Questioni di doppi e più incarichi (prima puntata): i casi di Alessandro Piazzi, Riccardo Conti e Edmondo Cirielli

Volevamo scrivere un intervento di carattere tecnico e illustrativo per gli studenti di ingegneria delle telecomunicazioni, parlando della caratteristiche delle cabine dell’Alcatel, ma il nostro gruppo di lavoro tecnico non ha concluso lo studio e quindi rimandiamo in autunno la divulgazione. Il cdr di Fratello Illuminato, per rimanere nell’attualità, ha deciso di approfondire una questione già dibattuta a Siena come nel resto dell’Italia: la questione dei doppi e più incarichi riferibili ad uomini politici e rappresentanti delle istituzioni.

Dalle forze politiche, soprattutto dal centrosinistra, in tanti si sono espressi negativamente sui doppi e più incarichi e sull’incompatibilità tra ruoli nel partiti e nominati in enti e società: a tal proposito ci preme sottolineare ed apprezzare la scelta di Franco Ceccuzzi di lasciare il ruolo di parlamentare e svolgere solo quello di sindaco di Siena. E non solo: di Ceccuzzi abbiamo condiviso le seguenti dichiarazioni rilasciate il giorno 17 luglio 2011 : “Da anni facciamo un bando di evidenza pubblica e abbiamo anche approvato una mozione ispirata alla carta etica: niente doppi incarichi e, se proprio non se ne può fare a meno, il secondo a titolo gratuito”. Il rischio di far strada agli amici degli amici è però sempre in agguato: “C’è spesso un eccesso di personalizzazione e spero di non caderci mai perché la malattia è contagiosa. La personalizzazione può portare a fare nomine non in base a criteri di lealtà istituzionale ma a quelli di fedeltà”. Fatta salva la sua scelta, ancora non abbiamo capito a chi erano rivolte queste affermazioni e in quale città le stanno applicando: questo ci sfugge e di certo non vengono applicate a Siena.

Vi facciamo alcuni esempi e nei giorni che verranno altri ancora.

Caso n.1. Alessandro Piazzi: plenipotenziario per la sostituzione di Gabriello Mancini alla presidenza della Fondazione MPS, esponente del PD senese, attualmente ricopre tre incarichi (ben retribuiti): membro della Fondazione MPS, amministratore delegato di Intesa Spa e amministratore delegato di Estra Spa. Un esempio notevole della moltiplicazione degli incarichi e soprattutto un messaggio di rigore e sobrietà nei confronti dei cittadini. Complimenti e avanti così.

Caso n. 2. Riccardo Conti: Responsabile nazionale infrastrutture del PD, ex assessore regionale della Toscana, attualmente è consigliere della società F2i (Fondi Italiani per le infrastrutture) nominato su indicazione della Fondazione MPS e nel contempo è membro del cda di Gesac (società che gestisce l’aereoporto di Napoli). Evitiamo di fare qualsiasi commento: bastano le dichiarazioni dello stesso Conti per descrivere il tutto. Leggete cosa ha dichiarato questo esponente del PD (e non vi mettete a ridere): “Io sono entrato su indicazione della Fondazione Monte de´ Paschi di Siena, non per nomina politica, anche se, certo, il Pd era d´accordo”.

Caso n. 3. Edmondo Cirielli: Esponente del PDL di Verdini ricopre contemporaneamente i ruoli di parlamentare e di presidente della Provincia di Salerno. Voterà sicuramente contro l’abolizione delle province.

E’ tutto un mondo fantastico: tante chiacchere e troppi privilegi. E i cittadini pagano la crisi!!!

 

Ma nemmeno una parola?

Ci viene spontanea una domanda da fare a Luigi Berlinguer, ex rettore dell’Università di Siena, ex Ministro, ex membro del CSM e ora europarlamentare nonché presidente della commissione di garanzia sul caso Penati: ma come è possibile che non dica una parola, una, sui dissestatori dell’Università di Siena, sullo spaventoso uco di bilancio e sulle responsabilità di chi lo ha causato? Come mai? E già che ci siamo perché non aiuta, visto che il celebrato è lui, Maurizio Boldrini a riportare i famosi soldi per i libri in suo onore ordinati da Boldrini e Tosi? Come se non ci fosse mai stato a Siena! Su! Su! Caro Berlinguer, ci dica qualcosa, si esprima, parli. Che ne pensa del dissesto della sua ex università? Oppure pensa che 270.000.000 di euro (inclusi i 26.000 spesi per i volumi in suo onore) se li siano portati via i marziani?

“L’Italia s’è desta!”: l’impegno del Partito Democratico per la riforma del sistema politico ed istituzionale: chi meglio del barone universitario Luigi Berlinguer è in grado di proporre idee nuove e di rinnovamento per l’Italia?

Mi sono permesso di copiare il titolo del dibattito della festa del PD di Siena (esclusa la domanda sulle idee di Luigi Berlinguer), tanto son democratici e non si offenderanno per la citazione, per porre una riflessione allo stesso PD (soprattutto alla base) e più in generale alla comunità senese.

Personalmente l’ex magnifico Luigi Berlinguer avrei voluto leggerlo tra i relatori di un dibattito sull’università di Siena dal titolo “Il dissesto universitario è colpa di chi ha portato i libri in tribunale?” , insieme all’altro ex magnifico Piero Tosi e alla ex direttrice Jolanda Cei Semplici, e perché no, lo stesso dibattito moderato da due giornalisti indipendenti, Maurizio Boldrini e Stefano Bisi e con il finale a sorpresa, la lettura della Lode a Piero Tosi (http://shamael.noblogs.org/?p=462) cantata dall’autore Maurizio Bettini. Sarebbe stato un bel dibattito: peccato, sarà per un’altra volta, magari durante una festa del PDL. Purtroppo l’occasione di assistere a questo dibattito non si è presentata, quindi ritorniamo all’attualità e prima di entrare nel merito delle riflessioni credo sia opportuno spendere due parole sulle gesta politiche e istituzionali del nuovo che avanza, ossia, Luigi Berlinguer. E non ci facciamo confondere dal cognome e dalla parentela, commettendo l’errore di accostarlo con il grande Enrico Berlinguer (il Berlinguer della “Questione morale”). Enrico Berlinguer nel 1981 disse (e oggi questa affermazione è sempre attuale):

“I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela, scarsa o mistificata conoscenza della vita e dei problemi della società e della gente. Idee, ideali, programmi pochi o vaghi, sentimenti e passione civile zero. Gestiscono interessi, i più disparati, i più contradditori, talvolta anche loschi … Senza alcun rapporto con le esigenze e i bisogni emergenti, o distorcendoli, senza perseguire il bene comune”.

Le parole di Enrico Berlinguer risuonano nell’attualità come macigni se pensiamo alla vicende della P3, della P4, del “sistema Sesto”, all’inchiesta sui Grandi Appalti, al dissesto dell’università di Siena, all’inchiesta sulle tangenti dell’Enac,al parlamentare Papa, all’inchiesta su Verdini, alle vicende giudiziarie di Penati e ai conflitti d’interesse (in primis quello di Berlusconi). Con questo lungi da me pensare che il PD sia un partito di corrotti e di personaggi loschi, anzi: la domanda che mi sorge spontanea è un’altra. Che cosa aspetta il PD a dare veri segnali di discontinuità e nel contempo mettere in pratica quei proclami, tipo: “Rinnovamento e ricambio generazionale”; “Basta con le posizioni di privilegio e con i nepotismi” … e nello specifico del PD senese “discontinuità con la gestione che ha dissestato l’università”; “sobrietà e partecipazione e rinnovamento … etc. etc.”. Mi sembra che il segnale di rinnovamento e discontinuità sia bello forte da parte del PD senese: la festa in fortezza la chiudono con il nuovo che avanza e rappresentante delle nuove generazioni, Luigi Berlinguer.

Luigi Berlinguer, classe 1932 (79 anni), è stato membro della Deputazione amministratrice del Monte dei Paschi dal 1970 al 1975, dal 1975 al 1982 è stato consigliere regionale della Toscana, rettore dell’università di Siena dal 1985 al 1993, dal 1989 al 1993 è anche il segretario generale della Conferenza permanente dei rettori italiani, nel 1993 diventa ministro dell’università (carica dalla quale si è dimesso velocemente), nel 1994 viene eletto alla camera dei deputati e poi al senato, dal 1996 al 1998 fino al 2000 ritorna a fare il  ministro dell’università, dal 2002 al 2006 diventa membro del Csm e nel giugno del 2009 all’età di 77 anni (sempre nell’ottica del rinnovamento e del ricambio generazione, o forse per dare rappresentanza ai pensionati in Europa) viene candidato nelle liste del Nord-est al parlamento europeo. Il suo mandato di rettore coincide con la politica espansionistica della “Grande università di Siena”, poi ripresa e amplificata dal suo successore prescelto e amico Piero Tosi fino al 24 febbraio 2006, quando lo stesso Tosi interrompe il suo impero dopo l’interdizione da parte della magistratura.

Coincidenza  della vita vuole che il 2006 sia l’anno della fine di Piero Tosi e, contemporaneamente, la fine del mandato dentro il Csm da parte di Luigi Berlinguer e da quel momento, anzi no, dalla sconfitta di Antonio Cardini alla corsa alla carica di rettore dove vinse Silvano Focardi, qui a Siena l’ex magnifico ed ex tutto Luigi Berlinguer ufficialmente scompare dalle cronache politiche e universitarie. Nel 2008 scoppia l’inchiesta della magistratura (grazie a Silvano Focardi che ha portato i libri in tribunale e di questo bisogna ringraziarlo) e viene alla luce il famoso dissesto vergognoso dell’università di oltre 270.000.000 di euro. Di due cose siamo certi: Luigi Berlinguer non c’entra nulla con le inchieste giudiziarie sul dissesto (non ci risulta sia coinvolto), ma sul piano politico non dimentichiamoci che la nomenclatura, in primis il Tosi, che ha gestito l’università è tutta politicamente vicina a lui e non ci risultano prese di posizione da parte del parlamentare Luigi contro i dissestatori e per chiedere alla magistratura di indagare fino in fondo. Anzi, dalle dichiarazioni rilasciate dopo la scoperta del dissesto ai giornali, emergeva da parte di Berlinguer “sorpresa … incredulità per il dissesto scoperto” e da voci raccolte sembrerebbe che sempre lo stesso Berlinguer si sia espresso negativamente sul fatto che Focardi abbia deciso di portare i libri in tribunale. E per restare in tema di università non dimentichiamoci che Luigi Berlinguer è l’autore di quella famosa riforma universitaria (tanto contestata anche nel centrosinistra) che di fatto è stata ripresa e ampliata da quella scienziata della Gelmini. Infatti sulla riforma Gelmini, Berlinguer (rivolgendo un appello addirittura al PD) ha dichiarato:

«L’ opposizione eviti il muro contro muro sulla riforma della Gelmini. Il governo finanzi atenei e ricerca».

Per Luigi Berlinguer, parlamentare europeo, uno dei politici di sinistra più impegnati nei processi di cambiamento dell’ università, esiste il rischio che il disegno di legge – si comincia dal Senato – venga bloccato dalle logiche di schieramento. L’ ex ministro si rivolge al governo, ma anche al Pd: «Nel testo ci sono molte cose che abbiamo elaborato col centrosinistra che sarebbe sciocco disconoscere, non perdiamo quest’ occasione per cambiare l’ università».

Insomma non una parola contro i dissestatori e addirittura condivisione con la Gelmini: ma il famoso PD che chiede chiarezza sul dissesto e urla contro la riforma Gelmini con chi sta? Con Luigi Berlinguer o con i cittadini che hanno chiesto e chiedono rinnovamento e discontinuità?

Forse la chiusura della festa del PD a Siena con Luigi Berlinguer e la nomina del figlio Aldo nel cda di Antonveneta (sono solo coincidenze) rientrano in questi segnali di cambiamento. Siamo noi che non riusciamo a comprenderli. E forse nemmeno il resto dell’Italia visto che non ne può più della vecchia nomenclatura politica, del nepotismo, dei privilegi e dei dissesti economici. Provate a smentire quello che ho scritto e se l’ex magnifico intende replicare saremo ben lieti di ospitare una sua replica.

Bisogna esser desti: ma parecchio desti!!!

IL PRESIDENTE DELLA REGIONE TOSCANA ENRICO ROSSI SULLA VICENDA GIUDIZIARIA DI PENATI (PD)

Sulla pagina facebook il Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi(PD) sulla vicenda giudiziaria di Filippo Penati esponente del PD ha scritto: “Fa pena e rabbia leggere di Penati. Si è autosospeso dal partito, si è dimesso dalla carica di vicepresidente del consiglio regionale e farebbe bene a dimettersi anche da consigliere. E poi, se posso, farebbe meglio a stare zitto e rispondere solo nei tribunali.”

 

http://www.corriere.it/cronache/11_agosto_26/berni-pm-penati-comportato-come-delinquente_82f9b4ce-cfa3-11e0-8b29-ded5cf627aec.shtml

Consegnate il Premio National Geographic al Bisi

Forse abbiamo capito il motivo degli attacchi che il giornalista europeo Stefano Bisi rivolgeva al professore Silvano Focardi mentre ricopriva la carica di rettore dell’università. In molti avevamo sostenuto che gli attacchi rientravano nella logica dello schieramento dei baroni contro Focardi,di cui il Bisi ricopre il ruolo di portavoce giornalistico. Invece scopriamo solo ora, dopo l’apertura della “gobba nera” di un cammello deragliato nel deserto che tali attacchi erano dovuti all’ambito premio del National Geografic: “Premio per la ricerca di animali selvatici in territori urbanizzati”.

Fermo restando la portata internazionale dei lavori di Silvano Focardi, sempre con lo spirito di mediazione e moderazione che ci contraddistingue, proponiamo al National Geographic di consegnare l’ambito premio al giornalista europeo Stefano Bisi: cosi chiudiamo amichevolmente lo scontro tra Bisi e Focardi.

Dopo la ricerca del Puma, della Pantera nera, del tasso, della talpa grassottella e forse anche delle pernici, riteniamo che il giornalista europeo Stefano Bisi è in possesso dei requisiti per vincere il “Premio per la ricerca di animali selvatici in territori urbanizzati”.

Ancora un’intercessione della redazione presso l’Accademia di Svezia

La redazione di Fratello Illuminato chiede ancora una volta l’attenzione dell’Accademia di Svezia per la concessione di un ulteriore premio Nobel ad un altro mostro di cultura: Omar Calabrese professore dell’Università più dissestata del mondo nonché assessore alla cultura nel primo mandato Cenni*. Le motivazioni possono essere reperite a iosa in questo articolo sul Il senso della Misura (http://ilsensodellamisura.com/2008/02/un-professore-%e2%80%9ccreativo%e2%80%9d-che-confonde-i-millenni/) dove Calabrese su Rai 3 spiega come l’abbazia di San Galgano sia senza tetto perché, essendo d’oro, se lo sono portato via i barbari. Di quali barbari parli non è dato sapere, visto che San Galgano è morto nel 1181 e che la comunità dei Cistercensi che hanno fondato l’abbazia è attiva dal 1201. Nel 1201 i barbari non c’erano più da almeno 600 anni. C’è da dire che poi sono tornati, in tempi molto più recenti, ma non a San Galgano, a Siena e hanno trucidato banca, ospedale e università. Il tetto di San Galgano però non ce l’hanno trovato.Basta dare un’occhiata qui e si capisce il mistero.

Osserviamo come la maggior parte dei premi Nobel da distribuire si concentri fra Via Roma 56 e via Roma 57. L’aria dell’ex manicomio deve essere particolarmente buona. Peccato non ci sia un premio nobel per il web design: in.fact ci sarebbe da darlo anche per quello.

Comunque in vista di Siena Capitale della cultura 2019 un altro premio nobel farebbe comodo e quindi intercediamo presso l’Accademia di Svezia a questo proposito.

* Su giusta correzione della lettrice Gloria la frase “nonché assessore alla cultura nel primo mandato Cenni” va letta “nonché assessore alla cultura nel primo mandato Piccini”. La sostanza non cambia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ecco chi merita più di tutti un premio Nobel: Maurizio Boldrini

Chi più di lui merita un premio Nobel? Chi se non il genio che l’altro premio Nobel Maurizio Bettini voleva inghirlandare?
Ci riferiamo al genio di Via Roma 56 Maurizio Boldrini. Lui sì che merita di essere segnalato all’Accademia di Svezia (e forse anche in uffici piu’ vicini). In questa nuova ondata, che viene e che va, di premi Nobel da assegnare non potevamo dimenticarci del comunicatore massimo: il mentore di numerosi scienziati della comunicazione dislocati ovunque tra uffici stampa e news da internauti col botto. Siena si è rivelata ingrata nei suoi confronti: i giornali non parlano più di lui, all’università (stranamente) sta sulle balle quasi a tutti, nessuna lo nomina nelle varie partecipate; gli son rimasti solo gli spazi letterari all’interno della festa del PD e le conversazioni filosofiche con il nostro concorrente Bisi. Alla fin fine che cosa ha fatto di così cattivo questo genio della letteratura e della comunicazione? Speriamo vivamente che all’Accademia di Svezia siano comprensivi e non si lascino fuorviare dalle vicende burrascose del nostro Genio.

1) Per anni lunghi come un secolo il genio Boldrini ha partecipato alla gestione dell’università di Siena, condividendo e organizzando di fatto, il modello gestionale del triumvirato: Luigi Berlinguer, Jolanda Cei Semplici e Piero Tosi. Con molta scioltezza e sfrontatezza aveva strutturato una mega area comunicazione e marketing all’interno dell’ateneo (nemmeno fosse Oxford o l’area comunicazione dell’ONU): assunzioni, consulenze esterne con Parole e Musica, acquisti vari, compresi i famosi studi (ancora non pagati e finiti nei debiti fuori bilancio dell’ateneo) sul magnificissimo Luigi Berlinguer. E a tal proposito, vista la crisi pesante dello stesso ateneo, come mai il cda e il rettore Riccaboni non si sono ancora rivolti alla Corte dei Conti per segnalare le spese fuori bilancio del genio? E se non è ancora oggetto di inchiesta della magistratura, riteniamo che la questione dell’area comunicazione e marketing meriti di essere indagata con premura(a partire dagli acquisti e dalle consulenze esterne).Ricordandovi che il nostro genio faceva parte di quella nomenclatura che ha lasciato un ateneo dissestato per ben oltre 270.000.000 di euro.

2) Il nostro genio è riuscito ad avere le docenze universitarie pur essendo sprovvisto di una laurea( che volete che sia: è una cosa normale che uno studente si laurei con un docente senza laurea!!)

3) Non dimentichiamo la vicenda della società InFact sempre nella famosa Via Roma 56.
All’accademia di Svezia si chiederanno(e non solo li): dopo tutto questo disastro una comunità come minimo dovrebbe condannare moralmente questi dissesti e gli autori senza attendere gli esiti della magistratura. Come mai continuano a dargli spazi politici e ruoli o incarichi  in lavori finanziati da enti della stessa comunità in cui si trova l’università dissestata? Bella domanda: ce la siamo posta e se la pongono in diversi. Forse il Maurizio Boldrini che si è occupato della strenna di Natale della banca MPS, che partecipa al Gazzettino Senese (con sponsorizzazioni sempre di MPS), che primeggia nei dibattiti della festa del PD è un omonimo di quel Boldrini dell’area comunicazione e marketing. Ecco perché il PD di Siena che almeno sulla carta ha condannato la gestione universitaria del dissesto continua a dare spazi e ruoli a Maurizio Boldrini: si tratta di un omonimo. Allora se le cose stanno cosi fate una cosa caruccia: andate a spiegarlo a quelle famiglie e a quei giovani che hanno ricevuto la riduzione dello stipendio e forse rischiano il posto di lavoro all’università( per colpa dei dissestatori) che si tratta di un omonimo. Noi nel frattempo cercheremo di convincere quelli dell’accademia di Svezia: cosi potranno conferire il premio Nobel all’omonimo Maurizio Boldrini.
La crisi riguarda sola la gente comune, i lavoratori e le imprese che operano senza sponsorizzazioni: per i privilegiati la festa non finisce mai. E nemmeno gli aperitivi!!

P.S. Come mai i rappresentanti del comune e della provincia presenti nel cda dell’università non sollevano la questione dei debiti fuori bilancio (non autorizzati e che non deve pagare l’ente) riferibili ai famosi volumi commissionati dal sig. Boldrini? Mica stanno zitti perché hanno la stessa tessera di partito del Boldrini in questione?
E ancora: ma dopo quanto è emerso con i debiti fuori bilancio (quindi un danno all’ente), l’università conserva ancora rapporti di lavoro ed economici con il sig. Boldrini?

 

Proposta per un altro premio Nobel

Ci lamentiamo tanto la fuga dei cervelli, senza rendersi conto che in Italia, e a Siena in particolar modo, ne rimangono di poderosissimi. Abbiamo già visto come una proposta sia partita dalla redazione di Fratello Illuminato per un Nobel al tuttologo Aldo Berlinguer. Presi dalla disperazione di non aver mai ritrovato il secondo libro della Poetica di Aristotele e dall’impossibilità di restituire alla vita Catullo e Orazio, ci eravamo dimenticati della presenza di un vero genio: Maurizio Bettini.

Già uno che è stato capace di scrivere una lode al capo dei dissestatori (qui riportata) meriterebbe più attenzione da parte dell’Accademia di Stoccolma.

Non ci dimentichiamo che il successore del Sultano di Stigliano doveva essere lui, che poi addusse non ben precisati motivi di salute che peraltro non gli hanno precluso la possibilità di scrivere quelle genialate, di occupare una comoda villetta al modico prezzo di 46000 euro l’anno a spese dei contribuenti per fondare un Centro per lo studio di una materia che non esiste (Antropologia del mondo antico), di farsi pagare anche dal SUM (altro titolo tossico dell’università italiana) insieme al suo compare Omar Calabrese, di farsela con tutti i capetti del PD possibili e immaginabili; insomma di tramare e tramestare in tutte le maniere possibili ed immaginabili.

A questo punto chiediamo all’Accademia di Stoccolma di insignire del Nobel Maurizio Bettini per i suoi meriti letterari. Inoltre il premio in denaro che vi è legato magari gli consentirà di smettere di far pagare ai contribuenti la villetta in Via Roma 57 e, perché no, di aiutare il genio con le chiome inghirlandate a pagare i libri in onore del Sultano di Stigliano per quei 26000 euro che sono spariti dagli argomenti del CdA dell’Università più dissestata (per merito di tutti i sopracitati più altri di cui ci occuperemo) d’Italia.

 

 

 

 

 

Rumors bancari: Giorgio Pernici al posto di Antonio Vigni?

A volte cenare accanto ad altri tavoli durante una sagra di paese ti consente di raccogliere voci su questioni di alto livello. Cosi è successo di recente tra una cena paesana e la musica dell’orchestrina di valzer. Accanto al nostro tavolo alcuni commensali ipotizzavano questo scenario: subito dopo l’approvazione della semestrale l’attuale direttore generale di MPS Antonio Vigni verrà sostituito con il nuovo direttore Giorgio Pernici. E comunque un altro commensale asseriva che la sostituzione viene data per certa e si ipotizza appunto prima delle future nomine di aprile 2012.

 

Il retroscena dello scontro tra il Bisi e l’esponente del Pd di Mantova Ezio Zani

Lo stupore è stato tale e improvviso come del resto improvviso è stato l’attacco quasi giornaliero che Stefano Bisi dal suo giornale ha sferrato al banchiere della banca Antonveneta ed esponente di primo piano del PD di Mantova Ezio Zani. Le motivazioni di questo attacco (che nel merito non è fuori luogo) raccontate da piu’ parti sinceramente non convincevano e noi siccome siamo curiosi dopo tre/quattro telefonate tra Mantova,Roma,Montepulciano e Campi Bisenzio riteniamo di poter offrire la giusta interpretazione del perché il prode Bisi si è scagliato sulla nomina del democratico (PD) Zani. Prima facciamo alcune premesse e considerazioni e poi arriviamo alla nostra interpretazione. E diciamo fin da subito che su questa vicenda non ci sono scontri dentro la massoneria e nemmeno ombre (come aveva asserito La Voce di Mantova). L’onorevole Rocco Girlanda (http://www.lanazione.it/umbria/cronaca/2010/02/17/293891-girlanda_telefono.shtml ) è amministratore del gruppo Corriere a cui fa riferimento il giornale del Bisi; lo stesso Girlanda è parlamentare del PDL e legatissimo a Denis Verdini. L’ex presidente di Banca Antonveneta, uomo vicino a Verdini (http://corrierefiorentino.corriere.it/firenze/notizie/cronaca/2011/18-gennaio-2011/fatture-false-cinque-indagati–181281520626.shtml ) era stato nominato presidente della banca in quota PDL. Che cosa è successo nelle recenti nomine del nuovo di cda di Antonveneta? Fuori Pisaneschi e il nuovo presidente della banca non più in quota PDL ma espressione del PD. Pur con tutte le pressioni romane il PDL non è riuscito ad ottenere la nomina di un suo indicato.

A questo punto (e qui scatta la nostra interpretazione) il PDL romano va su tutte le furie e da quanto abbiamo capito chiede la cortesia di sferrare un attacco al PD strumentalizzando la vicenda di questo Ezio Zani. Attendiamo smentite.