Chi è Turiddu Campaini? E’ l’inamovibile presidente del consiglio di sorveglianza di Unicoop Firenze; settantadue anni e fin dai tempi della gestione Mussari rappresenta Unicoop all’interno del cda di banca MPS. Con quali risultati, si chiedono dentro e fuori Unicoop? Di sicuro, Unicoop Firenze nel corso degli anni ha investito circa 250 milioni in azioni MPS e il sorvegliante Turiddu non ha mai abbandonato la linea di totale appiattimento sulle scelte degli ex Mussari-Vigni e oggi, senza pensarci troppo ha sposato la linea di mister Alessandro Profumo.La carriera di Campaini nel ‘mondo cooperativo’ inizia con la sua entrata nella Cooperativa del popolo di Empoli nel 1963 sotto la presidenza di Duilio Susini. Nel 1971 al momento delle dimissioni di Susini, ne diventa presidente per poi essere nel 1973 tra i protagonisti della fusione tra le principali cooperative di consumo toscane che porterà alla nascita di Unicoop Firenze.Nella primavera del 2003 è entrato a far parte del Consiglio d’Amministrazione del Monte dei Paschi di Siena, in rappresentanza della Fondazione. Con l’uscita di scena di Consorte , Turiddu Campaini ha giocato il ruolo di trait-d’union tra MPS e Unipol, ricoprendo anche il ruolo di presidente di Finsoe (la finanziaria che controlla Unipol). Ruolo da cui poi si è dimesso per divergenze interne. Turiddu Campaini quando sembrava in dirittura di arrivo la scalata di Unipol alla BNL non perse tempo e si schiero contro la scalata e contro Consorte, evidenziando il carattere etico del movimento cooperativo. Peccato che quel “carattere etico”, il sorvegliante Campaini, si dimenticò di rispolveralo quando MPS decise di comprare banca Antonveneta. E a tutt’oggi il sorvegliante Campaini non ha esternato nessuna valutazione sul prezzo pagato da MPS sempre per l’acquisto di Antonveneta. Era il 2006 e Campaini fece sponda con Franco Bassanini, Diego Della Valle e Luigi Abete, tutti impegnati contro la scalata Unipol; erano gli anni del Campaini-veltroniano e con un Franco Bassanini ambasciatore di Mussari nei poteri romani. Fu proprio per l’opposizione alla scalata Unipol versus Bnl che Campaini lascia la presidenza di Finsoe. Stranamente lo zelo e la difesa dell’etica del sorvegliante Campaini ritornano nel cassetto durante il sodalizio gestionale sotto la presidenza Mussari. Il cooperante Campaini per caso sa niente dei finanziamenti elargiti da MPS al pastificio Amato? Cosi,per rimanere in tema di zelo ed etica della cooperazione.
Il 27 aprile 2012 il settantaduenne Turiddu Campaini , è stato nominato vice presidente di banca MPS.Campaini ha ottenuto il 97,8% delle preferenze, grazie all’appoggio della famigliaAleotti (gruppo farmaceutico Menarini), che insieme a Unicoop Firenze e a Lorenzo Gorgoni (in rappresentanza dei 58 ex soci della Banca del Salento) sostenevano una lista di minoranza.
“Saprà difendere il legame con il territorio, ma anche la senesità e la toscanità della banca” ha chiarito Lucia Aleotti, spiegando perché la sua famiglia (proprietaria del 4% di MPS) ha deciso di puntare su Campaini. Se lo dicono dalla casa farmaceutica che il cooperante Campaini “saprà difendere il legame con il territorio, ma anche la senesità e la toscanità della banca”, possiamostar tranquilli sullo stato di salute di MPS. Cercando di capire che cosa pensano delle strategie di Campaini i lavoratori di Unicoop mi sono imbattuto nel blog LAVORATORI UNICOOP e mi sono letto attentamente un post dal titolo “Il Campaini Pensiero” http://lavoratori-unicoop.
Alcuni passaggi del blog “Su MPS, il presidentissimo Unicoop con il suo 2,727% di quote, appare ottimista. Da dove provenga questa rosea visione è abbastanza misterioso. Ribadiscead nauseam il concetto di investimento strategico (certo non ne può parlare in termini di investimento redditizio) e cioè che la Banca deve rimanere legata al territorio, ma nel frattempo si sta andando in direzione opposta e dopo i disastri combinati da Mussari, Vigni e compagnia con l’operazione Antonveneta, la Fondazione, azionista di maggioranza, è stata costretta a scendere sotto il 50% e attualmente detiene il 37,56% e pare disposta a scendere ulteriormente.”
E ancora “Tutto considerato non pare che si proceda nel senso di un radicamento territoriale. Se la Banca trovasse l’interesse di un altro partner forte, magari non italiano, l’allontanamento dal territorio starebbe nelle cose, vanificando le centinaia di milioni che Unicoop ha messo nel corso degli ultimi anni in azioni MPS, con buona pace della strategia campainiana. Vedremo. Campaini però dovrebbe parlare anche di numeri e quelli dell’investimento strategico di Unicoop Firenze in Monte Paschi sono impietosi. Dovrebbe dire chiaramente a soci e dipendenti (visto che li vorrebbe coinvolti nell’azienda, secondo ilmodello tedesco) quanti soldi sono stati complessivamente investiti e l’enorme minusvalenza di Unicoop su MPS. Troppo facile mettere su il disco rotto dell’investimento strategico. E poi, che non ci sia mai un giornalista degno di tale nome che glielo domandi è davvero singolare, per usare un eufemismo”.
Forse è il momento che Campaini ritorni ad impegnarsi esclusivamente del mondo della cooperazione. Quel mondo della famosa etica che diverge completamente da un presidente come Alessandro Profumo rinviato a giudizio per la presunta frode fiscale del caso Brontos.
Albus Silente