Qui siamo alla follia giuridica e al paradosso dei paradossi: i dissestatori si rivolgono giudice (che si riserva di decidere) per avere soldi dall’ente che hanno distrutto, mentre gli stabilizzandi (lavoratrici e lavoratori) hanno diritto ad essere assunti (come da sentenza), ma non subito perché l’Ateneo senese non ha la capacità finanziaria di farlo

In condizioni normali a uno come Loriano Bigi, principale dissestatore, invece di concedergli un’udienza per discutere la sua richiesta vergognosa di risarcimento nei confronti dell’ateneo che ha dissestato, gli si faceva un bel processo e si sanzionava duramente per le sue responsabilità. Qui purtroppo, non solo il giudice del lavoro non si pronuncia (che farà?darà ragione al Bigi?), ma la Procura della Repubblica dopo tre anni non ha ancora chiuso le indagini sul dissesto vergognoso di oltre 270.000.000 di euro. Che cosa aspettano?

Ma non solo: il giudice del lavoro riconosce agli astabilizzandi il diritto di essere assunti dall’Ateneo, ma queste assunzioni non possono essere fatte per mancanza di capacità finanziaria dell’ente. Avete capito? I dissestatori hanno distrutto l’ente, i lavoratori sono in difficoltà economiche  e chi ha perso il lavoro non ha il diritto di riprendersi il posto di lavoro perché qualche bandito ha distrutto le casse dell’ateneo. Siamo al paradosso, per colpa della lentezza delle indagini, che chi ha commesso reati e distrutto un ente pubblico rischia di farsi risarcire dallo stesso ente dissestato e chi non ha colpe rimane senza lavoro e rischia di perdere lo stipendio. Complimenti alla magistratura senese!!! E complimenti a quel sindacalista di Claudio Vigni che quando ricopriva il ruolo di segretario del sindacato invece di tutelare i lavoratori spalleggiava personaggi come Tosi, Boldrini e Loriano Bigi. E complimenti alle forze politiche per il loro silenzio e per aver lasciato nella merda migliaia di persone.

Che cosa aspettano i magistrati senesi a chiudere le indagini sul dissesto?

Che fine ha fatto l’inchiesta sull’elezione del rettore?

INTERVENGA LA PROCURA GENERALE DI FIRENZE E IL CSM.