Viaggio a Mantova a cura di Angela Mantovanese. Discontinuità per rilanciare il Centro di Palazzo Tè

Sono le 10 del mattino, il cielo è un cielo autunnale e gli otto gradi si sentono addosso e come se si sentono. Un caffè alla Caffetteria Novecento in Via Marangoni e via con il mio interlocutore a parlare di Mantova e delle vicende del famoso Centro di Palazzo Tè. Quando la città era governata dalla sinistra ci sentivamo piu’ “emiliani che lombardi” ci dice il nostro cicerone mantovano. Non ha tutti i torti perchè fu proprio Formigoni che nel 2010 subito dopo la vittoria del centrodestra al ballotaggio, scippando la città alla sinistra, dichiarò candidamente “finalmente Mantova è ritornata in Lombardia”. Qui ancora si respira aria di scontro politico forte tra centrosinistra e centrodestra e i problemi che vive l’attuale giunta comunale guidata dal sindaco del PDL Nicola Sodano non sono pochi: scontri interni alla maggioranza con l’alleato Lega Nord e con l’opposizione di centrosinistra decisamente agguerrita. Tra le questioni aperte che coinvolgono partiti, mondo della cultura, dell’economia e la società civile di Mantova c’è quella del Centro di Palazzo Tè. Il PD e molti intellettuali chiedono con forza una piena discontinuità dall’attuale gestione e il cambio dei vertici del Centro. Tra i vertici del Centro ci troviamo il rapprsentante della Banca Monte dei Paschi David Rossi e qui a Mantova, anche dall’interno del PD, si chiedono il perchè il rappresentante della banca è completamente appiattitto sulle posizoni della giunta comunale di centrodestra. Infatti, perchè? Sempre la stessa fonte ci dice che nel contempo in diversi auspicano un interessamento della Banca per spingere a un cambio di passo nella gestione, naturalmente dopo aver sostituito il proprio rapprsentante nel cda del Centro. Tutto sommato non chiedono la luna; solo scelte di buon senso. Al prossimo viaggio.

 Angela Mantovanese

Sig. Rossi, guarda che la Toscana non è un branco di piccioni, che batti le mani e volano

Decisamente trendy il nuovo sito web del presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, decisamente. Se navighi sul web e cerchi Enrico Rossi ti appare sulla pagina di google il sito web “Il sig. Rossi”: un modo di comunicare da politici svegli e graficamente trendy. Promosso in comunicazione sul web. Ora cerchiamo di capire se il Sig. Rossi è pronto per superare l’esame più complesso, quello di politico e amministratore pubblico. In fondo alla home page il Sig. Rossi ci spiega il perchè del sito: “Amministrare la Toscana è stato finora e continua ad essere un grande viaggio. Internet è ormai un mezzo insostituibile per arrivare alla gente e condividere idee, progetti e opinioni. Per questo eccomi qui: salite a bordo, il viaggio continua…”. E facciamoci questo viaggio con il Sig. Rossi; come canterebbe Francesco De Gregori..”Viaggi e Miraggi”.

Confucio, il filosofo cinese, tra le varie speculazioni (in questo caso non sono reati) filosofiche ha lasciato una massima che noi della redazione di Fratello Illuminato incolliamo al nastro di partenza di questo viaggio: “Si può sconfiggere il generale che comanda tre armate, ma non si può smuovere la ferma volontà di un uomo semplice”. Qualcuno spieghi al Criccaboni il messaggio subliminale che trasmette la citazione; il Sig. Rossi essendo un politico sveglio non necessita di interpreti fisolosofici.

Sig. Rossi, salvo rinvii, il giorno 30 aprile Lei sarà presente all’incontro, insieme al Ceccuzzi e al Bezzini, in programma nella città di Siena e da quanto abbiamo capito al suddetto incontro dovrebbe partecipare il rettore più abusivo e più internazionalizzato del mondo, il tosiano Criccaboni. Una bella rimpatriata con Bezzini e con Ceccuzzi merita di non essere rinviata e speriamo che quel giorno almeno Lei Sig. Rossi tiri fuori dal cilindro o dalla tasca qualcosa di concreto. Il Ceccuzzi rimarcherà il motivetto di moda in questi ultimi giorni, la “discontinuità” e il Bezzini, i “jovani” e le “eccellllenze” (rafforzate da più l). Lei Sig. Rossi si presenterà in veste di “moralizzatore” della politica, di giovane della politica oppure per cavalcare l’onda discontinua ritornerà al vecchio stile dalemiano? Eppure, proprio perchè dimostra di essere un poliico sveglio, dovrebbe comprendere più del Bezzini e del Ceccuzzi che la gente ha le palle piene (ci consenta il tratto filosofico del pensiero espresso) di fuffa, di politichese e delle solite frasi “stiamo lavorando per voi”. I cittadini sono in attesa di atti concreti e non della solita politica del “batto le mani e i piccioni volano”. I piccioni sicuramente sì, ma i servizi sociali, le piccole imprese, i giovani (non quelli della fantasia bezziniana), la sanità, la cultura, gli anziani, nccessitano di atti amministrativi chiari e confortati dalle coperture finanziarie e nel contempo di una classe politica seria e libera da affarismi, indagati e rettori abusivi. Altrimenti ce la spiega Lei la differenza tra l’ex latitante Lavitola e un politico? Viaggiamo sui binari della concretezza, sig. Rossi e sicuramente non troverà ostacoli o problemi culturali nel rispondere alle nostre domande; ed è proprio sfruttando il mezzo più veloce e democratico, come internet, che apriamo il confronto con Lei.(come avrà notato qualche problema di libertà di stampa, anche senza Berlusconi, regna ancora sovrano in politica!!!)

Ci sono alcune delle Sue citazioni, quasi confuciane (non si emozioni), che sono particolarmente utili per avviare il confronto. E comunque Sig. Rossi eviti di dribblare le questioni esposte rimettendo nel mezzo alla discussione quel Montesquieu della separazione dei poteri. Noi non siamo piccioni e forse al massimo piccioniamo.

Partiamo dalla vicende più decadente e disgustosa della politica senese, toscana e nazionale: il rettore abusivo Criccaboni (al secolo Angelo Riccaboni) e il mega dissesto finanziario dell’ateneo senese.

Come mai Lei Sig. Rossi non ha mai detto una mezza parola su questa vicenda? Forse per non contrastare il suo amico Luigi Berlinguer e il resto della solita nomenclatura universitaria? Ma Lei non ha niente da dire sul taglio (illegale e non necessario) al salario accessorio dei dipendenti dell’università di Siena deciso dall’abusivo Criccaboni e dalla condannata dalla Corte dei Conti Ines Fabbro o forse nessuno ha trovato il tempo o la dignità di renderla edotta? E visto che girella su internet si faccia un bel giro sul nostro blog e si studi la vicenda Astrea srl e gli incontri al “solito posto” tra l’abusivo Criccaboni e il capo dei dissestatori Piero Tosi. Lasci perdere Montesquieu e si decida a prendere delle posizioni coerenti con quanto afferma sulla bacheca facebook, sul sito web e quando interviene ai convegni. E soprattutto, visto che Lei dice di essere preoccupato per la crisi che investe le famiglie e i giovani, perchè non ci spiega da che parte sta: con il PD senese che nomina Profumo (42 milioni di liquidazione da Unicredit) e sostiene il taglio al salario dei lavoratori oppure con i cittadini che non si sentono “piccioni che volano con il battere delle mani”? Trovi il tempo di rispondere, se lo ritiene meritevole di risposta i nostro quesito.

Parliamo di sanità.A noi Sig. Rossi delle beghe e delle lotte interne al PD e alla sua maggioranza non ce ne frega niente. Siamo interessati solamente al regolare funzionamento della sanità pubblica e ad una maggiore attenzione nei confronti dei cittadini, soprattutto di coloro che hanno difficoltà economiche, degli anziani e di coloro che abitano nei piccoli comuni lontani dai capoluoghi. Allora perchè non riconsiderare le voci di spesa sulla sanità e investire di più per garantire la presenza dei medici per le emergenze e ridurre,a volta azzerarle, le spese che garantiscono solo le carriere al professorone di turno (a volte professorone del cazzo) e alla cricca dei primari e dei docenti universitari troppo legati alle aziende farmaceutiche (e gli esempi non mancano, nemmeno dal punto di vista giudiziario). E a proposito di cricche e soldi pubblici ci potrebbe rispondere a questa domanda: una sua vecchia conoscenza, l’ex direttore generale dell’Azienda Ospedaliera senese Jolanda Cei Semplici è vero non è vero che ha richiesto all’Azienda la somma di euro 600 mila? Ci faccia sapere, e non solo a noi, cosi per capire a chi presentare un esposto circostanziato.

Parliamo di politica e di partiti. Come vede con questa ultima serie di domande terminiamo il nostro intervento e quindi crediamo che non dovrebbe procurarle stanchezza rispondere.

Il 30 di aprile quando incontrerà Bezzini e Ceccuzzi, magari eviti di incontrare i Criccaboni, si faccia illustrare la quantità di indagati del sistema Siena. E soprattutto si faccia spiegare la vicenda vergognosa del bar di Via Roma 56 che vede tra gli indagati il consigliere comunale del PD di Siena David Chiti. Anche in questo caso eviti di stressare Montesquie e prenda il coraggio e ci illustri una posizione chiara senza fuffa o equilibrismi noiosi.

Faccia uno sforzo e dimostri di essere quello che agisce e non il solito chiaccherone della politica. Nel salutarLa chiudiamo il nostro intervento con una citazione che Lei ha inserito nelle pagine del sito “Il Sig. Rossi”. E vediamo di essere coerenti con quello che si cita o meglio di pretenderlo dai suoi compagni di partito. Si ricorda della differenza tra Lavitola e un politico serio?

La citazione tanto cara al Sig. Rossi: “Evitare ogni situazione che possa mettere le istituzioni pubbliche in uno stato di subordinazione agli interessi privati. Enrico, – mi disse – segui il principio di reciprocità”

P.S. Per inviarci, sempre che intenda rispondere, Lei Sig. Rossi ci può scrivere all’indirizzo di posta elettronica della portavoce della redazione: madamemarianne[at]gmail.com

Nuova rubrica a cura di Ester Cicala!!! Gossip Illuminations!!!

Facciamo il punto gossipparo delle vicende più o meno note che succedono in questo periodo a Siena. Sfugge a molti il ruolo che Massimo Bianchi sta svolgendo per conto del Ceccuzzi più che per quello del PD. L’ex assessore del bilancio è da tempo impegnato a tessere le fila anti-Monaci. Telefona ripetutamente ai possibili alleati dell’opposizione per convincerli che per aprire una nuova stagione a Siena bisogna sconfiggere i fratelloni e premiare la politica del novello Ceccuzzi, mentre è noto che l’attuale sindaco è il responsabile principale delle ex fortune dei rappresentanti senesi della margherita. Per ottenere il risultato sperato ed ottenuto con il recente voto in consiglio comunale il Bianchi ha un filo diretto con Corradi, Senni e lo stesso Nannini. Svolge il suo compito al servizio del più comunista dei piddini, almeno nel modo di fare, presentandosi da uomo moderato, quasi centrista (il famoso cattocomunismo). Ha però commesso qualche errore perché si è lasciato sfuggire nei suoi pellegrinaggi senesi, fin da dicembre del 2011, che tutto era stato fatto per neutralizzare la componente della margherita in consiglio comunale. Affermazioni di troppo che hanno sicuramente messo in difficoltà gli interlocutori telefonici del tessitore di trame e gli hanno fatto perdere quel comportamento tanto raccomandato da Ignazio di Loyola. Il capo dei gesuiti raccomandava ai membri della propria compagnia di essere discreti e di camminare con lo sguardo obliquo, obtorto collo. Per non essere né arroganti né umili, ma coscienti della missione che era loro stata affidata. Ma affidata da chi? Ma da Franchino, diamine!!! Errore grave che non gli ha permesso, mesi dopo, di convincere la recalcitrante Mugnaini, impresa vana non riuscita del resto neppure a uno dei responsabili della lista Per Siena, tale De Gortes. Non sappiamo se a persuadere il De Risi sia stato lo stesso “gesuita” o qualcun altro. Sappiamo però con certezza che quel voto a favore del Ceccuzzi sia costato molto, in termine di coscienza, al dottore della lista Per Corradi. E se non fosse stato per il pressing di Romolo Semplici e di qualche altra rappresentante dell’UDC, presente il giorno del voto in consiglio comunale, la partita si sarebbe chiusa differentemente. Sappiamo anche che il De Risi è stato oggetto di una animata discussione fra il primo cittadino e Alessandro Manganelli sul futuro politico del rappresentante civico. Sembra che sia permesso solo a Bianchi di zampettare negli altri partiti! La strategia (sic! Ne ha una a quanto pare) del Senni è dettata da Alberto Brandani che non molla la presa, insieme ad altri due “giovanotti”, sempre pronti a condizionare le scelte di potere della città a partire, ovviamente, da quelle del sindaco. Il Brandani é sempre stato contiguo al PD senese non per particolari simpatie, ma solo perché è il partito, che fino ad ora, ha gestito il potere. L’unica cosa che interessa al leninista professore di Colle. E se poi è quello della Banca tanto meglio! Brandani è anche nei desiderata di quelli della birreria che dopo essere stati graziati in fase di nomina dalla coppia Mussari-Ceccuzzi stanno pensando al futuro e a come conservare le poltrone conquistate a prezzo di tanto “sudore”. Gli strateghi birrai, così come Starnini, hanno capito che le elezioni anticipate a Siena, per motivi diversi, sono una possibilità concreta, provvidenziali se associate a quelle politiche. Tutti sono convinti di poterle vincere (vedremo!). Ma per tornare alla birra chissà se piace anche a qualche attuale rappresentante del governo e chissà se a servirla in campagna elettorale sarà un maestro birraio (Brandani). In ogni caso credo che molti facciano il conto senza l’Oste (vino). Intanto le cene a casa di Anna continuano, hai visto mai! Se si dovesse andare a votare è bene tenere in caldo l’elettorato e non solo quello. Uno degli animatori delle serate da Anna si è dovuto giustificare con il sindaco e pare che gli sia andata meglio dell’ex direttore della Nazione. Il dirigente del Monte si è dovuto giustificare dall’infamante accusa di aver tramato con Alfredino, ultimamente divenuta colpa gravissima!

Quindi, nulla di nuovo sotto il sole senese. Il sindaco non riesce a risolvere un problema, cerca solo di controllare, sospettando di tutto e ormai senza mezzi, i destini delle persone per un vantaggio personale. Continua il solito balletto cittadino sapendo che ormai due volpi sono entrate nel pollaio del Monte e che non sono di provenienza nostrana. Che all’orizzonte si vede una Fondazione che si assesterà nel controllo della Banca fra il 15 e il 20%. Dimenticavo! Senza che nessuno ne sia responsabile.

E’ riapparso l’economista Giulio “Guido” Carli con una strana teoria. Forse un’altra chicca comunicativa studiata tra Siena e Mantova?

All’economista Giulio “Guido” Carli segretario del PD comunale di Siena consigliamo un soggiorno di almeno una settimana nella città di Mantova, cosi avrà tutto il tempo per confrontarsi con quelli del PD dell’ex città “rossa” della Lombardia sulle vicende del Centro di Palazzo Tè e sul ruolo del vicepresidente dello stesso Centro, il comunicatore David Rossi vicino alla corrente del PD dell’economista Giulio “Guido” Carli. Durante il soggiorno potrebbe riscoprire la vera collocazione del PD e rinfrescarsi la memoria con i fondamentali della vera politica. Oggi dopo giorni di riserbo (e aveva fatto bene) ritorna sulle pagine del Bisi con una dichiarazione del tutto priva di senso logico e alquanto stridente con il ruolo di segretario del partito che governa la città. Forse questa è una chicca suggerita dal comunicatore durante una visita comunicativa dentro la Galleria dell’Odeon o durante una passeggiata mattutina in Piazza del Campo? Sicuramente è una chicca da inserire nel manuale delle giovani marmotte. Leggete un po’ che ridicole affermazione e soprattutto da quale pulpito. Noi come ben sapete non siamo organici a nessun partito e non siamo nemmeno orientati con il centrodestra e nel caso specifico senese a volte ci sorge il dubbio su chi sia più verdiniano degli altri. Detto questo analizziamo il pronunciamento che sfiora il patetico. Nei giorni scorsi due consiglieri comunali del PDL, Del Dottore e Corsi, hanno attaccato la maggioranza e il sindaco (ogni tanto l’opposizione esiste) e sinceramente considerando la situazione (mozione sulla fondazione e il bilancio) effettivamene la gestione del sindaco Ceccuzzi è alquanto deficitaria. E ricordiamoci che nell’ultimo consiglio comunale il sindaco si è salvato grazie ai voti di Senni, Corradi e De Risi. Di fronte a tutto questo un partito di maggioranza serio dovrebbe interrogarsi all’interno e non diffondere veleni che aumentano la confusione politica che non giova alla città. L’eonomista Carli afferma: “Le dichiarazioni di Corsi e Del Dottore dimostrano che il PDL è un ramo d’azienda in affitto … opposizione guidata con logiche familistiche”. Addirittura familisiche. Estav(amo) in pensiero con l’assenza del Carli. Ci vuole un bel coraggio ad affermare simili castronerie. Non conosciamo personalmente né Del Dottore e nemmeno il Corsi ma con tanti “trasversalismi e rami d’azienda in affitto” praticati dalla corrente del Carli, sinceramente ci saremmo aspettati almeno altri cinque o sei anni di riserbo. Il Carli poteva risparmiare le parole per la probabile candidatura a sindaco di Sovicille, sempre che la scelta venga condivisa dal partito della Val di Merse. Parla proprio lui che da mesi, anche prima delle scorse elezioni, s’incontrava con il brandaniano Sandro Senni e infatti il Senni praticando il peggiore trasformismo è parte attiva della maggioranza ceccuzziana. E i rapporti tra il PD e una componente di Pietra Serena te li sei dimenticati Carli? E i tentativi di questi giorni promossi da una parte del PD per convincere il verdiniano Nannini a votare il bilancio? Siamo a Siena e non a Berlino e le notizie girano alla svelta. Restiamo in attesa di conoscere l’esito del voto sul bilancio per meglio capire chi e come pratica il trasversalismo in questa città e di chi sono le responabilità dei disastri in corso. Nel frattempo Carli fatti un giro a Mantova, magari accompagnato dal comunicatore di fiducia.

Massì, ha ragione, internazionalizziamo!

Stendiamo un velo pietoso sul fatto che il giornalino online Sienanews, da quando della Banca non si può più per parlare perché si rischia di dire qualche oscenità che risulterebbe sgraditissima ai piani alti, è diventato l’house organo del Criccaboni. Comunque in questa videointervista, come in qualsiasi discorso scritto o parlato del Criccaboni, grandina il micidiale vocabolo internazionalizzazione. Ci siamo scoperti a ragionare, in redazione, che in effetti bisognerebbe internazionalizzare, ma non tanto l’Ateneo che non ha una lira per farne due e che, se da un lato, si rende protagonista di soprusi belli e buoni come il taglio del salario dei dipendenti e dei CEL (buffo no? E con cosa si internazionalizza senza CEL?), dall’altro sputtana una massa notevole di quattrini per blandire questo o quell’altro presunto potente o anche non potente, ma ben ammanicato; bisognerebbe internazionalizzare le INCHIESTE e I GIUDIZI sull’Ateneo, per esempio coinvolgendo – vista l’inerzia delle autorità competenti in loco, l’Interpol o il corpo dei Marines o riesumare l’Armata Rossa. Insomma siccome a Siena non c’è verso di cavare un ragno dal buco, vediamo se internazionalizzando, si riesce a combinare qualcosa.

Due comunicatori discontinuisti

Il primo comunicatore è quel genio che gestiva l’ex area comunicazione e marketing del dissestato ateneo senese, ovvero il genio Maurizio Boldrini; il secondo comunicatore è un altro genio ma, rispetto al Boldrini è un comunicatore VIP, ovvero il vicepresidente del Centro di Tè di Mantova, David Rossi. Ops pardon, il genio numero due è anche capo della comunicazione del gruppo MPS. Già da questo si evince che i due hanno in comune “un’area comunicazione”. Poi i due geni sono amici da una vita e infact il genio VIP era ospite fisso ai famosi “Caffè della politica” organizzati dal genio di Via Roma 56. E non dimentichiamoci dell’incarico affidato al genio Boldrini per la strenna di Natale della banca MPS. A proposito,ma il genio VIP quando la società INFACT occupava abusivamente i locali di Via Roma 56 si è mai preoccupato di verificarla questa cosa visto che dal sito di INFACT comunicavano che tra i loro clienti figurava( o forse figura ancora?) la banca MPS? Insomma due geni per una comunicazione geniale. Entrambi fans di Luigi Berlinguer e Piero Tosi, oltre che comunicatori di riferimento di Criccaboni, oggi sono due comunicatori discontinuatori: sono i piu’ impegnati sostenitori di Ceccuzzi e i due condividono la stessa posizione di avversità politica nei confronti del blog Fratello Illuminato, di alcuni giornalisti locali ritenuti troppo indipendenti, dei fratelli Monaci, di Pierluigi Piccini, del gruppo vicino all’ex sindaco Cenni e di tutti coloro che si sono schierati contro i dissestatori di ateneo. Due geni, insomma. Entrambi si spallegiano e si muovono per: il genio VIP per rimanere a galla e il genio di Via Roma 56 per ritrovare un ruolo dentro il sistema. Questi due geni oltre ad “inquinare i pozzi della comunicazione” sono tra i responsabili insieme a buona parte della classe politica della situazione di crisi che vive la città dal punto di vista economico, politico e culturale. I due lavorano per dividere e non per gli interessi della comunità.

P.S. Come è andato il pranzo ieri fra Cannamela e Boldrini?

Chi di discontinuità ferisce, di discontinuità perisce. Lo strano caso del discontinuatore Ceccuzzi: e ora come fa a ‘piazzare’ tutti i suoi uomini?

Dal nostro corrispondente all’Acri, l’economista Paco Pachese – La parola “discontinuità” di nuovo alla ribalta. Ma stavolta a pronunciarla non è Mister Discontinuator, al secolo Franchino il Ceccuzzi (pro tempore sindaco di Siena). Il nuovo motto di Ceccuzzi è uscito dalla bocca del presidente dell’Acri Giuseppe Guzzetti in un’intervista rilasciata ad Affari e Finanza qualche giorno fa. E siamo certi che nell’accezione in cui l’ha declinata lui al Ceccuzzi non piaccia per niente.
Giuseppe Guzzetti, presidente dell’Acri l’associazione che rappresenta la quasi totalità degli 88 enti ex bancari a proposito del rapporto tra politica e mondo delle Fondazioni bancarie inizia subito dicendo “No, non c’è una guerra con i politici, ma noi cerchiamo di far capire che è nel loro interesse non mettere soggetti privati quali noi siamo sotto il loro controllo: se entra la politica, le Fondazioni scompaiono”.
Ma la parte più interessante e senza dubbio estremamente dolorosa per Franchino da Montepulciano arriva quando il Presidente Guzzetti spiega il significato della nuova ‘Carta delle Fondazioni’ (una sorta di decalogo al quale attenersi) approvata all’unanimità nei giorni scorsi “Il punto più qualificante della Carta è quello che parla della governance. Al fine di salvaguardare la propria indipendenza ed evitare conflitti di interesse – si legge nel testo – la partecipazione agli organi delle Fondazioni è incompatibile con qualsiasi incarico o candidatura politica”. Guzzetti, rispondendo al giornalista prosegue affermando “Inoltre ci deve essere ‘discontinuità’: chi ha fatto politica non può entrare in una Fondazione, se non dopo un periodo di decantazione di uno-due anni. La ‘discontinuità’ deve valere anche in uscita: chi è stato dentro una Fondazione non potrà candidarsi in un partito se non passeranno uno o due anni di ‘sabbatico’”.
E qui viene il bello e, soprattutto, l’ennesima grana per il Ceccuzzi (che va a sommarsi a tutte quelle che si crea da solo; alle tante che gli creano i suoi ‘consigliori’; alla atavica sfiga che gli si è appiccicata addosso come una cozza allo scoglio fin da quando la sua candidatura venne lanciata).
Come farà, a questo punto il socialista e vice sindaco Mauro Marzucchi (che siede nei banchi della giunta comunale non perché è un tecnico, ma bensì perché è un politico a tutto tondo) a coronare il suo sogno di essere nominato nella deputazione amministratrice della Fondazione MPS? A quali nuovi equilibrismi dialettici e a quali stravaganti strategie di comunicazione i prodi comunicatori ceccuzziani tenteranno di ricorrere per far passare come non politici tutta una pletora di personaggi che, invece, hanno fatto solo quello in tutta la loro vita?
Risponda ad una sola domanda, Ceccuzzi: cosa ne pensa della nuova ‘Carta delle Fondazioni’ e della tanto sua amata parolina magica ‘discontinuità’?

Un rettore abusivo all’Università di Siena: una vergogna internazionale!!!

Centro di Palazzo Té di Mantova e l’appello degli intellettuali: “Azzerate tutto e ripartiamo da zero”. A casa anche il comunicatore David Rossi

Ecco il testo integrale degli intellettuali di Mantova:

Abbiamo letto nei giorni scorsi della decisione di Alain Elkann di lasciare l’incarico di presidente del Comitato scientifico del Centro Internazionale d’Arte e Cultura di Palazzo Te. Elkann lamenta che il Consiglio d’amministrazione del Centro, e in particolare il suo presidente, non abbiano tenuto in alcun conto le proposte formulate dal Comitato scientifico.
Contemporaneamente si è appreso che la prevista grande mostra su Giulio Romano non si farà più; al suo posto è arrivata una mostra itinerante sugli artisti dell’animazione – sui cartoon per intenderci -, di recente transitata al Padiglione d’Arte contemporanea di Milano. Nel frattempo abbiamo dovuto ascoltare le polemiche di Vittorio Sgarbi che, more solito, avvelenano ulteriormente il clima senza peraltro dare alcun contributo alla delineazione di un futuro del Centro che sia all’altezza del suo passato.
Tutto ciò indica senza possibilità d’equivoco a quale sorte si vuole condannare il Centro da parte dei suoi attuali massimi responsabili: tramonta definitivamente l’idea del Centro come luogo di ricerca, oltre che come organizzatore di esposizioni (felice idea che è diventata in diverse occasioni un’importante realtà); si rinuncia a valorizzare sotto il profilo scientifico, artistico e turistico lo straordinario patrimonio storico di Mantova; vengono meno le relazioni con i musei d’Italia, d’Europa e del mondo che hanno costituito una delle chiavi dei successi del passato; si scoraggiano infine le forze economiche a rilanciare il Centro e a investire in imprese culturali che possano concorrere alla crescita della nostra città e della nostra provincia.
La china sulla quale il Centro pare avviato è in larga misura da ricondurre all’inadeguatezza dei suoi attuali massimi responsabili. Crediamo dunque non vi sia alcuna seria possibilità di rilanciare il Centro se non si comincia con il nominarne di nuovi, pensando a personalità di grande prestigio scientifico e di riconosciuta indipendenza.
Soltanto un gruppo di amministratori caratterizzati da questo profilo potrà disegnare un nuovo futuro per il Centro, chiamando a raccolta le migliori energie della cultura locale, riallacciando i legami con le più quotate istituzioni culturali nazionali e internazionali, elaborando progetti che traggano ispirazione e linfa dalla straordinaria ricchezza della storia artistica e culturale di Mantova, sottoponendo ai privati progetti rigorosi sotto il profilo scientifico e convincenti sotto il profilo turistico, favorendo l’intesa e la cooperazione tra pubbliche amministrazioni e forze economiche.
Gianluigi Arcari, editore, Mario Artioli, Nicoletta Azzi, Giancorrado Barozzi, Carlo Marco Belfanti, Maurizio Bertolotti, pres. istituto di storia contemporanea, Renato Berzaghi,Molly BourneEugenio Alberto Cattini, critico cinematografico, Sergio Cordibella, presidente del Conservatorio e fondatore del Centro Te, Gianfranco Ferlisi, Daniela Ferrari, direttrice Archivio di Stato, Edgarda Ferri, scrittrice, Gaspare Gasparini, Maria Vittoria Grassi, Egidio Lucchini, Luca Nicolini,Festivaletteratura, Maria Rosa Palvarini, Roberto Pedrazzoli, pittore, ex assessore cultura Provincia, Carla Pezzali Zuccoli, Carlo Prandi, Paolo Ricci, Giovanni Rodella, Marzio Achille Romani, docente alla Bocconi,Vanna Rubini, Noris Zuccoli

P.S. Sempre dall’archivio fotografico di Dagospia la foto del comunicatore VIP David Rossi insieme a Rosanna Lambertucci (Più sani più belli).

Lo Starnini guida la fronda dei restauratori e David Rossi quella dei comunicatori “discontinuisti”

Per niente soddisfatti per aver distrutto un ateneo e diviso per anni la città a seguito della loro sete di potere, ecco che i fedelissimi del sultano di Stigliano (al secolo Luigi Berlinguer) ritornano prepotentemente sulla scena politica per restaurare le proprie poltrone. Hanno fatto “prigioniero” il Ceccuzzi dentro il partito e grazie all’intervento dei vertici romani del partito hanno seccato le nomine locali per il prossimo cda della banca. I fedelissimi del sultano non hanno molti voti dal punto di vista elettorale, ma sono riusciti ad impossessarsi della struttura del partito, o meglio, a condizionarla. E di fatto condizionano lo stesso Ceccuzzi. Il capo della fronda piddina dei restauratori è una vecchia, diciamo vecchissima, conoscenza della politica: Il sempre in aspettativa Sandro Starnini. Questo sarebbe il nuovo e la discontinuità?

Starnini ex presidente della Provincia, ex consigliere regionale (meglio incarichi politici che andare a lavoro!), da quando il partito gli ha negato la possibilità di fare l’assessore nella giunta regionale si è messo di traverso e ha riaperto le ostilità nei confronti del gruppo dirigente. Le ostilità son durate poco e infatti il Mussari qualche mese fa ha nominato Starnini presidente della Novoli (incarico di circa 100 mila euro). Nei mesi prima della campagna elettorale partecipava e organizzava le riunioni per disarcionare Ceccuzzi dalla candidatura di sindaco (vi possiamo dire anche le date e i partecipanti delle riunioni); non riuscendo nella frenata al Ceccuzzi, insieme al resto della fronda, hanno cambiato strategia. Del resto a Starnini come ad altri discontinuatori non  manca l’incarico ben retribuito. Arriviamo ai giorni nostri. Nelle varie riunioni politiche del partito e non, lo Starnini attacca sempre il Mussari (prima l’incarico e poi attacca chi gli ha dato l’incarico) e Alberto Monaci. E infatti sono i fedelissimi di Starnini che hanno spinto e stanno spingendo alla rottura interna al partito e naturalmente forzano la mossa per andare alle elezioni anticipate. Il “prigioniero politico” Ceccuzzi non voleva la rottura così come voleva la riconferma di Mussari, ma gli eventi e le imposizioni romane hanno determinato uno sconquasso e il danno maggiore lo stanno recando alla città. Come nel passato, la città è divisa per colpa della sete di potere del solito gruppo: Luigi Berlinguer e Alberto Brandani. E naturalmente con l’assurda pretesa di utilizzare le istituzioni pubbliche per manterne in piedi il gruppo dirigente del partito fedele al Ceccuzzi e di tutti i vari comuncatori e nominati al seguito. Se poi la città è ridotta in stato di crisi, chissenefrega!! Loro campano bene e con incarichi ben remunerati. Ad assecondare la fronda dello Starnini nell’ardua impresa di dividere la città e spingere alle elezioni anticipate sono scesi in pista anche i famosi “inquinatori di pozzi della comunicazione” capitanati dal comunicatore che si divide tra Siena e Mantova, David Rossi. Quando ha avuto la conferma che Mussari era in uscita si è messo subito nella scia dei restauratori. E a tal proposito consigliamo al nostro amico Bisi di non seguire il comunicatore nell’ardua impresa perchè i tempi son cambiati, la gente è incazzata, c’è crisi e i poteri non si fidano più dei voltagabbana supponenti e troppo furbini. E’ inutile parlare di altro o mettere in pista altre ipotesi: questo è il quadro desolante della politica senese. Il ritorno delle mummie della politica e dei soliti poltronisti. Provate a smentire la nostra ricostruzione; noi siamo disponibili a pubblicare rettifiche e altre ricostruzioni. Anche se noi siamo documentati (mai sottovalutare la documentazione). E i comunicatori, quelli seri, dovrebbero sapere che la comunicazione vincente non è determinata dal mezzo, ma dal contenuto. Specialmente in periodi, come quelli che viviamo, popolati da svariati cazzari della comunicazione e della politica.