Settembre 5th, 2012 — Note redazionali
A questo link potete trovare un’intervista al Sultano di Stigliano (http://www.unita.it/scuola/strong-luigi-berlinguer-strong-piu-risorse-e-cambiamento-culturale-1.443022) nella quale fa delle dichiarazioni che già griderebbero vendetta al cielo fatte da chiunque, ma fatte da lui, il musicologo di fama internazionale presso il Ministero diretto dalla Gelmini, il garante dei garanti del Partito dei Dissestatori, il devastatore principe della scuola, ma soprattutto dell’università, prima di Siena e poi italiana tout court fanno rabbrividire. Si tenga presente che mentre per aver distrutto bancomat e vetrine (ora finalmente vendicate molto più dei poveri disgraziati della scuola Diaz e della caserma di Bolzaneto) qualcuno s’è beccato quasi quindi anni di galera, a questo – che in concorso con altri – a devastato di fatto la formazione italiana, oltre a tutte le cariche di cui sopra, gli hanno dato anche un posto al parlamento europeo (per non parlare di quanto hanno imburrato il figlio prima professore da dottore di ricerca, poi in vari CdA tra cui quello di Ampugnano, e infine in quello di Antonveneta, così, tanto per esser parte anche lui di un dissesto cataclismico).
Intanto esordisce dicendo che il ministro Profumo ha buone intenzioni. Ecco le metta in pratica e sollevi dall’incarico i dissestatori senesi, TUTTI. Poi passa a lamentarsi della mancata erogazione di fondi: “Con questa povertà un’attività formativa moderna non si può realizzare”. Per cominciare la povertà dipende dal fatto che chi ha preceduto Profumo (incluso il Sultano di Stigliano) ha buttato letteralmente i soldi fuori dalla finestra per motivi clientelari e di consenso: ecoc perché c’è la povertà. E poi l’attività formativa moderna è MEGLIO se non la realizzano, perché a forza di modernizzazione l’Università italiana (e in particolare quella di Siena) è sparita dalla faccia della Terra. Non è più nemmeno nelle prime cinquecento università del mondo, cosa della quale si vantavano invece i dissestatori Criccaboni e Ceccuzzi non più tardi di un anno fa.
Incredibile e vergognoso il contenuto dell’intervista che si dipana tra inattuazione delle norme costituzionali in materia (e la colpa di chi è? Dei ministri si suppone, quindi anche sua, oltre che della Gelmini al ministero della quale il Sultano ha collaborato) arriva finalmente a dire che nel corpo docente ci vogliono sia i vecchi che i giovani (bontà sua, ha scoperta l’acqua calda) e che per immetere persone ci vogliono soldi. Ma pensa un po’ … E come mai non ci sono soldi? Forse perché se li sono mangiati tutti i predecessori dell’atuale ministro? Non Sarà per questo? Non sarà mica per via del delinquenziale 3+2 che ha moltiplicato le cattedre all’infinito? E gli scopini da cesso da 67 euro? E i libri in suo onore? E l’Area comunicazione e marketing con 54 persone dentro + il genio inghirlandato di Via Roma 56? E il suo delfino Tosi e il suo secondo delfino Criccaboni? E il solito posto? E il suo amico Bettini? E il suo amico Schiavone? E lo Squero? E il figlio? Vogliamo parlare di tutto questo?
Ma con quale coraggio inaudito questo devstatore della cultura e della formazione italiana apre ancora bocca?
VERGOGNA!!! DISSESTATORE DEI DISSESTATORI!!!
P.S. Più tardi collegatevi su questo blog che vi si racconta un po’ di cosette su questa banda di dissestatori.
Settembre 4th, 2012 — Note redazionali
Il 5 settembre a San Gusmè nel comune di Castelnuovo B.ga, amministrato dal ceccuzziano Roberto Bozzi, si terrà un convegno dal tema evocativo “Crisi economica & Soluzioni ecologiche”. Come tutti sappiamo uno dei principali responsabili della crisi economica in provincia di Siena è proprio il partito di Roberto Bozzi; per le soluzioni ecologiche forse ci potrebbe pensare Sienambiente guidata dal compagno di partito del Bozzi l’ecologico Fabrizio Vigni. Ovunque ti giri le poltrone sono occupate da quelli del PD e poi hanno il coraggio di fissare la luna per chiedersi come mai c’è crisi in provincia di Siena.
Ma il piatto forte del convegno, udite udite, è la presenza dell’abusivo e dissestatore Angelo Criccaboni; lui sì che di crisi ci capisce e anche di soluzioni ecologiche. All’ateneo senese hanno dissestato anche la carta igenica e le soluzioni ecologiche le hanno trovate utilizzando gli scopini da cesso (di alto design) pagati con i soldi pubblici euro 67,00 cadauno. Ma non solo; il Criccaboni già fedelissimo del Tosi occupava ruoli come il Cresco, delegato di Arezzo e le aziende aretine e non solo, le conosce bene, anche “economicamente”. Ospite di alto profilo quindi: uno dei massimi abusivi dissestatori presenti tra i docenti d’economia. Tra l’altro il comune di Castelnuovo B.ga il Cricca lo conosce bene visto che il solito posto degli incontri di nascosto con Piero Tosi si svolgevano tra località Guistrigona e Casetta. Il Criccaboni ha trovato anche un’altra soluzione ecologica per la crisi: tagliare il salario ai lavoratori. Una soluzione che al partito del Bozzi piace molto e anche al Bozzi, cari lavoratori universitari, ovviamente. La soluzione ecologica del Cricca consiste in questo. Gli levo i soldi dello stipendio così spendono meno al supermercato, quindi mangiano poco e defecano il giusto. Et voilà!!! Niente inquinamento. Ecco una soluzione ecologica: taglio lo stipendio e alleggerisco il carico fognario. Complimenti per l’ospite illustre caro Bozzi!
Settembre 4th, 2012 — Note redazionali
C’è il forte pericolo che Peppino Amato jr, Paolo Del Mese, Simone Labonia e Mario Del Mese, pur ristretti agli arresti domiciliari possano proseguire in illecite attività economiche e finanziarie di cui sono stati già protagonisti per la bancarotta fraudolenta del pastificio “Antonio Amato”. Per questo l’unica misura cautelare che possa arginare il pericolo di recidiva è il carcere. E’ in estrema sintesi la conclusione cui sono giunti i giudici del tribunale del Riesame di Salerno (presidente Massimo Palumbo, Giuliano Rulli e Pietro Indinnimeo) nel motivare l’accoglimento del ricorso proposto dal pm Vincenzo Senatore contro le decisioni assunte dal gip Dolores Zarone che spedì ai domiciliari i quattro indagati. Nelle 22 pagine del provvedimento depositato il 20 luglio scorso, emergono nuovi importanti dettagli a sostegno delle accuse della procura.
Ampio, inoltre, il capitolo dedicato all’ex parlamentare Paolo Del Mese, la cui condotta nell’ambito della bancarotta viene definita «tentacolare» dai giudici, «siccome è emerso che costui è ha cointeressenze sostanziali in società dalle quali riceve denaro, per finalità personali e senza alcuna giustificazione evidentemente spendendo la sua pregressa attività politica – sostengono i magistrati – per essere poi riposto in ben dieci conti correnti». Un «inserimento occulto nel tessuto economico imprenditoriale dell’indagato che non appare in alcun modo contenibile con gli arresti domiciliari». Il suo interrogatorio non ha per i giudici scalfito il quadro della pericolosità sociale (in quell’occasione, si legge, ha ricostruito i fatti «in modo fallace e scaltro»). Era, come è stato definitivo dagli indagati, un «autentico esattore di somme di denaro per il proprio fabbisogno personale e per le proprie attività, anche voluttuarie» e «del tutto indifferente allo stato e alla sorte economica altrui>>.
Ricordiamo che Paolo Del Mese nell’interrogatorio rilasciato ai magistrati ha dichiarato:”Vengo avvicinato dal cavaliere Amato nel 2006 e mi chiese di parlare e organizzai una cena a casa del cavaliere Amato in costiera. C’era tutta la famiglia Amato (anche Antonio che viaggia sulla barca di 20 metri e che sto pensando di querelare), Mussari, Ceccuzzi e il sindaco De Luca”.
Presentai Amato a Mussari, io non ho mai partecipato a una riunione tecnica per il famoso pool, ho sempre parlato con il presidente Mussari che era mio amico.”
Sempre Del Mese:”Poi Amato e Mussari si sono visti altrove, a Roma ma io non ci sono mai andato. Abbiamo fatto la cena perché Amato aveva in programma un progetto edilizio e che voleva aprire un discorso economico con il Monte dei Paschi”
Sempre Del Mese: “Ho presentato personalmente Anastasio ad Amato Jr. Ho inserito, tramite Ceccuzzi, Anastasio nella Consumit.”(Consum.i società del gruppo MPS)
L’esponente del PD Franco Ceccuzzi potrebbe spiegare i motivi della sua presenza lla cena di Salerno insieme all’ex presidente di MPS Giuseppe Mussari e come mai Del Mese afferma “Ho inserito, tramite Ceccuzzi, Anastasio nella Consumit.”
Dalle carte di Salerno emerge,cosi si evince, il ruolo di banca MPS:”A dimostrazione di tutto ciò ci sarebbe, tra l’altro, l’operazione con cui il 1 marzo del 2007 viene stipulato un atto di pegno e quietanza finale tra la Banca Monte dei Paschi di Siena e la Amato Re srl, relativo ad un finanziamento fondiario di 16 milioni di euro accordato, poi, il 29 dicembre 2006. Il Gip che riconosce come questo finanziamento sia stato accordato a condizione onerosissime per l’intera famiglia Amato, e pur dicendosi “non in grado di giudicare la valenza economica del progetto imprenditoriale, né quanto l’azienda fosse in grado di gestire autonomamente il suo business, né ancora quanto il piano finanziario ipotizzato potesse avere una fondata aspettativa di realizzo”, ritiene che sia “alquanto strano” che una banca abbia potuto finanziare per decine di milioni una società neo costituita, dotata di un capitale sociale di appena 10mila euro e con il solo impegno alla sottoscrizione di capitale in aumento da parte dei soci per 5 milioni di euro. In questa operazione avrebbe fatto da mediatore proprio l’ex parlamentare Paolo Del Mese, mettendo in contatto il Cavaliere Giuseppe Amato, capostipite della famiglia e della società, con il presidente dell’istituto di credito costando alla famiglia ingenti somme di denaro.”
La procura della repubblica di Salerno è competente perchè la sede del Pastificio Amato è a Salerno. Le altre procure competenti non hanno materiale per intervenire?
Settembre 4th, 2012 — Note redazionali
I nodi vengono al pettine e il pettine sono le parole dell’amministratore delegato di MPS Fabrizio Viola. <<Per fine 2012 sarà disegnato il perimetro operativo, che realizzeremo nella prima parte del prossimo anno – annuncia l’amministratore delegato -. Puntiamo a concentrare il più possibile, per ridurre duplicazioni e costi: aggregazioni interne, dunque, come previsto dal piano, e la fotografia definitiva delle attività da esternalizzare, che sono oggetto di un confronto con la controparte sindacale partito in modo costruttivo, i cui tempi (50 giorni dall’inizio di agosto, n.d.r.) comunque non potranno allungarsi più di tanto, perchè anche una settimana in più è una settimana persa.>>
Ieri Profumo oggi Viola confermano il piano presentato; un piano obbligato(in assenza di altre proposte) dalla situazione disastrosa in cui è stata lasciata la banca dalla gestione del PD(Mussari-Ceccuzzi). Il PD senese,con affanni e bugie, sta cercando di sfuggire dalle responsabilità e spera nel voto di novembre pensando di vincere. Di cosa hanno paura quelli del PD? Hanno paura del piano presentato da Viola e Profumo. Le teste “pensanti” del PD consapevoli di aver distrutto tutto, oggi,hanno paura della reazione(giustificabile) dei dipendenti di MPS. Hanno paura che tra dicembre e marzo si realizzi il piano industriale di Profumo e Viola.Alcuni capoccia sindacali, erroneamente consigliati dagli uomini del Ceccuzzi, non hanno avanzato proposte alternative perchè speravano di ricominciare con le “relazioni” sindacali come al tempo di Mussari-Vigni-Fabrizio Rossi. Sotto le macerie della brutta gestione dei tre ci sono finite anche quelle relazioni sindacali. E Viola non è Vigni e Profumo risponde a se stesso e ai suoi sponsor dell’alta finanza.Questa volta i numeri sono numeri e la mediazione del partito è inconsistente e non realizzabile. Ai dipendenti e alla città rimane l’opportunità di intraprendere una massiccia azione di responsabilità per il disastro compiuto e chiudere definitivamente le porte in faccia ai politicanti del PD senese.O forse qualcuno preferisce continuare a far quadrare il bilancio del partito invece che quello della propria famiglia?
Albus Silente
Settembre 4th, 2012 — Note redazionali
L’altra sera in fortezza (testimoni il Bisi e lo Strambi) il “non mai piu’” sindaco Ceccuzzi ha elogiato il Montesquieu di Pontedera per aver indicato Siena come capoluogo della futura area vasta. Peccato che ieri il coordinamento regionale del PD toscano (Ceccuzzi presente alla riunione) ha “smentito” Rossi in merito alle indicazioni dei capoluoghi. La posizione del coordinamento regionale del PD (Ceccuzzi presente in quanto membro del coordinamento) è stata la seguente: “Avanti con le aree vaste, ma stop a Rossi sui capoluoghi”.
Ceccuzzi che prende le distanze da se stesso! Un politico fortissimamente affidabile.
Settembre 4th, 2012 — Note redazionali
Notte prima del dissesto
Io mi ricordo quattro nanetti con la vanga
e un patologo sulla spalla,
come gli scopini di Via Roma la vita non li spezza,
questa notte è ancora nostra,
come fanno le neutrini con gli occhiali a farsi sposare dai sultani.
Le seghe delle sei non fanno male,
è solo l’ateneo che muore, è solo l’ateneo che muore.
Iconcorsi sono vicini e tu sei troppo lontano dalle Scotte,
tuo padre sembra Vallanzasca e il tuo concorrente è arrosto,
stasera al solito posto, la luna sembra strana
sarà che non ti vedo da una settimana.
Università t’avessi preso prima, le mie mani sul tuo grano
è fitto il tuo bilancio,
e il tuo peccato è originale come i tuoi sindaci revisori,
non fermare ti prego le mie mani
sulle tue casse piene, chiuse come le chiese
quando ti vuoi confessare.
Notte prima del decreto, notte di polizia,
certo qualcuno potevi già portarlo via,
notte di nani e di patologi col cellulare in mano,
notte di magistrati alla finestra, ma questa notte è ancora nostra,
notte di giovani dissestatori di decreti da firmare e di coglioni,
notte di inciuci di poltrone e di ministeri,
notte di cricche e faccendieri,
la contabilità non sarà mai il mio mestiere,
e gli aerei volano alto tra Stigliano e Arcore,
ma questa notte è ancora nostra,
Ines non tremare, non ti posso aiutare, se il dissesto è dissesto.
Si accendono le luci qui a Stigliano
ma quanti nani intorno che mi viene voglia di cagare,
forse confessare, certo un po’ di sgherri
ma con la voglia ancora di dissestare,
se il dissesto è dissesto – se il dissesto è dissesto – se il dissesto è dissesto –
se il dissesto è dissesto – se il dissesto è dissesto …
Settembre 3rd, 2012 — Note redazionali
Il genio Maurizio Boldrini invece di presenziare alle feste del partito e di suggerire gli attacchi sui fantasiosi complottisti farebbe cosa sana e giusta riportando i soldi all’università per quella spesa non autorizzata relativa ai libri in onore di Luigi Berlinguer. Hai capito Boldrini!!!??
Questo signore che ai tempi d’oro (il famoso oro dissestato) del dissestatore Piero Tosi gestiva la mangiatoia (ex area comunicazione e marketing) si è rimesso in testa di occupare spazi; sempre a spese della collettività naturalmente. Prima degli aggiornamenti una breve rinfrescatina delle prodezze del genio di Via Roma 56.
http://shamael.noblogs.org/?p=155
http://shamael.noblogs.org/?p=5501
http://shamael.noblogs.org/?p=3405
http://shamael.noblogs.org/?p=3673
Così per rinfrescare la memoria.
Nei giorni antecedenti la fuga da palazzo di Ceccuzzi, il genio Boldrini insieme a Lucia Cresti gironzolavano all’interno del Santa Maria della Scala insieme a dei “soggetti” invitati dal Boldrini. Il Boldrini aveva chiamato questi “soggetti” per coinvolgerli nella futura fondazione per il SMS. Siccome per il genio non era sufficente la distruzione dell’università, aveva pensato bene di occuparsi anche del SMS. Magari in futuro riempiendolo di scopini da cesso da 60 euro, di lampadari da design pregiati e ricominciando a scrivere libri di supercazzole sulla comunicazione. Il famoso design che piace molto al sig. Baiocchi (http://www.youtube.com/watch?v=DjeuTeE19tI )
Sempre di quei giorni è il pranzo in Pantaneto tra l’ex assessore al nulla Cannamela e Maurizio Bodrini; Cannamela stava sponsorizzando Boldrini come futuro direttore artistico del Santa Maria della Scala. Un’idea geniale e costruttiva. Per l’occasione, Maurizio Bettini, lo studioso dei caldarrostai e dei vampiri del mondo antico, avrebbe provveduto ad inghirlandare nuovamente il Boldrini.
Oggi il genio dell’ex mangiatoia è impegnato in prima linea a sostegno del Ceccuzzi ed è membro attivo del gruppo che studia le strategie comunicative. Auguri!!
Tra le varie chicche liberate dal Boldrini in questi giorni ci tocca evidenziare i suoi attacchi, sempre per giustificare il volto nuovo del Ceccuzzi, nei confronti dei blog Fratello Illuminato, L’Eretico, il Santo e nei confronti dei Monaci, del solito Pierluigi Piccini, del Cenni Maurizio, di Laura Vigni e di Fiorino Iantorno. Hai una bella faccia tosta Boldrini!! Ma non solo. I comunicatori con allegato Boldrini si son messi in testa di contrastare il Cittadino online, l’agenzia Impress e i vari quotidiani nazionali e hanno addirittura espresso giudizi negativi sugli articoli scritti sul corriere di Siena da Gaia Tancredi e anche del Bisi (che ingrati!). Poi Boldrini ha suggerito un’altra strategia: “rafforziamo SEL così teniamo in un cantuccio Mauro Marzucchi”. Il futuro centrosinistra senese riparte targato “dissestatori di ateneo”. Quando vi ritrovate per i gruppi di studio chiudete le finestre e parlate a voce bassa.
Dopo aver affossato l’università questo Boldrini si permette anche il lusso di innalzarsi a censore. Boldrini devi fare una sola cosa: riportare nelle casse dell’università i soldi spesi senza autorizzazione per i libri in onore di Luigi Berlinguer. Punto e basta!
Per la cronaca. La festa del pd senese è stata chiusa con il dibattito sulla “buona politica” coordinato da Maurizio Boldrini (tesserato PD). Effettivamente, il Boldrini, è un fulgido esempio di buona politica.
PS. Prossimamente apriremo il capitolo sulla linea Siena-Toronto. Ti ricorda niente Siena-Toronto caro genio?
Settembre 3rd, 2012 — Note redazionali
Pensavate che il Ceccuzzi avesse dato le dimissioni da sindaco per incapacità manifesta? Pensavate che il motivo fosse la manciata di milioni che mancavano nel bilancio del Comune? Pensavat davvero che l’ex sindaco avesse acconsentito a dare in gestione la banca alla coppia di commissari Profumo e Viola? E che sull’acquisto di Antonveneta fosse stato d’accordo? Insomma pensavate che il povero Frank fosse corresponsabile del tracollo del sistema Siena avendo condiviso TUTTE le scelte più infauste degli ultimi anni? Errore! Il discontinuatore è innocente. E la sua rovinosa caduta al primo giro è dovuta ad una congiura che lega esponenti di primo piano del PD senese a personalità dell’opposizione. Parola di tale Simone Vigni, neo-responsabile dell’organizzazione del PD comunale. Vista la velina di questi giorni, azzarderemmo anche il neo-portavoce! La sua tesi complottista è degna del migliore epuratore: con il braccio armato di sette consiglieri comunali (del PD!) poteri oscuri e trasversali (con dentro pezzi del PD) avrebbero “pianificato e causato il commissariamento della città” (avete capito? “Pianificato” e “causato”!), per “aggravarne la crisi e racimolare i voti dello scontento e della paura”. Con quali prove? Nessuna! Ma chissenefrega: i senesi si bevono qualiasi cavolata! Si può sparlare di tutti a piacimento, grazie alla stampa amica! E si può anche finire di distruggere il PD; tanto ormai è un giocattolo del discontinuatore della Valdichiana e dei suoi “ragazzi”.
Sì, cari senesi, purtroppo avete letto bene. Non siamo sulla Luna o in qualche assemblea studentesca post sessantottina. Chi parla è una delle nuove lve del partito senese; e questa – evidentemente – è la strategia d’autunno del chianino e dei suoi accoliti. Di politica non ne parlano, perché non ne sono capaci (basta guardare cosa è venuto fuori dalla Festa democratica provinciale). Di amministrazione è bene che non se ne occupino, visti i risultati. Di banca ne parla solo Profumo. Di problemi di lavoro non ne sanno granché, vivendo – chi più chi meno – tutti di politica e d’incarichi di partito (Vigni è membro di una società MPS). Cosa c’è di meglio allora che fabbricarsi un nemico? E fabbricarselo all’interno, in casa, seminando sospetti, come insegnava Lavrentij Pavlovic Berija?
Sarà questo il nuovo corso ceccuzziano? Sarà questo ciò che – per disgrazia – ci aspetterebbe, se dovesse tornare a guidare la città?
In questi mesi di incontri e peregrinazioni per il Corso, Frank ha dispensatoi suoi migliori sorrisi da coccodrillo e lanciato messaggi rassicuranti. Sono dieci anni che lo fa; gli riesce abbastanza bene. Ma il volto vero del cuccuzzismo (anzi, del cekkuzzismo) sono i suoi “ragazzi”. Che di mestiere non fanno granché, ma che hanno scanbiato Siena con la Corea del Nord o con qualche madrassa talebana.
Scorrendo i nomi della nuova clase dirigente del PD locale (tutti trentenni, come diceva un comunicato! Vigni di anni ne ha 48, ma è giovane … dentro) siamo certi che possiamo già leggere, in filigrana, molti dei nuovi assessori della futura giunta Ceccuzzi-bis (Vigni? Carli? Persi? Montibello? Altri … “trentenni” in attesa di un’occupazione stabile)?
Povera politica! E povera città, in mano ai Ceccuzzi (anzi Cekkuzzi)-boys!
Settembre 3rd, 2012 — Note redazionali
L’ex sindaco ha detto di aver allontanato Parlangeli dalla Fondazione, quando ufficialmente il Provveditore si è dimesso (2 luglio 2011); sulle cause delle dimissioni attualmente vige il silenzio più assoluto. Meno male che il mandato degli eletti a Palazzo Sansedoni li rende indipendenti dalla politica che li ha nominati. Ma nel discorso fatto in serata, Ceccuzzi ha detto chiaramente di aver creduto nel 51% della Fondazione durante tutta la campagna elettorale 2011 e di averlo difeso strenuamente perché non sapeva dei debiti sottoscritti nel 2008 da banca e fondazione. Questo è uno stralcio dell’articolo apparso nel Cittadino on line a firma Red che ci piace commentare. Non solo la Fondazione non è autonoma politicamente come più volte ci ha sottolineato lo stesso Mancini. Scelto, quest’ultimo, da Ceccuzzi prima della sua designazione a candidato a sindaco da parte del PD in una riunione notturna in via Rosi alla presenza di Bezzini, Meloni, Cenni, Alberto Monaci e Alessandro Piccini. Ma lo stesso direttore generale Parlangeli dipende dalla politica. Quindi se tanto mi da tanto anche Viola e Profumo dipendono dalla politica; il famoso “distacco” dalle ingerenze dei partiti dalla Banca e dalla Fondazione. Nulla di nuovo basta soltanto che Ceccuzzi lo riconosca, come, involontariamente, ha fatto nell’intervista di sabato sera in Fortezza. Ma il bliz del 2 luglio portò alla nomina di Pieri a direttore generale. Il Pieri voluto dall’ex sindaco perchè così va il mondo e perchè gli aggradava. Pieri che non sappiamo bene cosa abbia fatto nel frattempo ma che, per contro, si è assegnato un bonus considerevole insieme a Di Cunto. Ha riorganizzato la Fondazione per aree, ben tre, a cui a messo tutti persone di fiducia del Di Cunto, che pure qualche responsabilità dovrebbe portare per le scelte del passato. I responsabili delle tre aree ovviamente hanno preso anch’essi il bonus. Francamente, vista la situazione della Fondazione, non comprendiamo perchè di questi premi, nessuno controlla, ma se tanto ci da tanto l’unico ha essere informato deve essere stato proprio il Ceccuzzi. Tesi, del resto, da lui stesso avvalorata per le sue ingerenze e perchè Pieri è un uomo dell’ex sindaco.
Ma vediamo l’altro passaggio, il verginello (Ceccuzzi) non sapeva nulla del debito contratto nel 2008 e per questo ha sostenuto la strenua difesa della Fondazione al 51% in campagna elettorale. Dimenticandosi che proprio sotto le elezioni del 2011 c’è stato un’altro aumento di capitale sul quale nulla ha detto a differenza di altri candidati a sindaco. In città alcune forze politiche già avevano sollevato una serie di critiche e di forti dubbi sull’operato della deputazione nominata dal comune e dalla provincia. Quelle stesse forze di minoranza che non votarono l’ordine del giorno della maggioranza contenete un giudizio positivo sulla acquisizione della banca Antonveneta fatto proprio anche dal PDL. Passaggio che è sfuggito all’intervistato dell’altra sera. Quindi non sapeva del debito contratto nel 2008 ignoranza di una notevole gravità anche perchè lo avevano riportato tutti i mezzi di comunicazione locali e nazionali, forse l’ex sindaco si era appisolato. Noi pensiamo che lo sapesse e tale conoscenza è di notevole colpevolezza. Ma se ignorava i passaggi più importanti che hanno determinato la crisi della Fondazione, con quali criteri ha provveduto alle nomine? Ha nominato politicamente, così semplicemente. Ha nominato avendo come punto di riferimento soltanto i rapporti interni al suo partito e la costruzione delle alleanze con all’obiettivo che si era prefissato, fare il sindaco. Su questo ha ingaggiato lo scontro con Cenni e Mariotti vincendolo grazie alla alleanza con gli uomini della ex margherita, come sopra abbiamo riportato. Trovandosi così di fatto la strada spianata per la candidatura. Quindi è ancora più colpevole la responsabilità perchè ha utilizzato un bene della collettività per fini non solo di parte ma personali ignorando la situazione nella quale si trovava la Fondazione. E con quale leggerezza ha ingannato i senesi sul 51%, non si è informato e tutti gli errori compiuti successivamente alla sua elezione. Dal 51 % al 36, dal 36 a non importa la percentuale di controllo, ma dove siamo al mercato? Come può una persona con queste superficialità e caratteristiche pensare ancora di fare il sindaco.
Ora si fanno le barriere fumogene, si cerca di intorpidire le acque, si utilizza il peggiore politichese ma il momento della verità ci sarà. Perchè i conti con la città dovranno essere fatti. E questa volta si faranno su un terreno diverso da quello che Ceccuzzi e il PD vorrebbero imporre. Perchè ci sono gli statuti e le leggi che lo consentono. E alla domanda perchè siamo arrivati a questo punto? Non ci potrà più essere la risposta: per colpa di una nomina non fatta e di un complotto. Non c’è più nulla da complottare, tutto è drammaticamente evidente e ha un nome crisi della Fondazione Monte dei Paschi e della sua Banca. In più se fosse vero che poche persone e una nomina non fatta hanno determinato tutto questo disastro cittadino allora si che dovrebbe essere premiato chi ha complottato perchè sarebbe troppo bravo, un angelo del male. Purtroppo la verità è un altra e si chiama PD nelle sue versioni, politiche e istituzionali e la responsabilità, con gli strumenti adeguati, verranno a galla e permetteranno di sottrarsi al gioco della vecchia politica che Ceccuzzi vorrebbe imporre.
T.O.
Settembre 3rd, 2012 — Note redazionali
Abbiamo assistito in questi ultimi giorni ad un balletto di dichiarazioni strumentali vergognose sul Santa Maria della Scala. Finalmente le ambiguità di Rita Petti, Ceccuzzi e compagnia bella vengono smascherate pubblicamente, su Facebook, da una nota ufficiale di Mario Scalini, Soprintendente per i beni artistici di Siena e Grosseto. Leggetevela e rendetevi conto:
Gli amici mi segnalano che sulla stampa sono apparsi commenti sul possibile transito di opere della Pinacoteca Nazionale a costituende Fondazioni.
Nessun pregiudizio da parte nostra, se si può fare a Brera e magari a Venezia, forse avrà un senso anche a Siena e viceversa; come sempre è un problema di coerenza, trasparenza e regole.
Se qualcuno ha già progetti pronti, qui, agli atti non risulta, e chi sa quali sono le fonti a cui si è dato fede?
Al momento nessun protocollo è stato firmato e l’ultima parola su dove e come opere dello Stato (di noi tutti cioè) devono essere esposte, spetta ai tecnici del Ministero.
Fin quando ci saranno Dirigenti Storici dell’Arte nelle Soprintendenze, ci sarà qualcuno che conosce bene la storia delle raccolte e lavora senza protagonismi facili.
Mario Scalini
Soprintendente BSAE di Siena e Grosseto