Abbiamo letto con attenzione gli articoli della stampa di questo lunedì 24 settembre e in modo particolare ci siamo soffermati su quelli della Repubblica. È evidente che è in corso una campagna stampa tesa a dare dei messaggi positivi al di la delle reali situazioni che nel frattempo non sono cambiate. Opera del responsabile della comunicazione tale David Rossi che insieme all’ex responsabile del consorzio tale Castagnini hanno grande capacità di creare “consenso”. Su Rossi ieri un mio amico di Siena faceva questa considerazione: si scandalizzano tanto per Fiorito della Regione Lazio, ma perchè non vanno a vedere le spese personali del comunicatore, si accorgerebbero che il responsabile del PDL è un ragazzo? L’intervista di Profumo va letta con attenzione perchè pensata e scritta da più mani a tavolino. Quando avviene una cosa del genere è necessario distinguere: i messaggi sono tanti in riferimento alle teste che li hanno pensati. Apparentemente il nucleo dell’intervista si concentra sui regolatori del mercato finanziario ma non è così. Ci sono due messaggi uno rassicurante e uno preoccupante per il sindacato. In previsione delle prossime elezioni amministrative Profumo si sforza di dirci che il centro decisionale rimarrà sempre e comunque a Siena: scelta di tipo sociale e non economico. A seguito di questo il presidente ci fa anche l’identikit del socio che dovrebbe entrare, la scelta è della Fondazione ma intanto lui ci dice cosa sarebbe opportuno fare. Un socio industriale che non prenda il controllo, che accetti la dimensione di una grande banca italiana che si rivolge, quest’ultima, alla piccola e media impresa e alle famiglie. Tutto bene ma un industriale che fa della finanza il suo punto di forza difficilmente vorrà restare in silenzio e non decidere le sorti dell’azienda in cui ha messo del denaro. Sembra che Profumo faccia di tutto per non avere dei concorrenti nel posto di comando, ma su questo ci ritorneremo. L’altro messaggio è duro e contro il sindacato a cui dice: abbiamo delle compatibilità di bilancio che devono essere rispettate, a noi interessa solo quello. Dato che non avete fatto delle proposte che salvaguardino i saldi e visto che non avete idee noi siamo costretti a fare come riteniamo più opportuno. Se a queste affermazioni ci mettete i cambiamenti statutari che fanno del consiglio di amministrazione, meglio del presidente e dell’amministratore delegato, gli unici responsabili. La frittata è servita.
Nell’altro articolo di Marco Panara il redattore si sforza di metterla in positivo ma proprio non ci riesce nonostante gli apprezzabili sforzi. L’articolo finisce come inizia che a Siena la quasi totalità dei senesi sta alla finestra a guardare anche a causa delle incertezze politiche per il prossimo futuro. E i profili dei personaggi che si vedono all’orizzonte sono talmente bassi che fanno venire lo sconforto. Ma anche qui per la prima volta Mancini ci dice che hanno sbagliato tutti: amministratori e politici. È già qualcosa. Mentre Viola ci fa capire che il percorso è ancora lungo, difficile e accidentato. C’è sul tappeto la questione della Biverbanca su cui troveranno pure una soluzione ma le difficoltà rimangono e sulle altre dismissione pesa l’incertezza. Si devono ridurre gli investimenti a causa della mancanza di risorse. Almeno Viola guarda all’efficentamento interno e non alla speranza che il mercato cambi con l’intento di coprire gli errori del passato. Efficentamento difficile visto il clima che si respira nella rete.
Quali sono le conclusioni? Semplice al di la di una campagna stampa mirata per mandare dei messaggi positivi per creare un’alone rassicurante ciò che emerge è la volontà di Profumo che ci dice: qui comando io. Mussari è un ricordo lontano e negativo come ci ricorda Panara. Soltanto signor presidente che lei ha un nemico: i numeri. E fintantochè questi numeri rimangono brutti le ragioni del suo argomentare non convincono. Non c’è sostanza, non esiste la possibilità della misurazione e le parole restano parole. E la senesità coniugata con la performance deve fare ancora passi da gigante. Alcuni cittadini, quelli che conoscono la grande storia dei banchieri senesi del passato, guardano solo un’aspetto delle parole: i numeri.
IL MATTO
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Il Pd di Ceccuzzi ci ha regalato un’altro padrone!