fra gli ultimi come è noto) ci siamo resi conto che 20.000 euro sono erogati al Dip. di Studi Classici per la realizzazione di un atlante antropologico della mitologia greca e romana, cioè a Maurizio Bettini e al suo Centro che ha sede in Via Roma 57 nella Villetta del Glicine (che è forse l’infiorescenza con cui il compositore dell’epocale ode al dissestatore Tosi voleva inghirlandare il genio Maurizio Boldrini) che, fra l’altro, già costa al contribuente (cioè a noi tutti) la bella sommetta di 46.500 euro l’anno fino al 2014. Notiamo anche che è il secondo anno che viene finanziato questo magnificente progetto.

Quindi siamo a 40.000 euro. Dopo aver notato che con questi soldi forse ci si risolveva questo problema qui e dopo aver analizzato l’utilizzo spregiudicato che certi personaggi fanno del denaro pubblico (leggi qui) ci sentiamo di chiedere a Gabriello Mancini e ai membri della Fondazione che mandino urgentemente un’ispezione per controllare l’uso di quel denaro perché non vorremmo che il caro Bettini lo avesse speso per comprare un’altro po’ di materiale di cancelleria in questo noto magazzino di gomme da cancellare, lapis, carta e penne stilografiche.
Ancorché questo atlante sia stato prodotto, comunque un controllino è bene farlo perché 40.000 euro per fare un atlante antropologico del mondo antico ci ricorda ancora una volta questa scena.
Ottobre 6th, 2011 — Note redazionali

Quando si tratta di crisi aziendali e problemi legati al mondo del lavoro e agli stipendi dei lavoratori, non possiamo che esprimere piena solidarietà agli stessi lavoratori, pur non condividendo le scelte aziendali e nel caso specifico le linee editoriali di qualche redazione come quella del Corriere di Siena diretta dal giornalista Stefano Bisi.
Risulta che ieri il Gruppo Corriere di Perugia che edita anche il Corriere di Siena abbia firmato lo “stato di crisi”. Naturalmente sono questioni interne al gruppo, ma che non ci possono lasciare indifferenti visto si tratta di organi d’informazione e di lavoratori degli stessi. Sembrerebbe che “lo stato di crisi dichiarato” preveda che ai dipendenti venga decurtata una parte dello stipendio e che non si possano effettuare assunzioni o contratti.
Esprimiamo la nostra solidarietà ai dipendenti del gruppo: perché noi a differenza di altri faziosi siamo dalla parte dei lavoratori e non con chi arrogantemente pratica gestioni di enti pubblici macellando lavoratrici e lavoratori. Pur non condividendo la linea editoriale di Stefano Bisi, auguriamo rapide soluzioni per la salvaguardia dei dipendenti coinvolti dallo stato di crisi.
Vista la situazione, anche se ognuno è libero di fare quello che vuole, il parlamentare del PDL Rocco Girlanda nonché amministratore del gruppo Corriere, invece di pavoneggiarsi con il gesto regalare ad Amanda Knox un iPhone 4, un gesto (forse più apprezzato) poteva farlo nei confronti dei dipendenti coinvolti dallo stato di crisi. E vediamo se qualcuno a Siena la smette di celebrare premi con questi parlamentari.
D’altro canto l’esempio di comprarsi gli iPhone con soldi pubblici mentre una massa di poveracci stenta ad arrivare alla fine del mese viene anche dal magnifico Criccaboni, cioè il rettore tanto celebrato dal Bisi e dal suo giornale, quindi …
Buon lavoro e tanti auguri ai dipendenti del gruppo Corriere.
Il Cdr di Fratello Illuminato
Ottobre 6th, 2011 — Note redazionali

In condizioni normali a uno come Loriano Bigi, principale dissestatore, invece di concedergli un’udienza per discutere la sua richiesta vergognosa di risarcimento nei confronti dell’ateneo che ha dissestato, gli si faceva un bel processo e si sanzionava duramente per le sue responsabilità. Qui purtroppo, non solo il giudice del lavoro non si pronuncia (che farà?darà ragione al Bigi?), ma la Procura della Repubblica dopo tre anni non ha ancora chiuso le indagini sul dissesto vergognoso di oltre 270.000.000 di euro. Che cosa aspettano?
Ma non solo: il giudice del lavoro riconosce agli astabilizzandi il diritto di essere assunti dall’Ateneo, ma queste assunzioni non possono essere fatte per mancanza di capacità finanziaria dell’ente. Avete capito? I dissestatori hanno distrutto l’ente, i lavoratori sono in difficoltà economiche e chi ha perso il lavoro non ha il diritto di riprendersi il posto di lavoro perché qualche bandito ha distrutto le casse dell’ateneo. Siamo al paradosso, per colpa della lentezza delle indagini, che chi ha commesso reati e distrutto un ente pubblico rischia di farsi risarcire dallo stesso ente dissestato e chi non ha colpe rimane senza lavoro e rischia di perdere lo stipendio. Complimenti alla magistratura senese!!! E complimenti a quel sindacalista di Claudio Vigni che quando ricopriva il ruolo di segretario del sindacato invece di tutelare i lavoratori spalleggiava personaggi come Tosi, Boldrini e Loriano Bigi. E complimenti alle forze politiche per il loro silenzio e per aver lasciato nella merda migliaia di persone.
Che cosa aspettano i magistrati senesi a chiudere le indagini sul dissesto?
Che fine ha fatto l’inchiesta sull’elezione del rettore?
INTERVENGA LA PROCURA GENERALE DI FIRENZE E IL CSM.
Ottobre 5th, 2011 — Note redazionali




Ecco qua una bella carrellata di facce di dissestatori e post-dissestatori. Fermo restando, per essere chiari, che l’attuale segretario Guggiari non c’entra nulla con queste faccende, anzi presumibilmente gli è stato lasciato un campo arato, passiamo in questa quarta puntata ad analizzare il ruolo che nel dissesto cataclismico dell’università di Siena ha svolto la Cgil guidata da Claudio Vigni e soprattutto la FLC-Cgil di Diodato Angelaccio. Possiamo dire che ha funzionato da dissestante (senza dubbio) nonché da collante fra il tosismo ed il neo-tosismo di Criccaboni e Fabbro. Claudio Vigni, fiancheggiato da Diodato Angelaccio, Carlo Bruni, Lucia Maffei, il pargolo della Semplici da quando è arrivato a Siena, Guido Badalamenti e via discorrendo, ha sempre appoggiato Piero Tosi e tutta la sua cricca di dissestatori, ha quindi osteggiato Focardi e infine è tornata prepotentemente alla ribalta con l’avvento della premiata ditta Criccaboni e Fabbro.
D’altro canto come dimenticarsi delle riunioni a San Francesco fra i vertici della Cgil e Criccaboni in piena campagna elettorale? E come non notare che Criccaboni ha subito chiamato un dissestatore amministrativo del calibro di Ines Fabbro, che peraltro conosceva già nonostante l’abbia negato, come al solito rivelandosi un bugiardo (basta leggere questo)? E come dimenticarsi dei convegni organizzati dalla Cgil a Roma ai quali partecipavano, tutti insieme appassionatamente Fabbro, Bigi e Maffei a dimostrazione che era già tutta una cricca (vedi qui)?.
E come non notare che il buon Claudio Vigni, dopo aver partecipato in prima persona, insieme al fido Angelaccio che scorrazzava in missione con la macchina dell’Ateneo e si faceva dare come giocattolo dal suo amico Meconcelli assessore a Buonconvento il LAU che ci risulta ancora inspiegabilmente aperto, come non notare che questo intrepido protettore dei lavoratori è ora consigliere di amministrazione di MPS Capital Service? Da sindacalista a banchiere. Ma perché la banca non lo butta fuori a calci in culo dopo aver saputo tutto quello che ha combinato?
Insomma, prima si dissesta bene bene, poi si briga col rettore e col direttori amici, che hanno hanno bisogno dei tuoi voti, poi repentinamente si va nel culo ai lavoratori (che sono ovviamente in difficoltà perché oltretutto Criccaboni & Fabbro rischiano di far saltare qualche stipendio) e infine si diventa banchieri. Bene: speriamo che la banca si tuteli da questa gente
Ecco quindi che questi tutti entrano a far parte a pieno titolo e dei “dissesteurs” e dei copritori di pozzi merda da loro stessi aperti e scavati.
Una bella vergogna!!!
P.S. Prima di beccarci un altro rimbrottino vogliamo ricordare che l’Eretico (al secolo Raffaele Ascheri) aveva giustamente parlato malissimo di Vigni, in particolare là, nel suo libro “Le mani sulla città” dove la questione in esame è quella della casa degli “errori” dell’ottimo Paglialunga ai Cappuccini. Pace fatta?
Ottobre 4th, 2011 — Note redazionali