La lettera del reato e il corpo del reato è la lettera stessa.Firmata congiuntamente Angelo (C)Riccaboni e condannata dalla Corte dei Conti Ines Fabbro. Come si suol dire:”un faro della cultura europea (anzi, due fari)”

Partiamo dal corpo del reato

 Ad aggravare ed a palesare il sistema di illegalità e gli intrallazzi tra Frediani, Riccaboni e Fabbro ecco la prova provata, il documento che abbiamo già pubblicato tempo fa. ECCOLO QUA (naturalmente anche questo è inutile tentare di farlo sparire. Cliccate sull’immagine per vedere la lettera a GRANDEZZA NATURALE)!

 In questo documento c’è un reato per parola. Innanzitutto c’è la violazione delle leggi sui contratti nella pubblica amministrazione e sugli obblighi dei docenti a tempo pieno.Poi c’è un abuso evidente di ufficio perché il documento è co-firmato da Riccaboni e Fabbro. Ci possono spiegare che competenza ha il direttore amministrativo sulla docenza (forse competenza affettiva? Forse ne hanno parlato ad una cena a lume di candela?)? A noi non ne risulta alcuna. Per giunta la legge 240/2010 IMPONE addirittura al Rettore di fare lezione, figuriamoci se consente di esonerare un docente a tempo pieno dai suoi obblighi. E ancora: incontri con operatori di mercato????????? Ma il FREDIANI STESSO è operatore di mercato in quanto socio di maggioranza (e che maggioranza!!!) di Astrea s.r.l. E come mai il preside di economia Ghellini, cui la missiva PROTOCOLLATA è indirizzata, non l’ha dichiarata – come doveva fare – IRRICEVIBILE? E come mai gli organi di governo non ne sono a conoscenza? E per quale motivo si è dovuto ricorrere ad una così grave infrazione? Forse perché gli studenti, che ricordiamolo sono GLI UNICI AD AVERE TUTTI I DIRITTI, si erano lamentati delle assenze ingiustificate di Frediani?
Sta di fatto che Riccaboni e Fabbro hanno prodotto un documento strapieno di illegalità con il concorso del preside di economia e con la compiacenza, salvo smentite formali, del consiglio di facoltà di economia e del senato accademico. Se costoro non fossero stati informati li invitiamo a procedere con le denunce nei confronti di Riccaboni, Fabbro e Ghellini (e Frediani ovviamente).
Per chiudere notifichiamo a tutti gli altri docenti dell’Ateneo che nei loro confronti è stata commessa una grave infrazione del principio di uguglianza perché non si capisce la ragione di esonerare dagli obblighi legati al suo status UN SOLO DOCENTE, tra l’altro per occuparsi di questioni di cui si occupa anche la sua società PRIVATA.

Rinfreschiamo la memoria sul disgustoso intrallazzo che precede la lettera del reato.

 Arriviamo alla penosa e disgustosa vicenda dei rapporti tra Astrea srl e il Criccaboni in qualità di amministratore di un ente pubblico. In questa vicenda entriamo in punta di diritto con l’ausilio dei nostri studi legali.
Cos’è Astrea srl. E’ una società che opera nel mercato mobiliare e immobiliare registrata allaCamera di Commercio di Milano (vedi qui la visura camerale) di cui i soci sono due,Lorenzo Frediani e la MOGLIE, con capitale sociale di 30.000 euro così suddiviso: 28.500 euro Frediani, 1500 euro la moglie. Chi è Lorenzo Frediani? E’ un docente A TEMPO PIENOdella Facoltà di Economia R. Goodwin di Siena di Analisi dei bilanci degli intermediari finanziari. Ecco cosa si dicevano Frediani e Criccaboni il 4 novembre 2010:

  • 4 novembre (ore 16:26): una voce maschile chiede conferma sulla nomina. Si accordano di vedersi tra un po’ in facoltà.
    – 4 novembre (ore 19:04): una voce maschile chiama per congratularsi per la nuova nomina e chiede insistentemente un incontro prima dei festeggiamenti per parlare del loro progetto.
    – 10 novembre 2010 (ore 10:09): fissano un incontro per il 19 novembre (alle ore 10.00) con il nuovo direttore amministrativo e la ragioneria dell’università per procedere – dopo aver controllato i conti – alla programmazione di un fondo immobiliare o vendita dei beni dell’Unisi.
    – 18 novembre 2010 (ore 09:42): un uomo chiama Riccaboni e gli chiede conferma per l’indomani alle 10 con il direttore amministrativo. Riccaboni conferma.
    – 22 novembre 2010 (ore 09:53): una voce maschile chiama Riccaboni e lo mette sull’avviso di non discutere con nessuno nel dettaglio del piano di risanamento, visto che ci sono dei problemi in arrivo come la mancata corresponsione del contributo di 8 milioni di euro da parte della regione che mette a rischio il pagamento degli stipendi per dicembre. La linea diventa disturbata…
    – 22 novembre 2010 (ore 09:57): una voce maschile riprende il discorso interrottosi precedentemente e gli fa presente che mancano i soldi per pagare gli stipendi di dicembre. Riccaboni propone di far ricorso alle anticipazioni di cassa e la voce maschile precisa che al 31 dicembre le anticipazioni di cassa devono essere portate a zero. Se bisogna percorrere quella strada, la voce maschile dice che va richiesto un incontro a Mussari e a Marino per vedere se la fanno percorrere. Non è una cosa semplice anche perché le tredicesime vanno pagate il 12 o il 13. Riccaboni dice che ci vuole pensare e si accordano di sentirsi domattina.
    – 1 dicembre 2010 (ore 09:52): Angelo viene chiamato da un uomo che gli suggerisce di aumentare il numero delle persone che lavorano nella ragioneria perché sono in uno stato di criticità, almeno finché le cose non girano. Riccaboni si appunta la cosa. L’interlocutore dice che poi con calma devono vedere come riorganizzare l’università ma questo deve essere un provvedimento da prendere subito. Riccaboni dice che ne parlerà con la Fabbro.

 Alle interrogazioni in CdA che mettevano in dubbio la compatibilità delle varie attività di Frediani con questa legge (http://www.edscuola.it/archivio/norme/decreti/dpr382_80.html) è stato risposto che tale incompatibilità non sussisteva.

Facciamo finta che tale incompatibilità non ci sia davvero: andiamo alla sostanza che poi è quello che rileva ai fini giuridici. 1) Come mai il 10 novembre 2010 la società Astrea fissa un incontro con Riccaboni e il direttore amministrativo per procedere alla programmazione di un fondo immobiliare o vendita dei beni dell’Unisi? 2) Come mai il 22 novembre 2010 la società Astrea chiede a Riccaboni di non discutere con nessuno nel dettaglio del piano di risanamento? E in più Astrea dice che ci sono dei problemi in arrivo come la mancata corresponsione del contributo di 8 milioni da parte della Regione? Che ci incastra una società privata con la gestione di un ente pubblico? 3) Come mai, sempre il 22 novembre 2010 Astrea chiede di fissare un appuntamento con il presidente della banca Giuseppe Mussari e con il vice direttore generale Antonio Marino4) Come mai il 1 dicembre 2010 la società Astrea srl suggerisce al Criccaboni di aumentare il numero delle persone che lavorano in ragioneria? Con quale competenza fa questo e sulla base di quale diritto, norma, regolamento? 5) E come mai in questa conversazione Criccaboni sostiene che ne parlerà con la Fabbro?
Il come mai vi si spiega noi: il titolare OPERATIVO di Astrea è Lorenzo Frediani e si capisce chiaramente la commistione tra interessi privati e gestione dell’ente pubblico palesando la volontà di tenere all’oscuro la comunità accademica e i suoi organi di governo.
Alle pressanti richieste di chiarimento fatte da consiglieri di amministrazione è stato risposto che Frediani non è né presidente nè amministratore delegato. E allora domandiamo noi. 1)Come mai le telefonate vengono fatte da un cellulare intestato ad Astrea srl? 2) Come mai il sito astrea.info (abbiamo salvato tutto, quindi è stato stupido oltre che inutile aver cancellato il dominio) è registrato a nome di Lorenzo Frediani e con l’indirizzo email frediani[at]unisi.it(cosa che fra l’altro costituisce una grave infrazione anche alla normativa che disciplina l’utilizzo delle mail accademiche)? Vedete pure qui.

Informazioni su astrea.info

Il nodo elezioni amministrative autunnali per Siena: il 28 settembre forse decidono

Pressing di Giuliano Amato e Alessandro Profumo su Gianni Letta per convincere il PDL a far passare il decreto per l’elezioni amministrative a Siena nel mese di novembre. Dopo una consultazione con Gabriello Mancini(favorevole per novembre) anche il presidente della Acri Giuseppe Guzzetti spinge sul ministro Passera per l’approvazione del decreto. Dai nomi impegnati si comprende benissimo il carattere popolare della richiesta delle elezioni a novembre.

Il “sorvegliante” Turiddu Campaini

Chi è Turiddu Campaini? E’ l’inamovibile presidente del consiglio di sorveglianza di Unicoop Firenze; settantadue anni e fin dai tempi della gestione Mussari rappresenta Unicoop all’interno del cda di banca MPS. Con quali risultati, si chiedono dentro e fuori Unicoop? Di sicuro, Unicoop Firenze nel corso degli anni ha investito circa 250 milioni in azioni MPS e il sorvegliante Turiddu non ha mai abbandonato la linea di totale appiattimento sulle scelte degli ex Mussari-Vigni e oggi, senza pensarci troppo ha sposato la linea di mister Alessandro Profumo.La carriera di Campaini nel ‘mondo cooperativo’ inizia con la sua entrata nella Cooperativa del popolo di Empoli nel 1963 sotto la presidenza di Duilio Susini. Nel 1971 al momento delle dimissioni di Susini, ne diventa presidente per poi essere nel 1973 tra i protagonisti della fusione tra le principali cooperative di consumo toscane che porterà alla nascita di Unicoop Firenze.Nella primavera del 2003 è entrato a far parte del Consiglio d’Amministrazione del Monte dei Paschi di Siena, in rappresentanza della Fondazione. Con l’uscita di scena di Consorte , Turiddu Campaini ha giocato il ruolo di trait-d’union tra MPS e Unipol, ricoprendo anche il ruolo di presidente di Finsoe (la finanziaria che controlla Unipol). Ruolo da cui poi si è dimesso per divergenze interne. Turiddu Campaini quando sembrava in dirittura di arrivo la scalata di Unipol alla BNL non perse tempo e si schiero contro la scalata e contro Consorte, evidenziando il carattere etico del movimento cooperativo. Peccato che quel “carattere etico”, il sorvegliante Campaini, si dimenticò di rispolveralo quando MPS decise di comprare banca Antonveneta. E a tutt’oggi il sorvegliante Campaini non ha esternato nessuna valutazione sul prezzo pagato da MPS sempre per l’acquisto di Antonveneta. Era il 2006 e Campaini fece sponda con Franco Bassanini, Diego Della Valle e Luigi Abete, tutti impegnati contro la scalata Unipol; erano gli anni del Campaini-veltroniano e con un Franco Bassanini ambasciatore di Mussari nei poteri romani. Fu proprio per l’opposizione alla scalata Unipol versus Bnl che Campaini lascia la presidenza di Finsoe. Stranamente lo zelo e la difesa dell’etica del sorvegliante Campaini ritornano nel cassetto durante il sodalizio gestionale sotto la presidenza Mussari. Il cooperante Campaini per caso sa niente dei finanziamenti elargiti da MPS al pastificio Amato? Cosi,per rimanere in tema di zelo ed etica della cooperazione.

Il 27 aprile 2012 il settantaduenne Turiddu Campaini , è stato nominato vice presidente di banca MPS.Campaini ha ottenuto il 97,8% delle preferenze, grazie all’appoggio della famigliaAleotti (gruppo farmaceutico Menarini), che insieme a Unicoop Firenze e a Lorenzo Gorgoni (in rappresentanza dei 58 ex soci della Banca del Salento) sostenevano una lista di minoranza.
“Saprà difendere il legame con il territorio, ma anche la senesità e la toscanità della banca” ha chiarito Lucia Aleotti, spiegando perché la sua famiglia (proprietaria del 4% di MPS) ha deciso di puntare su Campaini. Se lo dicono dalla casa farmaceutica che il cooperante Campaini “saprà difendere il legame con il territorio, ma anche la senesità e la toscanità della banca”, possiamostar tranquilli sullo stato di salute di MPS. Cercando di capire che cosa pensano delle strategie di Campaini i lavoratori di Unicoop mi sono imbattuto nel blog LAVORATORI UNICOOP e mi sono letto attentamente un post dal titolo “Il Campaini Pensiero” http://lavoratori-unicoop.blogspot.it/2012/09/il-campaini-pensiero.html

Alcuni passaggi del blog “Su MPS, il presidentissimo Unicoop con il suo 2,727% di quote, appare ottimista. Da dove provenga questa rosea visione è abbastanza misterioso. Ribadiscead nauseam il concetto di investimento strategico (certo non ne può parlare in termini di investimento redditizio) e cioè che la Banca deve rimanere legata al territorio, ma nel frattempo si sta andando in direzione opposta e dopo i disastri combinati da Mussari, Vigni e compagnia con l’operazione Antonveneta, la Fondazione, azionista di maggioranza, è stata costretta a scendere sotto il 50% e attualmente detiene il 37,56% e pare disposta a scendere ulteriormente.”

E ancora “Tutto considerato non pare che si proceda nel senso di un radicamento territoriale. Se la Banca trovasse l’interesse di un altro partner forte, magari non italiano, l’allontanamento dal territorio starebbe nelle cose, vanificando le centinaia di milioni che Unicoop ha messo nel corso degli ultimi anni in azioni MPS, con buona pace della strategia campainiana. Vedremo. Campaini però dovrebbe parlare anche di numeri e quelli dell’investimento strategico di Unicoop Firenze in  Monte Paschi sono impietosi. Dovrebbe dire chiaramente a soci e dipendenti (visto che li vorrebbe coinvolti nell’azienda, secondo ilmodello tedesco) quanti soldi sono stati complessivamente investiti e l’enorme minusvalenza di Unicoop su MPS. Troppo facile mettere su il disco rotto dell’investimento strategico. E poi, che non ci sia mai un giornalista degno di tale nome che glielo domandi è davvero singolare, per usare un eufemismo”.

Forse è il momento che Campaini ritorni ad impegnarsi esclusivamente del mondo della cooperazione. Quel mondo della famosa etica che diverge completamente da un presidente come Alessandro Profumo rinviato a giudizio per la presunta frode fiscale del caso Brontos.

Albus Silente

Un caffè mattutino per “gufare” contro le inchieste della magistratura

Con oggi ci siamo convinti che taluni soggetti sono perseguitati dalla sfortuna. Altrimenti non si spiegano certe coincidenze. Si fann sgamare con facilità.Stamani, domenica 23 settembre 2012, la nostra portavoce Marianne Franceschi mentre beveva un caffè in un noto bar senese fuori dalle mura, senza volerlo, ha ascoltato una conversazione tra due docenti in pensione dell’ateneo senese. Il docente “giurista” rivolgendosi al docente “medicale” esternava forti preoccupazioni sulla posizione insostenibile del Riccaboni. Il “medicale”(forse non ancora in pensione) con fare altezzoso replica: “dopo le dichiarazioni di Monti son convinto che la magistratura non muoverà un dito contro Riccaboni; e poi hai visto che anche Giuliano Amato e Luigi Berlinguer si sono schierati per essere vicini al mio amico Angelo”. Il docente “giurista” controreplica:” caro collega non vuol dire niente la presa di posizione di Monti con il regolare corso del lavoro dei magistrati. Il “medicale” risponde: “sono fiducioso per le sorti di Angelo”. E poi si sono messi a parlare di donne e cavalli. Ci mancherebbe altro, sono opinioni, ma sufficienti per descrivere il livello morale e culturale di certi docenti.

Il 6 marzo tutti davanti al GUP per il buco dell’ateneo senese.La procura della repubblica chiede il rinvio a giudizio

Alcuni mesi fa questo blog è stato accusato di “esperarare e mistificare” la vicenda del dissesto di oltre 200 milioni di euro che ha devastato l’ex prestigioso ateneo senese. Esasperare e mistificare? No! Il dato è un altro. E’ stata troppo tenera la magistratura.Dovevano circordare e occupare l’ateneo con le forze speciali. L’ateneo è stato devastato da una cosciente e organizzata opera banditesca finalizzata alle carriere personali, al controllo del consenso e al foraggiamento della cricca. E attenzione: il buco era superiore a 350 milioni. Si parla di 200 milioni perchè questa è la cifra oggetto dell’indagine della magistratura e purtroppo per via delle leggi sulla prescrizione e sul fatto che non possono indagare troppo indietro negli anni non hanno potuto indagare sull’intera cifra del buco. Ma il dato non cambia: una classe dirigente, tutta legata ai DS e poi al PD ha devastato l’ateneo senese. Ricordatevi le parole di “stima” e “sostegno” dell’allora segretario del partito Franco Ceccuzzi al dissestatore Piero Tosi. All’interno di questa opera devastatrice c’è una cifra che mette in risalto l’azione banditesca; una lunga lista di spese non autorizzate, e quindi fuori bilancio, per un importo complessivo di oltre 11 milioni d’euro. Tra queste spese non autorizzate ci trovate(basta leggersi “Atto di ricognizione dei Residui attivi e passivi”) anche i volumi non autorizzati in onore di Luigi Berlinguer(vero Boldrini?). Lo capite da soli: 11 milioni di spese non autorizzate in un ente pubblico(peggio della Regione Lazio o di altri scandali in enti pubblici).

Il primo punto fermo dell’inchiesta sul buco: ricordare perchè inizia l’inchiesta. La nomenclatura(meglio chiamarla cricca) universitaria legata al Tosi e prima ancora a Luigi Berlinguer era contraria ad informare la magistratura della scoperta del buco(sai che novità!) e quindi le hanno provate tutte per impedire a Silvano Focari di recarsi alla Lizza con i libri contabili. Per fortuna Focardi non ha accettato e si è recato in Viale Franci. Parte l’inchiesta e di questo bisogna ringraziare Focardi. Verità storica per verità storica bisogna ricordare che sempre grazie a Focardi-Barretta è iniziata(poi interrotto dal Criccaboni) l’opera di risanamento dei conti dissestati.Perchè vi diciamo questo? Perchè Silvano Focardi non è da catalogare nella cricca dei devastatori. L’ateneo era già stato devastato sotto la guida Tosi-Bigi; non siamo noi a dirlo ma i documenti. Si, è vero, Focardi è dentro l’inchiesta e su questo spetterà ai suoi legali chiarire il tutto. Noi esprimiamo un’opinione supportata dai dati storici. Anche sulla questione del bar di Via Roma, da parte di Focardi(sempre in base alla lettura dei documenti pubblici) non c’è stata malafede ma solo coglionaggine;perchè si era messo a perder tempo con un politicante che aveva come uno scopo quello del bar. Sul bar la vera manfrina è stata quella tra il dirigente dell’università Carlo Bruni(CGIL ceccuzziana) e David Chiti(PD ceccuzziano).Altra opera meritoria di Focardi è stata quella di spianare l’area comunicazione(o mangiatoia) gestita dall’esponente del PD Maurizio Boldrini(quando chiuse l’area si oppose alla decisone di Focardi l’allora membro del cda Gabriella Piccinni, tosiano di acciaio). Apriamo una parentesi: in base a quale titolo o legge il sig, Boldrini fu nominato dirigente della struttura pubblica univerità di Siena? E in base a quale titolo è stato incaricato come docente, forse perchè laureato(no) o forse perchè ha conseguito il titolo delle magistrali per l’insegnamento(booh?)? Chiusa parentesi. Con tutto ciò noi non siamo qui a tessere le lodi di Focardi ma solo a mettere il primo punto fermo.(se non vi torna attendiamo smentite). Da ricordare anche che un ruolo di primo piano durante il dissesto era occupato anche dal prof. Angelo Riccaboni(Cresco, Nucleo di Valutazione e delegato aretino)

Il secondo punto fermo:l’origine del male

Perchè un prestigioso ateneo come quello di Siena è stato devastato? La risposta va trovata nelle continue infornate di docenti organici a un solo partito e alle carriere costruite sfruttando le posizioni dentro l’ateneo. In piu’ bisogna aggiungere il tratto delinquenziale di certi soggetti e la megalomania congenita di altri. Se a questo aggiungiamo la complicità dei revisori dei conti(i loro nomi infatti sono tra le richieste di rinvioa giudizio) e il silenzio complice delle altre istituzioni locali e della politica che per anni hanno gratificato e protetto Piero Tosi (addirittura doveva fare il ministro per il centrosinistra), ecco che si scopre l’origine di questo male che ha distrutto la cultura,il sapere, le casse e il futuro di bravi ricercatori e docenti.

Il 6 marzo tutti davanti al GUP

Piero Tosi, Loriano Bigi, Carlo Bruni, David Chiti, Enzo Martinelli e altri 13.

Ricordatevi la celebre frase di Piero Tosi quando disse che lui è un patologo e non spettava a lui controllare i conti. Con questa storia che non è il loro mestiere, però sono ai vertici delle istituzioni, hanno veramente rotto i coglioni. E ricordatevi anche che Riccaboni incontrava Piero Tosi “al solito posto” e chissà perchè.

Il Matto. Una scorsa alla Repubblica

Abbiamo letto con attenzione gli articoli della stampa di questo lunedì 24 settembre e in modo particolare ci siamo soffermati su quelli della Repubblica. È evidente che è in corso una campagna stampa tesa a dare dei messaggi positivi al di la delle reali situazioni che nel frattempo non sono cambiate. Opera del responsabile della comunicazione tale David Rossi che insieme all’ex responsabile del consorzio tale Castagnini hanno grande capacità di creare “consenso”. Su Rossi ieri un mio amico di Siena faceva questa considerazione: si scandalizzano tanto per Fiorito della Regione Lazio, ma perchè non vanno a vedere le spese personali del comunicatore, si accorgerebbero che il responsabile del PDL è un ragazzo? L’intervista di Profumo va letta con attenzione perchè pensata e scritta da più mani a tavolino. Quando avviene una cosa del genere è necessario distinguere: i messaggi sono tanti in riferimento alle teste che li hanno pensati. Apparentemente il nucleo dell’intervista si concentra sui regolatori del mercato finanziario ma non è così. Ci sono due messaggi uno rassicurante e uno preoccupante per il sindacato. In previsione delle prossime elezioni amministrative Profumo si sforza di dirci che il centro decisionale rimarrà sempre e comunque a Siena: scelta di tipo sociale e non economico. A seguito di questo il presidente ci fa anche l’identikit del socio che dovrebbe entrare, la scelta è della Fondazione ma intanto lui ci dice cosa sarebbe opportuno fare. Un socio industriale che non prenda il controllo, che accetti la dimensione di una grande banca italiana che si rivolge, quest’ultima, alla piccola e media impresa e alle famiglie. Tutto bene ma un industriale che fa della finanza il suo punto di forza difficilmente vorrà restare in silenzio e non decidere le sorti dell’azienda in cui ha messo del denaro. Sembra che Profumo faccia di tutto per non avere dei concorrenti nel posto di comando, ma su questo ci ritorneremo. L’altro messaggio è duro e contro il sindacato a cui dice: abbiamo delle compatibilità di bilancio che devono essere rispettate, a noi interessa solo quello. Dato che non avete fatto delle proposte che salvaguardino i saldi e visto che non avete idee noi siamo costretti a fare come riteniamo più opportuno. Se a queste affermazioni ci mettete i cambiamenti statutari che fanno del consiglio di amministrazione, meglio del presidente e dell’amministratore delegato, gli unici responsabili. La frittata è servita.
Nell’altro articolo di Marco Panara il redattore si sforza di metterla in positivo ma proprio non ci riesce nonostante gli apprezzabili sforzi. L’articolo finisce come inizia che a Siena la quasi totalità dei senesi sta alla finestra a guardare anche a causa delle incertezze politiche per il prossimo futuro. E i profili dei personaggi che si vedono all’orizzonte sono talmente bassi che fanno venire lo sconforto. Ma anche qui per la prima volta Mancini ci dice che hanno sbagliato tutti: amministratori e politici. È già qualcosa. Mentre Viola ci fa capire che il percorso è ancora lungo, difficile e accidentato. C’è sul tappeto la questione della Biverbanca su cui troveranno pure una soluzione ma le difficoltà rimangono e sulle altre dismissione pesa l’incertezza. Si devono ridurre gli investimenti a causa della mancanza di risorse. Almeno Viola guarda all’efficentamento interno e non alla speranza che il mercato cambi con l’intento di coprire gli errori del passato. Efficentamento difficile visto il clima che si respira nella rete.
Quali sono le conclusioni? Semplice al di la di una campagna stampa mirata per mandare dei messaggi positivi per creare un’alone rassicurante ciò che emerge è la volontà di Profumo che ci dice: qui comando io. Mussari è un ricordo lontano e negativo come ci ricorda Panara. Soltanto signor presidente che lei ha un nemico: i numeri. E fintantochè questi numeri rimangono brutti le ragioni del suo argomentare non convincono. Non c’è sostanza, non esiste la possibilità della misurazione e le parole restano parole. E la senesità coniugata con la performance deve fare ancora passi da gigante. Alcuni cittadini, quelli che conoscono la grande storia dei banchieri senesi del passato, guardano solo un’aspetto delle parole: i numeri.

 

 

IL MATTO

Da “Boldrake” a “er Batman” uno sputtanamento di soldi pubblici senza fine

Qualcuno si ricorderà che sul nostro blog prima che scoppiasse prepotentemente il caso della Regione Lazio avevamo pubblicato un articolohttp://shamael.noblogs.org/?p=5878 dove mettevamo a confronto la famosa cancelleria comprata allo Squero di Rimini dall’intellettuale del PD Aldo Schiavone(rinviato a giudizio) quando era a pranzo con lo studioso dei caldarrostai del mondo antico Maurizio Bettini, con i regali per bambini senza reddito comprati in un’enoteca dal capogruppo del PD della Regione Lazio Esterino Montino.  Poca cosa rispetto alle spese folli e senza fondo con i soldi pubblici dei consiglieri regionali del PDL del Lazio. Il caso piu’ eclatante è quello del consigliere regionale passato alle cronache come “er Batman”. Ma il dato vero è che tutti dentro quel consiglio regionale(maggioranza e opposizione) in un silenzio bipartisan sopportavano questo schifo autorizzato con i soldi pubblici. Quindi nessuno scagli la prima pietra, altrimenti vi fracassate il cranio in modalità bipartisan. Tanto scalpore e tante dichiarazioni di condanna per questo schifo. Ci mancherebbe altro. Anche il Montesquieu di Pontedera ha preso le distanze e in linea di massima siamo concordi con lui. Però prima di marcare le differenze sarebbe opportuno farsi un esame di coscienza diffuso. Anche perché leggere sulle bacheche facebook le prese di posizione di alcuni esponenti del PD senese che si scagliano indignati contro i consiglieri regionali del Lazio sinceramente ci lascia perplessi. E vi spieghiamo il perché. Questo lo diciamo proprio per spingere i partiti senesi, in primis il PD, ad aprire una seria questione morale. Altrimenti osservate il silenzio.

Alla data di oggi la procura della repubblica di Siena ha chiesto il rinvio a giudizio per 41 persone che tra iscritti e non sono riconducibili al PD e alle gestioni istituzionali del PD. Come mai il PD senese fa finta di niente?

Come mai il PD senese non dice niente sulla vicenda del bar che vede coinvolto l’esponente del partito ed ex consigliere comunale David Chiti?

Come mai il PD senese non dice niente sui libri non autorizzati ordinati da Boldrake(al secolo Maurizio Boldrini iscritto al PD) in onore di Luigi Berlinguer(dirigente del PD)  comprati con i soldi pubblici?

Come mai il PD non chiede le dimissioni del banchiere Alessandro Profumo rinviato a giudizio?

Come mai il PD non dice niente sulla presenza dell’ex parlamentare ed ex sindaco del PD Franco Ceccuzzi alla cena di Salerno del 2006 insieme a Paolo Del Mese(oggi agli arresti domiciliari per il crac Amato)?

Ci sarebbero altri come mai. Il dato è abbastanza chiaro;tra Bokdrake e “er Batman” è stato un continuo sputtanamento di soldi pubblici. Quindi caro Montesquieu sarebbe il caso che qualche pronunciamento sulla situazione imbarazzante di Siena(proprio per aiutarla a ripartire questa città) arrivasse, altrimenti le differenze non ci sono. Ops ci stavamo dimenticando del rettore abusivo Criccaboni e della condannata dalla Corte dei Conti Ines Fabbro(solo al PD senese poteva venire in mente di far nominare direttore amministrativo dell’università una tizia condannata per danno erariale).

P.S. A proposito dello scandalo Lazio leggetevi questo http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/giu-la-maschera-gli-sprechi-del-lazio-decisi-dalla-grande-colazione-le-delibere-che-44355.htm

Chiediamo lumi sul fascicolo relativo alla selezione del direttore amministrativo dell’università di Siena e sul compenso di Ines Fabbro. Ed ecco spuntare una vecchia storia bolognese

Se in Italia ci fosse un ministro dell’Università serio questa penosa e triste storia dell’ateneo senese sarebbe già conclusa. Una vera e propria cricca che da anni oltre a dissestarla sta mortificando l’ateneo senese in barba alle leggi e al decoro civile. Criccaboni e Ines Fabbro non possono restare al proprio posto e vi si spiegano le ragioni formali e legali.

Innanzitutto il Criccaboni è abusivo in origine (vedi elezioni irregolari). Ma non solo.

Ci sarebbe quella famosa lettera firmata congiuntamente e in pieno abuso di atti d’ufficio per favorire il docente Lorenzo Frediani (quello che confabulava con il Cricca sul fondo immobiliare).

Poi ci sarebbe l’eccedenza di euro 30 mila sul contratto firmato da Criccaboni alla Fabbro (già condannata dalla Corte dei Conti per danno erariale).

Poi ci sarebbe quella storia della famosa selezione. Pur con un fascicolo sequestrato dall’autorità giudiziaria (che fine ha fatto?) il Criccaboni ha nominato Ines Fabbro su base fiduciaria. Ricordiamo che il presidente di quella commissione della selezione era presieduta (prima di essere rettore abusivo) proprio da Criccaboni. Roba da matti. E nella commissione c’era l’amica di Criccaboni, la docente di Pisa.

Poi ci sarebbe il tentativo di fuga verso la direzione generale del CNR grazie all’amichetto Nicolais (amichetto non solo suo, ma anche del Sultano stiglianese e del dissestatore di Stati e conti correnti Giuliano Amato).

Oggi grazie ai nostri amici di Bologna veniamo a conoscenza di una storia pessima del 2009 che aveva coinvolto l’università di Bologna quando il direttore amministrativo della stessa era guarda caso Ines Fabbro. In quel periodo l’ex direttore amministrativo di Bologna Ines Fabbro aveva indetto un “concorso” e nel contempo era presidente della commissione esaminatrice per “vicedirettori di ateneo”. Risultato: 30 esposti ai carabinieri che contestavano le modalità della procedura. Questo avveniva nella primavera del 2009 e nel dicembre dello stesso anno Ines Fabbro è andata via dall’università bolognese. Giustamente, siccome qui c’è lo scivolo, è stata nominata dalla cricca dei dissestatori attraverso intrallazzi politici con la complicità di dirigenti del ministro (il famoso Tomasi). E poi qualcuno si lamenta del perchè questo blog è duro con questi soggetti e con questa cricca.

Ribadiamo la richiesta: la magistratura dovrebbe interdire dal ruolo di rettore l’abusivo Angelo (C)Riccaboni. Dal ministero continuano a far finta di niente?

 P.S. Sul Criccaboni ci sarebbe anche quella vicenda di quando era al Cresco e delegato aretino.

Una precisazione sulla nomina di Alessandro Profumo

Per una corretta informazione ci corre l’obbligo evidenziare che l’esponente senese dell’IDV Antonio Giudilli sul suo  blog http://antoniogiudilli.wordpress.com/2012/09/23/su-profumo-abbiamo-sempre-detto-di-no/
ha pubblicato una precisazione in merito al nostro articolo di ieri http://shamael.noblogs.org/?p=5934

Ecco le parole di Antonio Giudilli

“Su Profumo abbiamo sempre detto di NO

Fratello Illuminato tira in causa IDV Siena affermando che “Alessandro Profumo rinviato a giudizio è il banchiere di fiducia del PD ceccuzziano, di Rosy Bindi, di Giuliano Amato, con il sostegno di SEL, IDV di Siena, Riformisti e Siena Futura.”

Niente di più sbagliato: dai numerosi comunicati stampa sull’argomento si evince chiaramente che IDV Siena,  ha sempre osteggiato la nomina di Profumo a Presidente della Banca MPS con una linearità che non lascia dubbi e tra l’altro sempre avallata e rafforzata dalle iniziative regionali e nazionali del Partito.

Così, tanto per mettere i puntini sulle i.”

Ci scusiamo per l’incomprensione e ringraziamo Giudilli per la precisazione.

Fermate il “golpe” di Alessandro Profumo sulla banca MPS. Ecco il disegno per esautorare l’assemblea degli azionisti

Alessandro Profumo rinviato a giudizio è il banchiere di fiducia del PD ceccuzziano, di Rosy Bindi, di Giuliano Amato, con il sostegno di SEL,IDV di Siena, Riformisti e Siena Futura.

Altro che discontinuità. Qui la situazione precipita con la complicità del PD in particolare. E ora si spiega la fretta di votare a novembre: Profumo vuole impadronirsi della banca e rendere Siena una sua colonia. Elezioni? No assolutamente! Piu’ che altro ci sono, in una città piccola come Siena, alla data di oggi ben 41 richieste di rinvio a giudizio tra aereoporto e università. Avete capito??

Oggi come riportato da diversi giornali sta venendo fuori una parte del disegno per portare a compimento il “golpe” di Profumo sulla banca MPS.

Alessandro Profumo pretenderebbe di esautorare l’assemblea e infatti intende chiedere delle modifiche statutari con il sostegno del Ceccuzzi, di Turiddu Campaini di Unicoop Firenze, del rappresentante di fiducia del Brandani e di Pietra Serena dentro il cda della banca Angelo Dringoli e della rappresentante di fiducia di Giuliano Amato la criccaboniana Tania Groppi. Ma il senese Marco Turchi vicepresidente di MPS è favorevole al disegno di Profumo?

Ecco cosa pretende il rinviato a giudizio: “meno poteri per l’assemblea e piu’ poteri al cda e al presidente di MPS”. In particolare Profumo vorrebbe: “eliminare l’autorizzazione da parte dei soci per la cessione dei rami d’azienda che diventerebba esclusiva del cda e Profumo avrà potere di nomina e di revoca dei responsabili delle strutture a riporto diretto del cda”. Ma siete matti? Un golpe in piena regola, preludio di “una dittatura bancari” di Profumo sul gruppo MPS e sulla città. E conseguente mano libera contro i dipendenti. Ma la fondazione MPS azionista di riferimento di Profumo perchè non insorge di fronte a queste proposte? Hai perso la lingua e la dignità Mancini?

Fermate questo disegno. La città insorga contro l’ennesimo strappo contro gli interessi del territorio. Che cosa apettano le forze politiche e sociali ad intervenire per bloccare il “golpe”? Dopo averla distrutta economicamente e moralmente, il PD con la sua classe politica di politicanti, sta consegnando banca e il futuro della città al rinviato a giudizio Alessandro Profumo.

Nel frattempo attraverso i blog e gli organi d’informazione informiamo la collettività di questo ulteriore gioco furbesco.