Modello GiùCricca 2012

Imbarazzante intervista alla Nazione di Criccaboni durante la quale veramente ne dice di tutti i colori. Avevamo notato, in settimana, l’insulsaggine delle dichiarazioni trionfali sulla pubblicazione in gazzetta ufficiale dello statuto con tanto di note di colore tipo: “Un passo fondamentale per il rilancio dell’Ateneo”, ma che si potesse giungere ad aggregare una tale mole di fuffa in una sola intervista non ci era neanche venuto in mente. Avevamo avuto poca fiducia. Invece il ragazzo continua a darci un monte di soddisfazioni.

Facciamone un attimo l’analisi per comprendere il perché la redazione di Fratello Illuminato sostiene che finché ai vertici dell’ateneo rimarrà la premiata ditta dell’inconcludenza Criccaboni & Fabbro non ci sarà speranza di rilancio, ma solo la certezza della tomba.
Forse ispirandosi a questo (http://www.youtube.com/watch?v=9KufT45Q6X0) gli è venuto in mente, dopo un’ampia consultazione con l’altro fenomeno di includenza per giunta condannato dalla Corte dei Conti Ines “maestrina” Fabbro, di proporre il modello GiùCricca. E ora vi spieghiamo in cosa consiste.

D.: “E’ in vigore il nuovo statuto dell’Ateneo. Lei sostiene che ‘rappresenta un momento di rilancio della nostra Università’. Ma non si tratta solo di un atto dovuto, previsto dalla Legge Gelmini?

R.: “Certo, è così. Vorrei però sottolineare che è stato messo a punto velocemente. Ci sono molti Atenei che non hanno ancora concluso il percorso. Non solo. Abbiamo posto al centro dell’attività i dipartimenti, sviluppandoli in coerenza con lo spirito della legge”.

D.: Scusi, ma insisto: concretamente come può lo Statuto incidere positivamente sulle sorti dell’antico istituto?

R.: “Qualche cifra lo rende comprensibile. C’erano fino ad ora 38 dipartimenti e 9 facoltà. Vale a dire 47 punti amministrativi: non sono pochi. Adesso ne abbiamo 17, uno ogni dipartimento. Ciò facilita la comunicazione, la possibilità di individuare linee comuni. E la semplificazione dei processi amministrativi. Non solo, in ciascuno sono riunite sia le funzioni didattiche che di ricerca per cui si ha una maggiore responsabilizzazione che spinge a porsi in maniera propositiva verso l’esterno”.

D.: Cosa vuol dire nella pratica?

R.: “Interfacciandosi con il territorio possono rappresentare un elemento di crescita, liberando appieno le potenzialità in essi contenute”.

Ecco queste risposte assomigliano incredibilmente a questa: http://www.youtube.com/watch?v=8K_jkB9lnAA

D.: A proposito: com’è andata a finire con la richiesta di un gruppo di docenti che non aveva optato per alcun dipartimento? Si è deciso d’imperio?

R.: “Mercoledì scorso il Senato ha stabilito come devono essere assegnati: questo prevedevano le linee guida”.

D.: Di quante persone si tratta?

R.: “Ventidue. Ma con tale atto non è certo concluso il processo di dipartimentalizzazione”.

A questo proposito vedi http://shamael.noblogs.org/?p=3909, http://shamael.noblogs.org/?p=3981, http://shamael.noblogs.org/?p=3999 e http://shamael.noblogs.org/?p=4061 e, infine http://shamael.noblogs.org/?p=4261.

D.: Cosa accadrà ancora?

R.: I docenti sono stati sistemati (per le feste aggiungiamo noi; e d’altro canto visto il loro servilismo non si meritano altro ndr), vanno distribuiti adesso spazi e personale tecnico-amministrativo, valorizzando le competenze dei dipendenti (e continuando a levar loro quattrini dalle tasche, possibilmente, oltre a trattarli come stracci da dare in terra ndr). L’idea sarebbe di partire a pieno regime subito dopo l’estate (quando saranno finiti irrimediabilmente i quattrini. Che fenomeno questo Criccaboni ndr)“.

D.: E i nuovi organi di governo dell’Ateneo? Che tempi sono previsti?

R.: “Glielo stavo dicendo, dopo l’estate. Possibilmente prima dell’inizio del prossimo anno accademico”.

Noi invece ben prima speriamo che arrivino truppe in divisa a far finire questo scempio infame.

D.: Intendeva anche il nuovo Senato e il nuovo cda?

R.: “Certo. La trafila è la seguente: ciascun dipartimento elegge il proprio direttore, atto propedeutico all’elezione dei membri del Senato e, infine, all’indicazione dei componenti del consiglio di amministrazione”.

O vediamo quanti inquisiti e condannati dalla corte dei conti riescono a infilarci, in senato, questa volta. Ma dove sono i Carabinieri?

D.: Scompaiono le facoltà…

R.: “… dovremo saper ben comunicare agli studenti che a Siena non c’è più Economia ma restano i corsi di studio. E così per tutte le altre ex facoltà”.

Esticazzi!!! Finalmente, dopo tante supercazzole arriva anche per la prima volta la parola “studenti“. E pensare che noi ritenevamo che in un’università fossero la componente fondamentale. Non avevamo fatto i conti col Cricca …

Ed ecco i fuochi d’artificio!!!

D.: Nella grande partita del «Dipint» l’Università non sembra essere protagonista.

R.: “Questa è una sua interpretazione. L’Ateneo ha giocato un ruolo determinante (sì, di zerbino, in ordine, della Regione, dell’AOUS e in definitiva di Paolo Morello Marchese ndr). I ‘Dipint’ sono stati costituiti solo perché i rettori delle tre Università toscane hanno collaborato alla messa a punto di questo nuovo modello che consentirà di migliorare il supporto alla ricerca e alla didattica. La facoltà di Medicina è impegnata pertanto in uno sforzo di programmazione importante, pluriennale, che determinerà una forte capacità di attrazione”.

Verso il baratro, l’attrazione. D’avanzo lo sappiamo bene come funziona la facoltà di medicina. Lì ci vogliono nemmeno i Carabinieri, ma direttamente i Berretti Verdi (vedi qui http://shamael.noblogs.org/?p=3424, qui http://shamael.noblogs.org/?p=3746 e qui http://shamael.noblogs.org/?p=4255).
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D.: Però le risorse, si parla di 8 milioni di euro, verranno gestite dall’Azienda ospedaliera. Il cordone della borsa, insomma, lo tiene qualcun altro.

R.: (Sorride, ndr) Il comitato che decide dell’uso delle risorse è formato da rettore, direttore generale del policlinico e preside di Medicina. Credo di averle risposto”.

Ma veramente pare di trovarsi al campionato del mondo di negazione dell’evidenza. Gli otto milioni li gestisce e continuerà a farlo anche sulla base del nuovo protocollo solo ed esclusivamente il caro Morello. L’hai firmato il protocollo lo dovresti sapere.

D.: A proposito di Medicina: molti noti professionisti vanno in pensione, c’è il timore che la crisi dell’Ateneo abbia indebolito anche la facoltà.

R.: “Non è vero, facile dare sempre la colpa all’Ateneo. Medicina ha ottimi punti di attrazione, come ogni organizzazione può avere dei ritardi. Bisogna lavorare su eventuali criticità. I segnali positivi sono molteplici”.

E vai con la supercazzola! Le uniche due criticità su cui lavorare al momento potete vederle qui sotto


D.: Lei ha indicato il 2017 come anno del pareggio: ancora valido?

R.: “Una proiezione molto prudente che non tiene conto della ristrutturazione dei mutui e dei milioni del ‘Dipint’”.

E dagli co ‘sti milioni del Dipint. Ma l’hai capito o no che i milioni li vedi giusto giusto dipint sul muro?

D.: Ristrutturazione dei mutui: a che punto siamo?

R.: “Dopo il lavoro svolto insieme alla Cassa depositi e prestiti (lavoro che non è documentato neanche da un pizzino, quindi se il Cricca avesse la bontà di renderlo questo lavoro farebbe niente altro che il suo dovere ndr) è venuto fuori un modello (il modello GiùCricca, appunto ndr) che questa intende proporre anche ad altri Atenei italiani in difficoltà. Siamo degli apripista”.

Sì, apripista di slavine. E l’unico modello che questi due inconcludenti potranno esportare è quello del fallimento totale di un’università antica di ottocento anni. Bel modello davvero. Comunque anche quell’altro dissestatore di Roma, il Frati, potrebbe affiancare cotanto modello. Infatti il Frati ha il modello “figlio” (vedi qui: http://www.corriere.it/cronache/12_febbraio_28/carriera-primario-manichini-giacomo-frati-stella_4f7bc0ce-61d4-11e1-9e7f-339fb1d47269.shtml), a Siena c’è il modello “moglie”.

D.: Ancora però non c’è l’accordo.

R.: “Non c’è. (Ahh!!! Ecco! Ci pareva! ndr) Entro aprile confido nell’arrivo della proposta da portare all’approvazione del cda prima dell’estate. E’ il consiglio ad avere l’ultima parola”

Ma la proposta da parte di chi? Forse allude alle riunioni fatte in ragioneria con Marino e Frediani? No, perché a quanto ci risulta il CdA della Banca, che è l’unico che conta e che ha davvero l’ultima parola non lo ha preso neanche in considerazione, al nostro Cricca. Per ora ha preso in considerazione solo di tagliare un po’ di gente in Banca (a parte la fidanzatina del Bisi). Ma di blocco dei mutui non se ne è letto da nessuna parte.

Ora la redazione di Fratello Illuminato si chiede, dopo questa imbarazzante intervista: ma le istituzioni locali dove sono andate a finire? Ma non si vergognano neanche un pochino a consentire a questi due genii dell’inconcludenza di distruggere tutto quello che c’è rimasto, dopo Berlinguer e Tosi, da distruggere (ben poco)? A quando, caro Ceccuzzi l’Università di Siena 2.0? E Bezzini? Non ha niente da dire?
Noi qualcosa da dire ce l’abbiamo: levate le tende, Cricca e Fabbro!!! Cercate di capire che queste buffonate non servono più a mascherare la realtà. Levatevi di lì perché più ci rimanete e peggiore sarà la situazione. Fate un gesto di responsabilità prima che ve lo impongano dall’alto. Non siete immuni solo perché amici della cricchetta ministeriale. Ormai siete smascherati. Foera dai ball!!!

2 comments ↓

#1 MB on 03.03.12 at 20:48

Non ho parole. Anzi, una ce l’ho: SCAN-DA-LO-SO.

Adesso scusatemi che ho finito l’antiemetico e devo andare a vomitare.

#2 Giulia on 03.04.12 at 12:56

questo pseudoeconomista è la fotocopia del faraone Tosi