De-Cresco

Nel leggere alcuni documenti pubblici dell’università siamo venuti a conoscenza di una struttura denominata CRESCO il cui responsabile era l’attuale rettore pro tempore Angelo Riccaboni.Essendo esterni alla struttura universitaria, ma attenti alle vicende della stessa,crediamo che sarebbe opportuno approfondire nell’interesse generale la questione del CRESCO.

Il PDL e le elezioni comunali

Il partito di maggioranza relativa al Governo Nazionale, ossia il PDL, ancora non pare avere le idee chiare su quale potrebbe essere il proprio candidato a sindaco.

Ma sono le idee a non essere chiare, oppure è difficile che qualcuno accetti di farlo?

Vediamo perché chiedendo aiuto ai numeri, che si sa in politica hanno un certo peso.

Alle amministrative del 2001 il candidato a sindaco per la Casa delle Libertà Massimo Fabio raccolse il 29,8% di consensi.

Alle elezioni comunali del 2006 l’allora candidato per il centro destra (tirato fuori all’ultimo tuffo) Alessandro Manganelli, portò a casa un magro risultato del 12,77%.

E il dato non poteva certo essere diverso considerato che Forza Italia prese un misero 5,93%Alleanza Nazionale un altrettanto misero 5,18%.

Quindi, numeri alla mano, il centro destra è stato capace di perdere, in cinque anni e con il Governo a Roma, abbondantemente ben oltre la metà dei propri elettori.

Stavolta riusciranno a prendere una percentuale a due cifre?

E’ logico che, in un tale panorama è ben difficile trovare un candidato.

Un politico puro è difficile che possa accettare, quindi andrebbero esclusi sia Lorenzo Rosso che Claudio Marignani perché se non dovessero essere in grado di superare quantomeno l’asticella di un 16-18% (dato che il PDL è la somma di due partiti) andrebbe a macchiarli per un bel pò il personale curriculum politico.

Quindi va cercato altrove. Ma dove? Nella c.d. società civile. Ma anche qui, chi è che si presterebbe a questo gioco?

Un qualsiasi professionista quale interesse potrebbe avere ad immolarsi sull’altare di una sconfitta certa? Magari sentendosi dire alle spalle ‘hanno messo lui perché non ci stava nessun altro? I rumors cittadini sul PDL dicono giri un sondaggio che li darebbe al 9%, un pò pochino per decidere di metterci la faccia.

P.S. qualche ingenuo del centro sinistra (o meglio qualche ex Ds) a questo punto potrebbe dire, se è così allora abbiamo già vinto: domanda, siamo proprio certi che per il PD, se il 9% del PDL fosse verosimile, sarebbe un bene? I latini dicevano “Intelligenti Pauca“.

Firmato

La Primula Rossa

A che punto è la notte. Frammenti vaganti al tempo della veglia.

Raoxsnà, la brillante, lentamente, per chi veglia con gli occhi fissati all’emisfero celeste, è giunta sopra il capo samt al-ra’s dell’antico guardiano. L’oscurità adesso conosce la speranza della luce, la fragile fede che ciandrà-mas alimenta sin dal crepuscolo per confortare i dispersi nelle tenebre. A che punto è l’oscurità delle coscienze … il tormento dei custodi non conosce requie. V’è un limite invalicabile che segna il luogo esatto dell’anima oltre il quale non è lecito procedere.
Viene detto il non-ritorno.
Quali sono le coordinate dell’anima che naviga a vista, quanto tempo ancora resta al principio immateriale רוח adduggiato e gravato prima che le costellazioni sanciscano il termine dell’era che sin ora ha contemplato lo sguardo … non è dato sapere l’ora, è concesso avvertire gli indefiniti presagi che nulla hanno della divinazione, ma che dalla mente discendono, che l’intelletto percepisce come vaghi segnali di un disagio diffuso. Cavete signa. Vi sono istanti che scandiscono la fine di un tempo storico. La circolarità e la natura ciclica del cosmo sostanziata nell’ουροβóρος esige un momento di rottura, uno iato che consenta il rinnovamento e l’eterno ritorno. La frattura non necessariamente è colta come un doloroso e traumatico sconvolgimento, talvolta i passaggi sono graduali e si dispiegano nel corso di secoli che predispongono un nuovo avvento. Si va radicando nella percezione di coloro che sono prossimi al risveglio, la consapevolezza dei transfughi, dei   superstiti di un universo spirituale che va dissolvendosi. I più inseguono ignari l’ectoplasma di un mondo che è già trascorso.
La trasfigurazione si ipostatizza sul tramite della realtà fenomenica ed eventuale percorrendo i sentieri del disorientamento, dell’assenza di verità che si confidavano  assolute, nella corruzione delle intime certezze, nella dissoluzione della σοφία ed il λόγος ritorna ignoto.
Prossimi sono i tempi Vegliate dunque.
“Voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati. Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!». (Marco 13,33 – 37)

Uriel David


Intervista esclusiva a Vulvia sul puma misterioso …

D) Buonasera Vulvia,scusi la mia telefonata improvvisa ma un grosso problema investe le nostre testate giornalistiche locali:Il puma è visibile ad occhio nudo o come si vocifera in ambienti paranormali è un animale misterioso?
R) Buonasera sono dentro la redazione di nanoducational channel ma pochi minuti posso dedicarli a questo vostro annoso problema.Puma su nanoducational channel…misteri della vita … era un puma o una suggestione felina di passanti innamorati? doamnda a cui la scienza moderna non trova risposte … ma solo su nanoducational channel avrai le tue risposte.Si,il puma è un animale … su questo siamo sicuri … misterioso ad occhio nudo!!!
D) Quindi non ci sono speranze di scovare questo puma che viene avvistato un giorno si e un giorno pure nelle vicinanze di Siena?
R) Non è escluso di sì … basta accendere la televisione su nanoducational channel…qui trovi tutto.Da mbuti al puma innamorato girellone in cerca di tane su tane…su nanoducational channel
D) Grazie per la breve conversazione e nel salutarla un ultima domanda:secondo lei per quanti giorni ancora le nostre testate parleranno di questo puma?
R) Misteri del puma misterioso … su nanoducational channel …

Parlando di padri, figli, carriere ed ospedali

DA REPUBBLICA
Scrivi un libro con papà e la carriera diventa più facile
Quando il cognome apre le porte delle riviste più prestigiose
di Franca Selvatici

«L´attività scientifica è documentata da 36 lavori in extenso e da numerose comunicazioni a Congressi internazionali, alcune delle quali pubblicate negli Atti. La qualità dei lavori è assai buona e alcuni di essi sono pubblicati su riviste con elevato impact factor». E´ il giudizio pronunciato da uno dei commissari di concorso sull´attività scientifica di Antonio Taddei, figlio del professore ordinario Gian Luigi Taddei, direttore del dipartimento di patologia umana e oncologia della facoltà di medicina di Firenze, policlinico di Careggi. Il 26 giugno 2007 Antonio Taddei, pur non avendo ancora completato la scuola di specializzazione, ha vinto un concorso di ricercatore di chirurgia generale nella facoltà di medicina di Firenze, policlinico di Careggi.

Il suo caso, come molti altri del resto, dimostra il vantaggio competitivo di cui godono i figli dei professori universitari che intendono intraprendere la stessa carriera dei genitori. Una discreta quantità delle pubblicazioni di Antonio Taddei, così apprezzate dai commissari di concorso, ha infatti fra i coautori suo padre Gian Luigi, e riguarda argomenti più attinenti alla anatomia patologica (la materia del padre) che non propriamente alla chirurgia. Come nota timidamente uno dei commissari di concorso, che del candidato Taddei scrive: «Presenta un lungo elenco di pubblicazioni (36) su riviste nazionali ed internazionali con impact factor con elementi di assiduità e di continuità nel tempo, anche se è presente in alcuni casi una originalità di ordine anatomo-patologico».

Una allusione abbastanza chiara, ma niente di più. In nessuna delle numerose relazioni di concorso che abbiamo avuto il modo di esaminare vi è mai il minimo cenno al fatto che molte apprezzate ricerche dei candidati immancabilmente destinati alla vittoria sono firmate anche dai loro illustri genitori.

Le pubblicazioni con babbo (e qualche volta mamma) non sono una esclusiva dei figli dei professori fiorentini. Anche l´università di Siena vanta una consolidata tradizione in materia. A partire dalla vicenda del concorso per ricercatore in malattie dell´apparato visivo vinto il 10 marzo 2003 da Gian Marco Tosi, figlio dell´allora rettore dell´Ateneo senese Piero Tosi, ordinario di anatomia e istologia patologica. All´epoca del concorso Gian Marco Tosi era un giovane medico brillante: «Autore – scrissero i commissari – di 24 fra pubblicazioni e abstracts, la gran parte delle quali su riviste di oftalmologia internazionali con elevato fattore di impatto».

I commissari non lo rilevarono, ma le pubblicazioni di maggiore rilevanza scientifica erano quelle in cui il nome di Gian Marco Tosi appariva, insieme con altri, accanto a quello di suo padre Piero Tosi e del professor Antonio Giordano, professore ordinario di patologia alla Thomas Jefferson University di Philadelphia, chiamato nel successivo 2004 dal rettore Tosi a dirigere un dipartimento di oncologia nell´ateneo senese. Concorso del figlio e chiamata del professor Giordano sono poi costati molto cari al professor Tosi, finito sotto inchiesta, sospeso dalle funzioni, costretto a dimettersi e ora in attesa di difendersi in aula da una serie di accuse, fra cui quella di tentata concussione dello studioso che, a suo rischio e pericolo, osò sfidare Gian Marco nel concorso di oculistica.

Il 2 maggio 2006, a neppure 28 anni, il dottor Francesco Setacci è divenuto ricercatore di chirurgia vascolare presso la facoltà di medicina dell´università di Siena, dove suo padre Carlo è ordinario di chirurgia vascolare. Oltremodo lusinghieri i giudizi dei commissari: «Il candidato mostra un curriculum ben articolato e progressivamente sviluppatosi, sin dalla tesi di laurea, tutto nell´ambito della chirurgia vascolare… L´attività di ricerca è manifestata da una produzione scientifica di assoluto livello qualitativo su argomenti di grande interesse e attualità, mostrando così un definito e coerente orientamento verso i temi oggetto delle innovazioni tecnologiche e quindi terapeutiche. Numerosi sono i lavori scientifici di rilevante interesse soprattutto nell´ambito delle terapie endovascolari dei tronchi sovraortici e dell´aorta. La produzione scientifica appare originale, ben sviluppata anche nell´analisi dei risultati».
Buona parte delle pubblicazioni vivamente apprezzate dai commissari di concorso risultano firmate da Francesco Setacci insieme con il padre Carlo, oltre che con altri autori. La stretta collaborazione li ha indotti a lavorare fianco a fianco nel reparto di chirurgia vascolare del policlinico Le Scotte, dove Francesco Setacci risulta tuttora operativo nonostante le direttive dell´assessore regionale alla salute Enrico Rossi dirette a interrompere la tradizione di padri e figli o mariti e mogli che lavorano nello stesso reparto e si trasmettono gli uni con gli altri i posti in ospedale o all´università.

Dall’Ateneo

Riceviamo e pubblichiamo
Nel mese di settembre, poco prima di andare via, il D.A. Barretta aveva emesso degli avvisi di mobilità interna (come prevedono la normale procedura e gli accordi sindacali). Sicuramente ciò era il frutto di un accertato bisogno di personale da parte di determinate strutture. Dalla fine di settembre, cioè da quando la procedura relativa a quei bandi era stata conclusa, i trasferimenti sono rimasti sospesi. Pensavamo che il D.A. reggente non se la sentisse di firmare i decreti ed aspettasse l’insediamento del nuovo D.A., ma nemmeno questa li ha firmati. Contestualmente però è stata adottata una nuova procedura (almeno credo) per i trasferimenti: la chiamata “ad personam”. Il nuovo staff della segreteria del Rettore è stato trasferito senza il minimo bando, nessuno sapeva, ma forse qualcuno poteva essere interessato. Stessa cosa per il Centro Servizi della Facoltà di Economia, nessun bando ma un trasferimento firmato direttamente dal D.A.
Morale della favola i bandi di Barretta sono stati messi in un cassetto e gli uffici (come il mio) che risultavano sotto organico si arrangiano (tanto gli straordinari non li pagano!!!). Ma la trasparenza amministrativa che fine ha fatto????
Non dovevamo dare almeno la sensazione che stiamo facendo le cose in maniera chiara e trasparente? E’ vero, l’Università ha molti problemi, troppi, ci sono priorità maggiori … questa storia va avanti da due anni, ora basta!!!!

Il PD e la Buona Politica

Volere la buona politica: e chi mai ne vorrebbe una cattiva? Sarebbe come chiedere se qualcuno è favorevole alla fame nel mondo. Lascio alla vostra immaginazione la risposta ad entrambi i quesiti. In tutta sincerità penso – anzi sono quasi sicuro – che l’agire in politica in una maniera sana, sobria e responsabile non debba essere affermato verbalmente di continuo, perché si rischia di ingenerare il sospetto che prima di ribadirlo agli altri debba essere ricordato a noi stessi. Oppure, il nostro agire è già improntato a questi principi e, in questa seconda ipotesi, il ribadirlo di continuo è per denunciare qualche malcostume. Ma allora si faccia uno sforzo di coraggio in più e si facciano anche un pò di esempi concreti e non si lasci sempre tutto alla libera interpretazione dell’interlocutore, con tutti i possibili fraintendimenti e ricostruzioni del caso. Se la politica incarnasse ogni giorno questi valori non sarebbe necessario ricordarlo ai cittadini, perché questi se ne accorgerebbero da soli. Il rischio di eventi come quelli del Forum, è di passare per un qualcosa ai autoreferenziale. Quanto sarebbe stato più utile al PD fare un’iniziativa su qualche argomento concreto e tangibile? Prendiamo la vicenda Università, per esempio. Da quello che si legge sulla stampa locale, non sembra che – almeno come responsabilità morale – sia stato detto nulla nel Forum di ieri sera. Forse, toccando l’argomento della buona politica e dell’etica, una parolina sull’argomento poteva anche essere pronunciata (facendo una considerazione del tutto cinica, anche i dipendenti dell’Ateneo votano e quindi ogni tanto sarebbe bene ricordarsene che sono un pochino incavolati e lo sono a ragione). L’Università poteva essere utilizzata come parametro di confronto tra i principi che dovrebbero ispirare un agire gestionale sano (buona politica) rispetto al saccheggio delle casse dell’Ateneo (cattiva politica), per esempio. Oggi nei vari resoconti si leggono tante belle e scontate parole, ma dubito che la gente abbia davvero necessità di questo. Le solite frasi del tipo, costruiamo un luogo in cui le persone possano dire le proprie opinioni e svolgere un ruolo da protagonista, le leggiamo ovunque e sappiamo bene che, nel concreto, non vogliono dire nulla. O meglio, il creare questi “luoghi” a ridosso delle tornate elettorali rischia di creare solo l’effetto opposto, perché se un partito (e soprattutto chi ne fa parte) svolgesse davvero la sua funzione, i desiderata delle persone, quantomeno di massima, si conoscerebbero eccome per il semplice fatto di stare in mezzo alla gente ogni giorno. Se, però, questo contatto si perde perché si dà per scontato che quella stessa gente possa essere avvicinata solo all’ultimo momento dandole un nome da votare, allora è chiaro che si debbano inventare tutte le forme per cercare di riprenderne la fiducia. Il PD senese ha senza dubbio i suoi consulenti in comunicazione che studiano cosa sia meglio e sono certo che lo fanno con senso di responsabilità. Ma, a mio personalissimo giudizio, mi sembra che l’aspetto comunicazione sia quello che più di ogni altra cosa avrebbe bisogno di essere rivisto perché, in tutta sincerità, non mi sembra del tutto efficace. Si parla di nuovi mezzi di comunicazione, si parla di internet. Ma non basta passare dall’ambiente reale a quello virtuale senza apportare nessuna modifica nelle tecniche della comunicazione stessa. Ciò che un osservatore non esperto come me percepisce, è che ci si limiti solo a traghettare nel web, così com’è, un linguaggio che appare un pò vecchiotto e consunto già al di fuori della sfera virtuale. Ma il linguaggio che avvicina gli internauti deve essere completamente diverso; deve essere rapido, veloce, fatto di immagini efficaci e soprattutto accattivante. Forse, anche su questo versante, una breve riflessione il PD potrebbe farla. Il tempo passa e le lancette dell’orologio verso le elezioni comunali continuano a correre.

Firmato

La Primula Rossa

Bau Bau News!!! Il puma con le galosce

Premesso che nessuno metterebbe mai in discussione la veridicità sia delle parole che dell’esistenza del ragazzo che si firma Marco Pacciani e che dice di aver visto il famoso puma a Siena.
Solo alcune rapide osservazioni. Nel caso anche una persona volesse inviare una lettera ad un giornale, iniziarla facendo i complimenti per aver scritto del puma sinceramente mi sembra un pò strano.
Seconda osservazione. E’ una descrizione così dettagliata e così tendente a dare un senso a quanto da giorni sta scrivendo Bisi, da sembrare un pò forzata.
Terza osservazione. Dice stanno “sparendo” conigli, galline e gatti”. Tutto può essere, ma ci sembra strano che questi animali semplicemente “spariscano”: cosa fa il puma, entra in un giardino o recinto; li narcotizza con il cloroformio dopo di che richiude ben benino i cancelli che aveva aperto per entrare e li sequestra portandoli via? Certo, sarebbe un puma davvero prudente: prima regola, non lasciare tracce.
Strano, perché in genere quando animali di tal fatta girano in cerca di cibo, non è che ci vadano tanto per il sottile, anzi, appena trovano una preda l’amazzano sul posto e, in quel caso, magari qualcuno avrebbe trovato o un paio di zampe di coniglio o mezza ala di una gallina sparpagliati in giro.
Allora si, in quel caso ci sarebbero prove tangibili. E non solo. Accanto a tutto questo eventuale spollinìo sarebbero state rintracciate anche le orme, e siccome il puma non crediamo che si sia messo le calosce per cacciare, da qualche parte dovevano pur esserci.
L’unica nota positiva che facciamo è che il “lettore” è una persona che studia e si informa.
Infatti, su Wikipedia (enciclopedia online) sono riportate esattamente le stesse frasi scritte nella mail mandata al corriere, soprattutto scorrendo nella parte “Caratteristiche” in cui si dice che “è il quarto felino più grande e aggressivo della terra”, ma altre erudite “citazioni” le troviamo anche nel descriverlo quale “Leone di montagna” nonché in relazione al fatto che vive sulle montagne americane (se non avete nulla di meglio da fare e volete divertirvi un attimo al gioco “scopri le differenze” leggendo i due testi).
E, poi, un’ultima cosa, ma manco si sa se esiste ed è la seconda volta che nel giornale del Bisi viene scritto che qualcuno lo aveva preso come animale domestico e gli è scappato. Ma chi glielo ha detto?
Forse dipenderà da noi che, non essendo raffinati giornalisti, non capiamo né scoop né il giornalismo d’inchiesta.

Premesso che nessuno metterebbe mai in discussione la veridicità sia delle parole che dell’esistenza del ragazzo che si firma Marco Pacciani e che dice di aver visto il famoso puma a Siena.
Solo alcune rapide osservazioni. Nel caso anche una persona volesse inviare una lettera ad un giornale, iniziarla facendo i complimenti per aver scritto del puma sinceramente mi sembra un pò strano.
Seconda osservazione. E’ una descrizione così dettagliata e così tendente a dare un senso a quanto da giorni sta scrivendo Bisi, da sembrare un pò forzata.
Terza osservazione. Dice stanno “sparendo” conigli, galline e gatti”. Tutto può essere, ma ci sembra strano che questi animali semplicemente “spariscano”: cosa fa il puma, entra in un giardino o recinto; li narcotizza con il cloroformio dopo di che richiude ben benino i cancelli che aveva aperto per entrare e li sequestra portandoli via? Certo, sarebbe un puma davvero prudente: prima regola, non lasciare tracce.
Strano, perché in genere quando animali di tal fatta girano in cerca di cibo, non è che ci vadano tanto per il sottile, anzi, appena trovano una preda l’amazzano sul posto e, in quel caso, magari qualcuno avrebbe trovato o un paio di zampe di coniglio o mezza ala di una gallina sparpagliati in giro.
Allora si, in quel caso ci sarebbero prove tangibili. E non solo. Accanto a tutto questo eventuale spollinìo sarebbero state rintracciate anche le orme, e siccome il puma non crediamo che si sia messo le calosce per cacciare, da qualche parte dovevano pur esserci.
L’unica nota positiva che facciamo è che il “lettore” è una persona che studia e si informa.
Infatti, su Wikipedia (enciclopedia online) sono riportate esattamente le stesse frasi scritte nella mail mandata al corriere, soprattutto scorrendo nella parte “Caratteristiche” in cui si dice che “è il quarto felino più grande e aggressivo della terra”, ma altre erudite “citazioni” le troviamo anche nel descriverlo quale “Leone di montagna” nonché in relazione al fatto che vive sulle montagne americane (se non avete nulla di meglio da fare e volete divertirvi un attimo al gioco “scopri le differenze” leggendo i due testi).
E, poi, un’ultima cosa, ma manco si sa se esiste ed è la seconda volta che nel giornale del Bisi viene scritto che qualcuno lo aveva preso come animale domestico e gli è scappato. Ma chi glielo ha detto?
Forse dipenderà da noi che, non essendo raffinati giornalisti, non capiamo né scoop né il giornalismo d’inchiesta.

Semplicemente domenica tra l’editoriale di Eugenio Scalfari,quello di Tommaso Strambi e un puma di troppo

“E la bandiera dei tre colori è sempre stata la più bella”. Questo è il titolo dell’editoriale di Eugenio Scalfari sulla Repubblica di oggi che condivido e che segnalo alla lettura. E inoltre Scalfari scrive: “Riflettere sulle condizioni dell’Italia dopo 150 anni di  storia unitaria, dei quali 85 di monarchia e 65 di repubblica, si presta anche ad un consuntivo che riguarda al tempo stesso le condizioni economiche e politiche del Paese e i suoi valori culturali e morali”.

La lettura di Eugenio Scalfari mi stimola alcune considerazioni domenicali su questioni rilevanti della città di Siena che taluni politici e settori dell’informazione locale tendono a far dimenticare o sui quali addirittura creano disinformazione ben precisa.

LE INCHIESTE DELLA MAGISTRATURA SENESE SULLE ELEZIONI DEL RETTORE E SUL DISSESTO FINANZIARIO DI OLTRE 200.000.000 MILIONI DI EURO

I tempi son maturi per conoscere l’esito di tali inchieste e tali esiti sono ancor più necessari per due ordini di motivi: L’università di Siena è stata devastata da precise gestioni che devono venir fuori velocemente con le precise responsabilità, in modo da comprendere con quali figure e risorse umane lo stesso Ateneo possa essere rilanciato e gestito per ridargli ruolo e dignità istituzionale; secondo motivo, ma non secondario: tante persone e rispettive famiglie pagano il dissesto personalmente e vivono questa condizione con esasperazione. E siccome la politica che governa non è in grado o non vuole dare delle risposte con atti consequenziali, urge senza altri rinvii la risposta dagli organi preposti all’accertamento delle responsabilità dei dissestatori.

Ed ecco che calza a pennello la citazione di Eugenio Scalfari: “… un consuntivo che riguarda al tempo stesso le condizioni economiche e politiche … e i suoi valori culturali e morali”.

L’EDITORIALE DEL DIRETTORE DELLA NAZIONE DI SIENA TOMMASO STRAMBI DAL TITOLO “LE RETTE E L’EQUITA'”

Condivido l’intervento dello Strambi. Non serve la demagogia per intervenire su queste questioni come l’aumento delle rette al Campansi. Vero. E aggiungo: come mai con tanti soldi della Fondazione, invece di destinarli (e qui possiamo elencarli con i dati delle erogazioni) su soggetti o progetti meno importanti per la Comunità, non si sono investite somme ingenti per garantire livelli di servizi sociali di qualità senza gravare ulteriormente le tasche dei cittadini con redditi bassi? Questa è la questione di fondo. Ed è la dimostrazione del fallimento di un modo di organizzare la gestione del sociale e del governo dei partiti senesi di questi ultimi 10-15 anni. Facciamo tutti una riflessione e non sottovalutiamo questo fallimento di governo della città, senza false chiusure ideologiche e senza chiudersi nel “sono contento perché io personalmente sto bene”.

Concludo augurando a tutti una buona domenica, con la speranza di non dover più leggere paginate di cronaca locale su di un puma che nessuno trova e che nessuno ha immortalato. Finché non lo trovano, parliamo di cose serie per la vita della nostra Comunità.

Ad Maiora

Maestro James

Κρίσις à rebours

______À rebours, controcorrente e a ritroso nel tempo sulla via dell’esatta percezione delle radici immanenti di un étimo mistificato.
Il nichilismo, l’alterazione fattuale, il disorientamento politico, la scarsa lucidità di pensiero, lo scetticismo che quasi rasenta il pirronismo tradisce l’archetipo lessicale che va significando l’espressione verbale di crisi. Nella teoria del linguaggio, condizione primaria ed unica della fedele formulazione comunicativa, i nomi sono segni di segni, con i quali l’uomo tenta di dare un ordine al mondo (U. Eco, Il nome della rosa), con i quali si assolve all’occorrenza dell’estrinsecazione della rappresentazione mentale. Il criterio ordinatore che surroga il Kaos
l’assenza, il vuoto comunicativo degli esseri pensanti è la parola con la sua forza evocatrice e con i suoi esiti limitanti. Richiamare il termine crisi per configurare lo stato in cui versa l’architettura economica e politica di Siena, non connota un intento di ordine pessimista o peggio calamitoso o ancora venato da funesti presagi millenaristici, ma rivela tout simplement lo iato che prelude ad una fra le possibili scelte ad un vaglio critico e severo necessitato da un incontrovertibile stato di fatto. Coloro che tendono a travisare, adulterando il significato terminologico di cui ci si avvale, per un maggior rigore concettuale, si dispongono forse a distogliere surrettiziamente la concentrazione sulla questione fondamentale che, con evidenza cristallina, traspare dalla contingenze che hanno determinato le angustie attuali. La crisi implica una trasfigurazione (Dal lat. transfiguratione (m) ‘trasformazione’) che si opera per mezzo di una valutazione scevra da moventi preconcetti e livellatori. La valenza simbolica degli ideogrammi cinesi che compongono il termine crisi, il primo, wei, che corrisponde all’idea di  problema,  ed il secondo, ji,  che significa opportunità o possibilità delinea senza ambiguità di sorta la logica che anima il pensiero.
stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus.
Uriel David