L’abusivo e dissestatore (vedi Cresco e giri aretini) Criccaboni non solo non risana l’università, ma sta mettendo in atto una di quelle operazioni a danno del patrimonio pubblico mai successe all’Università di Siena. La vendita di Palazzo Bandini Piccolomini va bloccata così come tutte le altre vendite immobiliari. Ci sono dei passaggi di Criccaboni con alcuni soggetti che gettano ombre e l’allarme lanciato del prof. Grasso testimonia una situazione di assenza di trasparenza.
Scrive il Prof. Giovanni Grasso:
Il Prof. Angelo Riccaboni non può continuare a esporre al ridicolo, con risposte manifestamente illogiche e menzognere, sé stesso e l’istituzione che dovrebbe rappresentare. Come può definire della“massima trasparenza” la vendita del Palazzo Bandini Piccolomini, se ai cittadini è precluso addirittura l‘accesso alla documentazione tecnica?
Lo ripeto per l’ennesima volta, il principio della trasparenza (L. 241/1990) ha assunto una diversa e più ampia configurazione, al punto che è definita nei termini di “accessibilità totale per tutti i cittadini” all’intero patrimonio informativo delle pubbliche amministrazioni (art. 11, D.lgs. 150/2009), allo scopo di favorire forme diffuse di controllo e trasformandosi, di fatto, in un mezzo fondamentale di prevenzione della corruzione, rendendo possibile una forma di rendicontazione sistematica ed evidente nei confronti dei portatori d’interesse, cioè dei cittadini. Alla cultura della trasparenza si è uniformato l’intero sistema universitario italiano, con l’eccezione dell’ateneo senese. Per restare nello specifico della vendita dell’immobile, perché la documentazione tecnica (mappe, foto, schede ed elaborati planimetrici) non è accessibile a tutti? Perché si è dichiarato che tutte le informazioni sono riservate e confidenziali, mettendo, così, la mordacchia a chi intende formulare una proposta d’acquisto? Ci sarà pure un consigliere del CdA disposto a violare queste illegittime disposizioni e a rendere pubblico tutto il materiale, ammesso che riesca a ottenerlo!?
Queste osservazioni e interrogativi non sono solo legittimi ma, nel caso di specie, doverosi, se si considerano i precedenti. Ne ricordo alcuni: il tentativo proceduralmente scorretto di far approvare dal CdA il progetto di costituzione di un Fondo immobiliare; il sospetto di una speculazione finanziaria ai danni dell’Università di Siena; le intercettazioni telefoniche che documentano il coinvolgimento di un docente del nostro ateneo e le agevolazioni a lui concesse, dal Rettore e dal Direttore amministrativo, tipo la giustificazione alle assenze (passate e future) a lezione e al ricevimento degli studenti.
Per concludere, il solito interrogativo, già posto in passato: l’Ateneo senese può continuare ad avere una guida priva di legittimazione, credibilità, autorevolezza e senso delle istituzioni?”
Tutto questo avviene con il silenzio delle istituzioni locali e con la complicità dei due rappresentanti del Comune (Vareno Cucini-PD) e della Provincia (Roberto Morrocchi-PD). Intervenga con urgenza la magistratura. Ricordando a tutti il caso Astrea e il ruolo del docente Lorenzo Frediani in merito alla vendita degli immobili dei rapporti dello stesso docente con alcuni dell’ufficio tecnico dell’università.
PS. Disfarsi del patrimonio immobiliare come Palazzo Bandini Piccolomini non è funzionale al risanamento dei conti, ma apre le strade alla sola speculazione immobiliare. E difficile comprenderlo questo aspetto?
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http://ilsensodellamisura.com/2012/09/02/preoccupazioni-giuste-ma-inutili-per-un-asilo-infantile/