Gennaio 17th, 2011 — Note redazionali
“Nave sanza no
cchiere in gran tempesta” (Purgatorio, VI, 77)
L’oscura e aspra temperie che trascorre sull’incognito nostro tempo restituisce l’ottenebramento ancora più segreto ed imperscrutabile. Tal la metafora del vascelletto al giungere dell’ignota burrasca qual la tenebra che avvolge, come il traditore nell’ombra, lo πνεύμα lo spirito incorporeo ed inconsciamente dolente. La μεταμόρφωσις non si compie senza un bruciante travaglio, assoggettata alle eterne leggi dell’universo. Non è dato lenimento alcuno. L’equilibrio della transmutatio non può essere adulterato dalla soluzione lenitiva, pena la frattura insanabile con le armonie naturali, con l’ordine del cosmo, con l’euritmia del πνοή dell’Artefice. Il flusso κολπώδης del corso epocale serba a riparo e a sostegno dell‘individuum, dell’uno, dell’indivisibile e dell’irripetibile la συνήθεια, la familiaritas, la necessitudo, la fratellanza. L’intrinsichezza, la con-divisione autentica, la κοινωνία di intenti e di affetti, l’eufonia del pensiero e dell’anima sono racchiusi entro i termini latini di familiaritas, familia e necessitudo che non va significando inevitabilmente solo necessità in senso ontologico, ma bisogno, inteso come l’interdipendenza imprescindibile che congiunge tutti gli esseri viventi in un unico afflato esistenziale: Ecce quam bonum et quam iucundum habitare fratres in unum (Salmo 132,1). La sýnthesis dell’esistenza umana e civile si sostanzia in un atto unificante della coscienza, nel pensiero comune dell’individuo, nella cognizione volta al superiore sacramento del bene comune. Il ἱερεῖον il sacrificium di sé, dal latino composto sacer e facere, rendere sacro, il cui voto non tollera infrangimenti, voca a sé l’ideale della fratellanza universale, del pensiero e della preghiera comune per la trasfigurazione della sfera esistenziale dall’unico all’unità. Ergo, Non Nobis.
Uriel David

Gennaio 17th, 2011 — Note redazionali
Questi uffici sono a interrogarsi sulla nuova divisione contenuta nel bando di cui avremo modo di riparlare per la sua palese illeggittimità del 13/01/2011 di avvicendamento degli Ep dell’Università di Siena, nuova divisione titolata Divisione di supporto ai corsi di specializzazione e dottorati di arre mediche. La domanda che si pongono questi uffici è: non sarà mica per dare una responsabilità di vertice alla sig.ra Chiara Roscino? No così per saperlo.
Firmato: Cesare Mori
Gennaio 17th, 2011 — Note redazionali

Ci risulta che i due in effigie stiano prendendo una serie di decisioni che dovrebbero coinvolgere il Consiglio di Amministrazione. Contrariamente a quanto dichiarato in più occasioni da entrambi sulla trasparenza e sull’equità, considerato fra l’altro che l’Ateneo è un ente pubblico e quindi sottostà alla normativa sulla trasparenza degli atti amministrativi tutto ciò è altamente irregolare.
Si capisce fra l’altro perché in un recente CdA abbiano voluto far passare una limitazione degli accessi agli atti con tracciamento degli utenti. Perché non sono trasparenti e non seguono le corrette procedure. Ricordiamo a tutti che autonomia non significa essere svincolati dall’ordinamento della Repubblica Italiana.
Di questi uffici: Cesare Mori
Gennaio 17th, 2011 — Note redazionali
Il PD sta evaporando, si salvi chi può. “Niente tavolo senza Ceccuzzi”: perché scriverlo, vuol dire che sta tornando in discussione la sua candidatura?
“Alleiamoci con i moderati fin dalle Comunali. Il fenomeno mediatico Vendola si sgonfierà“. Sapete da quale fonte arrivano queste parole? A dirlo è addirittura il vice segretario nazionale del PD Enrico Letta.
Ancora una volta traspare l’amara impressione che il Partito Democratico più che da una una fusione sia nato (e abbia continuato a vivere fino ad ora) nella totale confusione.
Per “moderati” dovrebbero, presumibilmente, intendersi alcune – se non tutte – forze politiche appartenenti al nuovo Terzo Polo composto infatti da Fli-Api, Udc e, sempre presumibilmente, liste civiche almeno a livello di elezioni amministrative.
Guardando al nostro piccolo microcosmo senese, dopo queste affermazioni tornano a balenare nella testa alcune domande e curiosità.
Oramai il PD sta palesemente andando in totale ordine sparso (e, nonostante ciò, guai anche a livello periferico a dirsi sostenitori dei c.d. ‘rottamatori’ Renzi, Civati & C.- anche se forse sarebbe meglio definirli più semplicemente ‘politici’ – alla cui “rottamazione” pare essersi aggiunto negli ultimi giorni anche il governatore toscano Enrico Rossi) e quindi è logico non esista una linea politica univoca, sia circa la strategia da mettere in campo sia circa le alleanze, che da Roma venga diramata alla periferia e dalla stessa seguita pedissequamente.
E, forse, per il PD senese questa sostanziale anarchia è anche un bene.
Riflettiamoci insieme. Pensate, amici, se le dichiarazioni di Enrico Letta (che nel PD non può certo definirsi una seconda o terza fila, anzi) con cui abbiamo aperto questa chiaccherata dovessero applicarsi alle comunali a Siena: cosa farebbe il PD a quel punto?
Perché, in un partito normale, un vice segretario nazionale che dice “Alleiamoci con i moderati fin dalle comunali…” dovrebbe essere seguito. Ma tutto ciò, ribadiamo, in un partito normale. Cosa che il PD sembra ogni giorno di più non essere affatto.
E qui ritorna l’interrogativo che ci siamo posti ieri: ma il PD quanto tempo potrà resistere in queste condizioni? Senza una linea unitaria, neanche all’orizzonte, senza una identità ben definità, senza un’amalgama, senza un punto in comune e, soprattutto, come logica conseguenza di tutto questo, con un elettorato in emorragia continua? Poco, davvero poco.
Ritorna, allora, il concetto di voto “inutile” altresì detto sprecato, e ancora prima di un tale voto, la poca utilità nello spendersi per il diessino Ceccuzzi a tutt’oggi candidato del solo PD.
Un candidato con un partito quasi fantasma alle spalle che un domani sarebbe costretto necessariamente a rivedere le sue alleanze. Quindi, ciò che votereste oggi non è detto rimanga tale domani.
Verrebbe da dire che il realismo non lascia spazio all’ottimismo per il PD (o meglio ai Ds) senese.
Che qualcosa traballi davvero si potrebbe intravedere anche nel titolo che un quotidiano locale ha dato pubblicando un documento dei Riformisti (quello al quale appartengono Bellandi e Riccardo Martinelli) “Niente tavolo senza Ceccuzzi”.
Grazie al quotidiano per questo titolo che ha permesso ai cittadini di introdurre un nuovo elemento interpretativo: il nome di Ceccuzzi come candidato potrebbe essere messo in discussione, se no un tale titolo non avrebbe avuto senso metterlo.
Voto utile contro voto inutile, amici, rifletteteci bene.
Nei prossimi giorni continuerò a riflettere e ad analizzare con voi, dal mio punto di vista, sul perché…
Firmato
La Primula Rossa
Gennaio 17th, 2011 — Note redazionali

Questi uffici fanno una proposta al sedicente giornalista Stefano Bisi: sono disposti a mettersi alla ricerca del puma sguinzagliando anche il cane Paco a patto che Bisi si metta a scrivere nella sede distaccata del quotidiano animalogico delle isole Figji. Almeno si fa una vacanza e smette di fare giornalismo d’accatto.
Di questi uffici: Cesare Mori
Gennaio 16th, 2011 — Note redazionali

Questi uffici, spigolando sul il Senso della Misura vengono a scoprire che fra i vari affitti che ancora sono in essere presso l’Ateneo senese e che contribuiscono ad aumentare il debito strutturale (affitti passivi) c’è il seguente
Il Glicine via Roma,57 | Centro Inter. St. Antropologici e della Cultura Antica | € 46.500,00 | 30/11/2014
Il direttore del Centro è Maurizio Bettini, berlingueriano di ferro e già in odore di rettorato alla fine dell’epoca Berlinguer. Alcune osservazioni: 1) il Senato accademico nell’ultima seduta ha tagliato in toto il XXVIII ciclo di dottorato. Basterebbe lasciare quell’affitto e si potrebbero attivare due borse di dottorato. 2) sempre a proposito di dottorati e di altre irregolarità commesse o autorizzate dagli organi di governo a favore di Maurizio Bettini e di Omar Calabrese è bene guardare ancora uno volta a quanto hanno da dire sul Senso della Misura
1) Nel biennio 2004/2005 alcuni docenti sono stati esonerati dall’insegnamento nei corsi ufficiali presso l’università d’appartenenza per creare corsi di dottorato per il Consorzio interuniversitario ISIT (poi divenuto SUM). Tale esonero era espressamente limitato al biennio 2004/2005. Par di capire che i Proff. Omar Calabrese e Maurizio Bettini abbiano usufruito di tale esonero.
2) Con D.M. (ministro Letizia Moratti) del 18/11/2005 fu istituita l’università SUM di Firenze.
3) La legge 311/58 (art. 11) vieta il comando dei professori di ruolo da una ad altra istituzione universitaria.
4) Negli A.A. 2006/2007 e 2007/2008, nonostante il divieto, due docenti dell’ateneo senese sono stati comandati presso l’università SUM di Firenze: Omar Calabrese (a tempo pieno) e Maurizio Bettini (a tempo parziale).
5) In sostanza, Calabrese e Bettini sono stati retribuiti dall’ateneo senese per svolgere attività didattica a Firenze, contravvenendo al disposto sull’obbligo di svolgere prioritariamente i propri impegni didattici e scientifici presso la sede dove risultano in organico. Gli studenti senesi sarebbero stati privati delle lezioni del prof. Calabrese, semiologo di fama internazionale.
Intanto questi uffici ritengono che sia sufficiente riflettere su questo. Poi provederanno ad altre informazioni sul caro Bettini …
Di questi uffici: Cesare Mori
Gennaio 16th, 2011 — Note redazionali
… di questo articolo di Penati che fa luce su tutta una serie di aspetti della gestione della banca MPS su cui, nella propria presentazione al Santa Maria della Scala, Ceccuzzi si è guardato bene dal pronunciarsi. Aggiungiamo l’osservazione che sull’Università e il suo dissesto Ceccuzzi ha detto tre parole tre, sul MPS neanche quelle tre e comunque non ha parlato di tutto quanto segue. Ci sorge spontanea la domanda: ma di che cacchio ha parlato Ceccuzzi? Del nulla più assoluto, supponiamo.
LE SCELTE DI MPS PESANO SUI CLIENTI
15 gennaio 2011 — pagina 28 sezione: ECONOMIA
DAL 2007, il Monte Paschi di Siena (Mps) ha perso quasi l’ 80% del proprio valore: quasi il doppio del settore in Europa. Eppure Mps dovrebbe essere il prototipo di banca radicata sul territorio: poco rischiosa, virtuosa e redditizia. Ma, purtroppo, legare la propria attività a un’ economia destinata alla stagnazione significa sofferenze in aumento e clienti sempre meno redditizi. Per Mps si aggiungono la lentezza nel tagliare i costi operativi; il peso di acquisizioni a prezzi inflazionati proprio alla vigilia della crisi, e una patrimonializzazione tra le più basse in Europa. La crescita esigua degli utili non basta a ricostruire rapidamente il patrimonio, senza tener conto dei quasi 2 miliardi di Tremonti bond da ripagare, e dei dividendi che il socio Fondazione esige. La via dell’ aumento di capitale sembrerebbe obbligata. E qui cominciano i problemi. La Fondazione che controlla la banca col 55% del capitale sociale (e il 46% dei diritti di voto) non vuole farsi diluire, ma non ha risorse per la ricapitalizzazione: la partecipazione nella banca (80% del suo patrimonio) è immobilizzata per evitare una minusvalenza da 1,6 miliardi; c’ è poi un altro miliardo di investimenti immobilizzati (private equity e similari). Rimangono meno di 500 milioni di attività liquide; troppo poco. Così, scatta la caccia alla plusvalenza (contabile) per rimpolpare gli utili (contabili) di Mps. Nel 2009, 220 milioni di utili netti ne scontano 292 di plusvalenza dalla cessione dell’ asset management; altri 200 da cessioni nei primi 9 mesi del 2010 (utile netto di 357). Ma per chiudere l’ anno in bellezza (contabile) servivano i 430 milioni di plusvalenza, ottenuti cedendo i propri sportelli, con affitto garantito per 24 anni, a un Consorzio appositamente costituito (da Mps, Mediobanca, e alcune società di servizi). Il Consorzio, con 55 milioni di capitale, compra gli immobili di Mps per 1,674 miliardi, grazie a un mutuo di 1,673 miliardi erogato da Mps. Un’ esagerazione, anche per gli standard delle banche italiane: come si possono considerare veritieri prezzo e transazione, visto che l’ acquirente è interamente finanziato dal venditore? Quindi, per non apparire creditore del Consorzio, Mps finanzia una Stichting olandese (forma di fondazione poco trasparente, senza patrimonio e quindi soci espliciti) che utilizza il prestito per costituire Casaforte, una srl italiana da 100 mila euro di capitale; che acquista da Mps il credito nei confronti del Consorzio.A sua volta il Consorzio riversa gli affitti degli sportelli a Casaforte per sostenere l’ onere del debito. Qualche giorno prima di Natale, giusto in tempo per la chiusura del bilancio, il cerchio si chiude con il collocamento di 1,536 miliardi di obbligazioni Casaforte presso il pubblico (e 133 milioni presso istituzionali). Si tratta di obbligazioni a lungo termine (scadenza 2040; stimata effettiva 2030) prive di garanzia esplicita da parte di Mps, che pagano il 3% e, dal 2012, l’ Euribor +1,05% (maè 1,755% lo spread che l’ emittente, in una nota del prospetto da 332 pagine, definisce congruo col proprio rischio), con possibilità di rimborso anticipato dal 2020, non quotate, illiquide e quindi cedibili prima della scadenza solo a Mps (che si impegna a riacquistarle, valutandole però sulla base di uno spread fisso aumentato a 1,46%) e gravate da quasi 6% di commissioni e costi vari. È lo stesso emittente a stimare che il bond, illiquido e rischioso, nell’ 89% dei casi renderà, alla scadenza, quanto un titolo liquido e privo di rischio; e addirittura meno, nell’ 8% dei casi. Chi mai vorrebbe comperarlo? I risparmiatori clienti di Mps, naturalmente. Chissà se hanno capito che l’ emittente nonè la banca.O che la banca sta scaricando su di loro il rischio di una transazione immobiliare fatta solo per riportare una plusvalenza contabile a fine anno? Ma non è finita. Dal 2020 Mps ha il diritto di riscattare tutte le azioni degli altri soci del Consorzio; e nella stessa data Casaforte può rimborsare anticipatamente tutto il debito. Insomma, fra 10 anni Mps può smontare tutto, riprendersi gli immobili a prezzo di perizia, e lasciare gli investitori con un pugno di mosche. Ma la contabilizzazione dell’ agognata plusvalenza è assicurata. Ai risparmiatori clienti di Mps, un sentito grazie. –ALESSANDRO PENATI
Gennaio 16th, 2011 — Note redazionali

Le elezioni comunali stanno per arrivare (nonostante ci sia chi fa di tutto per farlo dimenticare parlando solo del fantasma del puma credendo, magari, che quello possa anche essere definito giornalismo d’inchiesta) e, a tutt’oggi, una precisa e granitica definizione degli schieramenti pare non esserci.
Fantapolitichiamo di nuovo e lanciamoci ancora una volta nell’ipotizzare possibili scenari.
Che il Partito Democratico a livello nazionale praticamente non esiste più a notarlo non è certo solo La Primula Rossa, dato che basta limitarsi a sfogliare ogni giorno i quotidiani nazionali per capire quanto la fine sia vicina. Anzi, direi abbondantemente sopra il livello di guardia.
Questo cosa potrebbe voler dire. Innanzitutto una cosa. Laddove fosse il candidato del PD a vincere le elezioni a Siena (al ballottaggio?) di sicuro avrà poca certezza che la compagine di maggioranza rimanga tale per tutto l’arco del mandato.
E’ oramai pacifico che il PD è seduto sopra un polveriera; talmente sul punto di esplodere che ad ogni voce di un possibile ritorno alle urne per le elezioni politiche cerca aiuto in chiunque, vedendo se almeno in quel modo è possibile sopravvivere. Anche se più che il PD, a cercare questo aiuto, sono gli ex Ds.
Il c.d. Terzo Polo potrà accogliere un po’ di tutto e allo stesso tempo non aver grossa difficoltà a farlo digerire ai propri simpatizzanti, cosa ben più difficile per i Ds i quali dovrebbero pensare prima di tutto a come potrebbero prendere questa ipotesi i loro elettori. Siamo sicuri che stanno accettando di buon grado questa ricerca affannata verso un nuovo raggruppamento al cui interno ci sono esponenti della ex Alleanza Nazionale? Anche perché, riflettiamoci insieme; in questi ultimi tempi quando ci sono state, in giro per l’Italia, le primarie per la scelta dei candidati a sindaco e a confrontarsi nella sfida elettorale erano uno del PD e l’altro espressione di Vendola, ha sempre vinto il candidato di quest’ultimo.
Questo può voler dire due cose. O il PD (ma soprattutto i Ds che un tempo erano maestri per mobilitare la gente, ma ripeto, un tempo) non conosce più né il suo elettorato né, cosa ben più grave, i suoi iscritti in modo da poterli orientare, o la base del PD (ma soprattutto gli ex Ds) preferisce e si sente più rappresentata da un Vendola che si dichiara apertamente di sinistra, accezione che ai Ds di ieri confluiti nel PD di oggi comincia ad andare un bel po’ stretta.
Tutto questo preambolo, direte voi, cosa c’entra con Siena? C’entra eccome, cari amici. Perché, nell’ipotesi di vittoria (forse e comunque al ballottaggio) di Ceccuzzi (ad oggi ancora candidato del solo PD) dato il progressivo, inevitabile e rapido sgretolamento del PD nazionale è molto probabile che possa trovarsi paradossalmente in minoranza in Comune.
Pensate, per un attimo, a che peso politico potrebbe avere un sindaco il cui partito a Roma praticamente non esiste più perché cannibalizzato da mille correnti interne in evidente guerra tra di loro.
A pensarci bene mi viene in mente quella frase del linguaggio politico del c.d. “Voto utile” da contrapporsi al “Voto inutile” che si ha quando viene dato (o meglio, in quanto potenzialmente inutile sarebbe meglio dire, sprecato) a qualche persona fisica o a qualche partito politico che per le più svariate ragioni non darà alcuna garanzia futura di portare avanti le nostre aspettative. E non, magari, perché non vorrebbe farlo, ma molto più semplicemente perché l’ambito in cui si trova a muoversi non glielo consente.
Ma ve lo immaginate cosa potrebbe accadere anche agli equilibri politici senesi se, come pare sempre più vicino, il PD a livello nazionale esplodesse o implodesse, poco importa, comunque sia, in una sola frase, non ci fosse più? E gli ex Ds si ritrovassero nuovamente nelle secche della politica, relegati a tornare nello spazio della sinistra da cui tanto, in questi anni, hanno fatto per smarcarsi? Ce li vedete i diessini che oggi vestono cachemire a dover tornare ad allearsi in maniera ben più stretta di adesso con la sinistra vera di Vendola e Rifondazione?
Riflettete sul voto utile, amici, perché i rumors romani danno il PD oramai prossimo all’estinzione. E, a quel punto, cosa ve ne fareste di un candidato a Sindaco PD senza più un partito a Roma alle spalle?
Ma non finisce qui, approfondiremo questa riflessione nei prossimi giorni…
Firmato
La Primula Rossa
Gennaio 15th, 2011 — Note redazionali
… che presumibilmente non arriveranno perché spigolando nel sito del Senato della Repubblica, tanto per fare un esempio, questi uffici – che da sempre individuano in Jolanda Cei Semplici uno dei tasselli fondamentali del dissesto universitario insieme a Ceccuzzi-Mussari-Berlinguer-Tosi–Riccaboni-Iantorno-Vigni-Boldrini-Cardini ed altri – si sono accorti di questa interrogazione che dimostra chiaramente che la Semplici aveva dato un ordine di servizio che, alla fine dei salmi, avrebbe buttato fuori dall’Ospedale dei malati di tumore che necessitavano di un’operazione. Pensate che non sia nelle corde di questa dissestatrice dare suggerimenti come quello dato alla cena con Ines Fabbro che questi uffici hanno rivelato proprio ieri? Leggete il passo:
SENATO DELLA REPUBBLICA – XIV LEGISLATURA – 842a SEDUTA PUBBLICA – RESOCONTO – SOMMARIO E STENOGRAFICO – MERCOLEDÌ 13 LUGLIO 2005 – (Pomeridiana)
DEMASI, ULIVI, COZZOLINO – Ai Ministri della salute e dell’istruzione, dell’università e della ricerca – Premesso che:
notizie di stampa riportano oggi che in data 21 giugno 2005 la Direttrice Generale dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Siena, Jolanda Semplici, ha riunito tutti i Responsabili delle Chirurgie chiedendo loro di “tagliare”, dal 1° luglio al 4 settembre 2005, la metà dei posti-letto disponibili;
il Prof. Enrico Pinto, Primario di Chirurgia Oncologica nella suddetta Azienda Ospedaliera, opponendo la peculiarità del proprio reparto, avrebbe respinto tale ordine di servizio, non ritenendo di poter rifiutare il ricovero a pazienti colpiti da patologie tanto gravi quali sono i tumori;
in data di ieri, 12 luglio 2005, la Direzione Sanitaria faceva pervenire al Prof. Pinto una missiva in cui si dispone che nel reparto di Chirurgia Oncologica da lui diretto i turni di accettazione chirurgica siano sospesi ed affidati temporaneamente ad altre due Unità dirette da altri Primari, sospendendo de facto il Prof. Pinto dalle sue mansioni cliniche, cosa che gli impedirebbe anche di espletare le sue funzioni di docente,
si chiede di sapere se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza di quanto premesso e, in caso affermativo, se intendano intervenire qualora fosse provata l’illiceità del provvedimento, che comunque penalizza, primi tra tutti, i pazienti affetti da tumore che necessitano delle cure del reparto del Prof. Pinto.
Guardate in che mani! E pensate, cari universitari maltrattati e brutalizzati, se queste persone si farebbero dei problemi a buttare per la strada un trecento impiegati. Questi uffici invitano tutti i dipendenti universitari a ribellarsi contro questi soprusi, contro queste angherie. Fate valere i propri diritti. La redazione di Fratello Illuminato è con Voi!
Di questi uffici: Cesare Mori
Gennaio 14th, 2011 — Note redazionali

Questi uffici leggono con orrore le dichiarazioni del sedicente direttore del Corrierino dei Piccoli già commentate degnamente dal Maestro Uriel. Fanno venire in mente il personaggio di Alan Ford Superciuk che si faceva vanto di rubare ai poveri per dare ai ricchi. A parte che il Bisi oltretutto non ci ha capito assolutamente niente (perché non gliene frega niente) di questa faccenda delle PEO e dell’Accessorio, ma sostenere quello che ha sostenuto sul sacrificio dei lavoratori grida vendetta al cielo. Come mai Bisi, nell’interesse dell’istituzione cui sembra tenere tanto, non devolve almeno parte dei quattrini che gli dà il suo amico Mussari? E perché non chiede che ne pensano i suoi amichetti Riccaboni e Fabbro della proposta che hanno fatto i lavoratori davanti al Consiglio di Amministrazione di tagliare parte dei propri emolumenti e delle proprie indennità per farci delle borse di studio per gli studenti? Visto che i succitati amichetti suoi (e non la Gelmini) hanno anche tagliato il XVIII ciclo di dottorato per la somma gioa degli studenti che le tasse le pagano di già e salate anche.
La verità è una sola Bisi: tu sei un esponente di quell’asse Ceccuzzi-Mussari-Berlinguer-Tosi-Marignani-Riccaboni-Iantorno-Vigni-Boldrini-Cardini e molti altri che prima ha partecipato al banchetto alla tavola universitaria e non solo e ora dai una mano a questa gente a cercare di coprire tutte le malefatte perpetrate e a tentare di rimediare qualcosa sulla buccia delle classi più deboli. Considerata anche la tua appartenenza a quella gloriosa Fratellanza che dovrebbe ispirarsi al pensiero del Grande Architetto dell’Universo direi che si possa dichiarare il tuo completo fallimento.
Ad majora
Di questi uffici
Cesare Mori