Sarà capitato anche a voi / di avere un casino in famigliaaaaa – Seconda parte

Cosa ci può essere di più furbo, per il quadretto familiare che prolunga l’intimità domestica sul luogo di lavoro, della costituzione con risorse pubbliche di un Centro di ricerca a Colle di Val d’Elsa che prefiguri anche un’occupazione, sperabilmente redditizia, dopo gli inevitabili e incombenti pensionamenti? Sarebbe proprio una figata, specialmente se si spostassero le apparecchiature dai laboratori dell’Università di Siena ai locali del Centro! Ma sarebbe una vera genialata, se l’accesso agli strumenti, inventariati in un Dipartimento diverso da quello dei furbetti, fosse di fatto negato proprio agli usuali utilizzatori universitari, fissando per loro un inaccettabile costo giornaliero di € 400 per l’uso e costringendoli, in alternativa, a recarsi, da Siena all’Università di Trento! Ecco, tutto ciò può accadere solo nell’università del Bengodi: l’ateneo senese, appunto e, ovviamente, con l’approvazione del rettore! Approvazione facile da ottenere per due semplici motivi: il primo è che, in tal modo, Riccaboni favorisce il gruppo dei chimici guidato dal suo compagno di merende, Prof. Riccardo Basosi (fedelissimo di Tosi e Focardi e fidatissimo dell’attuale magnifico); il secondo motivo è che tra i collaboratori di Basosi c’è il Prof. associato Rebecca Pogni, che aspira a diventare ordinario. E Rebecca non è un docente qualsiasi: è la moglie di Riccaboni! Può, il rettore, non accontentare il gruppo che dovrà aiutare sua moglie a diventare ordinario? No che non può! Illuminante la lettura degli atti del Consiglio d’Amministrazione dell’Università di Siena del 28 ottobre 2011 che ha deliberato il rinnovo del comodato d’uso degli apparecchi, nonostante il parere negativo del Dipartimento presso il quale è inventariata la strumentazione. In quella riunione, però, è successo qualcosa di molto grave: la delibera è passata con 9 voti contro 8, con il voto favorevole di Riccaboni e la Fabbro, mentre il Prof. Donati, correttamente, è uscito dalla sala per conflitto d’interessi, in quanto fa parte del Dipartimento che ha dato parere negativo a tenere gli strumenti fuori dall’Università. Quella delibera è perciò nulla, perché Riccaboni ha manipolato l’intera vicenda per favorire il gruppo di sua moglie.

P.S. A tutti i soggetti interessati: risparmiatevi la fatica di smentire perché tutto quanto precede è DOCUMENTATO.

6 comments ↓

#1 Bastardo Senza Gloria on 01.23.12 at 14:12

Questa città mi mette veramente a disagio. Non esiste un settore dove la piovra del nepotismo, dell’affarismo occulto non abbia allungato i tentacoli. Se uno ha un minimo di risveglio della propria coscienza della consapevolezza del proprio io non potrà sopportare a lungo questa condizione di sudditi. Un abbaraccio.

#2 Marta on 01.23.12 at 20:02

ma non si vergogna ad andare in giro il Riccaboni?

#3 Nanban on 01.23.12 at 22:33

Non vi sembra che Riccaboni, o Criccaboni come lo chiamate in questo blog, abbia commesso, se è vero quello che avete scritto in questo articolo (e non ho motivo per dubitarlo), degli abusi con evidenti rilievi penali?

#4 un docente incazzato... on 01.24.12 at 21:45

..certe volte siete davvero ganzi, altre proprio dei “poerelli”… questa mi sembra proprio una di queste ultime volte. Riccaboni e sua moglie credo siano coetanei e hanno iniziato la loro carriera accademica praticamente insieme, procedendo in parallelo… lui è arrivato prima di lei. Non vedo cosa ci sia di male se ora anche lei aspira a diventare ordinario! Che poi a Colle ci sia un merdaio da chiudere e smantellare sono d’accordo… però è intellettualmente scorretto confondere le due cose. Fate la battaglia per far luce su Colle e sui loschi giri che ci sono, ma senza tirare in ballo chi, magari, non c’entra proprio niente!

#5 Nanban on 01.25.12 at 00:16

Il “docente incazzato” (come si firma) ci dovrebbe spiegare come sia possibile fare una “battaglia per far luce su Colle e sui loschi giri che ci sono” e “chiudere e smantellare il merdaio”, se a impedire tale operazione è proprio il rettore! E perché Riccaboni non lo vuole smantellare, ma lo favorisce? L’articolo che stiamo commentando ha dato una risposta che non piace al “docente incazzato”. Ebbene, questo lettore ha forse un’altra spiegazione?Ci renda partecipi!

#6 Shamael on 01.25.12 at 00:23

Risulta assai difficoltoso percepire la logica di questo commento di docente incazzato. Non si capisce infatti chi si sia mai permesso di stigmatizzare la normalissima aspirazione della signora Criccaboni di diventare ordinario come il marito. E’ perfettamente legittima questa sua aspirazione. E’ parecchio meno legittimo che il Criccaboni, tramite un documentato troiaio fatto in barba a qualsiasi regola, favorisca il gruppo di chimici capitanato da Basosi, al quale peraltro ha dato una delega (ma questo non significa nulla perché di deleghe ne dà tre o quattro al giorno a colleghi e colleghe distraendoli dalla didattica e dalla ricerca, sempre che costoro la facciano), a danno del gruppo PROPRIETARIO di quei macchinari, ma che non è utile alla persecuzione dei fini suoi e della sua famiglia, aggiungendo alla beffa il danno di far pagare al questo ultimo, lo ripetiamo PROPRIETARIO dei macchinari, una cifra improponibile tanto che i proprietari preferiscono rivolgersi a Trento. A noi sembra un sopruso bello e buono per favorire la moglie che, e qui siamo d’accordo, non c’entra niente.