Mi sono permesso di copiare il titolo del dibattito della festa del PD di Siena (esclusa la domanda sulle idee di Luigi Berlinguer), tanto son democratici e non si offenderanno per la citazione, per porre una riflessione allo stesso PD (soprattutto alla base) e più in generale alla comunità senese.
Personalmente l’ex magnifico Luigi Berlinguer avrei voluto leggerlo tra i relatori di un dibattito sull’università di Siena dal titolo “Il dissesto universitario è colpa di chi ha portato i libri in tribunale?” , insieme all’altro ex magnifico Piero Tosi e alla ex direttrice Jolanda Cei Semplici, e perché no, lo stesso dibattito moderato da due giornalisti indipendenti, Maurizio Boldrini e Stefano Bisi e con il finale a sorpresa, la lettura della Lode a Piero Tosi (http://shamael.noblogs.org/?p=462) cantata dall’autore Maurizio Bettini. Sarebbe stato un bel dibattito: peccato, sarà per un’altra volta, magari durante una festa del PDL. Purtroppo l’occasione di assistere a questo dibattito non si è presentata, quindi ritorniamo all’attualità e prima di entrare nel merito delle riflessioni credo sia opportuno spendere due parole sulle gesta politiche e istituzionali del nuovo che avanza, ossia, Luigi Berlinguer. E non ci facciamo confondere dal cognome e dalla parentela, commettendo l’errore di accostarlo con il grande Enrico Berlinguer (il Berlinguer della “Questione morale”). Enrico Berlinguer nel 1981 disse (e oggi questa affermazione è sempre attuale):
“I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela, scarsa o mistificata conoscenza della vita e dei problemi della società e della gente. Idee, ideali, programmi pochi o vaghi, sentimenti e passione civile zero. Gestiscono interessi, i più disparati, i più contradditori, talvolta anche loschi … Senza alcun rapporto con le esigenze e i bisogni emergenti, o distorcendoli, senza perseguire il bene comune”.
Le parole di Enrico Berlinguer risuonano nell’attualità come macigni se pensiamo alla vicende della P3, della P4, del “sistema Sesto”, all’inchiesta sui Grandi Appalti, al dissesto dell’università di Siena, all’inchiesta sulle tangenti dell’Enac,al parlamentare Papa, all’inchiesta su Verdini, alle vicende giudiziarie di Penati e ai conflitti d’interesse (in primis quello di Berlusconi). Con questo lungi da me pensare che il PD sia un partito di corrotti e di personaggi loschi, anzi: la domanda che mi sorge spontanea è un’altra. Che cosa aspetta il PD a dare veri segnali di discontinuità e nel contempo mettere in pratica quei proclami, tipo: “Rinnovamento e ricambio generazionale”; “Basta con le posizioni di privilegio e con i nepotismi” … e nello specifico del PD senese “discontinuità con la gestione che ha dissestato l’università”; “sobrietà e partecipazione e rinnovamento … etc. etc.”. Mi sembra che il segnale di rinnovamento e discontinuità sia bello forte da parte del PD senese: la festa in fortezza la chiudono con il nuovo che avanza e rappresentante delle nuove generazioni, Luigi Berlinguer.
Luigi Berlinguer, classe 1932 (79 anni), è stato membro della Deputazione amministratrice del Monte dei Paschi dal 1970 al 1975, dal 1975 al 1982 è stato consigliere regionale della Toscana, rettore dell’università di Siena dal 1985 al 1993, dal 1989 al 1993 è anche il segretario generale della Conferenza permanente dei rettori italiani, nel 1993 diventa ministro dell’università (carica dalla quale si è dimesso velocemente), nel 1994 viene eletto alla camera dei deputati e poi al senato, dal 1996 al 1998 fino al 2000 ritorna a fare il ministro dell’università, dal 2002 al 2006 diventa membro del Csm e nel giugno del 2009 all’età di 77 anni (sempre nell’ottica del rinnovamento e del ricambio generazione, o forse per dare rappresentanza ai pensionati in Europa) viene candidato nelle liste del Nord-est al parlamento europeo. Il suo mandato di rettore coincide con la politica espansionistica della “Grande università di Siena”, poi ripresa e amplificata dal suo successore prescelto e amico Piero Tosi fino al 24 febbraio 2006, quando lo stesso Tosi interrompe il suo impero dopo l’interdizione da parte della magistratura.
Coincidenza della vita vuole che il 2006 sia l’anno della fine di Piero Tosi e, contemporaneamente, la fine del mandato dentro il Csm da parte di Luigi Berlinguer e da quel momento, anzi no, dalla sconfitta di Antonio Cardini alla corsa alla carica di rettore dove vinse Silvano Focardi, qui a Siena l’ex magnifico ed ex tutto Luigi Berlinguer ufficialmente scompare dalle cronache politiche e universitarie. Nel 2008 scoppia l’inchiesta della magistratura (grazie a Silvano Focardi che ha portato i libri in tribunale e di questo bisogna ringraziarlo) e viene alla luce il famoso dissesto vergognoso dell’università di oltre 270.000.000 di euro. Di due cose siamo certi: Luigi Berlinguer non c’entra nulla con le inchieste giudiziarie sul dissesto (non ci risulta sia coinvolto), ma sul piano politico non dimentichiamoci che la nomenclatura, in primis il Tosi, che ha gestito l’università è tutta politicamente vicina a lui e non ci risultano prese di posizione da parte del parlamentare Luigi contro i dissestatori e per chiedere alla magistratura di indagare fino in fondo. Anzi, dalle dichiarazioni rilasciate dopo la scoperta del dissesto ai giornali, emergeva da parte di Berlinguer “sorpresa … incredulità per il dissesto scoperto” e da voci raccolte sembrerebbe che sempre lo stesso Berlinguer si sia espresso negativamente sul fatto che Focardi abbia deciso di portare i libri in tribunale. E per restare in tema di università non dimentichiamoci che Luigi Berlinguer è l’autore di quella famosa riforma universitaria (tanto contestata anche nel centrosinistra) che di fatto è stata ripresa e ampliata da quella scienziata della Gelmini. Infatti sulla riforma Gelmini, Berlinguer (rivolgendo un appello addirittura al PD) ha dichiarato:
«L’ opposizione eviti il muro contro muro sulla riforma della Gelmini. Il governo finanzi atenei e ricerca».
Per Luigi Berlinguer, parlamentare europeo, uno dei politici di sinistra più impegnati nei processi di cambiamento dell’ università, esiste il rischio che il disegno di legge – si comincia dal Senato – venga bloccato dalle logiche di schieramento. L’ ex ministro si rivolge al governo, ma anche al Pd: «Nel testo ci sono molte cose che abbiamo elaborato col centrosinistra che sarebbe sciocco disconoscere, non perdiamo quest’ occasione per cambiare l’ università».
Insomma non una parola contro i dissestatori e addirittura condivisione con la Gelmini: ma il famoso PD che chiede chiarezza sul dissesto e urla contro la riforma Gelmini con chi sta? Con Luigi Berlinguer o con i cittadini che hanno chiesto e chiedono rinnovamento e discontinuità?
Forse la chiusura della festa del PD a Siena con Luigi Berlinguer e la nomina del figlio Aldo nel cda di Antonveneta (sono solo coincidenze) rientrano in questi segnali di cambiamento. Siamo noi che non riusciamo a comprenderli. E forse nemmeno il resto dell’Italia visto che non ne può più della vecchia nomenclatura politica, del nepotismo, dei privilegi e dei dissesti economici. Provate a smentire quello che ho scritto e se l’ex magnifico intende replicare saremo ben lieti di ospitare una sua replica.
Bisogna esser desti: ma parecchio desti!!!