Ma è vero che qualcuno sta forzando per votare a Siena a novembre?

Attendiamo smentite su questa voce: pare che Alessandro Profumo, presidente di MPS, a seguito di una riunione con Ceccuzzi assistita dal noto principe del foro toscano Fabio Pisillo, stia cercando di convincere il Governo e soprattutto il Ministro dell’Interno ad accorpare, anticipandole, le elezioni amministrative di Siena con la tornata di novembre per la Regione Sicilia. Tutto questo, sembrerebbe, con la giustificazione addotta da Profumo che la Banca abbia la necessità di stabilità politica a Siena. O non doveva uscire la politica dalla Banca? E poi, soprattutto, la Banca è senza governance?

Attendiamo smentite.

Il Montesquieu di Pontedera tira il freno su Siena capoluogo dell’area vasta: “Considero la discussione sui capoluoghi prematura e fuorviante”

Dopo aver letto le dichiarazioni del Montesquieu di Pontedera (al secolo Enrico Rossi) rilasciate alla festa dei dissestatori di Siena, annunciando che Siena diventerà il capoluogo della nuova area vasta con Grosseto e Arezzo, noi della redazione ci siamo guardati: “Scommettiamo che tempo 24 ore il Montesquieu tira il freno su quanto affermato?”.

Infatti tempo 24 ore ed ecco il dietrofront del Montesquieu: “Considero la discussione sui capoluoghi prematura e fuorviante.”

Consideri caro Montesquieu? Sei stato tu dai tuoi amici ceccuzziani ad aver rilasciato quelle dichiarazioni categoriche e non altri ad affermarle. Purtroppo, siete tutti dei chiaccheroni che rilasciate dichiarazioni elettoralistiche senza il supporto di atti istituzionali.

Perchè illudere una città?

La magistratura ordinaria e contabile indaghi su rapporti SUM e Università di Siena e sul ruolo nel dissesto di Angelo Riccaboni. Sul SUM spunta un articolo dal settimanale Il MONDO

Come già segnalato dal prof. Grasso sul blog Il senso della misura http://ilsensodellamisura.com/2012/08/23/a-quanto-ammonta-il-credito-delluniversita-di-siena-con-il-sum-per-le-borse-di-dottorato/

proponiamo la lettura del testo dell’articolo:

A quanto ammonta il credito dell’Università di Siena con il Sum per le borse di dottorato?

La domanda, non retorica, ci viene suggerita dall’articolo di Fabio Sottocornola, attento conoscitore delle questioni universitarie che, sul settimanale Il Mondo, tiene la rubrica “In cattedra”. Attendiamo una risposta! O dobbiamo chiederlo alla Corte dei Conti?

Sum, tra crediti e fusioni Normali

Imbarazzante Sum, l’Istituto di studi umanistici fiorentino guidato, fino a qualche mese fa, dal professor Aldo Schiavone oggi sotto processo (con altri) per imputazioni come peculato e abuso d’ufficio. I fastidi riguardano il modo in cui l’élite accademica vorrebbe chiudere quest’avventura. Da un lato, c’è il progetto di unire in matrimonio l’alta scuola di dottorati con la Normale di Pisa, guidata da Fabio Beltram. L’idea delle nozze sarebbe di Alessandro Schiesaro, latinista della Sapienza, consulente di ministri, amico di Beltram. Su un’altra faccenda spinosa, qualche passo ufficiale lo ha mosso anche l’università di Firenze. Infatti, tempo fa il CdA dell’ateneo ha nominato Mario Labate liquidatore dell’Isu, Istituto di studi umanistici nato nel 2001, in pratica il nonno del Sum. Risale proprio all’Isu la creazione di un Consorzio (2002) con atenei come Bologna e Napoli Federico II, che a loro volta nel 2005 hanno dato vita al Sum. Curioso ciò che si legge nella delibera: dal febbraio 2011 l’Isu non ha più organi in carica, non svolge attività né tiene rapporti con il Sum. Ha però una «disponibilità di somme residue per 47.755 € e vanta crediti complessivi per 319.185 €». L’ente «detiene contabilmente beni acquistati negli anni per un costo di 110.567 €, privo di un valore effettivo». Significa che è roba da buttare? La delibera non dà risposta. Quanto al credito da 319 mila €, l’università può riaverne dal Sum 252 mila erogati come borse di studio. Invece «il credito di 66.896 euro è difficilmente recuperabile» dal debitore: l’École des hautes études en sciences sociales (Eehs). Una delle più prestigiose scuole di Parigi che aveva un accordo di cooperazione con il Sum. Nessuno ha spiegato di che tipo di credito si tratti. E perché dalla Ville Lumière non saldano il debito con Firenze. Domande che anche la Corte dei Conti dovrebbe porre.”

Per quanto riguarda l’abusivo e dissestatore Angelo Riccaboni suggeriamo di ricostruire la gestione del CRESCO, del NUCLEO DI VALUTAZIONE e tutte le gestioni aretine di Criccaboni. O si continua a far finta di niente? E ancora: quella lettera abusiva in favore di Lorenzo Frediani firmata da Riccaboni e Fabbro?

Da Montesquieu di Pontedera a Grande Montesquieu del sultanato di Stigliano

Il Montesquieu di Pontedera (al secolo Enrico Rossi) conquista sul campo il titolo di Grande Montesquieu del sultanato di Stigliano. Il nostro Montesquieu non è nuovo nei rapporti con il sultano e con i seguaci del sultano di Stigliano; famosi sono gli ottimi rapporti con la nota Jolanda Cei Semplici.Ti ricordi di Jolanda, vero Montesquieu?
Il Montesquieu con tanto di microfono amico in mano ha elogiato l’operato del cittadino semplice Ceccuzzi e da questo risulta chiaro il livello politico del microfonato. Non solo. Il Montesquieu elogia anche la presidenza Profumo della banca (contenti i dipendenti!) e stranamente non dice mezza parola sul perchè MPS è andato in crisi. Comprensibile questo: il Montesquieu non può deludere gli amici ceccuzziani. L’unica nota stonata di questi giorni è la critica di quello della provincia che accusa il Montesquieu dell’assenza di mezzi per contrastare gli ungulati (al secolo i cinghiali e i caprioli)
A parte che quello della provincia (Eretico docet) poteva rispolverare i mitici Ceccanti e Terzuoli e alla guida di un mezzo sbirillare ungulati anche il delmesiano Tommy Stufano; ma a parte questo, quello della provincia ha ragione. Il Montesquieu deve intervenire e quindi smistare il traffico di ungulati. Noi abbiamo una sola richiesta: un nutrito numero di ungulati lasciateli scorazzare alla festa dei dissestatori domenica 26 quando parla il Criccaboni.
Forza forza Montesquieu impegnati con gli ungulati che con la politica ci sembri poco lungimirante.

Associazione Ungulati Democratici per le primarie

Riceviamo e pubblichiamo. Caro Enrico Rossi sei una delusione politica

Scrivo due righe, volutamente e provocatoriamente, sul blog che mi ospita per due ordini di ragioni. Ero diffidente verso questo blog ma con il passare del tempo ho capito che scrive notizie e fatti documentati, mai smentiti da nessuno. Secondariamente, ho deciso di cogliere la palla al balzo a seguito dei vari articoli che citano il compagno Enrico Rossi.
Caro Enrico, mi hai deluso profondamente con le dichiarazioni a favore del deludente oltremodo, Franco Ceccuzzi. Sbagli caro Enrico. Ceccuzzi ha diviso la città e ha messo in crisi il partito; non è stato all’altezza del ruolo e in piu’ su di lui pesano gravi responsabilità politiche, dal sostegno all’acquisto di Antonveneta alla gestione di tutta la città. La città di Siena è in crisi perchè ha fallito lui ed è in crisi il PD stesso. Mi dispiace ma da oggi hai perso credibilità politica, caro Enrico. Avevi l’occasione per differenziarti ma ti sei accodato al gruppo che ha messo in crisi la città. Spero vivamente che il mandato che porterai a conclusione aiuti almeno il resto della Toscana e spero vivamente che nel futuro siano altri a guidare la Regione Toscana e il partito. Hai scelto Ceccuzzi e quindi hai scelto il gruppo che ha messo in crisi la città e diviso profondamente il partito. E pensare che volevi fare il leader nazionale del centrosinistra. Forse nemmeno quello regionale.
Sai, caro Enrico, stavolta in città sono in tanti che hanno capito il fallimento del Ceccuzzi e del partito; anche perchè la crisi è seria e le colpe sono tutte del gruppo dirigente locale.

Andrea
Un ex elettore (da oggi) del PD

Ps: Vi chiedo cortesemente di pubblicare anche queste due righe se fosse possibile. Scrivete delle cose che condiviso ma gli attacchi a Stefano Bisi no. E’ un personaggio complesso ma non merita di essere attaccato continuamente. Grazie e buon lavoro.

Ma questo Ceccuzzi senza ruoli istituzionali come si permette di parlare a nome del Presidente della Regione Toscana? Il Montesquieu di Pontedera chiarisca le affermazioni di Ceccuzzi e il Commissario Laudanna ribadisca ai cittadini che il cittadino semplice Ceccuzzi non è titolato ad intervenire a nome del Comune di Siena. Per tutelare il Santa Maria della Scala servono atti istituzionali concreti e non il solito giochino politico pre-elettorale

Da sindaco non è stato in grado di tutelare un bel niente; da politico si è reso responsabile del dissesto cittadino e delle istituzioni e oggi si permette di intervenire parlando per conto del Presidente della Regione Toscana?

E precisiamo che Ceccuzzi si è dimesso, scappando dalle sue responsabilità, abbandonando la città alla deriva e oggi tenta di ripresentarsi come un verginello della politica. Ma soprattutto è ora che il cittadino semplice la smettesse di atteggiarsi come uno che ricopre ruoli istituzionali. Quanto scritto da Ceccuzzi sulla sua bacheca faceboob è di una gravità notevole:

 “Ieri abbiamo incontrato il presidente, Enrico Rossi che voglio ringraziare per la sua disponibilità e per l’attenzione che da sempre presta a Siena. Parlando del Santa Maria della Scala ci ha confermato che la Regione è disponibile a trovare le risorse per evitare che le porte del più grande complesso museale senese si chiudano al pubblico. Un impegno concreto che dà speranza non solo a chi ci lavora ma a tutta la città che, sull’antico Spedale ha investito molto, anche in vista della sfida per Siena Capitale della cultura 2019.”

 Ma ringrazi cosa? Come mai il Montesquieu di Pontedera parla del Santa Maria della Scala con Ceccuzzi (che non ha nessun ruolo istituzionale) e non interviene con atti istituzionali in Giunta e in consiglio regionale e con contatti ufficiali con il Commissario Laudanna? Per tutelare il Santa Maria della Scala, istituzione vittima della cattiva gestione politica e istituzionale di Ceccuzzi e del suo PD, sono necessari atti istituzionali concreti e chiari e non spottoni pre-elettorali. Chiediamo al Commissario Laudanna di adoperarsi per il mantenimento dell’Istituzione Santa Maria della Scala e di contattare il Presidente Enrico Rossi per capire le reali intenzioni della Regione e la disponibilità reale per eventuali risorse.

 Il sig. Ceccuzzi aveva tutti gli strumenti, quando era sindaco, per aiutare la città; invece ha fallito e d è scappato dalle sue responsabilità e sarebbe anche l’ora di smetterla con le prese in giro nei confronti dei lavoratori.

 Caro Montesquieu di Pontedera ti sembra normale una situazione del genere?

Ester Cicala. Il perseguitato Assange e il “perseguitato” Degortes

Una notizia del genere meriterebbe un lungo reportage sulla famosa “Tv di Stato” Canale 3, come ha preteso di definirla l’abbronzatissimo Franco Masoni. La notizia ha disturbato e non poco i miei ultimi giorni di vacanza sul veliero ormeggiato nel porto di Panama. Dal mio smartphone ho letto il lungo articolo sul Giornale dal titolo: “Io con la barca a Porto Cervo perseguitato dalla Finanza”. Scioccante anche il sottotitolo: La vacanza da sorvegliato speciale in Sardegna dell’imprenditore senese Degortes: “Alla prima uscita in mare mi hanno fatto il terzo grado. C’è un clima di terrore” http://www.ilgiornale.it/news/interni/io-barca-porto-cervo-perseguitato-finanza-830838.html

Che stagione strana: oltre al clima torrido scopro che c’è anche un clima di terrore. La scoperta di questo clima mi turba, mi disorienta. Sono triste. Possibile che il noto banchiere del gruppo MPS(la banca che ha chiesto aiuti al Ministero dell’Economia a ciu fa riferimento anche la Guardia di Finanza) l’imprenditore Antonio Degortes deve vivere con ansia le sue tranquille vacanze, considerato che al Monte va tutto bene e i dipendenti sono felici? Urge l’intervento di Profumo e Viola: nel decreto sull’aiuto al Monte chiedete al governo di inserire la clausola “ la Guardia di Finanza non deve perseguitare i banchieri del gruppo MPS”.Siccome le cose girano bene, la banca gode di ottima salute e i dipendenti sono felici per le possibili esternalizzazioni, i banchieri come il Degortes hanno il diritto-dovere di trascorrere in santa pace le vacanze con barca di 15 metri a Porto Cervo. Questi banchieri meritano riposo e vacanze mondane. Di questo passo non si escludono novità nel piano industriale di MPS. I dipendenti forse saranno esternalizzati con tanto di barchette di 2 metri a testa a Porto Cervo.

Io mi sento di lanciare un’idea per aiutare il banchiere perseguitato. Vi sarà capitato di leggere la notizia di Julian Assange che ha chiesto asilo all’ambasciata dell’Ecuador perchè si sente perseguitato e non ha tutti i torti. Sulla scorta di questo precedente perchè il “perseguitato” Degortes non chiede asilo all’ambasciata di Panama e magari imitando il gesto di Assange potrebbe affacciarsi dal balcone dell’ambasciata per un lungo discorso alla nazione. Naturalmente la Tv di Stato Canale dovrà garantire la copertura televisiva dell’evento.

Che ansia! Oggi anche io mi sento perseguitata: dal caldo ovviamente e da due turisti bavaresi.

Crack Pastificio Amato: “Le rivelazioni choc”

«Tangenti ai Del Mese». Crac Amato. Le rivelazioni di Antonio Amato: «Somme ingenti ai fedelissimi». Il figlio del Cavaliere inchioda la ‘casta’ al cui vertice c’era Peppino jr. Gli sviluppi dell’inchiesta sul Crac Amato hanno portato la Guardia di Finanza ad ascoltare decine di testi e di indagati e tra questi naturalmente quasi tutti i componenti della famiglia Amato e della società del pastificio. Tutti contro tutti sembra essere stato il leit motiv dell’inchiesta con smentite e accuse. Tra gli interrogatori con risposte più determinate e precise vi è quello di Antonio Amato, classe 1956, il figlio del cavaliere Giuseppe. Le rivelazioni choc.

Domani vi aggiorneremo sulle rivelazioni choc.

Nel frattempo rileggetevi un articolo precedente:

http://shamael.noblogs.org/?p=5491

Ci sarà l’ingresso di un socio forte nella banca MPS?

La poca lungimiranza, la megalomania, l’incapacità politica e gestionale del PD senese hanno condotto la banca MPS dentro quell’area di movimenti economici-finanziari dove “i lupi divorano gli agnelli.” Dall’acquisto di banca Antonveneta, ai rapporti salernitani, alla gestione operativa della banca medesima (rapporti sindacati-partito-vertici della banca):tutto questo insieme di operazioni e gestioni, sommate all’incapacità e al fallimento politico delle istituzioni locali hanno provocato “la morte contadina” del patrimonio della banca e della fondazione MPS. Ci sono i nomi e i cognomi dei responsabili: Mussari e Vigni per la gestione e Ceccuzzi per la politica; poi ci sono anche altre figure ma questi tre erano a stretto contatto. E il rinviato a giudizio Alessandro Profumo è il referente della coppia Mussari-Ceccuzzi; con la novità ancor piu’ pesante per MPS, che consiste nel ruolo di mister Profumo per posizionare la banca dentro quell’area di movimenti borsistici distanti dal territorio senese e toscano e incompatibili con il tanto annunciato ruolo di banca regionale. La conferma di questi movimenti arriva da un nuovo acquirente di azioni MPS, la Proto Organization.

“Nei giorni scorsi gli investitori della Proto
Organization hanno acquistato circa 100 mln di azioni B.Mps pari a circa
lo 0,8% del capitale. I nostri investitori”, spiega in una nota Alessandro Proto, Ceo di Proto Organization, “credono nel piano di sviluppo di B.Mps e nelle capacità di Profumo di far crescere gli asset della banca, oltre al fatto che la Fondazione diluirà nel tempo la sua partecipazione e ci sarà sicuramente l’ingresso di un socio forte”.

Ma a questo Alessandro Proto chi gli ha ventilato o comunicato l’ingresso di un “socio forte”?

Ci sono altre domande, e forse ad alcune ci penserà la Consob a trovarle, ma nel frattempo chiudiamo con una considerazione/domanda per i dipendenti della banca e per i cittadini di Siena: l’avete capito il danno provocato da Mussari e Ceccuzzi e da quel gruppo dirigente del PD?

Albus Silente

Chiediamo le dimissioni immediate di Alessandro Profumo dalla presidenza di MPS

Questo autorevolissimo blog, dopo ampie consultazioni con la sede londinese, chiede a Mister Alessandro Profumo di rassegnare le dimissioni dalla presidenza di MPS, per le seguenti ragioni:
1) Non è etico nel panorama italiano ed europeo che alla presidenza di un istituto di credito ci sia un rinviato a giudizio per frode fiscale, considerando che a breve inizierà anche il processo;
2) non è sostenibile che alla presidenza di MPS ci sia colui che fa da referente a coloro che hanno messo in ginocchio la banca, in particolare Mussari e Ceccuzzi. Infatti Profumo tutela tutti gli uomini di fiducia di Mussari e non ha assunto nessuna posizione chiara (e nemmeno scura) nei confronti di coloro che hanno messo in crisi la banca;
3) Non ci piace per niente il meccanismo che Profumo ha innescato al livello borisistico con le dichiarazioni televisive;
4) Non ci piacciono per niente coloro che stanno rastrellando a tappeto azioni del MPS.
Al MPS serve un presidente autorevole senza commistioni con correnti di partito e che sia nelle condizioni di proporre un piano di rilancio della Banca tutelando la Banca medesima e il livelli occupazionali e non le posizioni che interessano alcuni partiti romani o alcuni pensatori come Astrid.
Insomma si levi da tre passi e uando esce si porti via anche la studiosa delle peppole e dei fringuelli Tania Groppi.