L’analisi sulla situazione della banca MPS firmata dal noto giornalista economico Oscar Giannnino

Quando una banca vale ormai 2,8 miliardi e lo Stato glie ne dà 3,4 allora è inutile girarci intorno: è nazionalizzata. E’ quanto avviene al MontePaschi. Rottamato dalla politica e da un partito, il Pd. Dopo 540 anni di storia. In un quadro bancario italiano generale che non si ferma solo alla vicenda senese.

A furia di negare che esista in Italia un problema bancario, i piu’ deboli degli istituti vanno nei guai uno dopo l’ altro. In un Paese che ha 55 agenzie bancarie per 100mila abitanti rispetto alle 19 olandesi, Bankitalia per prima doveva proporre ai governi in carica un fondo nazionale di ristrutturazione. I 25 mila esuberi annunciati negli ultimi mesi dalle banche sono ancora lontani dal risolvere il problema. Roe azzerato; cost/income altissimo per troppi dipendenti, dirigenti e agenzie; rettifiche da perdite sui crediti per non meno di 20 miliardi; ripatrimonializzazioni troppo a lungo rinviate per tener la coda alle fondazioni; svalutazioni di goodwill e attivi illiquidi troppo a  lungo rinviati; incorporazione persistente del rischio sovrano nei costi di provvista della liquidità, e traslazione ai clienti del montante totale.Un bel quadro, non c’è che dire.

Nel frattempo, tre paradossi al Montepaschi. Primo: si nazionalizza di fatto e il contribuente ci perde. Il Tesoro, assetato com’e’ di alti rendimenti nel conto economico sui Tremonti bonds, finisce poi per farci rimettere patrimonialmente, visto che in assenza di interessi pagati da MPS rilevera’ più o meno il 3%  della banca quest’anno e analoga cifra l’annoprossimo se le perdite continueranno, ma a valori di carico della banca e non a prezzi di mercato, cioe’ facendoci pagare il titolo come contribuenti quattro volte piu’ di quanto oggi valga in Borsa.

Secondo: la speculazione ringrazia. Aver negato per anni che a Siena si andava a sbattere prima ha distrutto valore e titolo, oggi alimenta insider e aggiotaggio. Se Bankitalia avesse per tempo messo la fondazione alle strette, invece di esitare di fronte alla politica, si sarebbe potuto e dovuta organizzare una cessione dei quattro quinti  della sua quota in blocchi, identificando soci istituzionali esteri, a prezzi che per la fondazione sarebbero stati piu’ intessanti perche’ antecedenti al precipizio che si e’ preferito aspettare. Ora invece sono le dichiarazioni della Fondazione stessa – vendiamo solo a quotazioni prossime al nostro valore di carico – a strappare dell tutto innaturalmente il titolo verso l’alto: roba da Consob.

Terzo, la lezione vera e di fondo: la politica rottama le banche. Mps e’ nata 20 anni prima della scoperta dell’ America, ma di tutti i guai affrontati nei secoli il peggiore si rivela il Pd che l’0ha ferreamente controllata.  Al festival di Venezia Mps sponsorizza un bel film d’animazione su Pinocchio. Profumo e Viola – il management attuale per la prima volta non espressione diretta di una banca in cui anche gli autisti hanno il contratto dei bancari – non hanno colpe del passato, ma finanziare un film sul discolo di legno è coerente all’idea di banche devastate dalla politica.

Oscar Giannino

Dalla cena con Del Mese a Salerno all’acquisto di Antonveneta: il ruolo di Franco Ceccuzzi

Le chiacchere stanno a zero e i conti in rosso. I risultati del disastro politico-gestionale di Ceccuzzi-Mussari sono sotto gli occhi di tutti. I conti di banca MPS sono catastrofici, frutto della gestione Mussari-Vigni e sul piano politico per responsabilità del PD di Ceccuzzi. Non ci sono più scusanti e nemmeno angoli dove nascondersi. La realtà del disastro è alla luce del sole.

La città è in ginocchio per colpe ben precise.

Fu proprio il cittadino semplice Ceccuzzi che affermava “Antonveneta è l’anima gemella di MPS” e fu proprio lui che aveva sponsorizzato ed esaltato l’acquisto di Antonveneta.

Dalle dichiarazioni rese alla magistratura di Salerno da Paolo Del Mese scopriamo che nel 2006 Franco Ceccuzzi partecipò a un cena a Salerno, in compagnia del Mussari, insieme a quelli del crack del pastificio Amato. E sempre dalle dichiarazioni di Del Mese scopriamo che “tramite” Ceccuzzi lo stesso Del Mese aveva “inserito” un suo uomo nella Consum.it(società di MPS). Poi ci sono i finanziamenti (come riportato dalla carte delle magistratura) dati da MPS a quelli del pastificio Amato e società riferibili a quegli uomini coinvolti nell’inchiesta.

Ceccuzzi e il PD senese si rifiutano di rispondere.

Questi sarebbero la discontinuità? Niente elezioni in autunno, qui occorre piena luce su tante vicende. La città era in declino e Ceccuzzi andava a cena con Paolo Del Mese a Salerno. E poi il cittadino semplice Ceccuzzi pretende di nascondersi dalle responsabilità. E si vergognino tutti coloro che di fronte all’evidenza continuano a far finta di niente e scendono in pista addirittura per chiedere le elezioni in autunno. Dove si trovano i vertici delle associazioni di categoria mentre la città veniva dissestata? Dove si trovavano quei politici che oggi firmano l’appello per le elezioni anticipate?

The day after

The day after, il giorno dopo, è necessario analizzare alcune dichiarazioni e specificamente quelle di Profumo, Bisi e Barzanti. Iniziamo da Profumo che riesce ad associare il nome del responsabile (Mussari) con la critica della gestione del passato solo per le colonne del Corriere Fiorentino: pagina a diffusione locale. Il nuovo presidente dice una verità solo in parte condivisibile relativa all’eccesso di titoli dello Stato in portafoglio. È vero sono troppi, ma dovrebbe andare oltre nell’analisi. Visto che la banca non girava hanno cercato di fare il risultato, di almeno un miliardo, con gli interessi che sarebbero dovuti venire dai titoli. Errore bestiale, soprattutto se non si hanno i mezzi necessari e si prende a breve per impegnare a lungo. Non hanno diversificato nella gestione, ma la colpa è tutta di Baldassarri e del Vigni? E il presidente era un altro o lo stesso Mussari? Quel presidente, il Mussari, che teneva tutto sotto controllo. Lo Stato italiano non andrà in default, quindi, anche se oggi tali operazioni bloccano l’operatività è sicuro che quel denaro non sarà perduto. Ma i soldi dell’ Antonveneta non ritorneranno mai più e lo stesso Profumo a cui fu proposta l’acquisizione disse, a suo tempo, di no perchè il prezzo era troppo elevato.
Affermazioni che smentiscono il tentativo maldestro di Bisi di giustificare l’operazione Antonveneta. La Banca d’Italia sarebbe intervenuta facendo pressioni su Mussari per  farla comprare dal Monte dei Paschi. Mettetevi d’accordo! Ma se Profumo ha detto di no con un prezzo più basso per giunta, perchè non poteva farlo il vecchio presidente della banca? Trovi il Bisi una giustificazione più efficace e convincente se ci riesce.
Terzo datur, purtroppo, Barzanti, ma cosa ci vuole dire? Ci faccia capire bene? Ci vuole forse dire che non è successo nulla? Non sia ridicolo e la smetta di essere sempre li a giustificare. Abbiamo capito che ha un debito di riconoscenza verso questo partito che gli ha permesso di vivere agiatamente, ma a tutto c’è un limite. Inoltre è anche contraddittorio perchè nel suo scrivere ci fa capire che qualcosa è successo con il solito stile del dire e non dire: si però, vediamo, del resto, ma per favore!
Comunque i dati presentati ci dicono che la banca non funziona e non si riesce a capire come e quando potrà riprendere il cammino della redditività. A fronte di questi dati anche lo stesso piano industriale sembra inadeguato, vedremo ma la preoccupazione è al massimo. Uno dei problemi non semplici da risolvere e che ha creato uno dei danni maggiori è la gestione del personale fatta da Rossi e voluta da Mussari, con Castagnini che si occupava delle consulenze. Sembra che Castagnini lasci presto la banca mentre Rossi dovrebbe rimanere fino alla fine del suo contratto. Del resto Rossi è diventato molto utile ai “nuovi” perchè avendo la memoria di ciò che è accaduto in questi anni può raccontare per ogni dipendente vita, morte e miracoli. Ma fintanto che insieme a Mussari non sarà smontata anche la cabina di regia che l’ex presidente aveva messo in piedi sarà difficile che si possa vedere la luce in fondo al tunnel. E lo sanno bene sia Profumo che Ceccuzzi che vorrebbero le elezioni anticipate per chiudere molte situazioni velocemente. La vita politica delle prossime settimane sarà spostata su elezioni anticipate si, elezioni anticipate no. Assisteremo a prese di posizione: chi farà il democratico e chi anteporrà le esigenze di stabilità per il bene del Comune, della Banca, per rifare velocemente le nomine in Fondazione. Il PD dovrà spiegare perchè, ad esempio dei tre comuni capoluogo toscani solo uno voterebbe anticipatamente, senza che nessuno abbia espresso critiche sull’operato del commissario. La stabilità a Siena si coniuga con la volontà di archiviare un disastro.

IL MATTO

La Procura della Repubblica di Siena chiede il rinvio giudizio per la vicenda dell’ampliamento dell’aereoporto di Ampugnano.Tra le richieste quella per il presidente dell’ABI Giuseppe Mussari e per Enzo Viani ex presidente dell’aereoporto

La data dell’udienza per le richieste di rinvio giudizio da parte della Procura di Siena per la vicenda dell’ampliamento dell’aereoporto di Ampugnano è stata fissata per il 19 ottobre 2012.

 La Procura della Repubblica di Siena chiede il rinvio giudizio per gli indagati nella vicenda dell’ampliamento dell’aereoporto di Ampugnano. Tra le richieste quella per il presidente dell’ABI Giuseppe Mussari e per Enzo Viani ex presidente dell’aereoporto.

Il Montesquieu di Pontedera si ritira in convento?

Apprendiamo con dispiacere sincero che il Montesquieu di Pontedera ha deciso di osservare il silenzio. Siamo rammaricati e non poco. Forse il preludio per il ritiro in convento ad osservare la regola del silenzio? Speriamo di no!
Dopo le fantastiche esternazioni sul riordino delle province da ogni parte della Toscana ci sono state reazioni durissime e a volte eccessive contro Enrico Rossi, il nostro Montesquieu di Pontedera; come lui stesso ha evidenziato sul blog “Il sig Rossi”.Benvenuto tra i blogger toscani caro Montesquieu!
Scrive: “Sulla mia proposta di riordino delle province si è scatenato il finimondo. Accuse ridicole di campanilismo per le mie origini pontederesi, sberleffi, invettive e persino minacce di dimissioni”
Le critiche al Montesquieu sì, ma gli sberleffi no. Dove lo ritroviamo un politico così coerente e così pronto a rispondere alle domande che gli vengono rivolte. No, non ti dimettere Enrico!
Poi deluso da tutto questo bailame aggiunge:”Noi abbiamo avanzato una proposta. Adesso dovrà lavorare il Comitato delle autonomie locali e poi anche il Consiglio regionale. Il Presidente e la Giunta regionale, non diranno più nulla sull’argomento finché non spetterà di nuovo a noi la parola”.
Peccato, ci garbavano molto le dichiarazioni del Montesquieu; siamo rammaricati.

Nel frattempo, in attesa di altre parole montesquieuiane, noi abbiamo altre domande per Enrico (a cui naturalmente non risponderà):

  1. Caro Enrico, che opinione ti sei fatto della partecipazione del tuo compagno di partito Franco Cecuzzi alla cena del 2006 a Salerno insieme a quelli arrestati per il crack del pastificio Amato?
  2. Caro Enrico, come mai il tuo partito sostiene il dissestatore e abusivo Angelo Criccaboni?
  3. Caro Enrico, come mai il tuo partito invita alle feste dopo averlo nominato alla presidenza della banca MPS il rinviato a giudizio Alessandro Profumo?
  4. Caro Enrico, come mai con i soldi pubblici della provincia i cittadini devono pagare l’agenzia Robespierre che lavora a tempo pieno per il PD ceccuzziano?

Buona giornata Enrico.

Sulla pagina facebook l’ex consigliere comunale Francesco Andreini lamentando la mancata pubblicazione da parte del Bisi di un intervento relativo al Santa Maria della Scala firmato dallo stesso Andreini insieme a Angela Bindi riproponeva l’intervento. Sicuramente il Bisi era “distratto” e quindi ci pensiamo noi alla pubblicazione, riportando fedelmente quanto scritto su facebook da Francesco Andreini

Risposta non pubblicata:

Caro Direttore, La ringraziamo per la particolare attenzione che oggi ci ha concesso, anche perché non sempre ci è sembrato fosse così interessato alle nostre opinioni (vedi il primo articolo sui problemi del SMS, dove si poteva apprendere il parere di quasi tutti, dalla Lega Nord a SEL, ma non il nostro). Ci meraviglia, anzi, che Lei, direttore di un quotidiano “indipendente”, risponda con una certa acrimonia e con sarcasmo ad un comunicato “politico” del nostro Partito, forse per un riflesso di difesa di quel sistema che Lei conosce bene.

Le assicuriamo intanto che non nutriamo disinteresse verso i dibattiti della festa PD; certo non tutte le volte ci siamo stati, così come, credo, non tutti gli altri partiti hanno presenziato ai nostri.

E’ vero che alla festa del PD i dirigenti stessi offrono il loro servizio volontario e la cosa ci sembra apprezzabile, ma anche doverosa; lo fanno per una festa il cui programma è stato deciso da loro, e poi, diciamola tutta, non hanno deciso solo il programma della Festa…

Ma veniamo all’argomento del giorno, il Santa Maria della Scala.

Anche questa volta si propone che, finiti i finanziamenti pubblici, siano “gli ultimi” a dover pagare, ovvero i lavoratori.
Il Santa Maria della Scala oggi è di proprietà del Comune di Siena, i lavoratori attualmente sono soci o impiegati di una cooperativa. Questi lavoratori oggi rischiano la cassa integrazione col conseguente impoverimento dei loro bilanci familiari. Per questo non ci sembra opportuno il Suo riferimento all’ex segretario CGIL Cataldo quando celebra l’abnegazione dei lavoratori della Emerson che, per salvare (per molti invano) il posto di lavoro, prestarono la loro opera gratuitamente.

Quando un ente, anche quelli più importanti, entra in crisi si chiedono subito sacrifici ai lavoratori; non ci sembra sia mai successo in questa città che un dirigente abbia ricevuto uno stipendio di 800 euro perché la sua azienda è fallita, o ha ridotto il profitto o comunque non ha rispettato il programma deciso.

Se il Suo giornale vuole rendere un servizio ai lettori, potrebbe pubblicare l’elenco dei dirigenti (di partito, comunali, di aziende comunque legate al territorio senese) che hanno perso il lavoro o lo stipendio (o anche parte di stipendio) per i motivi più vari (crisi economica, errori di valutazione o altro). Potrebbe inoltre spiegare perché spesso i responsabili della crisi senese o sono stati promossi ad alti incarichi, o sono ancora al loro posto o intendono ripresentarsi alle elezioni magari anche nella veste di sindaco.
Nell’attesa La ringraziamo per lo spazio che ci vorrà concedere per questa nostra.

Francesco Andreini
Angela Bindi

Sarà il caso che intervengano immediatamente!

Cosa c’è di vero che domani mercoledì alle 18.30 il cittadino semplice Ceccuzzi all’Odeon incontrerà i dipendenti della cooperativa Zelig in servizio al sms? Sicuramente la cittadina semplice Cresti ieri mattina l’ha annunciato al SmS. Se così fosse il Commissario Laudanna ed il Prefetto  Saccone dovrebbero intervenire immediatamente per impedire una così flagrante violazione delle loro competenze.

Cogliamo l’occasione per sottolineare che, ove la cosa fosse fondata, il P(artito) D(issestatori) non ne fa una pulita, veramente …

L’autunno senese non è adatto per il voto amministrativo. Ci sono scadenze importanti che non possono essere sommate a una campagna elettorale

Una roba ridicola quanto becera. Gli autori del dissesto della città mobilitano parlamentari (che non hanno mai mosso un dito fino ad ora per la città) e presentano petizioni popolari per chiedere il voto a novembre. Ma il PD con che faccia, dopo aver messo in ginocchio la città, chiede una cosa del genere?

Il Ministro Cancellieri non si lasci strumentalizzare da questi dissestatori e soprattutto verifichi l’inopportunità di portare una città al voto in presenza di scadenze importanti che non possono sommarsi con una scadenza elettorale immediata. La data giusta per votare è la primavera o giugno 2013.

Ecco alcune scadenze autunnali,anch’esse frutto della cattiva gestione del PD senese:

  1. Udienza per la richiesta di rinvio a giudizio in merito all’inchiesta sull’aereoporto di Ampugnano;

  2. Uudienza per la richiesta di rinvio a giudizio per il dissesto dell’università;

  3. Udienza per la richiesta di rinvio giudizio per le elezioni del rettore abusivo Criccaboni.

Vi sembra poco e soprattutto vi sembra l’autunno adatto per votare?

Grazie Commissario Laudanna, grazie alla Giunta Regionale e al presidente del Consiglio Regionale per l’impegno sul Santa Maria della Scala

In questi giorni il Commissario Laudanna si era attivato presso la Regione Toscana per reperire parte delle risorse necessarie per il Santa Maria della Scala che rischia la chiusura per colpa della cattiva gestione dell’ex giunta Ceccuzzi. Ringraziamo il Commissario Enrico Laudanna per l’impegno istituzionale, il presidente del consiglio regionale Alberto Monaci e ringraziamo tutta la Giunta Regionale che oggi ha stanziato 400 mila euro, compreso il Montesquieu di Pontedera. Ora attentiamo di capire i tempi di questo stanziamento e se arriverano altre risorse da altri enti o dalla banca MPS.

Questa è la dimostrazione che senza l’intervento del Commissario nei confronti della Regione qui a Siena non era possibile reperire altre risorse. A conferma che in questi anni il partito di Ceccuzzi ha messo in ginocchio la città.

La signora Rita Petti del PD senese ha un concetto primitivo e non rispettoso della libertà di opinione dei cittadini senesi. Erroneamente abbiamo ricevuto una mail che pubblichiamo perchè siamo infastiditi da questa arroganza irrispettosa della dignità delle persone

Sul Cittadino online la redazione di Fratello Illuminato aveva letto un appello pubblico firmato da diversi cittadini per “Salvare il Santa Maria della Scala”. Tra i firmatari ci sono persone che sono distanti dal nostro blog ma l’appello merita attenzione e rispetto considerato che l’oggetto è il Santa Maria della Scala.

La signora Rita Petti esponente del PD senese ed ex consigliere comunale ceccuzziana, quindi tra le responsabili della crisi delle istituzioni cittadine (compreso il SMS), ha inviato in giro una mail che manifesta tutta la cultura primitiva di certa classe dirigente, la loro arroganza e la mancanza di rispetto verso i Senesi. Per fortuna questi non amministrano più la città. Di seguito la mail integrale inviata da Rita Petti. Le considerazioni ulteriori le lasciamo ai lettori.

“Vi informo che gira in rete un appello contro la chiusura del Santa Maria della Scala promosso da Fiorino Iantorno, pubblicato sul Corriere di Siena di domenica 26 agosto.
L’appello è fuorviante e strumentale. Tace infatti tutti i tentativi di mettere in sicurezza il Santa Maria, fatti dalla Giunta Ceccuzzi e vanificati da chi ha provocato la crisi e il commissariamento del Comune.
Per di più utilizza il grave problema del Santa Maria per costituire, come dimostrano alcune firme, un raggruppamento politico che va da Enrico Tucci e Alessandro Manganelli (PDL), Francesco Giusti (Lega Nord), Pierluigi Piccini, Laura Vigni e lo stesso Iantorno.
Data la natura dell’oggetto e il difficile momento, l’appello è già stato firmato in piena buona fede anche da varie persone che non hanno avvertito l’ambiguità del testo.
Chiedendo di far girare questa nota, vi inviamo il recente comunicato delle forze del Centrosinistra e un articolo di Alessandro Orlandini in merito.

Rita Petti

Responsabile Cultura – Unione Comunale Pd Siena “

La signora Petti si permette anche di decidere chi è e chi non è in buona fede. Siamo ritornati ai tempi di Stalin o di Mussolini?