Volere la buona politica: e chi mai ne vorrebbe una cattiva? Sarebbe come chiedere se qualcuno è favorevole alla fame nel mondo. Lascio alla vostra immaginazione la risposta ad entrambi i quesiti. In tutta sincerità penso – anzi sono quasi sicuro – che l’agire in politica in una maniera sana, sobria e responsabile non debba essere affermato verbalmente di continuo, perché si rischia di ingenerare il sospetto che prima di ribadirlo agli altri debba essere ricordato a noi stessi. Oppure, il nostro agire è già improntato a questi principi e, in questa seconda ipotesi, il ribadirlo di continuo è per denunciare qualche malcostume. Ma allora si faccia uno sforzo di coraggio in più e si facciano anche un pò di esempi concreti e non si lasci sempre tutto alla libera interpretazione dell’interlocutore, con tutti i possibili fraintendimenti e ricostruzioni del caso. Se la politica incarnasse ogni giorno questi valori non sarebbe necessario ricordarlo ai cittadini, perché questi se ne accorgerebbero da soli. Il rischio di eventi come quelli del Forum, è di passare per un qualcosa ai autoreferenziale. Quanto sarebbe stato più utile al PD fare un’iniziativa su qualche argomento concreto e tangibile? Prendiamo la vicenda Università, per esempio. Da quello che si legge sulla stampa locale, non sembra che – almeno come responsabilità morale – sia stato detto nulla nel Forum di ieri sera. Forse, toccando l’argomento della buona politica e dell’etica, una parolina sull’argomento poteva anche essere pronunciata (facendo una considerazione del tutto cinica, anche i dipendenti dell’Ateneo votano e quindi ogni tanto sarebbe bene ricordarsene che sono un pochino incavolati e lo sono a ragione). L’Università poteva essere utilizzata come parametro di confronto tra i principi che dovrebbero ispirare un agire gestionale sano (buona politica) rispetto al saccheggio delle casse dell’Ateneo (cattiva politica), per esempio. Oggi nei vari resoconti si leggono tante belle e scontate parole, ma dubito che la gente abbia davvero necessità di questo. Le solite frasi del tipo, costruiamo un luogo in cui le persone possano dire le proprie opinioni e svolgere un ruolo da protagonista, le leggiamo ovunque e sappiamo bene che, nel concreto, non vogliono dire nulla. O meglio, il creare questi “luoghi” a ridosso delle tornate elettorali rischia di creare solo l’effetto opposto, perché se un partito (e soprattutto chi ne fa parte) svolgesse davvero la sua funzione, i desiderata delle persone, quantomeno di massima, si conoscerebbero eccome per il semplice fatto di stare in mezzo alla gente ogni giorno. Se, però, questo contatto si perde perché si dà per scontato che quella stessa gente possa essere avvicinata solo all’ultimo momento dandole un nome da votare, allora è chiaro che si debbano inventare tutte le forme per cercare di riprenderne la fiducia. Il PD senese ha senza dubbio i suoi consulenti in comunicazione che studiano cosa sia meglio e sono certo che lo fanno con senso di responsabilità. Ma, a mio personalissimo giudizio, mi sembra che l’aspetto comunicazione sia quello che più di ogni altra cosa avrebbe bisogno di essere rivisto perché, in tutta sincerità, non mi sembra del tutto efficace. Si parla di nuovi mezzi di comunicazione, si parla di internet. Ma non basta passare dall’ambiente reale a quello virtuale senza apportare nessuna modifica nelle tecniche della comunicazione stessa. Ciò che un osservatore non esperto come me percepisce, è che ci si limiti solo a traghettare nel web, così com’è, un linguaggio che appare un pò vecchiotto e consunto già al di fuori della sfera virtuale. Ma il linguaggio che avvicina gli internauti deve essere completamente diverso; deve essere rapido, veloce, fatto di immagini efficaci e soprattutto accattivante. Forse, anche su questo versante, una breve riflessione il PD potrebbe farla. Il tempo passa e le lancette dell’orologio verso le elezioni comunali continuano a correre.
Firmato
La Primula Rossa