Chi di dovere blocchi le vendite degli immobili dell’Università decise da Riccaboni. E intervenga con urgenza anche la magistratura

L’abusivo e dissestatore (vedi Cresco e giri aretini) Criccaboni non solo non risana l’università, ma sta mettendo in atto una di quelle operazioni a danno del patrimonio pubblico mai successe all’Università di Siena. La vendita di Palazzo Bandini Piccolomini va bloccata così come tutte le altre vendite immobiliari. Ci sono dei passaggi di Criccaboni con alcuni soggetti che gettano ombre e l’allarme lanciato del prof. Grasso testimonia una situazione di assenza di trasparenza.

Scrive il Prof. Giovanni Grasso:

Il Prof. Angelo Riccaboni non può continuare a esporre al ridicolo, con risposte manifestamente illogiche e menzognere, sé stesso e l’istituzione che dovrebbe rappresentare. Come può definire della“massima trasparenza” la vendita del Palazzo Bandini Piccolomini, se ai cittadini è precluso addirittura l‘accesso alla documentazione tecnica? 

Lo ripeto per l’ennesima volta, il principio della trasparenza (L. 241/1990) ha assunto una diversa e più ampia configurazione, al punto che è definita nei termini di “accessibilità totale per tutti i cittadini” all’intero patrimonio informativo delle pubbliche amministrazioni (art. 11, D.lgs. 150/2009), allo scopo di favorire forme diffuse di controllo e trasformandosi, di fatto, in un mezzo fondamentale di prevenzione della corruzione, rendendo possibile una forma di rendicontazione sistematica ed evidente nei confronti dei portatori d’interesse, cioè dei cittadini. Alla cultura della trasparenza si è uniformato l’intero sistema universitario italiano, con l’eccezione dell’ateneo senese. Per restare nello specifico della vendita dell’immobile, perché la documentazione tecnica (mappe, foto, schede ed elaborati planimetrici) non è accessibile a tutti? Perché si è dichiarato che tutte le informazioni sono riservate e confidenziali, mettendo, così, la mordacchia a chi intende formulare una proposta d’acquisto? Ci sarà pure un consigliere del CdA disposto a violare queste illegittime disposizioni e a rendere pubblico tutto il materiale, ammesso che riesca a ottenerlo!?

Queste osservazioni e interrogativi non sono solo legittimi ma, nel caso di specie, doverosi, se si considerano i precedenti. Ne ricordo alcuni: il tentativo proceduralmente scorretto di far approvare dal CdA il progetto di costituzione di un Fondo immobiliare; il sospetto di una speculazione finanziaria ai danni dell’Università di Siena; le intercettazioni telefoniche che documentano il coinvolgimento di un docente del nostro ateneo e le agevolazioni a lui concesse, dal Rettore e dal Direttore amministrativo, tipo la giustificazione alle assenze (passate e future) a lezione e al ricevimento degli studenti.

Per concludere, il solito interrogativo, già posto in passato: l’Ateneo senese può continuare ad avere una guida priva di legittimazione, credibilità, autorevolezza e senso delle istituzioni?”

Tutto questo avviene con il silenzio delle istituzioni locali e con la complicità dei due rappresentanti del Comune (Vareno Cucini-PD) e della Provincia (Roberto Morrocchi-PD). Intervenga con urgenza la magistratura. Ricordando a tutti il caso Astrea e il ruolo del docente Lorenzo Frediani in merito alla vendita degli immobili dei rapporti dello stesso docente con alcuni dell’ufficio tecnico dell’università.

 PS. Disfarsi del patrimonio immobiliare come Palazzo Bandini Piccolomini non è funzionale al risanamento dei conti, ma apre le strade alla sola speculazione immobiliare. E difficile comprenderlo questo aspetto?

Da leggere

La nuova grana di Mps: la gestione del risparmio

di Lorenzo Dilena

Mentre perde soldi sull’attività bancaria tradizionale, Montepaschi è costretta a garantire ricavi e margini a una partecipata, la società di gestione Anima. In sostanza, trasferisce i soldi che non ha a una società terza. Colpa di una clausola del contratto di vendita delle società di gestione del gruppo al fondo Clessidra, nel 2008. E intanto si scopre che, in occasione di quella cessione realizzata per finanziare l’acquisto di Antonveneta, la banca senese finanziò il compratore per una cifra pari a quella incassata.

Nell’ultimo consiglio di amministrazione del Montepaschi di Siena, persino uno piuttosto pacato come l’amministratore delegato Fabrizio Viola è sbottato. Non passa giorno che non venga fuori una magagna, un prestito deteriorato più del previsto, una partecipazione da svalutare, o un dettaglio contrattuale che fa balenare il rischio di un aumento delle passività.
Succede anche che, mentre la banca non fa soldiè obbligata per contratto a garantire ricavi e margini a una società partecipata al 22%, Anima Sgr, che invece chiude utile ed è grado di pagare lauti bonus ai propri dirigenti e gestori (circa 150 mila euro il costo medio per dipendenti). I dettagli degli accordi non sono pubblici, ma fonti vicine alla società di gestione del risparmio confermano l’esistenza di un doppio accordo contrattuale. Uno di durata ventennale relativo alla distribuzione dei prodotti Anima sulla rete bancaria Mps, e un secondo patto, detto price adjustment, che impegna la banca a garantire alla partecipata determinati livelli di flussi commissionali netti. In concreto, in caso di mancato raggiungimento dei budgetconcordati per il collocamento di prodotti gestiti (fondi comuni di investimento, gestioni patrimoniali, etc.), e quindi di insufficienza dei flussi netti di commissioni verso Anima, Montepaschi deve versare la differenza alla Sgr. In una fase di fuga degli investitori dai prodotti di risparmio gestito, questo significa che l’esborso di Mps potenzialmente è destinato a crescere. A meno che la rete del gruppo non riesca a invertire la tendenza e a piazzare quanti più prodotti possibili alla clientela. A giugno, i volumi di risparmio gestito del gruppo Mps sono scesi a 44 miliardi (-3,1% rispetto a marzo) sia a causa di  disinvestimenti netti (circa 700 milioni nel trimestre) sia per l’effetto mercato negativo (700 milioni). Nello stesso trimestre, fondi comuni di investimento e sicav hanno subito deflussi per 272 milioni a 15,4 miliardi, e anche le gestioni patrimoniali vedono un calo delle masse gestite.
Per comprendere come si sia arrivati a questo punto occorre fare un passo indietro. Alla fine 2008. Per finanziare la costosa acquisizione di Antonveneta (10 miliardi di euro), risalente  giusto un anno prima, l’allora presidente Giuseppe Mussari aveva confezionato un imponente piano di dismissioni. Fra queste c’era Montepaschi Asset Management Sgr e AAA Sgr (controllata di Antonveneta). L’obiettivo dichiarato è trovare un’alleanza con un gestore internazionale, affiancato da un fondo di private equity. Alla fine il partner industriale, l’inglese Frm, si defila, e rimane solo il fondo italiano Clessidra. Le due Sgr, che all’epoca gestiscono circa 23 miliardi di euro, vengono valutate 570 milioni, compreso 170 milioni di capitale in eccesso che viene incamerato da Mps prima della cessione. La banca realizza una plusvalenza netta di 187,7 milioni.
Il prestito alle società vendute. A prima vista sembra una buona operazione, tanto più che l’accordo viene firmato a ottobre 2008, dopo lo scoppio del crac della Lehman Brothers. Ma la cessione realizzata da Mussari riserva alcune particolarità. Innanzitutto, il patto di ferro che garantisce l’acquirente da eventuali deflussi delle masse di risparmio in gestione. Quindi, la stessa Mps entra nell’azionariato di Prima Sgr). Nel dare conto delle operazioni con parti correlate, però, il bilancio 2009 segnala un «rinnovo della linea di credito finanziaria fino al 30 giugno 2010 per Euro/mila 420.000 a favore di Prima Sgr». Dunque, una linea di credito di 420 milioni a una società che ha appena pagato 400 milioni per comprare due società della banca. E se si tratta di rinnovo, datato novembre 2009, quand’è che è stata concessa la linea di credito, visto che la vendita si era perfezionata pochi mesi prima, a marzo? Il finanziamento, peraltro, è rimasto in essere se è vero che ancora nel bilancio 2011 si segnala che la controllata Mps Capital Services ha concesso «una linea di credito di complessivi 400 milioni di euro a favore delle società Prima Sgr , Prima Funds ed Anima Sgr, appartenenti al gruppo AM Holding».
Nel frattempo, a fine 2010, c’è stato un nuovo rimescolamento di carte: la Banca popolare di Milano è entrata nel polo del risparmio gestito, apportandovi la sua società di gestione Anima, che ha poi dato il marchio al nuovo gruppo. Adesso, Anima Sgr è controllata al 100% da AM Holding, dove gli azionisti principali sono Clessidra al 40%, Mps al 22,24% e Bpm al 36%, mentre Banca Etruria e Banca Finnat hanno delle piccole quote. Ufficialmente, Anima si presenta come una società di gestione indipendente dalle banche, ma in concreto le banche azioniste ne garantiscono gran parte della raccolta. E, nel caso del Montepaschi, anche i margini. Una situazione paradossale per una banca che «perde quattrini dal punto di vista operativo», per usare le parole del presidente Alessandro Profumo (è uno degli 80 soci de Linkiesta). Il secondo trimestre si è chiuso con una perdita di 1,7 miliardi, causa svalutazione dell’avviamento, ma il rosso emerge già a livello di gestione caratteristica. D’altra parte, i contratti vanno onorati. A meno che i legali che all’epoca asistettero la banca siano stati abili a sufficienza da mettere per iscritto adeguate clausole di protezione.

(dal giornale online Linkiesta http://www.linkiesta.it/mps-anima )

Tommaso Occami. Sodomiti col deretano altrui

Salvo il Santa Maria della Scala ma coi soldi del concerto di fine anno Siena, il commissario Laudanna dà l’annuncio. Saranno utilizzate le “promesse risorse finanziarie che perverranno dalla  Regione Toscana e dalla Banca Monte dei Paschi di Siena, in particolare i fondi inizialmente destinati al programma dei festeggiamenti di fine anno che saranno revocati”
di MAURIZIO BOLOGNI

A Siena la coperta è cortissima: tiri da una parte, scopri l’altra, perché Comune, Banca e Fondazione Mps hanno tutti i conti in profondo rosso. E così il commissario straordinario del Comune, Enrico Laudanna, annuncia di aver evitato la chiusura della cittadella della cultura Santa Maria della Scala ma a scapito dei festeggiamenti dell’ultimo dell’anno, memorabili in tutta Italia per il concerto gratis in piazza del Campo, che saranno annullati per utilizzare la relativa sponsorizzazione Mps allo scopo di mantenere aperto il Santa Maria.

Ho potuto estrapolare solo questo brano dell’articolo apparso oggi sulla pagina regionale della Repubblica a firma Maurizio Bologni. Bologni fa parte insieme a Daniele Magrini e Stefano Bisi del gruppo più ossequioso nei confronti del potere PD e in particolare dei senesi che si chiamino Mussari, Ceccuzzi o pinco pallo poco importa basta che abbiano la copertura dell’ufficio stampa del Monte dei Paschi e del suo responsabile. Vogliamo vedere le marchette contenute in questo articolo che vi invito a leggere nella sua interezza. Prima marchetta: da che mondo è mondo le delibere degli enti locali si prendono avendo la copertura di bilancio e non sulle promesse; altrimenti si fa la fine del Ceccuzzi che ha fatto un bilancio sulle parole della Fondazione e non su poste di bilancio accertate. Quelle di Rossi sono al momento solo promesse che non hanno avuto neppure il consenso della giunta e del consiglio regionale. Chissà quando le avranno e se mai le avranno? Quindi il commissario Laudanna ha dovuto rivisitare le previsioni di bilancio fatte da Ceccuzzi annullare il concerto dell’ultimo dell’anno, quello di cui tutta l’Italia ne parla secondo Bologni (altra marchetta), e mettere le risorse sul Santa Maria della Scala. Riflettiamo! L’ex sindaco Ceccuzzi non solo non ha fatto la gara in attesa della Fondazione destinata ad Andrea Milani, il compagno culturale della signora Lucia Cresti, ma ha preferito un concerto al posto del mantenimento dell’apertura dello Spedale, dettagli! Ma le marchette non sono finite. Udite, udite lo stesso Andrea Marcucci, si la famiglia che acquistò lo Sclavo, ha manifestato il suo plauso motivandolo che in questo modo si potrà ancora concorrere per Siena capitale della cultura! Stavo per dire una parolaccia al posto di cavolo. La gara per la sorveglianza al Santa Maria permetterà il raggiungimento dell’obiettivo? Peccato che poi non c’è altro! Ovviamente ci sono anche le marchette per omissione come ad esempio l’aver completamente ignorato la mobilitazione e gli appelli di molti senesi contro la chiusura del Santa Maria. L’ e mail della responsabile della cultura la signora Petti che invitava  gli iscritti al PD a non firmare l’appello. Ovviamente il giornalista omette di raccontare in mercimonio elettoralistico messo in piedi dal PD e dai suoi iscritti che vanno da Alessandro Orlandini a Rita Petti senza mai dimenticare  Lucia Cresti. Di quest’ultima non sappiamo se sia o no iscritta al PD, sappiamo con certezza che ha partecipato agli incontri all’Odeon, alla sezione Lachi ha fatto ripetutamente viaggi al Santa Maria ha imbonito i lavoratori a cui ha portato la notizia della non chiusura ancora prima del comunicato ufficiale del comune. Insomma si è prodigata per far sapere quanto erano stati bravi, loro e quanto si erano dati da fare. Ricostruendo i fatti mi è venuta in mente una nota battuta, un po’ volgare lo devo ammettere, fatta da Ricucci ma che sembra perfetta per la situazione e cioè che il PD ha voluto fare il “frocio col  culo degli altri”.

T.O.

Carneade. Qualcuno ritiene che i cittadini siano venuti giù con la piena

Per la signora Rita Petti non possono che tornare d’attualità due aggettivi un po’ desueti: spudorata e impunita. La dichiarazione di ieri 30 agosto della responsabile cultura del PD appare infatti davvero strabiliante, tanto è densa di falsità e di vergognose e strumentali speculazioni sulla pelle dei lavoratori. La signora in questione sostiene che l’affidamento diretto dei servizi (sul quale molto ci sarebbe da argomentare, ma rimando – ubi maior – al collega filosofo Tommaso Occami) “permetterà di dare continuità all’attività del Santa Maria della Scala e salvaguardare tutti i posti di lavoro delle cooperative che oggi gestiscono il servizio”. Tutti i posti di lavoro, capito? Tutti! E invece il Museo per Bambini rimarrà chiuso e il personale che si occupava dei servizi museali ed educativi – in carico alla cooperativa Elicona – non è stato reintegrato, in barba alle migliaia di bambini che ogni anno visitano, grazie ai laboratori e alle altre attività del museo, il Santa Maria della Scala.
Sappiamo inoltre per certo che con la chiusura del Museo archeologico, degli oratori di Santa Caterina della Notte e di Santa Maria sotto le volte molti dipendenti della cooperativa Zelig se ne resteranno a casa, insieme ai colleghi della stessa cooperativa che si occupano dell’organizzazione degli eventi e della segreteria. Con che coraggio, signora Petti, osa dichiarare che tutti i posti di lavoro sono stati salvaguardati? O non è informata, e allora dovrebbe chiedere scusa ai lavoratori che ha offeso, ai suoi elettori, a tutti i cittadini, e ritirarsi a vita privata, oppure è ben informata e diffonde di proposito notizie false (e perciò dovrebbe chiedere doppiamente scusa ai lavoratori che ha offeso, ai suoi elettori, a tutti i cittadini, e ritirarsi a vita privata). Tertium non datur.

Carneade

Il ruolo del Commissario Laudanna, le strumentalizzazioni elettorali e le scivolate

Come già sottolineato dal nostro blog e come evidenziato dall’articolo di Gaia Tancredi sul corriere di Siena, il Commissario Laudanna si era attivato nei confroni della Regione Toscana e della banca MPS per risolvere il problema del Santa Maria della Scala. E infatti oggi il Commissario Laudanna con una nota ufficiale ha comunicato che il Santa Maria della Scala non chiuderà. Nello specifico è doveroso smontare le affermazioni della cittadina semplice Rita Petti del PD quando, riferendosi ai soldi stanziati dalla Regione, afferma:”Un risultato importante ottenuto grazie alle Risorse della Regione Toscana arrivate anche in virtù del Patto per lo sviluppo firmato lo scorso 30 aprile, da parte della Giunta guidata da Franco Ceccuzzi.”

Non stanno cosi le cose. La Giunta Regionale ha effettuato “una variazione straordinaria” per stanziare il finanziamento e non attraverso una programmazione relativa al Patto di sviluppo. Raccontatele giuste le cose. E se non siete convinti informatevi con il Montesquieu di Pontedera o con altri assessori regionali. I soldi della Regione Toscana arrivano da una “variazione straordinaria” e non programmata. Quindi il merito è tutto del Commissario e non delle strumentalizzazioni del Ceccuzzi, di Lucia Cresti e Rita Petti. Anzi, se si aspettava questi tre, campa cavallo che l’erba cresce.

Lo strano concetto delle istituzioni e il livello politico del gruppo dei seguaci del Ceccuzzi si evince dalle dichiarazioni raccolte sulle pagine facebook rilasciate dagli stessi. Per ora non facciamo i nomi degli autori (abbiamo salvato i commenti nel caso decidessero di cancellarli), riportiamo solo il testo. Ai cittadini, alle forze politiche e ai rappresentanti istituzionali le valutazioni su quanto scritto.

 Primo commento scritto da un fedelissimo di Criccaboni e supporter del Ceccuzzi:

“Questo commissairio si fa bello con le risorse della comuntà senese e della regione. MaH!”

 Secondo commento di altra supporter del Ceccuzzi:

“Se non ci fossero state le risorse della Regione, il Commissario non avrebbe agito così. Se voleva dare avvio alla gara lo poteva fare prima. Si è preso il merito, senza neanche aver ringraziato e dato atto alla Regione Toscana e al suo presidente di aver erogato risorse straordinarie.”

 “ Si fa bello”..”senza neanche ringraziare”….ma questi chi si credono: i padroni della città?

 Si dimenticano di ricordare che la città è in ginocchio per colpa del PD e del Ceccuzzi. E il Commissario ha messo un tappo al buco lasciato dal Ceccuzzi e da Lucia Cresti.

Tommaso Occami. Siamo forse davanti all’ennesima presa di giro?

Allora le proroghe si possono fare o non si possono fare o sono come la ciccia di troia che si tira da tutte le parti. Sembra che si possano fare, come abbiamo saputo da Lucia Cresti, che sbandiera la decisione della proroga al Santa Maria ai quattro venti come se fosse la sua. Non nascondiamo, ovviamente, la nostra soddisfazione per i lavoratori. Ma la questione è un’altra: se la proroga era possibile allora perchè il commissario aveva comunicato tassativamente che il Santa Maria sarebbe stato inderogabilmente chiuso dal primo settembre? È stato il commissario o è stata la segretaria a battere i piedi, la dottoressa Fedeli? Perchè qui qualcosa non torna e la vicinanza della Fedeli con Ceccuzzi è troppo stretta se non fosse altro per il fatto che è stato proprio l’ex sindaco a sceglierla. Del resto i viaggi di quest’ultima alla galleria dell’Odeon sono molto frequenti: il primo risale, addirittura, alla sera stessa dell’insediamento del Laudanna. Perché se la proroga era consentita non avrebbe avuto senso tutta la drammatizzazione e le iniziative che nel frattempo sono state prese per evitare la chiusura del vecchio Ospedale. La problematica si sarebbe ridotta alla questione finanziaria e probabilmente sarebbe stato più facile trovare una soluzione anche con il coinvolgimento degli stessi operatori. Invece no si è voluto costruire il caso, sbattendolo sui giornali, ai danni dei lavoratori e della città per poi trovare il cavaliere bianco, il salvatore che trova la soluzione. Magari con il Soccorso Rosso che proviene dalla Regione Toscana annunciato alla Festa del PD provinciale. Si strumentalizza tutto, si convocano i lavoratori nella sezione di un partito, Lachi, ci si fa vedere nello stesso posto di lavoro. Si usano delle persone, come la Lucia Cresti, per comunicare la soluzione prima ancora che lo faccia il Comune ufficialmente e ai soggetti direttamente interessati. Si ignora il ruolo stesso del sindacato. Lucia Cresti, la messaggera, che ha dimostrato di essere lontana da quel modo così signorile che il padre ha dimostrato in tutta la sua esistenza e per il quale ha sempre ottenuto il rispetto e la considerazione. Certo Giovanni Cresti non si sarebbe prestato a dei giochi di questa natura, geloso come era della propria dignità. Coincidenze tutte finalizzate a uno scopo: la campagna elettorale! Non si può che provare vergogna e un profondo disagio per dei comportamenti che non hanno nulla di etico e di morale. A questo è ridotta la politica? A questo si è ridotto il PD rappresentato a Siena da Ceccuzzi?  Del resto abbiamo letto il Marzucchi che, come se nulla fosse successo durante i suoi mandati amministrativi, ripropone il solito commercio e alza la posta per ritornare in gioco.

T.O.

Per i prossimi 5-6 anni praticamente niente più salario accessorio per il personale tecnico-amministrativo dell’Università di Siena. Ecco un’altro regalo di Criccaboni, di Ceccuzzi e del PD

Come più volte segnalato da questo blog la manovra orchestrata prima da Luigi Berlinguer e poi da Criccaboni per tutelare le posizioni di Piero Tosi e Loriano Bigi e di altri dissestatori sta producendo solo effetti negativi su coloro che non hanno colpe per il dissesto universitario. Pur di non far pagare ai dissestatori, Criccaboni e Fabbro sostenuti dal PD di Ceccuzzi e da Siena Futura di Marzucchi e con la copertura di CGIL,CISL e UIL (Guggiari, Coppi e Santinami) hanno operato il taglio al salario accessorio al personale tecnico-amministrativo. Tutto questo è avvenuto e avviene nella totale indifferenza della magistratura, del ministero e delle forze politiche. La novità pesante per il lavoratori è quella della “presentazione del conto” da parte del MEF: 5.400.000 euro da restituire!!!
Utilizziamo le parole della USB per spiegare il progetto delittuoso del duo:

http://rdbcubuniversitasiena.wordpress.com/2012/08/01/salario-accessorio-una-storia-infinita-per-volonta-politica/

Vi devono bombardare casa con i caccia bombardieri per ribellarvi (pacificamente) a questa cricca e preservare il vostro diritto al salario?

Ines Fabbro tenta di filarsela dall’Università di Siena alla zitta, ma Fratello Illuminato sgama l’affare

In pratica la Dott.ssa Fabbro a maggio 2012 ha partecipato all’avviso pubblico per il conferimento dell’incarico di Direttore Generale del CNR e quando pareva tutto fatto (evidentemente è solita accordarsi prima….) il suo amico Presidente del CNR Luigi Nicolais (PD, amico di Bassolino e stiglianese DOCG e sconfitto nelle elezioni per la presidenza della provincia di Napoli) ha provato a proporre la sua nomina, ma ha trovato fortemente contrario il CdA del CNR ed ha dovuto fare marcia indietro.
Ma come! L’attuale Direttore Amministrativo dell’Ateneo cerca di scappare silenziosamente abbandonando la nave in tempesta? Bell’esempio di attaccamento all’Istituzione ed ai suoi dipendenti … anche se probabilmente si deve essere resa conto della sua totale inadeguatezza a svolgere l’attuale incarico ed a reggere la pressione che esso comporta!
Magari se ne fosse andata! Ma bisogna certamente far emergere un problema reale e cioè che, oltre alla consueta mancanza di trasparenza, la Fabbro non dovrebbe più rimanere al suo posto visto che è la prima ad avervi disinvestito cercando di organizzare una comoda fuga? E come la prenderanno gli organi di governo dell’Ateneo? Forse qualcuno ne era informato ed ha taciuto …
A questo punto è doveroso, visti questi traffici e visti quelli fatti per arrivare a Siena (vi ricordate Tomasi e il Sultano di Stigliano?) vi è da chiedere con forza alla magistratura che fine abbia fatto il fascicolo che ancora giace sequestrato presso la locale Procura della Repubblica.

Il professore universitario con la barca a Marina di Grosseto. A tutta pesca e non solo di pesce

La storia che oggi raccontiamo con sfumature di colore a breve si tramuterà in una storia senza sfumature e con riferimenti documentati. La barca è una di queste sfumature anche se esiste realmente.

Voi tutti come noi avete seguito l’ignobile atto di Criccaboni e della Fabbro contro il personale tecnico-amministrativo in merito al taglio del salario accessorio. I due Cricchini hanno colpito il personale per tutelare le nefandeste gestionali di Loriano Bigi e Piero Tosi e anche del Cricca stesso (vedi Cresco e i giri aretini). Voi tutti concordete che il PD senese a cui è legato il Criccaboni invece di tutelare i lavoratori ha scelto la via della nomenclatura baronale tosiana-criccaboniana.

Oggi c’è una novità disgustosa. La redazione di Fratello Illuminato ha consultato dei documenti (che con molta probabilità finiranno su qualche tavolo) in merito a dei favoritismi consentiti a dei docenti. Docenti di stretta osservanza tosiana e vicinissimi al Criccaboni. Il più fortunato di questi docenti, quello della pesca a Marina di Grosseto, è appunto fortunato perchè guadagnava più di tutti. Ecco cosa accadeva. Questi docenti percepivano come gli altri docenti dell’ateneo il normale stipendio dell’Università di Siena, ma nel contempo, questi docenti fortunati, percepivano ben altri stipendi con tanto di busta paga da un Consorzio universitario (finanziato anche dalla fondazione MPS). Docenti con doppia busta paga. Ovviamente il tutto senza autorizzazione alcuna.

E oggi questi docenti sono tra quelli che appoggiano il Criccaboni per il taglio dello stipendio a dei dipendenti che di stipendio ne prendono uno solo e basso visto il taglio.

L’università del bengodi con i soldi pubblici ma per pochi amici degli amici. La cricca delle cricche.

La redazione di Fratello Illuminato presenta un intervista impossibile realizzata da Bastardo Senza Gloria, rigorosamente NON iscritto all’ordine dei giornalisti

L’altra sera, quando il sig. Profumo aveva già parlato in fortezza, ero lì che passeggiavo con il mio cagnolino, quando scorgo un amico in compagnia di un personaggio di spicco della politica toscana.
Questo amico mi chiama ed eseguiti tutti i convenevoli, non resisto alla tentazione di giocare a fare il giornalista con questo personaggio, che ovviamente mi ha pregato di rimanere anonimo. Improvvisamente, mi venne voglia di abbandonare qualsiasi vis polemica e di provare a fare in modo che costui, il politico, rispondesse finalmente alle domande che via via tramite i vari blog gli vengono fatte ma  alle quali non risponde mai. Poi un dubbio mi assalì. Ma se gli pongo tali domande egli scappa e non risponde, devo inventarmi qualcosa! Fu in quel momento che decisi di trasformarmi nel “giornalista senese schierato”.
Che bello! La mia mente s’illuminò e tutto mi fu più chiaro e così iniziai a fare le domande.
– Senta dott. …. quali sono i suoi interessi oltre la politica?
– Sono un tipo abbastanza sedentario ma ogni tanto vado a pescare o a cercare i funghi.
– AH! che bello! Mi dica dott. ….. il suo posto preferito per le vacanze?
– Ultimamente ne ho fatte poche, sa gli impegni, la gente, però sicuramente mi piace il mare….ma anche la montagna, comunque quest’anno sono stato al lago.
– Bellissimo. Mi sembra una persona veramente sensibile, questo ci rassicura, ma vorrei sapere qualcosa della sua sfera più personale, per esempio bionde o more?
– In verità io guardo gli occhi, lo sguardo è quello che mi colpisce in una donna!
– Ah ecco…infatti, giusto lo sguardo. Quindi secondo lei il periodo migliore per potare la vite?
– Sicuramente gennaio, la pianta deve essere “ferma” non possiamo rischiare.
– Dott. … che spazio hanno i libri nella sua vita?
– Troppo…ogni tanto devo riconsiderare gli spazi in casa, non so più dove metterli!!
– L’ultimo che ha letto?
– Ho letto un libro di cui non ricordo il titolo ne l’autore, in onore di quel politico famoso….è stato anche rettore all’università di Siena……
– AHH! si bellissimo!! l’ho letto anch’io. Ma mi dica dott. …. pepe o peperoncino?
– Sicuramente pepe, ma anche il peperoncino non mi dispiace, basta che non si abusi, tutto deve essere equo e usato con la dovuta parsimonia.
…….ad un tratto l’effetto del “giornalista senese schierato” svanì in me, e ritornò la vis polemica…….
– Così come si dovrebbe utilizzare i soldi pubblici!! Giusto?
– Ecco lo sapevo!!!! lei è uguale a quei birboni dei blog anonimi!! che c’entrano ora i soldi pubblici, stavamo facendo un intervista seria e professionale, come si permette!!!
– Scusi io non volevo………
I due si allontanarono ed io continuai a passeggiare con il mio cagnolino, con l’amaro in bocca di chi non ne fa una giusta. Il mio pensiero volò ad Ester, da sola in ferie con tutti quei folosoni intorno…….mha……..speriamo bene, dissi tra me e me.

Bastardo Senza Gloria