E’ veramente sconfortante, cari fratelli e care sorelle, vivere con questo senso di oppressione dovuto essenzialmente a quello che ci sta capitando sopra le nostre teste, oramai usate come un pungiball da quelli che ancora pensano di poter fare come cazzo gli pare, ma sempre a discapito della gente comune e a protezione delle loro cricche e sottocricche con tutti i vari affiliati.
Forse qui non abbiamo chiara una cosa. Da più parti, personaggi di varia estrazione, propongono appelli al “rilancio” della città, ma probabilmente o fanno finta di non vedere o vogliono semplicemente coprirsi il volto e nascondere la testa, come quando da piccoli non reggevamo ad una scena di un film troppo cruenta o paurosa, perchè la domanda è d’obbligo, quale rilancio è mai possibile se non si affronta in maniera categorica e senza sconti la questione morale che ha investito Siena dalle viscere dei bottini fino al bandierino posto al vertice della Torre del Mangia?
Dalla lettura attenta di questo blog, cari fratelli e sorelle, vi renderete conto che niente sarà possibile senza una rivoluzione ai vertici delle nostre istituzioni, senza un cambiamento nel modo di pensare e di fare le cose. Mentre c’è chi si balocca ancora con questa storia della “capitale della cultura”, c’è una università che le cronache danno prossima al dissesto, e questi invece d’incazzarsi e di pretendere da uomini e donne di cultura, quali si ritengono, una vera e propria “perestroika” giocano ancora a fare i “gazebini”, per dire quanto siamo bellini e quanto siamo ganzi. Intanto persone che mangiano con ottocento euro al mese se ne vanno a casa, mentre qualche “barone” è ancora lì a pontificare, su cosa poi, ve lo dirò in separata sede.
Vogliamo parlare poi dei vertici del partito che ha governato questa città? Penso che il risultato politico sia sotto gli occhi di tutti, ma la cosa sconcertante è che nessuno ancora abbia fatto un gesto d’umiltà e quindi un passo indietro, se non costretto dalla magistratura. Le voci del rinnovamento (poche) vengono puntualmente messe all’angolo e fatte passare per “dissidenti”, ma non ci dovrebbe essere un garante?
Per non parlare di quelli che ancora sono a ricoprire certe cariche. Vero sig. Bezzini? Nelle ultime sue esternazioni si è scagliato contro gli anonimi (sono loro che hanno ridotto così la città), ma sulla questione morale non ha niente da dire invece? Tutto a posto? Ci comunichi qualcosa, visto che di soldi dei contribuenti per la comunicazione vengono spesi, non le pare? (a proposito, mi sa dire quante altre province si avvalgono di agenzie per la comunicazione? così per curiosità).
Solo individuando i responsabili di questo disastro potremo pensare in maniera serena ed orgogliosi del nostro lavoro al rilancio di questa città. Con umiltà e senso del sacrificio. Pretendo giustizia e non voglio nel nome dell’emergenza sociale, per altro creata dagli stessi imputati, che avvenga una maxiamnistia e tutto passi come un brutto acquazzone. E no!
Voglio il groviglio armonioso fuori dai coglioni di questa città.
Bastardo Senza Gloria. In questa città l’unica cosa urgente da affrontare è la questione morale
Marzo 22nd, 2013 — Note redazionali
Criccaboni in una intercettazione telefonica afferma che l’inchiesta sulle elezioni “finirà in una bolla di sapone” – Uno degli indagati(esperto di vini) in un altra intercettazione dice che “proverò a sentire (omettiamo il cognome) “ e fa il cognome di un giudice (non del tribunale di Siena) o forse una omonima? – In una riunione ristretta un manipolo di dissestatori ha affermato che il GUP deve respingere in tutti i modi le richieste di rinvio a giudizio in merito alle elezioni del rettore – Domani 22 marzo udienza davanti al GUP di Siena per le elezioni del rettore
Marzo 21st, 2013 — Note redazionali
Domani 22 marzo 2013 udienza davanti al GUP del tribunale di Siena per le richieste di rinvio a giudizio per le elezioni di Criccaboni. Bolle si sapone?
Devi parlare con Morello – Ti dico io chi nominare – Uno è infido di carattere e altri due vanno castigati. Vi sembra umanamente e civilmente possibile andare avanti con un’università in mano a questa banda?
Marzo 20th, 2013 — Note redazionali
L’altro giorno abbiamo pubblicato una parte dell’intercettazione telefonica tra Criccaboni e il docente Antonio Cardini, questa:
“Antonio gli dice di stare alla larga dalla politica locale, di mettersi d’accordo con MUSSARI e CECCUZZI per i soldi e basta. Antonio suggerisce ad Angelo di rimettere l’Università dove TOSI l’ha tolta sbagliando ovvero spartire le risorse come facevano prima al tempo di BERLINGUER e di GROSSI, si mettevano d’accordo prima Provincia, Comune, MPS e Università nella spartizione delle risorse”.
Oggi pubblichiamo l’altra parte dell’intercettazione sempre del giorno 11 novembre 2010:
“Antonio chiede se Angelo legge le mail Riccaboni o no? Angelo risponde di sì. Antonio gli manderà un sms comunque, annuncia che il VOLTERRANI l’ha cercato perchè vorrebbe che lui (RICCABONI) dicesse a MORELLO della capoarea di diagnostica dove ci hanno un certo FOSSOMBRONI che è in concorrenza con lui se lo può appoggiare come universitario perchè è il dipartimento di Urgenza e Emergenza non sa bene. Angelo chiede chi sia VOLTERRANI, Antonio dice quello che gli fa la tac, Angelo chiede rispetto a chi, Antonio dice ad un ospedaliero un certo FOSSOMBRONI che non crede sia molto quotato. RICCABONI non è d’accordo il FOSSOMBRONI era il direttore del DAI , Antonio dice che non lo sa; RICCABONI segna il nominativo; Antonio insiste perchè Angelo parli con MORELLO. Angelo dice va bene ci parlerà. Antonio chiede ad Angelo di mettere un prorettore di Medicina,perchè sono in difficoltà, RICCABONI chiede chi ci deve mettere, Antonio dice se serve un alter ego gli dia una delega generica in amministrazione gli fai fare tutto quello che vuoi. RICCABONI teme i conflitti di interesse, Antonio dice che invece deve fare così perchè si è comportato male ROSSOLINI. Antonio dice che se eleggono lui è un problema e non vuole andare lì, COTTA invece mette in difficoltà VERZICHELLI; parlano della delega generica che RICCABONI può fare, comunque ci penserà. Antonio dice che ROSSOLINI è infido di carattere. GALEAZZI e COZZOLINO devono essere castigati dice Antonio ,che dice ci vorrebbe la CINTORINO. Angelo chiede della FULCERI, Antonio dice che è d’accordo con ROSSOLINI ed è meglio il marito Ranuccio che è di medicina. Il più fidato sarebbe SORRENTINO ma non è visto bene dai colleghi, comunque a RICCABONI piacerebbe. Si salutano Antonio insiste nel chiedere protezione per VOLTERRANI.”
Alla data di oggi Antonio Cardini è direttore del Dipartimento di Scienze Politiche e Internazionali; Vincenzo Sorrentino è delegato del rettore; La Fulceri (moglie di Ranuccio Nuti?) è direttore del Dipartimento di Medicina Molecolare e dello Sviluppo; Ranuccio Nuti (il Ranuccio citato nell’intercettazione) è Direttore di Dipartimento e membro del senato accademico. Come minimo si dovrebbero dimettere immediatamente, tutti, da questi incarichi e la magistratura non solo dovrebbe interdire (per queste e altre innumerevoli ragioni) il Criccaboni, ma aprire una mega inchiesta sulle nomine dentro l’università e nell’azienda ospedaliera. Vi sembra umanamente e civilmente possibile andare avanti con un’università in mano a questa banda?
“Ma comunque lo terranno sotto controllo”- Occhio che la banda ti osserva!!!
Marzo 19th, 2013 — Note redazionali
Girare per le strade del Bronx forse è più sicuro che circolare in certi corridoi universitari. Non solo hanno dissestato economicamente, moralmente e culturalmente l’ateneo; la banda ha anche innescato un meccanismo di pressioni sui docenti e i dipendenti tipico di un sistema mafioso.
Leggendo questa intercettazioni aumenta in noi la convinzione che la magistratura ha perso l’occasione per fermare la cricca universitaria e ci stupiamo che a fronte di numerose segnalazioni e denunce dal tribunale non si muove foglia.
Intercettazione tra il Criccaboni e il docente Angelo Barba (attuale membro del senato accademico) del 9 novembre 2010 alle ore 8:51:
Riccaboni chiama Angelo. Parlando del CdA, Riccaboni gli segnala che l’unica astenuta è stata Floriana Rosati per cui critica l’opera di Ingegneria. Angelo lo rassicura di aver fatto un discorso a quattr’occhi di Ghellini, probabile fuituro preside della Facoltà, al quale ha detto in maniera brutale, che non può far parte di nessuna associazione e che dovrà essere il preside di tutti, come Riccaboni ha insegnato. Ghellini ha promesso che lo farà ma comunque lo terranno sotto controllo. Angelo gli fa inoltre presente che ha iniziato a lavorare in suo favore.”
E infatti, sempre il 9 novembre alle 14:50 Angelo Barba manda un sms di questo tenore a Angelo Criccaboni:
“Caro Angelo il programma diffuso da Giulio è diverso da quello che aveva concordato con me. Sono un pò stupito . Un abbraccio.” (Giulio è Giulio Ghellini). Evidente Giulio non aveva capito bene il discorso a quattr’occhi con Barba.
Che dire? Questo è il corpo docente;anzi una parte minoritaria del corpo docente. Ci fosse un’intercettazione dove parlano di cultura, didattica e argomenti attinenti la vita universitaria!!! E’ una sequela di intrallazzi e confessioni di reati.
Uscire dalla palude è possibile – Senza passi indietro non puo’ ripartire la politica e il rilancio della città è compromesso – Una possibile via di uscita
Marzo 19th, 2013 — Note redazionali
Abbiamo letto, con mezzo sorriso sulle labbra, il lungo intervento di una signora che sulle pagine di un giornale locale senese, nella giornata di oggi, accusa i media e la diffusione delle notizie come i mali che infettano la città e per mantenere la coerenza con il suo gruppo politico di riferimento, la signora, riafferma che i blogs seminano odio in città. Forse la signora fin troppo schierata con quella cricca universitaria che ha distrutto l’ateneo e ancora imperversa con forme e modi nefasti nello stesso, e fin troppo “vicina” a coloro che occupano poltrone, sposa la teoria del complotto mediatico e la stupidaggine “dell’odio diffuso dai blogs”. Cara signora, quale sarebbe l’odio: aver denunciato il malaffare gestionale? Chiudiamola qui questa storia perchè con le stupidaggini dell’odio sui blogs avete toccato il fondo del fondo.
Invece, siccome in molti auspicano soluzioni per far ripartire la città e si appellano al senso di responsabilità, con pacatezza facciamo alcune proposte e vediamo se questi appelli sono veri o sono solo fumo negli occhi. Come uscire dalla palude? Innanzitutto con i necessari passi indietro di chi occupa ruoli gestionali e ruoli dirigenziali nei partiti: proprio coloro che hanno partecipato, deciso e condiviso le gestioni che hanno messo in ginocchio la città. Mettiamo nero su bianco che coloro che fanno parte della deputazione della fondazione MPS non avranno più ruoli nella gestione delle istituzioni cittadine; dimissioni immediate dei vertici della Sansedoni Spa in quanto nominati da quella politica che ha devastato la città; cambio veloce dei vertici dell’ateneo; dimissioni del gruppo dirigente dei partiti e non solo del PD, dimissioni di tutti i nominati nelle partecipate con tessera di partito in tasca e costituzione di parte civile nei processi da parte degli enti pubblici. Siete disposti a questo? Sembrerebbe di no, quindi dove sarebbe la volontà di cambiare e di proporre un cambiamento?
Forse qualcuno pensa di riciclare il solito groviglio sotto altre forme e altre dinamiche? Il rischio è questo.Ad esempio,mentre in tutta Italia il PD farà le primarie per la scelta dei sindaci,qui a Siena il gruppo dirigente ceccuzziano,supportato dai due parlamentari ceccuzziani Luca Sani e Luigi Dallai, stanno lavorando per non celebrare le primarie e imporre il solito personaggio.Come dobbiamo leggerlo questo comportamento se non come una sfida arrogante alla città? Lo sappiamo benissimo che ci sono state delle riunioni con SEL, Siena Futura, Riformisti e il gruppo del Ceccuzzi,per concordare la linea e non fare le primarie;l’ultima proprio ieri sera.E infatti oggi sui giornali l’amasciatore ceccuzziano di Massa Marittima Luca Sani si scaglia contro Bruno Valentini. Quindi è chiaro che il PD non vuole il cambiamento in città e non intende assumersi le repsonsabilità dei danni fatti negli ultimi anni.Anche nel PDL ci risiamo con la solita musica:il gruppetto legato al groviglio per indebolire la candidatura di Eugenio Neri forza le mosse e prepara manifesti con il simbolo del PDL a sostegno dello stesso Neri. Una mossa suggerita da ambienti del PD per identificare il Neri come il candidato del PDL. Insomma, il solito groviglio. Il messaggio è chiaro:sminuire e indebolire le figure di Bruno Valentini e Eugenio Neri e approfittare della candidatura del Tucci per frazionare l’elettorato. Non hanno calcolato l’incognita elettorale di Laura Vigni che rispetto alle scorse elezioni viaggia verso un risultato a due cifre.
Quando questi giochini finiranno e ci saranno i necessari passi indietro, forse perchè c’è sempre un forse, inizieremo a respirare aria nuova e un clima di responsabilità per il bene della comunità. Senza un passo indietro dei responsabili dei disastri, qui non arretra nessuno. Chiaro il concetto?
Come hanno alterato l’autonomia giuridica del cda dell’università di Siena: dal resoconto al capo del groviglio al ruolo di alcuni membri del cda – E spunta il docente che gioca con i certificati medici e si mette a servizio del Criccaboni – Il ruolo di due parlamentari: uno del PD e uno del PDL
Marzo 18th, 2013 — Note redazionali
Sulla carta è un ente pubblico, in realtà è stata ed è gestita come un affare di famiglia e come una proprietà di una banda: la morte della legalità nell’ateneo senese. Silenzi istituzionali imbarazzanti al limite della complicità e le commistioni politiche. Molti si chiedono come mai la magistratura non interviene su Criccaboni e Fabbro e altri si domandano come mai dopo un dissesto pauroso nessun processo è iniziato: bohhhh!!!!
In attesa che dai libri qualcuno passi a lavorare ricostruiamo gli intrallazzi della cricca interna all’ateneo e il ruolo della politica(altri ruoli rispetto a quelli già illustrati nei mesi scorsi).Partiamo dal docente che si mette a servizio del Criccaboni e che oggi è stato scelto dallo stesso Criccaboni come membro del cda:Luca Verzichelli.Diciamolo con chiarezza:oltre al ripristino della legalità, dentro l’ateneo urge ripristinare un corpo docente serio e che si occupa del sapere e della didattica.
Prima però segnaliamo una evidente anomalia istituzionale e un’interferenza con gli uffici dell’università: il 4 novembre 2010 il Criccaboni riceve una telefonata dal Comune di Siena (ancora non sappiamo chi era l’interlocutore) che riportiamo testualmente come da intercettazione telefonica “Chiamata ricevuta dal Comune, l’interlocutore dice che il comunicato stampa relativo alla sua nomina non lo deve fare tramite l’ufficio stampa dell’università perche non sono affidali essendo vicini a Focardi.” Questa vicenda la verificheremo nel prossimo articolo dedicato al ruolo dell’informazione con la cricca,nel frattempo ci chiediamo: come mai da altro ente pubblico interferiscono con il lavoro di altri dipendenti pagati con i soldi dei cittadini e perchè questa telefonata?
Il docente Luca Verzichelli. Attuale membro del cda dell’università (una garanzia assoluta per Criccaboni),Luca Verzichelli è quel docente intervistato da Cazzullo che con un coraggio inimmaginabile dichiarò che a Siena si stava bene perchè “la mattina sulla Sita Firenze-Siena incontrava diversi mendicanti diretti a Siena”. I mendicanti pendolari secondo l’analisi di questo luminari erano indice di benessere della città. Già questo fornisce la cifra di un certo gruppo ristretto di docenti criccaboniani. Ma nel periodo delle favolose conversazioni con il Criccaboni, questo Verzichelli era addirittura preside di facoltà. Il 4 novembre 2010 Criccaboni chiama Luca Verzichelli“ Riccaboni avverte Luca che l’Ansa ha battuto ufficialmente la notizia della nomina. Si accordano di prendere un aperitivo assieme a Roberto”(è Roberto Guerrini, docente indagato per le elezioni del Cricca)
Nel frattempo, sempre il 4 novembre nel tardo pomeriggio Ines Fabbro invia un sms al Cricca: “Pare che Siena sia in festa! Avrei voluto farle le congratulazioni a voce, ma stasera sono a una cena piuttosto formale”.Esatto, c’era una festa in corso ma non a Siena, bensì nel giardino del sultano di Stigliano: nani e ballerine che saltavano in preda a una sbornia di vino offerto dalla cantine del Guerrini.
Il 5 novembre 2010 Vareno Cucini, esponente del PD ceccuzziano e membro del cda dell’università in rappresentanza del Comune di Siena con fare del tutto sdraiato al volere del Criccaboni chiama l’abusivo: “Cucini chiama Riccaboni. Quest’ultimo gli dice di voler chiedere al CdA la conferma per la nomina del nuovo Direttore Amministrativo per cui gli comunica che lunedì ha convocato il CdA. Il Cucini lo rassicura sul fatto che il CdA non potrà che prendere atto della decisione del Rettore.” E’ bello sapere che i membri del cda nominati dal Comune invece di controllare e assumere un atteggiamento autonomo rispetto al rettore, erano proni e si accordavano prima del cda sulle decisioni da prendere. Del resto il Criccaboni informava il capo del groviglio Sefano Bisi del comportamento dei membri del cda:”Caro Stefano, c’è stato al solito qualche consigliere che si è comportato in maniera inopinata. Ti chiamo dopo. A.” http://shamael.noblogs.org/?p=7027
Il 6 novembre 2010 il Criccaboni parla con una voce maschile ancora non identificata e concordano aspetti inerenti la vita giuridica dell’ente pubblico: ”Riccaboni parla con v.m.. Dialogano sulla modalità di scelta del Direttore Amministrativo nella quale il CdA non può mettere il veto. Parlano quindi del personale da inserire nella segreteria del Rettore. La v.m. si rende disponibile per eventuali richieste di aiuto.”
Il 7 novembre 2010 la telefonata con il membro del cda dell’università, il massone e docente Mariano Bianca:”Riccaboni chiama Mariano che si complimenta per la nomina e per i primi passi mossi come la convocazione del CdA per la nomina del Direttore Amministrativo. Mariano si dichiara favorevole e si rende disponibile por ogni tipo di collaborazione.” Avete capito? Mariano Bianca si rende disponibile per ogni tipo di collaborzione e infatti quando era nel cda votava tutto a scatola chiusa.Un cda controllato esternamente e senza autonomia di fatto.
Ci stiamo avvicinando al Verzichelli ma il giorno 8 novembre 2010 Criccaboni parla al telefono con una parlamentare del PD di Arezzo:”Chiama l’on. MATTESINI per gli auguri per la nomina – Riccaboni ringrazia per l’interessamento – l’on MATTESINI dice che era doveroso per Ceccuzzi”Sarebbe interessate sapere in forma e con chi si era attivata l’onorevole del PD per la nomina di Criccaboni considerato il fatto che al governo c’era il centrodestra e come mai era “doveroso” nei confronti di Ceccuzzi?
Sempre il giorno 8 novembre Criccaboni parla con Ines Fabbro e dalla conversazione si comprende il lavorio per nominare la Fabbro e addirittura la stessa Fabbro riceve una telefonata dalla stiglianese Jolanda Cei Semplici:”Riccaboni chiama Ines FABBRO, lei chiede come è andata e di cosa hanno discusso. Lui dice di avere fatto una cornice sulle sue idee e di avere discusso la sua nomina. Riccaboni dice che tutti hanno espresso parere positivo. Riccaboni la invita a non rilasciare interviste alla stampa. Fabbro riferisce di essere stata chiamata dalla Iolanda SEMPLICI (ex direttore gen. az osp). Riccaboni dice che ha inviato subito un SMS a TOMASI”
Il 10 novembre 2010 la mitica telefonata con il grande capo Piero Tosi:”TOSI Piero chiede un appuntamento e Riccaboni glielo fissa per martedì sera, alle 18.30. Esclude di incontrarsi al rettoraro per evitare strumentalizzazioni per cui concordano di incontrarsi al solito posto.” Ecco perchè gli attuali vertici non si costituiscono parte civile nel processo sul buco finanziario. E’ tutta una banda!!
Il giorno 11 novembre 2010 una telefonata inquietante con il docente universitario Antonio Cardini che parla con Criccaboni e qui viene fuori il groviglio (questa è solo una parte):”A questo punto, dice Antonio, Angelo è libero da tutti e due. Antonio gli dice di stare alla larga dalla politica locale, di mettersi d’accordo con MUSSARI e CECCUZZI per i soldi e basta. Antonio suggerisce ad Angelo di rimettere l’Università dove TOSI l’ha tolta sbagliando ovvero spartire le risorse come facevano prima al tempo di BERLINGUER e di GROSSI, si mettevano d’accordo prima Provincia, Comune, MPS e Università nella spartizione delle risorse.” Come le spartivano le risorse?
Il 19 novembre 2010 interessante conversazione tra il senatore del PDL Quagliarello e il Criccaboni per confermare la linea intrapresa (quale?) e per criticare la richiesta di dimissioni avanzata contro il Cricca dal senatore Paolo Amato:”Sen. Quagliariello chiede chiarimenti su un comunicato stampa nel quale si afferma che a seguito dell’acquisizione dei documenti al Ministero, Amato ha chiesto le dimissioni del Rettore. Riccaboni tranquillizza l’On. dicendo di non sapere assolutamente nulla oltre a quello che dicono i giornali. L’On. chiede del materiale per poter uscire in pubblico e rilasciare qualche dichiarazione sulla linea intrapresa.”
Il 22 novembre 2010 una telefonata tra Enrica Bianchi, allora membro del cda, con il Criccaboni dalla quale emerge l’accordo preventivo nella gestione del cda: ”Enrica chiama Riccaboni e gli anticipa che all’intenro del CdA ci sarà la richiesta di uscire dalla CRUI. Enrica e Riccaboni concordano di non approvare la richiesta. Enrica avvisa Riccaboni di un suo intervento contro una proposta della Facoltà di Medicina per uno scambio di ricercatori”
Ritorniamo al 4 novembre quando il docente Luca Verzichelli giocherella con i certificati medici (che corpo docente!!):”Luca chiama Riccaboni per congratularsi. Dice di trovarsi assieme a Roberto Guerrini e che si congratula anche lui. Gli dice che aveva da poco parlato con Paul Corner il quale lo aveva avvisato di avere già in mano un certificato medico da spedirgli venerdì pomeriggio. Ironicamente Luca gli ha risposto che, viste le notizie apparse su Siena news, il cerrtificato poteva utilizzrlo per altro fine. Si danno appuntamento per domani mattina nell’ufficio di Riccaboni”. In quel novembre 2010 il docente Luca Verzichelli si dichiara disponibile a lasciare la facoltà per mettersi al servizio del Criccaboni.
E i cittadini pagano le tasse per pagare gli stipendi alla cricca dei docenti e i soldi del territorio tramite la Fondazione sono finiti dentro il buco del dissesto e ancora oggi l’ateneo è nelle mani questa banda. Magari tra 60-70 anni ci scriviamo un libro su questa porcheria istituzionale e sul silenzio delle autorità.
Dopo aver avuta la conferma del ruolo attivo del Bisi nella gestione delle istituzioni,oggi vi proponiamo un colloquio banditesco tra un docente e il Criccaboni: “devi fare ostruzionismo e non darlo”
Marzo 17th, 2013 — Note redazionali
Università di Siena in mano a una cricca che ha usato e continua ad usare gli uffici e i ruoli dentro l’ateneo per manipolare le gestioni e per mantenere in piedi la cricca storica.
Dalla lettura di questo colloquio banditesco intercettato dall’autorità giudiziaria in data 11 novembre 2010 tra un docente dell’università di Siena Angelo Barba con il ben noto abusivo Criccaboni.
Ecco l’intercettazione: “Chiama Angelo da Grosseto per un convegno. Riccaboni lo informa del fatto che è stata indagata una studentessa in relazione alle elezioni. Angelo dice che lui deve stare tranquillo anche perchè quella notizia era già stata diffusa. Riccaboni gli riferisce inoltre che la COZZOLINO ha fatto l’accesso agli atti per acquisire il Decreto di nomina: Angelo gli dice che deve fare ostruzionismo e non darlo in quanto la Cozzolino dal 1 novembre è in pensione (si chiamano entrambi Angelo: uno è Angelo (cricca)Barba e l’altro Angelo (c)Riccaboni.
Avete capito? Vi si spiega meglio. Un docente pagato dallo Stato invita il rettore a compiere un atto illegale e sovversivo in relazione al diritto previsto per legge nell’accesso agli atti pubblici.E perchè il docente Angelo Barba invita all’ostruzionismo? Perchè la Cozzolino stava preparando il ricorso al TAR contro la nomina del Criccaboni. Un sistema mafioso in piena regola.Ovviamente alla Lizza non sono stati informati di questo sistema regnante all’ateneo.
Così per mantenere il filo del discorso riproponiamo l’articolo di ieri http://shamael.noblogs.org/?p=7027
“Caro Stefano, c’è stato al solito qualche consigliere che si è comportato in maniera inopinata. Ti chiamo dopo. A.” (A sta per Angelo Riccaboni e Stefano è Stefano Bisi caporedattore del corriere di Siena e rappresentante della massoneria (GOI) della Toscana)
Qui la questione è parecchio seria e dal rapporto tra Angelo Criccaboni (rettore abusivo dell’università di Siena) e Stefano Bisi(caporedattore del corriere di Siena e rappresentante della massoneria (GOI) della Toscana) emerge una sorta di gruppo di contatto per gestire le istituzioni senesi, nel nostro caso l’università di Siena.Ed ecco svelato il modus operandi del groviglio.
Seguite la narrazione di questo groviglio(invitiamo anche i magistrati) con molta attenzione.
Innanzitutto dal dizionario italiano il termine “Inopinata” significa “imprevista”.
Nel vecchio cda dell’università di Siena,del periodo di riferimento della conversazione tra Criccaboni e Stefano Bisi,c’era un docente di Arezzo,il mitico Mariano Bianca,che non ha mai fatto mistero di essere un massone della stessa obbedienza del Bisi.
Accade questo:nel novembre 2010,esattamente il giorno 22,il rettore in carica (quindi il rappresentante legale di un ente pubblico) invia un sms a Stefano Bisi( caporedattore del corriere di Siena e rappresentante della massoneria(GOI) della Toscana) che riportiamo testualmente:”Caro stefano, c’è stato al solito qualche consigliere che si è comportato in maniera inopinata. Ti chiamo dopo. A.”(A sta per Angelo Riccaboni e Stefano è Stefano Bisi caporedattore del corriere di Siena e rappresentante della massoneria(GOI) della Toscana)
Prima domanda:come mai il rettore invia un messaggio del genere a un soggetto che non ha nessun ruolo istituzionale diretto o indiretto con l’ateneo e in particolar modo in merito al funzionamento del cda e del ruolo dei membri dello stesso cda?
Seconda domanda: Perchè il rettore Riccaboni informa proprio Stefano Bisi del fatto che “qualche consigliere che si è comportato in maniera inopinata”?
Terza domanda:cosa avrebbe dovuto fare in base al tenore del messaggio il sig. Bisi nei confronti di “qualche consigliere”?
Quarta domanda:chi era o chi erano i consiglieri che si erano comportati in maniera “inopinata”?
Dal messaggio emerge chiaramente una condivisione della gestione dell’ateneo tra Criccaboni e Stefano Bisi. Qui siamo completamente fuori dall’ambito giornalistico,quindi in che funzione era il Bisi in questi rapporti con Criccaboni?
Carneade. Siamo tutti anonimi!!!
Marzo 16th, 2013 — Note redazionali
Indignato per l’orrenda campagna stampa contro le voci libere del web, orchestrata da certi pennivendoli locali e rimbalzata grazie a qualche connivenza su alcuni giornali nazionali e sostenuta con forza dall’illeggibile “Corriere fiorentino”, sempre prono al potere, Carneade ha tirato fuori dal proprio archivio una bella analisi sul valore, l’utilità, la legittimità e addirittura la necessità dell’anonimato pubblicata sul “Corriere di Siena” il 21 marzo del 2005 e ha deciso di riproporvela integralmente, fiducioso, cari lettori, della vostra approvazione.
Mai, lo confesso, il vecchio Carneade è stato così concorde con Stefano Bisi … anzi, pardon, con Suor Bridget!
La libertà di “pseudoanonimo”.
I giornali sono invasi da “lettere firmate”, che saranno pure firmate ma spesso anche inventate. “Gruppi di cittadini” si lamentano senza dire chi sono e quanti sono (magari 2, se non addirittura uno). Nomi di comodo compaiono in fondo agli articoli per i motivi più vari, a volte solo perché se la stessa persona ne scrive troppi in una giornata sembra ci sia solo lui in redazione. L’anonimato rappresenta una condizione fondamentale per la libertà di espressione degli individui. Voci controverse e spesso irriverenti si sono fatte sentire grazie alla copertura di uno pseudonimo. Autori che potevano avere problemi a causa del loro pensiero hanno così avuto modo di esprimere liberamente le proprie opinioni, senza temere ritorsioni. Tanto più che la legge è uguale per tutti e, anonimi o no, ciò che si scrive non deve contenere offese per nessuno.
I nomi di fantasia hanno sempre occupato uno spazio fondamentale per la politica e la letteratura satirica in genere, permettendo anche a persone già identificate dalle opinioni espresse in precedenza o dall’appartenenza a qualche associazione, di esprimere le proprie idee senza il pericolo che queste venissero travisate o rifiutate a priori. In altre parole, un autore può avere una quantità di motivi validi per decidere di non rivelare la propria identità, come la paura di rappresaglie economiche o legali, di ostracismo sociale o semplicemente il desiderio di preservare la privacy.
“L’identità di chi scrive non è differente da ogni altro componente del contenuto di un documento che l’autore è libero di includere o escludere” ha sentenziato la Corte Suprema degli Stati Uniti del 1995, stabilendo che l’ anonimato “offre a un autore che può essere impopolare un modo per assicurarsi che i lettori non accolgano il suo messaggio con pregiudizio, semplicemente per il fatto che essi non amano colui che lo propone”. Pubblicare scritti anonimi, quindi, non è considerata una pratica scorretta, come qualcuno vorrebbe far credere. Fa parte, al contrario, di una onorevole tradizione di dissenso e di espressione libera delle proprie opinioni. Con l’avvento di internet questa abitudine si è moltiplicata in maniera esponenziale: in tutti i forum di discussione si interviene usando un nickname e questo non danneggia affatto il dibattito, anzi. Il “Barbiere della Sera” è un sito di giornalisti fatto per i giornalisti, tutti con pseudonimo. Un nome ed un cognome li renderebbe meno liberi di raccontare ciò che succede anche nelle loro stesse redazioni. La stampa nazionale offre numerosi esempi di anonimi e pseudonimi molto in voga e mi limiterò a citarne solo alcuni di estrema attualità: da Jena che è passato dal Manifesto alla Stampa all’Elefantino del Foglio, dal Corbeille di Finanza & Mercati al Tamerlano che nasconde l’identità del guru economico del centrosinistra.
Luther Blissett invece, entrando nel campo della letteratura ha già compiuto 10 anni (come il Corriere di Siena, al quale faccio gli auguri). In realtà si tratta di un “nome collettivo” dietro al quale si cela un gruppo di persone di diversi paesi, scrittori, attivisti politici, artisti, scrittori, saggisti che hanno prodotto, firmandosi come l’ex calciatore del Milan, riviste e fanzine, saggi e opere di fiction, dischi, performance, opere teatrali, siti web, inchieste giornalistiche e soprattutto azioni di “guerriglia mass-mediatica, come loro stessi amano definirla. Oggi il “Luther Blissett Project” non c’è più. Al suo posto è nata una vera e propria band di scrittori, “Wu Ming”, che ha firmato un libro di successo come “Q” [non è vero, “Q” è firmato da Luther Blissett come è noto] e realizzato molti altri progetti, sia come gruppo, sia a firma dei singoli componenti, rigorosamente indicati soltanto come Wu Ming 1, 2, 3 e 4, l’ultimo dei quali è “New Thing”, scritto da Wu Ming 1. In seguito a questa esperienza è nata addirittura una radio “Luther Blissett”, a Madrid.Dalla rete sono usciti altri collettivi come “Kai Zen” ed “Emerson Krott”, poi ci sono “i Quindici”, comitato di “lettori auto-convocati” che in meno di due anni ha esaminato centinaia e centinaia di romanzi e racconti inediti, riuscendo a far pubblicare da Einaudi il libro di Girolamo De Michele “Tre uomini paradossali”. Gli “pseudonimi multiuso” fanno parte della tradizione dei movimenti, dal “povero Conrad” dei contadini svevi del 16° secolo al “Ned Ludd” della prima rivoluzione industriale, dal “Capitano Swing” dei moti rurali inglesi fino al Subcomandante Marcos (“Todos somos Marcos”, dicono gli zapatisti). Anche nella tradizione della stampa locale senese si trovano molti esempi. In passato fecero largo uso di pseudonimi i settimanali il Campo (che continua a farlo oggi con la Voce) e, soprattutto, il Nuovo Corriere Senese, redazione in cui hanno mosso i primi passi tanti cronisti ancora sulla breccia. Sui quotidiani, in tempi più recenti, voglio ricordare i Caligola, i Biagio Furan, i Vezio Rossetti, . E perché no, anche il feroce Calidonio che sembrava ispirato dalla stessa musa a cui oggi guarda Don Giulio. Ieri era a sinistra, adesso un po’ più a destra. Fra tanti anonimi per scelta, i quali evidentemente si ritagliano uno spazio nel dibattito cittadino per le loro opinioni e non per titoli, trascorsi o lignaggio, davvero non invidio gli anonimi di contenuto. Si dannano l’anima, prolissi a morte, per leggersi nome e cognome sulla gazzetta locale. E, ahimé, incorrono pure nello sberleffo di un signor nessuno al quale, come disse un tizio di cui non ricordo il nome, “non puoi dare neanche uno schiaffo quando lo incontri per strada”. Suor Bridget
Carneade
“Caro Stefano, c’è stato al solito qualche consigliere che si è comportato in maniera inopinata. Ti chiamo dopo. A.” (A sta per Angelo Riccaboni e Stefano è Stefano Bisi caporedattore del corriere di Siena e rappresentante della massoneria (GOI) della Toscana)
Marzo 16th, 2013 — Note redazionali
Qui la questione è parecchio seria e dal rapporto tra Angelo Criccaboni (rettore abusivo dell’università di Siena) e Stefano Bisi (caporedattore del corriere di Siena e rappresentante della massoneria (GOI) della Toscana) emerge una sorta di gruppo di contatto per gestire le istituzioni senesi,nel nostro caso l’università di Siena. Ed ecco svelato il modus operandi del groviglio. Seguite la narrazione di questo groviglio (invitiamo anche i magistrati) con molta attenzione. Innanzitutto dal dizionario italiano il termine “inopinata” significa “imprevista”.
Nel vecchio cda dell’università di Siena,del periodo di riferimento della conversazione tra Criccaboni e Stefano Bisi,c’era un docente di Arezzo,il mitico Mariano Bianca, che non ha mai fatto mistero di essere un massone della stessa obbedienza del Bisi.
Accade questo: nel novembre 2010, esattamente il giorno 22, il rettore in carica (quindi il rappresentante legale di un ente pubblico) invia un sms a Stefano Bisi (caporedattore del corriere di Siena e rappresentante della massoneria (GOI) della Toscana) che riportiamo testualmente:
“Caro Stefano, c’è stato al solito qualche consigliere che si è comportato in maniera inopinata. Ti chiamo dopo. A.” (A sta per Angelo Riccaboni e Stefano è Stefano Bisi caporedattore del corriere di Siena e rappresentante della massoneria(GOI) della Toscana)
Prima domanda: come mai il rettore invia un messaggio del genere a un soggetto che non ha nessun ruolo istituzionale diretto o indiretto con l’ateneo e in particolar modo in merito al funzionamento del cda e del ruolo dei membri dello stesso cda?
Seconda domanda: perchè il rettore Riccaboni informa proprio Stefano Bisi del fatto che “qualche consigliere che si è comportato in maniera inopinata”?
Terza domanda: cosa avrebbe dovuto fare in base al tenore del messaggio il sig. Bisi nei confronti di “qualche consigliere”?
Quarta domanda:chi era o chi erano i consiglieri che si erano comportati in maniera “inopinata”?
Dal messaggio emerge chiaramente una condivisione della gestione dell’ateneo tra Criccaboni e Stefano Bisi. Qui siamo completamente fuori dall’ambito giornalistico,quindi in che funzione era il Bisi in questi rapporti con Criccaboni? Ci appare molto strano che il GOI fosse partecipe nella gestione dell’ateneo; molto strano. Quindi?
P.S. Nella prossima puntata altri particolari importanti.
“L’amico di Pisa”(del Criccaboni) – ”Questa gentaccia va anticipata”
Marzo 16th, 2013 — Note redazionali
Dopo aver letto questa intercettazione ci siamo convinti: Criccaboni è un personaggio peggio dei dissestatori che lo hanno preceduto. Di cosa stanno parlando questi due amiconi? Perchè la procura non apre un’inchiesta per capire di cosa stavano parlando Criccaboni e la v.m.? La conversazione chiaramente intrallazzante si riferisce a qualche commissione o concorso o procedura dell’università. Chissà chi è “l’amico di Pisa” ….
Veramente della bella gente questi docenti della cricca!!!
Estratto intercettazione autorità giudiziaria del 15 novembre 2010:
Riccaboni chiama v.f. che, evidentemente, fa parte della commissione di un concorso. Riccaboni le chiede se domani ci sia la valutazione dei titoli e la donna risponde affermativamente. Riccaboni rappresenta che “l’amico di Pisa” farà osservazioni sulle pubblicazioni di un candidato – che interessa a Riccaboni – in quanto, a suo parere, trattano quasi sempre lo stesso argomento. Riccaboni invita la donna a prepararsi osservazioni di risposta ed anzi ad anticipare la mossa ed a tal proposito le suggerisce anche cosa dire, per rafforzare le volontà di coloro che sono favorevoli al candidato. La donna dice a Riccaboni che ci penserà e sicuramente anticiperà le osservazioni del collega di Pisa. Riccaboni le fornisce altri spunti di argomentazione. La donna lo ringrazia per il suggerrimento. Riccaboni dice che questa gentaccia va anticipata e la invita a contattarlo anche “durante”.
P.s. Ma la gentaccia quale sarebbe?