Bau Bau News!!! Cachemire per tutti, al via i saldi invernali!!!

La sinistra è in cachemire (dichiarazione di Silvio Berlusconi gennaio 5 gennaio 2011, intervistato da Alfonso Signorini). La sinistra indossa il cachemerino anche a tavola (dichiarazione di Mauro Rosati del Pd senese gennaio 7 gennaio 2011, intervistato da “Il Giornale” di Paolo Berlusconi)
Domanda al candidato a sindaco del PD: sei proprio sicuro che alcuni degli alleati della tua costruenda coalizione siano proprio fedeli alla linea fino in fondo? Ceccuzzi, sveglia!!!

Etica, senso civico e sobrietà

A proposito di Etica, Senso Civico e Sobrietà, il particolare momento di crisi diffusa è ancora, secondo me, lontana da finire impone riflessioni serie e obiettive. Riflessioni che non dovrebbero quasi avere patria, ma dovrebbero astrarsi da tutto ed orientarsi solo al buon senso.
Dai tagli che stiamo leggendo, le comunità, tutte stanno arretrando, le prospettive future non solo appaiono, ma putroppo sono, sempre più incerte e questo vale, dove più dove meno, per ogni realtà, Siena compresa.
Il lavoro anche in quegli ambiti che fino ad oggi sembravano intoccabili in termini di sicurezza dello stipendio, non lo è più. In un tale momento, nessuno dice che debba essere vietato il diritto a divertirsi. Ci mancherebbe altro. Anzi, ho sempre dubitato di coloro che non siano riusciti, in maniera sana, a farlo. Ma è l’ostentazione di certe forme, di certi stili di vita che ora più che mai stride e salta agli occhi.
Sobrietà e meritocrazia. Verissimo e giustissimo. Mai come ora queste due parole, con ciò che dovrebbero rappresentare, costituiscono i due fondamentali pilastri per una ripresa sia economica che, soprattutto, morale. Non vorrei che, giustifica certi atteggiamenti “sboroni ed arroganti” giustificali oggi, giustificali domani, alla fine ci si assuefacesse e abituasse, facendoci inquinare le menti con un vederli come “normali”
Questo non deve avvenire mai. Alla normalizzazione del marcio non ci deve mai abituare e si deve avere il coraggio non solo di reagire, ma anche di opporsi e prenderne fermamente le distanze.
Non solo per la cattiva reputazione che certi gruppi e modi attaccano anche a chi li si avvicina. Va fatto per un motivo più alto. Per rilanciare una realtà in modo sano. E, attenzione, io non sono affatto un moralista. Ma tra l’essere moralisti e aver superato l’umana soglia della tracotanza e della strafottenza c’è una bella differenza. Riflettete, compagni.
Per far passare tra l’opinione pubblica una buona azione ci vuole una vita. Per essere ingiustamente assimilati al marcio, è un attimo.

Riflessioni sulle dichiarazioni del vice segretario comunale dei Riformisti Andrea Bellandi

Fossimo in sede di processo penale verrebbe classificato in uno dei seguenti modi: colposo, doloso o preterintenzionale?
Questa la nuova riflessione che mi gironzola per la testa da quando ho sfogliato anche questa mattina i quotidiani locali. E sapete in relazione a cosa? Al Bisi.
Il suo modo di riportare alle cronache – e con tutta questa forza – la questione Aeroporto di Ampugnano ha fatto rinfrescare la memoria ai cittadini di Siena su tutto ciò che ha a che fare con quella vicenda, sia in relazione ad un possibile sviluppo economico sia, però, in relazione all’indagine aperta con i relativi indagati.
Perché andrebbe spiegato, forse, che non sempre la notorietà è gradita ed opportuna.
Nel dibattito è intervenuto anche Andrea Bellandi dalla sua legittima carica, in quanto eletto in un congresso politico come vice segretario comunale PSI-Riformisti (lo stesso in cui militano anche Silvia Lazzeroni e Riccardo Martinelli).
Lo stesso Bellandi (che ho letto con attenzione) nella parte finale del suo intervento pone un quesito interessante che riporto “se qualcuno pensa che è bene parlare di Ampugnano così si evita di cercare le responsabilità politiche sull’Università […] a mio avviso commette un grave errore”.
A chi dovesse capitare di leggere queste mie rapide riflessioni chiedo solo un iniziale filtro di interpretazione. Per un attimo abbandonate le eventuali simpatie e/o antipatie verso chi ha rilasciato questa dichiarazione, ma leggetela solo così com’è.
Attenzione perché potrebbe rischiare di essere preoccupantemente vera.
Perché è vero che sulla vicenda di Ampugnano, come ha fatto a tutti ricordare Bisi, c’è un fascicolo aperto in Procura, ma rispetto a quelli aperti sull’Università, a confronto, è un gioco da ragazzi.
Non è che qualcuno, come ipotizzato da Bellandi, preferisce guardare il bruscolo e non la trave?
Perché Bisi non si è detto parimenti indignato e non ha tacciato come barbarie i dissesti economici sfacciatamente portati avanti negli anni passati all’Ateneo? Una bella domanda davvero, perché?
E’ vero, anche in questo caso le responsabilità penali verranno accertate dall’organo preposto a farle, ossia la Magistratura, ma quelle politiche? Non sarà arrivata l’ora non solo di farle emergere, ma anche di metterle in piazza? Ma con chi si confronta Bisi tutti i giorni? Con chi scambia informazioni (perché sarebbe normale che un giornalista lo facesse)? Ma pensa davvero che per le “lastre” delle responsabilità politiche e morali dell’Ateneo non se ne parli?
Dato che le casse dell’Ateneo sono state letteralmente saccheggiate (e, per amore di precisione, non è che i soldi saccheggiati fossero di un privato e la loro sparizione non andasse a ripercuotersi su nessuno; qui ci sono migliaia di dipendenti diretti sulle cui teste è stato cinicamente giocato, oltre a tutto l’indotto che ruota attorno all’Università e, all’interno del quale, è facile ipotizzare ci lavori tanta altra gente) non trova Bisi che la stessa accezione di “barbarie” vada anche ad altri? Perché non lo abbiamo mai letto?
Ripeto la domanda iniziale, ritirare fuori dal cassetto la vicenda di Ampugnano, è stato doloso, colposo o preterintenzionale (nel senso che è sfuggita di mano)?
P.S. Caro Bisi, fossi in Ceccuzzi sarei un capellino stufo di farmi un mazzo tanto, metterci la faccia, cercare di trovare i giusti e normali equilibri che nella sua posizione sono fondamentali e poi vedere ogni mattina che, come con la tela di Penelope, il lavoro portato faticosamente avanti di giorno, qualcuno lo disfa di notte.
Firmato
La Primula Rossa

Ecco chi detta la linea del centro-sinistra senese: Bellandi, Bisi, Mussari

Questi uffici leggono le dichiarazioni sconvolgenti del vice segretario dei Riformisti di Siena, alleati del Ceccuzzi e di Iantorno di Rifondazione, Andrea Bellandi che puntualmente risponde ai richiami del sedicente giornalista Stefano Bisi in difesa dei loro comuni amici indagati per la vicenda di Ampugnano e del suo presidente Enzo Viani. Non si capisce dove veda il Bellandi, preso dal sacro fuoco dell’indignazione, i “sommari processi di piazza”. Non lo capisce che così facendo mette in dubbio la legittimità delle indagini della Magistratura? E poi: per la vicenda universitaria non si deve cercare responsabilità politiche, ma – come dimostrano i 27 + 7 avvisi di garanzia, responsabilità penali che sono tutta un’altra cosa. Comunque se vuole saperne di più basta che chieda ai suoi amici sempre legati alla nomenclatura berlingueriano-tosiana che abbondano in Banchi di Sotto (Iantorno incluso sebbene amico suo non sia, ma alleato sì).

Un’altra domanda che sorge spontanea a questi uffici: ma il candidato sindaco del PD (ma non ancora di tutta la coalizione) On. Franco Ceccuzzi che ne pensa delle esternazioni scomposte dei propri alleati e del proprio sedicente giornalista di riferimento? Pensa di poter stare zitto senza prendere posizione sino a maggio? I Cittadini non sono così fessacchiotti ed hanno già compreso qual’è il giochino.

Di questi uffici

Cesare Mori

Resurgite!

“che la fenice more e poi rinasce,
quando al cinquecentesimo appressa
erba né biada in sua vita non pasce,
ma sol d’incenso lacrima e d’amomo,
e nardo e mirra son l’ultime fasce”.
(Inferno XXIV, 107-111)
Pare che sia di raro splendore il canto della fenice morente … L’ultimo dono ch’ella reca ai mortali incantati prima di affidarsi alla fiamma del sole per resuscitare a nuova vita quando il proprio ciclo vitale sfiora la soglia dei secoli a lei concessi. Dalle ceneri odorose, fragranti dei mille aromi che hanno alimentato il fuoco che l’ha annientata, risorge una sfolgorante e novella creatura che, aprendo le magnifiche ali, prende il volo per andarsi a posare sull’albero sacro modulando una melodia di ineffabile meraviglia…
Da lungo tempo oramai rifletto restando sempre ammaliato, sul mito dell’araba fenice. La condivisione non della conoscenza, ché non è dato neppur lambire, ma delle proprie e dimesse considerazioni è parte integrante ed essenziale del servizio cui obbedisco. E mai come in questo giorno non lieto, ma nondimeno non oscurato dall’assenza di auspici, mi preme affidare a chi avrà l’indulgenza di scorrere questo scritto, il minuto frammento del pensiero che percorre la mente. Le tracce di un mutamento sostanziale ed esistenziale in atto sono tangibili e non sono avvertite dall’aruspice, ma dall’inquietudine che si insinua fraudolentemente nell’animo di ogni individuo sensibile. Occorre forza d’animo, temperanza, coraggio. Occorre ritrovare quella severa fierezza che ci connota come i primi e i soli demiurghi non solo del proprio destino, ma anche della sorte e della fortuna dell’intera collettività. Un compito ed un intento comune volti a ristabilire una corretta ed esemplare sovranità popolare vincolano l’etica e la morale di ciascun individuo dotato della naturale inclinazione al bene. Non è più il tempo del compianto, è il tempo della rinascita. Non è più il tempo del timore, è il tempo della fermezza. Teniamo, tenete fede ai doveri che la natura stessa vi impone, ci impone  per non dover amaramente rimpiangere il momento di una scelta difficile, ardua sì, ma costruttiva. Occorre il lume del discernimento obbiettivo, solidale, quel discernimento che oltrepassa il limite egoistico del proprio confine. Troppe già troppe sono state e sono a tutt’ora le empirie egocentriche di governo che come esito ultimo hanno determinano e determinano una sempre più oscura e deleteria frammentazione delle forze politiche. Si rende indispensabile un sodalizio integro,corretto, schietto e leale per sopravanzare un ormai degenerato sistema politico.
Resurgite, dunque. L’araba fenice come tutti i miti è specchio della realtà possibile: “… si ciba non di frutta o di fiori, ma di incenso e resine odorose. Dopo aver vissuto 500 anni, con le fronde di una quercia si costruisce un nido sulla sommità di una palma, ci ammonticchia cannella, spigonardo e mirra, e ci s’abbandona sopra, morendo, esalando il suo ultimo respiro fra gli aromi. Dal corpo del genitore esce una giovane Fenice, destinata a vivere tanto a lungo quanto il suo predecessore. Una volta cresciuta e divenuta abbastanza forte, solleva dall’albero il nido (la sua propria culla, ed il sepolcro del genitore), e lo porta alla città di Heliopolis in Egitto, dove lo deposita nel tempio del Sole (Ovidio)”
Uriel David

Sondaggi

Giunge a questi uffici la notizia di un sondaggio da effettuarsi da parte del partito di Verdini (PD+L), partito stupefacentemente (ma non tanto) sponsorizzato dal sedicente giornalista Stefano Bisi, su quattro nomi: Riccardo Pagni, Franco Masoni, Vittorio Mazzoni della Stella (che però ha manifestato contrarietà alla cosa e non ha la minima intenzione di farsi sondaggiare) e – Attenzione!!! Attenzione!!! – Vittorio Stelo. Ora questi uffici si dichiarerebbero a dir poco meravigliati che Stelo (e il suo sodale Semplici che – insistiamo – non si riesce a capire su quanti tavoli giochi: Pietraserena, La Città ai Cittadini, le LCS da cui ad oggi non ha dichiarato di uscire), protagonista di rilievo per esempio nel comitato No Ampugnano, vada incontro al partito di Verdini favorevole all’ampliamento di Ampugnano come dichiarato anche oggi dal coordinamento provinciale. Si dichiarerebbero meravigliati se non avessero, questi uffici, disvelato già nei giorni scorsi, l’evidente progetto dei fuoriusciti dalle LCS: affossare le LCS e creare una lista di appoggio al PD+L in modo da non rompere l’asse Ceccuzzi-Mussari-Marignani, col risultato di contorno di continuare a perseguire le proprie ambizioni personali.

Di questi uffici

Cesare Mori

Un contributo di riflessione rivolto al PD

Bisi continua a fare pubblicità al Comitato contro l’ampliamento dell’aeroporto di Ampugnano portando di nuovo all’attenzione dei cittadini il manifesto affisso in Pescaia.
Con un’aggiunta, però, la risposta dell’unico partito che poteva dare a Bisi un sostegno alla sua chiamata alle armi.
E quale sarà mai il partito? Molti di voi diranno con sicurezza. Il Partito Democratico. E invece no, il PDL.
Devo dire che la cosa, ancora una volta non mi stupisce affatto e vi spiego, secondo me, il perché.
E’ fin troppo evidente che Bisi non è più il giornalista di riferimento del Pd e non perché si siano rotti chissà quali equilibri, forse più semplicemente perché i tempi cambiano e il partito di maggioranza relativa in città potrebbe anche essersi stufato di farsi dettare la propria agenda politica da ciò che la mattina scrive il Bisi. E questo, sempre forse, lui non lo ha capito o meglio non vorrebbe che così fosse .
Più che Corriere il giornale dovrebbe cambiare il suo nome in “Faziere” in senso di fazioso (che ricordiamo non essere un’offesa, ma sta a significare “essere animati da spirito di parte”) e, non me ne abbia Bisi dato che è più o meno lo stesso modo in cui espone molte volte il proprio solitario pensiero (perché, solo per fare un esempio, non è che Bisi può pensare che quando dà dello sfascista a Focardi dal suo giornale sia giusto e rappresenti un’opinione e quando sono gli altri a scrivere qualcosa su di lui invece è un’offesa), solo che prima la faziosità si poteva leggere come orientata verso gli allora Ds e poi Pd, ora il giocattolo è diventato trasversale e la linea da tenere e promuovere non è politica: è semplicemente Bisiana.
Ossia, si promuove chi lo segue a prescindere dal colore politico. Strano modo di fare giornalismo. E, infatti, oggi a dargli man forte è arrivato quel PDL di Marignani (lo stesso, per coerenza che risponde alla corrente interna di Rocco Girlanda e Verdini) che con un modo di rivolgersi al Bisi che più che di riflessione politica sembra un “agli ordini” con frasi come “Sollecitati dal direttore Bisi” giustificandosi, addirittura, per non aver risposto subito al suo appello.
Rimango della mia opinione, ma agli indagati tutto questo ritorno di notorietà della vicenda Ampugnano, dopo mesi mesi e mesi di silenzio sull’argomento, Bisi pensa che faccia piacere? O forse gli stessi avrebbero preferito che nessuno si mettesse tutti i giorni a fare paginate per rinfrescare la memoria? Perché a prescindere dalle responsabilità che solo la magistratura potrà accertare, è ovvio che quando una persona a torto o a ragione si trova coinvolta in un’inchiesta non ha piacere che per lo sfizio di qualcuno la gente, che magari per un attimo se n’era dimenticata, ritorni a guardarla mentre passa per il corso dicendo tra sé e sé “già è vero, tizio è indagato”.
Mi auguro che il Pd rifletta su queste cose. L’ora delle agende politiche dettate dalle prove di forza e dai livori di terzi sarebbe bene terminasse.
Firmato
La Primula Rossa

Morte per l’anima

un mare di parole
scivolano via,
stanche di non trovare giaciglio.
la scatola d’acciaio,
custode del cuore,
si chiuderà nuovamente.
un vento freddo
mi attraversa le membra,
un vento freddo
sposta i pensieri altrove,
ove non arriva memoria di te.
e se questa è morte per l’anima,
non posso far altro
che chiudere gli occhi e pregare
perchè essa pace
un dì
possa trovare.

Erica Taibi

Cosa ha trovato nella calza Stefano Bisi?

Riceviamo e pubblichiamo

Ampugnano: Bisi contro tutti
Dal puma ai volatili. Dopo il puma ancora una volta uno scoop nella ridente cittadina di Siena. Tra i normali volatili presenti nel linguaggio dell’ornitologia politica, che da sempre dividono i giornalisti politici tra falchi e colombe, è arrivato un nuovo uccello: il tordo (la cui specie più comune si chiama “Tordo Bottaccio” della famiglia dei passeracei o nel linguaggio scientifico Turdus philomelus).
E cosa c’entra, direte voi, con Ampugnano? Niente, ma mi ci stava bene.
Ma torniamo all’oggetto del titolo. Non solo nessuno si era accorto del cartello in Pescaia realizzato dal Comitato contro l’ampliamento di Ampugnano che augurava un buon rinvio a giudizio agli indagati, ma soprattutto, è dall’estate – periodo in cui arrivarono gli avvisi di garanzia ai sedici indagati tra cui l’amico “fraterno” di Bisi, Enzo Viani – che praticamente anche in città non se ne parlava più, perché, come Bisi dovrebbe sapere, una notizia una volta data e non riportata successivamente all’attenzione del pubblico, passa abbondantemente in cavalleria nella testa della gente.
Dato che tra gli indagati c’è anche questo suo fraterno amico, ma pensa davvero di avergli fatto un gran piacere nell’aver ricordato a tutta la comunità che sulla vicenda Ampugnano c’è un’inchiesta aperta e ci sono degli indagati? E’ proprio sicuro che gli indagati avessero tutta questa voglia che l’argomento venisse rispolverato?
Ad occhio e croce mi verrebbe da dire di no.
E poi, basta con questi appelli al mondo, lanciati in maniera livorosa attraverso i quali ci si incavola perché le forze politiche non li seguono. In relazione al manifesto Bisi scrive “un modo barbaro di fare politica che non ha suscitato lo sdegno di esponenti politici e di partiti”; ma, il Bisi, ma cosa voleviache scrivessero le forze politiche? Il Pd, per esempio, che peraltro ha dichiarato che l’ampliamento dell’aeroporto non rappresenta una sua priorità, quanta voglia, Bisi, pensa che abbia che i senesi si ricordino delle “calibratissime” ed “oculatissime” esternazioni del suo amico di Loggia Enzo Viani in cui ipotizzava l’arrivo di ben 4 milioni di passeggeri?
E ricordare che Bellandi e Rosati, esponenti di spicco di Per Siena, sempre secondo la raffinata analisi di Bisi, avrebbero dovuto pronunciarsi in quanto favorevoli all’ampliamento dell’aeroporto, pensa sia stato di aiuto per qualche suo amico? Gli sembra, forse, a Bisi, che il tavolo del centro sinistra non abbia già troppi problemi da gestire? Ci si mette anche a lui a soffiare sul fuoco?
E poi, la vera chicca, il Pd non si sarebbe espresso su questo “barbaro” manifesto in cambio di una manciata di voti: ma di chi? Di quelli del comitato contro l’aeroporto? La sottile analisi andrebbe per caso in questa direzione? Questa poi, in fantasia, supera addirittura la vicenda del puma (che il puma non se ne abbia a male, per carità) e perché no, magari l’avvocatessa Mariani a capo del Comitato elettorale di Ceccuzzi.
Davvero una fervida immaginazione, una fantasia che vola, vola, vola … chissà, forse il tordo, alla fine, invece qualcosa in questo ragionamento c’entra.
P.S. Se fossi nell’avvocatessa Mariani avrei già chiamato Bisi per ringraziarlo della pubblicità, magari, dato che siamo ancora in odore di feste, mandandogli un bel cesto con prodotti tipici comprese un po’ di salsicce di puma, così potrebbe finalmente dire di averlo trovato.
La Primula Rossa