Caro Direttore, La ringraziamo per la particolare attenzione che oggi ci ha concesso, anche perché non sempre ci è sembrato fosse così interessato alle nostre opinioni (vedi il primo articolo sui problemi del SMS, dove si poteva apprendere il parere di quasi tutti, dalla Lega Nord a SEL, ma non il nostro). Ci meraviglia, anzi, che Lei, direttore di un quotidiano “indipendente”, risponda con una certa acrimonia e con sarcasmo ad un comunicato “politico” del nostro Partito, forse per un riflesso di difesa di quel sistema che Lei conosce bene.
Le assicuriamo intanto che non nutriamo disinteresse verso i dibattiti della festa PD; certo non tutte le volte ci siamo stati, così come, credo, non tutti gli altri partiti hanno presenziato ai nostri.
E’ vero che alla festa del PD i dirigenti stessi offrono il loro servizio volontario e la cosa ci sembra apprezzabile, ma anche doverosa; lo fanno per una festa il cui programma è stato deciso da loro, e poi, diciamola tutta, non hanno deciso solo il programma della Festa…
Ma veniamo all’argomento del giorno, il Santa Maria della Scala.
Anche questa volta si propone che, finiti i finanziamenti pubblici, siano “gli ultimi” a dover pagare, ovvero i lavoratori.
Il Santa Maria della Scala oggi è di proprietà del Comune di Siena, i lavoratori attualmente sono soci o impiegati di una cooperativa. Questi lavoratori oggi rischiano la cassa integrazione col conseguente impoverimento dei loro bilanci familiari. Per questo non ci sembra opportuno il Suo riferimento all’ex segretario CGIL Cataldo quando celebra l’abnegazione dei lavoratori della Emerson che, per salvare (per molti invano) il posto di lavoro, prestarono la loro opera gratuitamente.
Quando un ente, anche quelli più importanti, entra in crisi si chiedono subito sacrifici ai lavoratori; non ci sembra sia mai successo in questa città che un dirigente abbia ricevuto uno stipendio di 800 euro perché la sua azienda è fallita, o ha ridotto il profitto o comunque non ha rispettato il programma deciso.
Se il Suo giornale vuole rendere un servizio ai lettori, potrebbe pubblicare l’elenco dei dirigenti (di partito, comunali, di aziende comunque legate al territorio senese) che hanno perso il lavoro o lo stipendio (o anche parte di stipendio) per i motivi più vari (crisi economica, errori di valutazione o altro). Potrebbe inoltre spiegare perché spesso i responsabili della crisi senese o sono stati promossi ad alti incarichi, o sono ancora al loro posto o intendono ripresentarsi alle elezioni magari anche nella veste di sindaco.
Nell’attesa La ringraziamo per lo spazio che ci vorrà concedere per questa nostra.
Francesco Andreini
Angela Bindi
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